http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =165&t=586

https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... -F-C-S.jpg
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.8667684
L’indipendentista che un anno fa sparò contro il direttore della Bcc dell’Alta Padovana di Campodarsego ha deciso di ricusare i giudici. Prossima udienza fissata il 18 marzo
PADOVA. Si è aperta con la lettura di un atto di ricusazione del tribunale di Padova l'udienza celebrata oggi a carico di Luciano Franceschi, l'indipendentista veneto accusato di tentato omicidio per aver fatto fuoco l'11 febbraio 2013 contro Pier Luigi Gambarotto, direttore della Bcc dell'Alta Padovana di Campodarsego. Franceschi ha dichiarato l'autorità della magistratura italiana illegittima sul territori veneti, che avrebbero invece il diritto all'autodeterminazione e all'autogoverno (ricusazione che sarà trasmessa alla Corte d'appello di Venezia). L'udienza è poi proseguita con l'istruttoria e con i teste dell'accusa e della parte civile.
L'uomo ha ricostruito la vicenda precisando che il colpo d'arma da fuoco sarebbe partito involontariamente a seguito di una colluttazione corpo a corpo tra lui e il direttore della Bcc e ha ricostruito la tragedia di un suo amico che pochi giorni prima dei fatti si era suicidato dopo che quello stesso istituto di credito non gli aveva concesso un prestito. La prossima udienza è stata fissata il 18 marzo per l'audizione dei teste della difesa.
14 febbraio 2014
==========================================================================================================================
Troppi suicidi in Veneto, il vescovo Mattiazzo: «Focus sulla vita spirituale»
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.8667690
«Non deve essere un tabù parlare di esigenze spirituali delle persone», riflette il vescovo di Padova, colpito dai tanti suicidi delle ultime settimane nel nostro territorio
PADOVA. Accanto a una seria riflessione «sul piano politico ed etico» in relazione alle conseguenze di una crisi che sta intaccando anche il piano dei valori e del vivere comune, i ripetuti suicidi in Veneto «interpellano in modo particolare il compito educativo dei genitori, degli insegnanti, delle comunità cristiane e delle associazioni e chiedono una rivisitazione e un ripensamento delle modalità relazionali di prossimità e di solidarietà». È la riflessione del vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo.
Insieme alle analisi di tipo economico, sociologico e psicologico, il vescovo si domanda se non si debba riflettere «anche sulla crisi e sull'eclissi di vita spirituale, di fede e di fiducia in Dio. Una visione e un'impostazione secolarizzata della vita non coglie tutta la profondità delle esigenze della persona. E, d'altra parte, è impossibile evitare il male con le sole nostre risorse umane». Perchè allora dev'essere un tabù, si chiede infine mons. Mattiazzo, «parlare di esigenze spirituali della persona? Quali valori e modelli di vita proponiamo ai giovani?»
14 febbraio 2014
==========================================================================================================================
Lo ha ucciso Roma! lo ha ucciso Roma!
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stori ... sul_camion
A Marostica: crisi, si impicca sul camion
...
La figlia, in lacrime, ha continuato a gridare: «Lo ha ucciso Roma, lo ha ucciso Roma».

https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... legaec.jpg
==========================================================================================================================
El ciapa na enjunsion de pagamento cusì n’artexan e se copa
http://www.lindipendenza.com/riceve-uni ... si-suicida
La Procura di Padova ha aperto un fascicolo sul suicidio di Pierpaolo Boetto, l’elettricista 39enne di Battaglia Terme che si è tolto la vita lunedì pomeriggio. L’imprenditore, titolare della Cge, pochi giorni fa avrebbe infatti ricevuto da un suo fornitore un’ingiunzione di pagamento di 25 mila euro e, a quanto pare, vantava già altri crediti da alcune pubbliche amministrazioni per cui aveva lavorato.
Nel trevigiano imprenditore si impicca in ditta
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 49906.html
Padova/ Si suicida per i debiti. Ma era un errore delle banche: era in credito
http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 20313.html
Era convinto di avere un debito gigantesco con le banche. Per questo un imprenditore della provincia di Padova ha deciso di farla finita e si è suicidato. Ma in realtà i suoi debiti erano tutti estinti. Anzi, era proprio lui a essere in credito. I due istituti finanziari che gli stavano alle costole gli avrebbero dovuto una cifra oltre pari a oltre 600 mila euro. "E' stato strozzato da interessi gonfiati e spese non pattuite. Lo tenevano sotto il loro giogo, peggio degli usurai". La famiglia dell'uomo ha chiesto un risarcimento di quasi quattro milioni.
