Coxa no contarghe ai mamołi

Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » mer feb 04, 2015 9:40 pm

Coxa no contarghe ai mamołi
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No alla musica sì alle scienze: la scuola secondo il Califfo
Da Aleppo a Mosul “cancellati” Siria e Iraq, insegnamenti secondo la sharia più rigida

http://www.lastampa.it/2014/10/25/ester ... agina.html

Le classi del Califfato sono rigidamente divise fra maschili e femminili e gli insegnati devono essere dello stesso sesso degli allievi. Le divise si ispirano ai precetti salafiti: i maschi devono indossare tuniche larghe che nascondono le forme del corpo, le ragazze il velo che copre i capelli e vestiti con le maniche lunghe per non mostrare le braccia.

maurizio molinari - corrispondente da gerusalemme

Abolite musica, arte e filosofia, cancellato ogni riferimento alle nazioni di Siria e Iraq, nessun contatto maschi-femmine e interruzione obbligatoria delle lezioni in coincidenza con le preghiere islamiche: è la scuola modello Jihad ovvero le direttive per il nuovo anno scolastico che il Califfo Abu Bakr Al-Baghdadi ha fatto distribuire a tutti gli istituti sui territori controllati dallo Stato Islamico (Isis), promettendo «pene severe» nei confronti di chiunque dovesse disobbedirgli.



Le scienze religiose

Le scuole di Raqqa e Mosul, le due maggiori città controllate da Isis, sono state le prime a ricevere l’editto emanato dal «Diwan della Conoscenza» ovvero il ministero dell’Educazione del Califfato che si propone con le nuove norme di «eliminare l’ignoranza, diffondere le scienze religiose e combattere i falsi curriculum».



Bandito il nazionalismo (ma l'ixlamixmo no)

Il fondamentale divieto riguarda ogni riferimento agli Stati di Iraq e Siria sotto qualsiasi forma: patriottismo e nazionalismo sono banditi, inni e canzoni scolastiche vengono modificate e ovunque vi siano riferimenti agli Stati post-coloniali sostituiti dal Califfato la disposizione «obbligatoria» è sostituirli con la dicitura «Stato Islamico». L’evidente intento è sfruttare le scuole per sedimentare nelle nuove generazioni la convinzione che il Califfato esiste ed è destinato a durare negli anni a venire.



Le materie proibite

Nelle scuole dell’area che si estende dalla periferia di Aleppo a quella di Baghdad non sarà più possibile studiare musica, arte, filosofia, sociologia, psicologia, storia nonché educazione religiosa di fedi diverse dall’Islam sunnita. Si tratta di materie considerate «diaboliche» e «devianti» che scompaiono del tutto mentre fisica, chimica, matematica e scienze restano nei curriculum seppur con alcune limitazioni.
Anzitutto nei libri di testo devono essere strappate le pagine con immagini «contrarie all’Islam» e poi c’è il divieto assoluto di avvicinarsi alla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin «perché la Terra è stata creata da Allah».
Il Califfo tiene invece molto all’apprendimento delle lingue e l’editto promuove non solo la conoscenza dell’arabo, ma anche dell’inglese, lasciando intendere di voler allevare una generazione di jihadisti in grado di muoversi senza restrizioni in giro per il mondo.



Le soste per pregare

L’imposizione della legge islamica - la Sharia - è universale ed assoluta, con frequenti riferimenti a teorie salafite e il richiamo a libri di studio ampiamente diffusi in Arabia Saudita. Ciò significa totale segregazione fra maschi e femmine in classi separate e con insegnanti solo dello stesso sesso nonché l’obbligo di «abiti rispettosi della legge islamica» e delle «soste per pregare». In occasione delle cinque preghiere quotidiane che ogni musulmano è chiamato a pronunciare le classi saranno dunque «sospese», per consentire di rivolgersi in raccoglimento verso La Mecca.



Insegnanti precettati

Assieme alle dettagliate disposizioni su materie, abbigliamento e classi, l’editto del Califfo dello Stato islamico si rivolge anche a «insegnanti, bidelli e personale amministrativo di tutte le scuole» affermando che «sono tenuti a rimanere sul posto di lavoro ed a svolgere le loro mansioni» perché se dovessero andare via, dimostrando dunque dissenso verso Isis, andrebbero «incontro a sanzioni personali e contro i loro famigliari». Ovvero, Abu Bakr al Baghdadi impone al personale scolastico di applicare le sue direttive, minacciando aspre sanzioni in caso di opposizione. «Il dovere degli insegnanti è di servire i musulmani - si legge in una comunicazione diramata a Mosul - per consentire ai residenti dello Stato Islamico di migliorare in tutti i campi della fede e delle scienze».



Il monito agli studenti

L’editto si conclude con un esplicita minaccia, formulata in maniera da investire anche gli studenti di qualsiasi età: «Gli annunci fatti sono vincolanti, chiunque agirà in contrasto con quanto stabilito andrà incontro a dure punizioni». Ciò significa che essere trovati in possesso di uno spartito musicale, di un libro di filosofia o di un’immagine «oscena» comporterà sanzioni severe.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coxa no contarghe ai mamoli

Messaggioda Berto » ven feb 06, 2015 10:39 am

??? cultouractive ???

https://www.facebook.com/cultouractive

Al Centro Commerciale Conè di Conegliano (Treviso) arriveranno gli antichi romani... non vi possiamo ancora svelare di più, ma stiamo organizzando dei laboratori didattici GRATUITI curati dalle nostre archeologhe per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Potete già aderire e avere maggiori informazioni scrivendo a segreteria@cultouractive.com o telefonando al 347 9941448.
Al Centro Commerciale Conè di Conegliano (Treviso) arriveranno gli antichi romani... non vi possiamo ancora svelare di più, ma stiamo organizzando dei laboratori didattici GRATUITI curati dalle nostre archeologhe per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Potete già aderire e avere maggiori informazioni scrivendo a segreteria@cultouractive.com o telefonando al 347 9941448.




Comenti:

Alberto Pento
Li riva dapartuto sti romani mai ke li cate n'Arminio ke li respedisa endrio.

Samantha Rizzotto
Ma perché invece di polemizzare sul luogo e sulla tematica dell' iniziativa non potete essere felice dell'idea che i bambini possano fare un'attività nuova, diversa e sopratutto utile? Io studio archeologia e secondo me è una bellissima idea. La cultura non ha né luoghi né spazi, può essere esercitata ovunque. Bisogna pensare invece che è un'iniziativa utile in un paese che uccide la cultura!!! Antichi siete, altro che i romani!


Alberto Pento
Metarghe i romani dapartuto no lè on far coultura ma on dełito de encoltura, na falbasion storega e n'endotrinamento edeołojego. Ai toxeti veneti se ga da parlarghe de łe xenti venete e no dei romani e caxo mai i romani łi se trata ente l'anbeto de łe xenti venete, come migranti e come periodo storego-połedego. No se pol parlar senpre e dopo ancora lomè ke de łi romani, lè na forma dełirante de osesion edeołojega da grave encoultura, Se xonte ke a se dovaria parlar de łe raixe ouropee dei veneti. No se pol contarghe bàłe ai puti. Ła coultura, ła łengoa veneta e łe łengoe ouropee no łe xe na envension dei romani. El periodo cusita dito roman el dovaria esar dito veneto-roman e no se pol contar la falbetà ke ente sto periodo ente l'ara veneta a ghe jera i romani parké i romani łi jera lomè na megnoransa de migranti e ła tera/rejon veneta ła jera abità da łe so xenti ke no łe çerto spareste entel periodo dito veneto-roman e ła megnoransa de romani migrà ente ła tera veneta no łi ga sostituesto łe xenti venete, ma caxo mai, łe se ga xontà e entegra. A si valtri ke a copè ła coultura e a gavì lomè ke da vargognarve. La coultura no ła xe: I Romani ma el Mondo intiero a partire dal Veneto, da l'Heimat! Se parte da endove ke se xe e se se xlarga al Mondo e a tuto l'Ogneverso sensa contar bàłe. A l'engroso: el periodo veneto-roman lè durà 630 ani, coeło venetego estin-halstattian-latenian 6/800 ani, coeło prima pałafitari, teremare, castełari, viłaj arxenà, altro 2/3000 ani, coeło mexoeval veneto-xerman 900 ani, coeło veneto-venesian 400 ani, coeło venesian-bixantin 2/300 ani, coeło venesian suparxò 1000 ani, coeło tałian 150 ani. Se ga da parlarghe de łi ogagni/euganei, dei reti, dei çelti, dei veneti, de łi istri, del norego co enfloense xermane, de łi etruski, de łi osco-unbrim de łi latini e dei romani, de łe xenti alpine-tałeghe-ouropee-mediteragne, dei greghi, dei feniçi, dei xermani dei xlavi e no lomè dei romani. Naltri veneti no semo fiołi de latini e de romani semo fiołi de l'Ouropa.
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Re: Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » ven feb 06, 2015 11:15 am

Cosa contarghe ai mamołi e toxeti caxa e a scoła ?
viewforum.php?f=181

Falbarie o falbese o falsetà e enpreçixion
viewforum.php?f=176

Falbe teorie: romansa, endouropea, fonetega
viewforum.php?f=97
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Re: Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » ven feb 06, 2015 12:36 pm

Ke a copar Cristo xe stà łi ebrei, parké no xe vero!

Łi sasini de l’ebreo Cristo - I romani

viewtopic.php?f=176&t=342
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dtS1k/edit
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Re: Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » ven feb 06, 2015 12:38 pm

Ła storia del Veneto o Venetia e de łe so xenti no ła xe lomè coeła de Roma e dei romani e/o de Venesia e dei venesiani.
I miti de Roma e de Venesia no łi ga da sofegar, scondar, xmignolar ła variegà realtà storega de ła tera veneta e de łe so xenti.

viewtopic.php?f=49&t=271
http://www.filarveneto.eu/storia-veneta-2

https://www.facebook.com/PrimaveraVeneta?fref=nf
https://www.facebook.com/pages/Trattori ... 9608881203

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Veneto.jpg

Alberto Pento
Me despiaxe tanto ma ła storia dei veneti e del Veneto no lè lomè coeła de Venesia, lè tanto ma tanto pì granda e varia. Mi so veneto vixentin e ła me storia no ła xe lomè ke par 4 secołi coeła de ła Serenisima, pal resto ła xe altra storia difarente da coeła de Venesia, e ke ła xe storia del Veneto enportante tanto coanto coeła de Venesia. Xe ora de mołarghela de far come łi tałiani ke łi conta ła storia de Roma co se ła fuse ła storia del resto de ła penixla tałega e de contar ła storia de Venesia come se ła fuse tuta ła storia dei veneti e del Veneto, basta contar bàłe.
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Re: Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » ven feb 06, 2015 8:51 pm

No se ga pì da contarghe a łi boce ke łi todeski nasisti łi fea saon co łi cadavari de łi ebrei

Cade una leggenda nera, quella degli ebrei ridotti a sapone.
http://archiviostorico.corriere.it/2005 ... 5082.shtml

