Il male fatto dai meridionali ai veneti

Il male fatto dai meridionali ai veneti

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:26 pm

Il male fatto dai meridionali ai veneti che il politicamente corretto italico di sinistra ma anche della destra nazionalista, nasconde e/o nega, giustifica e/o manipola.

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E hanno la faccia da culo di chiamarla fratellanza italiana!
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Re: Il male fatto dai meridionali ai veneti

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:27 pm


Indice:


È accertato, documentato e innegabile (nonostante gli sforzi della propaganda che tende a negare e a demonizzare chi critica) il male fatto dai "meridionali sino a Roma" ai veneti lungo i 160 anni di storia d'Italia.
Male attraverso la politica fiscale predatoria anche del Veneto per finanziare il sostegno al Sud sottosviluppato o arretrato, i suoi privilegi e il suo parassitismo cronico. Male perpetrato attraverso gli apparati dello stato occupati dai meridionali e male attraverso i comportamenti criminali di parte di taluni meridionali in trasferta o migrati in Veneto.

1) Predazione politica, burocratica e mafiosa negli aiuti di stato per la ricostruzione dopo la prima guerra mondiale che aveva distrutto le terre venete compreso il Friuli (leggasi il testo ben documentato Tra macerie e miserie di una regione sacrificata -Veneto 1916-1924, di Bruno Pederoba).

2) Predazione fiscale sistematica e continuata dopo la seconda guerra mondiale:
a) per finanziare la burocrazia statale prevalentemente meridionale, i suoi privilegi e i suoi eccessi,
b) per finanziare lo sviluppo parassitario del sud, i tanti privilegi e le sue mafie.

3) Occupazione dei posti pubblici in Veneto a danno dei veneti, attraverso falsi punteggi scolastici (6 politico e laure regalate o comprate e vendute), concorsi truccati, politiche governative e parlamentari che agevolavano e privilegiavano attraverso varie modalità come i punteggi ed altro le assunzioni dei meridionali negli apparati statali in Veneto, a danno della occupazione dei veneti, in particolare nelle scuole e negli uffici pubblici.

4) Comportamenti predatori, mafiosi, tangentari ed estorsivi dei funzionari e degli impiegati meridionali degli apparati dello stato in Veneto: ministeri (tangente pagate dalla cooperativa edilizia popolare di cui faceva parte mio padre all'inizio degli anni cinquanta per poter avere i finanziamenti stanziati che mai arrivavano e pagata a Roma), commissari, prefetti, provveditori vari, procuratori della repubblica (casi del calabrese Rende e di De Silvestri), giudici (caso del napoletano Polcari), comandi militari, CC, guardia di finanza (vedasi le battaglie della LIFE alla fine degli anni 90), ufficio delle entrate, ... .

5) Mafiosi e camorristi in soggiorno obbligato (caso della camorrista Anna Mazza, 56 anni, vedova del boss Gennaro Moccia), esportazione delle attività mafiose in Veneto (che hanno anche corrotto la piccola malavita locale generando la Mala del Brenta, vedasi anche il recente processo ai Casalesi e molto altro), malavita in trasferta con estorsioni, furti nei negozi e nelle case comuni, rapine in banca e agli orafi, ai porta valori e nelle case degli industriali, rapimenti come quello di Celadon a opera di criminali calabresi, truffe, furti dei camion, ricatti di varia natura, usura finanziaria.

6) Parassitismo economico mediante finanziamenti pubblici a fondo perduto, sostegni regionali perequativi e di solidarietà nazionale, assegnazioni privilegiate di posti pubblici, favoritismi vari, corruzione e concussione; appalti pubblci ...

7) Le politiche economiche dei governi di centrosinistra per portare lavoro ai meridionali hanno avuto la demenziale idea di incentivare le imprese nate al nord e molte anche in Veneto a trasferirsi al sud, defiscalizzando gli oneri sociali gravanti sul lavoro dei dipendenti delle imprese, una specie di criminale concorrenza sleale molto poco fraterna, così molte imprese hanno abbandonato il Nord e il Veneto facendo fallire migliaia di imprese subappaltatrici e del terziario che così sono state costrette a chiudere e a licenziare decine di migliaia di italiani del nord tra cui tanti veneti e molti si sono uccisi dalla disperazione.

8) Il vittimismo dei meridionalisti e le calunnie contro il nord tra cui quella di razzismo etnico verso i meridionali.