Il credito vantato da una delle due banche ammonterebbe, secondo quanto riferito dall'associazione, "a ben 270.627 euro, dei quali 99mila circa di usura e 172mila di anatocismo bancario (il calcolo degli interessi sugli interessi, ndr). 407.060,98 euro il credito per il secondo istituto di credito, di cui 271 mila circa di anatocismo e 136 mila di usura".
Insomma, "il povero imprenditore già dal 2002-2003, senza saperlo si era messo in pareggio con i propri debiti, e soltanto per effetto di interessi gonfiati, doppi interessi e composti, conditi con commissioni e spese non pattuite, né autorizzate e ingiustificate, le banche lo tenevano sotto il "giogo" dello strozzinaggio, superando di gran lunga il tasso di interesse "soglia" oltre il quale si commette l'odioso illecito di usura, soglia che oggi è circa il 18%", dichiara Belluco sempre al Gazzettino. La vicenda ora sbarcherà al tribunale di Padova. La famiglia dell'imprenditore ha chiesto un ristoro complessivo di 3 milioni e 768.676 euro.
Schio, si toglie la vita un altro imprenditore
http://www.lindipendenza.com/schio-si-t ... prenditore
Scrive “W l’Italia, dopo otto anni sono finalmente libero” e poi si uccide
http://www.lindipendenza.com/scrive-w-l ... -si-uccide
Sto lavorador autonomo nol gheva la casa entegrasion (ordinara o straordenara) e el parverso sitema de marcà, la lejxlasion e le tase taliane no le ghe gà parmeso de metarse da parte on franco par li momenti de crixi o de malatia o par la veciara.
ARTIGIANO SUICIDA PER LA CRISI. "LE SUE GIORNATE AL BAR SPERANDO DI LAVORARE"
http://www.leggo.it/news/cronaca/artigi ... 8996.shtml
Venerdì 15 Marzo 2013 - 10:43 TREVISO - Ennesimo suicidio nel Nord-Est. Antonio Brunoro, artigiano di 61 anni del trevigiano, si è tolto la vita due giorni fa e questa mattina nella sua auto hanno recuperato il suo corpo. Da quando il lavoro aveva cominciato a scarseggiare per colpa della crisi, circa un anno fa, Antonio aveva iniziato a frequentare quotidianamente i bar vicino a casa. «Giocava a carte con i pensionati, scherzava con alcuni amici, sfogliava le riviste di annunci di lavoro alla ricerca di un impiego, faceva telefonate, giocava la schedina», ricordano gli amici. Una persona riservata e serena, almeno fino a quando il problema del lavoro non ha minato la sua vita. Non aveva una famiglia e la sua attività di imprenditore era tutto.
Confindustria Veneto: “I giornali tacciano sui suicidi degli imprenditori”
http://www.lindipendenza.com/confindust ... to-suicidi
di MARIETTO CERNEAZ
Come fare, in Italia (come insegnano tutti i regimi) a risolvere un problema? Semplice, tacendone, ovvero nascondendo i fatti, fingendo che non esistano. Tra quelli che vorrebbero nascondere la polvere sotto il tappeto, c’è un emerito rappresentante di una categoria che vanta molte colpe in fatto di disastro economico nostrano, ovvero il presidente di Confindustria della regione Veneto.
Cosa propone? Una moratoria, un’alleanza con i mezzi di comunicazione (che già oggi pubblicano solo alcuni dei fatti) per arginare un fenomeno che comincia a fare paura. Ad affermarlo è Roberto Zuccato per affrontare il dilagare dei suicidi tra gli imprenditori. Le sue parole, riportate dall’Ansa: ”Giornali, abbassate i toni – dice Zuccato – Mettete un silenziatore che smorzi l’emulazione. Un fatto scatenante non c’è, è la quotidianita’ a creare sgomento, uno stillicidio che rischia di minare le basi della locomotiva del Nordest”.
