Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » ven dic 03, 2021 10:29 pm

No, il Madagascar non soffre per il cambiamento climatico
Anna Bono
03-12-2021


https://lanuovabq.it/it/no-il-madagasca ... -climatico

L'anno scorso l'Onu aveva lanciato l'allarme carestia per il Madagascar, attribuendone la causa al riscaldamento globale antropico (AGW). Ma una ricerca condotta da un vasto network di università in tutto il mondo, ha smentito questa tesi. La carestia non è causata dall'AGW. Povertà e mancanza di tecnologie sono fra le cause principali.

Carestia in Madagascar

Lo scorso agosto le Nazioni Unite avevano dichiarato che nel sud del Madagascar, la grande isola africana, stava per iniziare la prima “carestia da cambiamento climatico” del mondo. Dopo quattro anni senza pioggia, la siccità – la peggiore in 40 anni – le famiglie del sud del Paese ormai si adattavano a mangiare insetti pur di sopravvivere, spiegava Shelley Thakral, un alto funzionario del Programma alimentare mondiale (Pam) dell’Onu.

Si calcolava che almeno 30mila persone soffrissero già di carenze alimentari di quinto livello, il più grave secondo la classificazione internazionale degli stadi di insicurezza alimentare, e il loro numero è andato crescendo con l’avanzare della stagione di penuria alimentare che tradizionalmente precede il nuovo raccolto. “Ci sono zone in cui è già carestia – aveva detto la Thakral – e la causa è il clima, non una guerra. È un fatto senza precedenti. Queste persone non hanno fatto niente per contribuire al cambiamento climatico. Non usano combustibili fossili e tuttavia stanno patendo il peso maggiore del cambiamento climatico”.

Si dà per scontato, stando a queste dichiarazioni, che responsabile della siccità e della carestia sia il cambiamento climatico di origine antropica: quel riscaldamento globale originato da stili di vita e modi di produzione per i quali da anni si accusa la civiltà occidentale che – questa la colpa che le si attribuisce – li ha ideati, li pratica e li esporta/impone al mondo. Gli esperti a sostegno della teoria del riscaldamento globale di origine antropica, che tuttavia per tanti scienziati resta una congettura, sono numerosi. Chris Funk, direttore del Climate Hazards Center dell’Università di Santa Barbara, California, ha commentato le dichiarazioni del Pam confermando il rapporto tra il riscaldamento dell’atmosfera e l’attuale siccità in Madagascar. La dottoressa malgascia Rondro Barimalala, una oceanografa che insegna alla Università di Cape Town, Sudafrica, ha detto che la crisi del suo paese è un potente argomento per indurre la gente a cambiare stile di vita: “in Madagascar si osserva una siccità crescente e si prevede che aumenterà ancora se il cambiamento climatico continua”.

L’isola, qualcuno lo ammette, in realtà è da sempre soggetta a frequenti siccità e ad andamenti climatici variabili causati da El Nino, il fenomeno climatico annuale del riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico centro-meridionale e orientale che assume maggiore intensità in media ogni cinque anni, con variazioni tra tre e sette anni, determinando forti piogge e siccità prolungate e arrivando a invertire il flusso dei venti Alisei. L’esperienza di secoli insegna che in Africa, non solo in Madagascar, a un periodo di siccità ne segue uno di piogge intense, altrettanto dannose per i raccolti e per l’economia. È quel che sta succedendo ad esempio nel Sudan del Sud dove, dopo la siccità causata da El Nino tra il 2015 e il 2018, forti piogge da tre anni provocano estese, rovinose inondazioni. Ma anche per il Sudan del Sud come per il Madagascar si dà la colpa al cambiamento climatico.

Senonché adesso una ricerca condotta per accertare in che misura il cambiamento climatico antropico può aver alterato la probabilità e l’intensità con cui nel sud del Madagascar si verificano periodi di siccità smentisce le affermazioni delle Nazioni Unite. L’indagine è stata svolta da una ventina di scienziati di diverse università di Sudafrica, Madagascar, Nuova Zelanda, India, Olanda, Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna e il 1° dicembre la rivista World Weather Attribution ne ha pubblicato i risultati in un articolo intitolato “Fattori diversi dal cambiamento climatico sono all’origine della recente insicurezza alimentare nel Madagascar meridionale”.

In sintesi i ricercatori sostengono che la scarsità delle piogge cadute dal luglio del 2019 al giugno del 2021 nel Madagascar meridionale “non è aumentata in maniera significativa a causa del cambiamento climatico di origine antropica”. Durante le stagioni delle piogge 2019-2020 e 2020-2021 nella regione le precipitazioni sono state il 60% rispetto alle stagioni normali, un fatto superato solo durante la devastante siccità del 1990-1992. Benché le osservazioni e i modelli utilizzati – scrivono i ricercatori – indichino una lieve tendenza all’aumento del verificarsi di simili periodi di siccità, questa tendenza si deve essenzialmente alla normale variabilità del clima. Questo risultato – precisano i ricercatori – è coerente con quelli di precedenti ricerche, incluso lo stesso Sesto Rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) pubblicato nel 2021, nel quale si dice che un cambiamento percettibile nella siccità nella regione malgascia si verificherebbe soltanto se la media mondiale delle temperature superasse di 2 gradi centigradi quella dei livelli preindustriali.

Piuttosto, spiegano ancora gli autori della ricerca, vanno evidenziate le cause della carestia che minaccia le popolazioni malgascie, che sono la povertà, la mancanza di tecnologie e di infrastrutture. “Il Madagascar – scrivono – è uno dei Paesi più poveri del mondo, con una percentuale particolarmente elevata di persone che vivono sotto la soglia di povertà nel sud del paese. Questo rende difficile per le comunità locali far fronte a periodi prolungati di siccità, in particolare dal momento che l’agricoltura e la pastorizia di sussistenza nella regione dipendono interamente dalle precipitazioni atmosferiche”.

In pratica, è la situazione in cui si trovano gli africani che praticano economie di sussistenza, adesso come in passato, secoli prima che si parlasse di global warming di origine antropica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » sab gen 08, 2022 10:37 am

"Coop for Africa", una campagna inutile
Anna Bono
7 gennaio 2022

https://lanuovabq.it/it/coop-for-africa ... na-inutile

I supermercati Coop hanno lanciato una campagna per acquistare vaccini da inviare in Africa. Ma il problema del Continente non è la mancanza di vaccini: già infatti ne sono stati donati più del doppio di quanti effettivamente usati e oltre un milione sono stati distrutti perché scaduti. La campagna si fonda su luoghi comuni riguardo l'Africa, la realtà è diversa.

La campagna Coop for Africa

La Coop ha avviato una raccolta di fondi per favorire la vaccinazione e la lotta al Covid-19 in Africa. “Per qualcuno essere NO VAX non è una scelta – spiega il suo spot televisivo che mostra volti africani e, più volte ripetute a caratteri cubitali, le parole NO VAX – in Africa solo il 7 per cento ha ricevuto il vaccino. Fai un regalo a tutto il mondo. Sostieni con la Coop la campagna vaccinale anti-Covid 19 in Africa”.

Alla sua pagina web la Coop fornisce maggiori informazioni: “Al di là del Mediterraneo – si legge – c’è un continente dove solo il 7% della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino. In quel continente le persone non hanno la possibilità di scegliere e il Covid-19 continua a fare paura. L’obiettivo della raccolta fondi è quello di superare un milione di euro, una cifra necessaria per vaccinare circa 250.000 persone”.

L’Africa è il continente di gran lunga con meno vaccinati, ma i dati della Coop non sono esatti e questa virtuosa, lodevole iniziativa richiede una volta di più una riflessione sugli obiettivi e l’esito delle campagne e dei programmi di aiuti all’Africa, umanitari e per lo sviluppo.

In realtà il 9,2 per cento della popolazione è del tutto vaccinato e il 5,08 per cento ha ricevuto la prima dose. Quindi il 14,7 per cento degli africani, in tutto oltre 201 milioni, risultano vaccinati con una o più dosi. Sono pochi, in effetti, al confronto degli altri continenti: in testa il Sud America con il 76 per cento degli abitanti vaccinati, seguito da Nord America, 68 per cento, Asia, 68 per cento, Europa, 66 per cento, e Oceania, 61 per cento.

Il divario è enorme. Tuttavia l’Africa ha più di 1,3 miliardi di abitanti, ma gli ultra sessantenni sono 73,5 milioni e le persone di 65 anni e oltre sono 46,7 milioni. Circa metà della popolazione – 679 milioni – è di età compresa tra zero e 19 anni; quasi 200 milioni hanno meno di quattro anni e 181 milioni hanno tra 5 e 9 anni. Considerando la situazione demografica del continente, le dosi già somministrate sarebbero potute bastare a mettere in sicurezza la popolazione a rischio, se ben amministrate.

Inoltre al 30 dicembre 2021 il continente aveva ricevuto più di 474 milioni di dosi, in gran parte donate da diversi paesi, primo dei quali per generosità gli Stati Uniti, e dal COVAX, un programma creato per garantire l’accesso equo e globale ai vaccini anti Covid-19, ovvero a far sì che i paesi ricchi regalino a quelli poveri dosi di vaccini, o contributi finanziari per acquistarle. Ma decine di milioni di vaccini non sono stati somministrati e una parte di essi è scaduta o sta per esserlo. Secondo l’Oms finora è stato usato solo il 63 per cento delle dosi complessivamente disponibili.

Fin dallo scorso aprile hanno incominciato a trapelare notizie di vaccini scaduti che le autorità sanitarie si vedevano costrette a distruggere, insieme ad altri quantitativi inutilizzabili per non essere stati conservati adeguatamente. Tra i casi più clamorosi c’è quello della Repubblica democratica del Congo: aveva ricevuto 1,7 milioni di vaccini all’inizio di marzo 2021; due mesi dopo aveva vaccinato solo mille persone e ha restituito 1,3 milioni di dosi. Tuttora risulta vaccinato solo lo 0,1 per cento della popolazione.

Lo scandalo più recente riguarda la Nigeria che il 22 dicembre ha mandato al macero più di un milione di dosi (per l’esattezza 1.066.214), tutte donate da paesi occidentali. Come mostrano le riprese effettuate dalle autorità sanitarie, un bulldozer le ha distrutte, ancora contenute in confezioni di cartone e plastica, dopo che erano state portate in una discarica di Abuja, la capitale. Una settimana prima le autorità sanitarie si erano giustificate dicendo che le dosi donate avevano una scadenza troppo vicina, solo poche settimane. Ma il direttore esecutivo dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria di base, Faisal Shuaib, ha replicato che le autorità nigeriane lo sapevano benissimo quando hanno accettato di riceverle.

Per ridurre il rischio di sprechi, Oms e l’Africa Centres for disease control and prevention raccomandano di mandare in Africa vaccini con scadenza minima di due mesi e mezzo e di avvisare delle spedizioni i governi almeno con un mese di anticipo. Sono tanto più preoccupati della lentezza con cui procedono le campagne di vaccinazione quasi dappertutto nel continente adesso che si prevede l’arrivo di enormi quantitativi dosi. “Dobbiamo concentrare la nostra attenzione sugli ostacoli alle vaccinazioni – ha detto di recente Matshidiso Moeti, direttore dell’ufficio regionale dell’Oms per l’Africa – che includono mancanza di fondi, di apparecchiature, di personale sanitario, della capacità di garantire la catena del freddo e anche di superare la diffidenza che si riscontra in una parte della popolazione”.

Ma sono tutti problemi impossibili da risolvere in poche settimane e tutti imputabili ai governi africani che dalle indipendenze investono troppo poco in infrastrutture, nei sistemi sanitari e nei servizi sociali, lasciano quel poco in mano a persone spesso inadatte e inaffidabili o permettono che diventi inutilizzabile per incuria e per l’insicurezza che regna nei territori infestati da gruppi armati e organizzazioni criminali. La stessa esitazione di una parte della popolazione deriva dall’immagine negativa che gli africani hanno dei loro amministratori e che li induce a diffidare delle iniziative governative.

Solo sette stati africani hanno raggiunto l’obiettivo fissato di vaccinare il 40 per cento della popolazione entro la fine del 2021: tre arcipelaghi con pochissimi abitanti (Mauritius, Seychelles e Capo Verde) e inoltre Marocco, Tunisia e due piccoli stati, Botwsana e Rwanda. Il prossimo obiettivo sarebbe vaccinare il 70 per cento della popolazione in tutti gli stati del continente entro il giugno 2022, ma è certo che non sarà rispettato. “Si prevede – ha dichiarato Matshidiso Moeti – che possa essere raggiunto non prima dell’agosto 2024”. Il problema non sarà la mancanza di vaccini.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » dom gen 16, 2022 8:06 pm

KevinLee è uno street artist dal talento evidentissimo, capace di catturare le #emozioni, pure quelle che fanno male, e raccontarle attraverso la propria arte. Guardate quest'opera, l'ha definita "l’invisibilità della povertà".
È pazzesca, toglie il fiato.
Matteo Grimaldi
16 gennaio 2022
https://www.facebook.com/matteogrimaldi ... 5036298415

Gino Quarelo
Un'immagine che falsifica la realtà e induce a trarre conseguenze errate.
Ciò che mi toglie il fiato è la sua falsità e la malattia ideologica che la genera e che tanto male fa all'umanità con le sue utopie totalitarie e il suo politicamente corretto violento e fanatico che demonizza l'uomo di buona volontà, libero e responsabile, sano e magari anche ricco del suo lavoro.


Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano
viewtopic.php?f=175&t=2953
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/877868459456592

Gino Quarelo
L'indifferenza verso la sofferenza, il disagio, il bisogno, la miseria altrui è un male solo quando ne siamo noi la causa o parte della causa non certo quando noi non abbiamo alcuna colpa e responsabilità. Oltretutto ogni essere umano è responsabile innanzitutto e sopratutto di se stesso (della sua famiglia, comunità e paese) e questa responsabilità e impegno occupa a tempo pieno la maggioranza degli esseri umani e solo in taluni casi, situazioni e circostanze una minoranza ha risorse, tempo e possibilità di occuparsi degli altri, di quelli che non ce la fanno che non ce la fanno.
Non dimenticando mai che ognuno è responsabile di se stesso e che è demenziale e disumano scaricare questa responsabilità sugli altri. Se gli africani fanno più figli di quelli che possono ragionevolmente crescere, accudire, alimentare, sono affari esclusivamente loro che si arrangino, non sono assolutamente affari miei o nostri e in questo caso l'indifferenza è cosa umanamente buona e giusta.


Gino Quarelo
Io non appartengo all'umanità malvagia e ingiusta dei falsi buoni che praticano il politicamente corretto con le sue tragiche menzogne e criminali demonizzazioni.

Matteo Grimaldi
Gino Quarelo la saluto, non ho alcun interesse a confrontarmi con una persona che ha scritto che "l'indifferenza verso la povertà è umanamente buona e giusta". Per quanto riguarda gli insulti a me, può continuare quanto vuole, non fanno altro che definirla meglio.

Matteo Grimaldi ha scritto:
Cit: Gino Quarelo la saluto, non ho alcun interesse a confrontarmi con una persona che ha scritto che "l'indifferenza verso la povertà è umanamente buona e giusta". Per quanto riguarda gli insulti a me, può continuare quanto vuole, non fanno altro che definirla meglio.

Gino Quarelo aveva scritto:
Cit: L'indifferenza verso la sofferenza, il disagio, il bisogno, la miseria altrui è un male solo quando ne siamo noi la causa o parte della causa non certo quando noi non abbiamo alcuna colpa e responsabilità. Oltretutto ogni essere umano è responsabile innanzitutto e sopratutto di se stesso (della sua famiglia, comunità e paese) e questa responsabilità e impegno occupa a tempo pieno la maggioranza degli esseri umani e solo in taluni casi, situazioni e circostanze una minoranza ha risorse, tempo e possibilità di occuparsi degli altri, di quelli che non ce la fanno.
Non dimenticando mai che ognuno è responsabile di se stesso e che è demenziale e disumano scaricare questa responsabilità sugli altri. Se gli africani fanno più figli di quelli che possono ragionevolmente crescere, accudire, alimentare, sono affari esclusivamente loro che si arrangino, non sono assolutamente affari miei o nostri e in questo caso l'indifferenza è cosa umanamente buona e giusta.

Gino Quarelo
La povertà della mia gente è molto più importante, specialmente se provocata da persone e politiche politicamente corrette e a questa povertà io non sono certo indifferente.



La povertà in Africa è colpa e responsabilità degli africani, della loro civiltà per molti versi incivile, del loro tribalismo e de loro nazismo maomettano sanguinari e schiavisti.

Uomini armati mi hanno legato e mi hanno fatto guardare mentre uccidevano i miei sei figli uno per uno" in Niger
16 gennaio 2022

https://www.islamnograzie.com/uomini-ar ... o-per-uno/

L’attacco da parte di uomini armati alle comunità di Nakuna e Wurukuchi nell’area del governo locale di Shiroro martedì ha lasciato molte famiglie devastate mentre perdevano sia parenti che case.

È stato particolarmente tragico per il 75enne Mallam Yahaya Mota Nakuna, che ha dovuto guardare mentre gli uomini armati uccidevano i suoi figli uno dopo l’altro.
Yahaya, che ha parlato con The Nation attraverso un interprete, ha detto che erano tutti partiti di casa per la fattoria in quel fatidico martedì senza avere l’idea del pericolo che li attendeva.
Ha detto che era il periodo del raccolto, quindi erano andati alla fattoria per raccogliere i loro prodotti agricoli,. alcuni uomini armati vennero da loro e chiesero se sapevano dove alloggiavano gli uomini di vigilanza che avevano operato nella zona, ma la sua famiglia ha detto agli uomini armati che non avevano visto nessuno.
Ha detto: “Non conoscevamo la loro missione esatta perché quando ci hanno chiesto dove alloggiassero i vigilantes che operavano nella zona, abbiamo risposto loro onestamente.
“Se avessimo saputo per cosa erano nella fattoria, saremmo scappati quando sono arrivati.
“Questo era ciò che avevamo fatto per tenerci al sicuro negli ultimi anni”.
Yahaya ha detto che era nella fattoria con sei dei suoi figli e altri quattro che erano andati ad assisterli nella raccolta, aggiungendo che era l’unico risparmiato tra loro.
Ha detto che gli uomini armati gli hanno legato le mani e gli hanno fatto guardare mentre i suoi figli venivano uccisi senza alcuna pietà.



Burkina Faso: perché i militari hanno preso il potere
Anna Bono
27 gennaio 2022

https://lanuovabq.it/it/burkina-faso-pe ... A.facebook

Il Burkina Faso è in festa. Il 25 gennaio migliaia di persone si sono riversate nelle vie della capitale Ouagadougou per manifestare il loro sostegno ai militari che il giorno precedente con un colpo di stato hanno destituito il presidente Roch Kabore. Povertà diffusa e violenza dei jihadisti hanno portato popolo ed esercito all'esasperazione.

Il Burkina Faso è in festa. Il 25 gennaio migliaia di persone si sono riversate nelle vie della capitale Ouagadougou per manifestare il loro sostegno ai militari che il giorno precedente con un colpo di stato hanno destituito il presidente Roch Kabore, hanno sciolto governo e parlamento e sospeso la costituzione. Per ore, radunati in Piazza della Nazione hanno suonato e ballato, accompagnati dai clacson delle macchine.

Non è la prima volta che gli abitanti di un Paese africano si rallegrano di un golpe. Anche in Sudan mezzo Paese si è schierato con i militari che lo scorso ottobre hanno sospeso il governo di transizione, insediato nel 2019 in seguito a un altro colpo di stato, e hanno assunto il controllo delle istituzioni politiche. “La gente – spiegava all’epoca monsignor Yunan Tombe Trille, presidente della Conferenza episcopale del Sudan e del Sudan del Sud – è divisa tra chi vuole che il governo di transizione con ministri civili vada avanti (…) e quanti, invece, sostengono la totale presa del potere da parte dei militari che, secondo loro, sono gli unici a poter risolvere la profonda crisi politica e assicurare il pane. I crimini hanno raggiunto un livello mai così alto nella storia, forse proprio per la fame che tanta gente sta sperimentando.”.

Anche nel caso del Burkina Faso la povertà è motivo di profondo scontento. Il 41,4% degli abitanti vive sotto la soglia di povertà, il prodotto interno lordo pro capite è di 857 dollari, la speranza di vita è di 62 anni. Ma a esasperare la popolazione, oltre il limite della sopportazione, è il dilagare della violenza nelle regioni settentrionali confinanti con Niger e Mali dove operano gruppi jihadisti affiliati ad al Qaeda e all’Isis che dal 2015 controllano aree sempre più estese del territorio nazionale. Ormai in 14 delle 45 province del Paese vige lo stato d’emergenza. Le vittime civili dei sempre più frequenti attacchi a villaggi e basi militari dal 2015 a oggi sono passate da 80 a oltre 2mila. Gli sfollati sono circa 1,5 milioni, il 61,5% dei quali minorenni. L’insicurezza ha costretto alla chiusura 3.280 scuole, vale a dire il 13% circa delle strutture scolastiche. Secondo stime governative, 511.221 minori in età scolastica non hanno modo di andare a scuola. Un indicatore del degrado economico e sociale del Paese è inoltre il numero crescente di bambini soldato arruolati dai jihadisti. L’attacco più grave dal 2015 a oggi, quello al villaggio di Solhan lo scorso giugno durante il quale sono state uccise almeno 160 persone, è stato compiuto in gran parte da ragazzini di età compresa tra 12 e 14 anni.

Il presidente Kabore all’indomani della strage aveva dichiarato tre giorni di lutto nazionale e, come già altre volte, aveva esortato la popolazione all’unione contro “le forze del male” annunciando misure drastiche contro i jihadisti. Già nel gennaio del 2021, iniziando il suo secondo mandato presidenziale, si era rivolto alla nazione dicendo di aver incaricato il governo di ripulire le aree infestate dai gruppi terroristici e aveva ribadito l’importanza di realizzare la riconciliazione nazionale e di intensificare la lotta all’impunità e alla corruzione.

Erano gli stessi obiettivi che aveva promesso di perseguire anche durante la prima campagna presidenziale nel 2015, insieme a programmi economici per ridurre la disoccupazione e a piani di sviluppo del sistema scolastico e di quello sanitario. Da allora, invece, la situazione del Paese non ha fatto che peggiorare. Nel novembre del 2021 la popolazione ha reagito con violente manifestazioni antigovernative dopo un attacco jihadista a una base militare conclusosi con la morte di 53 agenti. Il presidente per sedare le proteste ha nominato un nuovo primo ministro e un nuovo ministro della difesa e ha proposto all’opposizione di avviare colloqui per la riconciliazione nazionale. Non è bastato. A gennaio sono state organizzate altre violente manifestazioni di protesta che le autorità hanno represso dispiegando centinaia di agenti.

Quello del 24 gennaio è il sesto colpo di stato da quando il Burkina Faso è diventato indipendente nel 1960 con il nome di Alto Volta. Il nome attuale, che significa “terra degli uomini onesti”, gli è stato dato nel 1983 da Thomas Sankara, autore di un colpo di Stato e a sua volta deposto e ucciso nel 1987 con un golpe organizzato da Blaise Compaore, rimasto poi al potere fino al 2014 quando violente proteste popolari sostenute dall’opposizione e da una parte dell’esercito lo hanno costretto a dimettersi e a lasciare il Paese.

Le Nazioni Unite e la Ecowas, la Comunità economica e di sviluppo dell’Africa occidentale, hanno condannato il golpe e minacciano sanzioni. “La Ecowas non si interessa a noi e la comunità internazionale pensa solo a condannarci – replicano i dimostranti – ma noi, questo vogliamo”. Condanne internazionali e sanzioni forse otterranno niente più che la promessa dei golpisti di ripristinare “appena possibile” la democrazia e riconsegnare il Paese ai politici dopo il periodo di transizione necessario a organizzare nuove elezioni. È quanto Onu, Unione Africa e organismi regionali hanno ottenuto finora dalle altre giunte militari che hanno preso il potere in Africa nel 2021: in Mali, dove i colpi di stato sono stati due in meno di un anno, in Ciad, Guinea Conakry e Sudan.


La miseria dei paesi maomettani deriva dall'Islam, da Maometto, dal suo idolo Allah e dal Corano
La miseria dei paesi maomettani deriva principalmente dalla loro idolatria disumana, irragionevole e incivile
mentre la ricchezza di Israele e degli ebrei deriva dalla loro religione-cultura ragionevole, umanissima e civile.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2822
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1543021285
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » gio gen 27, 2022 8:17 am

Basta con i sensi di colpa: il colonialismo occidentale non è stato l’unico, né il peggiore
Michele Marsonet
25 Gen 2022

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... -peggiore/

Tra le varie sottosezioni che compongono la pseudocultura woke, occupa un posto di rilievo anche il cosiddetto “pensiero decoloniale”. Quale il significato di questa espressione che sta diventando sempre più importante nel mondo accademico anglo-americano, e che ora penetra anche da noi?

Comincio chiarendo che sono perfettamente cosciente dei molti significati negativi che al termine “colonialismo” sono giustamente associati. Vorrei però subito chiarire che quello europeo non è affatto l’unico manifestatosi nella storia.

Quando una certa civiltà attraversa una fase espansiva, è in pratica inevitabile che cerchi di conquistare militarmente, commercialmente o in entrambi i modi aree geografiche percepite come più deboli. Gli esempi sono tantissimi. Il colonialismo europeo in Africa è stato preceduto da quello arabo, vero iniziatore del fenomeno dello schiavismo. In Asia la Cina ha praticato politiche coloniali in molte fasi del suo sviluppo millenario, riducendo al rango di vassalli gli Stati più piccoli e più deboli che con essa confinavano.

Ultimo caso asiatico è quello giapponese. L’impero nipponico, basandosi sul progetto denominato “Sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale”, si lanciò in un’opera di conquista che allargò a dismisura la sua influenza nel Pacifico, e che fallì soltanto quando gli Stati Uniti riuscirono a prevalere grazie alla schiacciante superiorità del loro apparato industriale e militare.

Insomma, bisogna stare attenti quando si parla di questo argomento. Europei ed americani, che la suddetta pseudocultura woke vuole convincere a stracciarsi le vesti un giorno sì e l’altro pure per aver inventato il colonialismo, non hanno invece inventato un bel nulla. Ci sono stati, nel corso della storia umana, colonialismi ben peggiori di quello occidentale, e in quei casi nessuno – ma proprio nessuno – si straccia le vesti.

Sarebbe utile, allora, rammentare che le politiche coloniali dell’Occidente non hanno avuto soltanto effetti negativi. Hanno consentito, per esempio, di costruire infrastrutture fondamentali in aree del mondo che ne erano del tutto sprovviste. E hanno inoltre permesso di migliorare le condizioni sanitarie di molte popolazioni.

Ci hanno abituato a pensare che l’arretratezza in cui tuttora si trova il continente africano sia una colpa imputabile soltanto al colonialismo, ma è falso. Non è colpa dei precedenti colonizzatori se tutti o quasi i nuovi Stati africani, dopo essere diventati indipendenti, hanno esibito tassi di corruzione inimmaginabili e sono diventati preda di dittatori locali assai più violenti dei colonialisti.

Questa è la narrazione che vogliono imporci l’Onu e altre organizzazioni internazionali, spesso animate da uno spirito anti-occidentale preconcetto. In realtà la suddetta arretratezza si deve all’incapacità di quei popoli di dotarsi di istituzioni politiche ed economiche efficienti. Una parziale eccezione è costituita dal Sudafrica, proprio perché in quel caso le strutture coloniali non sono state totalmente smantellate.

C’è tuttavia anche un aspetto più prettamente culturale di cui tenere conto. Il suddetto “pensiero decoloniale” vorrebbe infatti convincerci che anche la scienza – per fare un solo esempio – va “decolonizzata”. La medicina dell’Occidente ha i suoi limiti, come abbiamo constatato in occasione della pandemia dovuta al Covid-19. Tuttavia affermare che sciamanesimo e riti magici sono ad essa equivalenti è imperdonabile.

Iniziò a sostenere tesi simili il filosofo della scienza Paul Feyerabend alla metà del secolo scorso, e un notevole contributo in tale direzione lo fornirono i teorici francesi della “decostruzione” e della “post-modernità” come Derrida, Lyotard e altri.

Tutto, per costoro, era relativo. I terrapiattisti non si possono attaccare troppo duramente perché esprimono il loro “punto di vista”. Né è possibile sostenere che un medico occidentale fornisce cure migliori di quelle di uno sciamano. Quest’ultimo, infatti, cura l’anima più che il corpo, ottenendo alla fine risultati più apprezzabili. Persino la fisica di Newton, secondo questo trend, non va presa troppo sul serio giacché è, anch’essa, un tipico prodotto coloniale.

Che dire? Sarebbe il caso, forse, di recuperare un po’ di orgoglio per i risultati raggiunti dalla civiltà occidentale non solo nella scienza, ma in ogni ambito dell’agire e del sapere umano. E varrebbe pure la pena di ammettere che il colonialismo occidentale (che non è l’unico nella storia, come prima accennavo) ha prodotto danni ma anche vantaggi. Checché ne dicano l’Onu e altre organizzazioni internazionali, la nostra cultura costituisce tuttora un paradigma di riferimento.



Colonialismo legato all'imperialismo e non:

Imperi mesopotamici (sumero, assiro babilonese, persiano, ...) e asiatici (cinese, mongoli, indiani, giapponese, tibetano, fenicio, arabi maomettani, ...), imperi africani (egiziano, nigeriano bantù, arabo berbero,...), imperi amerindi (azteco in Messico, Maia nello Yucatan e Incas dall’Ecuador al Cile), imperi europei (anatolico, greco, romano, germanico, russo, ottomano, inglese, spagnolo, portoghese, francese, olandese, belga, tedesco, italiano, ...), imperialismo americano (USA).

Imperialismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Imperialismo




La miseria dei paesi maomettani deriva dall'Islam, da Maometto, dal suo idolo Allah e dal Corano
La miseria dei paesi maomettani deriva principalmente dalla loro idolatria disumana, irragionevole e incivile
mentre la ricchezza di Israele e degli ebrei deriva dalla loro religione-cultura ragionevole, umanissima e civile.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2822
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1543021285

Gli schiavi dei mussulmani, degli arabi, dei turchi, dei nazi maomettani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 149&t=1336
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » mar feb 08, 2022 4:58 am

Rapito e smembrato per vendere le ossa agli stregoni: la furia sul bimbo di 4 anni
Il piccolo albino è stato rapito da tre uomini mentre giocava con dei suoi coetanei in un quartiere della capitale del Burundi

Avatar di Gerry Freda Gerry Freda
3 Febbraio 2022


https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 07340.html

Secondo quanto riferito martedì dall'associazione Albinos sans frontières (ASF), che si batte nel mondo per i diritti dei soggetti affetti da albinismo, un bambino di 4 anni è stato rapito e smembrato in Burundi proprio perché presentava tale particolarità della pelle. Il piccolo sarebbe stato sequestrato nella capitale Bujumbura e i suoi assassini avrebbero compiuto il crimine per "vendere le ossa" della vittima per riti di stregoneria. In Africa persiste infatti una superstizione per cui gli albini, discriminati ed emarginati in molte nazioni del continente, possederebbero arti e membra "portafortuna", ritenute ideali per preparare pozioni magiche di lunga vita.

A detta di Chadrack Nahumuremyi, portavoce di ASF, la vittima si chiamava Abdul e sarebbe stato rapito da tre persone, che lo avrebbero fatto salire su un taxi mentre giocava con altri coetanei a Bujumbura, nel quartiere settentrionale di Kinama. I suoi rapitori si sarebbero poi diretti verso la provincia nordorientale di Cankuzo, situata a 230 chilometri da Bujumbura, dove hanno ucciso il bambino per poi smembrarlo. I resti del piccolo rapito, ha raccontato poi Nahumuremyi, sono stati ritrovati nel medesimo territorio provinciale, gettati in una foresta nel comune di Kigamba.

La fuga degli assassini dell'albino non è durata molto. Ad assistere al delitto è stato infatti un altro bambino, che stava pascolando il bestiame in quei tragici istanti. Il giovane testimone ha così potuto dare l'allarme, consentendo l'arresto dei tre responsabili. Due di loro sono stati trovati con le ossa della vittima dentro una borsa.

Secondo le ultime statistiche, in Burundi, dal 2008, sono stati uccisi 20 bambini che presentavano la stessa anomalia di Abdul e le loro ossa sono state vendute per lo più in Tanzania, dove i rituali di stregoneria che impiegano resti di albini sono preoccupantemente radicati.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » mar feb 08, 2022 4:59 am

Sei colpi di stato in un anno: esasperati dalla corruzione, gli africani si affidano a militari o jihadisti
Atlantico Quotidiano - Anna Bono
7 febbraio 2022

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... jihadisti/

In poco più di un anno nell’Africa sub sahariana sono stati realizzati sei colpi di stato. Sarebbero sette se non fosse fallito quello appena tentato in Guinea Bissau. La mattina del 1° febbraio uomini armati hanno fatto irruzione nel palazzo sede del governo mentre era in corso una riunione. Durante lo scontro a fuoco che ne è seguito, durato cinque ore, sono morte 11 persone, tra guardie presidenziali e golpisti. Poi la situazione è tornata sotto controllo, l’esercito adesso pattuglia le strade della capitale Bissau, dove negozi e banche hanno riaperto.

Jean-Claude Kassi Brou, presidente dell’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, di cui la Guinea Bissau è membro, ha attribuito la responsabilità del golpe all’esercito. Invece il presidente guineano Umaro Cissoko Embalò ha dichiarato che gli autori sono dei trafficanti di droga che miravano non tanto a prendere il potere, ma a uccidere lui e i ministri, in quel momento tutti presenti nel palazzo governativo, e questo a causa dell’impegno del suo governo nella lotta contro il traffico di droga. Potrebbero essere vere entrambe le versioni. La Guinea Bissau è il principale centro africano di smistamento della cocaina proveniente dal Sudamerica e destinata ai mercati europei. Da quando nel 1974 è diventata indipendente dal Portogallo, ci sono stati quattro colpi di stato riusciti, l’ultimo nel 2012, e cinque falliti. Solo un presidente, Jose Mario Vaz, eletto nel 2014, ha concluso il mandato senza essere destituito prima del termine. All’Onu chiamano la Guinea Bissau il “narco-stato”. Alte cariche dello stato e dell’esercito risultano coinvolte nel traffico di droga. Lo scorso agosto il presidente Embalo ha rifiutato di concedere l’estradizione, chiesta dagli Stati Uniti, del generale Antonio Indjai, suo sostenitore insieme ad altri ufficiali e autore del golpe del 2012, accusato di legami con le Farc colombiane.

I sei colpi di stato riusciti nei mesi scorsi sono stati due in Mali, agosto 2020 e maggio 2021, e gli altri in Ciad, ad aprile 2021, in Guinea Conakry, a settembre, in Sudan, a ottobre, e in Burkina Faso, tra il 23 e il 24 gennaio 2022.

C’è preoccupazione per questa nuova stagione di colpi di stato in Africa che spazzano via i simulacri di democrazia di governi già definiti con un eufemismo democrazie “imperfette” o “fragili”. Ma è una preoccupazione che molti in Africa non condividono. Al contrario, che i militari subentrino ai politici e ai loro governi civili sembra persino una buona cosa: si confida che siano meno sfrontatamente corrotti, più presenti sul territorio e che un governo militare possa garantire più sicurezza e ordine. È lo stesso motivo – esasperazione per la corruzione sfrenata di politici e funzionari pubblici, l’ostentata ricchezza, il disinteresse per i bisogni e la sicurezza dei cittadini – per cui tanti africani si uniscono ai gruppi jihadisti, li sostengono nella speranza che con loro qualcosa migliori.

Può darsi che abbiano ragione. L’Iswap, la fazione di Boko Haram affiliata all’Isis, in Nigeria e nel bacino del lago Ciad ha creato una vera e propria zona di “jihad governance”. Non gli ci è voluto molto per trovare sostegno e consenso tra la popolazione abbandonata a se stessa, priva di servizi e infrastrutture e lasciata alla mercé di bande criminali che agiscono incontrastate. Benché i metodi dell’Iswap siano spesso violenti e autoritari, offre agli abitanti della regione più di quanto ricevano dalle strutture di parentela e dai rispettivi governi. Protegge dai furti di bestiame, costruisce pozzi, garantisce quel tanto di ordine e sicurezza necessari perché la gente possa lavorare e condurre una vita sociale, assicura persino servizi sanitari di base. Le comunità che vivono attorno al lago lo apprezzano. Di recente i jihadisti hanno incominciato a riscuotere tributi in alcune aree e cercano di limitare i loro raid a scopo di razzia, per conquistare i bottini che poi vengono distribuiti tra i combattenti in sostituzione e integrazione del salario.

Succede anche altrove. I jihadisti stanno individuando specifiche zone e comunità in cui possono stabilire legami e radicarsi; e, una volta insediatisi, eliminarli diventa estremamente difficile. In Mali, ad esempio, in un villaggio vicino alla frontiera con il Niger, i combattenti hanno amputato una mano e un piede e tre uomini condannati da un tribunale islamico, colpevoli di aver derubato i passeggeri di un autobus. La punizione è stata eseguita in un giorno di mercato alla presenza di una gran folla. Fatti analoghi sono stati riportati nel nord del Burkina Faso, dove l’Isis spera di espandersi. L’Isis in questo modo dimostra di voler assicurare legalità e ordine. Alle comunità locali i metodi per riuscirci non importano.

In Sudan, dopo il golpe di ottobre, mezzo Paese si è schierato con i militari: e non solo, come qualcuno a affermato, per affinità etnica e calcolo. Nella capitale Khartoum si sono alternate manifestazioni popolari di sostegno alla giunta militare e al governo deposto, queste ultime represse brutalmente. “La gente – ha spiegato monsignor Yunan Tombe Trille, presidente della Conferenza episcopale del Sudan e del Sudan del Sud – è divisa tra chi vuole che il governo di transizione con ministri civili vada avanti (…) e quanti, invece, sostengono la totale presa del potere da parte dei militari che, secondo loro, sono gli unici a poter risolvere la profonda crisi politica e assicurare il pane. I crimini hanno raggiunto un livello mai così alto nella storia, forse proprio per la fame che tanta gente sta sperimentando”.

In Burkina Faso, invece, la popolazione ha festeggiato il golpe compatta. Il 25 gennaio migliaia di persone si sono riversate nelle vie della capitale Ouagadougou per manifestare sostegno ai militari che il giorno precedente avevano destituito il presidente Roch Kabore, sciolto governo e parlamento e sospeso la costituzione. Per ore, radunati in Piazza della Nazione hanno suonato e ballato, accompagnati dai clacson delle macchine. Alla notizia che le Nazioni Unite e l’Ecowas, di cui anche il Burkina Faso fa parte, avevano condannato il golpe e minacciavano sanzioni, la risposta dei manifestanti è stata: “la Ecowas non si interessa a noi e la comunità internazionale pensa solo a condannarci. Ma noi, questo vogliamo”.

Come in Sudan, la povertà è causa di profondo scontento. Ma a esasperare la popolazione, oltre il limite della sopportazione, è il dilagare della violenza nelle regioni settentrionali confinanti con Niger e Mali dove dal 2015 operano gruppi jihadisti affiliati ad al Qaida e all’Isis. Un indicatore del degrado economico e sociale del Paese è il numero crescente di bambini soldato arruolati dai jihadisti. L’attacco più grave dal 2015 a oggi, quello al villaggio di Solhan lo scorso giugno durante il quale sono state uccise almeno 160 persone, è stato compiuto in gran parte da ragazzini di età compresa tra 12 e 14 anni.

Quello del 24 gennaio è il sesto colpo di stato da quando il Burkina Faso è diventato indipendente nel 1960 con il nome di Alto Volta. Il nome attuale, che in lingua locale significa “terra degli uomini incorruttibili”, gli è stato dato nel 1983 da Thomas Sankara, autore di un colpo di stato e a sua volta deposto e ucciso nel 1987 con un golpe organizzato da Blaise Compaoré, rimasto poi al potere fino al 2014, quando violente proteste popolari sostenute dall’opposizione e da una parte dell’esercito lo hanno costretto a dimettersi e a lasciare il Paese. Compaoré ricopriva la carica di presidente dal 1991. Le ultime elezioni le aveva vinte nel 2010. Durante la campagna elettorale dei giornalisti avevano svolto una indagine sulle intenzioni di voto. Molti elettori rispondevano Compaoré. Ma è corrotto – obiettavano i giornalisti – in tutti questi anni si è arricchito a spese del Paese, prelevando milioni dalle casse dello stato. Perché votarlo ancora? Un uomo anziano aveva replicato: “Lo voto proprio perché è al potere da così tanto tempo. Ormai ha accumulato una fortuna, ha meno fame di ricchezza. Se vince uno nuovo, quanto ruberà di più?”.


Alberto Pento
Come siamo messi male in Africa!
Secondo questo articolo di Anna Bono, la corruzione incivile irresponsabile in Africa sarebbe talmente diffusa e radicata che in talune aree dell'Africa sub sahariana come in Nigeria arrivano a preferire i fanatici nazi maomettani jadhisti di Boko Haram anche se stupratori, assassini e sterminatori perché ritenuti portatori di un certo ordine più giusto e morale e meno corrotto degli altri: siano essi africani militari o civili, atei, animisti, cristiani o altro maomettani non jadhisti.
Certamente in tutto ciò non vi è alcuna responsabilità e colpa dell'occidente euro americano, dei suoi bianchi e della sua economia industriale capitalista e multinazionale e dei suoi cristiani.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africa

Messaggioda Berto » ven lug 29, 2022 7:38 am

Un’organizzazione panafricana di giornalisti senza scopo di lucro che copre l’Africa per i media internazionali in Africa, ha comunicato il suo dispiacere per l’uso di immagini di uomini e donne di origine africana da parte dei media internazionali che parlano di vaiolo delle scimmie. L'organizzazione condanna il perpetrarsi “dello stereotipo negativo che assegna calamità all’Africa e privilegio o immunità ad altri”.
Africa Rivista
23 maggio 2022

https://www.facebook.com/africarivista. ... 7359932475



Gino Quarelo
Nessun stigma verso gli africani è un fatto accertato, negare i fatti questo sì è un demenziale stigma:
https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/i ... le-scimmie

Gino Quarelo
Sono molte le malattie che caratterizzano le popolazioni della terra e sono legate alla geografia, al clima, all'ecosistema, alla cultura, alla genetica specifica delle varie popolazioni, all'alimentazione e ad altri fattori ambientali.

Tania Melli
Ma difatti.

Marcella Palermo
l'Africa è il capro espiatorio di tutto

Gino Quarelo
Marcella Palermo Capro espiatorio, ma di che?

Petra Prantner Kanteh
Gino Quarelo se usi il cervello lo capisci

Gino Quarelo
Petra Prantner Kanteh No grazie all'uso demenziale del cervello.

Antonello Morganti
Del covid e dell operazione speciale no.dunque tutto -2 cose abbastanza abnormi

Tania Melli
Va beh...il vaiolo viene da lì.

Daniela Monosi
Niente è fatto a caso....



Alcuni dei casi di vaiolo delle scimmie in Europa sono stati rilevati in persone collegate al gay pride delle Canarie ma le indagini sono ancora in corso

Gay pride e vaiolo delle scimmie: cosa c'è di vero (e cosa no)
Francesca Galici
24 Maggio 2022 - 10:18

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1653383841

In Italia è stato confermato il quarto caso di vaiolo delle scimmie. È stato diagnosticato in un ragazzo di 32 anni di Arezzo, atterrato all'ospedale di Roma Fiumicino dalle Canarie lo scorso 15 maggio. Si ripropone, come già in altri casi riscontrati in Italia e in Europa, un link con le isole spagnole dove, tra i 5 e il 15 maggio si è tenuto un gay pride al quale hanno partecipato circa 80mila persone da tutta Europa. Non è stato reso noto se l'aretino vi abbia preso parte ma lui, in qui giorni, era lì e, stando a quanto riporta El Pais riprendendo le autorità sanitarie spagnole, quello delle Canarie è il secondo focolaio di epidemia in Spagna. In Italia ci sono altre 15 persone sotto osservazione, in attesa di confermare se siano state contagiate dal virus.

Al momento ci sono dei link acclarati tra l'evento di Maspalomas e alcuni casi confermati, tra i quali risultano dei casi rilevati dallo Spallanzani oltre a quello sospetto, indicato da El Pais, di un altro italiano che si trova ancora a Gran Canaria. Le autorità spagnole sono impegnate a capire se ci possano essere connessioni specifiche tra questi casi e il gay pride e, soprattutto, se durante la manifestazione possano essersi verificati altri casi non rilevati. Allo stato attuale della conoscenza da parte degli organi sanitari europei, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) segnala complessivi 67 casi in Europa, nessuno di questi grave, identificati in 9 Paesi dell'Unione: Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia. Non in tutti i casi sono emersi link diretti con il gay pride di Maspalomas e l'Oms ha specificato che non si tratta di una malattia omosessuale.

L'evento delle Canarie, come viene sottolineato in Spagna, non è quello al quale sono collegati la maggior parte dei casi conclamati nel Paese iberico. La maggior parte di quelli identificati in Spagna è riconducile al locale Sauna Paraíso, situato nel quartiere Malasaña di Madrid. Le autorità sanitarie del Paese l'hanno chiuso venerdì per precauzione, in attesa di ottenere maggiori risultati, mentre dalle isole Canarie non vengono al momento forniti dati specifici sui luoghi frequentati dalle persone contagiate. Dei 30 casi accertati a Madrid, "ce ne sono diversi che hanno partecipato all'evento, anche se non è ancora possibile sapere se uno di loro sia il paziente zero di questo focolaio o se siano stati tutti infettati lì". Così hanno riferito fonti sanitarie spagnole a El Pais. Tuttavia, le indagini epidemiologiche condotte in questi giorni a Madrid fanno risalire i primi contagi di vaiolo delle scimmie alla seconda metà del mese di aprile, anche se l'incremento massimo si è verificato tra il 7 e l'8 maggio.

Secondo quanto riferito dal quotidiano spagnolo, il primo paziente italiano nel quale è stato riscontrato il virus, alla comparsa dei primi sintomi si sarebbe recato in un centro medico dell'isola di Gran Canaria ma poi sarebbe comunque tornato a Roma in aereo. Lui e un altro dei tre pazienti ricoverati all'ospedale Spallanzani di Roma sono rientrati dalle Canarie nei giorni successivi al pride, mentre il terzo non ha avuto contatti diretti con l'evento di Maspalomas.

L'Oms ha assicurato che è possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui la malattie non è endemica, sottolineando che non è ancora chiaro se il virus abbia subito una mutazione, perché la risposta potrà arrivare solo dall'analisi della sua sequenza genetica. Nelle prossime ore si riunirà il comitato per la sicurezza sanitaria dell'Unione europea e al centro dell'incontro ci sarà la diffusione del vaiolo delle scimmie. Come ha spiegato la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, l'autorità di risposta e preparazione alle emergenze sanitarie (Hera), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) sono al lavoro per fronteggiare questo virus e garantire disponibilità di vaccini e trattamenti.


https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... yc9mZt_GNQ

Aumentano i casi di vaiolo delle scimmie. L'Oms: "Segnalazioni negli Stati membri dove la malattia non è endemica. Agire per impedire la diffusione"
Vaiolo delle scimmie, l'Oms: "Nessun collegamento con zone endemiche"
Rosa Scognamiglio
22 Maggio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1653222623

Sono 92 i casi di vaiolo delle scimmie confermati nel mondo. Lo comunica l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) con una nota rilanciata dall'Ansa. Gli esperti hanno altresì precisato che non vi sarebbe alcun collegamento tra i contagi e i viaggi nelle aree del mondo dove la malattia è endemica. Circa le modalità di trasmissione, stando infatti alle informazioni disponibili finora, i casi sono stati principalmente, ma non esclusivamente, identificati in uomini che hanno avuto contatti sessuali con altri uomini.

I casi

L'ultima rilevazione, risalente alle ore 13 di sabato 21 maggio, ha fatto segnare 92 casi (già accertati) e 28 sospetti, distribuiti in 12 Stati del mondo. La situazione "si sta evolvendo", spiega l'Oms pronosticando "che ci saranno più casi di vaiolo delle scimmie identificati man mano che la sorveglianza si espande nei paesi non endemici". "Le azioni immediate", spiegano gli esperti nella nota, "si concentrano sull'informazione di coloro che potrebbero essere più a rischio di infezione con informazioni accurate, al fine di fermare un'ulteriore diffusione. Le attuali prove disponibili suggeriscono che coloro che sono più a rischio sono coloro che hanno avuto uno stretto contatto fisico con qualcuno con il vaiolo delle scimmie, mentre sono sintomatici".

Il ceppo originario

Finora tutti i contagi sono dovuti al ceppo dell'Africa Occidentale del virus; il sequenziamento genomico di un caso in Portogallo indica una stretta somiglianza con i casi esportati dalla Nigeria nel Regno Unito, Israele e Singapore nel 2018 e 2019. I Paesi in cui il vaiolo delle scimmie è endemico sono: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana (solo negli animali), Costa d'Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan. Sulla base delle informazioni disponibili, non sono raccomandate misure particolari per i viaggi da o verso queste aree.

Le misure di contrasto

Secondo quando riporta Quotidiano Sanità, riprendendo una indiscrezione raccolta dal quotidiano britannico Telegraph, l'Oms starebbe per convocare un vertice con i massimi esperti mondiali per discutere dell'emergenza. Gli stessi stanno già elaborando un vademcum contenti le linee guida per proteggere dal contagio gli operatori sanitari in prima linea e altri sanitari che potrebbero essere a rischio, come gli addetti alle pulizie. Ulteriori raccomandazioni saranno fornite nei prossimi giorni.



Nei secoli in cui l’Europa era lacerata dalla peste e da guerre fratricide, in Africa prosperavano regni grandiosi e si affermavano civiltà destinate a lasciare un segno indelebile nella storia. Una storia che abbiamo colpevolmente ignorato
A cura di Marco Aime
https://www.facebook.com/africarivista. ... 9230013288


Gino Quarelo
L'abolizione della schiavitù è stata promossa dagli europei cristiani, schiavitù che ancora oggi è praticata in alcune parti del mondo islamico e dell'Africa.

https://www.africarivista.it/mauritania ... se/201433/

Anna Bono
In Africa le guerre erano tribali, le pestilenze e le epidemie letali

Gino Quarelo
Africa e Europa, schiavitù, colonizzazione e migrazione
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 175&t=1204
La giornalista e romanziere nigeriana Adaobi Tricia Nwaubani racconta che uno dei suoi antenati vendeva schiavi, ma dice che non dovrebbe essere giudicato dagli standard o dai valori di oggi.
30 luglio 2020
https://www.facebook.com/102notizie/pos ... 4555104633
Questa è la sua storia.
Il mio bisnonno, Nwaubani Ogogo Oriaku, è quello che preferisco chiamare un uomo d'affari del gruppo etnico igbo del sud-est della Nigeria.
Vendeva cose diverse, incluso tabacco e derivati dal palmo. Vendeva anche esseri umani.
′′ Avevo agenti che catturavano schiavi da luoghi diversi e li portavano via ", mi ha detto mio padre.
Gli schiavi di Nwaubani Ogogo si vendevano nei porti di Calabar e Bonny nel sud di quella che oggi è conosciuta come Nigeria.
Le persone di gruppi etnici della costa, come gli effik e ijaw, di solito si comportavano come scaricatori per i commercianti bianchi e come intermediari per i commercianti igbo come il mio bisnonno.
Caricando e scaricando navi e fornendo agli stranieri cibo e altre provviste. Negoziavano i prezzi per gli schiavi interni e poi raccoglievano i diritti di venditori e acquirenti.
Oltre 1,5 milioni di africani sono stati inviati nel Nuovo Mondo attraverso il porto di Calabar, nel Golfo di Bonny, uno dei più grandi porti di partenza all'epoca della schiavitù.
L ' unica vita che conoscevo
Nwaubani Ogogo visse in un'epoca in cui sopravviveva il più forte e il più coraggioso si distingueva.
Il concetto di ′′ tutti gli uomini sono stati creati uguali ′′ era completamente estraneo alla religione tradizionale e alle leggi della loro società.
Sarebbe ingiusto giudicare un uomo del XIX secolo secondo gli inizi del XXI secolo.
Valutare gli africani del passato con gli standard di oggi ci costringerebbe a qualificare la maggior parte dei nostri eroi di villani, negandoci il diritto di celebrare in modo completo chiunque non sia stato sotto l'influenza dell'ideologia occidentale.
I trafficanti di schiavi igbo come il mio bisnonno non hanno subito alcuna crisi di accettazione sociale o legalità. Non avevano bisogno di giustificazione religiosa o scientifica per le loro azioni.
Vivevano semplicemente la vita come li avevano cresciuti.
Era l'unica cosa che conoscevano.
Schiavi sepolti vivi
La storia più famosa che ho sentito sul mio bisnonno è stata su come ha affrontato con successo le autorità del governo coloniale britannico dopo aver sequestrato alcuni dei suoi schiavi.
Gli schiavi venivano trasferiti dall'intermediario con un carico di tabacco e prodotti di palma, dalla città di Nwaubani Ogogo, Umuahia, verso la costa.
Il mio bisnonno ha considerato che non era giusto catturare i suoi schiavi.
L ' acquisto e la vendita di esseri umani tra gli igbo è avvenuto da molto tempo prima che arrivassero gli europei.
Una persona diventava schiavo come punizione per un crimine, per pagare debiti o quando cadeva prigioniero di guerra.
La vendita di successo di adulti era considerata un'impresa. Era simile al successo che un uomo ha ottenuto in una lotta, in guerra o nella caccia agli animali come i leoni.
Gli schiavi igbo erano servi domestici o lavoratori. A volte venivano sacrificati in cerimonie religiose e sepolti vivi con i loro padroni per aiutarli nell'aldilà.
La schiavitù era talmente radicata nella cultura che diversi proverbi igbo fanno riferimento a lei:
Chiunque non abbia schiavi è il proprio schiavo
Uno schiavo che veda come un altro schiavo lo legano e gettano nella tomba con il suo padrone, dovrebbe rendersi conto che potrebbe succedere lo stesso a lui un giorno
È quando si dà consiglio a un figlio che lo schiavo impara
L ' arrivo dei commercianti europei che offrivano armi, specchi, gin e altri beni esotici in cambio di esseri umani ha aumentato massicciamente la domanda, facendo sì che alcune persone rapiscano gli altri e li vendessero.
I compratori europei tendevano a rimanere sulla costa
I venditori africani andavano a piedi all'interno per comprare schiavi
I viaggi potevano essere fino a 485 km
Di solito si legava a due schiavi tra loro con catene alle caviglie
Nelle colonne degli schiavi li univo tutti con una corda sul collo
Tra il 10 % e il 15 % dei prigionieri moriva durante il viaggio
Contro l'abolizione
Questo commercio in Africa è continuato fino al 1888, quando il Brasile è diventato l'ultimo paese nell'emisfero occidentale ad abolire la schiavitù.
Quando gli inglesi hanno esteso il loro dominio fino al sud-est della Nigeria alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX secolo, hanno iniziato a far rispettare l'abolizione attraverso l'azione militare.
Ma utilizzando la forza più della persuasione, molti locali come il mio bisnonno potrebbero non aver capito che l'abolizione aveva a che fare con la dignità dell'umanità e non con un mero cambiamento nella politica economica che influenzava l'approvvigionamento e la domanda.
′′ Crediamo che questo commercio debba continuare ", disse un re locale a Bonny nel XIX secolo.
Per quanto riguarda il mio bisnonno, aveva una licenza commerciale di buona fede della Royal Niger Company, una società britannica che gestiva il commercio nella regione negli ultimi 25 anni del XIX secolo.
Ecco perché quando la sua proprietà è stata catturata, Nwaubani Ogogo è andato a vedere furioso i funzionari coloniali responsabili e ha mostrato loro la licenza. Questi gli hanno restituito i loro beni e i loro schiavi.
′′ I bianchi gli hanno chiesto scusa ", dice mio padre.
′′ Questo è il verdetto del nostro oracolo e dei nostri sacerdoti. Dicono che il nostro paese, per quanto grande sia, non può mai abbandonare un commercio ordinato da Dio ".
Tratta di schiavi nel XX secolo
L ' acclamato storico igbo Adiele Afigbo descrive il commercio di schiavi nel sud-est della Nigeria - durato fino alla fine degli anni ' 1940 e all'inizio del 1950-come uno dei segreti più custoditi dell'amministrazione coloniale britannica.
Mentre questo commercio è terminato a livello internazionale, è continuato a livello locale.
′′ Il governo sapeva che i capi e i principali commercianti della costa avevano continuato a comprare schiavi interni ", ha scritto Afigbo in ′′ L ' abolizione del commercio di schiavi nel sud della Nigeria: dalle 1885 alle 1950 ".
E aggiunge che gli inglesi tolleravano ciò che accadeva per questioni politiche ed economiche.
https://www.instagram.com/102notizie/?hl=es
https://en.wikipedia.org/wiki/Adaobi_Tricia_Nwaubani

Gino Quarelo
Anna Bono Hanno dimenticato i secoli dell'islamizzazione forzata dell'Africa con i milioni di morti, e la secolare tratta degli schiavi da parte prima degli arabi nazi maomettani e poi degli africani islamizzati che ha preceduto e favorito la successiva tratta fatta dagli europei verso le americhe.
I primi fornitori di schiavi africani, degli europei, furono i nazi maomettani e gli africani stessi.


Roberta Tondo
Fino a quando sulle nostre TV si vedrà solo lo stesso bambino che piange denutrito, bambino che se è sopravvissuto ormai avrà credo 30 anni? Noi non sappiamo niente dell' Africa, abbiamo una visione limitata e distorta.

Martiradonna Spiridione
In quei secoli Regni grandiosi in Africa??? Civiltà destinate a lasciare segni indelebili nella storia? Quali??? In Africa mai guerre fratricide??? In Africa mai pestilenze ed epidemie??

Gino Quarelo
Il colonialismo occidentale in Africa è finito da 70 anni, almeno quello italiano.
Gran parte degli italiani di oggi sono nati dopo la sua fine e non hanno quindi partecipato ad alcuna invasione coloniale ed è demenziale e calunnioso accusarli di questo. La calunnia demonizzante è un crimine penalmente perseguibile anche se parte di una ideologia politica e può essere considerato come elemento di razzismo contro i bianchi, gli italiani, gli europei e i cristiani.

Gino Quarelo
Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano
viewtopic.php?f=175&t=2953
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/877868459456592
Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano CAFÉ PIERRES Nadir Welponer CACAO MINE RAI tuo oro, La mia casa così piccola oltre me potrà contenere solo diamante, tue banane tuo caffè. Oltre che gas per miei riscaldamenti. Ed petrolio per mia macchina, ma non c' nemmeno un buco per te... (Disse l'Europa all' Africa) Poesia tratta La nostra civiltà Soumaila Diawara Un pensiero Nave Mare Jonio tutti quelli che salvano le vite. + tutto l'equipaggio"

Gino Quarelo
Il colonialismo imperialista e schiavista è stato praticato dagli africani in Africa e anche fuori dell'Africa, già l'antico Egitto lo testimonia.
Gli europei non praticano più alcun colonialismo in Africa da tanti decenni.

Gino Quarelo
Alioune Çisse
Anna Bono ha scritto:
Sissi Manganelli e lei evidentemente non sa, ad esempio, che il Cfa salva i paesi che lo adottano dalla inflazione spaventosa che affligge altri stati africani... su si informi un po' anche lei


Gino Quarelo
Che articolo insulso e falso. Fa parte delle demenzialità del suprematismo nero e della Teoria critica della razza.

Gino Quarelo
Kone Abdul Pablo Il titolo è tutto un programma:
"Nei secoli in cui l’Europa era lacerata dalla peste e da guerre fratricide, in Africa prosperavano regni grandiosi e si affermavano civiltà destinate a lasciare un segno indelebile nella storia. Una storia che abbiamo colpevolmente ignorato."
Questo non è un raccontare buona e vera storia ma falsificare la storia.


