Le falsità di Gardin e dei venetisti venezianistiREPUBBLICA VENETA – SIAMO FIGLI DELLA SERENISSIMA
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 8412656235 Ieri sera, 25.7.2019, salutandoci soddisfatti per i risultati della riunione del Minor Consiglio, un amico precisa: "Dobbiamo avere un pensiero e ringraziare i tanti Veneti che anonimamente e silenziosamente hanno contribuito alla ricomposizione delle nostre istituzioni!"
"Certo! – gli rispondo – Ma ricordiamoci anche di tutto il mondo veneto che, nella sua complessità, ha dato vita alla Serenissima. È questa storia che ci muove, che ci motiva e che ci dà una forza e una determinazione straordinaria!
Ci onoriamo di appartenere alla Repubblica Veneta, di esserne i nuovi soldati e i nuovi dirigenti! Non siamo italiani, non ci riconosciamo nella storia dello Stato italiano; siamo Veneti, ci riconosciamo nella storia della Repubblica Veneta!"
Albert Gardin – Venezia, 26.7.2019
Gino Quarelo
Noi veneti non veneziani, che siamo la stragrande maggioranza dei veneti, non siamo affatto figli della Serenissima di cui siamo stati sudditi per 400 anni e non di più; noi siamo figli del Veneto e della sua storia che non è limitata e non coincide con quella di Venezia e della Serenissima.
La Serenissima per la maggior parte dei veneti è stata matrigna, non li ha mai considerati suoi "figli legittimi" difatti non ha mai riconosciuto a loro il diritto di essere sovrani e nel momento del bisogno li ha vigliaccamente abbandonati.
Solo una minoranza di invasati del mito di Venezia assunto dai venetisti venezianisti, completamente ignoranti della storia delle città venete non veneziane, può seguire le assurde, ingannevoli e inconcludenti demenzialità gardiniane.
Alberto Pento
Poi quella della continuità istituzionale è un falso ignominioso perché la Serenissima era una Repubblica aristocratica a dominio veneziano che escludeva dalla sovranità la maggioranza non veneziana dei veneti e che ha ostacolato fino alla sua caduta ingloriosa, la democratizzazione della Repubblica; e ha sempre considerato i veneti non veneziani come sudditi e non come fratelli, con arroganza e con disprezzo non ritenendoli degni e meritevoli del diritto alla sovranità politica.
Gino Quarelo
Infatti solo se la Serenissima a suo tempo, quando ancora esisteva, fosse divenuta democratica e avesse esteso a tutti i veneti la sovranità politica, si potrebbe parlare di continuità istituzionale, ma così non è stato, perché la Serenissima è morta aristocratica e perché aristocratica e non più al passo con i valori e i sentimenti dei tempi nuovi.
Con la menzogna e l'inganno non si va da nessuna parte.
Gardin con la sua Nuova Repubblica Veneta Serenissima, com'era e dov'era, ma oggi democratica e al passo con i tempi, inganna i veneti di oggi e tradisce la storia e la Serenissima di ieri che era istituzionalmente aristocratica e antidemocratica e che lo è stata fino alla sua morte, preferendo scomparire piuttosto che diventare democratica e riconoscere la fratellanza veneta e con essa la dignità di tutti i veneti alla sovranità politica.
Roberto Poli
Buonasera signori.
Avete strategie alternative?
Gino Quarelo
La domanda di Roberto Poli è mal posta (assomiglia tanto a "che droga migliore, più efficace e più potente avete?).
Quella di Gardin e dei suoi seguaci non è una strategia politica ma una demenzialità idolatra (un culto necrofilo dei morti) che non porta da nessuna parte se non in gite come quelle a Leoben e che inganna e illude i pochi veneti che la fanno propria. Poi per carità se uno si sente appagato assumendola è libero di farlo.
L'unica "strategia alternativa e non" sensata e possibile è quella che sorge spontanea dalla realtà, che promana da tutti i veneti e che deve coinvolgere tutti i veneti a partire dal minimo denominatore comune di tutti i veneti, dalla loro umanità e dai valori/doveri/diritti umani e civili universali.
