Ensemense, falbarie, mitomanie e enpreçixion sora i veneti
Inviato: mar feb 19, 2019 9:33 am
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Ecco il testo dell'Ufficio Dogale destinato a una riunione di organizzazioni venete proposta per ieri, 16.2.2016, dal CLNV, ma annullata all'ultimo minuto.
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 5754063502
Il mondo indipendentista veneto si presenta come una galassia, fatta di molti corpi estranei e lontani uno dall’altro anche se, da uno sguardo lontano, sembrano costituire un solo corpo ed essere come atomi di una stessa molecola.
La rivendicazione di una libertà veneta è passata attraverso diverse proposte e progetti, da quelli autonomistici della Liga Veneta ad altri che si sono tenuti fuori dal tsunami politico effettuato dalla Lega Nord.
Quattro anni fa il Parlamento Veneto che faceva riferimento alla LIFE di Spresiano, e costituito da deputati delegati dal popolo (ogni deputato era rappresentante di 20 cittadini veneti deleganti), decideva di ricomporre il Maggior Consiglio della Repubblica Veneta, nel quale esso si sarebbe convertito.
Il Maggior Consiglio era inteso come la riproposizione della massima magistratura della RV e formato non da "votati" o da "delegati" ma da "patrioti responsabili".
Perché “patrioti responsabili”?
Perché coloro che si ipegnano a tenere in piedi la Repubblica Veneta lo fanno per un impegno con se stessi e cioè con le proprie radici generazionali, sono persone legate ai “padri”, eredi della cultura, degli insegnamenti, della civiltà, dei valori dei padri: sono dei “patrioti”!
Ma per essere coerenti con l’eredità dei padri, bisogna praticare responsabilità e coerenza. Non tutti i discendenti dei padri si assumono le responsabilità dell’eredità che hanno ricevuto, solo i figli “responsabili, cioè i patrioti, assumono la responsabilità dei padri!
Il Maggior Consiglio della Repubblica Veneta, nell’arco della sua indipendenza e sovranità storica, era composto non da "eletti" ma da “patrizi”, cioè da persone legate all’eredità morale e politica ricevuta dai padri.
I Patrizi si preoccupavano di assicurare lo sviluppo economico, politico, morale e religioso della patria veneta nella continuità della sua impostazione sui valori di libertà, giustizia e indipendenza.
Ricomponendo il Maggior Consiglio, ne abbiamo assunto tutte le impostazioni organizzative e la filosofia politica o “costituzionale”.
Dunque il Maggior Consiglio, dal 2015 (anno della sua ricomposizione), non aderiva alle logiche democraticistiche della “rappresentanza” o della "delega", ma a quelle “aristocratiche” della Serenissima, cioè quelle basate sulla responsabilità patriottica.
I membri del Maggior Consiglio non sono dunque dei "rappresentanti del popolo" ma dei patrioti che si assumono degli impegni istituzionali a dare vita e continuità alla Repubblica Veneta.
Nel periodo storico della Serenissima, fino al 1797, il loro numero era limitato, fino a 1500 componenti del Maggior Consiglio, oggi con l’ausilio della tecnologia, il limite non si pone e diventa soltanto un problema di buona organizzazione.
Oggi si aderisce al Maggior Consiglio presentando una semplice domanda, nella quale ci si impegna anche a contribuire finanziariamente alle necessità della Repubblica nelle forme indicate dagli organi competenti.
Sulla carta, oggi, il Maggior Consiglio è costituito da circa 140 membri. Di questi, solo 60 hanno partecipato all’elezione de Doge nel 2016, ma alle riunioni il loro numero superava difficilmente la ventina di effettivi.
La nostra preoccupazione interna oggi è quella di risistemare le cose, di mettere ordine nelle contribuzioni, di sostenere e di allargare la partecipazione; l’11 maggio 2019 faremo un Maggior Consiglio per una importante valutazione sui risultati raggiunti.
Sul piano dell’impegno politico le istituzioni venete conseguono due obiettivi:
1) Risvegliare la coscienza e consapevolezza dei Veneti sulla loro identità e sul loro diritto all’indipendenza nella Repubblica Veneta.
2) Rimettere la Repubblica Veneta nel gioco delle relazioni internazionali.
Il conseguimento dei due punti viene operato contestualmente.
Le operazioni internazionali hanno una ricaduta culturale sulla popolazione veneta che prende coscienza dell’esistenza di istituzioni venete (oscurte dai media occupanti) e approva le iniziative politiche internazionali coerenti con gli interessi del Popolo Veneto.
La Repubblica Veneta ha sviluppato una rete di iniziative verso: la Repubblica Francese, la Repubblica di Austria, gli Stati Uniti (presenti abusivamente nei territori veneti con le basi di Vicenza e Aviano), il Vaticano (presente nella Repubblica Veneta grazie a un lascito italiano) e, ultimamente, verso la Repubblica Italiana alla quale viene proposto una trattativa per chiarire e risolvere i problemi insorti dalla sua indebita annessione dei territori veneti del 1866.
