Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » mar apr 19, 2016 6:46 am

Via sta bruta xente skifoxa da l'Ouropa


Svezia, si è dimesso Kaplan. Il ministro musulmano che aveva insultato Israele
lunedì 18 aprile 2016

http://www.secoloditalia.it/2016/04/sve ... to-israele

Si è dimesso il ministro svedese per la Casa e lo Sviluppo urbano Mehmet Kaplan, membro del governo socialdemocratico al potere in Svezia, al centro delle polemiche per i suoi rapporti – mai del tutto chiariti – con gli islamisti e gli ultranazionalisti turchi, sua patria natale, ma anche per avere paragonato negli anni scorsi Israele ai nazisti per il modo in cui lo Stato ebraico ha trattato i palestinesi. Mehmet Kaplan, 44 anni, del Partito dei Verdi ed ex portavoce del Consiglio dei musulmani svedesi, ha affermato di avere lasciato il suo incarico a causa delle polemiche che gli hanno impedito di svolgere serenamente il suo lavoro: «Voglio essere chiaro, la mia mossa non è la conferma delle notizie che circolano sul mio conto. Io so chi sono e quello che ho fatto», ha detto rivolgendosi alla stampa. Le polemiche sono esplose la scorsa settimana dopo che alcuni media hanno pubblicato delle fotografie che lo ritraevano a cena con alcuni leader turchi, tra cui il responsabile dei Lupi grigi, gruppo ultranazionalista che nega l’olocausto degli Armeni. Kaplan si è difeso affermando di non conoscere la persona in questione e ha preso le distanze dal movimento.
I rapporti tra Svezia e Israele oggi sono piuttosto freddi

Nel 2010 Kaplan venne arrestato in Israele per avere preso parte alla Freedom Flottilla, che portava aiuti umanitari – e qualcuno dice anche armi ai terroristi palestinesi – destinati ai palestinesi di Gaza e venne anche aspramente criticato per avere paragonato Israele ai nazisti per il mondo in cui ha trattato i palestinesi. Kaplan ha comunque aggiunto che continuerà a militare nel suo partito. I rapporti tra Israele e Stoccolma, dopo che quest’ultima ha riconosciuto lo Stato di Palestina, non sono del tutto idilliaci. A gennaio di quest’anno avevano destato polemiche a non finire le dichiarazioni del ministro degli Esteri svedese, Margot Wallstrom, che aveva chiesto l’apertura di un’inchiesta per determinare se Israele è colpevole di esecuzioni extragiudiziali di palestinesi nel corso della recente ondata di attentati. Dichiarazioni che hanno infiammato gli animi e innescato un gelo diplomatico fra i due Paesi al punto che il ministero degli Esteri a Gerusalemme convocò l’ambasciatore svedese Carl Magnus Nesser rimproverando Stoccolma di presentare in modo distorto la realtà e di provocare «l’ira del governo e del popolo di Israele».

Esteri, Home livello 2 estremisti turchi, freedom flotilla, Gaza, Israele, Lupi grigi, mehmet kaplan, musulmani, olocausto degli armeni, partito dei verdi svedese, Svezia, terroristi palestinesi
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » gio giu 02, 2016 4:41 pm

Terrorismo, sventato piano stragista Is in Germania. Arrestati tre siriani
Puntavano a colpire Dusseldorf. Due kamikaze avrebbero dovuto farsi saltare in centro, il resto del commando avrebbe poi sparato sulla folla per fare quante più vittime possibile. Il primo febbraio i dettagli dell'azione erano stati rivelati da un quarto componente del commando alla magistratura in Francia, dove è detenuto. Le autorità tedesche chiederanno la sua estradizione
02 giugno 2016

http://www.repubblica.it/esteri/2016/06 ... -141146077

BERLINO - La procura federale di Dusseldorf ha comunicato l'arresto di tre siriani sospettati di essere intenzionati a pianificare attacchi terroristici in nome dello Stato Islamico nella città tedesca dalle modalità simili a quelli che sconvolsero Parigi lo scorso novembre. Il piano, sulla cui preparazione concreta al momento non vi sono indicazioni, è stato sventato grazie alle informazioni fornite alla magistratura francese da un quarto elemento della presunta cellula, già detenuto in Francia. L'uomo si era presentato in una procura francese con tutti i dettagli. La procura di Dusseldorf in un comunicato spiega che il piano prevedeva l'azione di due kamikaze in zone centrali della città, quindi il successivo attacco degli altri membri del commando a colpi di arma da fuoco ed esplosivi con l'intento di fare il massimo numero di vittime.

I tre siriani, spiega ancora la nota, sono stati arrestati in tre diversi land tedeschi. Sono stati identificati come Hamza C., 27 anni, Mahood B., 25, Abd Arahman A. K., 31. Il quarto uomo, consegnatori ai francesi, si chiama Saleh A., 25 anni, anch'egli siriano. Secondo la procura federale, Saleh e Hamza si erano uniti all'Is in Siria nel 2014, venendo istruiti su come portare l'attacco a Dusseldorf. Nello stesso anno, con l'approvazione dell'Is, sono entrati in Turchia, quindi, nel marzo e luglio del 2015, sono arrivati separatamente in Germania passando attraverso la Grecia. I due avevano quindi persuaso Mahood a unirsi a loro nel complotto prima del gennaio 2016. B.

Sempre in gennaio Saleh aveva contattato Abd Arahman, giunto in Germania nell'ottobre del 2014 dopo aver ricevuto dall'Is le istruzioni di prendere parte all'azione. Secondo la procura tedesca, Abd Arahman avrebbe dovuto realizzare l'equipaggiamento per gli attentatori suicidi, compito che aveva già assolto per il Fronte al-Nusra in Siria. Come detto, il piano è venuto allo scoperto nel momento in cui Saleh si è presentato in procura a Parigi lo scorso
primo febbraio. Ora la procura federale chiederà la sua estradizione in Germania. La stessa procura di Dusseldorf ha sottolineato che gli arresti non sono da mettere in relazione con i campionati europei di calcio, che inizieranno in Francia il 10 giugno.
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » dom lug 03, 2016 6:21 pm

È un occidente troppo debole per questo Islam barbaro
Lug 3, 2016
Scritto da Lila C. Ashuryan

http://www.rightsreporter.org/e-un-occi ... am-barbaro

È un occidente troppo debole per questo Islam barbaro, violento e sanguinario. Se non cambiamo subito registro siamo destinati a soccombere. Ancora ieri dopo l’orrenda strage di Dacca dove nove italiani, una incinta di cinque mesi, sono stati sgozzati come animali da macello in Italia nessuno aveva il coraggio di parlare di barbarie islamica e di Islam come responsabile materiale della strage.

Tutti hanno evitato accuratamente di indicare il vero responsabile. Certo, la firma è quella dell’ISIS, ma poteva essere Al Qaeda, Hezbollah, Hamas, o uno qualsiasi dei gruppi che fanno parte della galassia jihadista islamica, alla fine tutto è riconducibile a una sola parola e a un solo mandante: Islam. Continuare a negarlo è da idioti.

L’Islam è in guerra con il resto del mondo e in particolare con il mondo libero, ma in occidente si crede ancora che il problema sia solo lo Stato Islamico e che una volta eliminato il gruppo degli assassini di al-Baghdadi sarà eliminato anche il problema. Poveri illusi. Il problema non è solo al-Baghdadi e il suo gruppo di macellai nazisti, il problema è molto più vasto, sono le monarchie del Golfo che finanziano centinaia di moschee in Europa dove si insegna la Sharia e l’Islam oscurantista e violento, sono i Paesi islamici come l’Iran che promettono la distruzione di interi Stati e che vengono bellamente ignorati, come se fosse del tutto normale dichiarare di voler sterminare un intero popolo. Il problema è che l’Islam è l’unica religione basata su una legge, la Sharia, del tutto incompatibile con le più elementari leggi del mondo libero, ma che nonostante questo sia più che evidente viene tranquillamente tollerata e viene addirittura permesso che venga propagandata senza alcun controllo. No, chi pensa che il problema sia solo lo Stato Islamico non ha capito nulla.

Nessuna religione al mondo impone un proprio sistema giudiziario basato su precetti religiosi. L’Islam invece ruota totalmente intorno alla Sharia e ogni paese islamico che si rispetti, fatte poche lodevoli eccezioni, basa le proprie leggi sulla Sharia, cioè su dei precetti religiosi incompatibili con i Diritti Umani e con la democrazia che dettano il codice di comportamento di miliardi di persone.

Vedete, il problema non è un singolo gruppo terrorista che si può combattere, come si è sempre fatto in tante occasioni, il problema è che miliardi di persone regolamentano la propria vita su precetti religiosi che predicano la conquista globale, la sottomissione dei non musulmani, precetti che predicano il grande califfato globale, che non riconoscono la parità tra uomo e donna e che predicano l’annientamento dei “diversi”. Per la stessa identica ideologia sotto spoglie diverse, quelle naziste, in Europa si è combattuto una guerra che ha fatto milioni di morti, c’è stato un olocausto e alla fine si sono messe al bando tutte le ideologie totalitarie come appunto il nazismo e il fascismo. Ora apriamo le nostre porte alla stessa identica ideologia totalitaria solo perché si presenta sotto forma di religione. Possibile che non abbiamo imparato nulla dagli errori del passato?

Fino a quando permetteremo che un qualsiasi Ayatollah iraniano possa dire impunemente che vuole distruggere un intero Paese (Israele) e sterminare la sua popolazione, fino a quando avremo politici che applaudono chi fomenta l’odio religioso, fino a quando non capiremo che l’obiettivo dell’Islam è la conquista globale e non la pacifica convivenza, fino ad allora non saremo in grado di combattere questa barbarie ma saremo costretti a subirla. Pensate solo a quanta crudeltà ci sia voluta per sgozzare una donna incinta di cinque mesi colpevole solo di non saper recitare un versetto del Corano. Fermatevi un attimo a pensarci prima di rispondervi. Eppure lo hanno fatto con una naturalezza incredibile e con la convinzione che era giusto farlo nel nome di Allah. E’ con questa gente e con questa ideologia che ci troviamo a combattere e non con un semplice gruppo terrorista.

Si dirà che non tutto l’Islam è così, che esiste un Islam moderato con cui si può dialogare e che questi assassini non rappresentano la fede islamica. Si dice sempre così dopo ogni strage islamica. Bene, dove sono questi “moderati”? Non è forse vero che per un musulmano la base di tutto è la Sharia? E se questo è vero, che differenza c’è tra un estremista islamico che agisce nel rispetto della Sharia e un musulmano moderato che fa girare la propria vita attorno a quella stessa legge islamica? Avete mai sentito di un “musulmano moderato” disposto a rinnegare la Sharia?

Ed è proprio questo il punto. Non è una questione di religione, non è il fatto di pregare un Dio o un altro, che si chiami Allah o Budda, chiunque è libero di pregare il proprio Dio nella maniera che ritiene più consona, il problema è che nessuna religione può dettare le leggi ai popoli, questo dicono le nostre leggi più importanti a partire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che regolamenta la libertà di fede religiosa e tutto quanto ad essa connesso. Con l’Islam questo concetto non esiste e anche le leggi dello Stato dovrebbero essere dipendenti dalla legge islamica. Se non scardiniamo questo assurdo concetto siamo destinati a soccombere, a prescindere dall’ISIS o da qualsiasi altro gruppo terrorista.

Non è impossibile e sono proprio due Stati musulmani a dimostralo, l’Egitto e la Tunisia che hanno avuto il coraggio di ribellarsi quando la Fratellanza Musulmana momentaneamente al potere in quei due Paesi voleva introdurre la Sharia in Costituzione. Loro hanno scelto di separare la legge dello Stato dalla legge religiosa, dalla legge islamica. Noi invece stiamo facendo il percorso inverso, accettiamo cioè che la Sharia si insinui nella nostra legislazione, nella nostra laicità e nelle nostre democrazie. Non abbiamo il coraggio necessario a mettere la Sharia fuorilegge anche se ne avremmo le motivazioni e i mezzi di legge. Pur di non apparire come chi limita il Diritto alla religione, cosa non vera, accettiamo una progressiva infiltrazione della legge islamica nel nostro ordinamento giuridico e nel nostro modo di vivere, a partire dalle piccole cose come l’accettare che un musulmano residente in Europa consideri una donna come un essere che non ha gli stessi Diritti di un uomo.

Fino a quando saremo così deboli non avremo scampo di fronte a questo Islam violento e sanguinario che vuole imporci la legge islamica, che si chiami ISIS o “Islam moderato”.
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » ven ago 12, 2016 7:20 am

"La radice dell'Islam è fascista E i moderati musulmani non esistono"
Le tesi controverse del politologo egiziano che vive sotto scorta Hamed Abdel-Samad. "L’estremismo risale a Maometto, ma non ogni musulmano è un Corano su due gambe e ancor meno un killer"
di Stefano Vastano
16 gennaio 2015
http://espresso.repubblica.it/plus/arti ... o-1.195198

La carneficina a Parigi è il nostro 11 settembre e i terroristi che l’hanno eseguita l’incarnazione del “fascismo islamico”, una deriva che sin dagli inizi fa parte dell’islam... Parla Hamed Abdel-Samad, 42 anni, politologo e storico tedesco nato al Cairo. Non nuovo a tesi estreme e controverse sul fondamentalismo, espresse anche recentemente nel saggio dal titolo “Il fascismo islamico”, Abdel-Samad, figlio di un imam sunnita, è stato oggetto di una fatwa dell’università Al-Azhar del Cairo. E condannato a morte dal gruppo terrorista egiziano Al-Jamaa Al-Islamiya. In Germania, dove abita dal 1995, vive sotto scorta. Nonostante le minacce, rilancia le sue accuse in questa intervista con “l’Espresso”: «L’islam moderato non esiste. Dai tempi di Maometto l’islamista aspira alla teocrazia, lo Stato con Dio come sovrano. Dobbiamo vigiliare affinché la cultura islamo-fascista non pervada la società europea».

Hamed Abdel-Samad, partiamo dagli attentati di Parigi. Qual è stata la sua reazione?
«Uno choc. E questo 11/9 europeo si è verificato a Parigi, culla della rivoluzione e di Voltaire, padre dell’illuminismo. Sono queste due conquiste dell’Occidente, la critica ad ogni dogmatismo e i diritti dell’uomo, il bersaglio che i killer hanno voluto colpire. Non hanno agito a caso, ma eseguendo un preciso comandamento religioso: chi offende il Profeta deve essere punito. Certo, oggi la maggior parte dei musulmani non esige più la vita dell’infedele, ma che il Profeta non sia criticabile né dileggiato in vignette è un dogma. Ripeto, non ogni musulmano è un Corano su due gambe e ancor meno un killer. Solo certi demagoghi di destra diffondono questi cliché. Ma se esistono differenze tra musulmani è anche evidente che non c’è una vera differenza tra l’islam e l’islamismo. È la religione che, sin dalle origini, spinge all’intolleranza. Da qui alla esecuzione fascista a Parigi il passo è breve».

Lei insiste col termine fascista.
«L’odio con cui i terroristi hanno liquidato le vittime, sentendosi autorizzati da al Qaeda o persino da Allah, è uno dei primi elementi che accomuna l’islamismo al fascismo. Noi musulmani per primi siamo chiamati a cogliere la continuità tra islam, islamismo e fascismo. Altrimenti è difficile spiegarsi i successi del cosiddetto Stato islamico. Il Califfato è la sintesi perfetta tra boss della criminalità organizzata al vertice e giovani che s’immolano per la teocrazia. Lo Stato Islamico è il gruppo che porta alle estreme conseguenze la malattia originaria dell’islam».

Quale malattia?
«Quel che attira i giovani musulmani, europei e no, nelle file dell’Is è la sacralizzazione della violenza. Solo se sei pronto a credere che tagliando la testa all’ infedele stai obbedendo a un ordine divino puoi giubilare su Internet, “Allah Akbar”. Per quei killer le dosi di violenza sono la droga con cui liberarsi dal peso della civiltà e riportare l’orologio della storia al VII secolo, ai tempi di Maometto. La furia con cui i terroristi liquidano le minoranze religiose, schiavizzano donne e bambini, è uno dei lati più razzisti e fascisti del Califfato».

Nel suo libro ricostruisce i paralleli tra i fascismi degli anni Venti e i primi movimenti islamisti come i Fratelli musulmani.
«La prima guerra mondiale portò al crollo degli imperi austro-ungarico e ottomano. Al tramonto degli imperi non seguì solo, in Europa, la nascita dei fascismi, ma anche dei fondamentalismi nei territori dell’ex-impero ottomano. I due radicalismi, fascismo e islamismo, hanno sempre fatto leva su una matrice emotiva. Hanno adescato le masse insistendo sul sentimento di esser stati trattati male dalla storia. È su questi miti che entrambi i movimenti fondano la pretesa di soggiogare il mondo una volta liquidati i nemici».

Per fascisti e nazisti i primi da liquidare erano comunisti ed ebrei. E per gli islamisti?
«I nemici dichiarati sono tre: gli Usa, i valori dell’occidente e Israele».

Su cosa basa la tesi per cui “sin dalle origini nell’Islam vi sono elementi fascistoidi”?
«Sui 14 elementi che, secondo Umberto Eco, caratterizzano l’Ur-fascismo o fascismo eterno. Molti di questi - dal culto del profeta all’idea che la verità sia una e assoluta - li ritroviamo agli albori dell’islam. Con altri tratti fascistoidi come la glorificazione della violenza o la visione manichea del mondo. Comune è anche la percezione della lotta: fascisti e islamisti non lottano per vivere, ma vivono per lottare e nulla li accomuna più dell’estetica della morte. Trasformandosi in martire l’islamista è in una situazione win-win: se muore si avvicina a Dio e riceve in paradiso 72 vergini».

Procedendo con la similitudine, anche il fascismo è una teologia politica?
«Che il fascismo, dal culto del Dux al rifiuto dell’illuminismo e della modernità, sia un movimento religioso non è una novità. Il primo movimento fascista in Europa, l’Action française, nasce nell’alveo della Chiesa e punta a restaurarne il potere. Non è un caso se Mussolini giunge al potere nel 1922 in un Paese di tradizione cattolica».

Qual era il sogno di Hassan al-Banna quando, nel 1928, fondò i Fratelli musulmani?
«Lo stesso di Mussolini. Del Duce ammirava lo stile. Nel suo saggio “Il Signor Mussolini spiega un principio dell’Islam” scrisse però che il militarismo non è un’invenzione del Duce, ma del Profeta».

Quindi la “guerra santa” è implicita nella vita e versi del Profeta?
«Esattamente. E il programma di al-Banna è rifondare il Califfato riconducendo la comunità islamica alle glorie passate. Un’utopia sposata dallo Stato islamico».

Quel programma vale ancora oggi?
«L’utopia di Mohamed Morsi, ex presidente egiziano, è la stessa dei fondatori del movimento come al-Banna o Sayyed Qutb. Identica la scelta del terrorismo: al-Banna organizzò milizie che indossavano camicie brune, come le “SA”di Hitler».

Nel paragone non teme di relativizzare gli orrori del nazismo?
«Confronto le utopie, operazione necessaria per capire i milioni di morti delle guerre tra sunniti e sciiti o i 42mila attentati degli ultimi 15 anni».

Storicamente, quali furono i rapporti tra Fratelli musulmani e nazismo?
«Il movimento di Al-Banna si fece megafono, insieme a Amin al Husseini, il Muftì di Gerusalemme, della propaganda antisemita. Si arrivò alla formazione di battaglioni islamici nelle Waffen SS, con il teschio sul Fez e la scimitarra islamica sul colletto. Una delle più tristi verità è che “Mein Kampf”di Hitler e “I Protocolli dei savi di Sion” (il falso di propaganda antisemita, ndr) sono stati dei best-seller nel mondo arabo».

Ha senso confrontare la cultura islamica con un’ideologia del Novecento?
«Capisco i dubbi. Ma l’idea del Jihad è del Profeta. È stato Maometto a guidare guerre di conquiste proclamando la missione dell’islam. Oggi i combattenti dello Stato islamico si richiamano ad Abu Bakr, il primo Califfo che dopo la morte di Maometto riunì l’islam conducendo le più spietate guerre contro gli apostati».

Per lo scrittore franco-tunisino Abdelwahab Meddeb il Profeta è “un Napoleone arabo”...
«Bella immagine. Peccato che dopo i trionfi delle origini il mondo islamico si sia chiuso per secoli nel “veleno del risentimento”, per dirla con Nietzsche».