Deve fondarsi sulla storia vera che è diversa da quella elaborata dal venetismo venezianista e dalla idolatria del mito veneziano e serenissimo e che si identifica con quella di Venezia e con la idealizzazione del suo stato e deve tener conto del fallimento della Serenissima, abbandonando ogni vittimismo e assumendo le responsabilità storiche finora negate di Venezia e della sua aristocrazia illiberale e antidemocratica che ha portato alla fine dello Stato veneto e che non ha mai promosso un popolo e una nazione unitari e uno stato a sovranità di tutti i veneti.
Deve umilmente e amorevolmente partire dal cuore di tutti i veneti e dalle loro diversità, deve farli sentire cittadini sovrani e responsabili delle comunità venete e di un possibile stato indipendente a sovranità di tutti i veneti partendo dai comuni e dalle città, senza alcuna fretta secondo i tempi naturali che la realtà richiede e impone per costruire assieme qualcosa di buono.
Tale strategia deve tener conto che la maggior parte dei veneti si sente e si vuole italiana, veneti che vanno rispettati e amati da cui non si può prescindere come se non ci fossero o come se non fossero veneti o come se fossero invasori e nemici.
La loro volontà è determinante, caso mai "vanno aiutati" a considerare i limiti e i mali dell'Italia e dell'italianità che potrebbero essere corretti da una diversa composizione/compattezza e peso politico e culturale dei veneti, del Veneto e del loro essere comunità e del loro farsi politico.
Roberto Poli
Gino Quarelo esattamente ciò che prova Gardin.
Gino Quarelo
La Serenissima com'era e dov'era di Gardin è l'opposto del mio pensiero, quindi non può essere che Gardin provi e condivida quello che ho esposto e proposto sopra.
Tiziano Carrarini
Gino Quarelo ...?.? Incomprensibile sotgo ogni angolazione ...bo!
Gianfranco Libero Braido
Gino Quarelo è per questo motivo che la maggior parte delle città venete, si sono date a Venezia? La prosperità delle venezie, è stata data dall'appartenenza alla serenissima. La maledizione invece è arrivata con i giacobini francesi, e continua a tutt'oggi con u mafiosi italiani e i loro tirapiedi venetoitalianisti.
Alberto Pento
Le città venete si sono date a Venezia solo per convenienza politica e alcune costrette (come Padova e Verona). La prosperità relativa è arrivata solo dal lavoro delle genti venete, Venezia non ha regalato nulla, ha prelevato imposte e taluni veneziani hanno anche rubato la cassa come Andrea Boldù a Vicenza. La maledizione non è arrivata con i giacobini ma con l'inettitudine presuntuosa e arrogante dell'aristocrazia veneziana antidemocratica che non ha mai promosso e che si è rifiutata di promuovere un popolo veneto, una nazione veneta e uno stato veneto unitari a sovranità di tutti i veneti.
Roberto Poli
Alberto Pento mentre invece, nel resto d'Europa soggiogata da monarchi capricciosi succubi del papato inquisitore e terrorista, lì si viveva di gioia, prosperità e libero pensiero..
Certo che infamare la storia con accuse di questa gravità, colpevolizzando una classe politica che è stata studiata a fondo dai più illustri filosofi del mondo, e scoprire grazie a Pento che la fortuna di Venezia nasce dall'imposizione forzata dell'inettitudine presuntuosa ed arrogante dell'aristocrazia veneziana, aristocrazia senza re, impegnata costantemente a rispondere del benessere del Popolo secondo i principi della più pura ispirazione evangelica, a scapito della vita se cosi non fosse stato..
Beh, che dire? Complimenti.
Alberto Pento
Dire il vero non è infamare, l'infamia viene caso mai dalla menzogna.
L'idea che la Serenissima fosse un paradiso in terra e che nel resto dell'Europa e del Mondo regnassero ovunque l'assolutismo e il dispotismo monarchico, l'arbitrio e la sopraffazione feudale, le teocrazie assassine... come si racconta nel mondo venetista è del tutto falsa e demenziale.
