Musulmani "moderà" ! ? e contro i teroristi 'xlameghi ! ?

Re: Musulmani "moderà" ! ? e contro i teroristi 'xlameghi !

Messaggioda Berto » dom nov 22, 2015 10:31 pm

ISLAM E DEMOCRAZIA

http://www.treccani.it/webtv/videos/pe_ ... islam.html

Che cosa distingue l’Islam dalle altre religioni? Cosa lo rende diverso e in qualche modo unico nel panorama mondiale, soprattutto per quanto attiene al rapporto con la politica? Un autorevole studioso inglese, Michael Cook, ha appena pubblicato un libro su questo tema: Ancient Religions, Modern Politics: The Islamic case in comparative perspective, edito da Princeton University Press. Riccardo Chiaberge ne discute con l'islamista Massimo Campanini e con il direttore di Limes Lucio Caracciolo
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Re: Musulmani "moderà" ! ? e contro i teroristi 'xlameghi !

Messaggioda Berto » lun nov 23, 2015 3:31 pm

Il terrore di Parigi nasce nell'islam. Parla l'imam di Nimes
"Dobbiamo dire la verità". Hocine Drouiche, vicepresidente della conferenza degli imam di Francia, spiega al Foglio che non si potranno fare passi avanti nel dialogo e nella convivenza se i musulmani europei non si mettono in testa che l’estremismo è un fenomeno evidente all’interno della loro stessa comunità
di Matteo Matzuzzi | 16 Novembre 2015
http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/11/1 ... e_c302.htm

Roma. “E’ una catastrofe”, dice Hocine Drouiche, imam di Nimes e vicepresidente della conferenza degli imam di Francia. Una catastrofe per Parigi, la Francia, l’Europa e i musulmani che in questo continente hanno piantato radici. Drouiche, che dinanzi al Parlamento europeo la scorsa estate aveva denunciato i silenzi di tante (troppe) autorità musulmane riguardo la persecuzione dei cristiani in Siria e Iraq – “i cristiani d’oriente sono le prime vittime dell’arretramento culturale e civile in seno al mondo musulmano”, aveva detto – qualche mese fa al Foglio aveva parlato di una “deriva settaria” che ormai aveva conquistato l’islam. Ora, con l’immagine ancora impressa negli occhi dei cadaveri sparsi per le strade parigine, uomini e donne trucidati al grido “Allah u akbar”, la situazione si fa quasi disperata: “C’è un problema reale nella comunità musulmana francese ed europea. Si vive nella paura, in stato di shock. Di conseguenza, la sua posizione non è abbastanza chiara. Si pensi che molti musulmani in Europa pensano ancora che lo Stato islamico sia una macchinazione occidentale”, dice l’imam perplesso, quasi rassegnato. “Non si potranno mai fare passi avanti se i musulmani europei non si mettono in testa che l’estremismo è diventato un fenomeno evidente all’interno della loro stessa comunità. Dobbiamo dire la verità”, aggiunge: “Dai musulmani non è arrivato un vero impegno a trovare una soluzione al grande problema della radicalizzazione e dell’odio. Io auspico che gli eventi di Parigi possano svegliare i musulmani in Francia, in Italia e in tutta Europa per salvare la nostra convivenza e il futuro delle nostre società”. Il grande dramma, sostiene l’imam di Nimes, è che ci sono “troppi silenzi delle autorità religiose islamiche” riguardo eventi come quello accaduto venerdì scorso tra lo Stade de France e i locali dell’undicesimo arrondissement: “Questo è il problema più grande. Si sta zitti per paura? Per incapacità di comprendere? Si tace perché si tratta dell’ideologia di un islam troppo politicizzato, carico d’odio e guerriero? Quel che si può dire è che i musulmani francesi ed europei sono smarriti. Non hanno alcun riferimento religioso forte”.

“Nella nostra comunità, dove c’è anche paura degli altri, si parla tanto di tolleranza e perdono ma nello stesso tempo pensiamo che l’islam sia l’unica vera religione di Dio e che gli altri sono miscredenti. Questa idea non fa che aumentare l’arroganza e l’orgoglio nel campo islamico. Ma la modestia e il rispetto degli altri sono due pilastri della moralità nell’islam!”. E quando “noi parliamo di questi valori e tentiamo di iniziare un dialogo con la società francese (con i religiosi, gli ebrei, la polizia e le associazioni) veniamo accusati di essere imam che hanno tradito”. E’ per questo – dice Drouiche (nella foto a sinistra) – “che non potremo mai trovare soluzioni se non avremo l’aiuto e la cooperazione dei musulmani”.

Il fatto poi che molti dei terroristi fossero francesi e non stranieri non fa che aggravare paure e sensazioni di impotenza. Secondo Drouiche, la chiave di tutto è nelle periferie, le sterminate banlieue terra di nessuno dove è possibile vedere donne girare in burqa e negozi che i burqa li vendono. E’ qui che “l’estremismo religioso ha trovato un terreno fertile" dove attecchire e crescere sempre più forte. La responsabilità "è anche dei governi, di destra e sinistra, che da decenni hanno spinto gli stranieri (in maggioranza musulmana) nelle periferie. Qui c’è disoccupazione e anche discriminazione. Aiuterebbe far sentire i musulmani cittadini a pieno titolo”. E’ in questo mondo a parte che vive di regole proprie che spesso gli imam predicano odio e riescono a inculcare nelle menti di tanti giovani idee che li portano, magari, a indossare una cintura esplosiva e farsi saltare in aria, tanto da poter dire – come fece Drouiche con il Foglio in una precedente conversazione – che “l’odio è divenuto l’elemento caratterizzante del discorso islamico, specialmente in Europa, così da poter mobilitare i giovani musulmani contro l’occidente”. Ecco perché, spiega ora il nostro interlocutore, "gli imam devono essere formati e competenti. E' l'unica possibilità a disposizione per combattere non solo l'odio e l'estremismo, ma anche l’antisemitismo. Non è facile, ma non abbiamo scelta. In caso contrario, sarà una catastrofe, perché questa è una malattia transitiva che, come ha toccato oggi la Francia, domani potrà farlo con l’Italia o la Germania”.

Il problema, allora, diventa quello della convivenza, ci si chiede se essa sia ancora possibile. “Comprendo appieno la preoccupazione degli europei riguardo l’avvenire e la possibilità di vivere assieme e, più in generale, la questione della coesistenza sociale. Oggi l’islam è divenuto una sorta di ostaggio nelle mani degli estremisti, che ne hanno dato un’immagine furiosa capace anche di spaventare quei musulmani europei che non riconoscono in ciò l’islam ‘occidentale’. La società europea, i francesi, gli italiani e gli altri, hanno il diritto di essere rassicurati circa i loro valori, la loro storia e la loro cultura. Questi valori europei non sono automaticamente in contraddizione con l’islam, che porta anche la giustizia, la libertà e il rispetto del diverso. Gli stati europei, così come la società civile, devono aiutare i musulmani che vivono nella paura e nell’incomprensione a chiarire le loro posizioni”. Il punto, però, sostiene il vicepresidente degli imam di Francia, è che “i musulmani devono interpretare in modo giusto e positivo il testo religioso, in modo da trovare l’equilibrio sociale e assicurare la possibilità di vivere insieme nella società europea, che è molto tollerante, come dimostra il fatto che ha accolto milioni di musulmani come rifugiati, studenti e immigrati”. Ed è per questo, chiosa Drouiche, “che i musulmani non devono mai dimenticare l’ospitalità e la generosità mostrate da paesi come l’Italia di fronte a ondate di immigrati che sono a maggioranza islamica”. La radice di tutto sta nel fatto che “da secoli i musulmani hanno escluso la ragione e il razionalismo dalla loro vita. C’è una crisi reale della ragione nel pensiero islamico moderno che porta a convivere con difficoltà sia con i valori islamici sia con quelli europei”.
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Re: Musulmani "moderà" ! ? e contro i teroristi 'xlameghi !