La terapia d’urto di Nietzsche era l’affermazione “Dio è morto“. Può servire?
«A Nietzsche aggiungerei la cura kantiana del “Sapere aude”, del coraggio di servirsi della ragione per curare la piaga dell’islamismo. Se sei musulmano serve a poco distanziarsi dal Califfo se poi non critichi il nucleo dell’islamismo. Che è il Corano letto non come un testo, ma come verità assoluta. Le norme della Sharia valide per tutti gli uomini, tempi e Paesi. I 23 anni di carriera politica del Profeta visti come utopia. Se non riusciamo a illuminare con la ragione questi nuclei, l’islam continuerà a generare islamismi e killer fascistoidi».

Per lo storico Dan Diner alla società islamica è mancato Dante Alighieri, un poeta che scriva una “Comedia“ in volgare...
«Ha ragione. Ho sempre creduto che per noi arabi sia un vanto leggere in originale testi di 15 secoli fa. Ma la lingua congelata è il nostro vero ritardo. E chi controlla il Corano controlla, con la lingua, la mente della gente».

Questo spiegherebbe perché anche le primavere arabe sono fallite.
«La primavera non è fiorita perché la gente è rinchiusa in una cipolla autoritaria. La prima pelle è quella dei Mubarak, Assad, dei Boss di clan dinastici. Abbatti loro, ecco spuntare i generali. Ma il cuore è il Corano, e a questo nessuno osa avvicinarsi».

Non teme di essere ucciso da killer islamici?
«Se avessi paura non avrei scritto il mio libro. Non voglio diventare un martire, ma vivere in una società libera e non in una mafiosa. Islamismo è mafia e la mia, come quella di Roberto Saviano, è una battaglia contro le cosche mafiose islamiste».
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » ven ago 12, 2016 7:22 am

Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa
viewtopic.php?f=188&t=2374

Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa - L'Islam è il culto idolatra, politico religioso, dell'orrore e del terrore, il culto di morte dell'idolo Allah e del suo profeta e primo terrorista assassino islamico, modello per tutti i mussulmani, da sempre, per sempre e ovunque.
Chiediamo al Papa cattolico romano, quanti cristiani, europei, occidentali ed altri innocenti del mondo, dovranno ancora morire prima che il suo "D-o o idolo cristiano del perdono, della fraternità e dell'amore universale" sia sazio, del sangue delle vittime, del martirio dei cristiani, degli innocenti di tutto il mondo, di ogni colore e di ogni credo religioso, e si scagli contro questo credo idolatra di morte che è l'Islam.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8073159753


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lIslam.jpg



Cari amici, i terroristi islamici dell'Isis hanno sferrato un nuovo atto di guerra in Francia.

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 0840965170

È di 80 morti il bilancio provvisorio di un attentato a Nizza con un camion che si è scagliato contro la folla assiepata sul lungomare nel giorno della Festa Nazionale del 14 luglio. Il camion è piombato a 80 km orari sulla folla, sterzava di continuo per colpire più persone possibile come fossero dei birilli.

I sostenitori dell’Isis «stanno celebrando il massacro di Nizza», riporta Site, il sito di monitoraggio delle attività dei terroristi islamici. Notando le luci della torre Eiffel spente in segno di lutto - scrive ancora il Site - un sostenitore dell’Isis ha chiesto che rimanga al buio fino alla conquista della Francia da parte dell’Isis.

"Siamo in guerra", aveva detto il Presidente francese Hollande la sera del 13 novembre 2015 quando Parigi fu insanguinata da atroci stragi terroristiche islamiche. Ebbene in guerra si deve combattere per vincere. E in questa guerra il nemico è dentro casa nostra e si chiama islam. O combattiamo e ci liberiamo dall'islam, o saremo sconfitti e sottomessi all'islam.



Strage a Nizza, Hollande: "La Francia sarà più forte dei fanatici"
15 luglio 2016
http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2016/07/1 ... rismo.html

"La Francia è afflitta, inorridita da questa tragedia, questa mostruosità" ma "la Francia è forte e sarà sempre più forte dei fanatici che oggi vogliono colpirla". Con queste parole il presidente francese Francois Hollande ha commentato la strage di Nizza (il liveblog - le foto) in un messaggio alla nazione dopo un vertice con il premier Manuel Valls. Un attacco, "di cui non si può negare il carattere terroristico" ha specificato Hollande, aggiungendo che "lo stato di emergenza che doveva terminare il 26 luglio sarà prolungato di tre mesi". "Siamo stati colpiti il 14 luglio, giorno di Festa Nazionale e simbolo della libertà, perché i fondamentalisti negano i diritti fondamentali" ha poi aggiunto, annunciando che "rafforzeremo le operazioni" contro i terroristi dell'Isis "in Siria e in Iraq e contro chi ci attacca nel nostro territorio", aggiungendo: "Nulla ci farà cedere nella nostra volontà di lottare contro il terrorismo".

Hollande: "Tutta la Francia è minacciata" - Il camion che si è scagliato contro la folla a Nizza, uccidendo 80 persone, "aveva l'intenzione di uccidere, schiacciare e massacrare" ha detto il presidente francese, denunciando la "violenza assoluta" della strage. Il presidente francese ha spiegato inoltre che tra le vittime ci sarebbero anche molti bambini. "Dobbiamo fare di tutto per lottare contro questo flagello", ha continuato il presidente, visibilmente commosso. Il capo dello Stato ha quindi rivolto un messaggio di "solidarietà alle vittime e alle loro famiglie". Dopo gli attentati parigini del gennaio 2015 e del 13 novembre scorso ora viene "colpita Nizza. Tutta la Francia è sotto la minaccia del terrorismo islamico. In queste circostanze serve vigilanza assoluta e una determinazione senza fine", ha concluso.

Cazneuve: "Siamo in guerra" - Il ministro dell'Interno Cazneuve, che ha raggiunto nella notte Nizza, ha detto che "serve massima vigilanza perché siamo in una guerra con dei terroristi che vogliono colpirci ad ogni costo e in modo estremamente violento". Cazneuve ha poi dato il bilancio della strage: "80 persone sono morte, 18 sono in stato d'urgenza assoluta".
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » ven ago 12, 2016 7:24 am

El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam
viewtopic.php?f=188&t=2378


Il Papa bugiardo e l'infernale alleanza con l'Islam
viewtopic.php?f=188&t=2378
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » ven ago 12, 2016 7:30 am

Marocchino denuncia il fratello estremista e dalla comunità arrivano minacce di morte
Fouad lavora come operaio in un’azienda in provincia di Padova
28/07/2016
andrea de polo
Franco Giubilei

http://www.lastampa.it/2016/07/28/ester ... agina.html

Fouad e Adil Bamaarouf. Due fratelli marocchini, entrambi di Monselice (Padova). Fouad, 43 anni, operaio in un’azienda della zona, nessun conto aperto con la giustizia, ha denunciato Adil, 37 anni, che dopo aver perso il lavoro ha iniziato a inneggiare all’Isis, ha giurato «Farò esplodere Roma» ed è stato espulso dall’Italia con un provvedimento firmato dal ministro Alfano in persona. Eppure, oggi, il condannato (a morte) tra i due è Fouad, quello «pulito». Tradito due volte. Da una fetta della comunità islamica locale, che gliel’ha giurata: «Hai venduto un nostro fratello, la pagherai». E anche dall’Italia, perché da quando la sua storia è diventata di pubblico dominio nessuno vuole più affittargli casa. Paura di ritorsioni, poca voglia di immischiarsi. Il contratto di affitto di Fouad scadrà il 6 novembre e non sarà rinnovato. Ieri, con la «regia» del segretario provinciale leghista Andrea Ostellari che ne ha sposato la causa, il marocchino ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Aiutatemi. Non ho fatto niente di male».

