I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 8:29 am

QUESTO è l’Islam! religione di pace amore e tolleranza

http://www.catenaumana.it/questo-e-lisl ... tolleranza


L’Islam non è solo una religione, non é una setta.
Nella sua forma più ampia, è un modo di vivere completamente, totalmente, al 100%.
L’Islam non ha solo componenti religiose, ha anche componenti, politiche, economice, sociali e militari e, sopra tutto, legali, infine: é il coperchio che dà la scusa perfetta per imporrre tutti gli altri componenti.
Islamizzazione inizia quando un paese raggiunge un numero sufficiente di musulmani per essere in grado di avviare una campagna per avere privilegi religiosi.
Quando le società politicamente corrette, tolleranti e culturalmente diversificate, accettano le richieste dei musulmani per i loro privilegi religiosi, alcuni degli altri componenti tendono a infiltrarsi negli altri aspetti della vita quotidiana di tutti i cittadini, anche se questi non sono islamici.

Ecco come funziona:
Finché la popolazione musulmana rimane intorno o sotto al 2% di qualsiasi paese, sarà visto dalla gente locale come una minoranza amante della pace, e non come una minaccia per gli altri cittadini.
Questo è il caso di ciò che accade in: Australia: 1,5% musulmano – Canada: 1,9% musulmani – Cina: 1,8% Musulmani Stati Uniti: 0,6% musulmani – Italia: 1,5% musulmani – Norvegia: 1.8 % musulmani
Con una fascia di popolazione tra il 2% e il 5%, i musulmani iniziano a fare proselitismo da altre minoranze etniche e gruppi di scontenti poi, spesso con notevoli risultati di reclutamento in carceri e tra bande di strada.
Questo sta accadendo in: Germania: 3,7% musulmani – Danimarca: 2,0% musulmani – Spagna: Musulmana 4,0% Regno Unito 2,7% musulmano – Tailandia: 4,6% musulmani
Dal 5% di popolazione musulmana, esercitano un’influenza eccessiva data dalla percentuale di popolazione che rappresentano.
Ad esempio, insistono sulla introduzione di cibo halal (prodotto secondo gli standard islamici), garantendo in tal modo ai gestori di cibo posti di lavoro riservati ai musulmani. Cominciano le pressioni a catene di supermercati per avere cibo halal sui loro scaffali – insieme con le minacce per il mancato raggiungimento di questi requisiti. Questo sta accadendo in: Francia: 8,0% musulmano – Filippine: 5.0% musulmani – Paesi Bassi: Musulmana 5,5% Svezia: 5,0% musulmano – Svizzera: 5,3% musulmano – Trinidad e Tobago: 5, 8% dei musulmani.
A questo punto, l’autorità di governo ha permesso che loro stessi siano regolati sotto la Sharia, la legge islamica (nei loro ghetti).
L’obiettivo finale dei mussulmaniè di stabilire la Sharia in tutto il mondo, perché chi non è islamico è un INFEDELE e perció viene trattato come tale. (la Sharia indica che gli infedeli si devono UCCIDERE).

Quando i musulmani si avvicinano al 10% della popolazione, tendono ad aumentare l’illegalità come mezzo di denuncia circa le loro condizioni di vita nel paese. A Parigi abbiamo visto le sommosse che hanno distruttto intieri quatrieri della cittá. In questa situazione, qualsiasi azione non musulmana offende l’Islam e risulta in rivolte e minacce, come Amsterdam, dopo l’opposizione ai cartoni animati e film sull’Islam e su Mohammed.
Tali tensioni sono visti tutti i giorni, in particolare nelle sezioni musulmane: Guyana: 10,0% dei musulmani – India: 13,4% dei musulmani – Israele: 16,0% dei musulmani – Kenya: 10,0% dei musulmani – Russia: 15,0% dei musulmani
Dopo aver raggiunto il 20%, le nazioni possono aspettarsi disordini tali da far rizzare i capelli, jihadisti formazione delle milizie, uccisioni sporadiche e roghi delle chiese: Etiopia e Nigeria: 32,8% musulmani

Con il 40% dei musulmani, le nazioni sperimentano estesi massacri, attentati terroristici cronici e miliziani continuamente in piede di guerra, come ad esempio: Bosnia: 40,0% dei musulmani – Ciad: il 53,1% dei musulmani – Libano: 59,7% dei musulmani

I paesi che raggiungono un 60% di popolazione musulmana sperimentano persecuzione illimitato dei non credenti di tutte le altre religioni (compresi i musulmani non-ortodossi), sporadica pulizia etnica (genocidio), uso della sharia come arma , e l’istituzione della jizya, impongono imposte sugli infedeli, come sta accadendo in: Albania: 70,0% musulmana – Malesia: 60,4% musulmana – Qatar: musulmani 77,5% Sudan: musulmani 70,0%
Dal 80% c’é da aspettare intimidazioni e violenza jihad sulla popolazione non islamica, una qualche forma di pulizia etnica da parte dello Stato, e anche un po ‘di genocidio, come queste nazioni scacciare gli infedeli pochi che sono di sinistra, e dirigersi verso lo scopo di un 100% di musulmani, come è stato sperimentato già o è in procinto di raggiungere in: Bangla Desh: 83,0% dei musulmani – Egitto: 90,0% dei musulmani – Gaza: musulmani 98,7% Indonesia: 86,1% musulmana – Iran: 98,0% dei musulmani – Iraq: 97.0 % musulmani
Giordania: 92,0% musulmana – Marocco: il 98,7% dei musulmani – Siria: 90,0% dei musulmani. Pakistan: Musulmani 97,0% – 99,0% Palestina musulmana – Tagikistan: 90,0% dei musulmani – Emirati Arabi Uniti: 96,0% musulmana – Turchia: il 99,8% dei musulmani

Raggiungere il 100% inaugurerà la pace di “Dar-es-Salaam”? (Paradiso islamico della Pace). (Pace?, che tipo di pace, chissá quellla del cimitero???) Qui, si presuppone l’esistenza di pace, perché tutti sono mussulmani e le madrassa islamica sono le uniche scuole, il Corano l’unica parola, come in: Afghanistan: 100% musulmano – musulmana al 100% Somalia, l’Arabia Saudita 100% musulmano – Yemen: 100% musulmani.

Purtroppo, la pace non è mai raggiunta, come in questi 100% afferma i musulmani, i più radicali intimidiscono e vomitano odio e per soddisfare le loro voglie, uccidono musulmani meno radicali, per una serie di futili motivi.
“Avevo nove anni quando ho imparato la dottrina base della vita araba: sono io contro mio fratello, io e mio fratello contro nostro padre, noi e nostro padre contro la famiglia, la famiglia contro il clan, il clan contro la tribù, la tribù contro il mondo, e tutti insieme contro gli infedeli “Leon Uris” Il Pellegrinaggio ”
E ‘anche molto importante considerare che in alcuni paesi, con ben al di sotto di 100% le popolazioni musulmane, come ad esempio in Francia, le musulmane che vivono minoranza in ghetti, in che costituiscono il 100% e coloro che vivono sotto la legge di Sharia. La polizia in questo paese non hanno nemmeno il coraggio di entrare in questi ghetti.

Non ci sono tribunali, o scuole nazionali, strutture religiose non musulmane. Le strutture mussulmane sono le solo consentite. In tali situazioni, i musulmani non arrivano ad integrarsi nella comunità. I bambini frequentano madrasse (scuole islamiche), dove solo studiano il Corano.
Anche interagire con un infedele è un reato punibile con la morte. (Questo è successo in Italia, diverse ragazze famiglia musulmana, per avere un fidanzato non-musulmano, sono stati uccise dalla loro famiglia) Pertanto, in alcune zone determinate nazioni, imam musulmano ed estremisti esercitano molto più potere rispetto a ció che la penetrazione media nazionale della popolazione indicherebbe.
Millecinquecento milioni di musulmani rappresentano ormai il 22% della popolazione mondiale. Ma il suo tasso di natalità eclissa quello di cristiani, indù, buddisti, ebrei, e tutti gli altri credenti.
Entro il 2100 i musulmani superaranno il 50% della popolazione mondiale.
Questo è il futuro che attende il mondo a meno che non si venga a conoscenza e lasciarli vivere solo tra di loro nei loro paesi a godere la loro “cultura”. Non contribuiscono per nulla all’umanità negli ultimi 200 anni e non si vede alcun motivo per iniziare a farlo ora.


