Foibe - par colpa dei falbi nasionałeixmi edeołojeghi
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FOIBE, UNA TRAGEDIA DELLO STATO NAZIONE
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i SIMONE RIVA*
Ci vergogniamo delle polemiche che si sollevano ogni anno sul tema delle foibe e dell’esodo istro-veneto dalle terre “al di là dell’acqua” avvenuto nella seconda metà degli anni ’40 del secolo scorso. Sarebbe ora di smetterla, per dignità, di giocare carte politiche sulla pelle e sulle anime di migliaia di persone trucidate e centinaia di migliaia esiliate. La storia dovrebbe offrirci la possibilità di capire il presente attraverso il passato e invece spesso, troppo spesso, soprattutto in ambito moderno-contemporaneo, diventa occasione di sfruttamento per fini poco nobili.
Analizzare la tragedia delle foibe da un punto di vista storico significa partire dalle cause scatenanti, passando attraverso le responsabilità dei carnefici e le sofferenze delle vittime, giungendo così a trarne un insegnamento che possa arricchirci culturalmente e personalmente, oltre a contribuire nella ricerca di una soluzione alla situazione che, da sessant’anni a questa parte, si è venuta a creare nella zona interessata.
Ricordare le foibe vuol dire fare informazione storica – noto con amarezza come per molti queste siano solamente un fenomeno geologico e per altri nemmeno quello – spiegare cosa sono, da chi e come sono state utilizzate e quali le cause e gli effetti storici nonché geopolitici che le hanno accompagnate. Non può risultare slegato dal discorso un quadro sulla situazione istriana e dalmata, il cui suolo è stato teatro dell’accanimento dei due fronti: da una parte il comportamento arrogante e colpevole assunto dall’Italia dagli anni ’20 in poi – con l’italianizzazione forzata nei confronti di veneti e slavi e le conseguenti persecuzioni verso i dissidenti, fino ad arrivare alla connivenza con la Jugoslavia dei politici del dopo guerra, Togliatti e De Gasperi per non fare nomi – dall’altra le efferatezze perpetrate dalle truppe jugoslave di Tito sui vinti.
Poi assistiamo allo squallido rimbalzo delle responsabilità: slavi e comunisti additano come invasori e colpevoli di atti barbarici – giustificando i propri – gli italiani e i fascisti; a loro volta questi mettono in luce solamente le colpe degli altri rivendicando le proprie pretese sulle terre adriatiche sottratte dalla “vittoria mutilata”. La nostra tesi vede nel colpevole l’esasperato nazionalismo di entrambe le parti in gioco. Un nazionalismo artificioso e di stampo tardo-ottocentesco che oggi non ha più ragione di esistere (la Jugoslavia si è frammentata, l’Italia non ancora) ha portato rancore e distruzione in una terra in cui da secoli popolazioni di diverse radici, dagli illiri agli austriaci passando per slavi e veneti, hanno saputo convivere serenamente.
Il divario tra le componenti etniche è scattato come una miccia incontrollabile nel momento in cui quella terra doveva essere italiana o jugoslava: ovvero, in entrambi i casi, diventare parte di qualcosa a cui non apparteneva. Semplicemente l’Istria era Istria e la Dalmazia Dalmazia, al di là di come la potessero pensare in Italia o in Jugoslavia. Da questa lezione storica risulta chiaro che l’imposizione forzata di un’identità artificiale che non tenga conto di quelle vere pre-esistenti non può che portare scompiglio se va bene ed eccidi efferati quando la situazione precipita.
Nonostante la tragedia non ci tocchi direttamente come lombardi, è giusto ricordare che anche le nostre città ospitarono migliaia di profughi (solamente nel bresciano furono quasi diecimila) sfatando quel luogo comune che ci vuole chiusi ed egoisti e dimostrando invece quella fratellanza e solidarietà tra popoli oppressi che ci contraddistingue.
Vale inoltre la pena di ricordare che pro Lombardia Indipendenza, a livello europeo, è attiva politicamente nel gruppo European Free Alliance assieme al partito ”Lista za Rijeku – Lista per Fiume”, che fa della collaborazione tra croati e fiumani un pilastro fondamentale della propria azione politica, nel pieno rispetto delle proprie differenze culturali. Lanciamo quindi il nostro appello per mantenere vivo il ricordo, nel lutto e nella consapevolezza, perché il sangue versato e i soprusi subìti non siano vani né dimenticati.
*pro Lombardia Indipendenza
Comenti================================================================================================================================
Salice triestino
5 Giugno 2012 at 11:30 pm #
State molto attenti che la questione delle foibe è per lo più strumentale al tentativo dei neofascisti di far valere le loro tesi ed ai sinistrorsi del PD di togliersi di dosso l’impronta comunista, facendo il gioco dei fascisti.
La realtà dei fatti però è ben diversa, è complicata, e va studiata da testi attendibili, e solo dopo essere sicuri di conoscere la composizione linguistica e geopolitica di Trieste e dell’Istria.
Ad esempio a Trieste hanno costruito un monumento nazionale sopra a quella che chiamano foiba, ma che altro non è che un pozzo di miniera artificiale pieno di detriti.
Quando Trieste era parte del Territorio Libero, il sindaco stesso lo fece utilizzare come discarica. Tornata l’Italia l’hanno chiuso, decidendo che dentro ci sono migliaia di morti, senza fare alcuna indagine scendendo di sotto a vedere. Cosa peraltro già fatta dagli inglesi nel 1945 che dentro vi hanno trovato un paio di morti e qualche carcassa di cavallo, decidendo quindi di interrompere le ricerche.
Vi consiglio il libro del triestino J. Pirjevec, molto ben fatto, e boicoittato guarda caso da tutti i nazionalisti filo-italiani.
sergio
22 Marzo 2012 at 2:27 pm #
Tutto è stato tolto agli ISTRIANi ma la dignità e l’amore per la loro terra mai. Fascisti , comunisti, nazisti, stessa razza. assieme a molti così detti democristiani, che hanno defraudato ai vivi i loro beni.
giovanni
13 Marzo 2012 at 9:49 am #
Noi Italiani fuggiti dalla nostra amata e bella Istria, approdati scalzi e ignudi su terra patria fummo nuovamente infoibati nell’ Italica e marcia politica .Giovanni :Fiumano con radici lontane e perse.