Islam e islamici dove sta il problema?

Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » lun ago 05, 2019 7:19 am

Stato islamico, annunciate nuove armi per colpire i nemici di Dio
Franco Iacch - Ven, 05/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/sta ... LHKnhI1xZo

Lo Stato islamico potrebbe diffondere dei kit da assemblare o da replicare con delle stampanti 3D per costruire dei droni da utilizzare con effetti devastanti nel contesto urbano

Nel nuovo numero del settimanale al-Naba, lo Stato islamico annuncia l’imminente impiego di nuove armi per colpire i nemici di Dio. Il ruolo della Commissione per l'Immigrazione e la Logistica nella strategia di logoramento.


Il 189esimo numero di al-Naba

"Le nuove armi per combattere il male ed i nemici di Dio"

Puntuale come sempre, il 189esimo numero del settimanale al-Naba è stato diffuso nella notte appena trascorsa. Trovano copertura gli attentati avvenuti in Nigeria e Tunisia, cosi come riportata la scheda del terrorista Abdul Rahman Mabsout (rivendicato dopo un mese l'attentato avvenuto a Tripoli). Nella infografica conutenuta nel 189° numero di al-Naba (tra qualche ora potrebbe essere tradotta dai simpatizzanti), lo Stato islamico rivendica 66 operazioni tra il 27 giugno ed il 4 luglio. Impossibile confermare tali dati. La copertura su al-Naba, contatore delle operazioni aggiornati al 4 luglio, indicherebbe che il 189esimo numero è stato chiuso poche ore fa. Soffermiamoci sull’approfondimento dedicato alle “nuove armi per combattere il male ed i nemici di Dio”. Lo Stato islamico annuncia l'imminente utilizzo di nuove armi. Al-Naba non indica un paese specifico dove tali (presunte) armi saranno impiegate. E' probabile, tuttavia, che tali rudimentali razzi (come quelli mostrati su al-Naba), potrebbero avere un probabile impiego in Siria ed Iraq. Un utilizzo di tali sistemi d'arma nelle città occidentali è più che improbabile. Nonostante le capacità dimostrate in questi anni, sarebbe molto difficoltoso per la Commissione per l'Immigrazione e la Logistica, garantire la disponibilità di razzi in una città come Roma o Londra. Si legge su al-Naba.

“Dovere dei musulmani, è prestare attenzione a tutti i nuovi sistemi che possano garantire degli immediati benefici. Tali tecnologie non possono essere esclusiva pertinenza degli infedeli. Per superare le fortificazioni nemiche, combattere il male e colpire i nemici di Dio, sono necessarie risorse umane, finanziarie e materiali”.

Più che una credibile capacità missilistica di proiezione, lo Stato islamico annuncia che sta concentrando risorse per nuovi, applicabili e funzionali sistemi d'arma. Cerchiamo di fare chiarezza. Tali proclami non sono nuovi. Nel dodicesimo numero di Rumiyah, ad esempio, lo Stato islamico annunciò l'utilizzo di nuove armi e tattiche nella battaglia di Raqqa. Lo Stato islamico ha sperimentato con successo una serie di nuove e mortali variazioni dei V-BIED (che abbiamo più volte in questi anni). I terroristi hanno compiuto notevoli progressi anche nel campo della radiofrequenza degli IED e nella conversione dei droni commerciali con carico bellico. La domanda da farci è capire che tipo di asset possa garantire la Commissione per l'Immigrazione e la Logistica ai suo seguaci in Occidente.


Stato islamico, la Commissione per l'Immigrazione e la Logistica

Il compito della Commissione per l'Immigrazione e la Logistica dello Stato islamico, è quello di ospitare ed equipaggiare i foreign fighter e garantire supporto logistico a tutti i distaccamenti di sicurezza (interni ed esterni). Le capacità della Commissione sono rimaste intatte anche dopo la perdita dei territori in Iraq e Siria, poiché strutturate su catene di approvvigionamento nascoste. Abu Hassan al Muhajir ha fatto riferimento proprio a tali capacità. La Commissione per l'Immigrazione e la Logistica è stata elaborata nel principale testo operativo di al Qaeda, Management of Savagery: The Most Critical Stage Through Which the Umma Will Pass. Scritto da un certo Abu Bakr Naji è stato pubblicato nel 2004. In base alle nostre valutazioni, la Commissione per l'Immigrazione e la Logistica (teorie degli effetti nel mondo reale del modello insurrezionale dinamico che ha preso il posto all'organizzazione centralizzata), supervisiona direttamente i Distaccamenti di Monitoraggio annunciati dallo Stato islamico. La stagione estiva potrebbe darci altre informazioni sul modus operandi della Commissione per l'Immigrazione e la Logistica e dei Distaccamenti di Monitoraggio nella strategia di logoramento. Secondo al-Naba, i Distaccamenti di Monitoraggio sarebbero attivi anche sul suolo europeo. Da rilevare che che negli ultimi numeri di al-Naba non si fa riferimento ad alcuna nazione in particolare, ma si invitano i mujaheddin a fare ricorso alle guide dei distaccamenti di monitoraggio per ottenere informazioni.


Armare i terroristi

Come sempre, meglio immaginare e sbagliare, ipotizzando possibili scenari che essere privi di fantasia. Dobbiamo immaginare nel tentativo di prevedere ed anticipare. Le guide a prova di idiota su come realizzare degli IED fatti in casa ed attacchi incendiari, sono già state diffuse su al-Naba. Fin dal 2015 lo Stato islamico ha immesso sulla rete numerosi guide per la riconversione offensiva dei droni commerciali. Come è noto tutti le componenti UAV sono facilmente accessibili per una tecnologia non più esclusiva degli attori statali. Secondo la nostra ipotesi, la Commissione per l'Immigrazione e la Logistica potrebbe concentrarsi sul processo di stampa in 3D per realizzare dei droni. Lo sciame robotico improvvisato diventerà principale asset per eserciti regolari, terroristi ed insorti. Nel contesto urbano, un attentato combinato potrebbe avere effetti devastanti. Considerando che in diversi episodi lo Stato islamico ha utilizzato la medesima configurazione ad ala fissa (modificabile in base alla disponibilità dell'utente come ad esempio per la scelta della propulsione e la batteria), la diffusione dei kit da assemblare o da replicare con delle stampanti 3D è assolutamente probabile.
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Messaggioda Berto » lun ago 05, 2019 7:20 am

Immigrato marocchino pesta a sangue cane e padrone
Rosa Scognamiglio - Gio, 01/08/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 3opZkKeZhM

Un immigrato clandestino ha aggredito e pestato a sangue un uomo di 51 anni, di Bologna, mentre era a spasso col suo cane. Denunciato per lesioni personali

Immigrato marocchino pesta a sangue un uomo mentre porta a spasso il cane.

Questo l'ennesimo episodio di violenza efferata per mano di un clandestino ai danni di un 51enne emiliano. Stando alle prime informazioni trapelate sulla vicenda, l'aggressore sarebbe già noto alle forze dell'ordine per precedenti analoghi.

Erano le 22.30 dello scorso martedì. Come ogni sera, da routine, un uomo di 51 anni, originario di Bologna, porta il suo cane a spasso per il centro del capoluogo emiliano. I due passeggiano per le vie della città, soli e indisturbati. È un momento di totale relax, sia per il padrone che per il suo affezionato cucciolo. Camminano dalle parti di Via Baracca, in zona Ospedale Maggiore, quando, d'improvviso, qualcuno interrompe quei piccoli, preziosi attimi di pace. Si tratta di un ragazzo, un immigrato marocchino, che senza una lucida spiegazione, comincia ad inveire verbalmente contro l'indifesa bestiola. Frasi completamente dissennate, imprecazioni e minacce dirette al cane.

Il 51enne, colto di sorpresa, chiede allo straniero di quietarsi e allontanarsi. Lo fa utilizzando toni civili e pacati, onde evitare che la situazione degeneri. Ma lo straniero è fuori di sé ed incalza. Anzi, alla gentile richiesta dell'uomo, risponde con calci e pugni a tutta randa. Scoppia la rissa. Il padrone tenta di fare scudo al cane e, per questo nobile comportamento, viene pestato a sangue dal delinquente, palesemente su di giri. Le urla di dolore della vittima mettono in allarme i passanti occasionali della notte che, senza esitazione alcuna, allertano la polizia e il soccorso sanitario. Il marocchino, invece, se la dà a gambe levate.

Il 51enne, ferito in ogni parte del corpo, viene trasportato in ospedale ma, per fortuna, non riporta danni di entità grave o irreversibile. L'aggressore, un immigrato marocchino di 29 anni con precedenti penali alle spalle, un rimpatrio e un foglio di via dal comune di Bologna, viene subito individuato dalle forze dell'ordine e condotto in questura con l'accusa di lesioni personali.
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Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » lun ago 05, 2019 7:20 am

Rapallo, il parroco di Sant'Anna scrive al Comune: «Gruppi di islamici sul sagrato della chiesa»
Don Arzeno ha diffidato il Secolo XIX dal diffondere il contenuto della lettera inviata alll'amministrazione e alle forze dell'ordine: «Ragazzi irrispettosi, papà talvolta ubriachi, aggressioni verbali»
Silvia Pedemonte
04 Agosto 2019

https://www.ilsecoloxix.it/levante/2019 ... uefvgeB17s

Rapallo - Sul sagrato della chiesa parrocchiale di Sant’Anna «abbiamo una presenza straordinaria di famiglie in maggioranza islamiche le cui mamme sono indifferenti di fronte al comportamento irrispettoso dei ragazzi, e i papà, talvolta in stato di ebbrezza, spesso aggrediscono (per ora) verbalmente sia il parroco che i volontari che custodiscono il sagrato». Don Aurelio Arzeno, parroco di Sant’Anna, lo scrive testualmente in una lettera inviata all’amministrazione comunale rapallese, alla polizia locale e alle forze dell’ordine. Chiedendo provvedimenti. Fra cui un maggior controllo delle forze dell’ordine, nella fascia serale dalle 21 alle 23.30. E pure la recinzione degli spazi, con transenne da mettere dalle 8 di sera alle 8 di mattina.

Nella missiva don Aurelio Arzeno elenca tutta una serie di problemi. Come la presenza di tossicodipendenti: «Sul fianco della chiesa in fronte al negozio “Arcaplanet” la scalinata di uscita di sicurezza dei box ogni sera è frequentata da tossicodipendenti che hanno lordato le scale con sangue, urine» scrive, il don. Ma l’accento, è posto, in due passaggi differenti, in particolare sugli stranieri. Con il riferimento preciso alle mamme islamiche, nella parte iniziale della lettera. E con la sottolineatura che «qualche volta si è dovuto provvedere a cancellare scritte in lingua araba sul sagrato e sulla facciata della chiesa», in un altro capoverso della missiva.

Rapallo città multietnica per eccellenza della Riviera: gli stranieri residenti sono 3.300, a fronte di una popolazione che ondeggia poco al di sotto dei 30 mila abitanti. E nel quartiere di Sant’Anna, che è uno dei più densamente abitati in città, l’incidenza sale ancora. Don Aurelio Arzeno ha fatto sapere di essere rimasto «sconcertato» che Il Secolo XIX sia venuto a conoscenza della lettera. E ha direttamente mosso un legale, diffidando Il Secolo XIX dalla divulgazione del contenuto della stessa, che è protocollata in forma riservata in Comune a Rapallo e che è stata inviata anche alle forze dell’ordine e alla polizia locale.

Nel mentre, a intervenire è uno dei volontari della chiesa di Sant’Anna, Gianrenato De Gaetani, colonna del Centro Aiuto alla Vita con sede proprio a Sant’Anna: «Su cento madri che aiutiamo, con i loro bambini, l’ottanta per cento sono musulmani. Che non si faccia polemica ora su una cosa non vera. C’è massima volontà di incontro e di relazione nella nostra parrocchia. Con tutti. Il nodo sono le aree esterne che, diversamente dai parchi in città, restano sempre aperte».