Riguardo questa ultima iniziativa, va detto che è la prima volta che la Repubblica Italiana riceve una lettera dalla Repubblica Veneta, data per "uccisa e sepolta"! La lettera, firmata dal 121° Doge, dimostra invece la continuità della Repubblica Veneta e la sua riorganizzazione interna.
Riguardo all'ONU, la Repubblica Veneta non si trova né nell'interese né nella necessità di pensare di aderirvi.
I prossimi obiettivi internazionali della RV sono:
– trattativa con Francia e Austria per la revisione del Trattato di Campoformido nei punti che hanno riguardato indebitamente la Repubblica Veneta e per il risarcimento degli ingenti danni che ne sono derivati;
– trattativa con gli Stati Uniti per definire le relazioni reciproche e la permanenza delle basi USA nella Serenissima;
– trattativa con il Vaticano per la rimessa alla RV della Basilica del Santo, ricevuta nel 1929 dal Governo italiano a compensazione dei furti italiani contro lo Stato Pontificio nel 1870;
– trattativa con l’Italia per il riconoscimento della sovranità della RV sui suoi territori e il ritiro dell’Italia dagli stessi.
– chiarimento con Unione Europea e con la NATO sulla posizione indipendente della Repubblica Veneta;
– sostegno di una proposta di riorganizzazione europea, dall’Atlantico allo Stretto di Bering, basata sul federalismo e il rispetto delle sovranità delle Nazioni europee. Un'Europa indipendente alla quale proponiamo, con grande convinzione ed impegno, Venezia come capitale.
Rispetto alla riunione odierna, 16.2.2019, proponiamo la riunione di tutti i Veneti nel Maggior Consiglio e il riconoscimento del Doge come passi basilari.
Venezia 16.2.2019
Ufficio Dogale
Ufficio Dogale – San Polo 2398 – 30125 Venezia – governoveneto@gmail.com – info 338 8167955
Alberto Pento
Mi dispiace ma vi è un errore fondamentale che rende demenziale tutto il ragionamento, ossia quello di considerare la Repubblica Serenissima come se fosse stata la Repubblica dei Veneti e alla sua base una nazione veneta, una nazione di tutti i veneti, e una terra quella composta dai domini veneziani di terra e di mare come se fosse la Patria Veneta ma così non era e così non è.
Chi si rifà alla Serenissima non è un patriota veneto allo stesso modo di uno che si rifacesse alla Repubblica romana o all'Impero romano non sarebbe un patriora romano.
Costruire un programma politico di indipendenza politica dei veneti partendo da un mondo che non esiste più da 220 anni, anziché dalla realtà attuale è demenziale, pura illusione, una sicura perdita di tempo.
Ecco il testo dell'Ufficio Dogale destinato a una riunione di organizzazioni venete proposta per ieri, 16.2.2016, dal CLNV, ma annullata all'ultimo minuto.
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 5754063502
Il mondo indipendentista veneto si presenta come una galassia, fatta di molti corpi estranei e lontani uno dall’altro anche se, da uno sguardo lontano, sembrano costituire un solo corpo ed essere come atomi di una stessa molecola.
La rivendicazione di una libertà veneta è passata attraverso diverse proposte e progetti, da quelli autonomistici della Liga Veneta ad altri che si sono tenuti fuori dal tsunami politico effettuato dalla Lega Nord.
Quattro anni fa il Parlamento Veneto che faceva riferimento alla LIFE di Spresiano, e costituito da deputati delegati dal popolo (ogni deputato era rappresentante di 20 cittadini veneti deleganti), decideva di ricomporre il Maggior Consiglio della Repubblica Veneta, nel quale esso si sarebbe convertito.
Il Maggior Consiglio era inteso come la riproposizione della massima magistratura della RV e formato non da "votati" o da "delegati" ma da "patrioti responsabili".
Perché “patrioti responsabili”?
Perché coloro che si ipegnano a tenere in piedi la Repubblica Veneta lo fanno per un impegno con se stessi e cioè con le proprie radici generazionali, sono persone legate ai “padri”, eredi della cultura, degli insegnamenti, della civiltà, dei valori dei padri: sono dei “patrioti”!
Ma per essere coerenti con l’eredità dei padri, bisogna praticare responsabilità e coerenza. Non tutti i discendenti dei padri si assumono le responsabilità dell’eredità che hanno ricevuto, solo i figli “responsabili, cioè i patrioti, assumono la responsabilità dei padri!
Il Maggior Consiglio della Repubblica Veneta, nell’arco della sua indipendenza e sovranità storica, era composto non da "eletti" ma da “patrizi”, cioè da persone legate all’eredità morale e politica ricevuta dai padri.
I Patrizi si preoccupavano di assicurare lo sviluppo economico, politico, morale e religioso della patria veneta nella continuità della sua impostazione sui valori di libertà, giustizia e indipendenza.
Ricomponendo il Maggior Consiglio, ne abbiamo assunto tutte le impostazioni organizzative e la filosofia politica o “costituzionale”.
Dunque il Maggior Consiglio, dal 2015 (anno della sua ricomposizione), non aderiva alle logiche democraticistiche della “rappresentanza” o della "delega", ma a quelle “aristocratiche” della Serenissima, cioè quelle basate sulla responsabilità patriottica.
