Sabra e Chatila le colpe dei nazi maomettani

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Messaggioda Berto » ven set 18, 2020 7:40 pm

Sabra e Chatila le colpe e le responsabilità dei nazi maomettani impropriamente detti palestinesi.
viewtopic.php?f=188&t=2924
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sabra e Chatila le colpe dei nazi maomettani

Messaggioda Berto » ven set 18, 2020 7:41 pm

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Re: Sabra e Chatila le colpe dei nazi maomettani

Messaggioda Berto » ven set 18, 2020 7:41 pm

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Re: Sabra e Chatila le colpe dei nazi maomettani

Messaggioda Berto » ven set 18, 2020 7:42 pm

Paragoni improponibili: la mistificazione e le omissioni di Repubblica
Niram Ferretti
18 ottobre 2019

https://www.progettodreyfus.com/repubbl ... ila-curdi/
Come scrivere la storia inserendo la mistificazione e la distorsione nel tessuto degli eventi, creando paralleli improponibili. È ciò che fa il giornalista di Repubblica, Gianluca Di Feo rievocando in un articolo del 19 Ottobre scorso dal titolo “I curdi e la lezione di Sabra e Chatila”, il massacro omonimo per mano dei falangisti libanesi occorso durante la prima guerra del Libano del 1982, e accostandolo in modo totalmente improprio e tendenzioso all’offensiva turca nei confronti dei curdi avvenuta in questi giorni in Siria.

Il copione è identico, in maniera agghiacciante. Una nazione potente che invade all’improvviso un altro Paese piegato dalla guerra civile, ma solo per colpire una comunità precisa. Aerei che bombardano le città e carri armati che avanzano inarrestabili. Poi la tregua. I combattenti sconfitti consegnano le armi pesanti e vanno via. Con la garanzia americana che la popolazione sarà protetta.

L’avevano chiamata operazione “Pace in Galilea”, così come quella di oggi è stata battezzata “Fonte di pace”. Il 6 giugno 1982, mentre si giocavano i Mondiali di Spagna, l’esercito israeliano irrompe in Libano. Obiettivo dichiarato: creare una fascia di sicurezza sul confine, per impedire gli attacchi terroristici. Lo stesso che oggi viene ripetuto da Ankara: “Cacciare i terroristi lontano dalla frontiera”. Allora erano palestinesi, ora curdi.

Ed ecco, già qui, il primo raffronto fraudolento tra i curdi operativi in Siria e membri del YPG (Unione di Protezione del Popolo), il braccio siriano dell’PKK (il Partito dei Lavoratori del Kurdistan) e i “miliziani” dell’OLP guidati da Arafat.

Di Feo si guarda bene dallo specificare la differenza sostanziale tra operativi palestinesi dell’OLP e membri del YPG, e di cosa stessero facendo i primi nel paese in cui si trovavano, il Libano, perché, se lo facesse, dovrebbe raccontare la parabola di Arafat e dei suoi seguaci prima dell’operazione Pace in Galilea.

Dovrebbe ricordare una lunga storia di terrore e sedizione, di come quando l’OLP, “i palestinesi” si trovavano in Siria nel 1966, vennero cacciati per sovversione e terrorismo. Dovrebbe ricordare quando, cacciati dalla Siria e trasferitosi in Giordania tra il 1968 e il 1970 la usarono come principale piattaforma terroristica per attaccare Israele e di come, anche qui, nel 1970, si sentirono abbastanza forti per cercare di rovesciare il regime hashemita. La guerra civile che ne seguì li costrinse a fuggire. E qui giungiamo al Libano, dove, riprodussero lo stesso schema.

Nel 1975 si sentirono abbastanza forti per cercare di rovesciare il governo centrale di Beirut. A questo punto, Beirut per contrastare i “palestinesi”, ovvero i terroristi dell’OLP (definiti tali già dai siriani e dai giordani), dovettero ricorrere in aiuto alla Siria che occupò militarmente il Libano per fronteggiare l’emergenza.

