Nagorno Karabakh

Nagorno Karabakh

Messaggioda Berto » mer apr 06, 2016 7:53 pm

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Re: Nagorno Karabakh

Messaggioda Berto » mer apr 06, 2016 7:54 pm

Armeni d’Italia «inorriditi» dal «violento» attacco al Nagorno Karabakh

http://www.tempi.it/blog/armeni-ditalia ... wVIgkfV9Xl


Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Unione degli armeni d’Italia sull’attacco dell’Azerbaigian alla Repubblica Autonoma del Nagorno Karabakh. La Repubblica si è staccata dagli azeri nel 1988 e si è dichiarata indipendente nel 1992. L’enclave cristiana armena, che vorrebbe riunirsi all’Armenia, era stata incorporata all’Azerbaigian da Stalin nel 1923.

L’Unione degli Armeni d’Italia esprime grave preoccupazione per il più massiccio attacco militare dell’Azerbaigian lungo tutta la linea di contatto con la Repubblica Autonoma del Nagorno Karabakh (Artsakh). Nelle ultime 48 ore, l’Azerbaigian ha lanciato un’offensiva combinata terra-aria senza precedenti, violando apertamente il cessate il fuoco firmato nel 1994.

L’attacco da parte del regime autoritario di Baku è in assoluto il più violento dal 1994 contro infrastrutture e insediamenti civili e militari, ed è da considerarsi un vero e proprio atto di guerra. Secondo fonti ufficiali gli attacchi hanno causato la morte di un bambino armeno di 12 anni e il ferimento grave di altri due bambini durante il bombardamento della loro scuola. Inoltre, sono stati uccisi 18 soldati dell’Esercito di Autodifesa del Nagorno Karabakh (il dato aggiornato è 70, ndr), mentre il numero dei feriti è di 35 persone. L’aggressione militare dell’Azerbaijan è stata sferrata quasi in concomitanza con la chiusura dei lavori del vertice, che si è recentemente tenuto a Washington contro la proliferazione delle armi nucleari, a cui hanno partecipato oltre cinquanta capi di stato (inclusi i presidenti dell’Armenia, dell’Azerbaigian e della Turchia).

La comunità armena d’Italia è inoltre inorridita dalle immagini di tre anziani armeni torturati e uccisi dalle forze speciali azere a Talish, nel nord-est del Nagorno Karabakh. Continui appelli lanciati dalla comunità internazionale nel risolvere il contenzioso attraverso negoziati di pace (non ultimi i recentissimi richiami fatti dai co-presidenti mediatori del Gruppo di Minsk dell’OSCE, dalla presidenza di turno tedesca dell’OSCE, dal Vice-Presidente e dal Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, dal Presidente della Federazione Russa) sono stati palesemente ignorati dalla parte azera.

L’Unione degli Armeni d’Italia qualifica rivoltante la dichiarazione da parte delle autorità azere di una tregua unilaterale alle ore 14.00 di domenica 3 aprile, seguita a distanza di minuti da un massiccio bombardamento azero con missili Grad contro obiettivi civili armeni nella città di Mardakert. Come cittadini italiani ed europei di origine armena, membri di una comunità storica presente in Italia e con l’Italia da circa duemila anni, lanciamo un accorato appello alle nostre autorità italiane e ai membri italiani del Parlamento Europeo affinché prendano una netta posizione di condanna contro ogni tipo di violazione del cessate il fuoco lungo la linea di contatto tra l’Azerbaijan e il Nagorno Karabakh e affinché si adoperino in ogni modo per la soluzione del conflitto attraverso negoziati di pace.

Chiediamo a gran voce al Governo italiano di condannare senza ambiguità l’aggressione azera e di adoperarsi concretamente il prossimo 5 aprile alla riunione del Gruppo di Minsk dell’OSCE per ristabilire la pace in Nagorno Karabakh e rilanciare i negoziati per una soluzione duratura del conflitto, basata sul diritto universale all’autodeterminazione dei popoli sancito dalla Carta dell’ONU e dall’Atto Finale di Helsinki.




