Li envaxà dei romani - encoltura e edeołoja

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Messaggioda Berto » gio apr 23, 2015 6:32 am

Li envaxà dei romani - encoltura e edeołoja
viewtopic.php?f=176&t=1544
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Li envaxà dei romani - encoltura e edeołoja

Messaggioda Berto » gio apr 23, 2015 6:39 am

Cultouractive

https://www.facebook.com/cultouractive

Sti kì no łi fa altro ke contarghe dei romani, ai nostri toxatełi come se naltri veneti a fusimo desendenti dei romani.
Sti kì no łi fa coultura łi fa edeołoja e łi ensemenise ła nostra xente co sti romani ke li łi fa pasar cofà łi fuse łi nostri avi, łi nostri pari, el fondamento de ła nostra storia, edentetà, coultura, łengoa e tradision ...
ma no xe vero,

Li ga senpre i romani en boca, na osesion, on lavajo del çarveło.
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Re: Li envaxà dei romani - encoltura e edeołoja

Messaggioda Berto » gio apr 23, 2015 6:43 am

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Re: Li envaxà dei romani - encoltura e edeołoja

Messaggioda Berto » gio apr 23, 2015 6:46 am

Anca sti kì del FAI e sti pori toxati gnoranti del liçeo pavan łi ga ente ła crapa lomè ke i romani.

FAI, łiçeo Tito L. de Pava come l'ISIS
viewtopic.php?f=43&t=1489

Le jornade del FAI a Abano co łi toxati del liçeo clasego Tito Livio de Pava come guide

http://www.giornatefai.it

La Roma de Aougusto
http://ricordiamocidisalvarelitalia.it/home

http://ricordiamocidisalvarelitalia.it/ ... eroi-santi
Diceva quello là che siamo un popolo di poeti, eroi, santi, navigatori, eccetera eccetera. Probabilmente sugli eroi, come su molte altre cose, si sbagliava, ma sul resto mica tanto: da sempre gli italiani hanno la capacità di esprimere talenti a dir poco eccezionali nella creatività artistica.

E anche in periodi in cui questa caratteristica sembra essere un po’ in ombra, a guardar bene le cose si scopre che, magari in maniera occulta, questa nostra attività creativa continua, con risultati spesso ragguardevoli. Pensiamo soltanto all’ultimo decennio, in un periodo di crisi che non passerà certo alla storia nazionale come quello più brillante per l’arte. Eppure – dalla Grande bellezza alle nuove costruzioni del centro di Milano (tra cui quattro o cinque nuovi musei, un record mondiale assoluto), dal design di sedie o lampade che modificano gli interni del mondo alle fotografie di maestri come Ferdinando Scianna, Gabriele Basilico o Gianni Berengo Gardin – il nostro patrimonio, fisico e intellettuale è cresciuto, e molto.

Questa inesausta capacità artistica degli italiani, paradossalmente, crea anche un problema, perché l’enorme quantità di nuovo patrimonio che ne deriva ha una necessità costante di cure, di manutenzione, di restauri. Un compito immane per uno Stato qualsiasi, anche il più organizzato; figuriamoci per il nostro, con le sue strutture perennemente allo sbando e l’eterna carenza di risorse economiche, un mare tanto endemico da divenire perfino psicologico.

Non è una difficoltà di oggi. Storicamente, gli italiani – tutti gli italiani – sanno che anche la manutenzione non può essere interamente demandata allo Stato. Anche per questo, probabilmente, nella cultura del nostro Paese il ruolo dei privati, aziende o individui che siano, è sempre stato particolarmente forte; e la tutela non ha mai fatto eccezione. Quindi, anche in questo campo il privato è fondamentale: la salvaguardia del patrimonio naturale e artistico italiano passa anche di lì. C’è chi questo ruolo lo esercita in proprio, magari da collezionista, oppure occupandosi direttamente di un monumento, un reperto, un angolo di strada di valore storico o artistico. Altri preferiscono invece aiutare quelli che mantengono, tutelano e valorizzano per noi, per esempio il FAI – Fondo Ambiente Italiano, che questi compiti li ha nel dna. Molti si iscrivono, da soli o con la loro famiglia; altri sostengono le varie iniziative, fosse anche solo con un sms (cosa che si può fare anche in questa settimana al 45507); ogni formula è buona, purché ci sia la consapevolezza di questo ruolo, nel rispetto di una delle nostre tradizioni migliori.

Andrea Kerbaker, scrittore, bibliofilo e Consigliere FAI




FAI di élite e FAI di tutti

http://ricordiamocidisalvarelitalia.it/ ... i-di-tutti

Non è facile sentirsi a casa in un castello o in una di quelle immense ville affrescate e circondate da parchi popolati da schiere di statue e fontane gorgoglianti… Il lavoro quotidiano del FAI consiste anche – e soprattutto – in questo: fare in modo che chiunque varchi il monumentale cancello sormontato da un’enorme corona del Castello di Masino in Piemonte o il portone maestoso di Villa Necchi Campiglio a Milano abbia la sensazione di essere un ospite e non un semplice visitatore.