Un aiuto, per così dire, gliel’avevano offerto alcuni suoi connazionali. Dopo aver denunciato il fratello ai carabinieri, un anno fa, a casa Bamaarouf si è presentato un sedicente emissario della comunità islamica. «Mi ha chiesto se era vera la storia della denuncia» racconta Fouad «mi ha messo paura, e all’inizio ho negato tutto. Allora mi hanno offerto soldi e aiuto per la casa, ma solo se avessi pubblicato un video in cui scagionavo mio fratello. Sarebbe stato troppo, e ho rifiutato. Ho risposto che non mi serviva niente. Da quel momento nessuno mi parla più, e ricevo minacce anonime sul cellulare. Pazienza, in moschea non ci andavo nemmeno prima, ho visto troppe teste calde».

A riprova che i sospetti di Fouad erano fondati, Adil fu espulso lo scorso 29 dicembre dopo essere stato seguito per diverse settimane. Biglietto di sola andata per il Marocco, ma oggi potrebbe essere ovunque, anche in Siria. «Con me non parla più, perché dice che l’ho venduto» spiega ancora Fouad. «Era venuto a stare da me dopo aver perso il lavoro. Aveva in piedi una causa col titolare, e da allora ha iniziato a prendersela con gli italiani. Odiava il mondo. Si svegliava alle 11 perché di notte guardava i filmati di propaganda dell’Isis in rete. Quando ha iniziato a parlare di minacce concrete l’ho denunciato». Ora Adil è lontano, quello che preoccupa è l’affitto che scade: «Entro nelle agenzie, mi trovano l’appartamento, poi controllano il mio nome in internet e mi richiamano. Il proprietario non è più disponibile, rispondono. Hanno paura. Loro. Io no, perché ho fatto una cosa giusta. Per mio fratello, per l’Italia, per tutti».

Immagine
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » lun set 05, 2016 7:17 pm

“Solo una dittatura salverà la Francia con venti milioni di musulmani”
2016/09/05

http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/09/0 ... e_c106.htm


Il nuovo caso Zemmour, profeta del disastro annunciato. “Un quinquennat pour rien” uscirà l’8 settembre ma svetta già nelle classifiche. Trascinato in tribunale, minacciato, censurato. Eppure, non si parla che di questo intellettuale di origini ebraiche che da dieci anni impone i termini del dibattito sul destino della Francia

Roma. “Le Suicide Français” ha venduto oltre mezzo milione di copie. “Un quinquennat pour rien” (éditions Albin Michel) di Éric Zemmour uscirà soltanto l’8 settembre, ma svetta già nelle classifiche francesi al fianco di Harry Potter. Le organizzazioni islamiche lo hanno trascinato in tribunale, i salafiti lo hanno minacciato di morte e costretto a girare con la scorta, i benpensanti gli hanno tolto una rubrica radiofonica, i ministri socialisti hanno sconsigliato di leggere i suoi libri in quanto sarebbe un “cripto lepenista”, i belgi lo odiano per aver suggerito alla Francia di bombardare Molenbeek anziché Raqqa, le femministe non gli perdonano di aver pubblicato un pamphlet dal titolo “Le premier sexe”. Eppure, non si parla che di Zemmour, questo intellettuale di origini ebraiche che da dieci anni impone i termini del dibattito sul destino della Francia. I cinque anni che passa in esame nel suo nuovo libro sono quelli della presidenza socialista Hollande. “Gli attacchi contro Charlie Hebdo, l’Hypercacher di Porte de Vincennes e la strage al Bataclan annunciano l’inizio di una guerra civile francese, o anche europea, e la grande sfida dell’islam alla civiltà europea nel proprio paese di elezione”, scrive il saggista più controverso di Francia. “Questo ritorno del tragico contrasto con la mitezza presidenziale confinante con il vuoto. Come se la storia avesse aspettato, ironicamente, l’arrivo all’Eliseo del presidente più mediocre della Quinta Repubblica per fare il suo ritorno”.

Zemmour immagina l’impensabile: “Se domani ci fossero venti, trenta milioni di musulmani francesi decisi a velare le donne e a imporre le leggi della sharia, riusciremmo a mantenere gli standard minimi di laicità solo con la dittatura. Questo è stato capito da Atatürk e Bourguiba”.

Zemmour attacca il “senso di colpa” e il “pacifismo” dominanti in Francia con la loro “influenza devirilizzante e distruttiva”. Gli attacchi terroristici, scrive, potrebbero aver influenzato definitivamente il programma di islamizzazione della Francia stabilito nel corso dei prossimi venti anni. Se la prende con i Fratelli Musulmani: “Stanno lavorando sin dai primi anni Ottanta con la costruzione di moschee, acquisizioni immobiliari, costruzione di scuole”. Poi ci sono i sostenitori della violenza: “I jihadisti non attaccano la Francia, come dicono i nostri cosiddetti esperti, per montare la popolazione contro l’altro e isolare i musulmani dal resto dei francesi (questo già avviene in una percentuale molto elevata), ma, al contrario, perché pensano di essere abbastanza forti e considerano la Francia troppo debole e incapace di confrontarsi con loro”.

Zemmour “giustizia”, come scriveva ieri le Point, la presidenza Hollande: “L’unica legge che hanno pensato che fosse degna di un ‘cambio di civiltà’ era il matrimonio tra persone dello stesso sesso”. Parla di una sinistra per la quale “la Francia è limitata al quartiere Marais, che ritiene che il carcere sia il problema e il colpevole una vittima, che il francese nativo debba adattarsi alla cultura dell’ultimo arrivato”. L’autore di “Suicide Français” invoca quindi una “emergenza morale”, perché “solo una rivoluzione culturale può permetterci di vincere la guerra di civiltà che si svolge sul nostro territorio”.