Gino Quarelo
Kone Abdul Pablo
So alcune cose di preistoria e di storia.
So dello sterminio dei cristiani e degli ebrei africani ad opera dei nazi maomettani.
So delle razzie dei predoni nazi maomettani africani lungo le coste europee.
So delle pratiche magiche e delle superstizioni religiose ancora vigenti, per esempio quelle contro i neri albini.
So anche dell'altro tra cui molte cose buone dell'Africa e degli africani che hanno rispetto per gli altri, per i cristiani e per i bianchi.

Anna Bono
Enzo Lombardo siamo ancora alle ricchezze depredare

Anna Bono
Enzo Lombardo si svegli lei. Niente esce da quei paesi che non sia stato pagato....in Nigeria all'ente nazionale del petrolio come in Angola ecc....politici e loro parenti e clienti è così che diventato miliardari

Martiradonna Spiridione
...non facciamo confronti con l'Europa che nel bene e nel male ci ha dato civiltà, democrazia, invenzioni, tecnologie, sanità, innovazione, cultura, ecc... nel bene e nel male... se così non fosse siate orgogliosi e costruite la vostra Africa senza scappare per venire in Europa cattivona, guerraiola e pestilenziale

Sissi Manganelli
Commenti miserabili. Se non vi piace la rivista e i suoi articoli (che evidentemente non leggete) dedicatevi ad altro.

Gino Quarelo
Sissi Manganelli Tratto dall'articolo:
"L’elenco potrebbe continuare, ma ciò che conta è “decolonizzare” il nostro sguardo per rileggere il nostro passato."… Altro...

Sissi Manganelli
Infatti il colonialismo è una nostra "esperienza",difficile cancellarla,ha ragione. Le sue parole ne sono la prova.

Sissi Manganelli
Farò tesoro delle sue parole,vista la sua autorevolezza in materia.

Sissi Manganelli
Bravo. Quanti europei,italiani e non,sanno per esempio che i Paesi che ne fanno uso sono obbligati a depositare il 50% delle loro riserve monetarie presso il Tesoro francese? Come spiega bene Alioune,quando uno dei Paesi del franco Cfa esporta verso un… Altro...


Anna Bono
Sissi Manganelli e lei evidentemente non sa, ad esempio, che il Cfa salva i paesi che lo adottano dalla inflazione spaventosa che affligge altri stati africani... su si informi un po' anche lei


Ivo Schiappacasse
Martiradonna Spiridione Il Mali e il Ghana, che non comprendono il territorio degli attuali stati, erano grandi imperi ricchissimi. Quando l'imperatore del Mali andò alla Mecca per il rituale pellegrinaggio dei mussulmani portò con sé tanto oro da fare crollare il prezzo dell'oro sui mercati europei e medio orientali

Enzo Lombardo
Martiradonna Spiridione la nostra democrazia si basa anche sulle ricchezze depredate in mezzo mondo

Gino Quarelo
Enzo Lombardo Lei si sbaglia alla grande.
La ricchezza dell'Occidente euro americano si basa sulla sua cultura, scienza e tecnologia, lavoro e ricerca e si riversa in tutto il Mondo.
Ad esempio la delocalizzazione industriale dell'Occidente ha sviluppato molti paesi: Cina, Indonesia, Malesia, Indocina, Turchia, Arabia e dintorni, Africa, Sudameria, ex paesi dell'URSS.
Si pensi all'uso del petrolio e del gas adoperato dai processi scientifici e tecnologici sviluppati in Occidente ed estratto grazie alla scienza e alla tecnologia occidentale che ha portato sviluppo e benessere ai paesi della Mesopotamia e dell'Arabia, alla Libia, all'Algeria, alla Tunisia, al Venezuela, alla Nigeria, a tutte le Repubbliche che finisconono per ... stan.


Nei secoli in cui l’Europa era lacerata dalla peste e da guerre fratricide, in Africa prosperavano regni grandiosi e si affermavano civiltà destinate a lasciare un segno indelebile nella storia. Una storia che abbiamo colpevolmente ignorato
di Marco Aime

Il luminoso Medioevo africano
Rivista Africa
di claudia

https://www.africarivista.it/il-luminos ... no/201628/

Nei manuali di storia adottati nelle nostre scuole, nella parte riguardante il Medioevo l’Africa non compare per nulla. A dire il vero ha poco spazio anche nelle pagine relative ad altre epoche, ma nel Medioevo non figura proprio. Eppure qualcosa è accaduto da quelle parti, ma lo sguardo etnocentrico che condiziona la nostra visione fa sì che tutti conosciamo Marco Polo e di conseguenza qualcosa sulla Cina, ma nessuno conosca Ibn Battuta, viaggiatore e cronista pressoché coevo del veneziano, che percorse a dorso di cammello, in barca, a piedi, le piste del Medio Oriente e dell’Africa.

Noi fuori dalla storia

Nel I secolo d.C., mentre il cristianesimo si diffonde in Medio Oriente e l’Impero romano conosce la sua seconda età aurea che porterà al regno dell’imperatore filosofo Marco Aurelio, nell’Africa orientale, in un vasto territorio fra Etiopia, Eritrea, Sudan ed Egitto raggiungeva il suo apice di potenza e ricchezza il primo regno cristiano ad apporre sulla propria moneta il simbolo della croce: Axum. Non era, peraltro, il solo regno della regione, e la sua espansione avvenne anche a danno dei regni di Meroe e di Kush, anch’essi nati sulla base dei commerci intercontinentali. Grazie alla sua posizione strategica, affacciato com’era sul Mar Rosso di fronte alla penisola arabica, il regno axumita sviluppò una forte attività commerciale, che coinvolgeva molti Stati asiatici, fino all’India, così come i Paesi del Mediterraneo orientale.

Il Mediterraneo è anche il contesto in cui i nostri libri di storia collocano generalmente l’Egitto, dall’antichità ai giorni nostri, dimenticando che l’Egitto è in Africa e che le sue radici vengono da sud. In pieno Medioevo Il Cairo, controllato dai Mamelucchi, era una delle città più importanti del mondo, a cavallo tra Africa, Europa e Asia. Sui suoi mercati si potevano trovare prodotti provenienti dalla Cina come da Venezia (vedi l’articolo sulle perle di vetro di Murano, su Africa 4/2021), il che ci deve fare riflettere sull’immagine di un’Africa “isolata” e fuori dalla storia.

I regni dell’oro

Ed è proprio al Cairo che nel 1324 arriva Mansa Musa, imperatore del Mali, nel suo pellegrinaggio alla Mecca destinato a entrare nella storia e nell’immaginario globale dell’epoca e dei secoli a venire.

La sua carovana di migliaia di cammelli, l’enorme quantità di oro che riversò nella capitale egiziana furono i mattoni su cui si costruì il mito dell’oro africano. Nell’Africa occidentale, infatti, si erano sviluppati diversi regni fondati proprio su questo prezioso metallo: prima del Mali ci fu il regno del Ghana (il suo territorio era più a nord dell’omonimo Stato attuale), la cui capitale, Kumbi Saleh, era un vero e proprio hub commerciale tra il mondo mediterraneo e l’Africa subsahariana. Le rotte sahariane erano percorse ininterrottamente da carovane che trasportavano merci e uomini nei due sensi. In epoca di crociate, quando ai mercati cristiani era vietato fare affari con gli “infedeli” musulmani, erano mercanti ebrei, molti dei quali basati nel Tuat, nell’odierna Algeria, a fare da intermediari e a garantire gli scambi intercontinentali. Ancora una volta vediamo quanto noi europei fossimo connessi con l’Africa, con i suoi regni e imperi, per quanto questi legami vengano oggi troppo spesso ignorati.

Quando, nel 1482, dieci anni prima che Colombo partisse per le Americhe, Diogo Cão costeggia il continente africano, approda al regno del Kongo, nato molti secoli prima dall’alleanza di due regni affacciati sulla costa atlantica. Cão rapì alcuni membri della famiglia reale per condurli in Portogallo. Dopo qualche anno, li riporterà in Kongo e stipulerà un’alleanza fra il suo Stato e questo regno, alleanza che tra l’altro prevedeva la conversione del sovrano kongolese al cristianesimo. Per un periodo piuttosto lungo il regno del Kongo e quello del Portogallo si riconobbero a vicenda, inviando ciascuno i propri ambasciatori nella capitale dell’altro.

Un tassello cruciale

Quando, nel 1979, quella che era chiamata Rhodesia Meridionale prese il nome di Zimbabwe, questo nome suonava sconosciuto ai più. Era il nome dell’antica capitale dell’Impero del Monomotapa, che sorgeva proprio in quella regione a partire dal XV secolo. Fondato sulle ricchezze derivate dall’oro, dal ferro e dal rame, si espanse fino all’attuale Sudafrica. Anche in questo caso il mito dell’isolamento si vede sfatato: il commercio del Monomotapa, grazie alla mediazione degli arabi, che da secoli si erano insediati sulla costa del Mozambico e a Zanzibar, ha fatto sì che tra le rovine in pietra di Great Zimbabwe, la capitale dell’impero, siano state ritrovate moltissime porcellane cinesi.

L’elenco potrebbe continuare, ma ciò che conta è “decolonizzare” il nostro sguardo per rileggere il nostro passato. Passato in cui l’Africa non è un elemento marginale se non ignoto, bensì un tassello fondamentale del sistema di relazioni, a volte anche molto ampie, che da sempre caratterizzano la storia umana. Ricordo una lunga discussione sulla storia con Mohamed Galla Dicko, ex direttore dell’Institut des Hautes Études et de Recherche Islamique di Timbuctu, sulle vicende di questa città così importante proprio in epoca medievale, quando lui mi disse: «Per gran parte della storia Timbuctu è stata in testa alla corsa. Poi la storia ha fatto un’inversione di marcia e noi ci siamo ritrovati in fondo. Chissà – aggiunse allargando le braccia – che la storia non faccia un altro demi-tour…».




Martiradonna Spiridione
In quei secoli Regni grandiosi in Africa??? Civiltà destinate a lasciare segni indelebili nella storia? Quali??? In Africa mai guerre fratricide??? In Africa mai pestilenze ed epidemie??

Gino Quarelo
Che articolo insulso e falso. Fa parte delle demenzialità del suprematismo nero e della Teoria critica della razza.

Kone Abdul Pablo
Gino Quarelo lei ha assolutamente bisogno di farsi vedere da uno bravo, perché ne ha davvero bisogno. "Teorie della supremazia nero" ? Non so neanche perché sto perdendo il tempo a risponderti.

Gino Quarelo
Kone Abdul Pablo Il titolo è tutto un programma:
"Nei secoli in cui l’Europa era lacerata dalla peste e da guerre fratricide, in Africa prosperavano regni grandiosi e si affermavano civiltà destinate a lasciare un segno indelebile nella storia. Una storia che abbiamo colpevolmente ignorato."
Questo non è un raccontare buona e vera storia ma falsificare la storia.

Kone Abdul Pablo
Gino Quarelo lei cosa ne sa del continente africano? Guardi lascia perdere...


Gino Quarelo
Kone Abdul Pablo
So alcune cose di preistoria e di storia.
So dello sterminio dei cristiani e degli ebrei africani ad opera dei nazi maomettani.
So delle razzie dei predoni nazi maomettani africani lungo le coste europee.
So delle pratiche magiche e delle superstizioni religiose ancora vigenti, per esempio quelle contro i neri albini.
So anche dell'altro tra cui molte cose buone dell'Africa e degli africani che hanno rispetto per gli altri, per i cristiani e per i bianchi.


Kone Abdul Pablo
Gino Quarelo a leggere questo commento posso assolutamente dedurre che lei è uno di quelli che credono alla supremazia bianca. In bocca al lupo.


Barbara Moretti
Martiradonna Spiridione ma sai leggere ? ... l’articolo è chiaro

Jamal El Kanani
Martiradonna Spiridione le guerre in occidente come le chiamate....

Martiradonna Spiridione
...non facciamo confronti con l'Europa che nel bene e nel male ci ha dato civiltà, democrazia, invenzioni, tecnologie, sanità, innovazione, cultura, ecc... nel bene e nel male... se così non fosse siate orgogliosi e costruite la vostra Africa senza scappare per venire in Europa cattivona, guerraiola e pestilenziale

Nadine Agnoli
Martiradonna Spiridione quanta ignoranza nel suo scritto! Cosa c’entrano le migrazioni moderne con la storia antica e medioevale? Pensa davvero che invenzioni, arte e cultura siano appannaggio dell’Europa?

Barbara Moretti
Martiradonna Spiridione a che prezzo … per l’Africa ? Per esempio Colonizzazione. Stermini di massa. Schiavitù Sfruttamento. La bella civiltà democratica.

Gino Quarelo
Martiradonna Spiridione
I civili a------i emigrano nell'incivile Europa per il nostro bene, a portarci la loro civiltà: a cominciare da Kabobo il picconatore, passando per Oseghale lo spacciatore, squartatore e cannibale e a tutti gli altri che opprimono le donne, stuprano, derubano, uccidono e vivono alle nostre spalle con la complicità dei sinistrati.

Jamal El Kanani
Martiradonna Spiridione le base per costruire tutto l'elenco che hai citato dove le hai trovate....nel DASH.

Sissi Manganelli
Commenti miserabili. Se non vi piace la rivista e i suoi articoli (che evidentemente non leggete) dedicatevi ad altro.

Gino Quarelo
Sissi Manganelli Tratto dall'articolo:
"L’elenco potrebbe continuare, ma ciò che conta è “decolonizzare” il nostro sguardo per rileggere il nostro passato."
Noi europei conosciamo il mondo attraverso la nostra storia e la nostra esperienza, non possiamo adottare uno sguardo sulla storia che cancelli la nostra esperienza e la nostra storia. Possiamo solo integrarla con altri punti di vista ma che siano rispettosi del nostro.

Martiradonna Spiridione
SIETE VOI CHE FATE CONFRONTI CON L'EUROPA CATTIVONA, SENZA NE CAPO NE CODA... USCITE DAL VOSTRO VITTIMISMO E REAGITE, COSTRUITE, INNOVATE... E TANTO AMORE... l'Europa è il centro del mondo... ieri, oggi e domani, consapevoli degli errori del passato...

Anna Bono
In Africa le guerre erano tribali, le pestilenze e le epidemie letali

Gino Quarelo
Anna Bono Hanno dimenticato i secoli dell'islamizzazione forzata dell'Africa con i milioni di morti, e la secolare tratta degli schiavi da parte prima degli arabi nazi maomettani e poi degli africani islamizzati che ha preceduto e favorito la successiva tratta fatta dagli europei verso le americhe.
I primi fornitori di schiavi africani, degli europei, furono i nazi maomettani e gli africani stessi.




Vaiolo delle scimmie, l'Oms vuole cambiare nome: «Quello attuale è discriminante nei confronti dell'Africa»
Martedì 14 Giugno 2022

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 53479.html

Il vaiolo delle scimmie non si chiamerà più così. Lo ha annunciato l'Oms, che come già successo con il Covid, darà un nuovo nome alla malattia affinché questo non sia discriminatorio. Ai tempi del Covid si cercò di "proteggere" la Cina, identificata agli inizi della pandemia come l'origine del virus. Ora anche per il «monkeypox» (così viene chiamato in inglese) verrà trovata un’altra definizione. La decisione è stata spiegata dal direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, dopo l’appello di trenta scienziati che la scorsa settimana hanno segnalato «il bisogno di dare un nuovo nome al vaiolo delle scimmie in modo che non sia discriminatorio nei confronti dell'Africa».

L'ipotesi emergenza internazionale

Intanto la diffusione del vaiolo delle scimmie preoccupa l'Oms tanto che sta valutando se si tratta di «un'emergenza internazionale». «Il focolaio di vaiolo delle scimmie è insolito e preoccupante - ha detto il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus - Per questo motivo ho deciso di convocare il Comitato di Emergenza ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale la prossima settimana, per valutare se questo focolaio rappresenti un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale».

Intanto la Commissione europea finalizzerà oggi stesso un contratto per l'acquisizione di 110mila dosi di vaccino contro il vaiolo delle scimmie, che saranno presto a disposizione dei Paesi membri che ne hanno maggiore necessità. «Questo è un chiaro segnale - ha detto la commissaria Ue per la Sanità Stella Kyriakides - che l'agenzia Hera (l'Autorità per la preparazione e la risposta sanitaria della Commissione europea) può rispondere efficacemente alle minacce alla salute». Dal 18 maggio sono circa 900 i casi segnalati in 19 Stati membri dell'Ue, Norvegia e Islanda. I ministri della Sanità dei 27 sono riuniti oggi a Lussemburgo per fare il punto sulla pandemia da Covid 19, sulla situazione in Ucraina e le minacce alla salute dei cittadini europei. Nel dettaglio, Hera ha stipulato un contratto con la società Bavarian Nordic per l'acquisto di 109.090 dosi dei loro vaccini di terza generazione in risposta agli attuali focolai di vaiolo delle scimmie.

Poiché il numero di casi continua ad aumentare, questo accordo renderà rapidamente disponibili i vaccini a tutti gli Stati membri Ue, Norvegia e Islanda. La Health and digital executive agency (Hadea) della Commissione ha acquistato il vaccino di terza generazione per conto di Hera, che li metterà quindi a disposizione degli Stati membri su base proporzionale, a partire da quelli più bisognosi . È la prima volta che il bilancio dell'Ue viene utilizzato con il programma Ee4Health per acquistare direttamente vaccini per gli Stati membri. Sulla base del maggior numero di casi, le consegne inizieranno già entro la fine di giugno per gli Stati membri prioritari che hanno concesso esenzioni nazionali per il vaccino. In Italia intanto, secondo gli ultimi dati disponibili, si conterebbero 31 casi accertati, ai quali si aggiunge oggi un primo contagio confermato in Piemonte.

Anche l'AIDS ha avuto origine in Africa
https://it.wikipedia.org/wiki/AIDS
La ricerca genetica indica che l'HIV abbia avuto origine in Africa centro-occidentale nel corso del ventesimo secolo.[10][11] L'AIDS è stato individuato dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) nel 1981 e la sua causa, l'HIV, è stata identificata nel 1983.[12] Dopo una lunga controversia la comunità scientifica ha ritenuto che Robert Gallo e Luc Montagnier, con i rispettivi gruppi di ricerca, abbiano entrambi contribuito al raggiungimento di tale risultato.
L'HIV deriva dal relativo virus di immunodeficienza delle scimmie (SIV), che infetta alcuni primati in Africa. Vi sono prove che esseri umani che partecipano ad attività di caccia e di vendita di pelli di scimmia, abbiano contratto occasionalmente il SIV.[14] Tuttavia, solo alcune di queste infezioni sono state in grado di causare epidemie umane e tutte si sono verificate tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Per spiegare la nascita di epidemie di HIV negli umani solo da quel momento, vi sono diverse teorie: cambiamenti sociali dopo il colonialismo[15], la trasmissione tramite vaccinazioni contro il vaiolo con aghi non sterili[16][17] e la prostituzione con la concomitante alta frequenza di malattie ulcerative dei genitali (come la sifilide) nelle nascenti città coloniali.[18][19]
L'AIDS è stato riconosciuto per la prima volta il 5 giugno 1981, quando i CDC di Atlanta registrarono casi sospetti di polmonite da Pneumocystis carinii in cinque uomini omosessuali a Los Angeles.[20] In principio, il CDC non aveva dato un nome ufficiale alla malattia e spesso faceva riferimento ad essa per mezzo delle malattie che sono state associate ad essa, ad esempio, linfoadenopatia.[21][22]
In generale la stampa coniò il termine GRID che stava per Gay-related immune deficiency.[23] Il CDC, in cerca di un nome, osservò che le comunità infette apparentemente fossero limitate a quelle degli haitiani, degli omosessuali, degli emofiliaci e degli eroinomani, coniò il termine di "malattia 4H".[24][25] Tuttavia, dopo aver stabilito che l'AIDS non era limitato a quelle sole comunità, il termine AIDS venne introdotto nel luglio 1982[26] e utilizzato come corretta definizione della malattia dal settembre di quell'anno.[27]
La identificazione positiva del virus HIV-1 viene dal Congo nel 1959 e gli studi genetici indicano che il virus è passato nella popolazione umana dagli scimpanzé circa cinquant'anni prima.[11] Uno studio del 2007 afferma che un ceppo di HIV-1, probabilmente spostato dall'Africa ad Haiti, è entrato negli Stati Uniti intorno al 1969.[28] Lo stesso gruppo di ricerca ha rilanciato tale conclusione nel 2016 con uno studio genetico.[29][30]
Il 2 ottobre 1985 morì l'attore statunitense Rock Hudson, il primo personaggio famoso a confessare pubblicamente di essere malato di AIDS, che gli era stata diagnosticata l'anno precedente.[31] Il virus ha provocato forse la sua più celebre vittima il 24 novembre 1991, quando la rockstar Freddie Mercury, cantante e frontman dei Queen, morì per una malattia correlata all'AIDS dopo aver annunciato la malattia soltanto il giorno precedente.[32] Nel 1996 si ebbe una svolta quando fu messa in commercio la prima terapia che arrestava gli effetti mortali del virus: la mortalità, nel corso degli anni successivi e degli sviluppi farmacologici, decrebbe drasticamente, ma in contemporanea il virus raggiunse alcuni paesi più poveri del terzo mondo, dove milioni di persone sono decedute nell'impossibilità di accedere alle costose cure.[33]



Il 98% dei contagiati con il vaiolo delle scimmie sono uomini gay o bisessuali
Angelica La Rosa
28 luglio 2022

https://www.informazionecattolica.it/20 ... isessuali/

UN GRUPPO DI SCIENZIATI HA ANALIZZATO 528 INFEZIONI DIAGNOSTICATE TRA IL 27 APRILE 2022 E IL 24 GIUGNO 2022, IN 43 SITI DI 16 PAESI. COMPLESSIVAMENTE, IL 98% DELLE PERSONE CON INFEZIONE DA VAIOLO DELLE SCIMMIE ERANO UOMINI GAY O BISESSUALI, IL 75% DEI QUALI BIANCHI. IL 41% AVEVA UN’INFEZIONE DA VIRUS HIV IN CORSO

“Il 98% delle persone con infezione da virus del vaiolo delle scimmie sono uomini gay o bisessuali”.

A dirlo sono gli scienziati John P. Thornhill, Sapha Barkati, Sharon Walmsley, Juergen Rockstroh, Andrea Antinori, Luke B. Harrison, Romain Palich, Achyuta Nori, Iain Reeves, Maximillian S. Habibi, Vanessa Apea, Christoph Boesecke, Linos Vandekerckhove, Michal Yakubovsky, Elena Sendagorta, Jose L. Blanco, Eric Florence, Davide Moschese, Fernando M. Maltez, Abraham Goorhuis, Valerie Pourcher, Pascal Migaud, Sebastian Noè, Claire Pintado, Fabrizio Maggi, Ann-Brit E. Hansen, Christian Hoffmann, Jezer I. Lezama, Cristina Mussini, AnnaMaria Cattelan, Keletso Makofane, Darrell Tan, Silvia Nozza, Johannes Nemeth, Marina B. Klein e Chloe M. Orkin che hanno condotto una ricerca internazionale per il Gruppo Clinico SHARE-net.

Gli studiosi hanno analizzato 528 infezioni diagnosticate tra il 27 aprile 2022 e il 24 giugno 2022, in 43 siti in 16 paesi. Complessivamente, il 98% delle persone con infezione erano uomini gay o bisessuali, il 75% erano bianchi e il 41% aveva un’infezione da virus HIV; l’età media era di 38 anni.

Come riporta il “The New England Journal of Medicine“, una delle riviste scientifiche più importanti al mondo, si sospetta che la trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie, in inglese chiamato “Monkeypox Virus Infection”, sia avvenuta attraverso l’attività sessuale nel 95% delle persone con infezione. Nella serie di casi analizzati, il 95% delle persone presentava un’eruzione cutanea (con il 64% che aveva meno di 10 lesioni), il 73% aveva lesioni anogenitali e il 41% aveva lesioni della mucosa (con 54 con una singola lesione genitale).

Secondo gli studiosi, le caratteristiche sistemiche comuni precedenti l’eruzione cutanea includevano febbre (62%), letargia (41%), mialgia (31%) e mal di testa (27%); Anche la linfoadenopatia era comune (riportata nel 56%). Infezioni sessualmente trasmissibili concomitanti sono state segnalate in 109 delle 377 persone (29%) che sono state testate. Tra le 23 persone con una chiara storia di esposizione, il periodo di incubazione mediano è stato di 7 giorni (range, da 3 a 20).

“Prima dell’aprile 2022, l’infezione da virus del vaiolo delle scimmie negli esseri umani era raramente segnalata al di fuori delle regioni africane dove è endemica. Attualmente, i casi si stanno verificando in tutto il mondo. La trasmissione, i fattori di rischio, la presentazione clinica e gli esiti dell’infezione sono scarsamente definiti”, hanno scritto i ricercatori.

Gli studiosi, che con il loro studio scientifico hanno contribuito alla conoscenza di una serie di casi internazionali per descrivere l’insorgenza del virus, il decorso clinico e gli esiti delle infezioni da virus del vaiolo delle scimmie confermate dalla reazione a catena della polimerasi, hanno visto che il DNA del virus “Monkeypox” è stato rilevato in 29 delle 32 persone in cui è stato analizzato il liquido seminale.

“Il trattamento antivirale è stato somministrato in totale al 5% delle persone e 70 (13%) sono state ricoverate in ospedale; le ragioni del ricovero sono state la gestione del dolore, principalmente per il dolore anorettale grave (21 persone); superinfezione dei tessuti molli (18); faringite che limita l’assunzione orale (5); lesioni oculari (2); danno renale acuto (2); miocardite (2) e per la finalità di controllo delle infezioni (13). Non sono stati segnalati decessi”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » sab set 17, 2022 8:07 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » sab set 17, 2022 8:09 pm

In Africa sminuiscono, nascondono e negano il male nazi maomettano

"Vogliono imporre l'oscurantismo". Chi c'è dietro la strage dei cristiani in Nigeria
Alessandra Benignetti
6 giugno 2022

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/vo ... 1654510534

Potrebbe esserci la saldatura tra i gruppi jihadisti come Boko Haram e i pastori fulani dietro l’attacco della domenica di Pentecoste nella chiesa di San Francesco ad Owo, nello stato di Ondo, nel sud-ovest della Nigeria. Secondo gli analisti la cooperazione tra i miliziani islamisti che seminano il terrore nel nord del Paese e i mandriani nomadi in conflitto con la popolazione stanziale per la conquista dei terreni da destinare al pascolo ha esportato la violenza anti-cristiana anche fuori dal tradizionale raggio di azione dei terroristi islamici.

I rappresentanti locali, come Adeyemi Olayemi, non hanno dubbi sul fatto che i pastori radicalizzati siano responsabili della mattanza. Dietro, secondo il deputato della Camera dell'Assemblea statale di Ondo, ci sarebbe una "ritorsione" contro il governatore dello Stato, Rotimi Akeredolu, che ha estromesso il gruppo dall’area. Anche Afenifere, organizzazione locale legata all’etnia yoruba, non ha dubbi sul fatto che l’attacco fosse diretto contro il governatore "per il suo incrollabile sostegno alla sicurezza" e il "rigoroso rispetto della legge sul pascolo aperto". Secondo i racconti dei testimoni, ripresi dai quotidiani locali, gli assalitori, almeno cinque, sarebbero arrivati attorno a mezzogiorno, a bordo di una Golf.

Hanno parcheggiato all’esterno della chiesa e sono entrati nell’edificio qualche minuto prima della fine della messa. Si sono confusi tra i fedeli, poi hanno lanciato un ordigno nella navata principale e hanno aperto il fuoco sparando per oltre 15 minuti. Il parroco, padre Andrew Abayomi, è riuscito a nascondersi assieme ad altre persone finché i terroristi non si sono allontanati. Una volta rientrati in chiesa si sono trovati davanti ad un lago di sangue. A terra c’erano i corpi di uomini, donne e bambini, falciati mentre erano raccolti in preghiera. "Sembrava la scena di un film", ha raccontato al quotidiano nigeriano Vanguard una delle vittime.

Almeno 25 persone sarebbero morte sul colpo. Quelle che ancora respiravano sono state caricate sui pick-up e portate al Federal Medical Centre di Owo. Il bilancio delle vittime è ancora incerto. Si parla di 35 persone, ma potrebbe salire nelle prossime ore. Il presidente Muhammadu Buhari, ha condannato la strage. "Questo Paese - ha detto - non cederà mai al male e le tenebre non vinceranno mai la luce". Ma le autorità sono sotto accusa per non aver garantito la sicurezza, ancora una volta. Da mesi, infatti, nel Paese si moltiplicano le stragi nei villaggi e i rapimenti a scopo di riscatto. "Il governo dovrebbe assumersi la sua responsabilità primaria di garantire la vita e la proprietà dei suoi cittadini. Il mondo ci sta guardando!", esorta monsignor Lucius Ugorji, presidente della Conferenza episcopale della Nigeria. Il rischio, altrimenti, è che si acceleri "la caduta del Paese nell'anarchia".

Per il vescovo della diocesi di Ondo, Jude Arogundade, invece, la Nigeria sarebbe già, a tutti gli effetti, un Paese in conflitto. L’obiettivo degli assalitori, secondo il monsignore, era quello di fare più vittime possibile: "Chi cercava di fuggire all’esterno veniva colpito dall’esterno e quelli che si trovavano dentro sono stati colpiti dall’interno". Poi gli attentatori hanno fatto deflagrare l’altare con la dinamite. "Quello che il mondo deve sapere – ha detto il vescovo – è che la Nigeria è in guerra e che questa guerra è diretta contro i civili". Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre, fondazione pontificia che si occupa di sostenere i cristiani perseguitati, è d’accordo: "Questo non è soltanto un attacco ai cristiani, ma è un attacco contro lo Stato e contro le istituzioni debolissime e ultra-corrotte della Nigeria".

"Nel Paese – spiega raggiunto al telefono dal Giornale.it - i cristiani sono quasi la metà della popolazione, attaccarli vuol dire attaccare la laicità delle istituzioni per imporre la propria visione estremista". Nel mirino, quindi, secondo Monteduro, ci sono tutte quelle comunità che non si piegano alla violenza e al radicalismo. In cima alla lista ci sono i cristiani. Ma c'è posto anche per i musulmani moderati o gli studenti. "Non a caso negli ultimi due anni – rivela - ci sono stati tantissimi rapimenti di universitari che frequentano le facoltà scientifiche. Letteralmente Boko Haram significa che ‘l’educazione occidentale è peccato’. Dietro queste stragi, quindi, c’è la volontà di attaccare la cultura occidentale ed imporre l’oscurantismo".

Lo scontro tra mandriani e contadini, in Nigeria, esiste da sempre. Ma negli ultimi anni c’è stato un salto di qualità, sia per il flusso di armi pesanti dalla Libia destabilizzata, sia per la collaborazione instaurata dai pastori musulmani fulani con i soldati della Jihad attivi nel nord del Paese. "È per questo – spiega Monteduro - che i cristiani ora sono sotto tiro anche in Stati tradizionalmente sicuri".


"Sulle stragi in Nigeria la religione non c'entra". Il cortocircuito della sinistra in Europa

Alessandra Benignetti
10 Giugno 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1654847442

A quattro giorni dalla strage nella chiesa di San Francesco ad Owo, nello Stato nigeriano dell’Ondo, il governo di Abuja rompe il silenzio e punta il dito contro l’Iswap, i miliziani dello Stato islamico della provincia dell'Africa occidentale. "Siamo stati in grado di localizzare i responsabili di quest'orrendo attacco. In base a tutti gli indizi, ci stiamo concentrando sull'Iswap", ha detto giovedì il ministro dell’Interno, Rauf Aregbesola. "Sono degli animali, desiderosi d'attenzione e riconoscimento e sono sospettati di aver sferrato quest'attacco", ha aggiunto il politico. Insomma, per le autorità locali dietro l’assalto che ha provocato 40 morti e più di 80 feriti nel giorno della festa di Pentecoste ci sarebbero ancora una volta i soldati del Califfato.

Gli stessi che hanno colpito martedì scorso anche in un villaggio a nello Stato nord-orientale di Borno. I terroristi hanno fatto irruzione nel villaggio di Magdala, nel distretto di Dikwa, e rapito cinquanta persone. Ventitré corpi sono stati ritrovati senza vita, massacrati dai miliziani jihadisti. "La frequenza e la portata della violenza in Nigeria è sconcertante", ha commentato il vice presidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. Ed ha ragione. Nel Paese lapidazioni, rapimenti di sacerdoti, assalti alle chiese e carneficine, come quella rivolta contro i 127 fedeli raccolti in preghiera ad Owo, si susseguono con frequenza quasi settimanale. Ma gli eccidi continuano a passare sotto silenzio.

E il fatto che il dibattito sulla strage dei cristiani in Nigeria nella plenaria di mercoledì scorso dell’Europarlamento a Strasburgo sia stato relegato alla fine della giornata politica è significativo. La mattanza di Owo è stato l’ultimo argomento toccato dai parlamentari dopo una lunga giornata di discussioni sui temi più disparati: dall’Ucraina al 55%, fino alle "minacce al diritto all'aborto nel mondo" e ai "partenariati volti ad attirare talenti con i paesi del Nord Africa". Eppure, nei giorni immediatamente successivi all’assalto contro i cristiani nigeriani, il Partito Popolare Europeo aveva chiesto che venisse convocato un dibattito urgente con l’approvazione di una risoluzione. La proposta è stata bocciata, ufficialmente per motivi tecnici, e cioè il raggiungimento del limite massimo del numero di risoluzioni d’urgenza da approvare mensilmente.

"La persecuzione dei cristiani nel mondo è un fenomeno troppo spesso sottovalutato. Attacchi come quello di oggi in Nigeria devono essere contrastati, lavorando anche a una rapida risoluzione della crisi alimentare che rischia di fomentare il terrorismo", aveva scritto su Twitter il vicepresidente del gruppo, Antonio Tajani. Ma a Strasburgo non tutti sono pronti a parlare esplicitamente di violenze anti-cristiane. L’eurodeputata belga dei Socialisti e Democratici, Maria Arena, ad esempio, nel suo intervento ha sostenuto che l’insicurezza in Nigeria nasce dai "cambiamenti climatici, dalle politiche di esclusione dalle terre e dalla crescita della popolazione". "Tutto questo – ha aggiunto – porta al conflitto tra due comunità, quelle degli agricoltori e quelle dei pastori". Non si tratta quindi di "un conflitto etnico e religioso". E "le scorciatoie che ci portano a leggere la Nigeria attraverso le nostre lenti – avverte - ci portano a fare osservazioni sbagliate e a fornire risposte altrettanto sbagliate".

Parole che hanno suscitato indignazione tra i conservatori. Carlo Fidanza, del gruppo Ecr, promotore del dibattito ha parlato di "negazionismo". "La verità – ha attaccato l’europarlamentare - è che i cristiani in Nigeria vengono massacrati perché credono in Cristo, perché la loro presenza è un fattore di sviluppo sociale e culturale che dà fastidio a troppi". "L'Unione europea, che versa centinaia di milioni di euro alla Nigeria, - ha incalzato - deve pretendere in cambio dal suo governo che difenda strenuamente la libertà religiosa, che è un diritto umano fondamentale".

Dello stesso tenore anche le parole del leghista Alessandro Panza. "Sono molto amareggiato che un dibattito così importante venga relegato all'ultimo dibattito della sera, con un'aula vuota, come se fosse qualcosa da nascondere sotto il tappeto o di cui vergognarsi", protesta. "L’Europa – ha ricordato - ha nelle sue fondamenta le radici cristiane, che vi piaccia oppure no. È quindi un obbligo, è un dovere morale per l'Europa diventare baluardo della difesa della cristianità nel mondo".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Le demenziali menzogne sull'Africa del vittimismo africano

Messaggioda Berto » sab set 17, 2022 8:09 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Africa ed Europa

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron