Povertà e miseria nel Veneto, in Italia e in Europa
Inviato: sab dic 17, 2016 8:06 am
Povertà e miseria nel Veneto, in Italia e in Europa
posting.php?mode=post&f=161
Povertà:Veneto, 850mila vivono disagio
Il 17% dei minori 18 anni esposto al rischio povertà
http://www.ansa.it/veneto/notizie/2016/ ... 525a7.html
(ANSA) - VERONA, 17 OTT - Nel ricco Veneto salgono a quasi 850mila le persone che vivono in una situazione di disagio socio-economico, ovvero non raggiungono i minimi standard di benessere. E l'aumento del livello di povertà o esclusione sociale è più importante nelle fasce più fragili della popolazione (donne, bambini, stranieri). Il dato emerge dal Rapporto Caritas sulla povertà 2016 in Veneto, presentato oggi a Verona. I minori di 18 anni sono la fascia d'età più esposta al rischio di povertà o esclusione sociale (17,5% in Veneto e 32% in Italia), un rischio che oggi colpisce molto anche la fascia d'età successiva di 18-34 anni (20,1% in Veneto e 34% in Italia). Dal punto di vista abitativo, in Veneto circa l'85% della popolazione risulta proprietaria della casa in cui vive, ma c'è chi fatica a sostenere le spese legate all'abitazione e si trova a vivere situazioni di grande disagio. (ANSA).
http://www.demos.it/a00932.php
OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA POVERTÀ CHE CRESCE
Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
POVERTÀ: DAL NORD EST TANTI SEGNALI DI DIFFICOLTÀ
[di Natascia Porcellato]
L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi della percezione che le famiglie hanno del proprio stile di vita in relazione al reddito. Il 4% dichiara di vivere agiatamente mentre il 41% definisce "tranquillo" il proprio ménage mensile. Il 37%, però, avverte qualche difficoltà e il 15% arriva a fine mese con molte difficoltà. Poco più del 2%, infine, si definisce senza mezzi termini "povero". Cos'è, però, la povertà? Sei nordestini su dieci ritengono che sia una condizione che impedisce di avere l'essenziale per vivere, mentre il 40% sostiene che sono poveri anche coloro che non possono permettersi niente altro che la sopravvivenza.
La povertà, d'altra parte, può essere relativa o assoluta. Non avere soldi per comprare cibo è sicuramente una condizione di indigenza assoluta. Nella società contemporanea, però, anche non potersi garantire le condizioni necessarie per stare all'interno della comunità può costituire una forma di povertà. Secondo gli ultimi dati Istat, nel Nord le famiglie in stato di povertà assoluta sono il 5.5% mentre quella relativa tocca il 6.2%. Guardando più specificatamente dentro alla povertà relativa, vediamo che questa condizione riguarda circa il 6% delle famiglie del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e il 4% di quelle della provincia di Trento.
Fin qui i dati dell'Istat. Oltre a questi, però, è centrale comprendere quale sia la percezione che le famiglie hanno di loro stesse. Secondo quanto rilevato da Demos, nel Nord Est è il 4% degli intervistati a dichiarare di vivere agiatamente, mentre il 41% definisce il proprio stile di vita tranquillo. Alcune difficoltà vengono percepite dal 37%, mentre il 15% arriva a fine mese con molti problemi. Poco più del 2%, infine, si dichiara povero.
È possibile tracciare un profilo delle diverse percezioni? Se consideriamo congiuntamente quanti dichiarano di vivere agiatamente o con tranquillità (poco più del 45% degli intervistati), vediamo come questi siano soprattutto giovani under-35 e anziani con oltre 65 anni di età, mentre dal punto di vista socio-professionale ritroviamo una presenza superiore alla media di liberi professionisti, studenti e pensionati.
Coloro che avvertono qualche difficoltà (37%), invece, sono in misura maggiore persone di età centrale (35-44 anni). Guardando alla professione, poi, osserviamo una presenza superiore alla media di operai, lavoratori autonomi e casalinghe.