“Megafono delle ansie collettive”, come il Figaro lo definisce nell’anticipare il suo nuovo libro, “profeta del disastro annunciato” per le Point, in conclusione al nuovo libro Zemmour scrive che “la sinistra non ha esitato a definire lo stato di emergenza per la lotta contro i jihadisti che hanno bussato alla nostra porta. Abbiamo anche bisogno di dichiarare un’emergenza culturale per fermare, se c’è ancora tempo, l’invasione e la colonizzazione della nostra terra”. Una maledetta Cassandra sulfurea.
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » gio set 08, 2016 9:39 pm

"Tutti i terroristi sono musulmani"
Il vescovo ungherese Márfi: "Avere buon cuore non significa non potersi difendere"
Il prelato: "L'immigrazione illegale deve essere fermata in ogni modo. Contro l'integralismo islamico non serve l'odio, ma è necessaria un'attenzione speciale"
7 Settembre 2016

http://www.ilpopulista.it/news/7-Settem ... ndere.html

Gyula Márfi, vescovo di Veszprém: "I musulmani vogliono conquistare l'Europa"
L'arcivescovo di Veszprém: "L'invasione avviene secondo un disegno preciso, ciò che sta avvenendo non è casuale"

Gyula Márfi, vescovo della città ungherese di Veszprém, è noto per le sue posizioni contrarie all'invasione dei clandestini, in particolar modo quelli di fede musulmana. Il portale magiaro vehir.hu lo ha intervistato in merito all'omicidio di padre Jacques, il prete francese ucciso a Rouen, e più in generale sul terrorismo. Di seguito la traduzione della sua intervista.

- Un jihadista ha assassinato un prete cattolico in Francia. Lei, come uomo di Chiesa, cosa ne pensa di questo atto, come è riuscito a viverlo nel suo animo?
- Il caso non mi ha sorpreso particolarmente, perché non era una novità. Oggi ammazzano un prete, domani un bambino innocente, dopodomani invece 84 persone in un unico luogo; non riesco a fare una grande differenza tra questi atti, sono tutti omicidi per odio, per vendetta. Naturalmente nel caso del prete poteva avere un ruolo il fatto che rappresentava un'altra fede rispetto a quella dell'assassino.

- Negli ultimi tempi sono diventate particolarmente numerose queste violente aggressioni per odio e per vendetta. Secondo Lei quale può esserne la causa?
- È vero che non tutti i musulmani ed immigrati sono terroristi, ma c'è da considerare che quasi tutti i terroristi sono musulmani e immigrati. È evidente che c'è un legame tra le due cose. C'è un mondo che è opposto alla nostra cultura cristiana, che non la sopporta. Non mi consola per niente il fatto che gli autori degli atti violenti vivessero in gran parte già da tempo in Europa, o ci fossero tornati dagli stati islamici nei quali avevano vissuto, perché anche questo dimostra che non sono in grado di integrarsi.

Mi lasci raccontare una storia. Il generale francese De Gaulle diede l'indipendenza all'Algeria nel 1962 ma gli venne chiesto di concedere a tutti gli algerini la cittadinanza francese. Lui rispose così: "È una cosa positiva che esistano francesi gialli, neri o marroni. Questo dimostra che la Francia è aperta nei confronti di tutte le specie e ha un approccio universale. Ma questo è possibile solo ad una condizione: che loro rappresentino una piccola percentuale della popolazione. Non venite a raccontarmi delle fiabe per bambini. I musulmani? È evidente che loro non sono francesi! Coloro che propagandano l'integrazione, hanno il cervello di un colibrì anche se si credono grandi scienziati. Provate ad integrare l'olio con l'aceto, versateli in una bottiglia, scuotetela bene e vedrete che dopo un po' di tempo si separeranno".

Loro non ci riterranno mai pari a loro perché ai loro occhi noi siamo infedeli, kafir. Appena saranno in maggioranza e potranno prendere il potere, lo applicheranno contro di noi. Chiedetelo a quelli che non sono musulmani e vivono in paesi musulmani, non ai politici e ai turisti che vengono accolti con gentilezza. Già ora si può notare che quando sono in gruppo, sono più cattivi e pericolosi.

- Gli atti terroristici più recenti sono quindi i segnali di questa non accettazione?
- È ovvio che in qualche modo le cose sono correlate. Il sistema islamico è anche un sistema totalitario, proprio come il nazismo o il comunismo. Il nazismo si ritiene superiore basandosi sulla razza, il comunismo basandosi sulla classe, mentre l'islamismo si basa sulla religione. Dobbiamo prenderne atto, dobbiamo rapportarci ai musulmani in questo modo, conservando il nostro buon cuore ma ciò non significa non potersi difendere.

- Papa Francesco ha commentato l'omicidio del prete francese dicendo che non bisogna mettere il segno dell'uguaglianza tra l'islam ed il terrorismo perché anche i cattolici commettono ogni giorno degli atti violenti.
- Ma loro non li commettono basandosi sulla religione, non aggrediscono l'altro perché non è cattolico. Chi fa questo, lo fa proprio perché non è un vero cattolico. Non bisogna mettere il segno dell'uguaglianza tra omicidio e omicidio, tra violenza e violenza. Come neanche tra un musulmano sudamericano e un musulmano europeo. In America i musulmani frequentano le chiese e ci pregano, in Europa non è così. È vero, come ho potuto constatare con piacere, che anche dei musulmani hanno partecipato alla messa in ricordo del prete cattolico ucciso, ma questa può essere una finzione. Non dico che tra i musulmani nessuno abbia pianto onestamente padre Hamel, ma dobbiamo sapere che la maggior parte dei musulmani - a cominciare da quelli turchi - è interessata alla conquista pacifica e poi al successivo asservimento dell'Europa, e da questo punto di vista l'azione terroristica è un atto controproducente.

- Ha menzionato la necessità di difendersi: secondo molti in pratica siamo già in guerra. Lei è d'accordo?
- Possiamo dire che c'è una guerra in corso. Sappiamo che anche prima c'era una guerra, poi nel 732 siamo riusciti a fermarli a Poitiers, e più tardi nel 1686 anche Buda si è liberata dalla conquista turca. Ma nel frattempo la cultura cristiana, gli indigeni cristiani, si sono estinti. Ora non riescono ad occupare l'Europa con le armi, ma secondo il mio parere anche dietro questa invasione c'è il medesimo scopo. Gerhard Bellinger nella sua Grande enciclopedia delle religioni pubblicata nel 1986 scriveva che secondo il diritto statale islamico il mondo si divide in due parti: al Dar al-Islam, cioè il territorio islamico e al Dar al-Harb, cioè i paesi ancora non sotto il potere musulmano. Questi ultimi sono indicati come luoghi di guerra e l'obbligo della guerra santa, che riguarda l'intera comunità musulmana, sussiste finché tutto il mondo non sarà sottomesso all'Islam. Chi muore in questa guerra è un martire e va in Paradiso.