Messaggioda Berto » mar dic 01, 2015 12:35 pm

Fino a quando non si ammetterà che la radice del male è l'islam, il terrorismo islamico prevarrà e l'Occidente capitolerà
ANDREA TEDESCO
https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 3494750906


Abd al-Rahman al-Rashed, Asharq al-Awsat, 4 settembre 2004
"La triste verità è che la maggior parte dei terroristi sono musulmani...Non dovremmo forse riflettere su noi stessi, sulle nostre società, sulla nostra cultura? Queste immagini crudeli, orripilanti, che ci umiliano quando le raccogliamo e le mettiamo in fila una dopo l’altra, invece di negarle e giustificarle, dobbiamo innanzitutto ammetterne la veridicità invece di tessere discorsi e scrivere articoli che proclamano la nostra innocenza. Dopo avere ammesso la malattia sarà più facile guarirne. Il primo passo verso la guarigione è l’ammissione. Dopodiché dobbiamo dare la caccia ai nostri figli terroristi perché sono la naturale conseguenza di una cultura deformata..."

Chi in Occidente non dice la verità sull’islam sta forse facendo, suo malgrado, il gioco degli islamici radicali?

Perché non dire la verità sull'islam, e in particolare la verità storica?
Perché non responsabilizzare i musulmani?
Perché non raccontare che cosa è stato fatto in nome dell’islam nell’arco dei suoi 1400 anni di storia ed evidenziare il ruolo chiave giocato dall’islam nelle disgrazie, nei fallimenti, nelle sofferenze anche e anzitutto del mondo islamico?
Perché non sfatare il pericoloso mito diffuso con il contributo di intellettuali occidentali disonesti intellettualmente, secondo cui tutti i problemi dei paesi islamici sarebbero colpa dell’Occidente?

Per evitare forse di urtare la suscettibilità di quei musulmani già impegnati nel genocidio dei cristiani in tutto il mondo, nonostante decenni di rispettosi silenzi sull'islam rotti solo dalle parole di Benedetto XVI a Ratisbona?
E cosa potrebbero costoro attuare di peggio di un genocidio se la verità li offendesse?
Per evitare forse di urtare la suscettibilità dei musulmani moderati e diminuire le probabilità che costoro, offesi dalla verità, possano "fraintendere e corrompere" l'islam aderendo alla causa della versione di islam militante prevalsa nell'arco di 1400 anni?

Eppure i musulmani moderati, spesso coraggiose persone di buona volontà alla ricerca della verità, come ad esempio Magdi Allam prima della conversione, o Salman Rushdie, il presidente egiziano Al-Sisi, sono di solito già a conoscenza della verità sull'islam ed anzi, a rischio della vita, sono i primi a gridarla a gran voce nella speranza di essere ascoltati dagli occidentali.

I musulmani moderati, in particolare quelli impegnati nel tentativo di riformare l’islam, sono, cioè, le prime vittime dei musulmani radicali.
Costoro sperano di vedere riconosciuta pubblicamente la verità sull'islam anche dall'Occidente e dalla comunità internazionale, e che i musulmani radicali siano repressi e sconfitti. Costoro non si offenderebbero se sentissero finalmente proclamare la verità sull'islam anche dai leader religiosi e politici di tutto il mondo, ed anzi si disperano e vedono minati i propri sforzi di riforma dell’islam, quando devono sentire il Presidente Obama e altri leader occidentali affermare che l’Isis non è islamico.

A giudicare dalla scelta attuata da questi coraggiosi musulmani genuinamente moderati, chi in Occidente non dice la verità sull’islam fa in realtà il gioco degli islamici radicali.

Esiste, però, probabilmente anche una categoria di musulmani moderati che non hanno il coraggio di denunciare l'islam radicale e che a maggior ragione si aspettano di vederlo denunciato, isolato, represso e sconfitto da qualcun altro. Costoro, proprio perché sopraffatti dalla comprensibile paura, con ogni probabilità, potrebbero sposare la causa dell'islam radicale se lo percepissero come il cavallo vincente destinato a conquistare il mondo, se non altro per essere risparmiati.
Questo è proprio quanto accaduto in Iraq, dove, all'arrivo dei musulmani dell'Isis, buona parte dei musulmani locali si sono uniti ai ranghi degli invasori tradendo i vicini cristiani e yazidi e partecipando al loro sterminio.

Un'altra possibile categoria di musulmani moderati sono coloro che non conoscono l'islam, perché laici che non frequentano la moschea e non leggono il Corano, proprio come tanti cristiani “moderati” che non frequentano la chiesa e non leggono la Bibbia. Costoro non avrebbero ragioni particolari per offendersi se dovessero scoprire la verità sull'islam, ed anzi potrebbero vedere ampiamente confermata la scelta personale di starne lontano, una volta venuti a conoscenza della cruda realtà.

A parte la categoria dei coraggiosi musulmani che dichiarano pubblicamente la verità sull'islam rischiando la propria incolumità, gli altri moderati sono tutti a rischio di sposare l'islam radicale, se l'islam radicale non venisse esplicitamente condannato, represso, sconfitto, e fossero costretti dalla presenza di islamici radicali e di moschee nel loro quartiere a frequentare la moschea e a leggere ed approfondire la conoscenza del Corano sotto la supervisione di fondamentalisti islamici.
Per quanto poi riguarda tutti quei musulmani moderati, in particolare giovani immigrati di seconda generazione, che potrebbero essere persuasi a sposare la causa del Jihad per fare giustizia, traviati dall'opinione dominante che le potenze occidentali siano responsabili, attraverso la colonizzazione e l'imperialismo, dello sfruttamento e quindi della povertà e delle sofferenze del mondo islamico, nessuno più di loro avrebbe bisogno di sentire la verità sull'islam per comprendere che è proprio l'islam la causa principale dei fallimenti, dei drammi e delle tragedie del mondo islamico.

A questo punto, gli apologeti dell’islam ci ricorderanno che l’Occidente e i cristiani si sono resi responsabili di nefandezze, ma in realtà non ci racconteranno nulla di nuovo. Sono, infatti, anni che nelle università e nelle scuole occidentali non si parla d’altro che degli errori commessi dall’Occidente, dalla Chiesa e dai cristiani. È ormai pratica consolidata utilizzare un approccio etnocentrico allo studio della storia e concentrarsi quindi sulla storia dell’Occidente. Come risultato della presenza di una percentuale elevata di professionisti della critica, perfezionisti, eccessivamente pignoli, ipercritici, pessimisti propensi a sottolineare gli aspetti negativi della propria civiltà, tra i docenti e i giornalisti, cioè i detentori della cultura e responsabili della formazione dell’opinione pubblica, la demonizzazione della civiltà occidentale e delle sue radici giudaico-cristiane è diventata di moda.
L’Occidente e la sua storia, visti attraverso il filtro a maglie finissime dei suoi intellettuali etnocentrici e pessimisti, vengono inevitabilmente percepiti esclusivamente in una luce negativa che enfatizza le tendenze all’imperialismo e al colonialismo.

Se invece venisse eseguita un’analisi più bilanciata e comparata, che tenesse conto anche dei contributi positivi ai progressi dell’umanità, e paragonasse la civiltà occidentale alle altre civiltà da tutti i punti di vista, emergerebbe un quadro molto diverso, in cui la civiltà occidentale si collocherebbe in una posizione di dominio non solo scientifico e tecnologico, ma anche culturale e di promozione della libertà e della dignità umana.
E soprattutto, e con un auspicabile impatto positivo di portata critica per il futuro dell’umanità, l’Occidente e Israele cesserebbero di rappresentare il capro espiatorio d’elezione utilizzato sia dai leader arabi “laici” del mondo islamico (quelli sopravvissuti alle “esplosioni” delle Primavere Arabe…), sia dai musulmani radicali, per deresponsabilizzarsi e giustificare la miseria e il degrado che affliggono i propri paesi. Questa attribuzione di responsabilità all’Occidente, infatti, fornisce combustibile all’incitamento delle popolazioni islamiche all’odio nei confronti degli occidentali o al reclutamento di combattenti al Jihad.

La presa di coscienza delle responsabilità storiche dell’islam è una premessa indispensabile per qualsiasi genuino tentativo di riforma dell’islam in senso moderato o, qualora non fosse possibile, per l’eventuale decisione di affidarlo al cestino della storia, come ha ben compreso un autorevole islamico genuinamente moderato come il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi:
"Mi rivolgo agli studiosi della religione e alle autorità religiose. Dobbiamo rivolgere uno sguardo attento e lucido alla situazione attuale. E' inconcepibile che l'ideologia che noi santifichiamo faccia della nostra intera nazione una fonte di preoccupazione, pericolo, morte e distruzione nel mondo intero. Non mi riferisco alla "religione" bensì alla "ideologia" - il corpo di idee e di testi che abbiamo santificato nel corso di secoli, al punto che rimetterli in discussione diventa difficile. Abbiamo raggiunto il punto in cui questa ideologia è ostile al mondo intero. È concepibile che 1,6 miliardi di musulmani uccidano il resto della popolazione mondiale, per vivere da soli ? E' inconcepibile. Io dico queste cose qui ad Al-Azhar davanti ad autorità religiose e studiosi. Che Allah possa testimoniare nel Giorno del Giudizio della sincerità delle vostre intenzioni, riguardo a quello che vi dico oggi. Non potete vedere le cose con chiarezza quando siete imprigionati in questa ideologia. Dovete uscirne e guardare le cose da fuori, per avvicinarvi a una visione illuminata. Dovete opporvi a questa ideologia con determinazione. Abbiamo bisogno di rivoluzionare la nostra religione... Onorevole Imam (Gran Sceicco di Al-Azhar), voi siete responsabile davanti ad Allah. Il mondo intero aspetta le vostre parole, perché la nazione islamica è lacerata, distrutta, avviata alla rovina. Noi stessi la stiamo conducendo alla rovina". (Abdel Fattah al-Sisi, Università di Al-Azhar, 01/01/2015).

Allora perché non dire la verità sull'islam se ai musulmani moderati potrebbe risultare "estremamente" utile sentirla finalmente proclamare e se i musulmani radicali non potrebbero arrabbiarsi ulteriormente e perpetrare crimini contro l'umanità peggiori di quelli di cui si stanno già rendendo responsabili?
È possibile che la ragione del silenzio abbia qualcosa a che fare con la profonda convinzione che la violenza islamica sia in realtà una responsabilità dell’Occidente, e quindi con l’illusione di aver trovato l’interruttore magico per spegnerla?
La stragrande maggioranza dei leader politici e religiosi ed intellettuali occidentali sembrano accomunati non solo dal fatto di non dire la verità sull'islam, ma anche da quello di sottoscrivere la teoria del “Jihad reattivo”, secondo cui gli Jihadisti avrebbero sì corrotto il presunto messaggio di pace e tolleranza del Corano, ma in qualche modo in risposta alle ingiustizie subite dal Terzo Mondo, come reazione appunto all’imperialismo e all’egoismo occidentali, alla povertà e disperazione conseguenti alla colonizzazione, allo sfruttamento etc.

Per esempio, la scelta del Papa di enfatizzare le armi, il petrolio, i finanziamenti agli Jihadisti, come cause della Jihad globale, se da una parte sottolinea aspetti tutti degni di considerazione per un approccio olistico alla risoluzione del problema, tende anche, però, a creare l'impressione che sia proprio l'Occidente, ricco venditore di armi, assetato di guadagni, di petrolio, il vero e unico responsabile.
La versione "deformata e corrotta" dell’islam incarnata dagli Jihadisti dell’Isis sarebbe, quindi, in realtà una creazione dell'Occidente, o in quanto semplice reazione alle ingiustizie, allo sfruttamento perpetrati dall'Occidente ai danni del Terzo Mondo, o in quanto "pilotata" dall'Occidente, che avrebbe "creato" l'Isis per soddisfare le sue ambizioni egemoniche ed economiche.
La scelta di ignorare i fiumi di sangue versato dall’islam nei suoi 1400 anni di storia, così come l’esaltazione dell’islam in quanto religione di pace e tolleranza contro ogni evidenza, ma anche la profusione di mea culpa e scuse sincere, l’accoglienza generosa, i cospicui sussidi, le concessioni, l’apertura di moschee, avrebbero quindi lo scopo di farsi perdonare tutte le presunte colpe occidentali, spegnendo così la violenza islamica.
Sembrerebbe che la scelta di non dire la verità sull’islam non si prefigga di non urtare la suscettibilità dei musulmani moderati, ma quello di tendere una mano proprio ai musulmani radicali, agli Jihadisti reali o potenziali.

Questo è confermato dagli inviti di rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Italia a comprendere le ragioni dell'Isis, dai negoziati discreti di Obama con i Talebani in Afghanistan, dal rapporto instaurato dalla Casa Bianca con i Fratelli Musulmani in Egitto, dal dialogo del Vaticano con l’Ucoii, che in Italia si rifà all'ideologia della Fratellanza islamica, che ha accusato un ex-musulmano moderato come Magdi Cristiano Allam di islamofobia per tentare di chiudere la bocca a tutti i critici dell'islam, e anzitutto ai musulmani moderati che aspirano a riformarlo.
I nostri leader sarebbero impegnati a tentare di comprendere le ragioni degli Jihadisti e a convincerli a rinunciare alla violenza, tessendo le lodi dell’islam, guardandosi bene dal proferire qualunque parola che possa minimamente mettere in cattiva luce questa presunta religione di pace e tolleranza.

Contro le intenzioni dei promotori del dialogo fondato sulla "negazione" della verità storica, questa posizione promuove, però, la diffusione dell’islam radicale e il reclutamento di Jihadisti tra i musulmani moderati, e persino tra gli "infedeli", per una serie di ragioni.
Essendo fondata sulla demonizzazione dell’Occidente, riduce la nostra autostima, e mina la nostra volontà di difenderci e la nostra determinazione con i sensi di colpa, e contemporaneamente trasmette al mondo islamico la netta impressione di essere deboli e codardi, e quindi incapaci di fronteggiare e sconfiggere l’islam radicale.
La nostra debolezza lascia spazio in Occidente all'islam radicale accreditandolo come interlocutore agli occhi dei veri moderati, che vengono invece marginalizzati.
Questo aumenta prevedibilmente le probabilità che i moderati possano essere indottrinati grazie all’apertura di nuove moschee e alla presenza di islamici radicali accreditati, invece che isolati ed arrestati, nella società. Ciò, inoltre, suggerisce che l’islam radicale rappresenti il cavallo vincente e possa avere la meglio in futuro, spingendo così i musulmani moderati a sposare la causa della Jihad anche solo per salvarsi la vita.
La demonizzazione dell'Occidente associata alla teoria del Jihad reattivo conferma in modo esplicito l'eroismo dei guerrieri islamici, apparentemente impegnati nelle difesa del mondo islamico dai soprusi e dalle ingiustizie, dall'imperialismo dell'avido e malvagio Occidente, favorendo così il reclutamento di Jihadisti tra i musulmani moderati, tra gli immigrati islamici di prima e soprattutto di seconda generazione, e persino tra giovani non-musulmani di estrema sinistra o estrema destra, alla ricerca, come tutti i giovani, di una nobile causa per cui combattere.
Sembrerebbe proprio che chi si illude di aver trovato l’interruttore magico per spegnere il Jihad abbia, a sua insaputa, scoperto quello per accenderlo…
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Re: Musulmani "moderà" ! ? e contro i teroristi 'xlameghi !

Messaggioda Berto » mar dic 08, 2015 8:37 am

???

Sti ki a cogna tendarli parké łi xe contro de naltri e potensialmente teroristi!

Cogna metarli a łe strete e scuminsiar a condanarli xa da deso e se ocor pararli via da la nostra tera.

Bassano, studenti musulmani escono per il minuto di silenzio
La circolare del dirigente scolastico del liceo Brocchi di Bassano non ha convinto tutti i suoi studenti. Un gruppo di ragazzi di fede musulmana avrebbe deciso di uscire dalla classe durante il minuto di silenzio per i morti di Parigi
Redazione 27 novembre 2015

http://www.vicenzatoday.it/cronaca/bass ... enzio.html

Negi scorsi giorni a Bassano, alcuni studenti del Liceo Brocchi avrebbero rifiutato di prendere parte al minuto di silenzio dedicato alle vittime di Parigi. i I minorenni sarebbero tutti di fede musulmana. La notizia è trapelata solo dopo qualche giorno, cogliendo impreparato anche il preside della scuola Gianni Zen.

Era stato lo stesso dirigente scolastico, con una lunga e articolata circolare, ad incoraggiare gli studenti ad eseguire il minuto di raccoglimento. Inoltre, nella circolare veniva chiesto agli studenti di dedicarsi alla creazione di alberi di Natale e presepi. Un consiglio che fino a ora avrebbero ascoltato solo poche classi.
Non devono evidentemente essere state capite o apprezzate le tante citazioni (Renato Zero, Biagio Antonacci, Maurizio Crozza) inserite nella circolare dal preside, che ha scritto: "Riaffermare i valori-base attraverso questi piccoli segni-simboli, valori che sono il cuore della nostra cultura, religiosa e civile, (una cultura “nostra” nel suo valore universale), specialmente in questo momento, penso sia il modo migliore per aiutarci a non rassegnarci alle logiche della paura, del terrore, del sospetto, della prevaricazione. In tutti i sensi.... Il valore del Natale in senso civile è una canzone di Renato Zero: La vita è un dono".


Romano, sindaco minacciato dagli estremisti islamici
La prima cittadina Rossella Olivo è entrata ne mirino degli estremisti islamici. Sul suo profilo Facebook sono comparse alcune minacce dopo un post sulla festa di Natale della scuola
Redazione 4 dicembre 2015

http://www.vicenzatoday.it/cronaca/roma ... amici.html

Al sindaco di Romano, Rossella Olivo, su Facebook non hanno scritto solo i suoi concittadini, ma anche alcuni estremisti islamici. Un messaggio semplice, quanto preoccupante, è apparso sulla sua bacheca: "Devi morire".

Come riportato sulle pagine de Il Giornale di Vicenza, il sindaco, che non è nuova a sferzanti polemiche, questa volta non ha voluto commentare le minacce. Un anno fa, Olivo aveva fortemente criticato la scelta della scuola media del Comune di proporre alla festa di Natale un concerto con brani proveniente per la maggior parte dal mondo arabo. Preoccupata che la cosa potesse ripetersi anche quest anno, la prima cittadina ha postato sulla sua pagina Facebbok un articolo di giornale in cui, intervistata, rifletteva sull'importanza delle tradizioni e sul rischio che il concerto non si facesse più per evitare polemiche.
Pochi minuti dopo il post della sindaco, tra i commenti sono arrivate le minacce, accompagnate da pesanti insulti. A scriverle sarebbe stato un cittadino straniero. Il fatto è stato immediatamente denunciato ai carabinieri. Chi gestisce a pagina Facebook del sindaco ha rimosso il post incriminato.


Bizzotto attacca studenti musulmani e concerto con canti in arabo e africani
27 Novembre 2015
Nota di Mara Bizzotto, parlamentare europeo Lega Nord