Esempi di situazioni europee non assolutiste con condizioni ed elementi di democraticità:
1) l'esperienza comunale durata secoli ha caratterizzato tutta l'Europa e lì vi era democrazia e anche la repubblica, prima della nascita delle signorie cittadine e delle varie Repubbliche aristocratiche come quelle di Genova e di Venezia;
2) si pensi alla Lega Anseatica iniziata nel 1159;
3) si pensi alla Magna Carta inglese del 1215 e alla nascita della monarchia costituzionale inglese del 1688/1689 con l'istituzione della camera bassa dei deputati;
4) si pensi alla nascita della Svizzera con il patto federale del Grütli 1291;
5) si pensi agli USA con la loro Repubblica nata nel 1776 con la secessione dall'impero inglese;
6) si pensi all'università di Padova nata durante il periodo comunale e prosperata in quello signorile dei germani Carresi, poco meno di due secoli prima del dominio veneziano a riprova che non è certo stata Venezia a portare la cultura ai veneti;
7) anche Genova fu una repubblica aristocratica, una signoria plurifamigliare, che durò secoli.
8) si pensi al laico Marsilio da Padova e alla sua opera "Defensor pacis" del XIII° secolo, contenente elementi di democrazia
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 179&t=1641 si pensi a Pietro D'Abano del XIV° secolo, veneto pavano non veneziano, martire della libertà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 179&t=2332 9) si pensi ai thing delle società germaniche,
https://it.wikipedia.org/wiki/Thing che si evolvono in forme di assemblee a democrazia diretta come l'assemblea Alþingi (Alþingishúsið), istituita in Islanda nel 930 d.C.
https://it.wikipedia.org/wiki/Al%C3%BEi ... BAsi%C3%B0Qualche secolo dopo, nasce il Landsgemeinde, l'assemblea a democrazia diretta e voto palese dei cantoni svizzeri.
https://it.wikipedia.org/wiki/Landsgemeinde Alberto Pento
Poi risponderò su Venezia, sul senso di fraternità veneta e sulla cristianità dell'aristocrazia veneziana. Adesso vado a lavorare.
Alberto Pento
Roberto Poli ha scritto:
...
Certo che infamare la storia con accuse di questa gravità, colpevolizzando una classe politica che è stata studiata a fondo dai più illustri filosofi del mondo, e scoprire grazie a Pento che la fortuna di Venezia nasce dall'imposizione forzata dell'inettitudine presuntuosa ed arrogante dell'aristocrazia veneziana, aristocrazia senza re, impegnata costantemente a rispondere del benessere del Popolo secondo i principi della più pura ispirazione evangelica, a scapito della vita se cosi non fosse stato..
Beh, che dire? Complimenti.
Alberto Pento scrive:
Il cristianismo è una tradizione religiosa e come tutte le religioni non è la vera spiritualità ma unicamente una manipolazione idolatra della spiritualità naturale e universale che invece è una dotazione intrinseca della vita dell'universo e di tutte le creature e non dipende e non proviene da alcuna rivelazione, da alcun messia, da alcun profeta. Il cristianismo è solo una presunzione religiosa idolatra.
Essere cristiani non è sinonimo e garanzia di essere uomini buoni e civili, come la discriminazione, la persecuzione, la depredazione, la schiavizzazione e lo sterminio dei non cristiani e dei non religiosi (tra cui i cosidetti pagani, gli animisti, gli ebrei e gli atei) sta a dimostrare.
Poi essere marciani (cultori di San Marco evangelista) non significa essere i migliori tra i cristiani cattolico romani ed essere cristiani cattolico romani non significa essere tra i migliori cristiani e tra i più conformi a Cristo, all'ebreo divinizzato Gesù Cristo.
L'aristocrazia veneziana anche se senza Re (il doge o duca a vita era un istituto elettivo di derivazione monarchica) era lo stesso una casta oligarchica nobiliare/patriziale che deteneva monopolisticamente in esclusiva la sovranità politica nei territori e sulle loro popolazioni dove esercitava il suo potere o dominio.
