Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » dom giu 17, 2018 8:34 am

Non pagano le multe Due immigrati difesi dai Venetisti
03.03.2018

http://www.larena.it/home/veneto/non-pa ... -1.6338877


Due immigrati marocchini di Vicenza hanno collezionati 26 atti impositivi, cioè rischiano i pignoramenti perché non hanno pagato multe, tasse, sanzioni o ticket.

Si sono rivolti al Comitato liberazione nazionale Veneto (Clnv) che ha deciso di tutelarli, ed ha scritto a tutti gli enti statali e pubblici che li stanno cercando per farsi pagare: «Sono iscritti al registro della Gente Veneta», hanno spiegato i venetisti, e pertanto non riconoscono lo Stato italiano.

Le tasse le hanno già pagate, dicono, all’Autorità nazionale veneta, come stabilito dalla Commissione tributaria del Clnv, e quindi non debbono più pagare niente altro. Del caso, assai singolare, si sta occupando la guardia di finanza.


http://247.libero.it/rfocus/34534532/1/ ... -venetisti
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » dom giu 17, 2018 11:21 am

???

Lotta dei Veneti per i diritti civili,politici,economici e sociali riconosciuti e tutelati dal diritto internazionale,
che prevalgono sul diritto interno degli stati come l'Italia.


https://www.facebook.com/groups/1061110 ... 5408228219

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... enetia.jpg

Alberto Pento
L'ignoranza, la confusione e la presunzione regnano sovrane nelle teste di questi veneti indipendentisti che scambiano la loro volontà di minoranza minoritaria e la loro mitomania venezianista con quella del popolo veneto intero la cui maggioranza maggioritaria esprime una volontà contraria alla loro.
Non esiste un popolo veneto contrario all'Italia ma solo una minoranza minoritaria di veneti che il mondo internazionale non può assolutamente scambiare per l'intero popolo veneto o per la sua maggioranza.
Arrivano all'assurdità di pensare che i mantovani, i cremonesi, i bergamaschi, i bresciani, i trentini, i goriziani, gli udinesi e i triestini siano veneti, nemmeno si preoccupano di chiedere a costoro cosa si sentono di essere e se si sentono veneti o che altro

Ignoranza, confusione e presunzione che li rende non credibili e inconcludenti, stupidi, esaltati e fallimentari.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » gio giu 21, 2018 9:10 am

??? Anche questi 4 gatti hanno la presunzione e la demenza mitomaniaca di rappresentare il popolo veneto e riducono i veneti veronesi, vicentini, padovani, trevisani, bellunesi, rovigoti e la loro complessa e variegata storia ai soli veneziani e alla sola storia di Venezia ???
Hanno anche la stupidità di affermare che i veneti non hanno mai accettato l'occupazione militare di foresti, dimenticandosi come i veneziani abbiano consentito e finanziato l'occupazione militare dei francesi e di Napoleone



VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Contributo del Veneto Serenissimo Governo ai movimenti popolari, ai movimenti di liberazione e ai governi
per:
PACE E AUTODERMINAZIONE DEI POPOLI



Ufficio di Presidenza

L'Ufficio di Presidenza del Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, a fronte della drammatica situazione all'interno dell'Italia e a livello internazionale ritiene giusto e opportuno riproporre il documento prodotto il 22 settembre 2015: "Pace e autodeterminazione dei popoli"; che fa il punto sugli attuali livelli di contraddizione che investono il quadro geopolitico internazionale, e traccia i nostri compiti strategici futuri,per raggiungere l'indipendenza totale della veneta Patria. A tal riguardo alleghiamo l’integrazione come supporto al documento, pubblicata in giugno 2018, intesa come sviluppo alla situazione internazionale generale, elemento questo vincolante alle situazioni magmatiche dell’attualità contemporanea e futura e sopratutto ennesimo lembo nel progetto di impostazione fondamentale per la rinascita della veneta serenissima repubblica.




Identità del Popolo Veneto e suoi diritti

I Veneti sono un popolo indoeuropeo antichissimo. Saranno i Veneti stabilitesi tra le Alpi e l’Adriatico nel corso dei millenni a mantenere la propria identità, con uno sviluppo culturale autonomo, generando Venezia, non soltanto come sintesi del proprio nome etnico, ma propulsore nei secoli di una invidiata civiltà-modello promotore nelle arti, nelle scienze, nei commerci, nella tolleranza, nella diplomazia, il benessere e le buoni leggi; combattendo e versando il sangue del nostro Popolo nella difesa della nostra Patria e dell’Europa (il più alto esempio è stato nella battaglia di Lepanto).
Il nostro Popolo non ha mai accettato l’occupazione militare ed economica della nostra Patria da parte di Francia, Austria-Ungheria, Italia, Terzo Reich, e dell’Unione Europea. Abbiamo sempre lottato e pagato pesantemente, con alterna fortuna, ma il filo rosso che ci unisce alla Veneta Serenissima Repubblica non si è mai spezzato: il Veneto Serenissimo Governo omaggia e ringrazia tutti i Patrioti Veneti che hanno mantenuto e conservato questo filo; rende particolare omaggio ai Patrioti che hanno sconfitto la canaglia nazi-fascista nella guerra di liberazione, 1943-1945. Nel contempo eleva ad esempi da seguire i Patrioti, che nel 1997 hanno liberato, anche se per poche ore, Piazza San Marco a Venezia dagli occupanti italiani.
A fronte di tali premesse il Veneto Serenissimo Governo già dai lontani anni 80 ha percorso la strada del diritto internazionale sancito dalla pace di Vienna 1866, che prevedevano un referendum dove il Popolo Veneto liberamente e senza interferenza avrebbe deciso il proprio destino, e ha inviato un memorandum* che ne tracciasse la strada ai governi firmatari (al governo italiano e austriaco) e allo stato garante (Francia), senza ricevere risposte pertinenti ed adeguate (se escludiamo alcuni abboccamenti peraltro non significativi, da parte del governo francese di Sarkozy).
Abbiamo pazientato oltre il necessario, pertanto il Veneto Serenissimo Governo rigetta il memorandum e si ritiene libero di agire secondo gli interessi del nostro popolo ad avere una patria libera ed indipendente. Per raggiungere l’obbiettivo il Veneto Serenissimo Governo si appella e fa sue le indicazioni del Foreign Office gennaio 1943, conferenza di Teheran dicembre 1943, vertice di Mosca Stalin-Churchill ottobre 1944, seconda conferenza di Quebec Churchill Roosevelt settembre 1944, conferenza di Yalta febbraio 1945.
Queste indicazioni dovevano destrutturare dal punto di vista geografico, politico ed economico, e impedire al Terzo Reich e all’impero italiano, che una volta assorbite le conseguenze della disfatta della guerra 1939/1945, da loro stessi voluta e provocata non fossero in grado di ricommettere gli stessi crimini contro l’umanità.
È quanto sta attuando la coppia Merkel-Schaeuble non con la guerra, ma con lo strangolamento economico. La Germania sta tentando d’impossessarsi dell’Europa mediterranea, dopo aver ingannato l’Europa stessa e l’Unione Sovietica, (con la caduta del muro di Berlino negli anni 90) come già visto a Monaco nel 1936, in questo contesto la Germania non ha rispettato i patti da essa sottoscritti, avendo inoltre ricevuto ingenti aiuti economici dalla stessa Europa.
Adesso sta affamando la Grecia, tentando di metterla succube in ginocchio. Ciò che non è riuscito a Hitler potrebbe riuscire alla signora Merkel. Prima toccherà alla Grecia, poi saranno quei paesi dall’economia traballante.
Combattere i piani di Merkel e Schaeuble e dei loro lacchè, è il compito che si assumono il Veneto Serenissimo Governo, il Popolo Veneto e tutti i Popoli amanti della libertà.



