El bon saon no łi ło ga enventà i venesiani e manco i romani

El bon saon no łi ło ga enventà i venesiani e manco i romani

Messaggioda Berto » ven giu 19, 2015 6:46 am

El bon saon no łi ło ga enventà i venesiani e manco i romani
viewtopic.php?f=148&t=1703



???
https://www.facebook.com/notes/milo-boz ... 3894210430

IL SAPONE VENETO CHE LAVO’ GRAN PARTE DELL’EUROPA
21 dicembre 2013 alle ore 12.14

Uno dei tanti primati di Venezia fu, nella sua epoca d’oro, la fabbicazione di un sapone detto “di Castiglia”, particolarmente delicato e profumato, che sostituì ben presto quello in uso più a nord in Europa, a base di grassi animali e addirittura puzzolente. I fabbricanti veneziani per qualche tempo, durante il secolo XIV, tolsero alla Spagna il primato della fabbricazione del suo sapone detto “di Castiglia”, considerato il migliore di tutti. Questo sapone, bianco e duro e di odore gradevole, poteva essere venduto come un genere di lusso, quasi come un medicinale, in paesi nordici come l’Inghilterra, dove il sapone di fabbricazione indigena era molle, scuro e maleodorante perché fatto di grassi animali. Invece del sego i veneziani usavano l’olio d’oliva, che le loro navi portavano in grande quantità dalla Puglia; e invece della potassa usata al nord, come alcali i veneziani usavano ceneri importate dalla Siria, non la cenere marina dei vetrai, ma la cenere di un certo arbusto che conteneva una buona percentuale di soda e produceva quindi un sapone solido che poteva essere profumato secondo i gusti dei clienti.
da “Storia di Venezia” di Frederic C. Lane
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El bon saon no łi ło ga enventà i venesiani

Messaggioda Berto » ven giu 19, 2015 6:52 am

Storia del saon

http://sapone.ilbello.com/storia.php
Le prime prove dell'utilizzo del sapone risalgono alla civilità babilonese. Cilindri di terracotta che contenevano residui di sostanze simili al sapone e risalenti al 2800 AC sono stati ritrovati in mesopotamia. Inoltre, è stata rinvenuta una tavoletta con caratteri cuneiformi risalente al 2200 AC che descriveva la preparazione del sapone con acqua, sostanze alcaline e olio di cassia.
Il papiro di Ebers, dal nome del suo acquirente europeo, databile alla XVIII dinastia egizia, più precisamente al regno di Amenhotep I (1550 AC) contiene informazioni sul fatto che gli antichi egiziani si lavassero con un simil-sapone ricavato combinando olii animali e vegetali con sali alcalini. Altri papiri dell'antico egitto menzionano sostanze saponose utilizzate per la preparazione della lana.


Gali e xermani li ło doparava a ła granda, altro ke i romani ke łi prefariva gratarse ła rogna.

Roma e la sua civiltà

Strigile romano (I secolo) Uno degli errori storici piú diffusi riguarda il presunto ritrovamento di una fabbrica di sapone e saponette profumato durante gli scavi di Pompei. In realtà la fabbrica in questione riguardava la lavorazione di sostanze minerali che nulla hanno a che vedere con i moderni saponi. Di fatto, gli antichi romani (così come gli antichi greci) non utilizzavano sapone e usavano attrezzi ricurvi (gli strigili) insieme ad olii profumati per raschiare e rimuovere lo sporco dalla pelle.

Tuttavia, il sapone era noto (latino sapo) e lo stesso Plinio il vecchio, nella sua historia naturalis cita il procedimento mediante il quale dalla cenere e dai grassi si potessero ottenere dei detergenti usati per la pulizia dei capelli. Plinio però disapprova fortemente l'uso del sapone e ne stigmatizza l'abbondante uso che addirittura ne facevano gli uomini galli e germani.

Qualcuno ipotizza che in effetti la parola sapone derivi dal colle Sapo dove gli antichi romani sacrificavano animali e ne bruciavano le ossa. Cenere e grassi colavano poi verso la riva del tevere dando origine alla saponificazione. La zona era nota dalle lavandaie romane che sapevano per esperienza che lavare in quella zona del Tevere permetteva di ottenere un bucato migliore. In realtà questa è presumibilmente una leggenda visto che i resti animali non venivano mai lasciati nelle zone dei sacrifici (a parte le ossa che venivano effettivamente bruciate) ma riutilizzati a scopi alimentari. Inoltre le quantità di grasso e cenere che avrebbero dovuto dare origine a questo fenomeno sono incompatibili con quanto riportato sui sacrifici nell'antica Roma. Lo stesso colle Sapo non è mai stato localizzato con certezza.