http://www.vicenzapiu.com/leggi/bizzott ... e-africani

“Che alcuni studenti musulmani del Liceo Brocchi di Bassano del Grappa (VI) si siano rifiutati di celebrare il minuto di silenzio in memoria delle vittime di Parigi abbandonando di proposito l’aula, è un fatto di una gravità inaudita che non può passare sotto silenzio. Se confermato, si tratta di un atto vergognoso e pericoloso, che deve essere segnalato alle autorità competenti e che merita di essere severamente punito.
Chiediamo al Ministero dell’Interno e alle forze inquirenti di intervenire prontamente per accertare l’accaduto. Se confermato, questi ragazzi meritano l’espulsione o, nel caso siano cittadini italiani, va tolta loro la cittadinanza: chi non ha rispetto per le vittime del terrorismo islamico non merita di restare nel nostro Paese”.
Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto, dopo le notizie circolate sul sito di informazione ‘La Piazza Web’ secondo le quali alcuni studenti di fede islamica del Liceo Brocchi di Bassano del Grappa (VI) avrebbero abbandonato l’aula durante il minuto di silenzio per le vittime della strage di Parigi.
“Non possiamo accettare che a casa nostra, nelle nostre scuole, nelle nostre città, ci siano musulmani, più o meno giovani, che si rifiutano di tributare il doveroso rispetto alla memoria delle vittime del terrorismo islamico – continua l’eurodeputata Bizzotto - Purtroppo questa è l’ennesima dimostrazione dell’ambiguità di moltissimi musulmani che, anche in giovane età, non riescono ad esprimere una ferma ed inequivocabile condanna del fondamentalismo islamico che sta ammazzando gente innocente in Europa e nel mondo. Anche questa è una delle tante pericolose facce dell’Islam che, purtroppo, abbiamo dentro casa nostra”.
“Un concerto scolastico di Natale fatto con soli canti in arabo e africani, e senza i nostri tradizionali canti natalizi, è qualcosa di sconcertante e inaccettabile: che una cosa del genere venga fatta in una scuola pubblica, è doppiamente grave. Se poi il motivo di questo concerto di Natale “senza il nostro Natale”, come sembra, è il timore che i nostri canti possano offendere i bambini stranieri e di fede islamica, siamo davvero alla follia. A casa nostra, nelle nostre scuole, nei nostri paesi, è doveroso che il Natale sia celebrato con le tradizioni e i simboli della nostra storia e della nostra identità: e se qualche musulmano o straniero si sente offeso, è libero di tornare a festeggiare il 25 dicembre nel suo Paese d’origine. Sono gli stranieri che si devono integrare, non noi che dobbiamo rinunciare alla nostra identità”.
Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Nord, Mara Bizzotto, a proposito del caso scoppiato nell’Istituto Comprensivo di Romano d’Ezzelino (VI).
“I genitori degli alunni e il sindaco di Romano d’Ezzelino Rossella Olivo hanno perfettamente ragione di protestare e pretendere un concerto di Natale normale, con i canti della nostra tradizione, all’insegna dei valori e dei simboli del nostro Natale e delle nostre radici cristiane – continua l’eurodeputata Bizzotto – Valori universali e positivi, di pace, rispetto, fraternità che è giusto ricordare e trasmettere ai bambini delle scuole, e che valgono sia per i credenti sia per i non credenti. Che una scuola e una parte degli insegnanti vogliano cancellare questo straordinario patrimonio di tradizioni e valori del nostro Natale a favore di canti in arabo o in africano, è una scelta sbagliatissima e da condannare totalmente”.
“Le nostre tradizioni, la nostra identità, i valori del nostro Natale vanno rivendicati con orgoglio: non possiamo accettare che l’ultimo arrivato pretenda di annullare la nostra storia e i nostri valori – conclude l’eurodeputata Bizzotto – Purtroppo non solo a Romano, ma anche in altre scuole del Vicentino, del Veneto e dell’Italia assistiamo a queste sconsiderate e inconcepibili decisioni che non fanno il bene né dei piccoli studenti né della nostra società”.


L’Islam presunto
“Studenti musulmani del Brocchi escono dall’aula durante il minuto di silenzio per le vittime di Parigi”. La notizia crea il putiferio, ma non trova conferma. Il preside Zen, interpellati anche i docenti: “Mai sentito niente”
Alessandro Tich
27 nov 2015

http://notizie.bassanonet.it/attualita/21277.html

Detta così, la notizia avrebbe del clamoroso.
Lunedì scorso alle ore 11, al Liceo Brocchi di Bassano del Grappa, gli studenti hanno ricordato i morti degli attentati di Parigi con un minuto di silenzio in classe, come disposto dal preside con una circolare contenente anche alcune riflessioni su quei tragici avvenimenti. Ma alcuni studenti di fede musulmana, in concomitanza col minuto di silenzio, sono usciti dall’aula e vi hanno fatto ritorno alla ripresa della lezione. Un atto di mancato rispetto nei confronti di vittime innocenti che non sono della loro religione. Apriti cielo.
Ma quella è stata pubblicata oggi da un sito di informazione web, più che una notizia, è una “voce” che sarebbe trapelata fuori dalle mura scolastiche ma che non trova alcuna conferma.
Il dirigente scolastico del Brocchi Gianni Zen, da noi contattato, dichiara: “Mai sentito niente”. Oggi il preside ha trasmesso un’email a tutti i docenti chiedendo se l’informazione uscita sulla Rete è vera, ma le risposte sono state negative, come riconfermato dallo stesso dirigente da noi ricontattato in serata. “Se la cosa fosse successa - afferma Zen - sarei arrabbiatissimo con gli insegnanti che non mi hanno informato subito.”
E quand’anche un gesto così grave fosse accaduto, continua il preside, “la cosa va affrontata con questi studenti e con le loro famiglie, perché è compito della scuola aprire un dialogo.”
Ma intanto la frittata mediatica è stata fatta, e il telefono del dirigente ha continuato a squillare, ininterrottamente, per tutta la giornata.
Il presunto grave atto simbolico di alcuni studenti musulmani resta comunque quello che è: una voce di corridoio - e non necessariamente del Brocchi - non verificata, e niente più. Che tuttavia è sufficiente a far lanciare all’europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto un appello al Ministero dell’Interno e alle forze inquirenti affinché intervengano prontamente per accertare l’accaduto.
“Se confermato - tuona La Bizzotto -, questi ragazzi meritano l’espulsione o, nel caso siano cittadini italiani, va tolta loro la cittadinanza: chi non ha rispetto per le vittime del terrorismo islamico non merita di restare nel nostro Paese.”
“Non possiamo accettare - continua l'eurodeputata - che a casa nostra, nelle nostre scuole, nelle nostre città, ci siano musulmani, più o meno giovani, che si rifiutano di tributare il doveroso rispetto alla memoria delle vittime del terrorismo islamico.”
“Purtroppo - aggiunge la Bizzotto - questa è l’ennesima dimostrazione dell’ambiguità di moltissimi musulmani che, anche in giovane età, non riescono ad esprimere una ferma ed inequivocabile condanna del fondamentalismo islamico che sta ammazzando gente innocente in Europa e nel mondo. Anche questa è una delle tante pericolose facce dell’Islam che, purtroppo, abbiamo dentro casa nostra.”
Sempre che la notizia sia vera.
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Re: Musulmani "moderà" ! ? e contro i teroristi 'xlameghi !

Messaggioda Berto » lun giu 27, 2016 1:32 pm

La lettera di Maryan Ismail: “Lascio il Pd, ha scelto l’Islam oscurantista”
27 giugno 2016
http://www.linformale.eu/3414-2
Maryan Ismail, candidata alle ultime elezioni di Milano, non entrerà in Consiglio comunale. Di origini somale, musulmana laica e moderata, ha ottenuto poco più di 300 voti. Troppo pochi per poter rappresentare la comunità islamica milanese, maggiormente attratta evidentemente dalla più oltranzista Sumaya Abdel Qader che ha ottenuto oltre 1000 voti ed è entrata in Consiglio comunale.
Un risultato deludente per Maryan Ismail, ferita però principalmente dall’ostilità mostratale dal suo stesso partito: il Pd, che ha preferito e ritenuto maggiormente spendibile Sumaya. Proprio per questo, Maryan Ismail ha deciso di dimettersi da tutti i suoi incarichi e restituire la tessera del Pd. L’ha annunciato in una lettera aperta pubblicata su facebook, destinata al segretario Matteo Renzi, che contiene alcuni spunti di riflessione assai interessanti.