???
Il Giappone non ha problemi con l’Islam.
Avete mai sentito nei media che un politico, un leader o il primo ministro di una nazione islamica abbianno visitato il Giappone? Avete visto la notizia che un dignatario dell’Iran o un principe dell’Arabia Saudita abbia visitato il Giappone?
1.- Il Giappone è, forse l’unico, paese che ha tenuto a bada l’Islam.
2.- Il Giappone ha severe restrizioni all’Islam ed a tutti i musulmani.
3.- Il Giappone è l’unica nazione che non dá la cittadinanza ai musulmani.
4.- Il Giappone non dà la residenza permanente ai musulmani, dá solo residenza temporanea e solo sotto stretti parametri.
5.- Vi è un divieto, esplicito e rigoroso, sulla diffusione dell’Islam in Giappone.
6.- Le Università del Giappone, non insegnano né la lingua araba né la religione islamica.
7.- Non è possibile importare ‘Il Corano’ stampato in arabo.
8.- Secondo i dati pubblicati dal governo giapponese, è stato dato soggiorno temporaneo solo a 2 iman musulmani, per accudire i pochi fedeli dipendenti di multinazionali . Questi iman musulmani devono parlare giapponese, devono obbedire la legge giapponese e svolgere i loro riti religiosi solo nelle loro case.
9.- Il Giappone è l’unico paese che ha un numero minimo di ambasciate in paesi islamici.
10.- I musulmani che vivono in Giappone sono solo i dipendenti di società estere.
11.- Ancora oggi, i visti a medici, ingegneri, dirigenti e diplomatici mussulmani inviati al Giappone da multinazionali, sono concessi, solo sotto stretta sorveglianza.
12.- Nella maggior parte delle aziende giapponesi includono nelle loro politiche che solo chi non é musulmano puó fare domanda per un posto di lavoro.
13.- Il governo giapponese ritiene che i musulmani sono fondamentalisti e che anche in quest’epoca di globalizzazione, non hanno voglia di cambiare le loro leggi islamiche.
14.- Un musulmano non può nemmeno pensare di affittare una casa in Giappone.
15.- Se qualcuno viene a sapere che il suo vicino di casa è un mussulmano, informa l’intero quartiere e le autoritá di stare allerta.
16.- Nessuno può avviare una cellula islamica o araba in Giappone.
17.- Non esiste una legge (sharia) personale in Giappone.
18.- Nella stragrande maggioranza i giapponesi non sono attratti dall’Islam.
19.- Se una donna giapponese sposa un musulmano, sarà considerata una emarginata per sempre.
20.- Secondo il signor Komico Yagi (Responsabile Dipartimentale della Università di Tokyo) “In Giappone vi è una percezione che l’Islam è una religione per menti molto strette, e si dovrebbe stare lontano da esso.”
Possiamo continuare a imparare qualcosa dal Giappone???

Questo é quello che, su questo tema, dice il Governo Australiano.
Ai musulmani che vogliono vivere secondo la legge islamica della sharia ed hanno voluto di andare in Australia, il cui governo ha lanciato una campagna contro i radicali, nel tentativo di prevenire potenziali attacchi terroristici.
Il Governo australiano ha destato la rabbia di alcuni musulmani australiani quando ha detto che ha ordinato che le agenzie di intelligence della nazione controllno le moschee del paese.

Discorso del Primo Ministro d’Australia sulla legge islamica della Sharia.

“Sono gli immigrati, NON gli australiani, quelli che devono adattarsi. COSÍ CHE, o prendere o lasciare. ‘Siamo stanchi che questa nazione debba preoccuparsi di non offendere qualche mussulmano o la loro cultura.” La nostra cultura si è sviluppata nel corso di due secoli di lotte, processi e vittorie da parte di milioni di uomini e donne che hanno cercato la libertà “”Qui si parla inglese, non spagnolo o arabo, o cinese, o russo o qualsiasi altra lingua. Quindi, se si vuole essere parte della nostra società, si deve imparare la nostra lingua. ”
La maggior parte degli australiani crede in Dio. Questa non è una posizione politica, questa é una realtà. Perché è storicamente verificabile che uomini e donne cristiane, con principi cristiani, fondarono questa nazione. Ed è certamente opportuno visualizzarlo sui muri delle nostre scuole ed uffici pubblici. Se Cristo vi offende, vi suggerisco di considerare vivamente di andare a vivere in un’altra parte del mondo, perché Dio è parte della nostra cultura e non é negoziabile.
“Noi accettiamo il vostro credo, senza obiezioni. Tutto quello che chiediamo è che si accetti e rispetti il nostro credo ed il nostro modo di vivere. E di vivere in armonia e godere della nostra libertà, in pace con tutti.”
“Questo è il nostro paese, la nostra terra e il nostro stile di vita, e vi daremo ogni opportunità per godere di tutto questo, ma prima DOVETE FINIRE di lamentarvi del nostro paese e di criticare la nostra bandiera, il nostro Giuramento patriottico, Il nostro credo cristiano ed Il nostro stile di vita.”
“Quindi vi chiediamo di usare un’altra delle nostre grandi libertà australiane, .. Quella di ANDARVENE.”
“Se non siete felici qui, potete andarvene! Noi non vi abbiamo costretto a venire qui. Siete voi quelli che hanno scelto venire qui. Quindi, o accettate com’è, il paese che voi volontariamente avete scelto o ANDATE VIA. ”


Australia, tiene ostaggi in un bar per 16 ore. Poi blitz della polizia: morti due ostaggi e il sequestratore
http://www.repubblica.it/esteri/2014/12 ... 1/?ref=drl

Man Haron Monis, radicale islamico iraniano, si è barricato con 17 persone in un locale di Martin Place, nel centro finanziario di Sydney. Poi sono entrate in azione le teste di cuoio. Il premier: "Era uno squilibrato". LIs: "Preparatevi ad altri attacchi"

SYDNEY - Più di 16 ore di terrore a Sydney, dove un uomo armato ha tenuto in ostaggio 17 persone nel Lindt Cafè in Martin Place, nel centro finanziario della città. Poi, intorno alle 2.15 del mattino, il blitz delle teste di cuoio. Un'azione lampo nella quale sono rimaste uccise tre persone: due ostaggi, un uomo di 34 anni e una donna di 38, e il sequestratore, il predicatore radicale iraniano Man Haron Monis, già noto alla giustizia. Quattro i feriti, tra i quali un agente. Durante l'operazione nel locale e sulle strade vicine si è materializzata una scena da film: gli ostaggi cercavano di fuggire dalla cioccolateria, spari, esplosioni di granate stordenti, urla. All'interno del bar non sono stati trovati esplosivi.

Le vittime. Si chiamavano Tori Johnson e Katrina Dawson i due ostaggi morti. Il primo era manager del locale ; la seconda era una cliente, un avvocato trentottenne, madre di tre figli di 8, 5 e 3 anni.

Il profilo del sequestratore. Man Haron Monis aveva 50 anni ed era arrivato in Australia nel 1996 come rifugiato, aveva ottenuto asilo politico e si era attribuito il titolo di "sceicco". Era già noto alla stampa per aver lanciato una campagna d'odio contro i soldati australiani impegnati in Afghanistan: aveva inviato decine di lettere offensive ai familiari dei militari uccisi. Per questo, nel settembre del 2013 era stato condannato a 300 ore di servizi sociali.

In realtà, nel profilo del sequestratore, prevale l'aspetto puramente criminale rispetto a quello del militante religioso. Monis era infatti noto anche per la sua attività di santone. Sfruttando questo suo ruolo avrebbe violentato una quarnatina di donne da cui era stato denunciato. Per restare a piede libero, Monis aveva pagato una cauzione e sarebbe comparso in tribunale il prossimo febbraio.