??? Molto probabilmente la parola sapo deriva in realtà dal latino sebum ovvero grasso. ???


Il mondo arabo
(e judeo, xe axè probabiłe ke sipia stà i ebrei a enventarse el saon moderno)

Gli arabi producevano regolarmente sapone partendo dall'olio d'oliva o di timo. Furono i primi ad utilizzare la soda caustica (Al-Soda Al-Kawia) e quindi, in pratica, furono gli inventori del moderno sapone.
Dall'inizio del 7o secolo, il sapone fu prodotto a Nablus (Palestina), Kufa (Irak) e Basra (Irak).
Produzione del sapone in una stampa del 700 Il sapone arabo era colorato e profumato. Alcuni saponi erano liquidi mentre altri erano solidi; esistevano anche saponi specifici per radersi.
Nel 981 un sapone veniva venduto per 3 Dirhams. I manoscritti di Al-Razis contengono ricette per il sapone; recentemente, in altri manoscritti del 13o secolo sono stati ritrovate ulteriori ricette per la saponificazione.
Solo nel 16o secolo la produzione di Sapone raggiunge la Spagna per poi spostarsi verso la Francia e l'Italia.
Molte città europee si vantano di essere state le prime a dare origine alla produzione di sapone in Europa: Marsiglia, Savona, Gallipoli, Genova etc. Inoltre presso le popolazioni di lingua inglese, il sapone prodotto a partire dall'olio d'oliva o comunque esclusivamente da olii vegetali è detto Sapone di Castiglia e quindi gli si attribuisce una origine del tutto spagnola.

Storia Moderna
Manifesto pubblicitario del sapone Fino alla rivoluzione industriale il sapone era prodotto in piccole quantità e artigianalmente. Intorno al 1790 il medico e chimico francese Nicolas Leblanc scoprì un procedimento per ottenere la soda, una sostanza alcalina, dal sale comune. Altri chimici riuscirono poi a produrre soda caustica da soluzioni saline. Questi sviluppi spianarono la strada all'industrializzazione della produzione del sapone.
Le prime produzioni industriali di sapone risalgono proprio a questo periodo in Inghilterra per poi diffondersi ovunque nel resto del mondo. Di fatto furono le prime industrie ad iniziare massiccie campagne di pubblicità (che peraltro continuano ancora...). Addirittura, nel 1894 in Nuova Zelanda comparvero slogan che reclamizzavano il sapone sul retro dei francobolli.
In pratica, recentemente l'uso del sapone è diventato universale (beh quasi, un certo numero di persone sulla metropolitana di Milano non ne è a conoscenza...) anche grazie ai riconosciuti benefici dell'igiene personale nella riduzione delle malattie. Nella seconda metà del 19o secolo, le saponette erano comunemente acquistabili e nei paesi occidentali si cercò di incrementarne l'uso presso la popolazione pubblicizzando la relazione tra igiene personale e salute.

Xe axè probabiłe ke sipia stà i ebrei a enventarse el saon moderno
https://it.wikipedia.org/wiki/Sapone

I riferimenti biblici a delle sostanze usate per la pulizia non indicano nulla di simile al nostro sapone, che sembra fosse sconosciuto all'epoca.
In Giobbe 9:30 (circa V secolo a.C.) con la parola sapone è stato tradotto il generico termine ebraico borith, che indica la liscivia oppure un alcale come la potassa, ottenuto dalle ceneri di particolari vegetali (per esempio la Salsola kali che abbonda sulle spiagge del Mar Morto e del Mediterraneo).
Analogamente per l'ebraico borith mekabbeshim "alcali di coloro che pestano i panni", in Geremia 2:22 (circa VII secolo a.C.) e Malachia 3:2 (circa V secolo a.C.), che indica qualche tipo di "terra da follone", un materiale che si usava nella "follatura", un procedimento che serviva a rendere morbidi i tessuti.
Invece le parole soda o nitro , che pure troviamo nei versetti citati (come anche in Proverbi 25:20), indicano il natron (carbonato idrato di sodio), una sostanza che si utilizzava in Egitto dove ne esistono numerosi depositi.
Si tratta quindi di interpretazioni dei traduttori che, nel loro lavoro, si sono preoccupati di rendere comprensibile il testo per i lettori loro contemporanei.
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Re: El bon saon no łi ło ga enventà i venesiani

Messaggioda Berto » ven giu 19, 2015 6:57 am

??? Molto probabilmente la parola sapo deriva in realtà dal latino sebum ovvero grasso. ???

No no !

Saon (savon, sapone)
viewtopic.php?f=44&t=1704

Storia del saon
http://sapone.ilbello.com/storia.php
??? Molto probabilmente la parola sapo deriva in realtà dal latino sebum ovvero grasso. ???

