Strage di San Bernardino "ispirata" dall'Is. Indagine Fbi procede per "atto di terrorismo"Prima dell'assalto al centro per disabili, Tashfeen Malik ha rilasciato un post su Facebook in cui dichiarava fedeltà al "califfo" Abu Bakr al-Baghdadi. Agenzia di stampa che fiancheggia l'Is: "Erano seguaci del Califfato". Syed Farook aveva discusso con un collega ebreo, poi ucciso, sulla violenza dell'Islam.
04 dicembre 2015
http://www.repubblica.it/esteri/2015/12 ... -128763486WASHINGTON - Nel giorno dell'attacco nell'Inland Regional Center, il centro per disabili di San Bernardino, in California, Tashfeen Malik, moglie di Syed Farook, con cui ha massacrato a colpi di fucile d'assalto 14 persone prima che la coppia fosse rintracciata e abbattuta dalla polizia, aveva lasciato su Facebook una sorta di testamento-rivendicazione: un messaggio pro-Is in cui dichiarava fedeltà al "califfo" Abu Bakr al-Baghdadi.
Dopo una verifica, un dirigente di Facebook ha affermato che il post è apparso sul social temporalmente in coincidenza con l'inizio dell'assalto, aggiungendo che "il profilo è stato rimosso per violazione degli standard di Facebook" e che l'azienda "sta collaborando con le forze dell'ordine". La donna, 27enne di origine pachistana, avrebbe scritto il post con un account diverso dal proprio. Secondo fonti investigative, l'attacco a San Bernardino sembra essere stato ispirato, ma non diretto, dallo Stato Islamico.
"Non erano parte di una cellula organizzata". Amaq, agenzia di stampa che fiancheggia lo Stato Islamico, attribuisce il massacro a "seguaci dell'Is". Il comunicato, tuttavia, pur tracciando un filo con le stragi di Parigi e quella delle guardie presidenziali a Tunisi, non sostiene apertamente che l'Is sia stato il mandante di quella di San Bernardino. Una fonte dell'amministrazione Usa ribadisce: "Nella casa dei due aggressori nessun elemento suggerisce che fossero collegati organicamente a organizzazioni terroristiche straniere". E rincara: "Lo Stato Islamico non sapeva chi fossero".
Il Site, il sito che monitora l'estremismo islamico sul web, riferisce che diversi account ufficiali dell'Is festeggiano la strage di San Bernardino e lanciano nuove minacce contro gli Usa. Un'immagine mostra una veduta aerea di New York, con la bandiera nera del "califfato" che sventola sull'Empire State Building e la scritta: "Fiumi di sangue aspettano l'America".
Proclami che non convincono gli inquirenti statunitensi. Il direttore del Fbi, James Comey, sintetizza: "A questo punto dell'indagine, possiamo affermare che i due killer mostravano segni di radicalizzazione, non di appartenenza a una cellula terroristica. Potenziali i legami con un'organizzazione terroristica straniera". Al Fbi, aggiunge Comey, "non esisteva alcun file su di loro e non esiste alcun punto di contatto tra i loro nomi e precedenti indagini del Fbi che potesse portarli nel nostro radar".
L'Fbi indaga per un "atto di terrorismo", come ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, seguito più tardi da David Bowdich, del Fbi di Los Angeles. Bowdich ha aggiunto che Farook e Malik hanno cercato di distruggere prove, in particolare rompendo due cellulari e gettandoli in un bidone dell'immondizia. L'indagine, ha aggiunto, continua soprattutto per capire quali fossero le loro motivazioni e se stessero pianificando altre azioni. Bowdich ha affermato che l'Fbi in questo momento non è in grado di dire se i due abbiano agito da soli o fossero guidati da qualcuno, in carcere non ci sono altri sospetti, ma "potrebbero esserci arresti in futuro". Al proposito, Bowdich ha spiegato che sono in corso accertamenti sui contatti telefonici intercorsi tra i due responsabili della strage e persone oggetto attualmente di indagini. Uno dei due ha avuto "un contatto telefonico" con qualcuno sul quale l'Fbi sta indagando, ha affermato il dirigente federale, precisando che i contatti erano interni agli Stati Uniti: "Non sono al corrente di tutti i contatti all'estero al momento, ma stiamo lavorando con tutti i partner stranieri su questo".
I federali starebbero cercando di capire se sia stata Tashfeen Malik a radicalizzare suo marito e a convincerlo a commettere la strage, sostiene Nbc che cita fonti della polizia. Che la strage fosse pianificata lo dimostrerebbe l'arsenale di armi e munizioni trovate nell'appartamento della coppia, oltre a un manuale di istruzioni di Al Qaeda per costruire ordigni e i primi dati che l'Fbi ha estratto dai computer e dai cellulari. Fonti dell'amministrazione americana hanno inoltre affermato che la coppia di killer, nella sua abitazione a Redlands, nei pressi di San Bernardino, ha distrutto i dischi rigidi dei suoi pc e altri congegni elettronici prima di partire per la sua "spedizione punitiva" senza ritorno.