I membri del Maggior Consiglio non sono dunque dei "rappresentanti del popolo" ma dei patrioti che si assumono degli impegni istituzionali a dare vita e continuità alla Repubblica Veneta.
Nel periodo storico della Serenissima, fino al 1797, il loro numero era limitato, fino a 1500 componenti del Maggior Consiglio, oggi con l’ausilio della tecnologia, il limite non si pone e diventa soltanto un problema di buona organizzazione.
Oggi si aderisce al Maggior Consiglio presentando una semplice domanda, nella quale ci si impegna anche a contribuire finanziariamente alle necessità della Repubblica nelle forme indicate dagli organi competenti.
Sulla carta, oggi, il Maggior Consiglio è costituito da circa 140 membri. Di questi, solo 60 hanno partecipato all’elezione de Doge nel 2016, ma alle riunioni il loro numero superava difficilmente la ventina di effettivi.
La nostra preoccupazione interna oggi è quella di risistemare le cose, di mettere ordine nelle contribuzioni, di sostenere e di allargare la partecipazione; l’11 maggio 2019 faremo un Maggior Consiglio per una importante valutazione sui risultati raggiunti.
Sul piano dell’impegno politico le istituzioni venete conseguono due obiettivi:
1) Risvegliare la coscienza e consapevolezza dei Veneti sulla loro identità e sul loro diritto all’indipendenza nella Repubblica Veneta.
2) Rimettere la Repubblica Veneta nel gioco delle relazioni internazionali.
Il conseguimento dei due punti viene operato contestualmente.
Le operazioni internazionali hanno una ricaduta culturale sulla popolazione veneta che prende coscienza dell’esistenza di istituzioni venete (oscurte dai media occupanti) e approva le iniziative politiche internazionali coerenti con gli interessi del Popolo Veneto.
La Repubblica Veneta ha sviluppato una rete di iniziative verso: la Repubblica Francese, la Repubblica di Austria, gli Stati Uniti (presenti abusivamente nei territori veneti con le basi di Vicenza e Aviano), il Vaticano (presente nella Repubblica Veneta grazie a un lascito italiano) e, ultimamente, verso la Repubblica Italiana alla quale viene proposto una trattativa per chiarire e risolvere i problemi insorti dalla sua indebita annessione dei territori veneti del 1866.
Riguardo questa ultima iniziativa, va detto che è la prima volta che la Repubblica Italiana riceve una lettera dalla Repubblica Veneta, data per "uccisa e sepolta"! La lettera, firmata dal 121° Doge, dimostra invece la continuità della Repubblica Veneta e la sua riorganizzazione interna.
Riguardo all'ONU, la Repubblica Veneta non si trova né nell'interese né nella necessità di pensare di aderirvi.
I prossimi obiettivi internazionali della RV sono:
– trattativa con Francia e Austria per la revisione del Trattato di Campoformido nei punti che hanno riguardato indebitamente la Repubblica Veneta e per il risarcimento degli ingenti danni che ne sono derivati;
– trattativa con gli Stati Uniti per definire le relazioni reciproche e la permanenza delle basi USA nella Serenissima;
– trattativa con il Vaticano per la rimessa alla RV della Basilica del Santo, ricevuta nel 1929 dal Governo italiano a compensazione dei furti italiani contro lo Stato Pontificio nel 1870;
– trattativa con l’Italia per il riconoscimento della sovranità della RV sui suoi territori e il ritiro dell’Italia dagli stessi.
– chiarimento con Unione Europea e con la NATO sulla posizione indipendente della Repubblica Veneta;
– sostegno di una proposta di riorganizzazione europea, dall’Atlantico allo Stretto di Bering, basata sul federalismo e il rispetto delle sovranità delle Nazioni europee. Un'Europa indipendente alla quale proponiamo, con grande convinzione ed impegno, Venezia come capitale.
Rispetto alla riunione odierna, 16.2.2019, proponiamo la riunione di tutti i Veneti nel Maggior Consiglio e il riconoscimento del Doge come passi basilari.
Venezia 16.2.2019
Ufficio Dogale
Ufficio Dogale – San Polo 2398 – 30125 Venezia – governoveneto@gmail.com – info 338 8167955
Alberto Pento
Mi dispiace ma vi è un errore fondamentale che rende demenziale tutto il ragionamento, ossia quello di considerare la Repubblica Serenissima come se fosse stata la Repubblica dei Veneti e alla sua base una nazione veneta, una nazione di tutti i veneti, e una terra quella composta dai domini veneziani di terra e di mare come se fosse la Patria Veneta ma così non era e così non è.
Chi si rifà alla Serenissima non è un patriota veneto allo stesso modo di uno che si rifacesse alla Repubblica romana o all'Impero romano non sarebbe un patriora romano.
Costruire un programma politico di indipendenza politica dei veneti partendo da un mondo che non esiste più da 220 anni, anziché dalla realtà attuale è demenziale, pura illusione, una sicura perdita di tempo.