Raccontare interpretare la storia per passione e professione

Raccontare interpretare la storia per passione e professione

Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:52 am

La storia, registrarla come cronaca e interpretarla come racconto, gli storici di professione e per passione.
viewtopic.php?f=181&t=2776

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 5071023239
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:53 am

Tutti possono raccontare la loro storia.
Non sempre gli storici di professione la raccontano giusta come pure non la raccontano sempre giusta nemmeno gli appassionati dilettanti che con l'esperienza magari si sono fatti professionali.
Essere storico di professione, magari certificato da una laurea o da un titolo accademico, non sempre è garanzia che ciò che si racconta corrisponda al vero;
spesso sia li storici accademici che gli appassionati interpretano la storia a modo loro deformandola e alterandola con le loro ideologie, i loro dogmi, con i miti, i tabù, le favole e le menzogne.

Così hanno fatto e fanno anche gli storici italiani e veneti, italianisti, venezianisti e venetisti; sia gli storici accademici che i non accademici e appassionati.
La veridicità cronachistica e la validità interpretativa del racconto storico non dipende dal titolo accademico poiché si è ben verificato che gli storici di professione spesso raccontano storie false, menzogne per truffare, per ignoranza, per motivi ideologici e politici, per favorire il potere dominante.
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:53 am

Tra i veneti che oggi raccontano storie sui veneti, si trovano principalmente appassionati e non accademici.
Franco Rocchetta, Ettore Beggiato, Bepin Segato, Luigi Zanon, Edoardo Rubini, Paolo Borsetto, Davide Guiotto, Lorenzo Fogliata, Alessandro Mocellin, Loris Palmerini, Alberto Pento, Piero Favero, Gianfranco Cavallin, Enzo Trentin, Millo Bozzolan, Umberto Sartori, ... , sono tutti veneti che raccontano di storia veneta più come appassionati che come storici accademici di cui nessuno di loro ha alcun titolo specifico.

La maggior parte di loro racconta una storia più interpretativa che cronachistica e prevalentemente incentrata su Venezia e la sua Repubblica Serenissima, trascurando la storia della maggioranza dei veneti che non sono veneziani e che per moltissimi secoli non è stata veneziana.
Alcuni di costoro hanno spaziato anche nella preistoria, protostoria e periodo veneto-romano ma tutti hanno trascurato il lungo periodo medievale della terra ferma veneta e della maggioranza dei veneti che non sono veneziani durato oltre 900 anni.
Tra i ricordati e che ho conosciuto, gli unici appassionati che hanno indagato e raccontato qualcosa di veneto non veneziano relativo al lungo periodo medievale sono stati Enzo Trentin (sui comuni, le libertà e la democrazia comunale) e Alberto Pento su vari argomenti.
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:55 am

La maggior parte di questi appassionati sono esaltatori di Venezia, tutti presi dal suo mito che hanno idealizzato e posto a modello per il loro Veneto indipendente che vorrebbero, sono al contempo anche spregiatori della storia non veneziana del resto del Veneto e dei veneti, in particolare del lungo periodo a egemonia germanica.

Nessuno di costoro, a parte Alberto Pento, ha avuto il buon senso critico di indagare le responsabilità e le colpe dei Veneziani e di Venezia sulla fine della Repubblica Veneta e la mancata realizzazione di una Repubblica Veneta a sovranità di tutti i veneti e di una vera nazione veneta e di un vero e sodale popolo veneto. Per me questo è un merito e indice di credibilità e di capacità critiche che a molti altri storici per passione manca anche se laureati in qualche altra materia non storica.
Chi non sa guardare la trave del suo occhio, le sue responsabilità, le sue colpe, manchevolezze, deficenze, incapacità, limitatezza non fa un buon servizio a se stesso, agli altri e ai veneti tutti.
Raccontare storie inesatte, magari in parte false, ometterne altre, inventarsi favole esaltanti che nascondono la vergogna e negano la verità non è certo un buon modo di fare storia, di interpretare la storia.