Inoltre, lo scorso anno lo "sceicco" era stato accusato di aver organizzato, insieme alla moglie Amirah Droudis, l'assassinio della sua ex consorte, Noleen Pal, accoltellata e data alle fiamme in un condominio a Sydney.

Secondo il premier australiano Abbott, Monis "era un fanatico estremista, instabile mentalmente". Il premier, in un incontro con la stampa, ha poi sottolineato come "eventi del genere stanno lì a dimostrare che più una nazione è libera, aperta e sicura, tanto è vulnerabile di fronte a una violenza motivata politicamente".

Cronaca del sequestro. Questo, dunque, il "curriculum" dell'uomo che per oltre 16 ore ha tenuto con il fiato sospeso la più grande città australiana. Tutto è cominciato quando in Italia era notte fonda: Monis ha fatto irruzione nel Lindt Cafè e ha appeso a una vetrina del locale una bandiera nera con una scritta bianca in arabo. Tutto il centro finanziario di Sydney è stato subito bloccato e circondato da un ingente schieramento di agenti di polizia e forze speciali. Inizialmente si era temuto anche per un allarme all'Opera House.

Dopo diverse ore, cinque ostaggi, tra i quali il barista, sono riusciti a uscire dalla cioccolateria e sono stati visti correre fuori da una delle porte. Per parecchio tempo le forze dell'ordine, che avevano identificato il sequestratore, hanno chiesto ai media di non divulgarne il nome.

Monis avrebbe parlato al telefono con un conduttore radiofonico locale, che si è rifiutato di mandarlo in onda in diretta. Avrebbe chiesto un incontro con il premier australiano Tony Abbott (avrebbe detto che lui conosce "molto bene" le motivazione dell'assedio) e voleva che gli fosse consegnata una bandiera dello Stato Islamico.

Due radio locali e due tv hanno ricevuto telefonate da persone sequestrate nella cioccolateria che hanno detto di chiamare per conto dello "sceicco". A Channel 10, gli ostaggi avrebbero comunicato che Monis aveva piazzato due bombe nel locale e altre due all'esterno. Ma la polizia non ha confermato le richieste e ha chiesto ai media di non riferire quanto appreso dalle telefonate con gli ostaggi.

La giornata di paura di Sydney. Martin Place, una piazza del quartiere degli affari, è stata chiusa alla circolazione. Chiusa anche la vicina Banca Centrale. Nelle prima fase del sequestro al Lindt Cafè è stata evacuata per sicurezza l'Opera House dopo un allarme bomba per un pacco sospetto, ma poco dopo la situazione è tornata alla normalità. Deviati numerosi voli sulla città australiana.

Hanno provocato indignazione su Twitter i selfie che alcuni australiani e turisti si sono scattati vicino alla cioccolateria. Oggi, alcune ore prima del sequestro, era stato arrestato un giovane di 25 anni accusato di essere uno degli organizzatori dei viaggi degli estremisti australiani verso Siria e Iraq per combattere con i miliziani del Califfato.

Il primo ministro Tony Abbott ha convocato il Comitato per la sicurezza nazionale. In una conferenza stampa ha poi affermato che non è ancora chiaro se l'atto abbia una motivazione politica. In ogni caso, ha affermato il premier, "l'Australia è una società pacifica, aperta e generosa. E nulla la cambierà mai".

L'Australia sostiene gli Stati Uniti nelle operazioni in Siria e Iraq contro lo Stato Islamico. L'allerta è molto alta per le minacce di attacchi da parte di estremisti islamici. Numerosi i cittadini australiani che sono andati a combattere in Siria. A settembre erano stati catturati 15 jihadisti accusati di progettare azioni terroristiche che prevedevano la decapitazione di australiani.

Dopo alcune ore dalla conclusione del blitz lo Stato Islamico ha annunciato: "Preparatevi ad altri attacchi". "La sollevazione dei musulmani e
altri attacchi 'domestici'" saranno "inevitabili" se l'Occidente continuerà con i suoi "crimini contro l'Islam". E' la minaccia dei jihadisti dell'Isis citata dal Site, che sottolinea come il sequestratore di Sydney un mese fa avesse dichiarato la sua 'sottomissione' al 'califfo' al Baghdadi, seppure in forma "inusuale".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 8:29 am

Ecco cosa si predica in moschea: "Allah contali e sterminali tutti"

I leader "dialoganti" condannano il terrorismo, ma nei luoghi di culto in Italia si incita alla violenza contro i "miscredenti"

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 82268.html

Qual è il confine tra islam moderato e islam violento? La linea di demarcazione spesso non è facilmente riconoscibile per un occidentale.

Non si tratta di distinguere solo tra terroristi e non, ma di considerare anche chi, seppure non protagonista di azioni criminose, predica la distruzione dell'Occidente o chi invece si batte per l'integrazione.

«È difficile distinguere - ammette l'imam di Torino Abdellah Mechnoune, presidente dell'Organizzazione islamica del mondo arabo ed europeo -. Guardiamo alle comunità francesi, per esempio. Molti sono scesi in piazza a Parigi per manifestare solidarietà dopo l'attentato, ma alcuni condannano il terrorismo solo a parole e non con il cuore. Sono, come dite voi italiani, ipocriti». Mechnoune invece non ha dubbi: «La vita è sacra, e nel Corano è scritto chiaramente».

Anche l'imam di Milano, il teologo Yahya Pallavicini, è sulla stessa lunghezza d'onda. «Se vogliamo definirlo con una battuta: l'islam è moderato, se non è moderato non è vero islam». Pallavicini ci tiene ad abbattere i luoghi comuni. «È inaccettabile che gli italiani siano definiti mafiosi. E allo stesso modo non si può generalizzare sui musulmani, anche se c'è chi fa un uso distorto della religione. I mafiosi sono criminali e lo sono pure questi sedicenti musulmani, anche se dicono di agire nel nome del Profeta». L'imam di Milano, che è anche vicepresidente della Comunità religiosa islamica d'Italia, fa un parallelo. «Hamas, per esempio, non è islam, ma un movimento che legittima l'uso della violenza per rivendicare un territorio. Confondere questi movimenti con l'islam e come confondere la mafia con gli italiani». Secondo gli esponenti del mondo islamico moderato va anche difeso il diritto alla libertà di espressione, come quello di Charlie Hebdo di pubblicare le vignette satiriche. «Criticare è un diritto, poi, quello che conta è la legge dello stato, che va rispettata», afferma Mechnoune. «Gli unici limiti alla libertà d'espressione sono la sensibilità e la legge - gli fa eco Pallavicini -. Secondo me, alcune vignette sono da criticare. La cosa bella della civiltà occidentale è che siamo liberi di esprimerci ma anche di criticare. Però il diritto di critica non significa uccidere un giornalista. Questa liberta è una conquista della nostra società e io, come musulmano e come europeo, sento che bisogna difenderla».

Ma non tutti i religiosi islamici la pensano così. Solo pochi mesi fa numerosi imam si sono distinti nel predicare odio proprio in Italia. A cominciare da Abdelbar Al-Rawdhi, imam di San Donà di Piave (cittadina in provincia di Venezia), che è stato espulso lo scorso agosto dal ministro dell'Interno perché considerato un pericolo per la sicurezza nazionale. «Oh Allah, porta su di loro ciò che ci renderà felici. Oh Allah, contali uno a uno e uccidili fino all'ultimo. Non risparmiare uno solo di loro», erano le parole del sermone del venerdì, nel quale incitava a sterminare gli ebrei. E che dire dell'imam bosniaco Bilal Bosnic, il quale lanciava appelli in rete ai giovani musulmani per unirsi all'Isis. Bosnic è un religioso che ha predicato in tutta Europa e ha tenuto i suoi confortanti sermoni anche a Cremona, Bergamo e Pordenone. «Tornerò in Italia per parlare di guerra santa e cercare finanziamenti. Conquisteremo il Vaticano - proclamava a fine agosto -. Il giornalista americano Foley era una spia. Uccidere in alcuni casi è giustificato». Per fortuna, il 4 settembre è stato arrestato. Non dimentichiamo poi l'imam di Cinisello Balsamo, nel Milanese. Usama El Santawy è un telepredicatore che inneggiava ai combattenti italiani nelle file della jihad. «Sono da onorare anche se, dicendo queste parole, sembra di giustificare il terrorismo - diceva quest'estate -. I musulmani vengono umiliati, quindi non ci si deve stupire se 50 italiani vanno a combattere nelle file dell'Isis».