*Memorandum per il Governo Italiano

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia e tradizioni Venete, preso atto del grande pericolo in cui si trova la Veneta patria e non solo, alla luce, sia dell’attentato del 11/09/2001, sia dei bombardamenti sull’Afghanistan, preso atto dell’incapacità del governo italiano di gestire l’attuale grave situazione politica militare.
Prima che questo stato ci porti all’interno di un conflitto dagli sbocchi imprevedibili, con lutti e immani sofferenze non solo per il Popolo Veneto ma per tutti i popoli coinvolti.
Il Veneto Serenissimo Governo ritiene inoltre, che chi è responsabile dell’attuale caos e decadimento morale e materiale, e chi ha abbassato il livello di guardia contro l’espansionismo islamico, siano governi che non hanno né la capacità né la forza morale per guidare la riscossa dei popoli.
In questo contesto il Veneto Serenissimo Governo, prima di un nuovo "8 settembre" e al sicuro caos e violenze incontrollabili che ne seguiranno , chiede che rapidamente sia posto all’ordine del giorno il rifacimento del referendum del 1866, che unì illegalmente il Veneto all’Italia, e pone come base per le trattative questi sotto elencati punti.
Il Veneto Serenissimo Governo chiede il ripristino delle autorità del Veneto Serenissimo Governo sulla Veneta Patria attraverso:
1- Costituzione di una commissione quadripartita presieduta dalla Francia e composta dall’Austria, Italia e Veneto Serenissimo Governo per il controllo della regolarità del rifacimento del referendum del 1866 che unì illegalmente il Veneto all’Italia;
2- Consegna di tutte le basi militari Italiane e il loro materiale alle autorità militari francesi;
3- Nomina di un generale francese plenipotenziario per la gestione provvisoria dell’amministrazione militare e civile, e per la gestione e la proclamazione dei risultati del referendum;
4- Non interferenza delle basi NATO e USA presenti sul Veneto territorio durante lo svolgimento e la preparazione del referendum;
5- Qualsiasi ingerenza da parte di chicchessia durante la preparazione e lo svolgimento del referendum sarà considerato atto ostile;
6- Libertà immediata e senza condizioni per tutti i Veneti Patrioti. Il rigetto di questo diritto legale del popolo Veneto, significa assumersene tutte le relative responsabilità sul piano storico, politico e giuridico.


Situazione economica in Veneto

La situazione economica attuale è a dir poco disastrosa e senza via d’uscita. Essa si protrae dal 2008. Il Veneto Serenissimo Governo ha da tempo inquadrato questo scenario: già nel 2005 esso ha prodotto un documento sulla situazione economica, tracciando alcune linee fondamentali per un’economia alternativa, nell’interesse del nostro Popolo.
Il colpo decisivo al tracollo dell’Italia e delle economie europee mediterranee è stata l’entrata nell’euro, non perché l’euro sia la causa determinante, ma è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, già ampiamente pieno. Il tentativo dell’Europa, attraverso l’euro, di contrastare il mondo unipolare statunitense è fallito per due ragioni sostanziali
1° causa- la riorganizzazione della Federazione Russa, e la sua capacità militare di contrastare l’egemonismo statunitense,
2° causa- è intrinseca all’Europa: il suo sviluppo economico disuguale non può avere una moneta omogenea, nonostante il tentativo della troika di sopperire a ciò costruendo gabbie salariali. Ma la causa decisiva era ed è l’incapacità di avere strutture militari e deterrenti atomici per imporre la propria strategia economica.
E’ noto a qualsiasi economista che le monete nazionali servono a compensare le tensioni economiche e monetarie internazionali; servono a dare competitività al prodotto interno, con la svalutazione e aumentando la massa monetaria. Inoltre tutto questo serve a incentivare l’acquisto di prodotti nazionali. Vedi quanto è avvenuto all’inizio degli anni ’90 tra il marco e la lira. Ciò ha permesso lo straordinario boom economico del nord produttivo.
Quindi, secondo un’analisi superficiale, si potrebbe trarre la conclusione che un’uscita dall’euro sarebbe la soluzione più ovvia,come qualcuno sta prospettando; questa non è una soluzione praticabile, perché dopo oltre 15 anni di permanenza nella moneta unica, i danni prodotti in termini di indebitamento con la troika (F.M.I., B.C.E., U.E.) sono di proporzioni irreversibili; né questa generazione, né quelle future potranno fare fronte al debito procurato dalle classi dirigenti dal 1861 al 2001, e dal 2001 ad oggi dalla troika.
A fronte di codesto scenario ci sono due ,e non tre,alternative: o accettare quanto gli affamatori della troika hanno programmato per il nostro Popolo o ribellarsi, per difendere le nostre famiglie, la nostra società, la storia, la cultura, e dignità, con atti rivoluzionari appropriati, che il Veneto Serenissimo Governo riassume in alcune parole d’ordine ben definite, e non negoziabili :
1° uscita dalla Unione Europea,
2° uscita dalla NATO,
3° cancellazione unilaterale del debito contratto dall’Italia dal 1861 al 2001, e dal 2001 ai giorni nostri dalla troika, (i danni provocati dalle guerre e dall’occupazione militare politica economica della nostra Patria sono ben maggiori dei presunti debiti fatti a nome del nostro Popolo, i supposti debitori si rivolgano a Francia, Austria, Italia, Germania, USA, Gran Bretagna, i quali hanno usato il territorio Veneto per le loro guerre di aggressioni al nostro Popolo e ad altri Popoli, causando migliaia di morti, danni materiali non quantificabili e provocando la diaspora veneta);
4° proprietà sociale delle strutture di difesa e sviluppo legate al benessere e alla felicità del nostro Popolo,
5° difesa di tutte le forze economiche e sociali motrici dello sviluppo socioeconomico della nostra Patria Veneta.
No alla terza via: uscire dall’euro e adottare una moneta nazionale, all’interno del percorso indicato dalla troika (come stanno tentando di imporre alla Grecia), mantenendo inalterati i rapporti di produzione, in quanto è una via antipopolare, tendente a scaricare sulle masse popolari il peso della ristrutturazione, portando alla miseria e alla distruzione i rapporti sociali all’interno del nostro Popolo. Questo piano è sostenuto da importanti settori della classe dirigente economica e politica della Germania, sulla base del “piano Schaeuble “.
Il Veneto Serenissimo Governo non invita alla resistenza, ma indica nel processo rivoluzionario, senza compromessi, l’unica possibilità di non essere schiavizzati dagli affamatori e l’unica strada per raggiungere l’indipendenza totale della Veneta Patria.
Trasformeremo la partita di calcio con le regole impostateci dalla troika in una partita di rugby con le regole che decideranno il Popolo Veneto e il Veneto Serenissimo Governo.