Nagorno-Karabakh, dopo 22 anni finisce la tregua tra Armenia e Azerbaigian: "300 morti
4 aprile 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04 ... ti/2605915


La sovranità sul territorio è contesa dal 1988, ma il cessate il fuoco durava dal 1994. Erdogan si schiera con Baku, che definisce "padrone legittimo" dell'area. E la Russia, che vende armi a entrambi i Paesi coinvolti, chiede "alle parti belligeranti di fermare immediatamente le ostilità". Decine le vittime

Il cessate il fuoco durava dal 1994, da quando Armenia e Azerbaigian avevano siglato la fragile tregua dopo sei anni di conflitto costati la vita a 30mila persone, tra cui molti civili. E’ dal 1988 che i due Paesi si contendono la sovranità del Nagorno-Karabakh, enclave armena cristiana ufficialmente parte dell’Azerbaigian musulmano ma controllata da Ierevan. Qui, dopo oltre vent’anni, sono ricominciati gli scontri: 300 i soldati azeri uccisi, mille i feriti. Almeno secondo fonti di sicurezza dell’autoproclamata repubblica. I numeri, però, sono in costante evoluzione. E, soprattutto, non c’è alcuna fonte indipendente che sia in grado di confermarli o meno.

“Nelle ultime ore, come risultato delle azioni di risposta dell’esercito azero, sono stati uccisi fino 170 soldati e distrutti dodici blindati del nemico”, ha fatto sapere il ministero della Difesa dell’Azerbaigian. Secondo fonti ufficiali, le truppe armene sono state prese dal panico e hanno abbandonato armi e munizioni dopo essere stati sopraffatti dalle unità azere. Nel frattempo, l’esercito di Baku ha subito pesanti perdite nel tentativo di rompere le linee di Nagorno Karabakh, i cui miliziani hanno distrutto cinque carri armati uccidendo 25 soldati.

Erdogan: “Il territorio tornerà al legittimo proprietario, l’Azerbaigian” – Gli scontri si sono intensificati dal primo aprile, cioè dalla morte di Vladimir Melkonian, 20 anni, soldato dell’autoproclamata repubblica. Poi sono seguiti attacchi e scambi di accuse. Gli armeni dichiarano di avere abbattuto un elicottero dei nemici, Erevan punta il dito contro Baku per avere lanciato un’offensiva generale con l’impiego di artiglieria, carri armati e aviazione. Poi la dichiarazione di tregua unilaterale da parte dell’Azerbaigian, a cui l’Armenia non crede. Una situazione in cui la Turchia si schiera con Baku. Erdogan è convinto che che il territorio conteso “un giorno tornerà certamente al suo padrone legittimo, l’Azerbaigian“. Ma Erevan avverte Istanbul di non immischiarsi. La Georgia conta che un cessate il fuoco possa essere raggiunto a breve, ma la tensione nell’area ha richiesto anche l’intervento diplomatico del Paese che ha spesso ricoperto il ruolo di mediatore e arbitro: la Russia, che vende armi sia all’Armenia sia all’Azerbaigian. Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha chiesto “alle parti belligeranti di fermare immediatamente le ostilità”.

Lo stesso auspicio arriva anche dalla Farnesina, che fa appello alle parti affinché siano ripresi gli sforzi negoziali per una soluzione pacifica del conflitto, sotto gli auspici del Gruppo di Minsk (creato dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa – Osce – per monitorare il cessate il fuoco, guidato da Francia, Russia e Stati Uniti) e dei suoi tre Co-Presidenti, che si incontreranno la settimana prossima a Vienna. Per quanto alcuni analisti ritengano che la ripresa delle ostilità nella Linea di Contatto, Aldo Ferrari, ricercatore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) di Milano, ritiene comunque improbabile che si arrivi “a una guerra vera e propria”. “Mosca ha truppe in Armenia – ha spiegato l’esperto di Russia, Caucaso e Asia centrale in un’intervista telefonica all’Ansa – e non credo che l’Azerbaigian possa o voglia scatenare una guerra contro un paese alleato formalmente della Russia: avrebbe solo da perdere in un conflitto di questo genere”.

La storia del Nagorno Karabakh – E’ una regione dalla storia complessa e divisa tra diverse culture, religioni ed etnie: Nagorno significa “montuoso” in russo, Kara significa “nero” in turco, e Bakh significa “giardino” in parsi. Il territorio è un’enclave armena cristiana ufficialmente parte dell’Azerbaigian musulmano e si estende su una superficie di circa 4.400 chilometri quadrati in una zona montagnosa nel Caucaso sud-orientale. La capitale è Stepanakert.

Le attuali tensioni risalgono in gran parte al 1923 quando, nonostante il parere contrario della maggioranza della direzione del partito comunista al potere in Urss, Stalin volle che il Nagorno Karabakh fosse incorporato nella Repubblica dell’Azerbaigian, creata l’anno prima. Ma la popolazione del Karabakh non ha mai sopito il desiderio di riunirsi alla ‘madrepatria’, l’Armenia, anche perché ritiene che l’enclave sia storicamente la culla della cultura armena. Il sogno della riunificazione con Erevan si è tradotto in anni più recenti in lotta armata.