Moderati e integralisti, due mondi diversi, quasi opposti uno all'altro. Eppure entrambi traggono ispirazione dal Corano. Chi ne è il vero interprete?



TAGLIARE LA TESTA AI CRISTIANI? LO ORDINA IL CORANO E COSI' FECE MAOMETTO
Non esiste un islam moderato (del resto chi se la sentirebbe di dire che esisteva un nazismo moderato?)

http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3413

di Luigi Santambrogio

La speranza, dicono, è sempre l'ultima a morire, anche davanti al boia. E uno ci prova davvero a credere che l'islam e Allah non c'entrino niente con i sanguinari tagliagole dell'Isis, con quelli che filmano le decapitazioni e li mettono nella top ten di You Tube, accanto all'ultima versione del Gangnam style o del bimbo che morde il dito al fratellino. Sono davvero in tanti, anche in buonissima fede, a sperare che l'islam non sia quel jihadista mascherato e vestito di nero che offre ad Allah la testa mozzata dell'infedele, che tra i musulmani esista una differenza tra moderati e fondamentalisti, che ci possa e ci debba essere spazio per il dialogo interreligioso e la reciprocità tra fedi diverse.
Si può provare a ridimensionare quelle estreme forme di denuncia che arrivano dalle voci più provocatorie dell'Occidente: il politico olandese Geert Wilders che paragona il Corano a Mein Kampf, le profezie sull'Eurabia alle porte della Fallaci, gli avvertimenti della scrittrice ebraica Bat Ye'Or. O il leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, che considera le preghiere in pubblico dei musulmani alla stregua della occupazione nazista in Francia durante la Seconda Guerra mondiale. Ma a spazzar via ogni illusione e volonterose aperture al dialogo, è la testa mozzata del reporter James Foley e quelle degli ostaggi catturati in Siria e Iraq o i cristiani caduti nelle grinfie delle milizie di Boko Aran.
La decapitazione è la pena preferita negli Stati islamici, come prevede il Corano. Rispetto all'utilizzo della spada è prevista una forma di clemenza per le donne condannate a morte. Possono scegliere la fucilazione, ma non perché la decapitazione sia considerata troppo violenta. La donna giustiziata in pubblico, se venisse decapitata, dovrebbe scoprire il collo. E questo sarebbe sconveniente. Un'altra eccezione è l'eventualità che, per reati violenti e particolarmente gravi, ad alcuni condannati possa essere inflitta la morte attraverso la crocefissione. Infine, ultima variante, la lapidazione per casi di adulterio.

IL CORANO AUTORIZZA A CALARE LA SPADA SULLE TESTE DEGLI APOSTATI E DEGLI INFEDELI
La pena di morte viene inflitta per tutti i reati che portano la "corruzione sulla Terra". Una definizione che lascia aperte infinite possibilità e che permette, a totale discrezione dei giudici, di far rientrare in questa categoria praticamente tutti i reati che un essere umano possa commettere. In Arabia Saudita, ad esempio, la si commina in caso di omicidio, violenza carnale, traffico di droghe, rapina a mano armata, apostasia, relazioni sessuali illecite (omosessuali ad esempio). I condannati vengono portati dalla polizia in una pubblica piazza, vengono loro bendati gli occhi, messi a piedi nudi, manette alle mani e inginocchiati verso La Mecca. Poi c'è l'esecuzione della pena (Qisas) al grido "Allahu Akbar!". Prima, però di essere passati alla scimitarra, i poveretti vengono drogati con tranquillanti. Di certo, i tagliagole dell'Isis non hanno usato questa gentilezza con i loro ostaggi e le centinaia di cristiani, yazidi o soldati dell'esercito regolare iracheno: il rito che però accomuna queste bestiali esecuzioni con quelle "legali" degli Stati islamici è l'invocazione alla grandezza di Allah. La formula è la stessa, che la decapitazione avvenga nelle piazze di Riad o nei deserti del Nord Iraq occupati dal Califfato.
Non è certo una causalità: la spada contro assassini, ladri o pervertiti è la stessa che il Corano autorizza a calare sulle teste degli apostati e degli infedeli. Anche nella Sharia (le norme religiose, giuridiche e sociali direttamente fondate sulla dottrina coranica), è narrata la storia di Maometto che è stato personalmente protagonista di efferati crimini, come la strage e la decapitazione di circa 700 ebrei a Medina. Fatti che i musulmani non smentiscono. Una delle raccolte dei detti (hadith) del profeta si intitola proprio "ll libro delle razzie", in cui si elencano oltre 60 guerre ad opera di Maometto". Il Profeta dell'islam fu un uomo di guerra. Esortò i suoi seguaci a combattere per la nuova religione da lui fondata e disse che Allah, il loro dio, aveva ordinato ai fedeli di imbracciare le armi. E lui stesso, anziché limitarsi a predicare la guerra, combatté in numerose battaglie. Nel corso di questi scontri Maometto articolò numerosi principi, che da allora i musulmani non hanno mai smesso di seguire. Dunque, se l'esempio vien dall'alto...

COSA DICE IL CORANO
Meglio, allora, far tacere le interpretazioni e dare la parola al sacro testo dell'islam.
Corano 5:33 «La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso».
Corano 8:12 «E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: "Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi! E ciò avvenne perché si erano separati da Allah e dal Suo Messaggero". Allah è severo nel castigo con chi si separa da Lui e dal Suo Messaggero».
Corano 47:4 «Quando [in combattimento] incontrate i miscredenti, colpiteli tra capo e collo finché non li abbiate soggiogati, poi legateli strettamente. In seguito liberateli graziosamente o in cambio di un riscatto, finché la guerra non abbia fine».
Corano 9:123 «O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi. Sappiate che Allah è con i timorati».
Corano 2:191 «Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti».
192 «Se però cessano, allora Allah è perdonatore, misericordioso».
193 «Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] ad Allah».
Corano 9:29 «Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati».
30 «Dicono i giudei: "Esdra è figlio di Allah"; e i nazareni dicono: "Il Messia è figlio di Allah". Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati! 31 Hanno preso i loro rabbini, i loro monaci e il Messia figlio di Maria, come signori all'infuori di Allah, quando non era stato loro ordinato se non di adorare un Dio unico».
Corano 8:15 «O voi che credete, quando incontrerete i miscredenti in ordine di battaglia non volgete loro le spalle».
16 «Chi in quel giorno volgerà loro le spalle, eccetto il caso di stratagemma per [meglio] combattere o per raggiungere un altro gruppo, incorrerà nella collera di Allah e il suo rifugio sarà l'Inferno. Qual triste rifugio!».
17 «Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava , per provare i credenti con bella prova. In verità Allah tutto ascolta e conosce».
Corano 8, 55-60 «Di fronte ad Allah non ci sono bestie peggiori di coloro che sono miscredenti e che non crederanno mai... Se quindi li incontri in guerra, sbaragliali facendone un esempio per quelli che li seguono, affinché riflettano».?
Corano 47,35 «Non siate deboli! Non offrite pace al nemico mentre avete il sopravvento! Dio è con voi e non vi frusterà nell'opere vostre. Quando poi saranno trascorsi i mesi sacri, uccidete gli idolatri dovunque li troviate, prendeteli, circondateli, appostateli ovunque in imboscate».