La pubblichiamo integralmente

Caro segretario Matteo Renzi,

mi chiamo Maryan Ismail, cittadina italiana di origine somala, iscritta al PD, fondatrice del Circolo PD Città Mondo e componente della segreteria metropolitana milanese. Sono attivista e appassionata della politica al servizio dei più deboli. Con entusiasmo ho partecipato ad alcune edizioni della Leopolda e la forza delle tue idee mi ha fatto sentire parte di un percorso di rinnovamento necessario per il nostro Paese.

Sono mussulmana, laica e progressista. Mi considero parte di un Islam numericamente maggioritario, purtroppo finanziariamente inesistente e dunque totalmente inascoltato. Siamo chiamati a palesarci solo per fatti riconducibili al terrorismo islamico. Non siamo neanche iconograficamente pittoreschi: veli e barbe non sono nostri segni distintivi.

Sebbene il nostro potere contrattuale con le istituzioni milanesi sia tendente allo zero, non perdiamo occasione per urlare la nostra contrarietà alla visione ortodossa di un Islam dove politica e religione sono profondamente intrecciate, identificabile in quel wahabismo della Fratellanza Islamica promosso da varie sigle nazionali e territoriali come UCOII e la milanese CAIM. Il “riformismo” spesso sbandierato da essi non significa rinnovamento bensì restauro della purezza delle origini ossia di una ortodossia ultraconservatrice.

Purtroppo il segretario del PD milanese Pietro Bussolati e l’assessore Pierfrancesco Majorino hanno scelto di sostenere con forza la candidatura dell’indipendente Sumaya Abdel Qader, sociologa mussulmana ortodossa, responsabile culturale del CAIM che ora siede a pieno titolo in Consiglio Comunale.

Nonostante le perplessità espresse anche da Emanuele Fiano a fronte delle forti ambiguità di alcune dichiarazioni dell’allora candidata, il sindaco Sala ha più volte dichiarato che sarà lei l’interlocutrice per la costruzione della controversa Moschea di Milano, avversata da tutte le comunità islamiche cittadine che non si riconoscono nel CAIM.

Dunque, il PD milanese ha scelto di interloquire con la parte minoritaria ortodossa ed oscurantista dell’Islam, chiudendo il dialogo alla parte positiva e progressista che esige la separazione tra politica e religione e sostiene il ruolo della donna mussulmana in un’ottica di consapevolezza dei propri diritti e doveri di cittadina. Ancora una volta, le anime dell’Islam moderno, plurale e inclusivo non sono state ascoltate.

Anche se la delusione è amarissima, continuerò a battermi perché così non debba essere. Da militante e da quadro di partito non posso accettare di condividere uno spazio politico che avvalla esclusivamente un’ideologia ortodossa che ci impone di sottoporci ad un Islam politico. Non posso farlo anche per storia personale: mio fratello Yusuf Mohamed Ismail, ambasciatore somalo presso le Nazioni Unite a Ginevra ha perso la vita per mano degli Al Shabab proprio per il suo impegno contro l’Islam politico e ideologico.

So con certezza che saremo noi inascoltati e invisibili moderati a narrare un Islam compatibile con una città moderna e cosmopolita come Milano. So con altrettanta convinzione che insieme a tanti altri cittadini di buona volontà saremo gli artefici di una nuova coesione sociale dove la dimensione religiosa apparterrà esclusivamente alla sfera spirituale e non si insinuerà con imposizioni e forzature nel convivere civile. Se poi altri mi considereranno “diversamente” musulmana, non sarà un mio problema.

Constato con rammarico che le tue belle idee di rinnovamento politico e sociale che tanto mi avevano coinvolta, a Milano si sono tristemente schiantate. Per questo e per le scelte inopinate del PD milanese mi dimetto da tutti i ruoli e riconsegno la tessera. Sono sicura che da libera cittadina, svincolata dai lacciuoli di bassissimi equilibri locali di partito, potrò promuovere l’Islam in cui credo e che mi appassiona tramite il dialogo e lo scambio con i miei concittadini per ottenere l’attenzione e il rispetto che la mia religione si merita.

Con immutata stima,
Maryan Ismail
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Re: Musulmani "moderà" ! ? e contro i teroristi 'xlameghi !

Messaggioda Berto » sab dic 17, 2016 10:42 am

???
ISLAM Musulmana, ex radicale: Riyadh e il salafismo (wahhabita) un pericolo per l’islam e il mondo
http://www.asianews.it/notizie-it/Musul ... (wahhabita)-un-pericolo-per-l'islam-e-il-mondo-39428.html

Parigi (AsiaNews) - Il wahhabismo salafito è una “nuova, falsa religione” che spinge “all’odio verso il miscredente”, sebbene alla base di ogni fede “ci dovrebbe essere la spinta al riavvicinamento fra gli esseri umani”. È quanto scrive Henda Ayari, 39enne franco-tunisina, per molti anni legata all’islam radicale. Dopo un lungo cammino di riflessione, la donna - pur mantenendo salda la fede musulmana - ha abbandonato l’ideologia fondamentalista, della quale ne denuncia le storture, gli abusi, le violenze.

Nel libro autobiografico “Ho scelto di essere libera”, Henda Ayari racconta il suo allontanamento della visione radicale dell’islam, per colpa del quale ha perso per un lungo periodo della propria vita ogni libertà. L’incontro con l’ideologia salafita a soli 21 anni, quando si sposa con un musulmano francese imbevuto di fanatismo. Per oltre un decennio vive coperta da testa a piedi subendo l’autorità di un marito ogni giorno più violento.

Nella sua riflessione sull’islam, la donna attacca l’Arabia Saudita quale principale divulgatrice della visione radicale della fede musulmana. Una visione che è politica ed economica, prima ancora che culturale ed è promossa dalla famiglia reale al potere a Riyadh per mantenere la supremazia fra i seguaci di Maometto.

“A 20 anni ero giovane e salafita” sottolinea Henda Ayari. “A 39 anni sono una donna musulmana libera”. E a quanti mostrano di non capire il suo messaggio, tiene a mostrare le due diverse immagini che corredano l’articolo. Il prima e il dopo, gli anni del rigore wahabbita e la successiva emancipazione, pur senza rinnegare la fede.

Ecco, di seguito, la riflessione di Henda Ayari.. Traduzione a cura di AsiaNews:

Perché ho abbandonato l’ideologia salafita:

Ho abbandonato l’ideologia salafita perché è un pericolo per il mondo musulmano e per tutto il resto dell’umanità!

Dopo essere rimasta per lungo tempo immersa nel salafismo, ho deciso di respingere in toto questa ideologia, partendo dal giorno in cui ho capito il vero pericolo insito in questa dottrina e la minaccia gravissima che si nascondeva dietro il volto attraente di questa “nuova e falsa religione” per i musulmani.