Gran parte di questi storici per passione si è formata negli ultimi 30 anni e in stragrande maggioranza si è conformata acriticamente e fideisticamente al mito di Venezia e alla sua idolatria marciana, anche certi vecchi atei hanno aderito per convenienza a questo culto dogmatico teocratico, feticistico e teatrale che di religioso ha sì tanto ma che di spirituale e umanamente ragionevole però ha molto meno.
Sono quasi tutti antisemiti e antisraeliani che ancora credono alla demenziale calunnia cristiano-romana che a uccidere il rabbino ebreo Cristo siano stati i giudei quando invece sono stati proprio i romani invasori e dominatori della Giudea.
Sono al contempo anche filo nazi maomettani, filo palestinesi, antiamericani e filorussi, amano l'uomo forte Putin più che la democrazia diretta Svizzera, e la sovranità e la responsabilità dell'uomo di buona volontà, a cui preferiscono le caste aristocratica o borghese.

Hanno formato una circolo castuale di parlatori ademocratici arroganti, presuntuosi, dogmatici, che si fanno precedere dai generici titoli accademici di dr. prof. avv. come se questi bastassero a garantire autorevolezza e veridicità alle loro parole;
parlatori indottrinatori che se ne vanno in giro per la terra veneta a raccontare di Venezia, della sua aristocrazia illuminata, delle sue istituzioni esemplari, della sua storia unica e gloriosa come se si trattasse del regno celeste in terra, del paradiso perduto dei veneti, di un mondo passato buono e perfetto, di purezza religiosa, etnico-culturale e istituzionale veneta;
indotrinnatori che nulla ci raccontano dei veneti e del Veneto che non è Venezia e che non sono veneziani, come se questi veneti che sono poi di gran lunga la maggioranza, non esistessero o come se fossero di un'altra razza o etnia meno veneta, un tantino inferiore, trascurabile e disprezzabile, magari di origine barbaro-germanica. Dimenticando che la democrazia repubblicana di Venezia è nata sulla terra ferma delle città di tutta Europa a democrazia comunale e che è un portato delle assemblee degli uomini liberi germanici più che del cristianismo in generale o marciano o dei municipi romani che erano finalizzati più al controllo politico amministrativo e fiscale delle comunità romane e non romane ma soggette a Roma, che a una gestione partecipativa assembleare e democratica delle comunità.

Ci raccontano che i veneti sono un vero popolo, una vera nazione fraterna, che sono stati uno stato unitario repubblicano e federale, che è durato oltre 1100 anni facendolo nascere a Rivoalto nella laguna veneta oltre 1500 anni fa, il che non è vero se non in parte e solo per Venezia.
Ci raccontano che i veneti sono stati vittime della corruzione illuminista, democratica, massonica, giacobina, atea e anticristiana; vittime dei veneti corrotti e degli omnipresenti ebrei corruttori e assassini di Cristo, dei giacobini e dei massoni, dei francesi e di Napoleone e poi dei Savoia e degli italiani, il che non è vero perché l'illuminismo e la democrazia non sono disvalori ma grandi valori umani di civiltà, cultura e progresso.
Questo racconto invece di essere veritiero è una storia piena di omissioni e falsità, mezze verità e solo qualche verità intera; una costruzione ingannevole e illusoria come lo è quella raccontata dai risorgimentalisti italiani tra i quali si trovano anche tanti veneti del passato e di oggi che amano il tricolore e cantano l'orrendo inno di Mameli con le sue assurdità radicate nel mito romano.
Ci raccontano che se i veneti tornassero alla fede cristiana e marciana riavrebbero la Repubblica Veneta Serenissima e che Venezia tornerebbe a splendere gloriosa nel mondo e sarebbe il Paradiso in terra non solo per i veneti ma par tutta l'umanità.

Costoro poi hanno la faccia tosta di lamentarsi perché gli italiani negano o sminuiscono e stravolgono la storia di Venezia e dei veneti, quando loro stessi fanno altrettanto con la storia non veneziana dei veneti e del lungo periodo medievale a egemonia germanica del Veneto terrestre non lagunare.