Un visitatore entra in punta di piedi, giustamente avido di vedere ma spesso intimorito dal luogo; un ospite entra col passo sicuro di chi sa di essere atteso, in casa sua, da un amico. Un visitatore, all’ingresso di un museo o di una mostra, incontra guardiani incaricati di sorvegliare le opere d’arte esposte; un ospite trova amici che lo accolgono sorridenti sulla porta e fanno di tutto per farlo sentire totalmente a suo agio…

Come far sentire ospiti ogni anno le centinaia di migliaia di persone che si recano nei Beni del FAI e che per accedervi devono, però, pagare un biglietto o iscriversi al FAI? Come “trasformare” in ospite un visitatore pagante? E perché?

Stiamo imparando i segreti dal National Trust inglese, la più grande organizzazione privata di tutela del mondo che vive ed opera per il Bene della gente grazie alla gente. Quasi 5 milioni di persone lo sostengono annualmente con la loro iscrizione consentendo al Trust di aprire al pubblico e mantenere per sempre e per tutti centinaia fra castelli e ville tra le più belle del Regno Unito; migliaia di chilometri di coste sottraendole ad esercizi commerciali o a schiere di villette; decine di migliaia di ettari di campagna inglese gestendoli con criteri biologici ed evitandone il degrado dovuto all’abbandono dei contadini…

Il grande segreto del National Trust è il mettersi nella scarpe degli altri e – evangelicamente – non fare ai visitatori quello che non vorremmo venisse fatto a noi…; a chi piace essere considerato un potenziale pericolo per pavimenti, arredi, prati, fiori, quadri e tutto ciò che abbiamo deciso di conoscere pagando un biglietto? A chi piace essere continuamente costretto ad ascoltare o leggere divieti, inviti al silenzio, obblighi a tenere i mostri/bambini per mano, a non sedersi, non toccare, non fiatare , non…non…non…? A chi piace entrare in un salone dove su ogni poltrona é steso un cordone che ti ricorda che TU non puoi sederti, dove ogni oggetto di pregio é protetto da una teca in modo che TU non possa toccarlo perché se la teca non ci fosse TU, rozzo maleducato, certamente lo toccheresti, dove si cammina solo su passatoie fiancheggiate da cordoni in modo che TU non possa che camminare dove decido IO…?

Ecco! Tutto questo non favorisce certo un legame di amicizia con il nostro patrimonio; e se non vi è amicizia, dunque grande confidenza, come pretendere che ognuno di noi – come stabilisce l’Articolo 9 della Costituzione – si senta in prima persona coinvolto nel difendere e promuovere questa gigantesca eredità avuta da venti secoli di storia nei quali l’Italia ha “creato” la cultura della civiltà occidentale?

Un tempo la tutela di arte e paesaggio era la missione più importante per chi si occupa del patrimonio; oggi é ancora così (soprattutto per il Paesaggio sempre a rischio….si veda che succede in Toscana!) ma il compito si è duplicato; all’obbligo della tutela si aggiunge l’obbligo di far sentire ogni Italiano a casa sua in uno degli innumerevoli monumenti che costellano il Paese; nel suo giardino in un punto qualsiasi del paesaggio italiano. Solo così lo difenderà come se fosse suo; ANZI : lo difenderà perché È suo!

P.S. Se quello che avete letto vi convince avete un modo per dirlo: un SMS di 2 euro al 45507.

Se non siete d’accordo ditemi perché! (…ma mandate lo stesso un SMS…) Grazie!

Marco Magnifico, Vicepresidente esecutivo FAI
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Re: Li envaxà dei romani - encoltura e edeołoja

Messaggioda Berto » gio apr 23, 2015 7:08 am

Anca Scanagata, Simeoni e ła so federasion pagana łi xe fisà co i romani e łi greghi

https://www.facebook.com/scanagatta.fra ... nref=story
https://www.facebook.com/claudio.simeoni?fref=ts
http://www.religionepagana.it/index.html


On falbo paganexemo ensemenio pien de odio verso i creistiani
viewtopic.php?f=141&t=1530

Par ke no łi sapia o ke łi se gapie dexmentegà ke i romani na olta łi jera pagani e ke łi persegoitava i creistiani e ke dapò par convegnesa połedega łi xe devegnesti creistiani e łi ga scuminsià a persegoitar i pagani.
La rełixon al poder ła persegoita senpre łe rełixon ke łe ghe fa concorensa.
El crestianexemo vanti de devegner rełixon del poder nol persegoitava nesuni, co łe devegnesto rełixon o edeołoja rełijoxa del stado el se ga fato cativo e viołento.
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Re: Li envaxà dei romani - encoltura e edeołoja

Messaggioda Berto » gio apr 23, 2015 7:10 am

Anca Jijo Xanon el jera enfasà dal mito de Roma e dei romani:

Jijo Xanon - Gigio Zanon dito Nono Gigio
viewtopic.php?f=187&t=1448

https://www.facebook.com/elena.zanon

Immagine

Ciao Jijo a ghemo tanto barufà e no se ghemo pì parlà, te ghevi la testa dura e te jeri màsa ligà ai veci romani e a Musolini; mai a gavarisimo podesto ndar d'acordo.
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