Lo scrive anche don Arzeno, chiedendo le transenne: a Rapallo tutti i parchi cittadini di notte sono chiusi «e soltanto quello parrocchiale è aperto, poiché al momento della costruzione del complesso parrocchiale le autorità competenti non hanno dato il permesso di realizzare una recinzione perimetrale». Da qui la richiesta di affiancare ai cartelli che già ci sono anche le transenne «con chiusura perimetrale degli accessi con opportune transenne da installare dalle 20 alle 8 con cartello informativo anche delle sanzioni per i trasgressori». Un modo per circoscrivere la zona. E c’è chi fra gli abitanti ha già sentito il don, agli altoparlanti, di notte, invitare le persone ad andare via da quella che va considerata come «una proprietà privata».
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Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » lun ago 12, 2019 7:56 am

La Francia sta lentamente precipitando nel caos
Guy Millière
11 agosto 2019

https://it.gatestoneinstitute.org/14705 ... tando-caos

Il presidente francese Emmanuel Macron non dice mai di essere dispiaciuto per coloro che hanno perso un occhio o una mano. Piuttosto, ha chiesto al parlamento francese di approvare una legge che abolisce quasi completamente il diritto alla protesta e la presunzione di innocenza, e che consente l'arresto di chiunque, dovunque, anche immotivatamente. La legge è stata approvata. (Foto di Kiyoshi Ota - Pool/Getty Images)

Parigi, Champs-Élysées, 14 luglio. Giorno della presa della Bastiglia. Poco prima dell'inizio della parata militare, il presidente Emmanuel Macron percorre il viale a bordo di un'auto militare per salutare la folla. Migliaia di persone si sono radunate lungo la strada al grido di "Macron dimettiti!", fischiando e lanciando insulti.

Al termine della sfilata, poche decine di persone fanno volare dei palloncini gialli e distribuiscono dei volantini con su scritto: "I gilet gialli non sono morti". La polizia li disperde, rapidamente e con fermezza. Poco dopo, arrivano centinaia di anarchici "Antifa", lanciano in aria le barriere di sicurezza poste in strada, per erigere barricate, accendere fuochi e distruggere le vetrine di molti negozi. La polizia ha difficoltà a padroneggiare la situazione, ma verso sera, dopo qualche ora, ripristina la calma.

Poche ore dopo, migliaia di giovani arabi delle banlieue si ammassano nei pressi dell'Arc de Triomphe. Sono lì per "festeggiare" a modo loro la vittoria di una squadra di calcio algerina. Molte vetrine vengono distrutte, molti negozi saccheggiati. Le bandiere algerine sono ovunque. Campeggiano slogan del tipo: "Lunga vita all'Algeria", "La Francia è nostra", "Morte alla Francia". I cartelli con i nomi delle vie vengono rimpiazzati da altri cartelli che riportano il nome di Abd El Kader, il leader religioso e militare che ha combattuto contro l'esercito francese all'epoca della colonizzazione dell'Algeria. La polizia si limita a reprimere la violenza nella speranza che non dilaghi.

Verso mezzanotte, tre leader del movimento dei "gilet gialli" escono da una stazione di polizia e dicono a un giornalista televisivo che sono stati arrestati la mattina presto e trattenuti per il resto del giorno. Il loro avvocato afferma che non hanno fatto nulla di male e che sono stati arrestati solo "preventivamente". Il legale sottolinea che una legge approvata nel febbraio scorso consente alla polizia francese di arrestare chiunque sia sospettato di partecipare a una manifestazione di protesta; non è necessaria l'autorizzazione da parte di un giudice e non è possibile presentare ricorso.

Venerdì 19 luglio, la squadra di calcio algerina incassa un'altra vittoria. Altri giovani arabi si radunano nei pressi dell'Arc de Triomphe per nuovi "festeggiamenti". Il danno è addirittura maggiore rispetto a otto giorni prima. Le forze di polizia sono più massicce; non fanno quasi nulla.

Il 12 luglio, due giorni prima del Giorno della presa della Bastiglia, diverse centinaia di migranti illegali clandestini privi di documenti entrano nel Pantheon, il monumento che ospita le tombe degli eroi che hanno avuto ruoli importanti nella storia della Francia. Lì i migranti annunciano la nascita del movimento dei "gilet neri". Chiedono la "regolarizzazione" di tutti gli immigrati illegali sul territorio francese e alloggi gratuiti per ciascuno di loro. La polizia è presente, ma rifiuta di intervenire. La maggior parte dei manifestanti se ne va pacificamente. Alcuni che insultano la polizia vengono arrestati.

La Francia oggi è un paese alla sbando. Tensioni e illegalità continuano a guadagnare terreno. Il disordine è diventato parte della vita quotidiana. I sondaggi mostrano che una grande maggioranza di intervistati boccia il presidente Macron. Sembrano detestare la sua arroganza ed essere inclini a non perdonarlo. Sembrano essere risentiti del suo disprezzo nei confronti dei poveri; del modo in cui ha schiacciato il movimento dei "gilet gialli" e del fatto che Macron non ha prestato la minima attenzione alle più piccole richieste, come il diritto di indire un referendum come quello tenutosi in Svizzera. Macron non può più andare da nessuna parte senza correre il rischio di suscitare rabbia da parte dei cittadini.

Pare che i "gilet gialli" abbiano smesso di manifestare: in troppi sono stati mutilati o sono rimasti feriti. Il loro malcontento, tuttavia, è ancora acceso. Sembra in attesa di esplodere di nuovo.

La polizia francese appare feroce quando si occupa dei manifestanti pacifici, ma riesce a malapena a impedire a gruppi come "Antifa" di provocare la violenza. Pertanto, "Antifa" ora si presenta alla fine di ogni manifestazione. La polizia francese sembra essere particolarmente cauta quando ha a che fare con i giovani arabi e con i migranti illegali. La polizia ha ricevuto ordini. Gli agenti sanno che i giovani arabi e gli immigrati clandestini potrebbero creare rivolte su vasta scala. Tre mesi fa, a Grenoble, la polizia stava inseguendo alcuni giovani arabi in sella a una moto rubata, che erano accusati di furto. Durante la fuga, hanno avuto un incidente. Ne sono seguiti cinque giorni di disordini.