Di Feo dovrebbe ricordare anche come l’OLP avesse creato in Libano uno Stato nello stato e fosse uno degli attori principali della guerra civile all’interno del paese e dovrebbe, di seguito, visto che si parla di massacri, rendere giusta memoria alle azioni gloriose dei “palestinesi”, come quelle avvenute a Damour il 20 gennaio del 1976 quando l’OLP macellò 584 civili e poi si diede al saccheggio del cimitero cristiano, esumando le bare e sparpagliando i cadaveri e gli scheletri in giro, per poi collocare un ritratto di Arafat armato sull’altare della chiesa.

Dovrebbe ricordare quello che accadde il 12 agosto del 1976 a Tel al-Zaatar quando la città venne sottoposta a un’orgia di stupri, mutilazioni e omicidi e dove vennero massacrati tra i 2000 e i 3000 civili. Di questo orrore abbiamo la diretta testimonianza di John Bulloch, corrispondente sul posto del The Daily Telegraph e certamente non di un amico di Israele, un altro celebre corrispondente inglese, Robert Frisk.

Dovrebbe ricordare di come Arafat, durante l’assedio alla parte occidentale di Beirut nel 1982, dove aveva creato una infrastruttura terroristica per attaccare la popolazione israeliana tramite il lancio di missili, avesse applicato la tecnica che anni dopo Hamas avrebbe fatto propria, collocando le postazioni militari vicino a ospedali, moschee, centri abitati.

Dovrebbe infine ricordare di come Israele venne costretto a invadere il Libano perché l’organizzazione terroristica di Arafat costituiva una minaccia concreta per la sicurezza dello Stato ebraico. Ma tutto ciò è, ovviamente, omesso. Ciò che il giornalista ricorda di Arafat e dei “palestinesi” è questa commovente fotografia:

I guerriglieri dell’Olp lasceranno il Libano, sotto la protezione di una forza internazionale a guida americana. Partono in più di 14 mila. I filmati ingialliti mostrano Yasser Arafat che si imbarca, alzando un ramoscello di ulivo come fosse un segno di vittoria.

Il ramoscello di ulivo alzato da un signore della guerra conclamato, e i guerriglieri dell’OLP, responsabili di stupri, mutilazioni, massacri, che se ne vanno come se fossero degli inermi, degli innocenti, costretti ad abbandonare il paese da una forza proterva e soverchiante.

I curdi, in Siria, non hanno neanche lontanamente fatto ciò che fecero i palestinesi in Libano dal 1975 al 1982, destabilizzato il paese per sette lunghi anni, massacrando una parte della sua popolazione, cercato di rovesciare il suo legittimo governo, e creando una struttura militare atta a colpire Israele a soli pochi chilometri di distanza.

I curdi si sono alleati con gli americani per sconfiggere l’ISIS, e la Turchia non è intervenuta in Siria come Israele intervenne in Libano, per rimettere ordine nel paese ed eliminarvi chi, dal 1964 aveva fatto della eliminazione dell’”entità sionista” la propria ragione d’essere. La Turchia è intervenuta pretestuosamente (i curdi in Siria non rappresentano alcuna minaccia immediata o diretta alla sicurezza turca) per impedire il consolidamento di una realtà curda in una regione non limitrofa, così come ha già fatto al proprio interno e in Iraq.

Ma Di Feo non è soddisfatto dal parallelo, deve, evocare Sabra e Chatila. I falangisti libanesi che massacrarono i rifugiati palestinesi nel campo mentre gli israeliani non impedirono il massacro, starebbero ai turchi a cui gli americani hanno dato il via libera per l’invasione nel nordest della Siria.

Paragone farraginoso e oscenamente sbilanciato. Gli israeliani non diedero nessun via libera ai falangisti libanesi di massacrare i palestinesi nel campo di Sabra e Chatila.

Fu una grave negligenza e una sottovalutazione del comando militare israeliano, così come stabilito dalla Commissione Khan, non considerare la sete di vendetta dei falangisti libanesi. L’Amministrazione Trump ha dato il via libera all’operazione militare turca, lasciando intenzionalmente i curdi esposti all’offensiva delle truppe. Differenza sostanziale.