IL VERO ISLAM
Tutto questo è soltanto una deviazione dal vero islam? E il jihad è solo una guerra "spirituale e morale" tutta interiore? È la tesi di molti islamisti, intellettuali e capi di scuole che propongono una reinterpretazione del Corano in questa chiave, respingendo la versione maomettana intransigente e politica. Ma non sono certo in grado di condizionare lo strapotere che i gruppi più radicali e fondamentalisti hanno acquisito in questi anni, favorito anche dall'assenza di un'autorità unica legittimata a dare la corretta interpretazione delle scritture. In ogni modo, la riflessione teologica e politica non può certo chiudere gli occhi su un fatto difficilmente negabile: vero o no quello raffigurato dal Corano è l'islam esistente, reale e che si manifesta al mondo come ideologia il cui scopo è la sottomissione religiosa e politica del mondo. [...]

Nota di BastaBugie: si consiglia anche la lettura del seguente articolo
I DRAMMATICI APPELLI DEI VESCOVI IN IRAQ E IL SOSTANZIALE DISINTERESSE DELL'OCCIDENTE
E' urgente un intervento armato immediato per scongiurare l'eliminazione dei cristiani, ma da noi si prende a pretesto Papa Francesco per giustificare il silenzio e le omissioni
di Riccardo Cascioli
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3412

Titolo originale: «Tagliate la testa ai cristiani». Lo ordina il Corano
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22-08-2014
Pubblicato su BastaBugie n. 364
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Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 8:39 am

Giuliano Ferrara: «Militanti, non terroristi: seguono il Corano»

Intervista al direttore de «Il Foglio»: «Assistiamo alla bancarotta della Francia repubblicana e illuminista che finge di non capire per rinunciare a combattere»
di Pierluigi Battista
http://www.corriere.it/esteri/15_gennai ... 0c4c.shtml

Caro Giuliano Ferrara, lei che esorta a usare una «violenza incomparabilmente superiore» per sgominare i terroristi... «Alt, la fermo subito perché sta commettendo il solito errore.
Guardi questo articolo che ho appena finito di scrivere: Je suis Kouachi , Je suis Coulibaly .
Sono impazzito?
No, ma sono contrario a definirli terroristi.
Sono guerriglieri, combattenti, militanti islamici che applicano alla lettera la legge sacra fissata nei testi coranici. Erano ragazzi di strada, rapper che inseguivano un successo impossibile, con la testa confusa, uno di loro era riuscito addirittura a farsi ricevere da Sarkozy. Ma poi, con un processo di conversione guidato dalla rete di cellule in cui si predicano i precetti del purismo islamista, questi ragazzi trovano un senso, una missione. Si organizzano e si votano alla morte, quella degli infedeli da ammazzare e quella propria da sacrificare nel martirio. Come gli shàhid che si fanno esplodere davanti a una pizzeria di Tel Aviv o buttano già le Twin Towers schiantandosi con gli aerei».

E perché mai colpire una combriccola di vignettisti, di disegnatori che stavano preparando un nuovo numero di Charlie Hebdo ? «Ma come perché? Perché sono blasfemi, e nei regimi dove domina la legge islamica i blasfemi e gli “apostati” vengono condannati a morte o con le punizioni corporali. Proprio in questi giorni, nella “moderata” Arabia Saudita, sono partiti con la somministrazione di 50 frustate delle mille comminate contro il blogger Al Jafali, condannato a dieci anni di reclusione per “frasi irriverenti nei confronti del Profeta”. Ci vede questa grande differenza con i combattenti islamici che hanno compiuto la decimazione di quel covo di blasfemi che offendevano Maometto, profanando l’Islam con le loro vignette?».

È davvero impressionante questa corsa un po’ ipocrita alla negazione della radice islamica delle stragi di questi giorni.
Però è difficile non comprendere le ragioni di chi sta al vertice delle istituzioni come Hollande e certo non può fare la guerra a 5 milioni di musulmani francesi.
«Ma che c’entrano i 5 milioni di musulmani. Hollande nega l’evidenza e dice che le stragi di Parigi non hanno niente a che vedere con l’Islam?
È la bancarotta della Francia repubblicana e illuminista che finge di non capire per rinunciare a combattere.
Dovrebbero andare a lezione dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, che davanti alle autorità religiose dell’università di al Azhar ha chiesto una “rivoluzione” nell’Islam per “sradicare” il fanatismo: “È possibile che la nostra dottrina debba fare di tutta l’ umma una sorgente di pericolo, uccisioni e distruzioni per il resto del mondo?”. Un leader coraggioso».

Mentre si capisce la prudenza dei capi di Stato, sconcerta l’autocensura che ci infliggiamo noi dei media.
Sul New York Times hanno purgato la scena in cui i due assassini risparmiano la donna che apre loro la porta di Charlie Hebdo .
Loro dicono: «Non uccidiamo le donne ma devi convertirti all’Islam, leggere il Corano e coprirti».
Ma il giornale la stravolge così: «Non ti uccido, sei una donna. Ma pensa a quello che stai facendo. Non è giusto».
Perché? «Perché fanno parte di un mondo che deve nascondere la verità. Uno come Hollande, che si fa beccare con il casco integrale e le brioche per andare a trovare l’amante, incarna il tipo antropologico di una Francia giacobina che non ha più voglia di litigare con nessuno.
E il New York Times , un giornale che ammiro per la qualità della sua filosofia dell’informazione, è il tempio del progressismo e della gay culture , irriverente fino alla blasfemia nei confronti dei simboli cristiani, ma paralizzato dal senso di colpa dell’Occidente».

Cioè l’idea che l’Occidente sia solo imperialismo, sopraffazione, petrolio, oppressione delle minoranze? «Anche, ma soprattutto l’idea che sia colpevole di tutto ciò che c’è di orrendo nel mondo, compresa la barbarie omicida di chi si ribella al suo dominio. Per cui, se massacrano a colpi di kalashnikov gli scanzonati anarco-libertari di Charlie Hebdo la colpa non è dei combattenti islamici ma di Marine Le Pen, dell’islamofobia, di Eric Zemmour, dell’omofobia, del razzismo».

Marine Le Pen chiede la pena di morte, però. «Senta, io detesto la famiglia Le Pen, detesto con tutto il mio cuore la destra francese, con quel suo fondo sulfureo, gretto, venato di antisemitismo. Ma sono così esasperato dall’ipocrisia che se dovessi scegliere andrei alla manifestazione della Le Pen, piuttosto che sfilare in quella di Hollande in cui ci si rifiuta di dire la verità sull’Islam».

Che poi Ferrara, diciamo la verità, non è che lei in questi anni abbia mostrato di amare appassionatamente il mondo secolarizzato, irreligioso, laico, relativista. «Si sbaglia, il mondo libertario, libertino, liberale è il mio mondo. Ma vorrei che restasse un mondo complesso, in cui c’è l’autorità e anche la trasgressione, la disciplina e insieme la ribellione. Un mondo delle differenze, dove si può essere libertini e combattere l’orrore dell’aborto, stare nella modernità ma rifiutare la deriva disumanizzante della tecnoscienza». Un mondo che ha finalmente conquistato la separazione tra politica e religione. Una conquista grandiosa.
Lei ci tiene ancora? «Ma è ovvio.
Ci sono però due modi di intendere la distinzione tra politica e religione. Quello di Thomas Jefferson, dove il “muro di separazione” impedisce allo Stato di incarnare una religione e sancisce il diritto delle chiese di essere tante, varie, irriducibili a una religione di Stato.
L’altra è la versione francese, giacobina, che fa della stessa l aicité una religione di Stato totalitaria, che impone di abbassare le croci e di azzerare ogni simbolo religioso nelle scuole».
Intanto lei elogia al Sisi, certo non un fior di democratico. La democrazia come valore universale è bell’e finita. «No, la democrazia resta per me un valore universale. Ma è la realtà della democrazia che non è universale. Abbiamo tentato di esportare la democrazia ma ci vuole un impegno costante di un Occidente sicuro di sé, disposto a combattere e spendere tanti punti di Pil per il Pakistan, l’Iran, la Siria.
Invece battiamo in ritirata. E ci ritroviamo col califfato, con 200 mila morti in Siria, con Parigi a ferro e fuoco».
Nessuno vuole conoscere le storie dell’«internazionale degli invisibili», di quegli scrittori, giornalisti, vignettisti che sono spariti dalla circolazione perché braccati da una condanna a morte decretata dai fondamentalisti.