Il risultato di questo proselitismo venezianista è la formazione di schiere di adepti e fedeli, acritici, fideisti, idolatri, ignoranti, creduloni che non ragionano minimamente, che disprezzano la democrazia e il lavoro manuale degli uomini giudicandolo indegno della sovranità politica, che disprezzano l'uguaglianza, la dignità e la sovranità responsabile come valori democratici di tutti i cittadini, come questo povero laureato Bengy Dilan che in questo post così si esprime contro il libero appassionato e profondo studioso Alberto Pento che per mestiere fa lo spazzacamino e che ha la coscienza, la libertà e la dignità di non conformarsi all'idolatria venezianista e alla sua casta intelettuale:


REPUBBLICA VENETA – CAPIRE LA LEZIONE DI PAOLO SARPI
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 1401098606

Bengy Dilan
Lo conosco questo, è Pento.....è uno spazzacamino, non uno storico .
Di mestiere pulisce camini dalla fuliggine.
Non è storicamente certificato o certificabile. Ma solo l'opinione di uno spazzacamino.
Sulla bravura di spazzacamino, non discuto. Ma sulla sua competenza storica sono in migliaia a contrastarlo. Però basta dargli ragione e lui se ne ritorna da dove è arrivato, più che contento
In Raixe Venete lo chiamavano IL COPIAINCOLLATORE ! ALTRO CHE STORICO !!!
Non lo considera nessuno a livello storico. È come uno con la 5a elementare pretendesse di interpretare codici e leggi in latino.
Lui copiaincolla e malamente.....altro non sa fare.
Bengy Dilan
ok, ho capito.....CIAO HAI SEMPRE RAGIONE TU.....ESATTAMENTE COME PENTO !!!! BYE, BYE, MAN.
Se mi continui a postare le banalità di Pento lo spazzacamino, faccio quello che facciamo sempre con lui....gli diamo sempre ragione e lui così è contento :D :D :D
La ragione è ...... https://www.youtube.com/watch?v=Si-a3T2UKwk
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:57 am

Un esempio indicativo di storia interpretata falsamente è quella raccontata inizialmente da Ettore Beggiato sul Plebiscito del 1866 che lui ha chiamato Plebiscito Truffa e su cui poi si sono conformati tutti gli altri intellettuali con il loro variegato seguito.
Secondo Beggiato e compagnia venetista/venezianista, il Plebiscito del 1866 sarebbe stato un truffa e i veneti sarebbero stati costretti a votare sì con il ricatto dell'intimidazione e della minaccia.

Secondo me invece i veneti hanno votato sì all'annessione al Regno d'Italia dei Savoia, in linea con l'atteggiamento filo italiano tenuto dai veneziani e da altri veneti, durante la rivolta contro il dominio austriaco del 1848;
hanno votato sì perché le idee risorgimentaliste italiane avevano fatto presa in molti veneti che si erano illusi che con l'Italia sarebbero andati a stare molto meglio.

Il risultato plebiscitario con la vittoria elevatissima dei sì non è indice del ricatto intimidatorio ma semplicemente di questa speranza che si è dimostrata un'illusione.
Se veramente i veneti aborrivano l'Italia avrebbero potuto votare no anche sotto minaccia o semplicemente starsene a casa e non andare a votare.
Votare sì contro la propria volontà sarebbe solo un segno di demenza o di vigliaccheria la stessa vigliaccheria che ha portato Venezia a consentire a Napoleone di invadere, depredare e conquistare la terra veneta.


1848, 1866, 2017
viewtopic.php?f=181&t=2684


Questa interpretazione falsata del Plebiscito del 1866 inventata dallo "storico" Beggiato risponde meno alle esigenze di un "vero storico" (scienziato della storia) che dovrebbe perciò ricercare la verità o ciò che più le si avvicina ma si adatta maggiormente alla necessità contingente del "politico" Beggiato di argomentare, sostenere, dimostrare in qualche modo l'illegittimità dello stato italiano per rafforzare, alimentare la sua azione politica all'inizio autonomista e poi indipendentista.
Per me questa "invenzione interpretativa" è stata un errore perché ha male indirizzato le menti e le azioni dei veneti che finora invano hanno cercato e ancora cercano di liberarsi dallo stato italiano che li opprime, depreda, maltratta e soffoca.
All'origine della scelta dei veneti di andare a votare e di votare in gran maggioranza sì al Plebiscito del 1866 vi è l'ideologia e l'ideale risorgimentale con al suo centro il mito di Roma e secondo me è questo il grande errore che poi ha portato alla prima guerra mondiale, all'imperialismo fascista e alla seconda guerra mondiale; l'errore di chi ha elaborato il progetto risorgimentale italiano è quello di aver posto al centro dell'elaborazione storica ed ideale il mito di Roma la cui funzione politica era venuta meno già da moltissimi secoli e che la Storia aveva superato come inadatta, inutile e dannosa.
Un errore analogo è stato compiuto dai pensatori e dai politici autonomisti e indipendendentisti quello di formare il loro progetto modellandolo come risorgimento veneto sul mito di Venezia che come il mito di Roma per il progetto italiano, a sua volta la storia aveva superato essendosi Venezia dimostrata inadeguata e incapace a cogliere le istanze di rinnovamento sociale, economico e politico.