La realtà dei fatti, la sua ragione d’essere, la profonda diversità dei contesti, delle situazioni, degli attori in scena, viene rimossa al fine di potere creare un parallelo improponibile, di trovare il modo di fare dei terroristi dell’OLP gli omologhi dei combattenti curdi al fianco degli Stati Uniti e delle vittime innocenti della furia falangista gli omologhi delle eventuali vittime della violenza turca, (“In Siria domani potrebbe succedere la stessa cosa, scrive il giornalista). Eventuali, sì, perché non c’è stato fortunatamente alcun massacro dei curdi da parte turca.

Su una pura eventualità si tira in ballo retrospettivamente Israele, convocandolo sul banco degli imputati in correo con gli Stati Uniti, per un massacro di cui non è stato direttamente responsabile, in rapporto a un massacro non avvenuto. Analogamente, si associano i terroristi dell’OLP che sventrarono un paese e furono cacciati precedentemente da altri due, ai combattenti turchi che hanno valorosamente combattuto contro l’ISIS.

È questo il risultato della mistificazione, degli accostamenti improponibili, che travisando la realtà dei fatti li piegano del tutto alla strumentalizzazione più grossolana.
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Re: Sabra e Chatila le colpe dei nazi maomettani

Messaggioda Berto » ven set 18, 2020 7:42 pm

Sabra e Chatila: il contesto e le conseguenze in Israele
17 Settembre 2016

http://www.linformale.eu/sabra-chatila- ... nseguenza/

Che cosa è stata davvero la strage di Sabra e Chatila? In quale contesto è avvenuta? Qual è stato il ruolo di Israele, ancora oggi accusato di complicità se non addirittura di essere l’esecutore della strage? E’ bene fare chiarezza e mettere in ordine gli eventi storici, soffermandosi anche sulle conseguenze in Israele.

I palestinesi dell’OLP, nel settembre del 1970, furono cacciati dalla Giordania a causa dei massacri dei terroristi di Settembre Nero e in seguito alla Guerra dei Sei Giorni; decisero, così, di trasferire armi (soprattutto) e bagagli in Libano, trasformando i propri campi in vere fortezze e in una sorta di Stato nello Stato, sul quale il governo del paese dei cedri non ebbe più alcun controllo.

Tra il 1971 e il 1975 la situazione degenerò al punto da sfociare in una vera e propria guerra civile, ed è bene ricordare un episodio di cui nessuno parla: il massacro nel villaggio di Damour, nel gennaio del 1976, dove circa 500 civili cristiani (uomini, donne, bambini) furono sorpresi nel sonno e trucidati dai palestinesi, che subirono la rappresaglia dei falangisti cristiani con l’assassinio di un centinaio di profughi catturati nel campo di al-Karantina.

Dai campi palestinesi partivano anche gli attentati contro i villaggi israeliani al confine settentrionale, così nel giugno del 1982 lo Stato ebraico, fermamente deciso a cacciare l’OLP dal Libano meridionale, varcò le frontiere, costringendo gli adepti del terrorismo a trincerarsi dentro Beirut.

La vittoria di Tsahal e il successivo spiegamento di una forza multinazionale d’interposizione fu salutata con entusiasmo dai libanesi cristiani, e un loro illustre combattente fu eletto alla carica di Presidente del paese: Bashir Gemayel, l’uomo della pace con Israele.

Quest’ultimo, un mese dopo, restò ucciso in un attentato terroristico palestinese, così i cristiani libanesi decisero di vendicarsi attuando una strage nel quartiere di Sabra e nel campo profughi di Chatila, nella parte occidentale di Beirut in mano israeliana, dove circa un migliaio di palestinesi furono sgozzati tra il 16 e il 18 settembre del 1982, senza che i soldati dello Stato ebraico posti a guardia intervenissero per fermare la mattanza.

Il resto del mondo inorridì e accusò Israele, che tuttavia non esitò a dimostrare il significato della sua democrazia: il governo di allora nominò una commissione d’inchiesta che seppe garantire la sua assoluta indipendenza e, senza subire condizionamenti dalla delicata situazione di politica interna ed estera, accertò la responsabilità oggettiva dei comandi militari e quella politica del governo. Tutti i responsabili riconosciuti colpevoli di non aver impedito la strage furono puniti esemplarmente e la crisi che ne derivò fece cadere il governo.