Il presidente Macron sembra un leader autoritario di fronte agli indigenti contrariati. Non dice mai di essere dispiaciuto per coloro che hanno perso un occhio o una mano o che hanno subito un danno irreversibile al cervello a causa dell'estrema brutalità della polizia. Piuttosto, ha chiesto al parlamento francese di approvare una legge che abolisce quasi del tutto il diritto di manifestare, la presunzione di innocenza e che consente l'arresto di chiunque, dovunque, anche immotivatamente. La legge è stata approvata.

A giugno, il parlamento francese ha approvato un'altra legge, punendo severamente chiunque dica o scriva qualcosa che potrebbe contenere "incitamento all'odio". La legge è così vaga che un giurista americano, Jonathan Turley, si è sentito in dovere di reagire. "La Francia", egli ha scritto, "è ora diventata una delle maggiori minacce internazionali alla libertà di parola".

Ma Macron non sembra autoritario con gli anarchici violenti. Di fronte ai giovani arabi e ai migranti illegali, appare decisamente debole.

Sa cosa ha detto nel novembre 2018 l'ex ministro dell'Interno, Gérard Collomb, mentre dava le dimissioni dal governo:

"In Francia, le comunità sono sempre più in conflitto tra loro, un conflitto che sta diventando molto violento (...) oggi viviamo fianco a fianco, ma temo che domani potremmo ritrovarci gli uni contro gli altri".

Macron sa anche cosa ha detto l'ex presidente François Hollande dopo aver concluso il suo mandato presidenziale: "La Francia è sull'orlo della partizione".

Macron sa che la partizione della Francia esiste già. La maggior parte degli arabi e degli africani vive nelle no-go zones, separate dal resto della popolazione, dove si accetta sempre meno la presenza di non arabi e non africani. Non si definiscono francesi, tranne quando affermano che la Francia apparterrà a loro. Dalle notizie emerge che la maggior parte di loro nutre un profondo rifiuto della Francia e della civiltà occidentale. Un numero crescente sembra porre la propria religione al di sopra della cittadinanza; molti sono radicalizzati e pronti a combattere.

Macron sembra non volere combattere. Piuttosto, ha deciso di rabbonirli. Persegue senza esitazione i suoi piani per istituzionalizzare l'Islam in Francia. Tre mesi fa, è stata creata l'Associazione musulmana per l'Islam di Francia (AMIF). Una sezione di questa associazione si occuperà dell'espansione culturale dell'Islam e della "lotta contro il razzismo anti-musulmano". Un altro ramo sarà responsabile dei programmi di formazione degli imam e della costruzione delle moschee. Questo autunno verrà istituito un "Consiglio degli imam di Francia". I principali leader dell'AMIF sono (lo erano fino a poco tempo fa) membri dei Fratelli Musulmani, un movimento designato come organizzazione terroristica in Egitto, Bahrein, Siria, Russia, Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti – ma non in Francia.

Macron è a conoscenza dei dati demografici, i quali indicano che in Francia la popolazione musulmana aumenterà in modo significativo nei prossimi anni. (L'economista Charles Gave ha scritto di recente che entro il 2057, la Francia avrà una popolazione a maggioranza musulmana.) Macron può constatare che presto sarà impossibile per chiunque essere eletto presidente senza contare sul voto musulmano, pertanto, agisce di conseguenza.

A quanto pare, Macron si rende conto che il malcontento che ha dato vita al movimento dei "gilet gialli" è ancora lì. Pensa che la repressione sarà sufficiente per prevenire ulteriori insurrezioni e non fa nulla per porre rimedio alle cause del malcontento.

Il movimento dei "gilet gialli" è nato da una rivolta contro le imposte eccessivamente elevate sul carburante e contro le severe misure prese dal governo contro le auto e i conducenti. Tali misure includevano limiti di velocità ridotti – 80 km/h sulla maggior parte delle autostrade – e più autovelox; un sensibile aumento delle sanzioni e complessi e costosi controlli annuali dei veicoli a motore. Le imposte francesi sui carburanti di recente sono aumentate di nuovo e ora sono le più alte d'Europa (il 70 per cento del prezzo pagato al distributore di benzina). Altre misure ancora in vigore, prese contro le auto e i conducenti, sono particolarmente dolorose per coloro che hanno difficoltà economiche. Questi ultimi sono già stati cacciati dalle banlieue dai nuovi arrivati intolleranti e ora sono costretti a vivere e – a recarsi in auto – ancora più lontano dal luogo di lavoro.

Macron non ha preso alcuna decisione per porre rimedio alla disastrosa situazione economica in Francia. Quando è stato eletto, tasse, imposte e oneri sociali rappresentavano quasi il 50 per cento del prodotto interno lordo. La spesa pubblica rappresentava il 57 per cento del Pil (la più elevata tra i paesi sviluppati). Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo era quasi del 100 per cento.

Tasse, imposte, oneri sociali e spesa pubblica rimangono allo stesso livello di quando Macron è arrivato all'Eliseo. Il rapporto debito/Pil è del 100 per cento ed è in crescita. L'economia francese non crea posti di lavoro. La povertà rimane assai elevata: il 14 per cento della popolazione guadagna meno di 855 euro al mese.

Macron non presta attenzione al crescente disastro culturale che sta colpendo anche il paese. Il sistema scolastico si sta sgretolando. Una percentuale crescente di studenti si diploma alle scuole superiori senza sapere scrivere una frase priva di errori, rendendo incomprensibile tutto ciò che scrivono. Il Cristianesimo sta scomparendo. La maggior parte dei francesi non musulmani non si definisce più cristiana. L'incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame de Paris è stato ufficialmente considerato un "incidente", ma è solo uno dei tanti edifici religiosi cristiani del paese che di recente sono stati distrutti. Ogni settimana le chiese vengono vandalizzate nell'indifferenza generale dei cittadini. Solo nella prima metà del 2019, ne sono state bruciate 22.