Per motivare l'autonomismo o/e l'indipendentismo dei veneti non servono i miti, basta la realtà con le sue imperfezioni, contraddizioni, necessità.
Io vorrei essere indipendente per poter stare e vivere meglio con tutto ciò che questo richiede e comporta; non ho bisogno di miti né tantomeno di ripristinare stati più o meno gloriosi del passato che come la storia ci insegna non erano certo gloriosi per tutti e nemmeno più adatti ai tempi nuovi.


Secondo l'interpretazione di questi "intellettuali e storici venezianisti non accademici" i veneti negli ultimi 221 anni avrebbero operato le loro scelte politiche sulla base esclusiva della paura:

1) paura delle idee democratiche per cui Venezia non si aperta ai veneti e rinnovata;
2) paura di Napoleone, per cui i veneti non si sarebbero difesi, l'aristocrazia veneziana avrebbe abdicato e i giovani si sarebbero stupidamente fatti ammazzare in Russia per Napoleone;
3) paura dei Savoia per cui avrebbero votato sì al plebiscito del 1866 sull'annessione al Regno d'Italia;
e paura dell'Italia per cui i veneti si sarebbero fatti ammazzare nella prima guerra mondiale che ha distrutto le terre venete;
...
quindi secondo questi veneti illuminati, di cui molti certificati da qualche laurea, i veneti sarebbero solo delle povere vittime della storia e della cattiveria altrui, gente paurosa, imbelle incapace di difendersi, di rinnovarsi, di costituirsi come popolo e nazione e di gestirsi in forma democratica.
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:58 am

Un'altra invenzione menzognera è quella di Beggiato sulla Battaglia di Lissa dove si fa passare come guerra tra la Repubblica Serenissima che non esisteva più, con il Regno d'Italia; quando in realtà si trattava della guerra tra l'Impero austriaco e il Regno d'Italia dove i veneti/veneziani da sudditi dell'impero austriaco combattettero come suoi soldati e marinai e non certo come esercito e marina della Repubblica Serenissima.

Ecco il libro di Beggiato
Lissa, L'ultima Vittoria della Serenissima (20 luglio 1866)
https://www.ibs.it/lissa-ultima-vittori ... 8884498366

La realtà storica di Lissa (e pure di Custoza)
Battaglia di Lissa
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Lissa
La battaglia di Lissa fu uno scontro navale nell'ambito della terza guerra d'indipendenza italiana e si svolse il 20 luglio 1866 sul mar Adriatico nelle vicinanze dell'isola omonima (in croato: Vis), tra la Kriegsmarine, la Marina da Guerra dell'Impero austriaco e la Regia Marina del Regno d'Italia. Fu la prima grande battaglia navale tra navi a vapore corazzate e l'ultima nella quale furono eseguite deliberate manovre di speronamento.
La battaglia rientrò nella guerra austro-prussiana, in quanto l'Italia all'epoca era alleata della Prussia a sua volta in guerra contro l'Impero austriaco. L'obiettivo principale italiano era quello di conquistare il Veneto sottraendolo all'Austria e scalzare l'egemonia navale austriaca nell'Adriatico.