No no!

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... is-555.jpg

Plinio il Vecchio, scrittore latino del I secolo, usa per primo il termine latino sapo, mutuandolo dal gallico saipo, nella sua opera Naturalis historia:

(LA)

« Prodest et sapo, galliarum hoc inventum rutilandis capillis. Fit ex sebo et cinere, optimus fagino et caprino, duobus modis, spissus ac liquidus, uterque apud germanos maiore in usu viris quam feminis. »

(IT)

« Il sapone, anche, è molto utile a questo fine, un'invenzione dei Galli per dare una tinta rossastra ai capelli. Questa sostanza è preparata da sego e dalle ceneri, le migliori per lo scopo sono le ceneri di faggio e il grasso di capra: ce ne sono due generi, il sapone duro e quello liquido, entrambi molto usati dalla gente della Germania, gli uomini, in particolare, più delle donne. »

(Plinio il Vecchio, Naturalis historia, Libro 28, capitolo 47.)
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Re: El bon saon no łi ło ga enventà i venesiani e manco i ro

Messaggioda Berto » sab giu 20, 2015 10:53 pm

Il sapone è un dono dei Celti e perfezionato dai Liguri (Ponentini)

http://www.sanremonews.it/2012/03/21/le ... ntini.html

La notizia dell’uso del sapone nell’antichità la dobbiamo a Plinio il Vecchio, nella sua Storia Naturale, afferma che i Celti (così erano chiamati dai greci ) o Galli ( così erano chiamati dai romani) avevano grande cura del proprio corpo e si lavavano con un materiale che chiamavano “sepum”, cioè il sapone, termine e sostanza che, secondo lui, avevano inventato proprio loro.

Lo facevano con ceneri di piante ed oli vegetali.
Esisteva un sapone tipo a pasta dura (ottenuto da piante marine) e un altro a pasta molle e cremosa (ottenuto da piante di terra).
I celti tingevano con mano pesante i capelli, il corpo e il viso; il poeta Properzio, rimproverando alla donna amata il trucco eccessivo, l'accusò di“dipingersi come i Celti.
Erano soliti combattere nudi, ma si dipingevano il corpo spalmandolo di nero, i britanni di blu.
Lo usavano anche come pomata per i capelli o per usi medicinali. Tempi e luoghi di nascita dei saponi duri e dei saponi molli così come li conosciamo oggi sono poi differenti: i saponi molli hanno un'origine più antica rispetto a quelli duri e sono una produzione tipica dei paesi settentrionali, favorita dalla presenza di numerose industrie tessili.

I liguri di Ponete sposano il sapone con l’olio d’oliva .

Quanto ai saponi duri, la tradizione ligure (riportata anche da testi francesi) vuole invece che a Savona la moglie di un pescatore abbia ottenuto per la prima volta il sapone in modo del tutto accidentale e "casalingo", facendo bollire della liscivia di soda in una pentola contenente residui d’olio d’ oliva. Non si pensi che era l’olio d’oliva extra vergine, ma olio lampante, non commestibile ed adatto come dice la parola per le lampade. Dopo la spremitura dell’olive rimaneva la sansa che messa nuovamente nel “gumbu” veniva macinare dalla mola, quella poltiglia veniva pressata e si ricavava un olio bianco non commestibile adatto ai lumi . Una volta raccolta questa poltiglia si lavava la sansa, la morchia ricavata dalla sansa lavata veniva immessa in vasche che tenevano a galla la morchia lavata veniva raccolta con un raccoglitore e messi in recipienti per avviare alle fabbriche di sapone. Questi decantatori detti “puzzetti dell’infernu o du merdocchu”. Chi per prima invento questo a lavorazione della sansa fu un certo Mela di Dolcedo nel ‘700.

Anticamente la sansa, residuo della lavorazione era data per alimento agli animale e soprattutto come concime, se lavata veniva usata, in Liguria per scaldare i forni del pane. Lo sviluppo dell'industria saponiera nelle città costiere del Mediterraneo (Savona, Genova, Venezia e Marsiglia) fu pertanto favorito dalla oli al limite della commestibilità e dalla spremitura dei residui della sansa: olio lampante e dalla morchia misto a soda naturale ottenuta dalle ceneri si alghe marine Al giorno d’oggi usando olio o soprattutto quello che rimane dopo la lavorazione dell’olio o olio d’oliva di infimo ordine. La chimica ci viene incontro dandoci la possibilità di ottenere delicate saponette partendo dalla glicerina (un alcool polivalente ottenuto dalla saponificazione dei grassi). Con questo metodo e semplicemente sciogliendo o grattugiando dei pani di glicerina potrete creare mille diversi tipi di sapone aromatizzato, colorato e con le forme più divertenti!
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