A ciò si aggiunga che le regioni dei meridionali che in parte godono dell'autonomia amministrativa regionale (Sicilia e Sardegna) negano ai veneti il diritto alla medesima autonomia previsto dalla Costituzione italiana.
E questo è il vero razzismo predatorio, disumano, incivile e politico di certi italiani verso i veneti che spiega bene la comprensibile, motivata e naturale avversione dei veneti, altro che fratelli d'Italia.
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Re: Il male fatto dai meridionali ai veneti

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:29 pm

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Re: Il male fatto dai meridionali ai veneti

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:29 pm

1) Predazione politica, burocratica e mafiosa negli aiuti di stato per la ricostruzione dopo la prima guerra mondiale che aveva distrutto le terre venete compreso il Friuli (leggasi il testo ben documentato Tra macerie e miserie di una regione sacrificata -Veneto 1916-1924, di Bruno Pederoba).



Malavita a Trevixo
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... p5Ymc/edit


Veneto bubbone d’Italia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... pTaUE/edit


Il processo delle terre liberate
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 9RYkE/edit


Li taliani a Fiume

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... JlLXc/edit
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Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:29 pm

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Re: Il male fatto dai meridionali ai veneti

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:29 pm

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Re: Il male fatto dai meridionali ai veneti

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:30 pm

2) Predazione fiscale sistematica e continuata dopo la seconda guerra mondiale:
a) per finanziare la burocrazia statale prevalentemente meridionale, i suoi privilegi e i suoi eccessi,
b) per finanziare lo sviluppo parassitario del sud, i tanti privilegi e le sue mafie.
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Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:30 pm

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Re: Il male fatto dai meridionali ai veneti

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:30 pm

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Re: Il male fatto dai meridionali ai veneti

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2023 8:30 pm

3) Occupazione dei posti pubblici in Veneto a danno dei veneti, attraverso falsi punteggi scolastici (6 politico e laure regalate o comprate e vendute), concorsi truccati, politiche governative e parlamentari che agevolavano e privilegiavano attraverso varie modalità come i punteggi ed altro le assunzioni dei meridionali negli apparati statali in Veneto, a danno della occupazione dei veneti, in particolare nelle scuole e negli uffici pubblici.




La professoressa di Chioggia assente 20 anni su 24 e poi destituita: «Ricostruirò la verità ma ora sono al mare»
Matteo Riberto
26 giugno 2023

https://corrieredelveneto.corriere.it/n ... nZcRw20Pwk

La professoressa Cinzia Paolina De Lio, 56 anni, si difende e assicura che fornirà atti e documenti

In 24 anni di servizio non si è presentata al lavoro per 20. Cinzia Paolina De Lio, professoressa di una scuola superiore di Chioggia, è stata destituita dal suo incarico dopo una lunga battaglia legale che si è conclusa in Cassazione. «È impreparata, non oggettiva», denunciavano i suoi ex studenti che – nonostante la docente si sia vista solo pochi mesi nel liceo Veronese in provincia di Venezia – avevano più volte evidenziato i problemi emersi in classe. Dopo le segnalazioni era arrivata anche l’indagine degli ispettori ministeriali, richiesta dalla dirigenza scolastica. Ispezione che, appurate le problematiche, aveva fatto scattare l’iter per la rimozione disposta dal Miur. Rimozione alla quale la docente si era opposta, trascinando in tribunale il Ministero. La Cassazione, alla fine, ha però dato ragione alla scuola confermando la destituzione per «inettudine e incapacità didattica». Cercata più volte per un commento, la professoressa ha rilasciato una breve dichiarazione a Repubblica. «Scusate ma ora sono al mare», ha detto la professoressa per poi aggiungere: «ricostruirò la verità dei fatti di questa vicenda assolutamente unica e surreale». La donna ha poi detto di voler «gestire personalmente l’aspetto mediatico della vicenda», essendo giornalista pubblicista ma anche «diplomata in pianoforte, tre lauree, specializzata in nuove tecnologie e autonomia scolastica» con «perfezionamento in criminologia, pet therapy, storia della medicina, parassitologia del territorio». «Non rispondo a domandine di giornalisti buttate qua e là che non renderebbero giustizia all’affermazione della Verità in merito alla mia vicenda, unica in senso assoluto - ha concluso - Sono disponibile, ovviamente, a trasmettere ai colleghi che me lo chiederanno atti e documenti utili».