È la paura?
«È la paura che ho letto negli occhi di tante persone che amo e che stimo a partire dall’11 settembre. Una paura che si misura nella freddezza odiosa nei confronti dello Stato di Israele, dello Stato degli ebrei, degli ebrei in generale. Quando due anni fa, a Tolosa, Mohammed Merah, un franco-algerino, un combattente islamico come i fratelli Kouachi o Amedy Coulibaly, ha ammazzato davanti a una scuola ebraica tre bambini colpevoli semplicemente di essere ebrei, la reazione furono i soliti due minuti di lutto e poi via. Per i quattro assassinati nel supermercato kosher, nessuno ha lanciato l’hashtag #jesuisjuif come #jesuischarlie . Fa troppa paura».

11 gennaio 2015 | 10:34
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Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » gio gen 15, 2015 10:50 am

Sto ensemenio sensa creansa el pol butar el Cristo en croxe da ła fenestra …

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Xmith.png



http://www.corriere.it/cronache/14_agos ... e6d8.shtml

Si è spento a L’aquila, all’eta’ di 54 anni, per una grave malattia
Morto Adel Smith, il «nemico» del crocifisso nei luoghi pubblici
Divenne famoso nei primi anni Duemila per la sua battaglia contro la presenza di simboli sacri in scuole, aule giudiziarie, ospedali e seggi elettorali
di Redazione Online
È morto venerdì per una grave malattia Adel Smith, 54 anni, divenuto famoso nei primi anni Duemila per la sua battaglia contro la presenza di simboli sacri negli edifici pubblici, dalle scuole alle aule giudiziarie, dagli ospedali ai seggi elettorali, culminata con il lancio di un crocifisso dalla finestra dell’ospedale dell’Aquila. Il decesso è avvenuto intorno alle 6 proprio al «S.Salvatore», il nosocomio aquilano che lo aveva visto ricoverato anni fa.

Morto in una stanza senza crocifisso

Smith è morto in una stanza senza crocifisso. L’uomo, nato ad Alessandria d’Egitto da padre italiano e madre egiziana, con un nonno inglese, abitava a Ofena (L’Aquila). Lascia la moglie e tre figli. «È stato un coraggioso, che ha sempre utilizzato gli strumenti dell’ordinamento giuridico italiano per portare avanti le sue battaglie sui principi di libertà, in particolare di religione e della persona, contro qualsiasi forma di condizionamento anche subliminale - ricorda il suo avvocato, Dario Visconti - e mi riferisco ai simboli religiosi, e all’imposizione di simboli monoconfessionali specificamente».

Lanciò una croce dalla finestra di un ospedale

Numerosi i procedimenti giudiziari intentati e subiti da Smith. A gennaio 2006 fu condannato a 8 mesi di reclusione per vilipendio alla religione dopo aver gettato dalla finestra, tre anni prima, il crocifisso che si trovava nella stanza dell’ospedale dove era ricoverata sua madre. Prima ancora, nell’ottobre 2003, dopo un suo ricorso, il giudice del tribunale aquilano Mario Montanaro aveva emesso la sentenza-shock che imponeva la rimozione, entro 30 giorni, di qualsiasi simbolo religioso dalla scuola elementare e materna «Antonio Silveri» di Ofena, frequentata da due dei suoi figli. Nella stessa scuola, nel 2005, erano stati evitati il presepe e la recita natalizia, fatto che aveva suscitato molte polemiche
23 agosto 2014 | 09:34


http://www.adelsmith.altervista.org

Sto ensemenio sensa creansa el pol butar el Cristo en croxe da ła fenestra … e gnaon ghe fa gnente (almanco 8 mexi de condana lì ghe ga dà) se calkedon el butase el Coran da na fenestra łi xlameghi łi se sentaria en dirito e dover de coparlo.
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Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » lun gen 19, 2015 8:00 am

Terrorismo, imam inglese: “L’Italia è nel mirino, offese a Islam punite con morte”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... te/1349859

"Le nuove vignette di Charlie Hebdo sono un atto di guerra dell’Occidente" - ha spiegato ai microfoni del Tg1 Anjem Choudary, leader religioso residente a Londra, arrestato nei mesi scorsi per aver predicato odio nei suoi sermoni - onorare il Profeta è una questione di vita o di morte, la punizione per questo tipo di attacchi è la sentenza capitale"
di F. Q. | 18 gennaio 2015

Anche l’Italia è tra gli obiettivi dei fondamentalisti islamici. Lo ha detto l’imam radicale britannico, Anjem Choudary ai microfoni del Tg1. “Chi offende il Profeta è condannato a morte” e “anche l’Italia è nel mirino”, ha spiegato il leader religioso. Così “le nuove vignette di Charlie Hebdo sono un atto di guerra dell’Occidente”, ha aggiunto sottolineando che “se il vostro Paese continua a provocare il mondo islamico andando a portare aiuti al suo nemico o insultando il Profeta, ci saranno conseguenze anche da voi. Un giorno conquisteremo Roma. Vivrete tutti sotto la legge islamica. Lo so al 100%”.

“Onorare il Profeta è una questione di vita o di morte, la punizione per questo tipo di offese è la sentenza capitale”, ha detto ancora Choudary, ricordando che “anche il Papa ha detto che se offendi mia madre o mia sorella devi aspettarti un pugno”. Ma “qui si tratta di offese a qualcuno che tu onori molto di più di una madre”, ha aggiunto.

L’uomo, che era stato arrestato a Londra nei mesi scorsi per aver predicato l’odio nei suoi sermoni, il 13 gennaio si era scagliato contro la pubblicazione delle nuove vignette del settimanale satirico, spiegando che questa iniziativa di fronte a una corte della Sharia verrebbe condannata con la pena capitale: “E sono sicuro che ci sarà qualcuno da qualche parte che si farà giustizia con le proprie mani, è inevitabile”.

“I musulmani non credono nel concetto di libertà di espressione”, aveva spiegato Choudary il 9 gennaio, a due giorni dalla strage di Parigi. “In un mondo sempre più instabile ed insicuro – aveva aggiunto – le potenziali conseguenze per chi insulta il Messaggero Maometto sono conosciute dai musulmani e dai non musulmani”.


Moamen nol xe el profeta sacro prefario da Dio parké Dio o Allah nol ga prefarense e dir ke Dio el ga prefarense xe dir na bastiema contro Dio o Allah. Isteso xe dir ke Cristo el jera Dio parké fiolo de Dio, ma no xe vero parké tuti li omani li xe fioli de Dio o Allah (ma no li xe Dio o Allah) e lù nol ga prefarense par coalkeon, dir ke Dio o Allah el ga prefarense xe dir na bastiema.

Sto iman sensa creansa e ensemenio, ke predega odio e minaça morte e ke istiga a violar i diriti omani e çevili de l'oçidente e le lej dei nostri paexi oçidentali, el va meso en galera o mejo parà via par senpre o ciapà en ostajo come ke fa i criminali xlameghi. Sto omo el fa teroreixmo puro.

Cogna scouminsiar a far grandi manefestasion contro sta xente e contro el stermegno dei cristiani en Axia e Afrega; cogna boicotarli e ogni cexa crestiana ke li bruxa cogna scuminsiar a sarar na moskea.
Cogna far come ke ga fato l'Aostralia!
Sta xente la xe envaxa dal demogno, la xe pexo de l'ebola e de l'HIV. Cogna scouminsiar a armarse par defendarse, lè on dirito e on dovere.


El Papa el ga alsà el pugno a defexa de li cristiani persegoità e copà dai xlameghi en Axia e Afrega e mi ghe xontaria anca par tuti li omani del mondo ke no xe credenti, ke xe apostati e ke prasiò li vien persegoità e copà.