Ho impiegato molti anni (più di 20) per capire che, in realtà, il salafismo è una ideologia settaria molto pericolosa, che ha l’obiettivo di spingere alla divisione, all’isolamento comunitario e all’odio fra i popoli!

Nel corso degli anni in cui ho vissuto l’ideologia salafita, ho partecipato a conferenze tenute da esperti salafiti in Francia e in altre nazioni come l’Arabia Saudita, ho letto molti libri e ho divorato centinaia di pagine, di testi scritti da questi presunti sapienti, e sono diventata ciò che non avrei mai voluto essere: una persona intollerante e animata da odio verso quanti erano diversi da me, così come è avvenuto per moltissimi musulmani senza che se ne accorgessero. Perché noi ci trasformiamo senza quasi nemmeno rendercene conto, sotto la spinta quasi impalpabile di una delle più pericolose sette al mondo… Dopo i testimoni di Geova e molte altre sette…

Per chiarire meglio il concetto in questa nuova, falsa religione, siamo spinti all’odio verso il “miscredente”, sebbene alla base di ogni fede ci dovrebbe essere la spinta al riavvicinamento fra gli esseri umani, al rispetto di tutte le creature e alla vita comune in pace e armonia.

Dopo diversi anni di riflessioni e ricerche, in cui ho potuto documentarmi a fondo, e grazie a lunghe ore di ricerca, durate mesi, anni, ho potuto raccogliere un numero sufficiente di prove che mi hanno spinto a rigettare in toto l’ideologia salafita, che preferirei definire come wahhabita-salafita.

In piena coscienza ho fatto oggi una scelta e ho deciso di raccontare la mia opinione sull’argomento, ritenendomi una “pentita del salafismo” senza offesa alcuna per i miei avversari!

È un lungo discorso che non si può riassumere in un solo argomento, ma perché il tema sia di vostro interesse ecco una piccola spiegazione al riguardo:

Che legame esiste fra il salafismo e l’Arabia Saudita?

Posso affermare che l’Arabia Saudita è lo sponsor principale dell’ideologia wahhabita che si nutre di odio verso il mondo occidentale e verso i non musulmani…

L’ideologia wahhabita-salafita è una grave minaccia per la pace fra i popoli. Essa costituisce una ideologia che offre fondamento ai terroristi.

Fra quanti seguono questa ideologia, i convertiti sono in progressivo aumento anche perché sono freschi di ingresso nella fede musulmana, sono più facilmente manipolabili e più sensibili ai messaggi tossici e alle ideologie insite di odio, imposte da questa dottrina. Questo spiega anche perché molti giovani convertiti si dirigono verso il terrorismo, idealizzano con più facilità la religione ed è proprio per questo motivo che considerano lo Stato islamico come il nuovo eldorado.

Per i wahhabiti-salafiti:

I musulmani moderati sono degli apostati, qualunque non musulmano è un “miscredente”, dunque un nemico dei musulmani che va combattuto. Quelli che si definiscono salafiti quietisti, sono pericolosi tanto quanto quelli che rivendicano in modo aperto il jihadismo, perché sono in realtà dei diffusori di odio, di divisione in seno alla società, si organizzano con lo scopo di immergersi il più possibile nella società e nei non musulmani per vivere fra loro, approfittando degli aiuti sociali forniti dagli Stati e da una Repubblica che peraltro odiano… A dispetto del fatto che il salafismo imponga la “hijra” in terra islamica, la maggior parte di essi sceglie di vivere nei Paesi occidentali come la Francia, in cui essi trovano certi vantaggi “sociali” rivendicando al contempo il bisogno di vivere secondo “la sunna” (ovvero seguendo l’antica tradizione che risale all’epoca del profeta), con il pretesto della libertà e della democrazia (come avviene nella rivendicazione di attività comuni, come le piscine non miste per le donne…).

Il loro obiettivo principale è di vivere all’antica, come all’epoca del profeta seguendo la sunna e i testi ispirati ai “saggi” wahhabiti. Questi cosiddette “sapienti” hanno favorito l’ascesa al potere della famiglia al Saouds grazie a numerose “fatwa”, ovvero leggi di carattere religioso emanate da loro stessi, imponendo le loro regole nel regno saudita così come nel resto del mondo.

I sauditi sono i principali responsabili della diffusione su scala internazionale di una ideologia religiosa che fa esplicito riferimento all’odio, all’intolleranza, e a numerose altre violazioni ai diritti dell’uomo e, in alcuni casi, alla violenza verso i membri di altri gruppi religiosi, musulmani e non musulmani.

Come avviene da decine di anni, l’Arabia Saudita immette miliardi di petrodollari nelle organizzazioni islamiche di tutto il mondo. Del resto è risaputo che una delle priorità di Riyadh è di diffondere una visione fanatica dell’islam sunnita e di lottare contro la diffusione dell’islam sciita del suo peggior nemico, l’Iran.

È tutto un sistema di influenze che le autorità saudite hanno messi in piedi e finanziato grazie al denaro derivante dalla vendita di petrolio, in cui Riyadh finanzia predicatori all’estero, costruisce moschee, scuole, centri e sostiene campagne finalizzate a contrastare istituzioni, responsabili e media all’estero che potrebbero opporsi all’agenda del regno.

In uno dei molti testi che distribuiscono per propagare la loro dottrina in tutto il mondo, possiamo leggere le parole di un alto funzionario religioso: “Non unirti agli infedeli, odiali per la loro religione, abbandonali, non contare mai su di loro in caso di necessità, non ammirarli, contrastali sempre in tutti i modi, e in conformità alla legge islamica”.

I consigli sono categorici: “chiunque aiuti gli infedeli contro i musulmani, qualunque sia il tipo di sostegno fornito, è egli stesso un miscredente”.

Per costoro, i Paesi occidentali come gli Stati Uniti e la Francia … sono la “Dimora degli infedeli”, sia i cristiani che gli ebrei!

I wahhabiti salafiti spingono in direzione di una forma di nazismo, ispirandosi e rivendicando l’odio verso gli ebrei, sfruttando la causa palestinese sebbene in realtà non la difendano per niente.

In alcuni libri wahhabiti salafiti, come ad esempio il libretto di benvenuto del servizio culturale dell’ambasciata dell’Arabia Saudita a Washington (pubblicato dal governo saudita), o in altri libri, manuali del ministero saudita dell’Istruzione, vi sono raccolte di fatwa e di decreti religiosi emessi dal dipartimento governativo per le religioni, o pubblicato da altre organizzazioni che hanno la loro sede a Riyadh. Al loro interno si possono trovare istruzioni su come si deve comportare un musulmano:

E si evince la modalità con la quale spingere ogni musulmano a costruire un “muro di risentimento” fra i musulmani e gli infedeli: “Non salutate mai i cristiani o gli ebrei per primi. Non rallegratevi mai con l’infedele per le sue vacanze. Non fare mai amicizia con un infedele, se non con l’obiettivo di convertirlo. Non imitare mai un infedele. Non lavorare mai per un infedele. Non indossare mai un vestito di laurea, perché vorrebbe dire imitare un infedele”. E in un altro libro possiamo leggere che se le relazioni fra musulmani e non musulmani fossero armoniose, non vi sarebbe più “né fedeltà, né inimicizia, non vi sarebbe il jihad e la lotta per innalzare l’opera di Allah sulla terra”.

Questi testi riempiono oggi le biblioteche, le sale studio, le moschee, le librerie di tutto il mondo, e in Francia hanno già provocato danni terribili nella mente di molti musulmani.

Non sono solo i libri che sposano l’estremismo a essere esposti nelle moschee, e le opere estremiste non sono tutte saudite. Ma l’Arabia Saudita resta, e di gran lunga, la principale responsabile della maggioranza di queste pubblicazioni che veicolano una ideologia dell’odio verso i miscredenti, che popolano i Paesi non musulmani.

Questi testi mostrano l’indottrinamento dei musulmani verso l’ideologia belligerante e ostile della setta radicale wahhabita salafita dell’Arabia Saudita. Tutti i sauditi devono essere obbligatoriamente musulmani, e il governo saudita, in collaborazione con l’establishment religioso del Paese, impone il wahabbismo come dottrina ufficiale dello Stato.

Il wahhabismo applicato dalla monarchia saudita, e sul quale essa ha fondato la propria legittimità, si presenta come una ideologia fanaticamente settaria, xenofoba e alle volte violenta. I loro testi articolano una dottrina colma di ira che respinge la coesistenza delle diverse religioni e condanna in modo esplicito i cristiani, gli ebrei, quanti non sono musulmani, così come i musulmani non wahabbiti.

L’analisi di tutti i testi religiosi provenienti dal wahabbismo salafita dimostra che è un dovere religioso per i musulmani odiare i cristiani e gli ebrei, e mette in guardia contro l’imitazione degli “infedeli”, dai legami di amicizia con loro o qualsivoglia tipologia di aiuto verso di loro, e contro la partecipazione alle loro feste e celebrazioni.

Essi inculcano il disprezzo verso gli Stati non musulmani, perché questi Paesi sono regolati da leggi civili piuttosto che dalla legge islamica totalitaria di tipo wahhabita. Alcuni testi ordinano ai musulmani di non prendere la cittadinanza di questi Paesi per un periodo di tempo troppo lungo, perché sono governati da infedeli. Essi consigliano ai loro seguaci di agire per la creazione di uno Stato islamico.

È giunto il tempo di combattere questa dottrina devastante e affermare i principi di libertà e dei diritti dell’uomo contro il wahabbismo saudita e di affrontare in modo diretto gli insegnamenti di questa ideologia carica di odio.




Una "Riforma" Islamica potrebbe rendere l'Islam pacifico?
- Gregory M. Davis -

https://www.facebook.com/islamicamentan ... 2936832063

Come dovrebbe essere chiaro a chiunque abbia esaminato le fonti Islamiche, per rimuovere la violenza dall'Islam, sarebbe necessario eliminare solo due cose: il Corano, come parola di Allah e Maometto, come Profeta di Allah. In altre parole, per rendere pacifico l'Islam sarebbe necessario trasformarlo in qualcosa che l'Islam non è. La Riforma Cristiana dell'Occidente, che è spesso usata come un esempio, fu un tentativo (riuscito o no) di recuperare l'essenza del Cristianesimo, e in particolare l'esempio e gli insegnamenti di Cristo e degli Apostoli. Cercare di tornare agli esempi di Maometto avrebbe conseguenze molto diverse. Difatti, si potrebbe dire che oggi l'Islam sta attraversando la sua "Riforma" con un aumento di attività "jihadiste" in tutto il mondo. Oggi i Musulmani della scuola Salafita ("le prime generazioni") stanno facendo proprio questo, concentrandosi sulla vita di Maometto e dei suoi primi successori. Questi riformatori sono definiti dai loro detrattori col termine spregiativo di Wahabiti. Traendo la loro ispirazione direttamente da Maometto e dal Corano, sono invariabilmente disposti alla violenza. La brutta notizia è che oggi l'Islam è quello che è stato per quattordici secoli: violento, intollerante ed espansionista. E' pura follia pensare che noi, nel corso di pochi anni, o di pochi decenni, saremo capaci di cambiare l'atteggiamento di fondo di una civiltà estranea. La natura violenta dell'Islam deve essere accettata come un dato di fatto; solo allora riusciremo a dotarci di politiche capaci di risposte appropriate ad aumentare le nostre probabilità di sopravvivenza.

Sara Muller
Per rispondere a questa domanda sono sicuramente utili le parole di un ex musulmano, Magdi Allam che ha detto: "Sono stato musulmano per 56 anni, fino a quando non ho abiurato l'Islam dopo essere stato reiteratamente condannato e minacciato di morte da terroristi islamici e da sedicenti musulmani moderati nel nome dell'islam. Ho preso atto che i musulmani come persone possono essere moderati se antepongono laicamente la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, ma che l'islam come religione per ciò che Allah prescrive nel Corano e per ciò che ha detto e ha fatto Maometto non è moderato. " Vorrei fare una considerazione personale. Quando ho chiesto a qualcuno cosa ne pensasse della Bibbia, mi sono sentita rispondere che la Bibbia è si un libro che viene da Dio ma siccome è troppo antica, è stata adulterata e perciò Dio ha ritenuto opportuno fare avere un nuovo libro (una specie di aggiornamento) e un nuovo profeta, quelli che secondo loro sarebbero gli ultimi in quanto più recenti della Bibbia e di Gesù. Quando ho fatto notare che partendo da questo presupposto il libro di Joseph Smith è ancora più recente e quindi potrebbe costituire un nuovo aggiornamento sono rimasti senza parole. Questo indica dal mio punto di vista che è come se il loro cervello fosse inibito. A loro viene insegnato fin da bambini a prendere per oro colato tutto quello che propinano il Corano e Maometto. Tra l'altro non capisco su cosa basino la loro sicurezza visto che i primi versi del Corano nascono in una grotta in cui Maometto viene soffocato da un presunto angelo fino a quando non comincia a recitare questi versi che poi furono trasmessi oralmente fino a quando qualcuno non cominciò a metterli per iscritto. A parte il fatto che ci sarebbe molto da dire su come il Corano sia in effetti tornato indietro di millenni ai tempi della Legge del Taglione rinnegando gli insegnamenti di pace e amore trasmessi da Gesù e quindi questo Dio sarebbe come minimo un pò confuso. La cosa che mi ha dato da pensare ogni volta che ho affrontato questi temi con loro è che hanno un blocco mentale che gli impedisce di vedere oltre e che qualsiasi logica non riesce a fare breccia con loro perchè si rifiutano di vedere e sentire e come sappiamo non c'è più sordo di chi non vuol sentire.
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Re: Musulmani "moderà" ! ? e contro i teroristi 'xlameghi !

Messaggioda Berto » lun feb 18, 2019 7:55 am

I mussulmani cosidetti moderati e l'Islam buono non esistono
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