Prospettiva etico sociale del Veneto

Per parlare di ciò che vogliamo come nostro futuro dobbiamo prima di tutto fare un lavoro introspettivo, riconoscere le nostre motivazioni, i nostri sogni, i nostri desideri, le nostre aspirazioni, i nostri bisogni e non da ultimo come vogliamo lasciare il mondo che abbiamo ricevuto in custodia alle generazioni future.
Non dobbiamo farci guidare dall’istinto ma guidarlo noi stessi, essendo consci che ciò che ci distingue dagli altri esseri viventi è il nostro libero arbitrio, è la possibilità/obbligo costante di scegliere come noi vogliamo trasformare la nostra vita, come il nostro incidere cambia il nostro futuro, e con esso trasforma il presente ed il futuro di chi ci sta attorno.
Quanto ci accade ogni giorno è frutto anche di ciò che abbiamo o non abbiamo fatto, dire che ciò che avviene nella nostra vita è colpa degli altri serve solo a deresponsabilizzarci così da legittimare l’assenza di proattività delle nostre azioni quotidiane, perdendo quindi la capacità di produrre un cambiamento, quando è necessario.
Noi, come Veneto Serenissimo Governo, abbiamo sempre affermato di riferirci per la nostra azione al decalogo che Moshé ricevette sul Monte Sinai, ciò significa assumersi immense responsabilità, prima di tutto verso noi stessi, perché senza un profondo cambiamento personale nulla avviene. La tradizione che prima di noi ha accettato le Parole sul Sinai da Dio ha costantemente studiato, discusso e scritto su ciò che questi insegnamenti, queste Parole significano per l’intero mondo e per i popoli che le accettano. Accettare le parole ricevute da Moshé non significa solo accettare la natura divina di questo ordinamento ma comprenderne la valenza metastorica, in cui spazio e tempo si annullano, in cui l’essere umano diviene compartecipe della creazione attraverso la scelta delle sue azioni, quotidianamente.
Quindi ogni nostra scelta va a modificare la creazione, ed il creato, e ciò può avere un influsso positivo o negativo sulla vita, nella sua accezione più ampia. Il libero arbitrio con la conseguente responsabilità individuale prima e collettiva poi ha una valenza assoluta, il disimpegno significa cadere nell’idolatria, o più semplicemente in una logica complottistica, in cui i cambiamenti sono predeterminati ed immutabili, che annichilisce la persona e la rende simile ad un essere inanimato.
Può essere necessario capire ed indicare come si modificano sia gli scenari geopolitici mondiali sia quelli locali, ma questo rischia di trasformarsi in un inutile esercizio dialettico di puro carattere speculativo se non si traduce in azione atta a modificare il nostro futuro, e per fare ciò è sufficiente usare il buon senso. Se si ragiona sugli oleodotti, sulle guerre a bassa intensità, sulla pressione migratoria, sul terrorismo internazionale, sulla crisi alimentare, sull’inquinamento globale, sul problema degli alloggi, sulla sicurezza, sul mondo del lavoro, sulla sanità, sulla parità dei diritti e dei doveri per tutti gli esseri umani, sull’accesso allo studio dando soluzioni populistiche e demagogiche si ripropongono soltanto schemi egemonici e di potere volti a cambiare i fattori ma non il risultato. Dobbiamo fin da ora cambiare il modo di ragionare basato sul contingente e senza prospettive a medio e a lungo termine, altrimenti continueremo a vendere il futuro dei nostri figli per il nostro benessere immediato. Dobbiamo ragionare su cosa portiamo sulle nostre tavole e come esso è stato prodotto, riscoprendo la varietà e la peculiarità dei prodotti locali, dobbiamo pensare alle fonti energetiche con cui facciamo andare i nostri elettrodomestici, dobbiamo prestare attenzione a quanti rifiuti produciamo, allo spreco di acqua, a non barattare i diritti dei giovani lavoratori per una pensione. Pretendere che chi studia con merito venga valorizzato dalla società. Lottare contro le lobby che mascherano il neoschiavismo con la solidarietà incoraggiando l’immigrazione deregolata. Dare uno stop all’edificazione senza progetti a solo scapito del territorio, incentivare le ristrutturazioni che non deturpino il territorio ma che in maniera armonica lo difendano e lo valorizzino. Pretendere una sanità che abbia una visione olistica dell’essere umano e che lo tratti come singolo irripetibile e non lo associ alla patologia che ha.
Quindi per noi, che ci attuiamo per la libertà e la riscoperta del nostro Popolo Veneto, è necessario partire da questo lavoro di consapevolezza: capire che cosa vogliamo, da dove veniamo, gli errori commessi, fare autocritica, così da proporre un modello realmente nuovo capace di sostenere le persone individualmente e collettivamente, in grado di sviluppare la vita. Non tutto ciò che è passato e bello ed auspicabile. Dobbiamo lottare perché al nostro Popolo sia restituito il libero arbitrio, la possibilità di decidere se vuole ridiventare nazione indipendente, ma, nel frattempo, questo non deve significare che, quotidianamente, non abbiamo la possibilità di scegliere su altre questioni. Veneto è chi ama il Veneto a prescindere da logiche di nascita o sangue, amare il Veneto significa amare con esso l’intero creato, perché il Veneto esiste in quanto parte integrante della creazione. Un felice isolamento non porta a nulla anzi porta alla distruzione, è necessario relazionarsi con gli altri in un’ottica di reciprocità e di rispetto.
Negli ultimi anni il movimento indipendentista Veneto si è concentrato sul Referendum per l’indipendenza facendo sua la rivendicazione costitutiva del Veneto Serenissimo Governo del 1987, ora il principio che i Veneti possano rivendicare la propria indipendenza è una cosa diffusa tra tutto il nostro Popolo, e aldilà di tutte le capziosità dell’Italia e dei vari approfittatori e collaborazionisti locali prima o poi si arriverà alla possibilità di scegliere tra Veneto ed Italia. Ora è giunto il tempo di ragionare sul futuro Veneto indipendente per non trovarci impreparati a questo storico evento, per questo propiniamo un modello in cui il principio di delega venga superato o quanto meno venga ribaltato, in cui ognuno sia responsabile in prima persona della propria azione od inazione. Le considerazioni su fatte sono viste in un ottica di continuità e di specificazione con il modello dell’autogestione dei Liberi Territori Veneti secondo i millenari valori della Veneta Serenissima Repubblica, da noi proposto nel 2008, in cui ognuno è chiamato costantemente ad agire in un clima di fraternità ed amicizia per ricercare la felicità di tutti per lasciare un mondo migliore di come lo abbiamo trovato



Politica delle alleanze e costruzione di un vasto fronte di lotta

E’ evidente che le analisi fin qui elaborate necessitano di ulteriori approfondimenti, e devono possedere la forza di coinvolgere movimenti popolari, movimenti indipendentisti, movimenti di liberazione e governi che abbiano al primo punto del loro essere gli interessi dei rispettivi popoli.
Il Veneto Serenissimo Governo si fa promotore per la costruzione di un ampio fronte di lotta per la salvaguardia della pace, della storia, della cultura e delle tradizioni dei nostri popoli, indicando alcuni punti che possono essere integrati e organizzati, ma devono costituire la base di discussione.
1) lotta per la pace
2) diritto dei popoli all’autodeterminazione
3) contrasto al terrorismo islamico, e a qualsiasi altra forma di terrorismo
4) guerra senza quartiere al neonazismo
5) dura opposizione all’antisemitismo
6) uscita dall’euro
7) lotta all’egemonismo economico
8) uscita dalla NATO
9) lotta al neoimperialismo
10) costruzione,in Europa, di una confederazione di stati indipendenti

Questo è il contributo e l’appello che il Veneto Serenissimo Governo rivolge ai Popoli Europei, ai movimenti popolari, movimenti indipendentisti, movimenti di liberazione e ai governi che, in buona fede, intendono difendere le loro genti.



Appendice : Il futuro economico della Veneta Serenissima Repubblica

1) Ogni Paese deve produrre quello che gli è più consono. In questo sistema bisogna avere chiaro che il Veneto non è in grado di contrastare in nessun modo le nuove potenze emergenti, sia per il costo della manodopera, sia per i sistemi non liberisti ma central-dirigistici, sia per un controllo quasi totale della forza lavoro: quindi è pura demenza cercare soluzioni su questo terreno.
Quello che le grandi potenze economiche non potranno mai riprodurre è il Veneto stesso con tutte le sue immense risorse: Venezia, Verona, Padova, Vicenza, Cortina, l’Altopiano di Asiago, il Lago di Garda, le Terme, le Spiagge, le Dolomiti, ecc.
2) Arrivare attraverso un piano complessivo e con svolte graduali a chiudere le esportazioni del nostro artigianato agricolo industriale. Le vendite dei prodotti della Veneta Serenissima Repubblica si fanno solo sul territorio della Repubblica con certificazione del marchio Veneto a prescindere dal valore. Questi e altri rapporti economici con i Paesi esteri non possono essere in funzione della richiesta ma in funzione delle necessità economiche e sociali della Veneta Serenissima Repubblica. In caso contrario si creeranno degli squilibri che porteranno certamente alla caduta della Repubblica Veneta. Il nostro modello non è certo l’economia di mercato né un’economia parcellizzata, la nostra sarà un’economia sociale avente l’uomo al centro dei propri obbiettivi e analisi.
3) Riconversione totale dell’economia e bonifica del territorio.
4) Costruire un’economia legata al movimento turistico e a un sistema sanitario proiettato alla cura e riabilitazione degli “ammalati” di tutto il mondo.
5) Realizzare un sistema di produzione integrato ad un sistema agro-alimentare sanitario, avendo nel “made in Veneto” gli unici prodotti commerciali garantiti di qualità, quali arma vincente nel sistema agro-alimentare sanitario.
6) Sviluppo avanzato della ricerca scientifica legata al territorio, alle sue dinamiche economiche e al servizio del nostro Popolo e della sua economia.
È evidente che il sistema economico monetario UE – Euro non è in grado di soddisfare le necessità di ogni singolo Stato; in quanto qualsiasi persona, anche “ignorante dell’economia”, si rende conto che ad uno sviluppo ineguale corrisponde un sistema economico e monetario flessibile. La lira è entrata nell’euro abbondantemente sovrastimata. Se si guarda l’Italia, aldilà dei problemi geopolitici storici, l’abolizione delle cosiddette gabbie salariali non solo non è stata di nessun beneficio per il meridione ma ha aperto ancor di più la forbice tra Nord e Sud, e questo è percepibile da tutta la popolazione della penisola. Si possono trovare stimoli e possibilità solo se saremo in grado di prendere in mano i nostri destini. Noi riteniamo che se questo non avviene, se l’Italia resterà nelle sue attuali strutture, non solo i Popoli del centro-sud non avranno possibilità, ma certissimamente trascineranno anche le regioni del Nord alla catastrofe socioeconomica.
È altrettanto evidente che non ci può essere né un arroccamento né un isolamento. Nessuna Nazione per quanto grande o per quanto piccola può sopravvivere al distorto concetto di globalizzazione e a un suo essere presente nei flussi economici del terzo millennio.