Odio chiama odio, violenza chiama violenza, guerra chiama guerra: tutti ne escono sconfitti. Soltanto riconoscendo i propri errori, adottando le misure necessarie per correggerli e per evitare che si ripetano si potrà sperare di scrivere, in futuro, nuovi capitoli di storia che abbiano per titolo la parola pace.
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Re: Sabra e Chatila le colpe dei nazi maomettani

Messaggioda Berto » ven set 18, 2020 7:42 pm

Informazione Corretta
Deborah Fait

http://www.raistoria.rai.it/articoli/il ... fault.aspx
http://www.informazionecorretta.com/mai ... nt=preview

"Periferia di Beirut. Uomini delle milizie cristiano-falangiste entrano nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila per vendicare l'assassinio del loro neoeletto presidente Bashir Gemayel. E inizia un massacro della popolazione palestinese che durerà due giorni. Con gli israeliani, installati a 200 metri da Shatila, a creare una cinta intorno ai campi e a fornire i mezzi necessari all'operazione. Il bilancio, secondo stime difficilmente verificabili, sarà di circa 3.000 vittime. Una grande manifestazione di protesta in Israele porta alla creazione di una commissione d’inchiesta che attribuisce ad Ariel Sharon la responsabilità del massacro, costringendolo a dimettersi da ministro della Difesa. Il 16 dicembre dello stesso anno, l’Assemblea generale delle Nazioni Uniti, nel condannare nel modo più assoluto il massacro, conclude “che il massacro è stato un atto di genocidio’’."

Dopo 34 anni ci risiamo e la Rai ricorda ancora Sabra e Shatila come un massacro programmato da Israele, reo di ogni cosa, secondo l'Occidente, così comprensivo verso il terrorismo palestinese con cui amoreggia appassionatamente soprattutto dopo la straodinaria vittoria dello Stato ebraico nella guerra dei 6 giorni. Tutto quello che è accaduto in Libano dal 1948 in poi porta invece a una verità politica che in pochi hanno il coraggio di ammettere, i media per primi, sempre pronti a reiterare le menzogne, a rinfrescarne la memoria e a nutrire anno dopo anno l'ostilità e l'odio contro Israele. Leggendo qua e là sul web si legge che i palestinesi si rifugiarono in Libano in seguito alla cacciata dalla Giordania! Cacciata? Scrivere semplicemente questo significa essere maledettamente bugiardi, privi di onestà intellettuale come sempre quando il soggetto sono quegli arabi detti erroneamente palestinesi.

E perchè furono cacciati lo vogliamo dire o no? La verità storica, non quella della propaganda, è che questi ultimi volevano rovesciare la monarchia di re Hussein e prendere il potere. Arafat voleva diventare presidente della Giordania e i suoi feddayn avevano creato in quel paese uno stato nello stato, i militanti dell'OLP giravano armati, creavano posti di blocco, raccoglievano tasse, estorcevano soldi a normali cittadini e commercianti, uccidevano, decapitavano mettendo in serio pericolo l'autorità del re. Dopo un tentativo di uccidere Hussein e alcuni dirottamenti aerei, i giordani si ribellarono e, il 27 settembre 1970, ebbe inizio la strage che prese il nome di Settembre Nero. I palestinesi furono massacrati e si pensa che il numero dei morti sia stato superiore a 10.000 ma nessuno ha mai saputo la cifra esatta. I membri di Al Fatah fondarono l'organizzazione terroristica Settembre Nero che in seguito perpetrò la strage di Monaco nel 1972. Dalla Giordania Arafat fu costretto a scappare in Libano dove riuscì a portare a termine l'obiettivo fallito in Giordania e praticamente prese il potere in un paese già indebolito da guerre civili, terrorismo e occupazione siriana, vendette sanguinose tra cristiani maroniti e musulmani. Arafat condusse per anni una condotta criminale facendo stragi di cristiani, predando la popolazione con tasse e attività mafiose.