L'aristocrazia veneziana non era espressione del patriziato o della nobiltà di tutte le popolazioni di tutti i territori della Serenissima, tanto meno dei territori e delle popolazioni venete dei domini veneziani ma solo ed esclusivamente era espressione di Venezia e dei veneziani.
L'arroganza dell'aristocrazia veneziana è ben documentata lungo i secoli fino alla fine, in particolare è testimoniata dal suo rifiuto di far proprie le istanze democratiche e di estendere la sovranità politica a tutti i veneti o alle loro aristocrazie/nobiltà e borghesie.
Questo rifiuto antidemocratico, denota senza ombra di dubbio, la profonda mancanza di rispetto umano e di amore fraterno per i veneti dei domini veneziani che l'arrogante aristocrazia veneziana riteneva indegni di partecipare alla sovranità politica, alle sue libertà, alla sua dignità. ai suoi privilegi e responsabilità;
questa presunzione arrogante veneziana è oltretutto un segno di inciviltà umana e anche di scarsa cristianità.
Il culto venetista dell'aristocrazia veneziana è proprio del presuntuoso suprematismo venezianista demenziale, idolatra, antidemocratico, illiberale, teocratico, ... anticristiano e antiveneto.
Che questo atteggiamento veneziano, dell'aristocrazia veneziana fosse un male è certificato dalla storia, dalla punizione storica che ha cancellato la Serenissima.
Poi è del tutto falsa la credenza che l'aristocrazia veneziana fosse cristianamente/evangelicamente, politicamente e civilmente al servizio del suo popolo, dei suoi sudditi tra cui i veneti dei domini di terra, e doppiamente falsa la credenza che lo fosse a rischio di perdere i beni e la vita come lo sta a dimostrare la mancanza di legittima difesa militare dei territori veneti e delle genti venete per impedire e contrastare l'invasione napoleonica.
Roberto Poli
Il cristianesimo è uno stile di vita, nessun asservimento idolatra.
Basta questo per capire che dei vangeli non avete aperto nemmeno una pagina.
Non abbiate l'arroganza di spacciare convinzioni per certezze.
Anche in questo caso temo ci sia gran confusione tra essere cristiani e praticare l'antico testamento, che è Legge idolatra ebraica, come è successo a Roma vaticana.
Alberto Pento
Roberto Poli ha scritto:
Il cristianesimo è uno stile di vita, nessun asservimento idolatra.
Basta questo per capire che dei vangeli non avete aperto nemmeno una pagina.
Non abbiate l'arroganza di spacciare convinzioni per certezze.
Anche in questo caso temo ci sia gran confusione tra essere cristiani e praticare l'antico testamento, che è Legge idolatra ebraica, come è successo a Roma vaticana.
Alberto Pento scrive:
Il cristianismo è uno stile di vita che si fonda sull'idolatria religiosa cristiana che ha al suo fondamento l'ebreo eretico e fanatico Gesù Cristo che i cristiani adorano come maestro, messia, re, figlio di Dio e Dio stesso.
Tutte le religioni sono idolatrie perché tutte scambiano la loro interpretazione della spiritualità e del divino per Dio stesso. La meno idolatra di tutte è l'ebraismo e la più idolatra tra il giudaismo e il cristianismo è il cristianismo che ha trasformato un uomo, l'ebreo Cristo, in Dio o Dio in un uomo.
È risibile sentire i fedeli di ogni religione, tra cui i cristiani, dare degli idolatri agli altri, poiché in verità tutti sono idolatri anche se credono di non esserlo e se irragionevolmente credono che il loro Dio sia quello vero e quello degli altri sia il Dio falso.
Gesù Cristo era un ebreo che è vissuto da ebreo e che è morto ebreo, ucciso dagli invasori e dominatori romani. Anche Marco e gli altri evangelisti erano ebrei come lo era San Paolo e San Pietro, tutti gli apostoli e i primi discepoli, tutti ebrei eretici, seguaci del rabbino ebreo Gesù Cristo che i cristiani divinizzano e adorano.
Maurizio Bedin
Per chi non lo sapesse , Gino Quarelo e Alberto Pento sono nicknames di una stessa persona che non rivelano la loro identità. Chissà perché.
Io voglio ribadire delle cose a questi due "fantasmi". Io sono appassionato di Storia, veneta soprattutto. Bene. Ma ho anche del discernimento personale e se lodo la Serenissima, la lodo nel complesso di quanto fatto nella sua esistenza. Ma ho anche molte critiche da imputarle. Il saccheggio di Costantinopoli del 1204, ad esempio... Mi preme invece, anche di più, sottolineare chela maggior colpa fu nel non aver deliberato in tempo il cambiamento, suggerito ed auspicato da Scipione Maffei, nel suo "Consiglio politico", dove proponeva l'allargamento del Maggior Consiglio anche slla nobiltà di terraferma e de mar ...
Questa sì fu una grande svista politica. Avrebbe saldato fortemente di più, ciò che già era solido. Come poi dimostrato dalle azioni di attaccamento alla Patria in più occasion (Perasto, Pasque veronesi, etc.,) a dispetto degli strali del Gino Quarelo /Alberto Pento. Quindi, sì alla fede indiscussa, ma critica dove di dovere.
E comunque, le persone e le loro cose non sono perfette. Neanche le nostre madri e famiglie. Io non pretendo che la Serenissima venga considerata come una vergine madonna. Certamente almeno vergine non era. Ma non era nemmeno la meretrice che i "fantasmi" vogliono imporci.
Alberto Pento
La tua presunzione è pari alla tua ignoranza, al tuo fideismo e alla tua mancanza di rispetto.
Non esistono fantasmi, ma solo persone vere.
Alberto Pento è persona certificata, ben conosciuta anche dal tuo doge Gardin.
Gino Quarelo invece sostituisce Alberto Pento quando questi viene censurato da facebook ed è capitato abbastanza di frequente.
Io non confondo i veneti con i veneziani e il Veneto con la Serenissima e i suoi domini.
Non confondo la storia dei veneti con quella di Venezia e dei veneziani che è solo una parte di quella dei Veneti.
I veneti di terra non parteciparono al sacco di Costantinopoli, poiché non facevano ancora parte della Serenissima, prima che vi entrassero con le dedizioni e da sudditi dovevano passare ancora due secoli.
Io non soffro della sindrome fanatica e fideistica del mito della Serenissima non sono un mitomane venezianista, come non sono un mitomane romanista e italianista.
Il mio ideale non è la Serenissima ma la Svizzera federale, comunale e cantonale.
Perasto non è in Veneto e le Pasque veronesi non furono una battaglia della Serenissima ma una insorgenza dei veronesi e furono poi fermate dalla Serenissima stessa che non ha voluto fare la guerra all'invasore Napoleone.
La mancanza dell'estensione della sovranità politica a tutti i veneti da parte dell'aristocraziana veneziana, denota non solo una mancanza di lungimiranza politica che ha decretato la sua fine ma anche la sua mancanza di rispetto e di amore fraterno e profondo per i veneti non veneziani e sudditi di Venezia.
Io non voglio imporre niente a nessuno dico e scrivo solo la mia o forse non dovrei perché a te dispiace e contrasta con la tua fede mitomaniacale venezianista?
Sipion Mafei e ła fine de ła Repiovega Venesiana
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 160&t=2279 Roberto Poli
Maurizio Bedin sono tutti Bengy!!! Ahahahahaha
Roberto Poli
Ad ogni modo, parlare della decadenza di Venezia senza un minimo cenno al degrado francese dello stesso periodo, mi pare iniquo.
Fortuna che abbiamo fonti attendibili e difficilmente boicottabili.
IL TEMPO E' GALANTUOMO E PRIMA O POI RESTITUISCE LA VERITÀ !!!
di Elio Costantini
Gli storici tendono a considerare inevitabile e in qualche modo la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797, ritenuta falsamente moribonda al termine di un secolo di continua decadenza e stagnazione, nessuno invece dice che la Francia negli stessi 100 anni (dal 1713) pagava i suoi debiti non con monete metalliche, non con moneta cartacea, ma con carte da gioco.