Ecco un esempio delle conseguenze su questo modo sbagliato di raccontare addomesticando la storia:
Personaggi attivi nella discussione: Demetrio Serraglia, Rosa Kamuna idolatri di Lissa veneziana e il critico Gino Quarelo sostenitore di Lissa austriaca.


https://www.facebook.com/permalink.php? ... ed_comment

Rosa Kamuna
Gino nn amo parlate con gente che tira fuori cialtronate ... Eravamo talmente inadeguati che la marina serenissima sconfisse l italia nel 1866 due volte ... Nonostante nn ci fosse piu il doge da un pezzo ... Per il passaggio d napoleone

Gino Quarelo
La marina serenissima non sconfisse nessuno, a Lissa fu la marina austrica di cui faceva parte anche quella veneta a sconfiggere la marina italiana. La guerra era tra l'Austria e l'Italia e non tra Venezia o il Veneto e l'Italia; i veneti erano sudditi dell'Austria e operavano come soldati e marinai dell'esercito austriaco.

Rosa Kamuna
Gino studia ... Non c era neanke un wazmooller nella marina... I nomi di chi ha combattuto li puoi trovare...... Battenti bandiera serenissina ..... L austria poi non aveva la marina ... Si appoggio su quella serenissima ...

Demetrio Serraglia
Gino Quarelo la marineria era Veneta e gli ufficiali austriaci che davano ordini in Veneto.
Quando fu affondata l'ammiraglia italiana i marinai veneti gridarono viva san Marco.

Rosa Kamuna
Tanto è vero che la serenissima marina ha combattuto con le navi che gli erano rimaste ... ... E dopo la battaglia e la disfatta italica... il capo austriaco disse la famosa frase ...
UOMINI DI FERRO SU NAVI DI LEGNO HANNO SCONFITTO UOMINI DI LEGNO SU NAVI DI FERRO

Demetrio Serraglia
Vincendo la Battaglia di Lissa i Veneti conquistano il diritto all’Autodeterminazione
http://www.serenissimogoverno.eu/2006/0 ... azione/amp

Gino Quarelo
A Lissa i veneti e i veneziani non hanno conquistato nulla per loro stessi. I veneti hanno sempre combattuto come sudditi per i loro padroni: per Napoleone e la Francia in Russia, per l'Austria a Lissa e a Custoza, per l'Italia nella prima guerra mondiale, in Africa e pure nella seconda.

Demetrio Serraglia
Gino Quarelo mi rendo conto che non ami molto il tuo popolo....mi dispiace per te

Gino Quarelo
Io amo la verità e non le menzogne. Mentire non è amare, come non è amare avvalorare la menzogna.

Rosa Kamuna Piu mensogna dell unita d italia

Rosa Kamuna
Fammi capire ... Combattevano con l austria ma ERANO VENETI .....le navi erano austriache MA D ORIGINE SERENISSIMA.... Ahahah sei bello confuso ...
Ma perche nn c parli dell italia ? Cosi vediamo le vere mensogne storiche e anke attuali ... E ci facciamo 4 risate
Fedeli ascoltatori e seguaci delle fole di Ettore Beggiato
http://www.lindipendenzanuova.com/raixe ... cominciare
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:58 am

Ła storia contà da Etore Bejato
viewtopic.php?f=148&t=793

1848 en Ouropa, ara tałega, ara veneta
viewtopic.php?f=148&t=2344

1848, 1866, 2017
viewtopic.php?f=181&t=2684


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 68x391.png


Anesion del Veneto a el stado talian - el plebesito trufa
viewtopic.php?f=139&t=518
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:58 am

Recuperare criticamente la storia negata ha un senso ma interpretarla e raccontarla male ed esaltarne acriticamente una parte è insensato e non fa bene a nessuno, tanto meno ai veneti.


Ensemense, falbarie, stupidese, mitomanie e enpreçixion sora i veneti
viewtopic.php?f=176&t=2438

Veneto, łengoa e storia
https://www.facebook.com/groups/552742514886329

Edentetà venetà: dimande e resposte
https://www.facebook.com/groups/5527425 ... 1528034761

Cusì a se dovaria studiar e contar ła storia e ła łengoa dei veneti
viewtopic.php?f=148&t=2272
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:59 am

Negare e disprezzare buona parte della storia dei veneti è antiveneto e non è certo da buon storico.

I veneti venesianisti ke łi nega e falba ła storia veneta
viewtopic.php?f=148&t=1831
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Messaggioda Berto » sab giu 02, 2018 8:59 am

Acquisire verificare e registrare i dati è uno dei primi compiti di ogni buon storico per passione o per professione.
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