A Damour i palestinesi ammazzarono gran parte della popolazione, decapitarono, stuprarono, incendiarono chiese, commisero ogni tipo di barbarie di cui nessuno ha mai parlato. La sabbia del deserto, complice l'Europa, ha coperto e continua a coprire le malefatte e tutti i crimini compiuti dai palestinesi. Non mi risulta che vi siano mai state commemorazioni per il massacro commesso dai questi ultimi a Damour e in tutto il Libano dove imperversavano come invasati assassini ammazzando i cristiani senza pietà e facendo incursioni in tutto il nord di Israele dove entravano nelle case dei civili per sgozzare, fucilare, terrorizzare gente innocente.

Dopo l'assassinio di Bashir Gemayel, leader e presidente eletto libanese, il 16 settembre 1982, le milizie cristiano falangiste guidate da Elie Hubeika entrarono nei campi di Sabra e Shatila che Israele aveva chiuso per impedire alle bande terroristiche di scappare. Hobeika, anzichè stanare i terroristi come promesso, fece uccidere ogni cosa che si muoveva aiutato in questo dagli stessi feddayn che si facevano scudo di donne e bambini come loro perversa abitudine. "Ma Israele condanno' Ariel Sharon e lo ritenne responsabile della strage", dicono. No, La commissione Kahan, nel 1983, concluse che diretti responsabili dei massacri erano state le Falangi libanesi sotto la guida di Hubeika e che la responsabilità di Sharon consisteva nel non averli previsti e nell'aver sottovalutato l'odio dei libanesi nei confronti dei palestinesi. Odio tanto grande che alla fine Arafat dovette letteralmente scappare dal Libano, protetto nella fuga dalla Marina israeliana, francese e inglese, per non essere linciato dalla folla scatenata.

Naturalmente, come è uso comune, il mondo intero si scagliò contro Israele, alcuni media italiani titolarono "Israele nazista" a caratteri cubitali in prima pagina, manifestazioni piene di odio antisemita furono organizzate in tutta Europa, in Israele vi furono manifestazioni della sinistra contro Sharon che si dimise da Ministro della Difesa. Elie Hubeika, mai processato e diventato in seguito anche ministro di vari Governi libanesi, fu ucciso in un attentato nel 2002 alla vigilia di una sua deposizione in un processo in Belgio per chiarire le proprie responsabilità nel massacro. Che strana coincidenza! I morti di Sabra e Shatila non furono 3000 come da anni giurano i palestinesi e i loro amichetti. Il procuratore capo dell'Esercito libanese in un'indagine sul massacro parlò di 460 morti. Secondo i servizi israeliani le vittime furono 700/800. Difficile considerarlo genocidio come decretò l'ONU ma si sa che la fantasia dei nemici di Israele è enorme. Dal 1948 ad oggi i palestinesi si sono decuplicati ma i loro protettori continuano ancora a parlare di "genocidio palestinese".

Mi riesce sempre molto difficile capire quale tipo di perversione psicologica porti a questo tipo di ragionamento, forse la parola giusta è mistificazione, turpe, spudorata mistificazione. Consiglierei a chi legge di aprire il link: http://veromedioriente.altervista.org/a ... europa.htm per avere un'idea di quello che è stato, cronologicamente, il terrorismo arabo-palestinese in Europa e in Medio Oriente, terrorismo mai condannato, che ha portato a una enorme mostruosità storica: trasformare gli assassini in vittime, i terroristi in eroi e martiri per la libertà agli occhi amorevoli dell'occidente e la vera vittima, Israele, assediato da sempre, costretto a difendersi dal giorno della sua ri-fondazione, insultato, condannato e dipinto come carnefice. Mai nella storia è stata commessa una simile immorale ingiustizia!
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Re: Sabra e Chatila le colpe dei nazi maomettani

Messaggioda Berto » ven set 18, 2020 7:43 pm

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Re: Sabra e Chatila le colpe dei nazi maomettani

Messaggioda Berto » ven set 18, 2020 7:44 pm

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