Piattaforma per la piena autodeterminazione del Popolo Veneto

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia cultura e tradizione della Veneta Serenissima Repubblica, alla luce della profonda ed irreparabile crisi istituzionale che sta sgretolando le istituzioni dello Stato italiano, costatando che gli organi periferici della Regione Veneto preposti alla transizione ed esecuzione di quanto emerso dal Referendum per l'autonomia del Veneto del 22 ottobre 2017 non stanno facendo nulla, si assume pienamente l'onere e l'onore di procedere sia nei confronti della controparte italiana che verso la comunità internazionale perché sia il Popolo Veneto, nella pienezza dei propri diritti, a decidere quale forma di autonomia sia più confacente alle proprie necessità attuali e future.
Ciò premesso ogni trattativa e progetto di futuro Stato dovrà avere tre pre-condizioni indiscutibili, lotta senza quartiere ad ogni forma di totalitarismo, di terrorismo e di antisemitismo .
Il Veneto Serenissimo Governo alla luce della schiacciante ed incontestabile vittoria al referendum del 22 ottobre 2017 rivendica al consesso internazionale che il Popolo Veneto sia messo nelle condizioni di esercitare il proprio libero arbitrio sulla Veneta Patria senza nessun condizionamento dello Stato italiano attraverso:

1- Costituzione di una commissione quadripartita paritaria composta da Federazione Russa, Stati Uniti d'America, Italia e Veneto Serenissimo Governo per la fase di transizione verso una piena sovranità Veneta.
2- Neutralizzazione, sotto il controllo delle nazioni garanti, Federazione Russa e Stati Uniti d’America, di tutte le basi militari Italiane e consegna del loro materiale alle autorità legittime venete.
3- L’attività dei comandi di polizia e carabinieri siti in Veneto, operanti nel contrasto al terrorismo e alla criminalità continuerà sotto la supervisione della Federazione Russa e Stati Uniti d’America.
4- Convocazione di un'assemblea costituente Veneta che redigerà la futura carta fondativa della ricostituita Veneta Serenissima Repubblica, ed esaminerà i trattati che vincolano la nostra terra all'UE e all'area euro, e a tutte le organizzazioni internazionali.
5- Consegna di tutte le infrastrutture presenti sulle terre venete alle autorità sovrane venete.
Quanto sopraelencato si inquadra nei diritti legali previsti dal diritto internazionale rispetto all'autodeterminazione dei Popoli, in quanto il Popolo Veneto ha espresso chiaramente la volontà di non voler sottostare all'occupazione italiana che si perpetua illegalmente dal 1866. Il Veneto non è italia ma ne subisce l'occupazione.
Il Veneto Serenissimo Governo sta con il Popolo Veneto, ed è Veneto solo chi ama il Veneto, perché solo chi ama la terra ed il popolo può essere un patriota.
Tutti i patrioti sono chiamati a lavorare insieme al Veneto Serenissimo Governo in questo momento di grave pericolo per il nostro Popolo, come è stata sospinta la vittoria del referendum per la nostra libertà, ora è giunto il momento di camminare sulle strade della libertà come già il nostro Popolo ha fatto per ben 1100 anni di Repubblica Serenissima.

Longarone-Venezia 06 giugno 2018



Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni


Veneto Serenissimo Governo
segreteriadistato@serenissimogoverno.org, – kancelliere@katamail.com,
Tel. +39 349 1847544 - +39 340 6613027
http://www.serenissimogoverno.euwww.rad ... veneta.org
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » lun lug 09, 2018 8:11 pm

Demenze gardiniane


REPUBBLICA VENETA – VENETOCRAZIA, VENETOCRAZIA, UNA PAROLA CHE FA LA DIFFERENZA!

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 5320919547

Riconosco, senza trionfalismi, di aver avuto politicamente il merito di aver aperto diverse nuove piste. Ora ne apro un'altra di grandissima importanza che aiuterà a capire il nostro perrcorso, chi lo ritenga ancora movimentistico", come altre esperienze politiche che emergono e scompaiono nella galassia veneta.

Spiego questa novità con poche parole: i Veneti veri, i patrioti veneti (quelli legati ai padri e che non abiurano la loro identità) non sono democratici e non possono esserlo perché sono sono essenzialmente VENETOCRATICI!

"VENETOCRATICI"? Cosa vuol dire?
Vuol dire che i Veneti sono quelli che hanno piena coscienza della loro appartenenza alla comunità veneta e delle responsabilità patriottiche che ne conseguono.
I "patrioti veneti" non collaborano con programmi stranieri di cancellazione dell'identità veneta (come fa la politica italiana o quella Unione Europea) e non accettano alternative statuali alla Repubblica Veneta.
Se "democrazia" vale come "Franza o Spagna purché se magna", per i Veneti invece vale solo il principio che ogni patriota deve operare per la libertà e il bene della comunità veneta, della Repubblica Veneta. E tutto ciò si può riassumere nella parola VENETOCRAZIA, ossia "Organizzazione dei Veneti"!, dove i Veneti non sono oggetto, sudditi, ma soggetto e principi!
Ecco perché la Repubblica Veneta, che tutti dicono di riconoscere e amare, ha sempre mantenuto un'impostazione verticale e dunque unitaria, e non può, per la sua salvezza, che averla così!
Un'impostazione repubblicana ("res publica"), dunque anche, peranalogia, "democratica", ma prima di tutto veneta, fondamentalmente veneta!
I Veneti hanno due grandi padri: Antenore (padre etnico) e San Marco (grande padre spirituale)!
Chi non discende da Antenore e da San Marco non è veneto! Chi non opera nella Repubblica Veneta sarà forse "democratico" ma di sicuro non è Veneto!
Sono sempre stato Venetocratico, mai stato italiano!
Venezia 8.7.2018
Albert Gardin – CXXI Doge

^^^ ^^^ ^^^
Ufficio Dogale – San Polo 2398 – 30125 Venezia
governoveneto@gmail.com – info 338 8167955

Albert Gardin – CXXI Doge
Giancarlo Orini – Presidente del Maggior Consiglio –
^^^ ^^^ ^^^




Gino Quarelo
Retorica demenziale. Io sono un veneto vero e non rinnego le mie radici e la mia identità storica: non sono antenoriano, nemmeno marciano e veneziano; sono vicentino con radici euganee, retiche, celtiche, germaniche (sassoni e cimbre) e friulane.
Repubblica Veneta sì ma alla Svizzera e non alla Veneziana Serenissima.
I veri patrioti sono fini conoscitori della loro complessa storia dalle molte radici e non infantili adoratori di favole, di miti, di idoli e di feticci.
Il padre spirituale dei veneti è quello universale di tutte le creature mentre quello religioso, della religione dominante non è Marco l'Evangelista ma l'ebreo Gesù Cristo, ma non tutti i veneti sono idolatri e cristiani.




Non siamo discendenti di Abramo e dei romani
viewtopic.php?f=195&t=2570
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » lun ago 06, 2018 6:42 am

A Beniamino Dilan, coordinatore della Confederazione Intergruppi e a tutte le organizzazioni politiche venete interessate. A Monica De Piccoli, A Giancarlo Orini

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... &ref=notif

Ripropongo qui un programma suggerito da Gianfranco Libero Braido a un suo interlocutore (S. Zampa):

"La me risposta, le de andarghe drio a Albert Gardin , de rifar le cernide, de far pi manifestazion venete, come che i fa in sud tirol, va ben le rievoxazion storiche, ma bisogna rifar i reggimenti co na divisa de anco, senza armi, ma pronti a sfilare e a far adunate. Bisogna combatterli co le loro armi, se serve se fa na massoneria veneta, na rete che comercia sol che tra associati, na cripto valuta da usare tra de noialtri in alternativa de l'euro."

Gianfarnco Braido propone:
– ritrovarsi sotto il dogado (Repubblica Veneta);
– ricostituire le CERNIDE (Soldati veneti), senza armi e con divisa aggiornata per sfilare tutte le manifestazioni venete;
– costituire un movimento identitario, una rete politica, sociale e commerciale che dia linfa allo spirito politico veneto;
– emettere una moneta interna, riconosciuta e scambiata nel movimento;
– costituzione delle basi di una Corte di Giustizia permanente.

Su questo interessante di Gianfranco Braido programma politico, proporrei ai responsabili della Confederazione Veneta Intergruppi, mella persona del coordinatore Beniamino Dilan) di organizzare una riunione aperta a tutte le organizzazioni politiche venete da tenersi ai primi di settembre.

Dalla riunione potrebbe uscire:
– la creazione di un movimento identitario per la Repubblica Veneta;
– il progetto d orgnizzazione delle "CERNIDE";
– l'incarico ad esperti per la creazione di una "banca" per l'emissione e la gestione di una moneta interna;
– l'affidamento ad esperti di progettare le basi della Corte Permanente di Giustizia.

Nella stssa riunione si potrebbe incominciare a discutere sulla prossima celebrazione religiosa veneta di San Marco del 25 aprile a Verona (processione e messa solenne).

Venezia 4 agosto 2018

Albert Gardin – CXXI Doge –


Gino Quarelo
No grazie, il Veneto non è la Serenissima. Io personalmente preferisco il modello svizzero con le sua democrazia diretta e la sua milizia di cittadinananza e comunale. Con l'idolatria della Serenissima non si avrà mai più nessuna indipendenza. La storia non torna mai indietro, se lo facesse sarebbe una tragedia. Venezia non ha portato i veneti alla libertà ma alla sudditanza.

Albert Gardin
Gli svizzerofili li manderemo in Svizzera! Risolto il problema!

Gino Quarelo
I serenissimofili li manderemo a Venezia o in laguna tra i gatoli, le velme e le barene, risolto il problema.