Nella casa dei killer. Ha dell'incredibile che l'abitazione sia stata visitata dai media. Un reporter di MSNBC ha riferito di aver notato all'interno una culla (la coppia aveva una bimba di 6 mesi, lasciata in custodia alla nonna paterna il giorno della strage, ndr), un Corano per bambini, foto di famiglia, documenti strappati, lo schermo di un computer, non il computer. Un portavoce del Fbi ha dichiarato al Guardian: "Non so chi abbia autorizzato l'ingresso (il proprietario, ndr), ma noi abbiamo terminato le ricerche nell'appartamento". Le autorità avevano già rivelato come Syed e Tashreen avessero in casa 12 pipe bomb, ordigni infilati in tubi metallici ritrovati anche sul luogo della strage, strumenti per la fabbricazione di esplosivo e oltre 4500 proiettili. Al centro per disabili si erano presentati equipaggiati anche con due fucili d'assalto e due pistole automatiche, armi che sono poi risultate essere state vendute legalmente negli Usa.
Il passato di Tashfeen Malik. Intanto, dalle autorità del Pakistan giungono altre informazioni sul passato di Tashfeen Malik. La famiglia della donna, originaria del Punjab meridionale, si era trasferita in Arabia Saudita 25 anni fa. Cinque o sei anni fa Tashfeen aveva fatto ritorno in Pakistan per studiare Farmacia all'Università di Multan. Poi, evidentemente, aveva fatto ritorno in Arabia Saudita: un collega di Syed, scampato all'eccidio, aveva raccontato che nel corso del 2015 l'uomo si era recato in Arabia Saudita e al ritorno aveva portato con sè Tashfeen, presentandola come sua moglie. Contattato dall'intelligence pachistana, uno zio di Tashfeen Malik, Javed Rabbani, ha affermato che la vita in Arabia Saudita aveva cambiato il padre della donna, Gulzar, rendendolo "fortemente conservatore". Dall'Arabia Saudita, fonti del governo precisano che "il nome di Tashreen Malik non figura in alcuna lista delle persone segnalate per terrorismo" e che la donna "non era mai arrivata all'attenzione delle autorità".
La discussione sull'Islam. L'indagine si è concentrata su motivazioni di tipo radicale su spinta del presidente Usa, Barack Obama, e del capo della polizia di San Bernardino Jarrod Burguan. Si concretizza così la pista che porta al terrorismo di ispirazione fondamentalista come movente della strage. E si apprende che Syed, ispettore sanitario del Dipartimento della Salute della contea di San Bernardino, avrebbe avuto nell'ambiente di lavoro un'accesa discussione con un collega ebreo poi ucciso all'Inland Regional Center, Nicholas Thalasinos, due settimane prima della festa di fine anno trasformatasi in teatro di un massacro. Argomento, la violenza dell'Islam. Vicenda al momento sottoposta a verifica da parte degli inquirenti.
Come avrebbe raccontato un testimone, la stessa discussione avrebbe avuto luogo anche durante la festa di fine anno, protagonisti ancora Farook e Thalasinos, ebreo messianico, un mix tra ebraismo e cristianesimo. Il testimone ha raccontato di aver raggiunto i due sul finire della disputa e avrebbe sentito Thalasinos dire: "Non è d'accordo che l'Islam non sia una religione pacifica. Non so come discutere con lui". Al che Syed avrebbe replicato: "Gli americani non capiscono l'Islam". Anche la moglie di Thalasinos ha confermato la discussione, ma di non avere la sensazione che fosse mai degenerata in litigio. "Mio marito non l'aveva mai descritto come un musulmano radicalizzato".
Anche il Daily Mail racconta della discussione intercorsa poco prima della strage tra Farook e Thalasinos, descritto come molto attivo su Fb nel difendere la causa di Israele. La discussione era stata "accesa, appassionata", come ha raccontato un'altra collega, Kuuleme Stephen. I due uomini, ha riferito quest'ultima, però non stavano litigando. Secondo il quotidiano che cita gli avvocati della famiglia Farook, il killer era anche stato preso in giro al lavoro per la barba che si era fatto crescere e che gli dava il tipico aspetto da musulmano. C'era gente che "lo prendeva in giro per la sua barba e per come appariva. Aveva una lunga barba e capelli molto corti", ha spiegato il legale Mohammad Abuershaid, che assiste i familiari assieme a David Chesley. "Erano solo semplici commenti e lui li ignorava abbastanza tranquillamente"