- Secondo Lei cosa si potrebbe fare per gestire questa situazione in Europa?
- Non possiedo la pietra filosofale, ma l'immigrazione illegale va fermata in ogni modo; solo così si potrebbe diminuire il numero delle azioni terroristiche. Ribadisco che io non ce l'ho con i musulmani e riconosco che quando uno si trova in difficoltà, indipendentemente dalla sua religione, va aiutato, ma non possiamo far entrare tutti senza documenti. Purtroppo mi pare che il mondo islamico si stia radicalizzando: in passato i membri delle più prestigiose famiglie egiziane andavano a studiare in Francia e decantavano odi su Parigi e sulla cultura francese, le donne abbandonavano il chador, mentre ora succede il contrario. Naturalmente non bisogna generalizzare, ma contro l'integralismo islamico serve un'attenzione speciale, pur senza odio. Siate gentili come le colombe e prudenti come i serpenti. È infine necessario considerare la responsabilità delle società benestanti nei confronti delle popolazioni che vivono in miseria: bisognerebbe aiutarli più efficacemente nei loro Paesi, affinché possano vivere serenamente là.

(Si ringrazia Andras Kovacs per la collaborazione)
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Re: Ouropa e mafia criminal terorestega rełijoxa xlamega

Messaggioda Berto » ven set 09, 2016 2:29 pm

A Tolone aggredite due donne
Le signore sono state prese a male parole mentre stavano facendo una passeggiata insieme ai figli e ai mariti. Questi ultimi sono intervenuti per difenderle e sono stati picchiati dalla banda di integralisti. A giugno un altro episodio di intolleranza
di Stefano Montefiori
Milano, 8 settembre 2016 - 21:38

http://www.corriere.it/esteri/16_settem ... 0eb4.shtml

Domenica pomeriggio due coppie con bambini e un amico passeggiano in bicicletta e pattini sulla pista ciclabile di Tolone. Arrivano all’altezza del «quartiere dei garofani», nella periferia est della città. Le donne indossano dei pantaloncini corti. Due ragazzi si avvicinano e le insultano, gridano «sgualdrina», «mettiti nuda già che ci sei». I mariti e l’amico si fermano e rispondono ai due ragazzi.

«A quel punto sono intervenuti una decina di loro compagni — racconta il procuratore di Tolone, Bernard Marchal —, che hanno fatto cadere a terra le donne e colpito con estrema violenza i tre uomini, sotto gli occhi dei figli. Quel che ha scatenato l’aggressione era l’abbigliamento delle signore, che non aveva niente di straordinario. Si è trattato di una provocazione a carattere sessuale per indurre una reazione negli uomini presenti».

I mariti sono stati colpiti a calci e pugni sul volto. Uno, 33 anni, è stato ricoverato in ospedale con una prognosi di 30 giorni, l’altro ha avuto il naso fratturato. I due figli di 14 anni e un altro di 10, che hanno assistito alla scena, sono seguiti dagli psicologi. Le donne hanno immediatamente presentato denuncia e grazie alle videocamere di sorveglianza sono state arrestate due persone, che hanno 17 e 19 anni. La polizia sta cercando gli altri, tutti di età intorno ai vent’anni.

Si tratta del secondo episodio di violenza in pochi mesi che a Tolone colpisce donne aggredite per un abbigliamento giudicato poco casto. A giugno era toccato a una studentessa di liceo di 18 anni, Maud Vallet, che è stata attaccata da una banda di ragazze in un autobus perché, anche lei, portava degli short, dei pantaloncini corti. «Mi insultavano, mi sputavano addosso. Ho chiesto loro perché io non potevo portare degli short quando a Tolone un sacco di uomini vanno in giro a torso nudo, e loro mi hanno risposto “perché tu sei una donna, devi avere rispetto per te stessa, brutta scema"». Maud aveva poi organizzato una marcia «Tutte in short» alla quale hanno partecipato un centinaio di ragazze il 25 giugno.

I fatti di Tolone hanno provocato molte reazioni in Francia, soprattutto a destra. L’inchiesta è ancora in corso, ma secondo alcuni è evidente il legame con le nuove tensioni sull’abbigliamento delle donne e i divieti contro il burkini sulle spiagge. Lydia Guirous dei Républicains (il partito di Sarkozy) parla di «triste avvenire per le donne francesi se non fermiamo la polizia islamista», mentre per Marion Maréchal-Le Pen (Front National) «a Tolone c’è già la sharia: portare degli short vi può mandare all’ospedale». Claude Askolovitch, autore di un fortunato saggio in difesa dei musulmani, dice che «i poliziotti mandati sulle spiagge a cercare le ragazze in burkini sarebbero più utili in città per fermare i teppisti che attaccano le donne in short».



Libero short in libera Europa
A Tolone, in Francia, due donne vengono insultate da un gruppo di musulmani perché indossano dei pantaloncini corti, e i loro compagni picchiati a sangue. Urge risveglio dell'Occidente per difendere la nostra libertà di vestirci come ci pare
di Laura Zambelli Del Rocino

http://www.lintraprendente.it/2016/09/l ... era-europa

La capacità umana di assuefarsi al peggio fa il paio con la scalata sugli specchi nel tentativo di giustificare certi crimini con motivazioni assurde. A Tolone (Francia, Europa, Occidente) due ragazze vanno in passeggiata coi rispettivi compagni e figli. Siamo in estate e le donne indossano un paio di short. Abbigliamento riprovevole in alcuni Paesi oscurantisti, ma a quanto pare per qualcuno lo è anche da noi, tanto che un gruppo di giovanotti musulmani, tutti intorno ai 20 anni, prende a male parole le ree di scandalo pubblico e di offesa verso il proprio onore. I rispettivi compagni, nel tentativo di difendere le donne, vengono picchiati a sangue e finiscono all’ospedale, uno di loro con prognosi di 30 giorni, il tutto sotto gli occhi dei bimbi ora in cura dagli psicologi.

Un po’ di botte da veder le stelle e nulla di nuovo sotto il sole dell’islamizzazione europea e il tramonto delle libertà occidentali. E non stiamo parlando di parità salariale, quote rosa, autodeterminazione e interessanti faccende simili, ma di un elementare diritto che dal dopoguerra, dal Sessantotto e dai Settanta di Twiggy in poi, vede le donne libere nella scelta dell’abbigliamento, minigonne, short, top e bikini compresi. Quello che non finisce di stupire è l’approccio alla questione dei difensori delle culture altrui e specialmente del genere più colpito, le femministe, confuse e in bilico tra la difesa dei propri diritti e un antirazzismo miope e ideologico.

La conferma arriva dal “Corrierone della Sera”, al tramonto di pensiero pure lui se concede mezza pagina di intervista alla femminista francese Caroline Fourest, che dà una lettura degli eventi degli ultimi tempi in chiave davvero spiazzante: “Il punto comune tra i fatti di Colonia, le aggressioni per strada o l’ascesa di un radicalismo più strutturato e religioso, è il ritorno del machismo, nella sua forma più violenta e volgare”.

Cari uomini, prendete nota. Vostra fu la colpa per le oppressioni del passato e ancora vostra lo è per essere il neo fondamento del neo Medioevo islamico e integralista. Che le aggressioni siano compiute da uomini islamici e non da maschi occidentali, in nome di una decenza imposta dalla religione, cosa c’entrerebbe col machismo?

Piove sulle libertà conquistate? Maschio ladro. La naturale tendenza delle femministe a identificare nel maschio la causa di tutti i mali non risparmia nemmeno la condanna di atroci oscurantismi religiosi e culturali nemici delle donne stesse. Anzi, la stessa Fourest si era schierata a favore della decisione del Consiglio di Stato francese contrario al divieto del burkini in spiaggia, pur ammettendo la barbarie dell’indumento: “le femministe confondono rispetto del diritto e abbandono della lotta femminista”, continua la Fourest. Ed è qui il paradosso: la “libertà” di indossare un burkini non coincide con un diritto da rispettare ma con lo sdoganamento di un neo simbolo dell’oppressione femminile.

Non esiste lotta o rivoluzione se non è contraria a norme esistenti considerate lesive dei diritti che si intendono tutelare. Non esistono leggi “da rispettare” nelle battaglie contro le ingiustizie sociali. Se il femminismo si arena sulla sabbia mobile di norme lesive della dignità delle donne, con l’aggravante del rispetto di usanze retrograde solo perché coincidono con le trazioni e le “culture” altrui, allora il femminismo non solo è morto ma è anche pericoloso e dannoso per l’educazione sociale che le pasionarie del women power intendono supportare, loro che si sentono depositarie dell’etica del genere femminile.

“La maggior parte delle femministe sono anche militanti anti razziste e anch’io lo sono”, l’ulteriore conferma che ancora una volta il nemico è l’Occidente “razzista”, quello che nella fattispecie fomenta l’odio degli immigrati grazie ai divieti di usanze lesive delle nostre libertà.

Intanto le neo femministe si buttano nella neocastità, il neo che per combinazione coincide con la morale islamica: la donna coperta e casta (salvo poi violentarla tra le pareti domestiche, faccenda purtroppo tollerata perché un’islamica sottomessa è capace di dichiararsi consenziente a morte).

Una combinazione, per carità, ma il fatto è che così facendo si spiana la strada a ciò che i musulmani ambiscono: “con le vostre leggi vi conquisteremo, con le nostre vi domineremo“.

Siamo al punto che indossare gli short è diventato un atto di coraggio in Francia; altro che divorzio, aborto e l’utero è mio e lo gestisco io, già tanto se in futuro gestiremo lo spazio nell’armadio Ikea per un corredo di burqa per tutte le occasioni. Funerale del femminismo compreso.



La Francia della "sharia" che vuole l'islam per tutti
Nei ghetti dove l'integralismo è legge, il velo è il simbolo di uno stile di vita da imporre pure ai non musulmani
Gian Micalessin - Sab, 10/09/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 05046.html

Domenica la guerra ai costumi degli «infedeli» ha colpito due donne in calzoncini «troppo» corti insultate al grido di «sgualdrine» da un gruppo di ragazzotti islamici che, non paghi, hanno preso a pugni i loro mariti e un amico.

A giugno era toccato a Maud Vallet, una studentessa 18enne aggredita da una banda di coetanee musulmane perché, colpevole, pure lei, d'indossare un paio di pantaloncini «esageratamente» succinti. I due episodi registrati nella città francese di Tolone dovrebbero far riflettere chi è convinto che i divieti su burqa, niqab e burkini ledano la sfera delle libertà personali e abbiano poco a che vedere con la nostra sicurezza.

Per capire cosa leghi le violenze di Tolone a burqa, niqab e burkini basta rileggersi il rapporto «Banlieue de la République» (Periferia della Repubblica) realizzato in Francia nel 2011 dallo studioso di questioni islamiche Gilles Keppel per conto dell' «Institute Montaigne». Lo studio esaminava - già allora - la trasformazione di numerose periferie francesi in «società islamiche separate» dove la «sharia» aveva soppiantato le leggi vigenti. Secondo il rapporto gli abitanti dei ghetti dominati dall'Islam radicale rifiutavano «in toto» i valori della Repubblica sostituendoli con quelli della regione musulmana. In quelle aree fuori controllo burqa e nijab sono oggi, come 5 anni fa, la norma per molte donne islamiche. Ma nel limbo giuridico di quartieri dove la polizia è stata messa al bando rientra anche il tentativo, manifestatosi a Tolone, d'estendere ai «non musulmani» le regole dell'islam radicale. In questo progetto di progressiva espansione delle regole dell'islam radicale e di marginalizzazione dello stato di diritto rientra la diffusione di burqa e nijab nelle città e del burkini sulle spiagge. Il loro ostentato utilizzo non è una manifestazione di libertà da parte delle donne islamiche, ma un esplicito progetto di conquista del territorio e d'imposizione di leggi e costumi separati. Un tentativo all'interno del quale le donne sono ridotte a semplici strumenti. Nelle «banlieue» sottratte all'autorità dello stato burqa e niqab, non previsti - a differenza del velo - da alcun testo islamico, diventano la bandiera e il simbolo di un islam radicale capace di manifestare con la loro diffusione la duplice vittoria sullo stato e su qualsiasi culto musulmano moderato. Ma la loro esibizione serve anche a evidenziare la totale cancellazione del diritto di famiglia europeo e di tutte le garanzie sulla parità uomo-donna. Emblematico il caso di Aubervilliers il quartier a nord di Parigi abitato al 70 per cento da musulmani dove, come raccontava nel 2012 Charlie Hebdo, qualsiasi «infedele» deciso a sposare una musulmana è costretto, nei fatti, a convertirsi all'islam. «Nei matrimoni misti notava l'articolo la legge del Marocco o di altre ex colonie come la Tunisia e l'Algeria o di paesi come l'Egitto prevalgono ormai su quella francese».

E chi è ancora convinto che burkini, burqa e niqab siano espressioni di libertà personali farebbe bene a leggersi il documento d'intelligence, pubblicato nel 2014 da Le Figaro, in cui si esaminava il tentativo d'introdurre la legge islamica nelle scuole delle «banlieue» a maggioranza musulmana. Tra la settantina di «segnali» caratteristici il documento indicava l'imposizione del velo nelle aree sportive, la pressione per l'introduzione di pasti rigorosamente islamici nelle mense e la preghiera clandestina in aule o corridoi. E chi pensa che la Francia sia lontana farebbe bene a riflettere su quanto avvenuto mercoledì scorso a Treviso dove l'imam marocchino Fagrouk Hmidane s'è rifiutato di giurare sulla Costituzione guadagnandosi, invece della cittadinanza italiana, un decreto d'espulsione. Il rifiuto delle leggi del paese ospitante - segnalava già nel 2011 il rapporto sulle «banlieue» - è il primo sintomo della nascita di «zone separate» sottratte all'autorità statale. La successiva esibizione di simboli come burqa e niqab è la bandiera dell'avvenuto consolidamento dell'Islam radicale. Insomma diamo tempo al tempo e più diritti ai fanatici e la Francia diventerà, ben presto, assai vicina.
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