Alberto Pento
Anche per me la via svizzera è l'unica strada per un nuovo Veneto; la via di riprendere la Serenissima è un non senso storico, un assurdo, ha già dimostrato di non funzionare, alla prova della storia. A suo tempo, quando ne aveva la possibilità, Venezia Serenissima non ha promosso un popolo e una nazione veneta, tanto meno uno stato a sovranità di tutti i veneti, per cui è demenziale riproporla ancora oggi per un possibile domani. Solo degli idolatri, invasati e fanatici della Serenissima lo possono fare. Il passato della sudditanza a Venezia non è un paradiso a cui ritornare. Una volta i veneti si sono dati a Venezia con le dedizioni e Venezia li ha traditi, basta e avanza, oltretutto quella Venezia di ieri è morta e quella di oggi è un suo resto e un suo fantasma che vale solo come testimonianza del passato e la sua centralità non ha più alcun senso!

Albert Gardin
L'idea di costituire uno Stato "Veneto" sul modello svizzero è assuda storicamente e impraticabile politicamente; ma chi la realizzerebbe e quando? Un'idea "fumo negli occhi" come quella della Padania.
Il "Veneto" è una definizione "made in Italy" che va bene per gli italiani! Noi siamo Veneti!


Alberto Pento
La maggior parte dei veneti non sono veneziani. Il solo modello sensatamente percorribile per un futuro migliore è quello svizzero: l'uomo di buona volontà e cittadino libero e sovrano. Riprendere la Serenissima è semplicemente demenziale: non esiste più l'impero veneziano, come non esiste più l'impero romano, anche se esistono i nostalgici che continuano a riproporli, allo stesso modo dei nostalgici della monarchia, del fascismo e del comunismo

Alberto Pento
Aiutiamo i veneti ad essere uomini liberi e cittadini responsabili e sovrani e non idolatri invasati di qualche mito a cui fornire sempre nuove illusioni, nuovi feticci, nuove magie per tenerli soggiogatiAiutiamo i veneti ad essere uomini liberi e cittadini responsabili e sovrani e non idolatri invasati di qualche mito a cui fornire sempre nuove illusioni, nuovi feticci, nuove magie per tenerli soggiogati e per poterli in qualche modo sfruttare.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » mar ott 02, 2018 7:29 am

Intervista impossibile all’indipendentista veneto
Enzo Trentin
01/09/2018

https://www.vicenzareport.it/2018/09/in ... sta-veneto

Vicenza – È un’intervista impossibile, perché il personaggio dice parole che ha effettivamente detto oppure che avrebbe potuto o dovuto dire, e dicendole ci illumina su di sé, sulle proprie azioni e sulle sue motivazioni. La scelta del personaggio è libera, perché realmente esiste. È un gioco diverso, di fantacritica, di ipotesi, e naturalmente per le più varie valutazioni sul personaggio del “rappresentante” politico che persegue l’autodeterminazione.

Un certo numero di veneti si dichiarano indipendentisti, molti altri lo sono nell’intimo, e si distinguono dagli autonomisti perché non disdegnano l’idea di un’uscita del Veneto dall’Italia, dall’Ue, dall’euro, e dalla Nato. Sarebbe un evento finora mai verificatosi. Allo stato attuale si può dire che molti abbiano spiritualmente elaborato ipotesi e aspettative più che plausibili su un evento del genere. Certamente avrebbe un impatto enorme. Quanto alla sua spiegazione, è decisamente chiaro a priori quali potrebbero essere i motivi dell’uscita.

Il nostro personaggio lo chiameremo convenzionalmente Cigno Nero. Il termine “cigno nero” è tratto dalla frase del poeta latino Giovenale “rara avis in terris nigroque simillima cygno”. Questa espressione era utilizzata nelle discussioni filosofiche del sedicesimo secolo a indicare un fatto impossibile o perlomeno improbabile. Si basa sulla presunzione che “tutti i cigni sono bianchi”, asserzione che ha avuto un senso fino alla scoperta del cigno nero australiano Cygnus atratus da parte degli esploratori europei.

Questo esempio dimostra come né il ragionamento deduttivo né quello induttivo sono infallibili. Un argomento dipende dalla verità delle sue premesse: una falsa premessa può portare a un risultato sbagliato, e dei dati limitati producono una conclusione non corretta. Il limite del ragionamento secondo cui “tutti i cigni sono bianchi” è dato dai limiti dell’esperienza, la quale ci fa credere che non esistano cigni neri.

Domanda di un elettore veneto: Perché vuole l’indipendenza del Veneto?

Risposta di Cigno Nero: Non credo che il limitato spazio del suo articolo possa contenere tutte le motivazioni che potrei esporre. Mi lasci semplicisticamente dire che l’autodeterminazione politica è il diritto di un popolo. I Veneti possono definirsi un popolo (quello italiano non esiste. Nella penisola vivono vari popoli), perché in generale sono un complesso di individui di una stessa area, che ha origini, lingua, tradizioni religiose e culturali, istituti, leggi e ordinamenti comuni. Si sono costituiti in collettività etnica costituiti in collettività etnica all’incirca tre millenni or sono. Hanno formato una nazione avente una organizzazione repubblicana che è durata oltre 1.100 anni, e con la sua indipendenza politica sono state realizzate infinite ed eccellenti opere di governo, legislative, sociali, e per ognuna delle cosiddette sette muse. Per il popolo veneto l’indipendenza è il prerequisito per un duraturo dominio politico ed economico.

D. – Lei vuole resuscitare l’antica Repubblica di Venezia?

R. – Non necessariamente. Dico più semplicemente che se non sappiamo da dove proveniamo, difficilmente sapremo dove andare. In quella repubblica c’erano molte cose buone (che possono essere ripristinate o meno), soprattutto se contestualizzata al suo tempo dominato da despoti e tirannie d’ogni genere. Le nostre istanze, e bene sottolinearlo, sono di carattere identitario che non ha nulla a che fare con il nazionalismo che abbiamo conosciuto nel ventesimo secolo.

D. – Lei vuole essere eletto alla Regione Veneto per poter da lì legiferare ed ottenere l’indipendenza?

R. – Sì! Io e chi la pensa come me non siamo golpisti, siamo gente normale che chiede di poter votare per l’autodeterminazione del popolo veneto. Non abbiamo nulla contro l’Italia.

D. – Dunque lei aspira ad essere il, o un, legislatore?

R. – Sì! E non posso chiudere gli occhi sull’esperienza scozzese, e catalana. Anzi traggo consapevolezza da quegli esperimenti.

D. – Nel celebre libro del 2007 “Cigno nero” di Nassim Taleb c’è una definizione già nella prima pagina del prologo: “Ciò che qui chiameremo Cigno nero è un evento che possiede le tre caratteristiche seguenti. In primo luogo, è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative, perché niente nel passato può indicare in modo plausibile la sua possibilità. In secondo luogo, ha un impatto enorme. In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo spiegabile e prevedibile”.

L’uscita del Veneto dall’Italia, dall’Ue, dalla Nato (altra cosa è lo smantellamento delle basi Usa in Veneto), dall’Euro sarebbe (ad oggi) senz’altro un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative, soprattutto perché niente nel sistema partitocratico può indicare in modo plausibile la sua possibilità. Non ci sono poi dubbi sul fatto che avrebbe un impatto enorme. Equivarrebbe a cambiare il governo con il consenso del governo. Mentre non c’interessano affatto le elaborazioni a posteriori per giustificare l’autodeterminazione, per renderla spiegabile, prevedibile, auspicabile.

Gli indipendentisti scozzesi e catalani hanno chiesto il voto referendario degli elettori, ma questi ultimi sapevano perfettamente quale nuova organizzazione sociale gli scissionisti avrebbero realizzato una volta eletti. Nel suo caso (Cigno nero), invece, par di capire che non è stato capace o non ha voluto produrre a tutt’oggi nemmeno una bozza di nuovo assetto istituzionale, perché prima vuole essere eletto, e dopo agirà. Insomma lei non ci dice:

se e come verranno individuati i nuovi “rappresentanti”?
come funzionerà il nuovo governo?
la nuova giustizia?
Le questioni religiose come saranno ordinate?
a che cosa si ispireranno i nuovi rapporti internazionali sia diplomatici che economici?
quale moneta sarà utilizzata?
quale nuovo ordine di pubblica sicurezza?
la difesa dall’esterno come sarà organizzata?
ci sarà, o meno, e quale sarà l’istruzione pubblica?
ci sarà, e quale potrà essere l’organizzazione della sanità pubblica?
che tipo di welfare potrà materializzarsi; come sarà finanziato e attuato?
i veneti indipendenti vivranno in libera concorrenza economica o meno?
verrà rispettata, o meno, la proprietà privata?
Sorvoliamo, per semplicità, il fatto che non ci sono risposte o proposte alla soluzione dei problemi della burocrazia asfissiante e inefficiente, sul conflitto d’interessi, sul piano energetico, dell’ambiente e della salvaguardia del territorio, sulle infrastrutture, sulle problematiche del lavoro e sindacali, e di molte altre cose che renderebbero l’elenco assai lungo.
‘last but not least’: se tra l’altro l’indipendenza del Veneto la si persegue a causa dell’irriformabilità e della inefficienza dello Stato italiano, perché dal giorno dell’autodeterminazione si dovrebbe accettare un periodo imprecisato di transizione tra il vecchio ed il nuovo ordinamento?

