3) Occupazione dei posti pubblici in Veneto a danno dei veneti, attraverso falsi punteggi scolastici (6 politico e laure regalate o comprate e vendute), concorsi truccati, politiche governative e parlamentari che agevolavano e privilegiavano attraverso varie modalità come i punteggi ed altro le assunzioni dei meridionali negli apparati statali in Veneto, a danno della occupazione dei veneti, in particolare nelle scuole e negli uffici pubblici.La professoressa di Chioggia assente 20 anni su 24 e poi destituita: «Ricostruirò la verità ma ora sono al mare»Matteo Riberto
26 giugno 2023
https://corrieredelveneto.corriere.it/n ... nZcRw20PwkLa professoressa Cinzia Paolina De Lio, 56 anni, si difende e assicura che fornirà atti e documenti
In 24 anni di servizio non si è presentata al lavoro per 20. Cinzia Paolina De Lio, professoressa di una scuola superiore di Chioggia, è stata destituita dal suo incarico dopo una lunga battaglia legale che si è conclusa in Cassazione. «È impreparata, non oggettiva», denunciavano i suoi ex studenti che – nonostante la docente si sia vista solo pochi mesi nel liceo Veronese in provincia di Venezia – avevano più volte evidenziato i problemi emersi in classe. Dopo le segnalazioni era arrivata anche l’indagine degli ispettori ministeriali, richiesta dalla dirigenza scolastica. Ispezione che, appurate le problematiche, aveva fatto scattare l’iter per la rimozione disposta dal Miur. Rimozione alla quale la docente si era opposta, trascinando in tribunale il Ministero. La Cassazione, alla fine, ha però dato ragione alla scuola confermando la destituzione per «inettudine e incapacità didattica». Cercata più volte per un commento, la professoressa ha rilasciato una breve dichiarazione a Repubblica. «Scusate ma ora sono al mare», ha detto la professoressa per poi aggiungere: «ricostruirò la verità dei fatti di questa vicenda assolutamente unica e surreale». La donna ha poi detto di voler «gestire personalmente l’aspetto mediatico della vicenda», essendo giornalista pubblicista ma anche «diplomata in pianoforte, tre lauree, specializzata in nuove tecnologie e autonomia scolastica» con «perfezionamento in criminologia, pet therapy, storia della medicina, parassitologia del territorio». «Non rispondo a domandine di giornalisti buttate qua e là che non renderebbero giustizia all’affermazione della Verità in merito alla mia vicenda, unica in senso assoluto - ha concluso - Sono disponibile, ovviamente, a trasmettere ai colleghi che me lo chiederanno atti e documenti utili».
La vicenda
De Lio, 56enne docente di Storia e Filosofia originaria di Reggio Calabria, era arrivata nel Veneziano una decina di anni fa (dopo un periodo a Trieste con diverse criticità) e subito erano iniziati i problemi. La professoressa – quando era presente - secondo molti ragazzi non prestava loro attenzione mentre li interrogava, o perché impegnata a mandare messaggi con il cellulare o perché si preferiva parlare con altri allievi. Non solo, perché per molti ragazzi i voti venivano messi senza alcuna oggettività e le lezioni non seguivano un filo logico. E così era scattata l’ispezione del Ministero che aveva rilevato l’«assenza di criteri sostenibili nell'attribuire voti, la non chiarezza e confusione nelle spiegazioni, l'improvvisazione, la lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dall'alunno (non ne avrebbe mai portato uno con sé, ndr), l'assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, l'attribuzione di voti in modo estemporaneo ed umorale, la pessima modalità di organizzazione e predisposizione delle verifiche». Nel 2017 era quindi stata avviata la destituzione dell’insegnante, che aveva però presentato ricorso riuscendo a vincere presso il giudice del lavoro del Tribunale di Venezia che ritenne che l’ispezione ministeriale era durata troppo poco per giustificare la destituzione. Ma il Miur aveva presentato ricorso, e la vicenda è arrivata in Cassazione, che ha confermato la destituzione della docente.
Prof, moglie di un ufficiale della Guardia di Finanza, destituita. Assente per 20 anni su 24 di carriera. Cassazione «Inettitudine permanente e assoluta»Redazione web
26 giugno 2023
https://infodifesa.it/prof-moglie-di-un ... 20servizio«Inettitudine permanente e assoluta». Questo il giudizio definitivo della Cassazione sul caso di una professoressa di storia e filosofia di una scuola superiore a Chioggia (Venezia) che è stata assente per un totale di 20 anni su 24 complessivi di servizio.
La docente aveva fatto ricorso contro il ministero, ma gli ermellini hanno confermato che la sua destituzione dall’attività di insegnamento è legittima. Il suo licenziamento non sarebbe causato solo dal lungo periodo di assenza, ma anche dalle sue modalità di fare lezione, definite dal ministero «incompatibili con l’insegnamento». L’inizio della storia risale al marzo 2013, quando il Miur invia tre ispettrici per osservare e valutare i metodi impiegati in classe dalla professoressa.
Il giudizio è lapidario: «Assenza di criteri sostenibili nell’attribuire voti, non chiarezza e confusione nelle spiegazioni, improvvisazione, lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dall’alunno, assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, attribuzione di voti in modo estemporaneo ed umorale, pessima modalità di organizzazione e predisposizione delle verifiche».
Dopo l’ispezione ministeriale la donna viene destituita dal suo incarico, ma prova a far valere le proprie ragioni per via giudiziaria.
Nel 2018, la sentenza del tribunale di primo grado, che dà ragione alla donna e dichiara illegittimo il provvedimento di destituzione.
Nel 2021, la Corte d’appello di Venezia ribalta il verdetto. Infine, proprio in questi giorni, il parere decisivo della Cassazione, che conferma la legittimità del suo licenziamento.
Per tutto l’iter giudiziario la donna ha rivendicato il concetto di «libertà di insegnamento». Una strategia che sembra non aver convinto i giudici della Cassazione: «La liberà di insegnamento in ambito scolastico – scrivono gli «ermellini» – è intesa come autonomia didattica diretta e funzionale a una piena formazione della personalità degli alunni, titolari di un vero e proprio diritto allo studio». In altre parole, aggiungono i giudici, libertà di insegnamento «non significa che l’insegnante possa non attuare alcun metodo o che possa non organizzare e non strutturare le lezioni».
Pare che alla donna siano state assegnate annualmente le cattedre nella scuola di Chioggia in quanto moglie di un ufficiale della Guardia di Finanza che lavora nella zona. I tre giorni di ispezione del Miur, sollecitati dal dirigente d’istituto, avrebbero accertato una serie di problemi: «scarsa cura delle lezioni», «uso continuo del cellulare» durante le lezioni e una scarsa attenzione «verso gli alunni durante le loro interrogazioni». Dal rapporto del ministero emerge inoltre che la docente «non aveva con sé il libro di testo» delle materie che insegnava. Di conseguenza, spesso «lo prendeva in prestito temporaneo dagli alunni».