La principale preoccupazione di Macron e del governo francese non sembra essere il rischio di rivolte, il malcontento dei cittadini, la scomparsa del Cristianesimo, la situazione economica disastrosa o l'islamizzazione e le sue conseguenze. La loro preoccupazione maggiore è il cambiamento climatico. Sebbene la quantità di emissioni di anidride carbonica della Francia sia infinitesimale (meno dell'1 per cento del totale globale), la lotta contro "il cambiamento climatico indotto dall'uomo" sembra essere la priorità assoluta di Macron.

Una ragazza svedese, Greta Thunberg, 16 anni – nonché guru della "lotta per il clima" in Europa – è stata di recente invitata all'Assemblea nazionale francese dai membri del parlamento che appoggiano Macron. La giovane ha tenuto un discorso, assicurando che la "distruzione irreversibile" del pianeta inizierà molto presto. Ha aggiunto che i leader politici "non sono abbastanza maturi" e hanno bisogno di lezioni impartite da bambini. I parlamentari che appoggiano Macron hanno applaudito calorosamente. Greta ha ricevuto il Prix Liberté, un premio appena istituito e che verrà assegnato ogni anno alle persone impegnate "nella lotta a difesa dei valori in cui credettero coloro che sbarcarono in Normandia nel 1944 per liberare l'Europa". È probabilmente ragionevole supporre che nessuno di coloro che sbarcarono in Normandia nel 1944 pensava che stesse combattendo per salvare il clima. Questi piccoli dettagli, tuttavia, sembrano sfuggire a Macron e ai parlamentari che lo appoggiano.

Macron e il governo francese sembrano anche non preoccuparsi del fatto che gli ebrei – spinti dall'intensificarsi dell'antisemitismo, e comprensibilmente preoccupati delle sentenze giudiziarie pervase dallo spirito di sottomissione all'Islam violento – continuano a fuggire dalla Francia.

Kobili Traore, l'uomo che uccise Sarah Halimi nel 2017 salmodiando sure coraniche e gridando che gli ebrei sono Sheitan (che in arabo sta per "Satana") non è stato dichiarato colpevole. Pare che Traore prima dell'omicidio avesse fumato cannabis, pertanto i giudici hanno deciso che non era responsabile delle sue azioni. L'uomo sarà presto scarcerato; cosa succede se fuma di nuovo cannabis?

Poche settimane dopo l'uccisione di Sarah Halimi, tre membri di una famiglia ebrea erano stati aggrediti, torturati e tenuti in ostaggio nella loro abitazione da un gruppo di cinque uomini, secondo i quali "gli ebrei sono ricchi" e "devono pagare". Gli uomini furono arrestati. Erano tutti musulmani. Il giudice ha stabilito che le loro azioni "non erano antisemite".

Il 25 luglio 2019, in occasione della partita disputata a Strasburgo dalla squadra di calcio israeliana Maccabi Haifa, il governo francese ha limitato a 600 il numero dei tifosi israeliani presenti nello stadio. Migliaia di persone avevano acquistato il biglietto aereo per recarsi in Francia e assistere alla partita. Il governo francese ha inoltre vietato ai tifosi di sventolare le bandiere israeliane durante la disputa calcistica o in altrove in città. Tuttavia, in nome della "libertà di espressione", il dipartimento francese dell'Interno ha consentito lo svolgimento di manifestazioni anti-israeliane davanti allo stadio, e l'utilizzo di bandiere palestinesi e di striscioni con su scritto: "Morte a Israele!". Alla vigilia della partita, in un ristorante nei pressi dello stadio, alcuni israeliani sono stati brutalmente aggrediti. "Le manifestazioni contro Israele vengono approvate in nome della libertà di espressione, ma le autorità vietano ai tifosi del Maccabi Haifa di alzare la bandiera israeliana, è inaccettabile", ha dichiarato Aliza Ben Nun, ambasciatore di Israele in Francia.

L'altro giorno, un aereo pieno di ebrei francesi che hanno lasciato la Francia è arrivato in Israele. Altri ebrei francesi se ne andranno presto. Il trasferimento degli ebrei in Israele comporta sacrifici: alcuni agenti immobiliari francesi sfruttano il desiderio di molte famiglie ebree di lasciare il paese, acquistando e vendendo le loro proprietà immobiliari a un prezzo molto inferiore al loro valore di mercato.

Il mandato presidenziale di Macron scadrà nel maggio 2022. Numerosi leader dei partiti di centrosinistra (come il Partito Socialista) e di centrodestra (Les Républicains) si sono uniti a La République en marche, il partito fondato da Macron due anni fa. Successivamente, il Partito Socialista e Les Républicains hanno subìto un crollo elettorale. Il principale avversario di Macron nel 2022 sarà probabilmente lo stesso del 2017: Marine Le Pen, la leader del populista Rassemblement national.

Sebbene Macron sia ampiamente impopolare e detestato, probabilmente utilizzerà gli stessi slogan del 2017: che lui rappresenta l'ultimo bastione della speranza contro il "caos" e il "fascismo". Ha un'ottima chance di essere rieletto. Chiunque legga il programma politico di Rassemblement national può vedere che Marine Le Pen non è fascista. Inoltre, chiunque analizzi la situazione in Francia potrebbe chiedersi se la Francia non abbia già iniziato a precipitare nel caos.

La triste situazione che regna in Francia non è poi così diversa da quella di molti altri paesi europei. Alcune settimane fa, un cardinale africano, Robert Sarah, ha pubblicato un libro, Le soir approche et déjà le jour baisse (Si fa sera e il giorno ormai volge al declino). "Alla radice del crollo dell'Occidente," egli scrive, "c'è una crisi culturale e d'identità. L'Occidente non sa più chi sia, perché non sa e non vuole sapere chi lo ha formato, chi lo ha costituito, come è stato e com'è. (...) Questa auto-asfissia conduce naturalmente a una decadenza che apre la strada a nuove civiltà barbariche".

Questo è esattamente ciò che sta accadendo in Francia e in Europa.

Guy Millière, insegna all'Università di Parigi ed è autore di 27 libri sulla Francia e l'Europa.
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Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » ven ago 23, 2019 9:04 pm

Germania: Turchi insultano e attaccano una donna del posto perché porta gonna troppo corta
23 Agosto 2019

https://www.islamnograzie.com/germania- ... zJMch_XSV0

Martedì sera intorno alle 20:00 due gruppi hanno litigato fisicamente nel Rheinpark di Duisburg.