Una risposta credibile e condivisibile, anche per un solo aspetto di quest’ultima domanda, ad oggi non è pubblica. Ovvero il Cigno nero ha qualcosa da dire, ma non sa dire cosa. È un soggetto politico senza un piano di convivenza civile, che è il solo ad avere titolo di credito. Ci troviamo di fronte a un profeta, con i suoi pochi sodali, acrobatici dell’indipendenza che pretendono di utilizzare la Regione (istituzione italiana) per fare carriera proprio in quel sistema che fingono di contestare.

Sostanzialmente gli elettori veneti dovrebbero fidarsi di questa “rappresentanza” anche se non progetta o abbozza o rassicura. Vorrebbero accomodarsi in consiglio regionale per avvantaggiarsi della consulenza, consiglio e saggezza della burocrazia allo scopo di riformare la burocrazia. Ritiene – e reputano – che la sua – o loro – carica istituzionale gli permetterà di avere accesso ai mass-media controllati dal potere politico-economico, che tramite essi manipola l’opinione pubblica, per poter fare la secessione. Pensano di avvantaggiarsi delle provvidenze – non solo economiche – che il potere mette a disposizione dei “rappresentanti” per sostituire il potere. Òstrega!


Alberto Pento
La risposta del Cigno Nero a questa domanda è piena di presunzioni, falsità storiche, elaborazioni/interpretazioni storiche sbagliate, pregiudizi, assurdità.

"Domanda di un elettore veneto: Perché vuole l’indipendenza del Veneto?

Risposta di Cigno Nero: Non credo che il limitato spazio del suo articolo possa contenere tutte le motivazioni che potrei esporre. Mi lasci semplicisticamente dire che l’autodeterminazione politica è il diritto di un popolo. I Veneti possono definirsi un popolo (quello italiano non esiste. Nella penisola vivono vari popoli), perché in generale sono un complesso di individui di una stessa area, che ha origini, lingua, tradizioni religiose e culturali, istituti, leggi e ordinamenti comuni. Si sono costituiti in collettività etnica costituiti in collettività etnica all’incirca tre millenni or sono. Hanno formato una nazione avente una organizzazione repubblicana che è durata oltre 1.100 anni, e con la sua indipendenza politica sono state realizzate infinite ed eccellenti opere di governo, legislative, sociali, e per ognuna delle cosiddette sette muse. Per il popolo veneto l’indipendenza è il prerequisito per un duraturo dominio politico ed economico."

Ecco l'elenco delle presunzioni, falsità, errori, ... :

1) l'autodeterminazione politica è il diritto di un popolo ...
(certo però non va dimenticato che il 95% dei Veneti si vuole autodeterminare come veneto-italiano nello stato italiano);
2) i Veneti possono definirsi un popolo mentre quello italiano no ...
(anche i Veneti come gli Italiani sono un insieme di popoli diversi che nel tempo, lungo i secoli si sono in parte amalgamati e omogeneizzati);
3) i Veneti si sono costituiti in collettività etnica all'incirca 3mila anni or sono, ...
(questo è tutto da dimostrare in quanto finora non sono ancora riusciti a realizzare una vera nazione/stato veneta a dominio di tutti veneti);
4) hanno formato una nazione con una organizzazione repubblicana durata oltre 1100 anni ...
(non è affatto vero che i Veneti tutti, abbiano formato una nazione e una repubblica unitaria; inoltre la Repubblica Veneta a dominio dell'aristocrazia veneziana non è durata 1100 anni ma caso mai meno della metà; quando Rivoalto era un ducato non era una repubblica; non è mai esistita una Repubblica Veneta a dominio di tutti i Veneti).
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » gio ott 18, 2018 9:33 pm

Falsari della storia veneta, venezianisti antiveneti


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 68x278.jpg
Dr. Alessandro Mocellin, prof. Gianpaolo Borsetto, Torresin e avv. Renzo Fogliata


Veneti per volontà di Dio
Pubblicato 18 ottobre 2018 | Da daniele Quaglia


http://www.life.it/1/veneti-per-volonta-di-dio


Veneto è Veneto!

L’identità del popolo Veneto, applicando la formula filosofica sul principio di identità “A è A” e quella escludente l’identità con l’altro “A non è non A”, si potrebbe così formulare: “Veneto è Veneto” e pure “Veneto non è non Veneto”.

Questo per affermare che Popolo Veneto non è Popolo Italiano.

È il senso dell’incontro di Castelfranco del 13 ottobre sull’identità dei Veneti che, con i Greci, sono gli unici due popoli sopravvissuti alle vicende storiche d’Europa, tra tutti gli originari popoli citati dagli storici antichi.

Nella millenaria sua storia, questo popolo, insediatosi inizialmente nelle terre tra il fiume Adda e la Pannonia circa nel 1300 a.c., proveniente da Troia di cui era alleato e come tale sconfitto dai Greci , si concentrò più tardi nella pianura tra l’Adda e l’Isonzo.

Secondo i relatori Borsetto e Fogliata, attorno al V secolo d.c., il Popolo Veneto ha subito una frattura conseguente le invasioni barbariche:

Coloro che occupavano le città più vicine al mare trovarono rifugio, temporaneo nell’intento, tra le isole disabitate della laguna ma, la devastazione subita dalle città fu motivo per continuare a vivere tra le isole e dare vita a quella che diventerà Venezia (etimologicamente, Venezia = Città dei Veneti);

Coloro che erano insediati nelle città di terra ferma, più lontane dalla laguna, vi rimasero esponendosi anche alla persecuzione a causa della religione cristiana professata.

I Veneti della laguna, chiamati anche venetici, diedero vita ad una Repubblica che attorno al 1300 realizzò il ricongiungimento con i Veneti di terra ferma, che nel frattempo si erano organizzati in signorie, per costituire un unico soggetto politico attraverso lo Stato da Tera della Repubblica Veneta, pur con le relative specificità locali.

Tutti i Veneti, dall’Adda all’Isonzo, furono nuovamente uniti.

Senza la Repubblica di Venezia questo non sarebbe mai avvenuto e, del Popolo Veneto, disgregato dai campanilismi, ora non resterebbe alcuna traccia.

E invece siamo qui con ritrovato spirito a rivendicare la specifica identità mantenuta anche grazie alla lingua che, come dice Mocellin, è organo e metodo di espressione diretta del cervello.

Chi parla Veneto, se pur inconsciamente, rifiuta l’imposizione di essere italiano.

Senza ombra di dubbio questo incontro ha fatto luce sull’identità del Popolo Veneto: ora rimane da chiarire se i Veneti, in quanto Popolo, abbiano o meno il diritto di Autodeterminazione – Indipendenza – Secessione previsto dalle leggi internazionali.

Sarà questo l’argomento del prossimo dibattito.

* Le radici cristiane dei Veneti non ammettono la casualità degli eventi ma un loro orientamento da parte di un ordine divino.

Daniele Quaglia



Alberto Pento
Quante idiozie che hanno raccontato!




Smonterò una per una tutte queste talune azzardate e talune palesemente distorte e tal'altre false interpretazioni, affermazioni storiche.


Elenco delle affermazioni sottoposte ad esame critico:

1)
Veneto è Veneto!
L’identità del popolo Veneto, applicando la formula filosofica sul principio di identità “A è A” e quella escludente l’identità con l’altro “A non è non A”, si potrebbe così formulare: “Veneto è Veneto” e pure “Veneto non è non Veneto”.
Questo per affermare che Popolo Veneto non è Popolo Italiano.

2)
È il senso dell’incontro di Castelfranco del 13 ottobre sull’identità dei Veneti che, con i Greci, sono gli unici due popoli sopravvissuti alle vicende storiche d’Europa, tra tutti gli originari popoli citati dagli storici antichi.

3)
Nella millenaria sua storia, questo popolo, insediatosi inizialmente nelle terre tra il fiume Adda e la Pannonia circa nel 1300 a.c., proveniente da Troia di cui era alleato e come tale sconfitto dai Greci , si concentrò più tardi nella pianura tra l’Adda e l’Isonzo.

4)
Secondo i relatori Borsetto e Fogliata, attorno al V secolo d.c., il Popolo Veneto ha subito una frattura conseguente le invasioni barbariche:

5)
Coloro che occupavano le città più vicine al mare trovarono rifugio, temporaneo nell’intento, tra le isole disabitate della laguna ma, la devastazione subita dalle città fu motivo per continuare a vivere tra le isole e dare vita a quella che diventerà Venezia (etimologicamente, Venezia = Città dei Veneti);

6)
Coloro che erano insediati nelle città di terra ferma, più lontane dalla laguna, vi rimasero esponendosi anche alla persecuzione a causa della religione cristiana professata.