Nel 1988, la provincia decise per la secessione dall’Azerbaigian e l’annessione all’Armenia, scatenando un conflitto tra i due Paesi che tra il 1988 e il 1994 ha provocato tra i 25 ed i 35mila morti e centinaia di migliaia di profughi. L’Azerbaigian insiste sul rispetto della propria integrità territoriale, mentre l’Armenia – che sostiene il territorio a livello militare ed economico da quando la guerra separatista è finita nel 1994 – invoca il diritto di autodeterminazione dei popoli. Di fatto, il Nagorno-Karabakh si trova in Azerbaigian ma è controllato da armeni,
L’enclave ha una popolazione, secondo i dati ufficiali del governo locale, risalenti al 2007, di 138.000 abitanti costituita per il 95% da armeni, mentre quasi tutti gli azeri hanno lasciato la autoproclamata Repubblica. Dalla fine della guerra sono in corso negoziati promossi dal Gruppo di Minsk.
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Re: Nagorno Karabakh

Messaggioda Berto » mer apr 06, 2016 7:56 pm

Nagorno Karabakh

https://it.wikipedia.org/wiki/Nagorno_Karabakh

Il Nagorno Karabakh (in italiano talvolta anche Karabakh Montuoso, Alto Karabakh o Karabakh Superiore) è una regione senza sbocco sul mare, sita nel Caucaso meridionale e appartenente geologicamente all'Altopiano armeno. Si sviluppa all'estremità sud orientale della catena montuosa del Caucaso Minore e copre una superficie di 8223 km².
In lingua armena la regione è nota come Լեռնային Ղարաբաղ (traslitterabile con Lernayin Gharabagh) anche se più comunemente identificata come Artsakh (Արցախ). In lingua azera, invece, è nota come Dağlıq Qarabağ o Yuxarı Qarabağ, espressione che significa "giardino montuoso nero" o "giardino nero superiore". La forma russa è Нагорный Карабах (traslitterato con Nagornyj Karabach), mentre quella persiana è قره باغ.[1]
La regione dell'Alto Karabakh si distingue da quella Basso Karabakh (o Karabakh inferiore) che interessa prevalentemente la piana alluvionale che si estende tra i fiumi Kura e Aras.
Abitanti 150 000 per lo più cristiani


Repubblica del Nagorno Karabakh
https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblic ... o_Karabakh
La Repubblica del Nagorno Karabakh (Lernayin Gharabaghi Hanrapetutyun), per gli armeni comunemente Artsakh dal nome dell'omonima storica regione, è de facto uno stato a riconoscimento limitato, non riconosciuto da alcun membro dell'ONU, autoproclamatosi indipendente dall'Azerbaigian.
Situato nel Caucaso meridionale, nella regione del Nagorno Karabakh (anche "Alto Karabakh" o "Karabakh Montuoso"), confina a ovest con l'Armenia, a sud con l'Iran a nord e ad est con l'Azerbaigian. Gli attuali confini territoriali sono stati determinati al termine del conflitto scoppiato nel gennaio del 1992, dopo l'avvenuta proclamazione di indipendenza e corrispondono, grosso modo, a quelli dell'antica regione armena di Artsakh. Alcune porzioni del territorio (parte della regione di Shahoumyan e i bordi orientali delle regioni di Martouni e Martakert) sono sotto controllo azero pur essendo rivendicate dagli armeni come parte integrante del loro Stato.
Area 11.458,38 km²
Popolazione 143.000 ab



Azerbaigian
https://it.wikipedia.org/wiki/Azerbaigian
L'Azerbaigian (pronuncia con l'accento sull'ultima sillaba: [addzerbai'dʒan]; in azero Azərbaycan, in persiano: جمهوری آذربایجان‎, Azerbāijān [azærbai'dʒaːn], in russo: Азербайджан?, traslitterato: Azerbajdžan [ɐzʲərbɐɪ'dʒan]), ufficialmente Repubblica dell'Azerbaigian (in azero Azərbaycan Respublikası), è uno Stato situato nella regione del Caucaso.
Ricco di petrolio, il paese è situato nell'Asia transcaucasica, a sud dello spartiacque montuoso che lo separa convenzionalmente dall'Europa. Confina con il Mar Caspio a est, con la Russia a nord, la Turchia a ovest, la Georgia a nord-ovest, l'Armenia a ovest e l'Iran a sud.