Lo stile di abbigliamento di una donna di 50 anni è stato criticato da una turca di 20 anni che trovava la gonna della donna di Duisburg troppo corta e, secondo le testimonianze, le ha chiesto perché mai faceva vedere le sue gambe in quel modo.

D’altra parte, la donna in disaccordo con le usanze culturali della ventenne e dei suoi amici: ha ribadito chiedendo a gran voce perché nel loro gruppo le donne e gli uomini siedevano separatamente.

Le differenze culturali delle persone coinvolte inizialmente ha portato a una discussione verbale che è poi sfociata in una rissa.
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Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » dom set 29, 2019 11:27 am

Venezia, gli islamici a scuola: "Date carne halal ai nostri figli"
Sergio Rame - Dom, 29/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... Ijev5OdXqM

Nuove polemiche per i menu delle mense scolastiche. A Mestre un gruppo di genitori bengalesi chiede carne halal per i propri figli

"In mensa vogliamo che ci sia carne halal per i nostri figli". La richiesta di un gruppo di genitori musulmani sta sollevando una polemica feroce in una scuola di Mestre, in provincia di Venezia.

Nei giorni scorsi, come riporta il Gazzettino, la richiesta è stata avanzata durante una riunione di presentazione delle classi di prima elementare. Non è la prima volta che succede in Italia. L'anno scorso, per esempio, la stessa diatriba ha travolto due istituti alle porte di Milano in seguito alla decisione di eliminare la carne di maiale e favorire il pollo al posto del manzo, il cous cous e le polpette di ceci.

Al primo gennaio, secondo le più recenti stime, pubblicate nel XXVIII Rapporto Immigrazione 2018-2019 di Caritas e Migrantes, i cittadini stranieri musulmani residenti in Italia risultano circa 1 milione e 580mila. Rispetto all'anno prima sono cresciuti del 2%. Un incremento minimo, se vogliamo, ma costante. A questi, poi, vanno ad aggiungersi gli italiani convertiti all'islam. Negli ultimi anni queste comunità hanno iniziato a fare pressione sul sistema scolastico perché venga introdotta nel menu della mensa anche la carne halal, preparata cioè secondo le norme della legge islamica. L'ultimo caso, come raccontato da Filomena Spolaor sul Gazzettino in edicola oggi, è avvenuto nel plesso della scuola primaria "Cesare Battisti" di via Cappuccina, a Mestre, dove alcuni genitori bengalesi ha appunto avanzato la richiesta alla dirigente scolastica Michela Manente durante la riunione di presentazione delle classi di prima elementare.

La scuola primaria "Cesare Battisti", che fa parte dell'istituto comprensivo "Giulio Cesare", ha un'altissima percentuale di figli di immigrati tra i banchi. Quest'anno supera il 64%. E non è l'unica a Mestre. Stando ai dati pubblicati dal Gazzettino, all'istituto comprensivo "Francesco Querini" si sfiora il 56%, mentre all'istituto comprensivo "Filippo Grimani" si arriva a superare il 50%. Percentuali che ritroviamo anche in scuole di periferia o dell'hiterland in città popolose come Milano, Torino o Roma. I problemi delle classi "ghetto" sono ormai noti da anni. Nel capoluogo lombardo, stando al report pubblicato l'anno scorso dal Giornale, tra le dieci scuole dove la percentuale di alunni stranieri supera il 60% ci sono la primaria di piazza Gasparri (72,5%), via Crespi (67,5%), via Russo (65,1%), via dei Narcisi (64,3%), via Dolci (62,3%), via Console Marcello (62,2%), via Giacosa (60,5%) e via Ravenna e via Scialoia (entrambe al 60,1%). D'altra parte la Lombardia è la Regione con più alunni stranieri d'Italia. E così già l'anno scorso si sono presentate le prime richieste di introdurre la carne halal nelle mense delle scuole.

Alla scuola primaria "Cesare Battisti", non potendo garantire cibi halal, la dirigente Manente ha consigliato alle famiglie musulmane di "richiedere sul modulo di iscrizione al servizio mensa un menù senza carne". "In questo modo - ha spiegato al Gazzettino - possono integrarla durante la cena serale". In questo modo, però, il problema è stato soltanto aggirato. E sicuramente si ripresenterà presto.


Alberto Pento
Purtroppo è un problema che se non si affronta a monte bandendo l'Islam come ideologia/fede/pratica politico religiosa nazi-maomettana, disumana e criminale (un po' come stanno facendo in Cina) non puoi far finta che non vi sia e continuare a lungo a negare/impedire queste costumanze.
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Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » lun set 30, 2019 6:58 am

Il portavoce dei talebani: "Non accetteremo mai la vostra democrazia"
Fausto Biloslavo
29 settembre 2019

https://it.insideover.com/reportage/ter ... J7FYUwj6Xk

“Salaam Aleikum”, la pace sia con te, sono le prime parole che scambiamo con Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani. Il megafono dei miliziani jihadisti risponde, pure con qualche parola in inglese, a un cellulare afghano. Poche ore prima dell’apertura dei seggi per scegliere il nuovo presidente non si tira indietro e annuncia attacchi a valanga.

Cosa pensate delle elezioni presidenziali?

“L’Afghanistan è occupato dagli americani. Non esiste alcuna reale elezione perché il governo è fantoccio. Noi abbiamo fin dall’inizio annunciato che non riconosciamo il voto e i risultati. Ed è pronto un piano di attacco militare in tutto il Paese. Per questo abbiamo invitato la popolazione a non recarsi alle urne”.

Dopo l’annuncio del presidente americano che ha dichiarato «morto» il negoziato di pace cosa avete intenzione di fare?

“La nostra storia dimostra che siamo pronti a combattere ancora per 100 anni contro gli americani. Non esiste alcun dubbio che continueremo la lotta per l’indipendenza”.

Però nei giorni scorsi una delegazione talebana è stata accolta a Pechino. Il processo di pace può venire riesumato?