7)
I Veneti della laguna, chiamati anche venetici, diedero vita ad una Repubblica che attorno al 1300 realizzò il ricongiungimento con i Veneti di terra ferma, che nel frattempo si erano organizzati in signorie, per costituire un unico soggetto politico attraverso lo Stato da Tera della Repubblica Veneta, pur con le relative specificità locali.

8)
Tutti i Veneti, dall’Adda all’Isonzo, furono nuovamente uniti.

9)
Senza la Repubblica di Venezia questo non sarebbe mai avvenuto e, del Popolo Veneto, disgregato dai campanilismi, ora non resterebbe alcuna traccia.
E invece siamo qui con ritrovato spirito a rivendicare la specifica identità mantenuta anche grazie alla lingua che, come dice Mocellin, è organo e metodo di espressione diretta del cervello.

10)
Chi parla Veneto, se pur inconsciamente, rifiuta l’imposizione di essere italiano.

11)
Senza ombra di dubbio questo incontro ha fatto luce sull’identità del Popolo Veneto: ora rimane da chiarire se i Veneti, in quanto Popolo, abbiano o meno il diritto di Autodeterminazione – Indipendenza – Secessione previsto dalle leggi internazionali.

Sarà questo l’argomento del prossimo dibattito.

* Le radici cristiane dei Veneti non ammettono la casualità degli eventi ma un loro orientamento da parte di un ordine divino.

Daniele Quaglia



Primo esame critico, sintesi:


1)
Veneto è Veneto!
L’identità del popolo Veneto, applicando la formula filosofica sul principio di identità “A è A” e quella escludente l’identità con l’altro “A non è non A”, si potrebbe così formulare: “Veneto è Veneto” e pure “Veneto non è non Veneto”.
Questo per affermare che Popolo Veneto non è Popolo Italiano.

Critica
Il popolo veneto è l'insieme degli abitanti della terra veneta, dell'area che oggi porta il nome di Veneto.
La maggior parte dei veneti del Veneto si sente italiana, infatti solo il 5% degli abitanti del Veneto, alle ultime elezioni regionali, ha votato per partiti indipendentisti, costituiti da veneti che dicono di non sentirsi e di non volersi determinare come italiani.
Il popolo veneto è un insieme di varie popolazioni né più né meno come il popolo italiano, sono entrambi insiemi di popolazioni di origine, storia e lingua diverse.


2)
È il senso dell’incontro di Castelfranco del 13 ottobre sull’identità dei Veneti che, con i Greci, sono gli unici due popoli sopravvissuti alle vicende storiche d’Europa, tra tutti gli originari popoli citati dagli storici antichi.

Critica:
falso, numerosi sono in popoli europei citati dagli autori antichi che ancora oggi sussistono dalla preistoria, non solo i veneti e i greci, popoli che comunque sono tutti costituiti in parte anche dal concorso di popolazioni diverse che nei millenni si sono aggiunte e mescolate in quel territorio anche se porta il nome di una determinata popolazione. Tutta l'Europa è piena di tali popolazioni e non solo l'area greca e veneta.
Ovunque in Europa: nella penisola italica, in Iberia, in Gallia, in Gran Bretagna, in Germania, nell'area slava, nell'area, baltica e scandinava.


3)
Nella millenaria sua storia, questo popolo, insediatosi inizialmente nelle terre tra il fiume Adda e la Pannonia circa nel 1300 a.c., proveniente da Troia di cui era alleato e come tale sconfitto dai Greci , si concentrò più tardi nella pianura tra l’Adda e l’Isonzo.

Critica:
falso, la leggenda di Troia riguarda soltanto l'insediamento di certi Heneti in quella che oggi è la terra veneta e non in tutta l'area tra l'Adda e l'Isonzo che apparteneva a varie popolazioni come i camuni, i reti, gli euganei, gli histri, etruschi, celti vari, ... .


4)
Secondo i relatori Borsetto e Fogliata, attorno al V secolo d.c., il Popolo Veneto ha subito una frattura conseguente le invasioni barbariche:

Critica:
falso, nel senso che la frattura vi è stata ad opera non solo delle migrazioni germaniche ma anche della conquista di una parte della terra veneta ad opera dei bizantini che insediarono il loro centro di potere politico imperiale a Ravenna istituendo l'Esarcato di Ravenna.


5)
Coloro che occupavano le città più vicine al mare trovarono rifugio, temporaneo nell’intento, tra le isole disabitate della laguna ma, la devastazione subita dalle città fu motivo per continuare a vivere tra le isole e dare vita a quella che diventerà Venezia (etimologicamente, Venezia = Città dei Veneti);

Critica:
falso, le isole della laguna non era disabitate; non vi sono testimonianze e prove di spostamenti di massa di veneti dalla terra ferma veneta alle isole della laguna per scappare dalle migrazioni germaniche prima dei goti e poi dei longobardi; non vi sono prove di devastazioni di città ad opera dei migranti germani. La maggior parte dei veneti rimase nelle sue città e nei suoi paesi all'arrivo dei germani, solo una minima parte si spostò nelle lagune quando vi fu la conquista bizzantina dell'area lagunare e di parte della terra ferma poi riconquistata dai longobardi; solo l'area lagunare rimase ai bizantini e li si sviluppò il ducato bizantino con i primi dogi bizantini, mentre nelle altre città venete vi erano i dogi o duchi longobardi.
Venezia/Venesia/Venetia in origine era solo il nome della terra dei veneti e quello che la X Regio acquisì con la riforma di Diocleziano nel III secolo d.C.; la terra veneta con l'arrivo dei longobardi e dei bizantini venne nominata da alcuni autori dell'epoca: Venetia terrestre a dominio longobardo e Venetia marittima a dominio bizantino.
Solo nel 13° secolo la città lagunare di Rivoalto assunse il nome di Venezia, appropriandosi del nome della terra dei veneti Venetia.
Tutte le città storiche dei "veneti": Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Este, Oderzo, Belluno conservarono il loro nome all'arrivo dei germani e continuarono a portarlo fino ai nostri giorni; a queste si aggiunse Rovigo toponimo di origine germanica.
La Venetia terrestre assunse anche il nome di Austria con capitale Verona, poi di Marca Veronese e Marca Trevisana, ecc. .

6)
Coloro che erano insediati nelle città di terra ferma, più lontane dalla laguna, vi rimasero esponendosi anche alla persecuzione a causa della religione cristiana professata.

Critica:
falso, gli abitanti della terra veneta o Venetia terrestre non furono affatto perseguitati dai migranti germani goti e longobardi. I longobardi erano già cristiani quando arrivarono in terra veneta e probabilmente divennero cristiani più o meno nello stesso periodo in cui lo divennero i veneti.
Anche nei territori veneti a dominio longobardo si sviluppò il culto di San Marco in concomitanza con quello che si sviluppò nelle lagune venete a dominio bizantino.


7)
I Veneti della laguna, chiamati anche venetici, diedero vita ad una repubblica che attorno al 1300 realizzò il ricongiungimento con i Veneti di terra ferma, che nel frattempo si erano organizzati in signorie, per costituire un unico soggetto politico attraverso lo Stato da Tera della Repubblica Veneta, pur con le relative specificità locali.

Critica:
falso, i veneti della laguna per secoli sono stati solo sudditi dell'impero bizantino e solo in epoca comunale, come anche nella terra ferma, si sviluppò dapprima il comune e poi la repubblica a signoria aristocratica con la conservazione dell'elemento monarchico del doge.
Le genti della laguna veneta erano chiamati venetici per distinguerli dagli altri sudditi dell'impero bizantino appartenenti alla terra veneta e non perché erano più veneti degli altri veneti di tutta l'area veneta.

8)
Tutti i Veneti, dall’Adda all’Isonzo, furono nuovamente uniti.

Critica:
falso, le genti che abitavano verso l'Adda e l'Isonzo non erano venete e pertanto non vi fù alcuna riunione, anche perché Vnezia non promosse la formazione di alcun stato veneto a dominio di tutti i veneti.


9)
Senza la Repubblica di Venezia questo non sarebbe mai avvenuto e, del Popolo Veneto, disgregato dai campanilismi, ora non resterebbe alcuna traccia.
E invece siamo qui con ritrovato spirito a rivendicare la specifica identità mantenuta anche grazie alla lingua che, come dice Mocellin, è organo e metodo di espressione diretta del cervello.

Critica:
falso, Venezia con la sua Repubblica Veneta non promosse la formazione di alcuna nazione veneta, di alcun popolo veneto e di alcun stato a sovranità di tutti i veneti; i veneti dei domini terresti di Venezia erano solo sudditi e non cittadini veneti sovrani. I domini dell'impero veneziano includevono le popolazioni più diverse e la maggior parte di essi non erano di etnia veneta.