Cristiani in fuga dall'Iraq, nel mirino di Isis
I miliziani jihadisti sfondano nelle città del nord bruciando croci e chiese. Migliaia in fuga verso il Kurdistan.
Papa Francesco: "Dramma umanitario"

posting.php?mode=post&f=144
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » mar gen 20, 2015 9:11 am

La civiltà di Charlie Hebdo, la barbarie del razzismo, dell’islamofobia, del nazionalismo


http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... zionalismo

di Annamaria Rivera

Non sempre mi sono sentita in sintonia con Charlie Hebdo, che pure sin dalla giovinezza è stato tra i segni distintivi del mio habitus: quasi come le sigarette, il manifesto, il caffè zuccherato, i vestiti di color viola o verde, la borsa a tracolla, i monili d’argento, il trucco agli occhi, la bibliofilia… Dico “quasi” perché era un vizio che si poteva soddisfare in modo intermittente, quando si andava in Francia e ci si precipitava a comprarlo. Un vezzo i cui germi erano nel ’68, che amava Linus e le bandes dessinées, Wolinski come Reiser, Crepax e altri grandi disegnatori (più tardi, a perpetuare quel vezzo ci sarebbero stati Il Male e Cuore).

E’ stato, quello per Charlie Hebdo e in particolare per Charb, un amore tormentato. Mi son sempre piaciuti l’irriverenza e incompatibilità assolute, il gusto dello sberleffo trasgressivo e outré, l’insolenza scandalosa verso ogni potere e ideologia costituiti. E mai ho preteso, da loro, il politicamente corretto. Ma, quando, nel 2005, sopraggiunse l’affaire delle vignette danesi, che presto sarebbe diventato sanguinoso, mi disturbò un poco che Charlie pubblicasse non le sue ma quelle “caricature”, di cui alcune ricalcavano stilemi propri dell’iconografia antisemita. Che finisse per tener bordone, di fatto, al Jyllands Posten: cioè al quotidiano, dall’orientamento decisamente anti-immigrazione e anti-musulmano, che era la voce ufficiale del partito conservatore, allora al governo. E che in tal modo contribuisse – il mio Charlie! – a trasformare una vicenda minore in una controversia internazionale di portata esplosiva: centinaia di persone arrestate e decine uccise nel corso di manifestazioni di protesta.

Ad avermi riconciliata con Charlie, dopo questa parentesi, è stata l’ammirazione per il fatto che, pur detestati da reazionari, benpensanti, politici vari, pur minacciati per un decennio da islamisti fanatici, tutti loro avessero conservata intatta l’irriverenza verso fanatismi di ogni genere, anche verso quelli apparentemente laici, compresi i dogmi del profitto e del neoliberismo.

Oggi, provo un senso doloroso di lutto per l’orrenda carneficina e il suo epilogo da incubo (diciassette vittime in tre giorni), per il riattivarsi della violenza antisemita, per la perdita dei miei miti, per la mia cultura lacerata. Ma soprattutto per lo scenario tragico che si profila e per l’inadeguatezza dei nostri schemi e categorie a interpretare o almeno a cogliere in profondità il senso di ciò che è accaduto e che accadrà.

E’ anche per questo, non solo per lo choc, che ho esitato a prendere la parola: neppure la mia antropologia critica, una certa conoscenza dell’islam delle periferie, l’impegno più che ventennale contro il razzismo e l’islamofobia mi garantiscono strumenti sufficienti ad analizzare la pulsione di morte e il totalitarismo bellico che, esportati dall’Occidente in plaghe aliene (Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, Mali...), come per contraccolpo si riproducono da noi. ???

E’ per questo che non mi persuadono gli schemi precostituiti: quelli di tipo antimperialista-classico, quelli di genere complottista che dilagano sul web, ancor meno quelli che, facendo riferimento a Liberté, Egalité, Fraternité, tornano a concettualizzare in termini di Civiltà/Barbarie, di scontro di civiltà e, più in generale, di essenze e generalizzazioni arbitrarie. Tra queste, gli enunciati che evocano l’incompatibilità assoluta “tra laicità e religione, diritti individuali e norme comunitarie” che caratterizzerebbe in toto l’islam (opposizioni arbitrarie, anche perché antinomico a laicità non è religione, bensì clericalismo e/o fondamentalismo).

In realtà, ciò che si nomina è un islam immaginario, decontestualizzato e sottratto alla storia. Se è vero che esso ha conosciuto epoche, fasi, attualizzazioni, anche odierne, improntate a spirito di apertura e tolleranza, e orientate verso il rispetto delle minoranze e il riconoscimento dei loro diritti. Se è vero che ha prodotto un precoce illuminismo ante litteram con la filosofia di Ibn Khaldûn (XV sec.), uno dei padri fondatori della storiografia, della sociologia, dell’antropologia, la cui eredità arriva fino ai nostri giorni: basta citare studiosi come il rimpianto Mohamed Arkoum, filosofo e storico dell’islam, difensore strenuo di una laicità rinnovata, che non sia fondamentalista a sua volta.

La strage torna a riattivare, fra l’altro, l’immaginario alla Fallaci o alla Huntington, che polarizza Occidente/Oriente, The West and the Rest, secondo le rispettive figure del Bene e del Male: immaginario di cui si nutrono e profittano sia la destra reazionaria e razzista, sia le varie forme d’islamismo violento, in un perverso gioco di specchi. (E la sanca tałiana mondialista, statalista, clasista, nasionałista, castusal, antidemocratega, antidederal, çentrałista, parasidara, …)

In un volume collettaneo del 2002, da me curato (L’inquietudine dell’islam, Dedalo, Bari), che raccoglie i contributi del già citato Arkoum, del sociologo italo-iracheno Adel Jabbar, dell’antropologo svizzero-tunisino Mondher Kilani, del sociologo franco-iraniano Farhad Khosrokhavar (oltre al mio e a quello di Joceline Césari), scrivevo che il cosiddetto Occidente è atopico, poiché comprende tanto i centri della finanza internazionalizzata quanto gli sceicchi e i regimi legati al business petrolifero, con gli interessi e le strategie che perseguono: tra queste, il sostegno ai movimenti islamisti, anche di tendenza jihadista e takfirista, anche di stampo terrorista.

Già allora, in quel libro e altrove, analizzavamo ciò che Khosrokhavar definiva, in riferimento alla Francia, islam dell’esclusione. Ed è questa una delle tante chiavi (non certo la sola!) che potrebbe aiutarci a comprendere gli attentati di matrice islamista “a casa nostra”.

In assenza ormai, nei “quartieri difficili”, di agenzie di socializzazione e politicizzazione (tra queste, le sezioni del Pcf e della gioventù comunista, per esempio) nonché delle stesse istituzioni pubbliche, l’esclusione sociale e il razzismo producono, tra le giovani generazioni di origine immigrata, frustrazione e senso d’inferiorità e d’indegnità (???). A compensare e a trascendere questi sentimenti per riconquistare dignità, non vi sono più le grandi narrazioni del riscatto (el mito comounista del so kel vegnarà) e neppure, almeno per ora, un’estesa rivolta dei ghetti come quella che infiammò l’autunno francese del 2005.

Gli insulti più grevi (qualche mese prima Sarkozy aveva incitato a sanificare le cités col kärcher, per ripulirle dalla racaille, la feccia umana), la repressione e le misure di stampo coloniale furono le sole risposte che le istituzioni seppero dare alla grande questione sociale e culturale che quella rivolta, pur così scomposta, aveva squadernato.

Oggi il millenarismo di stampo jihadista o takfirista, con la sua immancabile componente antisemita, per quanto detestabile e criminale possa essere, può apparire attraente per reietti, emarginati e piccoli delinquenti alla ricerca di rivincita e affermazione del sé. Come nei casi non solo dei fratelli Kouachi ma anche di Mohamed Merah (il presunto autore degli attentati del 2012, anch’egli ucciso dalle forze speciali), la prigione può essere una scuola di fanatismo decisiva. A tal proposito, è notevole come l’esito delle stragi ricalchi il medesimo schema. Anche questa volta più di qualche dubbio è lecito a riguardo dell’efficacia o dello zelo dei servizi di sicurezza francesi: secondo Libération, da molti mesi la DGSI (Direzione generale della sicurezza interna) aveva smesso di sorvegliare i fratelli Kouachi, pur gravemente sospettati.

A esorcizzare questa tragedia non basterà certo la manifestazione oceanica dell’11 gennaio a Parigi, con la presenza di esponenti sommi d’istituzioni nazionali ed europee, di capi di stato e di governo, compresi i più reazionari e fascisti, e perfino del segretario generale della Nato. Per non dire che il fiume di retorica, l’ipocrisia dilagante, l’unanimismo, la pretesa di fare di Charlie Hebdo un simbolo della riscossa repubblicana sono esattamente il tradimento del suo spirito: che era e speriamo resti bête et mechant.

Questo unanimismo, ha dichiarato amaramente, in un’intervista per Les Inrocks, il disegnatore Luz, scampato alla strage, è utile a Hollande per rinsaldare la nazione e a Marine Le Pen per reclamare la pena di morte.

Da noi se ne gioverà soprattutto la destra, compresa Forza Italia, e in specie il blocco fascio-leghista. Entrambi vomitano, ormai quotidianamente, metafore belliche, odio contro gli alieni, fatwa contro il “multiculturalismo buonista”, proposte oscene come quella di ributtare a mare tutti i rifugiati e i migranti.

Domenica sera, mentre in piazza Farnese, davanti all’Ambasciata di Francia, una folla non troppo numerosa applaudiva alla bandiera che saliva sul pennone al suono della Marsigliese ma anche delle campane della chiesa vicina, ho pensato: “Tutto questo sarebbe pane per i denti di Charb…”.

(12 gennaio 2015)


Sta kì ła me da el voltastomego, gnanca na paroła su come ke vien tratà i cristiani entel mondo xlamego e tuto el mal ke vien da kel mondo lè colpa nostra oçidentali, cristiani e bianki!
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » mar gen 20, 2015 9:12 am

Coki “justisià da i criminałi de l’Isis

Ecco come l'Isis giustizia i gay
Due uomini gettati dal tetto di un edificio davanti alla folla. Motivo? Sono accusati di essere gay
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ecc ... 83712.html

Nico Di Giuseppe - Sab, 17/01/2015 - 15:04

Immagini oscene.
Due uomini gettati dal tetto di un edificio davanti alla folla.
Motivo?
Sono accusati di essere gay.
Così l'Isis "giustizia" i presunti omosessuali. Le foto sono ambientate in Iraq, nella provincia di Ninive. I terroristi islamici prima leggono la sentenza di morte, poi portano le due vittime in cima alla torre e infine gli sparano in testa e li spingono giù. Il tutto viene fatto in pubblico per terrorizzare le persone e obbligarle alla stretta obbedienza dei vari precetti islamici.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -lisis.jpg
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » mar gen 20, 2015 9:13 am

Isis uccide 13 bimbi, 'tifosi calcio'
E' successo in Iraq il 12 gennaio, il massacro in pubblico

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... 027e7.html

(ANSA) - WASHINGTON, 20 GEN - Uccisi in pubblico a colpi di mitragliatrice perché avevano guardato un match di calcio in tv: 13 ragazzini iracheni sono stati massacrati dalle milizie Isis per aver tifato la loro nazionale mentre giocava contro la Giordania (1-0) nell'ambito della Coppa d'Asia, tuttora in corso in Australia. Le uccisioni sono avvenute il 12 gennaio, ma la notizia si è appresa solo ieri sera. I ragazzini sono stati catturati dai jihadisti nel quartiere di al-Yarmuk, a Mosul, controllata ormai dall'Isis.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » mar gen 20, 2015 3:30 pm

Il jihadista: "Se continuate a offendere l'islam, attaccheremo Roma"

L'avvertimento di un jihadista, ex combattente in Siria: "In Europa è molto facile trovare 5 kalashnikov e puoi fare quello che vuoi, comprare passaporti falsi o imparare a fare una bomba"
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 84365.html
Francesco Curridori - Mar, 20/01/2015 - 10:00

“Jihad è la nostra guerra santa contro te stesso e contro tutti quelli che offendono la legge islamica.

Jihad semplicemente significa combattere i nemici dell’Islam”. A spiegarlo alle telecamere di Piazzapulita ieri su La7 è stato Ibrahim, un ex combattente dell’esercito libero siriano che ha combattuto contro Assad e che poi è fuggito in Olanda, passando con un passaporto falso per la Turchia che ormai è un colabrodo. “

Spesso – spiega lo jihadista - all’aeroporto sanno perfettamente che sei siriano, guardano il passaporto e lo timbrano sapendo che è falso. Sono assolutamente convinto che il governo turco sia consapevole di quello che succede ai suoi occhi”. È scappato dalla Siria per fuggire alle torture del regime di Assad che lo aveva imprigionato per aver organizzato manifestazioni antigovernative. Si dice molto deluso dai combattenti dell’esercito libero siriano perché “molti di noi volevano uno Stato dove si applicava la legge islamica ma loro volevano uno Stato secolarizzato”.

Secondo Ibrahim, infatti, “l’insegnamento del Profeta è prima di tutto cercare di convincere gli altri del tuo messaggio ma se loro rifiutano e ti attaccano, attaccali a tua volta e sii implacabile”. Ed è così che lo jhiadista giustifica le uccisioni in nome dell’Islam: “I giornalisti sono stati decapitati perché è stato provato che erano spie, gli yazidi adorano un diavolo e dunque per la legge del Profeta non possiamo accettarlo. Quanto ai bambini è giusto educarli ad avere un carattere forte, devono saperdifendersi e sopravvivere”. Per quanto riguarda quello che è successo in Europa Ibrahim definisce la manifestazione di Parigi “una crociata contro di noi” e discolpa l’Isis attribuendo la responsabilità ad Al Qaeda pur ammettendo che lo Stato Islamico abbia 300 uomini in Francia pronti a colpire.

“In Europa – racconta Ibrahim - è molto facile trovare cinque kalashnikov e puoi fare quello che vuoi, comprare passaporti falsi come me o aprire Google e imparare a fare una bomba. È una guerra e se tu uccidi ti devi aspettare che qualcuno uccida te”. Ibrahim difende a spada tratta lo Stato Islamico con capitale a Racca “dove la gente vive felice”, “dove si può applicare la legge islamica senza mediazioni” e dove “l’Isis sta creando ministeri, scuole, ospedali, centrali elettriche, banche” grazie anche all’aiuto di europei che vanno a Racca per contribuire “con le loro energie e i loro soldi”. “Voi – aggiunge - pensate che sia l’Isis a reclutare i ragazzi ma vi sbagliate, sono loro che ci cercano per andare nello Stato islamico. I ragazzi europei vanno a combattere a Racca perché odiano il doppiogioco dell’Europa. Se insistete a uccidere la nostra gente e a offendere la nostra religione in ognuno di noi può nascere l’odio e chiunque può fare qualsiasi cosa”. Anche attaccare Roma, come dice Al-Bagdadi: “Non dice Roma a caso, dice Roma perché c’è il Vaticano e finché il Vaticano non prende una posizione contro questa guerra vuol dire che è complice”. L’intervista si conclude con una sicurezza: “Il Profeta ha detto: Arriveremo”.
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Re: I crimini de l'Ixlam (el nasixmo rełijoxo)

Messaggioda Berto » mer gen 21, 2015 1:15 pm

Sorpreso a rubare, inneggia ad Allah e alla strage di Parigi

http://www.oggitreviso.it/sorpreso-ruba ... igi-105044

PADOVA
Ha inneggiato alla strage di Parigi avvenuta nella sede del giornale satirico 'Charlie Hebdo' un 24enne di origini tunisine arrestato oggi dalla polizia di Padova.
L'uomo è stato fermato dagli agenti dopo essere stato sorpreso a rubare dentro ad un cantiere edile. Dopo essere stato trasportato in cella di sicurezza dagli agenti di polizia, il 24enne ha dato in escandescenze insultando i poliziotti, inneggiando ad Allah e facendo riferimento agli attentati avvenuti a Parigi pochi giorni fa.
Il ventiquattrenne, con numerosi precedenti di polizia, era finito in carcere con l'accusa di rapina, resistenza, violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale.
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