La vicenda

De Lio, 56enne docente di Storia e Filosofia originaria di Reggio Calabria, era arrivata nel Veneziano una decina di anni fa (dopo un periodo a Trieste con diverse criticità) e subito erano iniziati i problemi. La professoressa – quando era presente - secondo molti ragazzi non prestava loro attenzione mentre li interrogava, o perché impegnata a mandare messaggi con il cellulare o perché si preferiva parlare con altri allievi. Non solo, perché per molti ragazzi i voti venivano messi senza alcuna oggettività e le lezioni non seguivano un filo logico. E così era scattata l’ispezione del Ministero che aveva rilevato l’«assenza di criteri sostenibili nell'attribuire voti, la non chiarezza e confusione nelle spiegazioni, l'improvvisazione, la lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dall'alunno (non ne avrebbe mai portato uno con sé, ndr), l'assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, l'attribuzione di voti in modo estemporaneo ed umorale, la pessima modalità di organizzazione e predisposizione delle verifiche». Nel 2017 era quindi stata avviata la destituzione dell’insegnante, che aveva però presentato ricorso riuscendo a vincere presso il giudice del lavoro del Tribunale di Venezia che ritenne che l’ispezione ministeriale era durata troppo poco per giustificare la destituzione. Ma il Miur aveva presentato ricorso, e la vicenda è arrivata in Cassazione, che ha confermato la destituzione della docente.



Prof, moglie di un ufficiale della Guardia di Finanza, destituita. Assente per 20 anni su 24 di carriera. Cassazione «Inettitudine permanente e assoluta»
Redazione web
26 giugno 2023

https://infodifesa.it/prof-moglie-di-un ... 20servizio

«Inettitudine permanente e assoluta». Questo il giudizio definitivo della Cassazione sul caso di una professoressa di storia e filosofia di una scuola superiore a Chioggia (Venezia) che è stata assente per un totale di 20 anni su 24 complessivi di servizio.

La docente aveva fatto ricorso contro il ministero, ma gli ermellini hanno confermato che la sua destituzione dall’attività di insegnamento è legittima. Il suo licenziamento non sarebbe causato solo dal lungo periodo di assenza, ma anche dalle sue modalità di fare lezione, definite dal ministero «incompatibili con l’insegnamento». L’inizio della storia risale al marzo 2013, quando il Miur invia tre ispettrici per osservare e valutare i metodi impiegati in classe dalla professoressa.

Il giudizio è lapidario: «Assenza di criteri sostenibili nell’attribuire voti, non chiarezza e confusione nelle spiegazioni, improvvisazione, lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dall’alunno, assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, attribuzione di voti in modo estemporaneo ed umorale, pessima modalità di organizzazione e predisposizione delle verifiche».

Dopo l’ispezione ministeriale la donna viene destituita dal suo incarico, ma prova a far valere le proprie ragioni per via giudiziaria.

Nel 2018, la sentenza del tribunale di primo grado, che dà ragione alla donna e dichiara illegittimo il provvedimento di destituzione.

Nel 2021, la Corte d’appello di Venezia ribalta il verdetto. Infine, proprio in questi giorni, il parere decisivo della Cassazione, che conferma la legittimità del suo licenziamento.

Per tutto l’iter giudiziario la donna ha rivendicato il concetto di «libertà di insegnamento». Una strategia che sembra non aver convinto i giudici della Cassazione: «La liberà di insegnamento in ambito scolastico – scrivono gli «ermellini» – è intesa come autonomia didattica diretta e funzionale a una piena formazione della personalità degli alunni, titolari di un vero e proprio diritto allo studio». In altre parole, aggiungono i giudici, libertà di insegnamento «non significa che l’insegnante possa non attuare alcun metodo o che possa non organizzare e non strutturare le lezioni».

Pare che alla donna siano state assegnate annualmente le cattedre nella scuola di Chioggia in quanto moglie di un ufficiale della Guardia di Finanza che lavora nella zona. I tre giorni di ispezione del Miur, sollecitati dal dirigente d’istituto, avrebbero accertato una serie di problemi: «scarsa cura delle lezioni», «uso continuo del cellulare» durante le lezioni e una scarsa attenzione «verso gli alunni durante le loro interrogazioni». Dal rapporto del ministero emerge inoltre che la docente «non aveva con sé il libro di testo» delle materie che insegnava. Di conseguenza, spesso «lo prendeva in prestito temporaneo dagli alunni».
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