E' una rivelazione recente che pone fine a una serie di credenze sulle atrocità dei lager nazisti, servite in parte anche a negare gli orrori commessi. Disinformazione di guerra, dunque. Anche se nella realtà del nazismo resta una macabra contabilità. Collezioni di scheletri e crani, corpi affidati agli istituti di anatomia delle facoltà di medicina tedesche per essere spolpati e studiati a fondo, e non solo per «conoscere», come richiedeva Himmler, il «sottotipo razziale ebreo e bolscevico», ma per redigere atlanti e manuali di medicina; capelli umani trasformati in feltro industriale «previo avvolgimento in bobine» (i capelli delle donne permettevano anche la fabbricazione di pantofole). Queste e altre simili atrocità realmente compiute sui corpi vivi e morti degli ebrei e dei deportati nei lager nazisti, sono stati all' origine della leggenda nera adesso messa in discussione. Con il grasso degli ebrei, assassinati nelle camere a gas, i nazisti avrebbero «fatto sapone» o addirittura carne in scatola, da servire agli stessi ebrei impiegati nelle industrie di guerra. Una leggenda di cui non si conosce bene l' origine, ma che circolò tra le fila della resistenza polacca e che sarebbe stata alimentata dagli ufficiali e dai commissari politici dell' Armata rossa, per dipingere con toni ancor più macabri e drammatici gli orrori del nazismo. Una leggenda fatta propria anche da taluni dei sopravvissuti (ne abbiamo sentito eco anche in Italia) che, per attirare l' attenzione dei molti indifferenti alla loro tragica storia, dichiaravano di avere assistito alla saponificazione di molti ebrei. Una storia tutta da sfatare, come ricorda l' Avvenire di ieri, e che qualcuno ha attribuito alla penna di Wiesenthal, il cacciatore di nazisti, che arrivò a ipotizzare la saponificazione di quasi un milione di corpi di ebrei assassinati da parte di un' industria tedesca nei pressi del lager di Belzec. Una storia che anche il direttore del Museo dell' Olocausto israeliano e lo storico Yeudha Bauer dell' università di Tel Aviv definiscono priva di fondamento. Tuttavia, le notizie delle atrocità compiute dai nazionalsocialisti erano così diffuse e, in parte, così incredibili, che non fu difficile confondere realtà e fantasia. Anzi, a volte si negava la verità dei fatti quando veniva raccontata da testimoni d' eccezione (come accadde a Jan Karski, una staffetta della resistenza polacca, che nel 1942 rischiò la vita per entrare di nascosto in un lager di sterminio nei pressi proprio di Belzec), e si credeva più facilmente alle falsità, capaci di colpire la fantasia popolare e che facevano parte di un noto e già sperimentato armamentario propagandistico di guerra psicologica contro il nemico. Per altro verso, gli ufficiali dell' Armata rossa, esagerando le atrocità dei nemici nazisti, riuscivano assai bene a nascondere i crimini commessi dal loro esercito liberatore sulle popolazioni e spesso anche sui loro stessi soldati, quando erano accusati di "tradimento". A tale proposito, alcune pagine del libro autobiografico di Margarete Buber-Neumann (Prigioniera di Stalin e Hitler), sono esemplari. Sopravvissuta al lager di Ravensbruck, fugge terrorizzata dalla fulminea avanzata dell' Armata rossa. Così, una leggenda nera che si trasforma in racconto (anche il regista Benigni che per il suo film La vita è bella, dichiara di essersi avvalso della consulenza di storici e sopravvissuti italiani, mette in bocca a Giosuè la frase «con noi ci fanno i bottoni e il sapone»), negli anni verrà usata da molti negazionisti per affermare che lo sterminio e le camere a gas non sono mai esistiti. Chi dice il falso una volta, chi esagera sulle cifre delle vittime (nel dopoguerra una commissione sovietica affermò che ad Auschwitz erano morti quattro milioni di persone e che con la cenere dei corpi si era fabbricato del fertilizzante), allora non è credibile nemmeno quando riporta la verità fattuale. Da tempo, gli storici si sono fatti più prudenti, hanno cercato di sfatare miti e leggende, di correggere eccessi nella descrizione di orrori e nel numero delle vittime, per offrire una verità sempre più vicina all' uomo, che accusi i carnefici, ammonisca gli spettatori indifferenti e renda giustizia alle vittime.
Frediano Sessi

Mama ke oror de ensegnanti!
https://www.facebook.com/tiziana.rinaldi.792?fref=ufi


Todeski e ebrei
viewforum.php?f=130
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Re: Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » ven feb 06, 2015 9:05 pm

No se ga da contar ke i veneti morti ente ła prima goera mondial łi xe morti par ła Talia e ke łi xe eroi; parké no łi morti par ła Talia ma łi xe stà copà par colpa de ła Tałia e no łi xe ndà en goera vołontari ma par costrision e soto minaça, łi xe stà vitime de l'agresion tałiana de l'Aostria.
Trento e Trieste no le jera tałiane.