La classica teoria del “Un bel tacer non fu mai scritto”, quindi se non lo dicono i giornali i fatti non sussistono. Orwell, spiegava che la manipolazione dell’informazione fosse determinante per convincere le masse della bontà degli atti del Grande Fratello. E il Grande Fratello Italia – ora che ha le spalle al muro – ha davvero bisogno di tutti i Zuccato di regime (ricordiamo che Confindustria percepisce 40 miliardi di sussidi all’anno, alla faccia del tanto decantato libero mercato di cui vorrebbero farsi portavoce).
I Veneti, anziché dar retta ai Zuccato, dovrebbero stamparsi in testa le parole che Sergio Ricossa scrisse nel lontano 1997: “Credo fermamente in due verità: che gli italiani debbano imparare la ribellione e che la regione più avanti in questo campo sia il Veneto. Per il momento, dunque, la lingua della ribellione è il veneto, ed è piacevole sentirne le cadenze”. Ovviamente, il professore torinese non si riferiva agli accenti dei vari Zuccato, che più che veneti sono orgogliosamente italiani.

https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 910406.gif
==========================================================================================================================
Veneto e suicidi: ecco le ragioni che mettono in crisi la stampa
http://www.lindipendenza.com/suicidi-veneto-trentin
...
L’esempio più eloquente lo troviamo in un dato statistico apparentemente privo di senso: dopo un suicidio clamoroso, che occupa le prime pagine dei giornali, gli aerei (velivoli privati, aerei di linea) cominciano a precipitare con una frequenza allarmante. Per esempio, è dimostrato che subito dopo certi suicidi che fanno notizia il numero delle vittime di incidenti aerei cresce del 1000%. Non solo, ma aumentano di colpo anche i morti per incidenti stradali (1). Da che cosa potrebbe dipendere tutto questo? ...
==========================================================================================================================
Ennesimo imprenditore-lavoratore suicida
Non si ferma il triste fenomeno dei suicidi nella Marca
http://www.oggitreviso.it/ennesimo-impr ... cida-59595
TREVISO - Si è tolto la vita nel magazzino della sua azienda Fortunato Rubli, imprenditore originario di Motta di Livenza e residente a Treviso. A trovare il corpo il fratello, contitolare della Elettro Forma di Fiume Veneto. La tragica scoperta, all'alba di ieri, giovedì.
Il 57enne lascia una figlia piccola, e la moglie.
TREVISO - Si è tolto la vita nel magazzino della sua azienda Fortunato Rubli, imprenditore originario di Motta di Livenza e residente a Treviso. A trovare il corpo il fratello, contitolare della Elettro Forma di Fiume Veneto. La tragica scoperta, all'alba di ieri, giovedì.
Un gesto estremo, quello del 57enne che, nonostante le preoccupazioni lavorative e economiche che lo attanagliavano non sembrava aver dato segni di cedimento. Niente, pare, avrebbe fatto pensare - dall'esterno - al gesto estremo. E invece.
Fortunato Rubli aveva preso in mano con il fratello l'azienda fondata dal padre una cinquantina di anni fa. Un'attività che aveva fruttato, che era cresciuta con successo, per poi scendere. Una parabola causata dalla crisi, che l'imprenditore non è riuscito a sopportare. Mancavano i soldi, non c'era lavoro, e l'attività a cui lui, il fratello e il padre avevano dedicato sé stessi, completamente, era sempre più in difficoltà.
Il 57enne lascia una figlia piccola, e la moglie.
http://www.youtube.com/watch?v=TSj5Nea0AbM
Veneto, i cimiteri si riempiono di imprenditori suicidi
Dall’inizio della crisi almeno 50 tra piccoli imprenditori e artigiani
(xe mejo ciamarli col so vero nome: laoradori al masimo grado e de alta clàse)
si sono tolti la vita in Veneto
http://www.linkiesta.it/suicidi-imprenditori-Veneto
Coante ensemense ke li scrive a scuminsiar dal nome Nord Est!
Mama mia ke xente ca ghemo, ke monàse, ke macaki: Camon, Stela, Bortolusi, ...
Gli schei sono tutto – spiega Ferdinando Camon nel suo studio di Padova – Il piccolo imprenditore indebitato non è in una crisi economica: è in una crisi totale. Nervosa, morale, mentale. Si suicida per quello. Perché gli schei sono l’unico valore, e se la tua vita è deficitaria in quel valore, non val più la pena di vivere. Gli schei sono un valore onnicomprensivo».