I tratti di quanti manifestano molti problemi ad arrivare a fine mese o che si definiscono poveri (nel complesso: 17%) vedono una presenza superiore alla media delle fasce d'età centrali (35-64 anni), mentre dal punto di vista socio-professionale sono presenti soprattutto disoccupati e operai.
Qual è, però, il concetto di povertà prevalente nell'opinione pubblica nordestina? Per la maggioranza (60%) essere poveri significa non avere l'indispensabile per vivere, ricalcando quella che viene definita "povertà assoluta". Il rimanente 40%, però, mette l'accento sulla relatività della povertà, ricordando che può sentirsi povero anche chi ha dei consumi limitati allo stretto necessario.
Interessante è come cambino questi giudizi in relazione alla propria percezione familiare. Tra quanti vivono agiatamente o con tranquillità, infatti, tende a crescere la quota di persone che individuano nell'accezione "assoluta" la definizione di povertà. Guardando a coloro che arrivano a fine mese con difficoltà o si definiscono poveri, invece, osserviamo una maggiore presenza della "relatività" della povertà, quella in cui ci si trova quando non si può andare oltre lo stretto necessario per vivere.
A digo mi:
Naltri veneti a ghemo da pensar e da preocuparse inanso par ła nostra xente e no par łi afregani e łi afgani.
"Lasemo" ke sipia i criminałi parasidi e manipoładori dei Diriti Omàni Ogniversałi dei Nadivi o Endexeni Europei a ocuparse dei foresti a nostro dàno, ma almanco no se femo compleçi de sta bruta xente sensa creansa par naltri. Sti falbi boni no ła xente de bon cor, łi coverxe lomè ła so małagràsia verso de naltri fando i jeneroxi verso i foresti robando e malversando łe nostre resorse; no łi xe boni, łi xe lomè ladri e farabuti ke łi sipia crestiani o no, łi se serve dei falbi diriti dei foresti par negarne i nostri. par tegnerne sotani, par sitar a sfrutarne.
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Povertà:Veneto, 850mila vivono disagio
Il 17% dei minori 18 anni esposto al rischio povertà
http://www.ansa.it/veneto/notizie/2016/ ... 525a7.html
(ANSA) - VERONA, 17 OTT - Nel ricco Veneto salgono a quasi 850mila le persone che vivono in una situazione di disagio socio-economico, ovvero non raggiungono i minimi standard di benessere. E l'aumento del livello di povertà o esclusione sociale è più importante nelle fasce più fragili della popolazione (donne, bambini, stranieri). Il dato emerge dal Rapporto Caritas sulla povertà 2016 in Veneto, presentato oggi a Verona. I minori di 18 anni sono la fascia d'età più esposta al rischio di povertà o esclusione sociale (17,5% in Veneto e 32% in Italia), un rischio che oggi colpisce molto anche la fascia d'età successiva di 18-34 anni (20,1% in Veneto e 34% in Italia). Dal punto di vista abitativo, in Veneto circa l'85% della popolazione risulta proprietaria della casa in cui vive, ma c'è chi fatica a sostenere le spese legate all'abitazione e si trova a vivere situazioni di grande disagio. (ANSA).
http://www.demos.it/a00932.php
OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA POVERTÀ CHE CRESCE
Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
POVERTÀ: DAL NORD EST TANTI SEGNALI DI DIFFICOLTÀ
[di Natascia Porcellato]
L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi della percezione che le famiglie hanno del proprio stile di vita in relazione al reddito. Il 4% dichiara di vivere agiatamente mentre il 41% definisce "tranquillo" il proprio ménage mensile. Il 37%, però, avverte qualche difficoltà e il 15% arriva a fine mese con molte difficoltà. Poco più del 2%, infine, si definisce senza mezzi termini "povero". Cos'è, però, la povertà? Sei nordestini su dieci ritengono che sia una condizione che impedisce di avere l'essenziale per vivere, mentre il 40% sostiene che sono poveri anche coloro che non possono permettersi niente altro che la sopravvivenza.