La "decadente" Serenissima, mentre in Francia covava il germe rivoluzionario, nel 1785 e nel 1786 la flotta da guerra veneta, al comando del "Capitano da mar" Angelo Emo, bombardava i porti di Sfax, Tunisi e Biserta per farsi rispettare dai Pirati Barbareschi che infastidivano le sue rotte commerciali.
A Venezia va imputata la "neutralità disarmata" voluta dal Doge (mal consigliato) e la paura dei patrizi di perdere i loro beni soprattutto terrieri della terraferma. Eppure il sistema per fermare le orde Napoleoniche c'era, 1000 anni prima un altro francese, figlio di Carlo Magno arrivò ad occupare la sua capitale Malamocco e la trovò deserta e priva vettovaglie, forse anche distrutta dagli stessi veneziani che spostarono da quel giorno la capitale a Rialto. Venezia nel 1797 aveva la più potente flotta mercantile e da guerra del mediterraneo e scorte alimentari per un mese, mentre l'esercito invasore si sostentava come quello di Attila con i saccheggi.
Col senno di poi non si costruisce la storia, ma Il golfo di Cattaro che era di per se una fortezza naturale resistette altri 3 mesi prima di arrendersi agli austriaci.
Venezia non ebbe il coraggio di fare ciò che fecero i russi con la loro capitale. Non fu il gelo a sconfiggere Napoleone, i suoi soldati morivano di fame e di stenti prima di entrare a Mosca, a Mosca poté solo fare bottino di 80 tonnellate d'oro e opere d'arte varie che caricò su 4000 carri sperando di ritornare comunque vincitore in Francia. Della sua "grande armé" forte di 700.000 uomini se ne salvò si e no la decima parte, segnando praticamente la fine delle mire egemoniche francesi che da lì a poco furono lo sconfitti prima a Lipsia, e dopo qualche mese a Waterloo
Nella foto a pseudo banconota francese del 1713 e zecchino Venethiano "Giovanni Corner".
(visibile sulla pagina "Libro d'oro..")
Ciao bengy pento quarelo e dio solo sa quanti account hai inventato per nasconderti..
Alberto Pento
Non solo è caduta ignominiosamente la Serenissima, ossia l'Impero veneziano, ma quello che più conta è che Venezia o meglio l'aristocrazia patriziale e commerciale che la egemonizzava ha preferito rinunciare al suo dominio e alla sua dignità pur di non perdere i suoi beni materiali e sopratutto a disgrazia e danno di tutti i veneti è che Venezia non ha mai promosso e perseguito uno stato-una nazione a sovranità di tutti i veneti e non ha plasmato alcun popolo veneto unitario; se lo avesse fatto esisterebbe ancora una Repubblica veneta e uno stato dei veneti come ancora esiste la Svizzera a partire dal 1291 dal patto fraterno, federale ed eterno del Grütli. I veneti invece non avendo stipulato alcun patto di tale natura si ritrovano come sono.
Delle miserie e delle cadute di Napoleone e della Francia mi interessa relativamente, quello che più mi fa specie sono le miserie venete e le mancanze dei veneziani e le loro vergogne.
https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_eterno_confederale Roberto Poli
Gino Quarelo la pratica del Vangelo non prevede limitazioni. Il senso di appartenenza c'era eccome, ma nessun veneto ha mai messo nulla davanti al concetto "pax tibi" divenuto il vessillo di riconoscimento per tutti.
Vogliamo parlare della disperazione nel veder distrutti i leoni marciani posti all'ingresso e all'interno delle cittadine, man mano che i francesi le occupavano?
Dai su..
Alberto Pento
Pratica del Vangelo
Disperazione dei suddito veneti ...
Non so quali fonti
però so che dopo la fine della Serenissima non vi è stato alcun moto spontaneo o organizzato degli ex sudditi veneti e non veneti per ripristinare la Serenissima, tantomeno a Venezia, se non quando nel 1848 vi sono stati i moti contro l'Austria però tutti facevano riferimento all'unione al Regno di Sardegna prima e allo Stato italiano poi.