La popolazione dell'Azerbaigian è di circa 9,552,500 di abitanti (2014).
La popolazione è composta principalmente da Azeri (92,2% del totale), con una componente di circa 11.000 Gekad.
La lingua ufficiale è l'azero, una lingua turca scritta in Azerbaigian con l'alfabeto latino, che ha sostituito quello cirillico. Vi è una piccola minoranza di madrelingua lingua russa (3,5%), lesgo (1,9%) nel Nord del paese e taliscio (1,8%).
La maggioranza della popolazione è musulmana sciita. Vi sono anche consistenti minoranze di religione cristiana ed ebraica.
La chiesa ortodossa del Paese fa capo al Patriarcato di Mosca ed è organizzata nell'eparchia di Baku e dell'Azerbaigian. Il 27 maggio 2001 il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II ha consacrato la nuova cattedrale ortodossa delle Sante Mirrofore.
Il 29 aprile 2007 è stata consacrata la chiesa dell'Immacolata Concezione, la prima chiesa di confessione cattolica nella capitale Baku.
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Re: Nagorno Karabakh

Messaggioda Berto » mer apr 06, 2016 8:50 pm

Aras

https://it.wikipedia.org/wiki/Aras_%28fiume%29

Il fiume Aras (turco: Aras, armeno: Արաքս, persiano: ارس, azero: Araz, curdo: Aras o Araz; russo: Аракс) scorre alle pendici del monte Ararat, segnando il confine tra Turchia, Armenia, Nagorno Karabakh, Iran e Azerbaigian. Ha una lunghezza di 1.072 km. È conosciuto anche con i nomi di Arax o Araxes.
L'origine del nome Aras risale alla antica Armenia e, stando alla Storia della Grande Armenia di Mosè di Corene, deriva dal nome di Erast, discendente del leggendario patriarca Haik. Più tardi è stato ellenizzato come Araxes. Molte volte è il fiume Volga che viene indicato con tale nome, specialmente in Erodoto, nel primo libro delle Storie.
In tempi moderni l'Aras diventa importante come confine politico. Nei termini dei trattati di Gulistan (1813) e di Turkmenchay (1828) il fiume è stato scelto come confine tra l'Impero russo e l'Impero persiano qajar. Iran e Unione Sovietica hanno costruito una diga comune sull'Aras nell'area di Poldasht.

https://en.wikipedia.org/wiki/Aras_%28river%29
In Armenian tradition, the river is named after Arast, a great-grandson of the legendary Armenian patriarch Haik.[3] See Erasx for the etymology. The name was later Hellenized to Araxes and was applied to the Kura-Araxes culture, a prehistoric people which flourished in the valleys of the Kura and Aras. But many times it is the Volga River which is called Araxes especially in Herodotus' History 1.202. The river is also mentioned in the last chapter of the Aeneid VIII by Virgil, as "angry at the bridge", since the Romans built a bridge over it,so that it is thereby conquered. By some, the river Aras has been associated with the otherwise unidentified Gihon and Pishon rivers mentioned in the second chapter of the Bible.[4]

https://en.wikipedia.org/wiki/Kura%E2%8 ... es_culture
https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_Kura-Araxes
La cultura di Kura-Araxes o antica cultura trans-caucasica, era una civiltà esistita dal 3400 a.C. fino al 2000 a.C. circa. La più antica attestazione di questa cultura si trova nella pianura dell' Ararat; da questo luogo, dal 3000 a.C., si diffuse in Georgia, e durante il millennio successivo essa avanza verso occidente nella pianura di Erzurum, a sud-ovest in Cilicia, e a sud-est dentro l'area sottostante al bacino di Urmia e il lago di Van, e giù fino ai confini dell'attuale Siria. Complessivamente, l'antica cultura trans-caucasica, nella sua più grande estensione, circondava una vasta area approssimativamente di 1000 x 500 km.

Il nome della cultura viene derivato dalle valli fluviali del Kura e Araxes. Il suo territorio corrisponde a parti dell'attuale Armenia, Georgia e Caucaso. Essa può aver contribuito alla crescita della successiva cultura della ceramica di Khirbet Kerak trovata in Siria e Canaan dopo la caduta dell'impero accadico.



