DAI REFERENDUM DI DOMENICA ESCONO SCONFITTI MARONI E SALVINI
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Roberto Gremmo
Segretario dell’Union Piemonteisa
https://www.miglioverde.eu/dai-referend ... -e-salvini
Il Popolo Veneto con il voto plebiscitario al referendum ha mandato un “pronti via” a Luca Zaia e dato due sonori ceffoni al duo Maroni-Salvini. Non vi sono dubbi sul fatto che votando per l’autonomia i Veneti hanno dato prova di una forte volontà identitaria molto simile a quella manifestata dai Catalani e sono ridicoli i commenti dei politologi che riducono tutto a una questione di schei.
Coloro che si sono espressi, hanno invece mandato un messaggio chiaro a Zaia: aveva ragione la Liga Veneta quando rivendicava piena libertà’ ai Veneti, difendeva la lingua, respingeva il centralismo. Se Zaia saprà e vorrà andare avanti, la gente è pronta. Se farà come Bossi che portò migliaia di persone sul Po per dire il giorno dopo d’aver scherzato, tradirà lo spirito che ha spinto la sua gente a manifestare la propria ferma rivendicazione di vero autogoverno. Se son rose, fioriranno.
A uscire sconfitti da questo referendum, oltre ai partiti italiani, anche i due italianissimi Maroni, già ministro di Roma (che ha giurato come tale fedeltà all’Italia una e indivisibile) e Salvini (fans della ultracentralista Le Pen). Maroni esce sconfitto non solo perché il voto elettronico costato milioni non ha funzionato (dati arrivati con un ritardo pazzesco) ma perche’ il tentativo di scimmiottare i Veneti non ha neanche convinto metà degli elettori lumbard, tanto più che lo stesso Governatorissimo ha sempre dichiarato che il referendum era consultivo, ammettendo che non vale un fico secco.
In Lombardia la “potentissima” di Bossi non ha mai difeso il territorio, oggi terreno di caccia della ‘Ndrangheta, ha governato coi super-nazionalisti di Forza Italia e della Beccalossi, non ha mai davvero valorizzato le identita’ alpine e montane ed ha lasciato le lingue locali fuoti dal “Palazzo” riducendole a pretesto per la famosa “scuola Bosina”, fallita come la Banca del Nord, il giro della Padania e il ridicolo Parlamento del Nord. Esce a pezzi dal voto anche Salvini, con la fregola meridionalista che lo ha colto.
Adesso chiede autonomia per… la Puglia, mostrando di non credere alla questione settentrionale, malgrado il voto Veneto sia chiaramente anche la manifestazione aperta del disagio che si sente da noi per l’assistenzialismo sprecone meridionale, ben dimostrato dal fallimento dell’autonomia siciliana. Poiché negli anni 80 ormai lontani sono stato il primo direttore responsabile del giornale della “Liga Veneta” (finito anche sotto processo) sono ancora fortemente grato ai Veneti per il loro esempio.
In Piemonte “a sarà dura” perché la Lega di Bossi ha fatto il possibile per distruggere le autonomie e soffocare l’identita’ “nassional” ma come in Veneto la dura stirpe subalpina è vinta, ma non morta.