“Chiedete agli americani se hanno ancora la volontà di discutere di pace. Per quanto riguarda altri Paesi vogliamo mantenere contatti con la Cina e con la Russia. Per il futuro dell’Afghanistan teniamo aperte due porte: la nostra delegazione a Doha, in Qatar, pronta a negoziare e le forze sul terreno per combattere duramente”.

Quanto territorio afghano controllate?

“Il governo di Kabul controlla le città e può contare su dei posti di blocco sulle strade principali, ma noi siamo forti nell’entroterra da Nord a Sud, da Est a Ovest. Dopo 18 anni siamo decisi a continuare la Jihad (guerra santa)”.

Se il capo di Stato uscente Ashraf Ghani o lo sfidante Abdullah Abdullah vinceranno le elezioni siete disposti a negoziare con il nuovo presidente?

“Non intendiamo parlare con governi fantoccio, ma direttamente con i burattinai americani. Se in futuro delle personalità politiche afghane vogliono venire a discutere con noi sono benvenute, ma non i membri dell’esecutivo”.

Uno degli ostacoli del processo di pace è la vostra relazione con i terroristi della rete Haqqani, Al Qaida e la presenza dello Stato islamico in Afghanistan. Cosa risponde?

“La rete Haqqani è una forte alleata e il figlio del fondatore è il numero due del movimento talebano. Al Qaida era presente in Afghanistan ed i suoi uomini hanno combattuto al nostro fianco, ma sono tornati a casa. Daesh (lo Stato islamico nda) è una creazione americana, che combatte contro di noi”.

Vi siete scontrati con lo Stato islamico?

“I loro uomini hanno alzato la testa in alcune province, ma ne abbiamo uccisi molti. Sono ancora presenti lungo la linea Durand (confine con il Pakistan nda) e li stiamo combattendo”.

Se tornerete a Kabul potete garantire che non ci sarà un nuovo 11 settembre?

“Non eravamo noi a pilotare gli aerei dell’11 settembre. La nostra garanzia è che rispetteremo i Paesi vicini e lontani se loro rispetteranno noi”.

Cosa pensa della presenza delle truppe italiane a Herat?

“Mi dispiace molto che un importante Paese come l’Italia lavori sempre per gli americani. Dovete ritirarvi dal nostro paese. Chiunque venga armato in Afghanistan è un nostro nemico”.

Volete tornare a Kabul con la forza delle armi o con la pace?

“Prima di tutto puntiamo al negoziato. Non vogliamo il bagno di sangue, ma se gli americani continueranno a non trattare, arriveremo nella capitale con la forza».

Qual è la vostra condizione principale per la pace?

“Basta occupazione: tutte le truppe straniere devono ritirarsi”.

È vero che volete tornare all’Emirato cambiando il nome della Repubblica afghana?

“Lo deciderà il popolo, ma la condizione più importante è avere un reale governo islamico e l’applicazione della Sharia”.

Molti afghani sostengono che se tornate a Kabul dovete accettare le regole democratiche. La democrazia può convivere con la Sharia talebana?

“Negli ultimi 40 anni abbiamo sacrificato milioni di afghani per la legge islamica. Non accetteremo mai le idee e la democrazia occidentali”.

In copertina, alcuni rappresentanti talebani durante i colloqui di pace
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Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » gio ott 10, 2019 9:24 pm

Quel grido "Pakistan!". Poi l'attacco ai ragazzi e le molestie alle ragazze
Federico Garau - Lun, 30/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 6vjEWUA-jY

Il racconto di una testimone: "Erano in cinque con accento straniero, presumibilmente pakistani, ubriachi e barcollanti. Hanno infastidito due ragazze, poi uno di loro si è avventato contro un giovane seduto con altri amici"

Episodio di aggressione avvenuto nella serata di sabato a Trieste, per la precisione in piazza Sant'Antonio.

Qui, secondo quanto riferito da alcuni testimoni al quotidiano "Trieste Caffè", un gruppo di stranieri, probabilmente pakistani, avrebbero molestato due ragazze sedute su una panchina, per poi prendersela con alcuni giovani del posto. Il fatto si sarebbe verificato intorno alle 22.00.

"Un gruppo di cinque ragazzi dall’accento straniero, presumibilmente pakistani, la gran parte ubriachi e barcollanti, ha iniziato ad infastidire insistentemente due giovani ragazze sedute su una panchina", ha raccontato una signora. Le molestie non sono fortunatamente andate avanti, spiega la testimone, in quanto insieme alle ragazze si trovava un cane che ha reagito abbiando furiosamente contro gli stranieri, facendoli allontanare.

Ormai fuori controllo, il branco avrebbe allora rivolto la propria attenzione su un gruppo di ragazzi seduti a poca distanza. "Uno dei cinque stranieri si è avventato, senza il benché minimo razionale motivo, contro uno dei tre giovani, gli altri quattro gli hanno dato man forte. Uno dei due amici dell’aggredito ha cercato di intervenire a supporto dell’amico. Di tutta risposta il gruppo degli ubriachi ha iniziato ad urlargli scontro, a schernirlo", prosegue il racconto della signora.

Dal momento che la situazione stava degenerando, la donna, che si trovava insieme al marito, ha deciso di intervenire. "Mio marito si è messo accanto a loro cercando di difendere il tre giovanissimi, di tutta risposta è stato schernito da due ubriachi. Nel frattempo sono arrivati altri loro amici, si sono raggruppati a parte iniziando ad urlare “Pakistan, Pakistan”, andandosene poi via. Da avere davvero paura", conclude la testimone.

Non è chiaro se sul posto siano o meno intervenute le forze dell'ordine. A quanto pare il gruppo di stranieri potrebbe essere responsabile anche di altri disordini causati nelle vicinanze della piazza. Poco tempo dopo, infatti, una coppia sarebbe stata aggredita da un branco di extracomunitari. Probabilmente le stesse persone.