A go on sogno!
A go on sogno da vivar vanti de morir e lè coeło de poder vedar, miłara de Veneti montegar so łe nostre Alpi sante e ke a miłara łi se raduna so łe piane dei 4 osari vixentini: del Cimon, del Paxoubio, de Axiago, del Gràpa
e ke da łi, łi ghe sighe ai nostri morti, a l’Ouropa e al mondo intiero kel nostro canto no lè coeło barbaro e viołento de łi tałiani, el canto mamełego-roman de łi sasini de Cristo ma tuto naltro, na canta de paxe, de fradernetà e de ben;
e ke dapò a miłara ognoun el porte on tricołor tałian a bruxar so l braxer del riscato e ke l’oxe alto: mi so veneto e no tałian e ke pì gnente me podarà costrenxar a portar sta orenda bandera ke ła gronda del sangoe de ła nostra xente veneta.
No łi se vargogna mia łi alpini de ver sempre en man el tricołor tałian e de cantar l’orenda canta mamełega piena de viołensa e ke ła exalta łi sasini de Cristo.

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La granda menxogna
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Re: Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » lun feb 09, 2015 9:32 am

Naltro ensemenio

Prof universitario contro Stacchio: “Rapine servono a migranti per recuperare ricchezza estorta”

http://voxnews.info/2015/02/05/prof-uni ... za-estorta

Francesco Caruso ( il cui unico lavoro a memoria d’uomo è stato il ‘deputato’), dal programma Virus di Rai due, si scaglia contro Graziano Stacchio, il benzinaio eroe di Vicenza:
“Se gli immigrati rubano la colpa è delle diseguaglianze create dai ricchi e le rapine sono un metodo violento che i poveri hanno per recuperare la ricchezza loro estorta”

Sto demente gnanca el sa ke sti "singani de Fontanełe" no łi xe migranti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Saverio_Caruso
Francesco Saverio Caruso (Benevento, 25 agosto 1974) è un politico e attivista italiano, esponente del movimento no-global del sud Italia. Dopo la mancata elezione di rappresentanti del PRC alle elezioni politiche italiane del 2008, si è dichiarato "sovversivo a tempo pieno".
Originario di Benevento, al termine degli studi liceali si iscrive presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, dove si laurea in Scienze Politiche. Negli anni degli studi universitari frequenta l'Università di Bologna per portare a termine la tesi di laurea e lì inizia la sua militanza politica. Di professione dichiarata ricercatore sociale, risultava prima dell'elezione in parlamento nullatenente, con reddito zero[3]. Attualmente è iscritto ad un dottorato di ricerca in sociologia politica presso l'Università della Calabria.
A luglio 2011 viene sospettato di essere "Spidertruman", un anonimo attivista che dichiara su Facebook di essere un precario licenziato da Montecitorio, e di voler svelare tutti i segreti della "casta", con un'operazione che raccoglie migliaia di adesioni su Internet, e che fa parlare di sé in Italia e all'estero.

El dirito a defendarse e ła revolta
viewtopic.php?f=25&t=42&start=20

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Copia.jpg

El rasixmo dei singani - etnorasixmo
viewtopic.php?f=150&t=459

Mi sto co Ermes Mattiełi e co coełi ke łi se defende!
viewtopic.php?f=141&t=1909

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... istola.jpg

Dio nol ga mai dito o ordenà a l'omo de lasar ke i altri òmani łi ło maltràte, deròbe, rapìne, viołènte, sciavìxe, còpe, stermìgne sensa oporse e defenderse. L'omo el ga el dirito e el dover de defenderse, de revoltarse, de rebełàrse e se ocor de copar kì ke ghe fa del mal: dal ladro al stuprador, dal rapinador al ditator e l'omo el ga el dirito e el dover de no respetar łe łej dej stadi ke no łe xe acordà a łe łej e ai diriti omani naturałi, çiviłi e połedeghi ogniversałi. Voltar l'altra maseła e lasarse copar no lè on dità de Dio.
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Re: Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » mer feb 25, 2015 1:03 pm

La storia dei veneti contà da sti toxati: "invinçibili"?
viewtopic.php?f=148&t=1428


Kì łi conta ke i primi veneti łi jera "envençibiłi" da na epotexi asurda sora ła etimołoja de l'etnego "veneti"

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... cibili.jpg


Veneto:etimoloja, xenetega e storia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... QxZzQ/edit
viewtopic.php?f=134&t=24

Immagine



Epotexi n. 3

Wene-to, Wenèt = concoistadori

?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

Regione Veneto Etimologia (origine del nome)
http://www.comuni-italiani.it/05/index.html
Il nome si collega all'antico nome di popolo:
Veneti, che a sua volta deriva da wene-to che probabilmente significa "vittorioso".