Cfr. co:

Arsia, Arsa, Arsiè, Arsiero, Vallarsa, Valdarsa
http://www.centrostudilaruna.it/forum/v ... ?f=8&t=782
viewforum.php?f=152

Ràça, ràsa, razza
viewtopic.php?f=44&t=774
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Re: Nagorno Karabakh

Messaggioda Berto » gio apr 07, 2016 11:34 am

Al Presidente della Repubblica di Armenia Serzh Sargsyan,
Al Presidente della Repubblica del Nagorno-Karabakh Bako Sahakyan,



Al popolo di Armenia,
Al popolo del Nagorno-Karabakh

Stiamo assistendo a una proditoria aggressione militare al Nagorno-Karabakh e all’Armenia, da parte dell’Azerbaijgian, stimolato, guidato e appoggiato dalla Turchia del Presidente Tayyip Erdogan, il quale, dopo i fallimenti e le sconfitte subite in Siria, in Egitto, a Gaza, e adesso anche in Libia tende a creare ulteriori tensioni militari nel Caucaso.

La risposta dell’Armenia e del Nagorno-Karabakh riuscirà a fermare le provocazioni del Presidente azero Ilham Aliyev e del Presidente turco Tayyip Erdogan.

Gli aggressori si ricordino che il popolo armeno ha amici fidati e potenti in tutto il mondo; cerchino di non commettere gli errori della Georgia e del suo Presidente Mikheil Saakashvili nel 2008.

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica è da sempre a fianco del popolo armeno; i nostri legami si perdono nella notte dei tempi.

Il Veneto Serenissimo Governo è certo che il popolo armeno, insieme ai suoi amici, impedirà il ripetersi del genocidio consumato tra il 1915 e il 1917, da parte della Turchia.

Fratelli armeni, la vostra lotta per la pace, la libertà e l’autodeterminazione è la nostra lotta.

Costruiamo un vasto fronte contro i guerrafondai.


Venezia-Longarone 06 Aprile 2016


per il Veneto Serenissimo Governo
Il Presidente Luca Peroni
I Vicepresidenti Valerio Serraglia
Andrea Viviani
Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia

Veneto Serenissimo Governo
casella postale 24 - 36022 Cassola (VI)
VENETO
pepiva@libero.it- kancelliere@katamail.com
Tel. +39 328 7051773 - +39 349 1847544 - +39 340 6613027
www.serenissimogoverno.eu
www.radionazionaleveneta.org
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Re: Nagorno Karabakh

Messaggioda Berto » ven apr 29, 2016 9:47 am

Armeni ed ebrei, un cammino in comune
29 aprile 2016

http://htl.li/8JUanb

Ieri 28 aprile si è tenuto un convegno presso il Pirellone di Milano, organizzato dal gruppo consiliare regionale della Lega Nord, sul tema della guerra nuovamente scoppiata in Nagorno Karabakh, una Repubblica Autonoma de facto, all’interno dell’Azerbaigian, composta da cittadini di origine armena.

Sono intervenuti il Console Onorario della Repubblica d’Armenia, S.E. Pietro Kuciukian, il coordinatore del tribunale Rabbinico del Nord Italia, dott. Vittorio Ben Daud e il Presidente Emerito dell’Unione degli Armeni d’Italia, il prof. Baykar Sivazliyan. Molti i temi trattati nelle due ore di conferenza, tra questi l’appoggio totale che la Comunità Ebraica italiana offre al riconoscimento del primo Genocidio del Novecento.

Il dott. Ben Daud ha ribadito con forza che sia il popolo armeno che quello ebraico, entrambi custodi di una cultura antichissima, hanno subito un tentativo scientifico di annientamento totale della popolazione e che attualmente il pericolo più grande è costituito dal Negazionismo, come ultimo atto di ogni Genocidio. Grande preoccupazione per la situazione attuale è stata espressa anche dal Console Onorario Pietro Kuciukian:”La situazione del globo intero è preoccupante e chi ne va di mezzo per prime sono le piccole nazioni. Non si deve dimenticare l’Armenia, che ha dato molto al mondo e può continuare ancora a dare.”

Ancora più duro il Presidente Emerito Baykar Sivazliyan, il quale, oltre a ringraziare apertamente Matteo Salvini per la solidarietà espressa nei confronti dell’Armenia e per il sostegno al Karabakh, ha mosso accuse pesanti alla Turchia, ricordando che “dietro gli attacchi degli azeri noi vediamo un chiaro incoraggiamento turco, neanche molto celato, con aperte dichiarazioni di auguri di vittoria alla parte azera”. Infine, il prof. Sivazliyan si è augurato che l’Occidente si svegli dal torpore, affermando che “il popolo armeno ha bisogno adesso, più che mai, di amici occidentali e cristiani coraggiosi che non siano equidistanti e che abbiano il coraggio civile di dichiarare chi ha ragione e chi torto, stando chiaramente dalla parte armena.”
Relatori del convegno anche il consigliere regionale Jari Colla e il consigliere di zona a Milano Gabriele Luigi Abbiati, entrambi della Lega Nord.
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