Par ki ke no xe abituà a vivar robando o col mantegno statal a spexe de la comounedà e ke vive del so santo e sagro laoro, de la so santa e sagra fadiga, del so santo e sagro enpegno e suor e responsabeletà, se vien a mancar el laoro e parsiò li skei vien a mancar tuto: te te cati so na strada desperà e te te copi come se el mondo, la vita la te ghese parà fora e la ghese decretà la to morte.
Nonostante le grandi trasformazioni intercorse negli ultimi vent’anni, la società veneta continua ad essere una società fortemente “laburista”, ovvero che si identifica nel lavoro (sia imprenditoriale che dipendente) senza differenze di ceto, generazioni o gruppi. Uno studio della Fondazione Nordest rileva come oltre la metà dei veneti (il 53,4%, rispetto al 33,2% nel resto d’Italia), veda nel lavoro «il carattere che contraddistingue i suoi conterranei». Allo stesso tempo, tuttavia, il lavoro costituisce anche la preoccupazione principale della popolazione – specialmente in questo momento storico. Era il 1996 quando il sociologo Ilvo Diamanti, intervistato da Gian Antonio Stella, avvertiva sui pericoli insiti in quello che veniva definito lo “slittamento della società verso l’idolatria del produttivismo”: «Il lavoro ormai è la nuova religione. Capiamoci: qui è sempre stato una fonte di riconoscimento collettivo molto forte, ma adesso abbiamo passato ogni limite. […] Temo che andiamo incontro a guai non solo economici. Perché se il lavoro è tutto, se la soddisfazione deriva dal successo economico, il giorno che arriverà un rallentamento dello sviluppo la ripercussione non sarà solo economica. Ma anche psicologica. E poi: se il lavoro diventa l’unica fonte di divertimento, alla fin fine lavorare stanca». E, ai tempi della Grande Crisi, arriva anche ad uccidere. «La cultura e la felicità non contano niente. Gli schei sono tutto – spiega Ferdinando Camon nel suo studio di Padova – Il piccolo imprenditore indebitato non è in una crisi economica: è in una crisi totale. Nervosa, morale, mentale. Si suicida per quello. Perché gli schei sono l’unico valore, e se la tua vita è deficitaria in quel valore, non val più la pena di vivere. Gli schei sono un valore onnicomprensivo».
==========================================================================================================================
Crisi, ogni 3 giorni un suicidio. Il triste primato va al Nord-Est
(Nord-EST ??? ma ke roba xela???)
http://www.lindipendenza.com/crisi-suic ... t-ferrigni
di NICOLA FERRIGNI*
Nei primi tre mesi dell’anno 32 i suicidi, circa il 40% in più rispetto al 1° trimestre del 2012. Continua l’analisi di Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell’Università degli Studi “Link Campus University”, sul tragico fenomeno dei suicidi legati alla crisi economica. Lo studio riprende il lavoro di ricerca avviato nel 2012, anno in cui 89 persone si sono tolte la vita perché oppresse dalla insostenibile situazione economica.
L’Osservatorio di Link Lab diffonde i nuovi dati: nei primi tre mesi del 2013 sono state 32 le persone che sull’orlo del fallimento e schiacciate dai debiti hanno deciso di togliersi la vita. «I dati relativi al 1° trimestre del 2013 – dichiara Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore di Link Lab – delineano uno scenario davvero allarmante e i casi di cronaca delle ultimissime ore non lasciano ben sperare per il prossimo futuro, pervaso da un senso di incertezza e di instabilità lavorativa ed economica. Basti pensare che rispetto al 1° trimestre dello scorso anno i casi di suicidi per motivi economici sono aumentati di circa il 40%. Solo a marzo – continua Ferrigni – si sono registrati 16 casi, una media di uno ogni 2 giorni. Quello che da un punto di vista sociale desta preoccupazione è che il fenomeno è sempre più legato alla disoccupazione e alla stretta creditizia in cui versano famiglie e imprenditori».
Solo a marzo un suicidio ogni 2 giorni. Se nel primo trimestre del 2012 il maggior numero di suicidi si registra nel mese di gennaio in cui si contano 12 persone che hanno deciso di togliersi la vita per problemi economici, nei primi tre mesi del 2013 è invece marzo il mese che registra il numero più elevato con ben 16 casi di suicidio, contro i 13 registrati a febbraio e i 3 del mese di gennaio.