La povertà, d'altra parte, può essere relativa o assoluta. Non avere soldi per comprare cibo è sicuramente una condizione di indigenza assoluta. Nella società contemporanea, però, anche non potersi garantire le condizioni necessarie per stare all'interno della comunità può costituire una forma di povertà. Secondo gli ultimi dati Istat, nel Nord le famiglie in stato di povertà assoluta sono il 5.5% mentre quella relativa tocca il 6.2%. Guardando più specificatamente dentro alla povertà relativa, vediamo che questa condizione riguarda circa il 6% delle famiglie del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e il 4% di quelle della provincia di Trento.
Fin qui i dati dell'Istat. Oltre a questi, però, è centrale comprendere quale sia la percezione che le famiglie hanno di loro stesse. Secondo quanto rilevato da Demos, nel Nord Est è il 4% degli intervistati a dichiarare di vivere agiatamente, mentre il 41% definisce il proprio stile di vita tranquillo. Alcune difficoltà vengono percepite dal 37%, mentre il 15% arriva a fine mese con molti problemi. Poco più del 2%, infine, si dichiara povero.
È possibile tracciare un profilo delle diverse percezioni? Se consideriamo congiuntamente quanti dichiarano di vivere agiatamente o con tranquillità (poco più del 45% degli intervistati), vediamo come questi siano soprattutto giovani under-35 e anziani con oltre 65 anni di età, mentre dal punto di vista socio-professionale ritroviamo una presenza superiore alla media di liberi professionisti, studenti e pensionati.
Coloro che avvertono qualche difficoltà (37%), invece, sono in misura maggiore persone di età centrale (35-44 anni). Guardando alla professione, poi, osserviamo una presenza superiore alla media di operai, lavoratori autonomi e casalinghe.
I tratti di quanti manifestano molti problemi ad arrivare a fine mese o che si definiscono poveri (nel complesso: 17%) vedono una presenza superiore alla media delle fasce d'età centrali (35-64 anni), mentre dal punto di vista socio-professionale sono presenti soprattutto disoccupati e operai.
Qual è, però, il concetto di povertà prevalente nell'opinione pubblica nordestina? Per la maggioranza (60%) essere poveri significa non avere l'indispensabile per vivere, ricalcando quella che viene definita "povertà assoluta". Il rimanente 40%, però, mette l'accento sulla relatività della povertà, ricordando che può sentirsi povero anche chi ha dei consumi limitati allo stretto necessario.
Interessante è come cambino questi giudizi in relazione alla propria percezione familiare. Tra quanti vivono agiatamente o con tranquillità, infatti, tende a crescere la quota di persone che individuano nell'accezione "assoluta" la definizione di povertà. Guardando a coloro che arrivano a fine mese con difficoltà o si definiscono poveri, invece, osserviamo una maggiore presenza della "relatività" della povertà, quella in cui ci si trova quando non si può andare oltre lo stretto necessario per vivere.
A digo mi:
Naltri veneti a ghemo da pensar e da preocuparse inanso par ła nostra xente e no par łi afregani e łi afgani.
"Lasemo" ke sipia i criminałi parasidi e manipoładori dei Diriti Omàni Ogniversałi dei Nadivi o Endexeni Europei a ocuparse dei foresti a nostro dàno, ma almanco no se femo compleçi de sta bruta xente sensa creansa par naltri. Sti falbi boni no ła xente de bon cor, łi coverxe lomè ła so małagràsia verso de naltri fando i jeneroxi verso i foresti robando e malversando łe nostre resorse; no łi xe boni, łi xe lomè ladri e farabuti ke łi sipia crestiani o no, łi se serve dei falbi diriti dei foresti par negarne i nostri. par tegnerne sotani, par sitar a sfrutarne.