No xe par esar bastian contraro ma no me par ke sta manera de contar ła storia ła sipia tanto justa.
Se femo on confronto tra come ke semo ciapài ancó e sta voxe "envençebełi" a vien da dimandarse come mai sta gran difarensa, forse no jerimo "envençebełi" gnanca lora e forse sta epotexi lè na foła.


No a xe serio! No se pol tratar i grandi co de łe fołe par putini.
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Re: Coxa no contarghe ai mamołi

Messaggioda Berto » mer mar 02, 2016 11:08 am

L'imam dà lezione ai bambini: polemica alle medie in Veneto
Sergio Rame - Lun, 29/02/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... ebook+Page

Martedì 8 marzo alla scuola media "Antonio Pertile" di Agordo, paesino in provincia di Belluno, terrà lezione l'imam Kamel Layachi, responsabile del dipartimento di formazione e dialogo interreligioso.

In Regione Veneto l'assessore all'Istruzione Elena Donazzan ha già promesso battaglia per impedire la lezione. "Ma che testa hanno alcuni 'educatori'? - si chiede Matteo Salvini - quanti missionari cristiani danno lezione nei Paesi Islamici?".

"Farò di tutto perché l'imam non vada in aula - spiega la Donazzan al Fatto Quotidiano - in questo momento storico è inopportuno invitare un predicatore a scuola soprattutto dopo quello che è accaduto in Veneto. In una classe a parlare a dei minori si entra se hai determinate caratteristiche, questo preside ha fatto una forzatura. Tra l’altro la direttrice dell’ufficio scolastico provinciale non ne sapeva nulla. Chiederò immediatamente un’ispezione all’Antonio Pertile per capire le motivazioni di questa scelta e come mai sia stata individuata questa persona per parlare con i ragazzi". L'invito a Kamel Layachi ha scatenato l'ira di molti genitori. Anche perché l'incontro rientra nell’ambito del "progetto educazione alla mondialità, pace e solidarietà". La lezione a scuola rientra, infatti, in un percorso che vedrà l’imam Kamel anche protagonista di un incontro alla casa parrocchiale che si terrà il 12 aprile.

"Si tratta di un’iniziativa all’interno dell’offerta formativa proposta dalla scuola che l’ha gestita secondo le proprie indicazioni - commenta il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit - il confronto è sempre positivo". Dello stesso avviso anche monsignor Giorgio Lise, arcidiacono del paese: "Se viene chiamato un imam per spiegare il suo modo di vedere il rapporto con un Dio di un’altra religione non trovo nulla per cui stracciarsi le vesti". Il centrodestra, invece, si è duramente scagliato contro un invito che, come fa notare Salvini su Facebook, arriva "proprio nei giorni in cui nel Nordest vengono arrestati e indagati alcuni islamici, accusati di arruolare e predicare per i terroristi". Sul social network il leader della Lega Nord ha, poi, pubblicato il numero di telefono della "scuola della pace".

Mi a digo:
Bisognerebbe però che l'insegnante di religione fosse un esperto e sufficientemente critico e chiedesse conto all'iman di quanto scritto nel Corano contro i diversamente religiosi, gli infedeli e i non credenti, degli atti violenti e omicidi di Maometto, della storia violenta e omicida dell'espansione islamica, della violenza della shiaria, della mancanza di riconoscimento e di rispetto dei Diritti Umani Universali da parte degli stati islamici, della loro persecuzione delle altre religioni e degli apostati. Solo in tal caso avrebbe senso una lezione di religione con l'iman, ma se a scuola si fa passare l'islam acriticamente come una religione di pace, di amore e fratellanza diventa un'atto diseducativo e un crimine contro l'umanità. I genitori dovrebbero ritirare i loro figli dalla scuola e denunciare la scuola per complicità con il nazismo islamico e i suoi crimini.
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