Le indagini degli inquirenti sono in corso.
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Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » gio ott 10, 2019 9:24 pm

Funzionario fa strage in prefettura, 5 morti. La polizia: "Si era convertito all'Islam"
Secondo "Le Parisien" l'accoltellatore, ucciso dagli agenti, era un amministrativo della direzione intelligence. Ma non indaga l'antiterrorismo. Fermata anche la moglie
03 ottobre 2019

https://www.repubblica.it/esteri/2019/1 ... qXHgr99GlY

PARIGI - Un uomo ha aggredito mortalmente con un coltello in ceramica alcuni agenti di polizia nella prefettura sull'Ile-de-la Cité, nel cuore di Parigi, a due passi da Notre Dame. L'uomo è stato ucciso dal fuoco degli agenti e diversi poliziotti sono rimasti feriti. I morti sarebbero almeno cinque, compreso l'assalitore. E' successo intorno alle 13.

L'aggressore sarebbe un agente amministrativo della direzione intelligence della prefettura di polizia responsabile di compiti informatici e amministrativi con 20 anni di esperienza. Secondo una fonte citata da Le Figaro, aveva 45 anni, era nato a Fort-de-France e aveva una disabilità.


Secondo fonti citate da Bfm-tv, gli inquirenti sembrano "privilegiare la pista di un conflitto interno" piuttosto che un'azione di stampo terroristico. Secondo la ricostruzione di Le Figaro l'aggressore avrebbe aggredito una sua collega, un'agente del settore amministrativo della prefettura di Parigi. Armato di un pugnale in ceramica, ha prima accoltellato la poliziotta vicino al suo ufficio, poi ha cominciato a camminare in altre zone del commissariato, uccidendo un secondo agente nel suo ufficio, un altro sulle scale e un altro ancora nel cortile.

Sul posto è arrivato il presidente francese Emmanuel Macron "per mostrare il suo sostegno e la sua solidarietà a tutto il personale". Il ministro degli Interni Christophe Castaner, che sarebbe dovuto partire per la Turchia, ha rinviato la sua visita per raggiungere la prefettura. Tutti i ponti intorno all'Ile-de-la Cité sono stati chiusi. Su Twitter, la Ratp - la società che gestisce i trasporti pubblici parigini - ha annunciato la chiusura della stazione Cité, sulla linea 4 della metropolitana, come "misura di sicurezza".

Qualche ora dopo l'aggressione è stata fermata la moglie dell'uomo che ha ucciso 4 persone nella prefettura di Parigi. Lo ha riferito la procura di Parigi. La donna è musulmana, scrive il sito di Le Figaro citando testimoni del quartiere in cui vivono. Secondo l'emittente Bfm Tv anche l'aggressore si era convertito all'Islam da un anno e mezzo. Gli inquirenti hanno perquisito la sua abitazione, la procura di Parigi è in "costante contatto" con i procuratori anti-terrorismo, ma resta al momento incaricata dell'inchiesta.



Parigi: 27 funzionari Polizia denunciati per radicalizzazione islamica
lunedì, 21, ottobre, 2019

http://www.imolaoggi.it/2019/10/21/pari ... skCz43B35I

Parigi – 27 agenti di polizia sono stati denunciati per radicalizzazione dal 3 ottobre, il giorno della strage alla Prefettura di polizia di Parigi, quando un conertito all’islam ha ucciso cinque persone. Lo riporta BFMTV.

Tre dei 27 funzionari segnalati sono oggetto di richieste di sospensione da parte del prefetto di polizia, ma il loro destino non è stato ancora deciso, afferma BFMTV. Nel frattempo due poliziotti sono stati disarmati: il primo era un capitano di polizia di 39 anni assegnato alla squadra di controllo; il secondo, un agente che lavorava alla stazione di polizia di Villeneuve-la-Garenne, nell’Hauts-de-Seine.

Il ministro degli interni Christophe Castaner ha dichiarato il 10 ottobre di ritenere che “i poliziotti si devono assumere la responsabilità di denunciare i fenomeni di radicalizzazione”. “Queste denunce devono essere semplificate e rese anonime per essere in grado di andare avanti”, ha risposto Fabien Vanhemelryck, segretario generale di Alliance-Police National.

Nel suo omaggio agli agenti di polizia assassinati da Mickaël Harpon, Emmanuel Macron aveva nel frattempo chiamato tutti i cittadini a “vigilare” per “scoprire a scuola, al lavoro, nei luoghi di culto, vicino a casa, i piccoli gesti che potrebbero significare una deviazione dai valori della Repubblica “. Ha promesso che una “lotta implacabile” sarebbe stata condotta “contro il terrorismo islamista”.
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Re: Islam e islamici dove sta il problema?

Messaggioda Berto » gio ott 10, 2019 9:25 pm

"Imparate Corano o vi picchio". Imprenditore finisce in carcere
Aurora Vigne - Gio, 10/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... GXYvjoG_Qo

Finisce con una condanna per maltrattamenti il processo che ha visto imputato un libanese di 52 anni. L'uomo costringeva i figli a imparare il Corano a memoria e stalkerizzava la moglie

Obbligava i figli a imparare i versetti del Corano a memoria e maltrattava la moglie, di fede cattolica.

E così, al termine di un lungo e faticoso processo, è stato condannato a tre anni un libanese di 52 anni per maltrattamenti in famiglia. La donna, una dirigente di un'organizzazione dell' Onu, è intervenuta pà volte durante il processo raccontando gli anni di sofferenza vissuti con l'uomo, un imprenditore.

Come riporta Il Corriere, all'inizio della loro storia l'uomo ha fatto credere di essere una persona aperta allo scambio culturale, e soprattutto privo di pregiudizi riguardo alla fede professata dalla moglie 45enne . Ma all'arrivo di alcune difficoltà economiche, il libanese è cambiato ed è diventato sempre più autoritario, costringendo la sua famiglia a vivere in un incubo.

Al centro delle accuse c'è il fatto che l'uomo obbligava i figli a imparare a memoria i versetti del Corano, imponendo con la forza la sua cultura e religione. Inoltre, non voleva in alcun modo che i bambini seguissero la fede cattolica della madre. E poi le attenzioni sempre più insistenti alla moglie: un controllo sempre più inquietante del telefono e l'imposizione di non prendere nemmeno un caffè con i colleghi a lavoro. Ora, dopo la separazione e un lungo percorso in Tribunale, è arrivata la condanna per l'uomo.
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