Si abbassa l’età media delle vittime di suicidio. «Un dato davvero allarmante – dichiara il prof. Ferrigni – quello relativo all’età media delle vittime di suicidio che continua ad abbassarsi rispetto allo scorso anno». La fascia d’età maggiormente interessata resta quella che va dai 45 ai 54 anni con un’incidenza del 34,4% nel 1° trimestre del 2013; a seguire, la fascia 35-44 anni (31,2%). Tale dato si differenzia da quanto registrato nei primi tre mesi del 2012, quando il numero più elevato di suicidi si registrava, dopo i 45-54enni, nella fascia d’età compresa tra i 55 e i 64 anni.
Modalità prevalente: impiccagione. L’analisi dei dati relativi al primo trimestre del 2013 ha evidenziato come tra le modalità scelte dai suicidi prevalga l’impiccagione: sono 13 infatti gli episodi segnalati. Sono 4 invece i casi registrati tra coloro che hanno utilizzato un’arma da fuoco e tra quanti sono precipitati nel vuoto. Infine, sono 2 i casi in cui il suicida ha deciso di gettarsi sotto un treno.
Gli imprenditori tra stretta creditizia e protesti: 14 i casi dall’inizio dell’anno. Il 1° trimestre del 2012 ha visto molti imprenditori che, sommersi dai debiti ed esasperati per l’andamento negativo dell’economia della propria azienda hanno deciso di togliersi la vita. Nei primi tre mesi dell’anno già 14 i casi registrati.
Tra i disoccupati triplicato il numero dei suicidi. Allarmante inoltre il dato relativo ai disoccupati che decidono di togliersi la vita perché stretti nella morsa della crisi. Il numero infatti è quasi triplicato: 6 i casi del 1° trimestre del 2012 a fronte dei 16 dei primi tre mesi dell’anno in corso.
Le motivazioni del tragico gesto. Nel 2013 le gravi difficoltà economiche e finanziarie insieme alla perdita del posto di lavoro appaiono le motivazioni prevalenti tra quanti hanno deciso di togliersi la vita; sono 15 infatti i casi di suicidio tra quanti non hanno saputo fronteggiare la precaria situazione economica personale, della famiglia, della propria azienda o attività commerciale. Lo stesso numero di casi (15) si registra tra coloro che hanno perso il proprio lavoro, in netto aumento rispetto allo scorso anno, quando si sono registrati 6 casi di suicidio per perdita del posto di lavoro.
Permane il triste primato nel Nord-Est con il Veneto in testa. L’area geografica maggiormente colpita dal fenomeno è ancora il Nord con 29 suicidi, contro gli 11 del primo trimestre dello scorso anno. Di questi 12 si registrano nel solo Nord-Est nel primo trimestre del 2013. In questa triste classifica seguono il Nord-Ovest con 7 episodi di suicidio, il Sud con 6, il Centro con 5 e le Isole con 2. L’analisi del dettaglio per regione, inoltre, mette in evidenza il triste primato del Veneto con 8 suicidi nei primi tre mesi del 2013.
In aumento anche i tentati suicidi, al Sud il numero più alto. Sono invece 11 i tentativi di suicidio registrati tra i mesi di gennaio e marzo del 2013. Sempre nel mese di marzo (8) il numero più elevato. Se nel primo trimestre del 2012 il Nord-Est contava anche il maggior numero dei tentativi di suicidio, nel 2013 il numero più elevato si registra al Sud. Sono 4 infatti le persone che hanno cercato di togliersi la vita contro i 2 episodi registrati nel Nord-Est, al Centro e nelle Isole e un unico caso nel Nord-Ovest.
*Direttore Link Lab – Università “Link Campus University”
==========================================================================================================================
Crisi: artigiano edile suicida in Veneto
Il 62enne trevigiano ha lasciato lettera addio a famiglia
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 29737.html
(ANSA) - TREVISO, 6 GIU - Vantava crediti verso altre aziende per decine di migliaia di euro, che non riusciva a riscuotere, un artigiano edile di 62 anni che oggi si e' suicidato a Mareno di Piave (Treviso), sparandosi un colpo di pistola alla testa.
In base ai primi accertamenti dei carabinieri, l'impossibilità di poter pagare i propri fornitori avrebbe ridotto l'uomo in uno stato di angoscia che l'ha portato ad uccidersi. L'artigiano ha lasciato una lettera ai familiari chiedendo loro di perdonarlo.
======================================================================================================================================
...