10)
Chi parla Veneto, se pur inconsciamente, rifiuta l’imposizione di essere italiano.

Critica:
falso, il 95% dei veneti si sente e si vuole italiana anche se parla veneto.


11)
Senza ombra di dubbio questo incontro ha fatto luce sull’identità del Popolo Veneto: ora rimane da chiarire se i Veneti, in quanto Popolo, abbiano o meno il diritto di Autodeterminazione – Indipendenza – Secessione previsto dalle leggi internazionali.

Critica:
falso, non è stata fatta alcuna luce sull'identità del popolo veneto ma è stata raccontata solo una fola, una falsificazione della storia e dell'identità veneta;
si consideri che il 95% dei veneti si sente e si vuole determinare come italiana e veneta ma non come veneta e non italiana e questa è la realtà con cui bisogna fare i conti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » dom ott 21, 2018 7:57 pm

Che vergogna, che disonore!

Chiediamoci perché Venezia, o meglio la sua aristocrazia, non ha difeso la terra veneta e i veneti e i non veneti tutti dei suoi domini, dall'invasione napoleonica e ha lasciato che questo francese corso la invadesse, la conquistasse, la depredasse, la sovvertisse, addirittura finanziando la sua invasione con milioni di ducati?
Dove era l'amore di Venezia e della sua aristocrazia per la terra veneta, per la patria veneta, per il popolo veneto, per i veneti e i non veneti dei domini di terra che 4 secoli prima si erano dati a lei, dove erano questo amore e questa reponsabilità?
Semplicemente non c'era, non c'era mai stato, non vi era alcun amore, perché quando si ama si fa di tutto, ci si spacca in quattro e si da anche la vita per difendere chi si ama.
Non solo Venezia ha abbandonato i suoi domini e i suoi sudditi, ma ha impedito loro di organizzarsi e di difendersi, arrivando a finanziare demenzialmente l'invasore.
Che vergogna, che disonore!

E io dovrei idolatrare chi non mi ha amato, chi non mi ha difeso, chi mi ha abbandonato, chi mi ha impedito di difendermi, chi mi ha mantenuto come suddito e non ha mai fatto un passo per rendermi parte di un popolo, di una nazione, di uno stato repubblicano a sovranità comune di tutti veneti?
No, mi dispiace tanto, assolutamente no, mai!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ensemense e peke venetiste e venesianiste

Messaggioda Berto » dom ott 21, 2018 7:59 pm

Il plebiscito del 1866, non fu una truffa come raccontano certi venetisti


???
Per non parlare di come si svolsero le operazioni di voto: schede di colore diverso e obbligo di dichiarare le proprie generalità!

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 7425760669



19 OTTOBRE, IL VENETO PASSA ALL’ITALIA… DUE GIORNI PRIMA DEL “PLEBISCITO”
di ETTORE BEGGIATO

https://www.miglioverde.eu/19-ottobre-i ... plebiscito

Il 21 e 22 ottobre 1866 attraverso un plebiscito-truffa il Veneto fu annesso all’Italia, ma due giorni prima del voto era già stato deciso tutto e il Veneto fu passato al Regno d’Italia. Una truffa colossale ai danni del popolo veneto: sono i documenti che denunciano tutto questo. Ecco quanto scrive la “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia” stampata a Firenze il venerdì 19 ottobre 1866:

Al Presidente del Consiglio dei Ministri è pervenuto oggi alle ore 10 ¾ antimeridiane il seguente dispaccio da Venezia:

“La bandiera Reale italiana sventola delle antenne di piazza San Marco, salutata dalle frenetiche grida della esultante popolazione. Generale Di Revel”

Il Presidente del Consiglio dei Ministri rispose immediatamente con questo dispaccio:

“Alla rappresentanza municipale di Venezia:

Il Governo del Re saluta Venezia esultante mentre la bandiera nazionale italiana sventola dalle antenne di Piazza San Marco simbolo di Venezia restituita all’Italia, dell’Italia restituita finalmente a se stessa. Ricasoli”

I Veneti vanno a votare quando tutto già stato deciso, visto che due giorni prima del voto il Veneto è già stato passato ai Regno d’Italia !

Alla fine della terza guerra d’indipendenza, che ha visto l’Italia sconfitta a Custoza e a Lissa, un trattato internazionale (fra Austria e Prussia, 23 agosto a Praga) prevede il passaggio del Veneto alla Francia che poi lo consegnerà ai Savoja; nel successivo trattato di pace di Vienna fra l’Italia e l’Austria del 3 ottobre si parla testualmente di “sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate”: i veneti dovranno decidere del loro destino, è un riconoscimento internazionale importantissimo, quello che oggi si chiama “diritto di autodeterminazione”.

Il plebiscito viene convocato per i giorni 21 e 22 ottobre, ma su pressione del governo italiano, due giorni prima del voto il Veneto passa ai Savoja in una oscura stanza dell’Hotel Europa lungo il Canal Grande e la Gazzetta Ufficiale ci conferma che i Veneti vanno a votare quando tutto è già stato deciso…

Per non parlare di come si svolsero le operazioni di voto: schede di colore diverso e obbligo di dichiarare le proprie generalità!

Ecco quanto successe a Malo (Vi):

“Le autorità comunali avevano preparato e distribuito dei biglietti col SI e col NO di colore diverso; inoltre ogni elettore presentandosi ai componenti del seggio pronunciava il proprio nome e consegnava il biglietto al presidente che lo depositava nell’urna”.

E l’arrivo dei “liberatori” italiani portò fame, disperazione e miseria come mai nella storia veneta. Interi paesi furono costretti a emigrare e quasi un milione di veneti lasciò la madrepatria.

E la rabbia dei veneti venne mirabilmente descritta in un passo de “I va in Merica” una poesia del grande Berto Barbarani:

“Porca Italia -i bastiema- andemo via!”.

Alziamo, allora, il velo di falsità e di ipocrisie risorgimentali che copre questa data fondamentale nella storia veneta, di quella che fu la prima di una serie infinita di truffe portate avanti dall’Italia nei confronti del popolo veneto!



Alberto Pento
Nel 1866 i veneti potevano votare NO e avrebbero potuto anche starsene a casa e non andare a votare in massa, invece ci andarono e votarono Sì e non lo fecero per paura e viltà.
Il fatto è che la maggioranza dei veneti, con diritto di voto, credendo di andare a stare meglio, votò per l'annessione al Regno d'Italia, anziché restare sudditi dei francesi o degli austriaci;
un pò come nel 1848 quando a Venezia in ribellione al dominio austriaco si sventolava il tricolore italiano con il leone marciano.

Anche i veneti si fecero ingannare e illudere dalle idee risorgimentaliste italiane.
Sopratutto l'aristocrazia veneziana fu responsabile di non aver fatto proprie le istanze democratiche e di non aver promosso uno stato a sovranità di tutti i veneti.


Roberto Martini
ahahaha. ti bastonavano se votavi no visto che sapevano chi lo avrevve fatto

Alberto Pento
Potevano boicottare il voto.

Se sono andati a votare e hanno votato SI volendo votare No non possono che essere stati dei dementi o dei vigliacchi, ma io mi rifiuto di crederlo e mi vergognerei solo a pensarlo.

I veneti che sono andati a votare non erano vecchi rimbambiti, dementi con l'alzhemer, ammalati e paralitici, bambini e donne indifese, no, no, erano tutti adulti, sani di mente, il meglio della società veneta, molti erano ricchi e benestanti, nobili, professionisti, uomini di armi, dottori e professori, artigiani e commercianti, padri di famiglia, imprenditori con decine o centinaia di dipendenti, capitani di navi che solcavano gli oceani, tutta gente responsabile e io mi rifiuto di pensare che fossero o dementi o vili al punto da andare a votare quando avrebbero potuto non andarci e votare Sì quando avrebbero potuto votare No.

Io mi rifiuto di pensarlo ammenoché non siano stati tutti della stessa pasta e abbiano fatto tutti, quello che hanno fatto i veneziani, l'aristocrazia veneziana 69 anni prima, di rifiutarsi di difendere il proprio paese, il proprio stato, la propria gente e patria.

Se così fosse stato allora vuol dire solo che noi veneti siamo un'etnia inferiore senza dignità e meritiamo solo la schiavitù.
Oppure sono andati volontariamente a votare e hanno votato in massa Sì per l'annessione, perché speravano di andare a stare meglio o opportunisticamente sperando di riciclarsi come classe dirigente e privilegiata nel nuovo regime che stava nascendo.



Anesion del Veneto a la Tałia - el plebesito trufa o farsa?
viewtopic.php?f=139&t=518
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Precedente

Torna a On novo Veneto, i miti e i dogmi venetisti-venesianisti

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron