Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » gio feb 28, 2019 8:55 am

Marocchino stupra due donne: violenza continuata ma pena inferiore
Agostino Corneli - Mer, 27/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 53557.html

I carabinieri hanno raggiunto l'uomo a casa dopo la condanna definitiva della Cassazione. Il marocchino sconterà la pena del carcere per poi essere espulso dall'Italia

Sette anni e otto mesi per due violenze sessuali. Questa è la condanna data dalla Cassazione a un marocchino che ha violentato due ragazze in Valcamonica tra il 2014 e il 2016.

Gli episodi sono avvenuti a Cividate Camuno, in provincia di Brescia. Il primo, nel novembre del 2014, il secondo nel marzo del 2016. La Cassazione ha così confermato la sentenza della Corte d'Appello di Brescia che aveva condannato per violenza sessuale continuata il marocchino. Per questo motivo, la severità della pena sembra minore rispetto a quella che ci si potrebbe aspettare. Essendo un reato continuato, il crimine viene considerato in un unico disegno criminoso.

A incastrare lo stupratore sono state le testimonianze delle due donne, una connazionale di 30 anni e una donna del posto di 36 anni. Le vittime hanno infatti avuto il coraggio di denunciare quanto avvenuto ai loro danni e dalla sovrapposizione delle diverse dichiarazioni i carabinieri hanno potuto riscontrare la colpevolezza del marocchino. Identico il modus operandi in entrambi i delitti. Dopo aver condotto le vittime in un luogo appartato con la macchina, le aveva prima picchiate e minacciate, poi obbligate a un rapporto non consenziente.

Il 34enne originario del Marocco ha alle spalle diversi precedenti per spaccio di droga. I carabinieri di Breno l'hanno arresto oggi dopo la sentenza definitiva della Corte di Cassazione e portato nel carcere di Brescia. Una volta scontata la pena, il violentatore sarà poi espulso dall'italia e rimpatriato nel Paease d'origine.
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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » dom mar 03, 2019 9:59 pm

Tragedia Porto Recanati, marocchino pregiudicato. Il sindaco: "Uccisi dal peggiore dei balordi”
Federico Garau - Dom, 03/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 55817.html

Il magrebino era già finito in carcere per spaccio di droga, dure le parole di condanna da parte del sindaco di Castelfidardo, che proclama il lutto cittadino

Mano a mano che si va avanti con le ore dalla tragedia in seguito alla quale sono deceduti Gianluca Carotti ed Elisa Del Vicario, si aggiungono nuovi dettagli sul marocchino di 34 anni che ha causato l’incidente mortale.

Marouane Farah, al volante della Audi A6 che procedeva contromano e che ora si trova piantonato dai carabinieri all’ospedale di Civitanova a causa di ferite di lieve entità, era già finito nel mirino delle forze dell’ordine nell’aprile dello scorso anno. Il magrebino fu infatti allora coinvolto in una vasta operazione antidroga che portò all’individuazione ed al sequestro di oltre 225 chilogrammi di hashish, tra le località di Monte San Giusto e Montegranaro. All’interno della stessa abitazione in cui lo straniero risiedeva fu rinvenuto almeno un chilo di droga.

Dure le parole di Gianluca Carotti, sindaco di Castelfidardo, paese di origine di entrambe le vittime, che sulla sua pagina Facebook vuole ricordare Elisa e Gianluca. “Il dolore per la tragedia si frappone alla rabbia per le circostanze che hanno strappato la vita di Gianluca ed Elisa. Dalle notizie che arrivano sembra che il peggiore dei balordi abbia ucciso il meglio della nostra comunità. Due genitori splendidi, sempre pronti ad aiutare gli altri e a sorridere alla vita stanotte ci hanno lasciato. Non certo per fatalità. Dichiaro il lutto cittadino in segno di vicinanza ai familiari e ai tanti amici coinvolti”.
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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » lun apr 01, 2019 1:34 pm

L’assassino di Stefano Leo: «Ho scelto di uccidere lui perché aveva un’aria felice»
Elisa Sola
1 aprile 2019

https://torino.corriere.it/cronaca/19_a ... S9Z3_orUL8

«Ho scelto di ammazzare lui, perché l’ho visto e mi pareva troppo felice e io non potevo sopportare la sua felicità. Volevo uccidere un ragazzo come me, togliergli tutte le promesse che aveva, toglierlo dai suoi figli e dai suoi parenti». E’ la confessione choc, resa domenica sera ai carabinieri, di Said Mechaout, nato in Marocco, cittadino italiano, 27 anni. È lui l’assassino di Stefano Leo, il 33enne di Biella sgozzato sabato 23 febbraio sul lungo Po Machiavelli.


Non conosceva la vittima

Mechaout non lo conosceva, perlomeno questo ha raccontato ai militari che per cinque settimane hanno indagato senza sosta. «Quella mattina – ha confessato il killer, fermato domenica sera alle 23.30 - ho deciso che avrei ucciso qualcuno. Sono andato a comprare un set di coltelli, li ho buttati tutti tranne il più affilato. Poi sono andato ai Murazzi e ho aspettato. Quando ho visto quel ragazzo ho deciso che non potevo sopportare la sua aria felice».


Chi era Stefano

Stefano, come ogni giorno, stava percorrendo la passerella sopra al Po per andare a lavorare. Faceva il commesso al negozio della K-way di piazza Cln. Ascoltava la musica con le cuffiette. Non ha sentito il killer in agguato. Sia la vittima che l’assassino erano a Torino da pochi mesi. Stefano dal dicembre 2018. Aveva lavorato in Australia per molti mesi, in una comunità di Hare Krishna.
Stefano Leo, storia del delitto del 33enne ucciso a Torino «perché era troppo felice»
Ferito con un sol colpo alla gola


L’assassino seguito dai servizi sociali

Mechaout invece era tornato a Torino lo scorso gennaio, dopo un periodo trascorso ad Ibiza, in cerca di lavoro. Separato dal 2015, senza casa e senza lavoro, era seguito dai servizi sociali (con cui aveva litigato), ma non risultano problemi psichiatrici: non era seguito dal Centro di salute mentale. Era già stato violento in passato, il killer: alle spalle ha un precedente penale per maltrattamenti in famiglia. E quando lo hanno fermato, ieri sera, non ha pianto, non si è pentito. È rimasto freddo, lucido. Quando lo hanno fatto uscire dalla caserma del Comando provinciale di via Valfré per portarlo in carcere, ha fatto le corna ai fotografi. Domenica il 27enne ha deciso di costituirsi e alle 15 ha bussato alla porta della Questura di corso Vinzaglio. È stato portato alla squadra mobile, poi trasferito in caserma perché l’inchiesta è dei carabinieri.

Il procuratore Borgna: «Colpo di fortuna»

Spiega Paolo Borgna, procuratore: «In tutte le indagini complesse a un certo punto c’è bisogno di un colpo di fortuna, che però è proficuo quando sullo sfondo ci sono indagini condotte da investigatori intelligenti, tenaci e pressanti. In questo caso abbiamo avuto un’Arma che ha fatto un lavoro ottimo, anche quando avevamo motivi di pessimismo». «Ancora una volta – ha aggiunto Borgna - la loro attività si è rivelata la carta vincente, prima per smontare la confessione di un mitomane (che si era presentato in caserma due settimane fa, ndr) e ieri per verificare nel giro di poche ore, sulla base delle immagini già analizzate e pronte per essere confrontate col racconto del signore, i riscontri».


Faceva il cuoco

La vita dell’assassino, dopo la separazione dalla moglie – dovuta al suo carattere violento – era una vita di espedienti. Prima faceva il cuoco. «A Torino, dove viveva da quando aveva sei anni, aveva perso il lavoro – racconta il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Francesco Rizzo - era quindi andato in Spagna, a Ibiza, poi era tornato in Marocco. Da gennaio era rientrato nella nostra città ed era senza lavoro e senza casa. Frequentava il dormitorio di piazza D’Armi e mangiava nei punti assistenziali».


La dinamica del delitto

I carabinieri stanno ricostruendo ora tutti gli spostamenti del killer, dalla fase antecedente al crimine alla fuga, grazie a 380 filmati raccolti dalle telecamere presenti in città. «Stiamo documentando la sua vita a Torino per escludere che sia mai venuto in contatto con la vittima», dichiara Rizzo, che precisa: «Lo vediamo arrivare il giorno del delitto intorno alle 9.30, 9.40 in piazza Vittorio. Da lì scende ai Murazzi usando i gradini e sul lato sinistro arriva sul luogo del delitto, in lungo Po Machiavelli». «Ha una discussione con una persona che passa di lì, e diventa un testimone», sottolinea il colonnello Guliano Gerbo, comandante del Nucleo operativo. Il killer si sente osservato e teme che un passante gli stia facendo delle foto, quando non è così. «Uno dei primi riscontri era stato questo e il fermato domenica ha dato indicazioni precise sul suo arrivo in zona», conferma Gerbo.


Il coltello nascosto in una cabina dell’elettricità

Dopo aver ucciso, l’assassino ha voluto conservare il coltello, nascondendolo in una cabina dell’elettricità in piazza D’Armi, per poterlo usare in futuro. «Avrei potuto usarlo di nuovo ed è per questo che mi sono consegnato», ha detto il 27enne, che ha ancora ammesso: «Mi sono costituito perché altrimenti non mi sarei fermato. O mi sarei ammazzato io, o avrei colpito ancora». Ed è tutto casuale che la scelta di consegnarsi alle forze dell’ordine sia avvenuta poche ore dopo la passeggiata in ricordo di Stefano, che si era svolta domenica, poche ore prima della sua confessione, sul luogo del delitto, con amici e parenti di Stefano. Il killer non aveva un telefonino da due anni, e non guardava la tv né leggeva i giornali, confermano i carabinieri. È stata una combinazione.
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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » mar mag 21, 2019 11:33 am

Rogo a Mirandola, Salvini: "Azzerare l'immigrazione illegale"
Alessandra Benignetti - Mar, 21/05/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 98510.html

Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, dopo che stanotte un giovane nordafricano ha appiccato il fuoco nella sede dei vigili di Mirandola nel modenese, provocando la morte di due persone

“Azzerare l'immigrazione clandestina”. Lo chiede Matteo Salvini dopo il rogo appiccato stanotte daun giovane nordafricano nella sede della polizia municipale di Mirandola, nel modenese.

L’incendio ha provocato la morte di un’anziana di 84 anni che viveva al piano di sopra e della sua badante. In venti, invece, tra cui tre bambini, sono rimasti intossicati.

“Altro che aprire i porti, come vuole la sinistra, io lavoro per fermare e mandare tutti a casa questi delinquenti – ha commentato il ministro dell’Interno chiedendo pene severe per l’autore del gesto. “Se minorenne non mi interessa, deve pagare fino in fondo per la sua bestialità”, ha detto Salvini.

Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori il ragazzo, che deve essere ancora interrogato, potrebbe aver agito per “vendetta o ritorsione”. Dopo aver sfondato una vetrata per entrare il giovane ha tentato di rubare alcuni oggetti ed è stato trovato dalle forze dell’ordine con in mano un accendino ed un berretto dei vigili.

Tra i feriti quattro, tra cui il marito della donna deceduta, al momento sono in gravi condizioni e sono ricoverati negli ospedali di Ravenna e Fidenza.



Mirandola, il marocchino si è spacciato per minorenne
Chiara Sarra - Mar, 21/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 732.html?c

Il marocchino che ha dato fuoco alla sede dei vigiili urbani ha detto ai carabinieri di essere minorenne. Ma è stato smascherato dai test medici

Per scampare a pene più dure, il marocchino senza fissa dimora che nella notte ha appiccato il fuoco alla sede dei vigili urbani di Mirandola (Modena) si è spacciato per minorenne.

Lo rivelano fonti del Viminale, secondo cui ai militari che lo hanno fermato il ragazzo ha dichiarato di non aver ancora raggiunto la maggior età. Sono bastati i test medici a smascherare la sua bugia. I carabinieri di Carpi intervenuti per arrestarlo hanno infatti accertato che il ragazzo ha 18 anni. In un primo momento gli stessi militari avevano riferito che non fosse chiaro se il giovane fosse maggiorenne o minorenne.

"L’episodio di Mirandola conferma il fallimento dei porti aperti e dell’accoglienza ai finti minorenni", ha commento Matteo Salvini, "La nostra idea non cambia: porti chiusi in Italia e, se vinciamo il 26 maggio, in tutta Europa".

Il giovane nella notte ha incendiato la sede della municipale per vendetta dopo essere stato fermato nei giorni scorsi. Nel rogo sono morte due persone, residenti al primo piano dello stabile e sorpresi nel sonno dalle fiamme. Altri tre sono stati ricoverati per una grave intossicazione.
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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » mer lug 10, 2019 8:45 pm

UN MAROCCHINO con provvedimento di espulsione aggredisce cinque passanti nei pressi della stazione. Attualmente lo straniero è in carcere.

https://www.facebook.com/groups/1059950 ... 9109447268

Senza apparente motivo ha aggredito cinque persone nella zona della Stazione ferroviaria “Verona Porta Nuova”, armato con una bottiglia di vetro rotta.

Alla presenza di numerosi feriti, i poliziotti sono riusciti ad intercettare e bloccare l’aggressore. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, lo straniero si sarebbe scagliato sulle prime due vittime, colpendole alla testa, poi avrebbe ferito all’orecchio sinistro un altro passante, intento a percorrere la via sulla propria bicicletta. È stato proprio quest’ultimo a contattare, per primo, il numero per le emergenze 113, dando l’allarme.

Gli accertamenti successivi hanno consentito di individuare altri due feriti: un quarantasettenne, residente in provincia di Vicenza, aggredito mentre portava in braccio una bambina di 9 mesi e uno di trentacinque anni, ferito sopra l’orecchio sinistro dopo essere intervenuto per fermare l’assalitore.

L’aggressore, arrestato, è risultato essere già destinatario di provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto di Verona il 31 ottobre 2018 e di un recente Ordine del Questore, risalente allo scorso 2 luglio, di lasciare il territorio nazionale. In attesa di convalida, il cittadino straniero rimarrà in carcere.


http://www.ilgiornale.it/video/cronache ... E8yTz6qc5s
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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » dom mag 10, 2020 1:10 am

Une violence gratuite, souvent de Maghrébins, toutes les 40 secondes
Riposte Laïque
Julien Martel
7 maggio 2020

https://ripostelaique.com/une-violence- ... ondes.html

« En France, 1 violence gratuite toutes les 40 secondes. »

« 88 % des jeunes commettant des violences gratuites sont d’origine maghrébine. »

C’est ce que révèle le psychiatre pour enfant et adolescent Maurice Berger dans une interview récente à la radio.

La France Couscous Mécanique pour paraphraser le grand livre d’enquête de Laurent Obertone sur la barbarisation des rapports sociaux dus largement à la criminalité djihadiste des immigrés et des étrangers musulmans, extra-européens, mais aussi européens musulmans (albanais, tchétchènes, kosovars) ou roms.

Journaliste : Vous avez tous en tête des faits divers de gens qui ont été tués pour un mauvais regard, pour une cigarette refusée.

Toutes les deux minutes, en France, une plainte est déposée pour violence gratuite, un chiffre qui est en augmentation.

Tué pour avoir refusé encore une fois, pour rien. Laurent Berger, bonjour, vous êtes médecin, vous êtes pédopsychiatre depuis plus de quarante ans. Vous exercez dans un centre éducatif renforcé pour mineurs délinquants.

Vous vous interrogez dans un livre sur la violence gratuite en France, c’est le titre du livre. Sur la violence gratuite en France. Adolescents hyperviolents. Témoignages et analyses, aux éditions de l’Artilleur. C’est un livre passionnant. C’est un livre glaçant. Terrifiant.

Maurice Berger : On a des enfants qui tapent de plus en plus, de plus en plus tôt et qui tapent de plus en plus fort. Ça apparaît en crèche, déjà, puis à l’école primaire.

Quant aux chiffres de « 1 déclaration toutes les 2 minutes », en fait il est sous-estimé, au sens où il vient d’y avoir une enquête de l’Insee qui portait sur 22 000 personnes et pas seulement les personnes qui ont porté plainte et là, on arrive à une violence gratuite toutes les 44 secondes.

Et là-dedans, il n’y a pas les violences faites sur les pompiers la nuit du Réveillon, etc., etc., les violences groupales. Donc on a une augmentation.

Journaliste : Mais qui est due à quoi alors ? *

Maurice Berger : Cette augmentation, elle n’a pas un facteur. Le piège, c’est de dire « c’est ça ». Quand on dit que c’est la précarité, moi je peux garantir qu’on peut donner 3 000 euros par mois aux familles où il y a des enfants violents, elles continueront à avoir les mêmes inadéquations éducatives.

C’est que, dans 69 % des situations, ces enfants ont été exposés à des violences conjugales dans les deux premières années de leur vie.

Journaliste : Et vous faites un lien qu’on ne fait pas ou qu’on refuse de faire entre immigration et violence.

Maurice Berger : Très clairement.

Journaliste : Très clairement…

Maurice Berger : Nous avons, dans le centre où je travaille, 88 % de jeunes qui sont d’origine maghrébine. C’est là où il y a les traces les plus importantes qui persistent.

Ce qui veut dire aussi, ce qui n’est pas politiquement correct, comme on dit, que dans les milieux, les cultures où il y a une inégalité homme/femme, on a plus d’enfants violents parce qu’il y a plus de violence conjugale.

————- Fin de la retranscription.

Source : Les enfants sont-ils de plus en plus violents ? (Sud Radio, 8 janvier 2020).

Site de Maurice Berger.

ALLAH : BATS TA FEMME SI TU PENSES QU’ELLE NE SE SOUMET PAS ASSEZ

« Bats ta femme, si tu ne sais pas pourquoi, elle le sait… » (dicton arabe)

« Celui qui ne tabasse pas sa femme n’est pas un homme. J’ai déjà frappé ma femme et ils m’ont mis en taule en Espagne. Ici au Maroc, c’est quelque chose de normal. C’est ma femme, je peux la frapper, la tuer, c’est ma femme !
Chacun peut faire ce qu’il veut de sa femme pour prendre soin d’elle. C’est son affaire et c’est la réalité. » (Adil Miloudi, chanteur marocain, sur Chada TV)

« Les femmes doivent obéir complètement à leurs maris ; même lécher un ulcère couvert de pus et de saignement qui recouvre le corps de son mari ne remplirait pas ses obligations envers lui » (savant musulman Tim Humble)

Ce mépris toxique des femmes, leur rabaissement social, moral et physique à un statut de semi-esclave de leur mari dans la communauté maghrébine et plus largement dans la communauté musulmane se traduit par des privations de liberté, des tortures physiques (excision), un rabaissement symbolique à la mosquée, dans la rue ou au domicile, des coups et blessures halal.

Le verset 34 de la sourate 4 du Coran intitulée « Les femmes » est très clair : « Les hommes ont autorité sur les femmes. Admonestez celles dont vous craignez la rébellion, reléguez-les dans des dortoirs et si elles ne se soumettent pas, BATTEZ-les. Voilà Allah le sublime, le Grand… »

Les immigrés afro-musulmans qui sont la majorité des hommes qui battent leur femme en France ne font qu’appliquer ce que leur ordonne le Coran, le livre sacré de la Religion d’Amour, de Tolérance et de Paix (RATP).

La femme est considérée comme impure et le contact avec une femme annule la prière, comme le dit sourate 5 verset 6 : « Ohé, ceux qui adhèrent, quand vous vous levez pour la prière, lavez vos faces et vos mains… purifiez-vous si vous êtes pollué ou si l’un d’entre vous vient des latrines ou si vous avez touché à des femmes… »

Ce n’est pas MEN ARE TRASH que les féministes devraient dire, mais ISLAM IS TRASH.

On ne peut pas dire MUSLIM MEN ARE TRASH, car ce serait faire une généralisation abusive. Il y a certains musulmans qui n’obéissent pas totalement au Coran et qui restent doués d’humanité, heureusement pour leur(s) femme(s) et leurs enfants.

Tout ce comportement culturel vient directement de l’islam, du Coran qui organise toute la vie et la mentalité des habitants de ces pays dans lesquels il faudra bien un jour rapatrier de gré ou de force tous ces millions de squatteurs colonisateurs qui sinon finiront par nous imposer la charia et le djihad ouvert.

PLUS DE MILLE VIOLENCES GRATUITES PAR JOUR SUR DES FRANÇAIS DE SOUCHE ?

Aujourd’hui, ce combat pour imposer la loi islamique, ce djihad est latent et se traduit seulement par des violences « gratuites » à l’endroit des Français de souche non musulmans.

1 toutes les 40 secondes ? Pas tout à fait, c’est le chiffre total des violences gratuites.

Il faut retirer de ce décompte les violences entre immigrés qui sont très nombreuses ou les violences entre Français de souche certes nombreuses étant donné l’importance de la population, mais peu nombreuses en comptant par millier d’habitant.

Mais si l’on n’en conserve seulement la moitié, soyons bon prince, cela fait tout de même encore 2 violences gratuites toutes les 3 minutes, 6 violences gratuites toutes les 8 minutes, 1 080 toutes les 24 h !

1 080 Français bousculés, tapés, agressés, battus à mort ou pas, voire tués toutes les 24 h.

Sans compter les violences à l’égard des forces de l’ordre, les violences à l’égard des pompiers, les violences à l’égard des enseignants que l’Éducation antinationale cache soigneusement pour éviter de mettre en péril le rêve illusoire du vivre-ensemble, les cambriolages, les arnaques à la sécurité sociale, etc., etc.

Violences commises dans l’immense majorité par des extra-européens dont l’immigration massive est soutenue pas tous les partis de l’extrême-gauche jusqu’à LR, imposée de force à des Français à qui l’on raconte qu’ils sont racistes s’ils n’accueillent pas toute la faune d’Afrique et du Moyen-Orient en leur offrant le beurre, l’argent du beurre et le cul de leurs filles.

VIOLENCES GRATUITES OU DJIHAD LATENT ?

Ce djihad latent est suffisant pour Mehdi.

Il n’y a pas besoin du terrorisme pour prendre possession de la France.

Évidemment, les djihadistes ne se privent pas de faire quelques « petits » coups de temps en temps, lorsque les Français ne se soumettent pas assez et pour montrer qui est le boss en France.

Mais comme le recommande les Frères musulmans avec lesquels notre Président est fortement lié, comme le recommande aussi le Coran, il suffit d’attendre que les musulmans soient en position de force pour déclencher le djihad armé et entamer le génocide de tous les Français de souche qui refuseront de se convertir.

« Ne soyez pas pusillanimes en offrant la paix à l’ennemi quand vous êtes les plus forts ! » [Coran, 47:35] »

L’islam recommande aux musulmans d’attendre leur heure et d’utiliser l’arme de la dissimulation, de la tromperie et du mensonge (Voir Raymon Ibrahim, La Taqiya et les règles de la guerre islamique).

Quelques violences gratuites, quelques attentats, mais pas trop pour créer de la terreur.

De la victimisation à l’aide des mots-clés « islamophobie », « racisme », « discrimination », « intolérance » pour apitoyer les moutons dont le destin est de se convertir ou d’être égorgés.

Mais l’intention profonde sur le long terme de l’islam à l’égard des non musulmans a toujours été, et vous pouvez le vérifier dans l’histoire des 57 pays musulmans, de proposer en dernière instance aux habitants des territoires colonisés le choix entre la soumission ou le massacre.

« Nous, les musulmans, vous renions, vous les infidèles, et désormais l’inimitié et la haine nous séparent jusqu’à ce que vous croyiez en Allah seul » [Coran 60:4]

Quand on sait cela, peut-on vraiment parler de violence « gratuite » ?

Ne doit-on pas considérer ces actes de violence gratuite commise à 88 % par des Maghrébins comme des actes de djihad ?

Les Français ne doivent-ils pas demander l’expulsion massive de tous les musulmans, sans exception, vers leur pays d’origine, sauf s’ils renoncent publiquement à leur religion de conquête et d’asservissement des non musulmans ?
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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:23 am

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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:23 am

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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:25 am

Chi va contro natura e fa del male alla sua gente, credendo demenzialmente di fare del bene all'umanità intera, prima o dopo la paga e cara.


Prete anti-Salvini ucciso da clandestino: portava tè e biscotti ai clandestini
15 settembre 2020

https://voxnews.info/2020/09/15/prete-a ... andestini/

Tragedia dell’accoglionenza.

L’aggressione, come riporta La Provincia, è avvenuta poco dopo le 7 di mattina sotto la casa dove il sacerdote abitava, davanti alla parrocchia. Don Roberto è stato trovato steso a terra con una profonda ferita da arma da taglio, ma è stato inutile il soccorso dell’ambulanza. La polizia scientifica ha ritrovato non lontano dal corpo un coltello insanguinato, probabilmente l’arma del delitto.

È stato ammazzato da uno dei tanti clandestini a cui, la mattina, portava tè e biscotti e che, proprio grazie a questo, rimanevano in città.

Don Roberto era diventato noto non solo in città alla fine dell’anno scorso quando il sindaco Mario Landriscina, Lega, aveva vietato di sollazzare i circa 150 clandestini che si rifugiano nel centro cittadino. La Caritas aveva protestato per questo divieto e don Roberto e gli altri volontari avevano continuato, nonostante il divieto, ogni mattina a preparare té, biscotti e panini da distribuire ai clandestini. Come stamattina.

E uno di loro lo ha ucciso. Così muore un accoglione.



Clandestino e mai rimpatriato. Ecco chi ha ucciso il parroco
Bartolo Dall'Orto - Mar, 15/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 90190.html

Don Roberto trovato senza vita a Como. Coltellata letale al collo. L'assassino si è costituito: doveva essere rimpatriato

Don Roberto lo hanno trovato coperto di sangue, col corpo martoriato dalle coltellate.

La più crudele, quella fatale, lo ha colpito al collo. Una vita passata ad aiutare gli ultimi (e i migranti) spezzata a 51 anni da un tunisino senza permesso di soggiorno, precedenti alle spalle e - soprattutto - diversi ordini di espulsione mai eseguiti.

Lo hanno ritrovato alle 7 del mattino in piazza San Rocco, a Como. Alcuni passanti hanno notato il corpo in uno spiazzo dove di solito si ritrovano gli immigrati. I soccorsi sono stati chiamati all’istante, ma non c’è stato nulla da fare. Valtellinese, conosciuto in città proprio per la sua attività verso i più poveri, don Roberto Malgesini era nato a Morbegno nel 1969. Ordinato sacerdote nel 1998, era stato vicario prima a Gravedona e poi a Lipomo, dal 2008 era collaboratore della comunità pastorale Beato Scalabrini. La sua attenzione era rivolta proprio alle situazioni di “marginalità”, tra cui la cura degli stranieri. Stasera nella cattedrale della città si terrà un rosario per il parroco senza vita “e per chi l’ha colpito a morte”. Il vescovo Oscar Cantoni, che si è fiondato sul posto appena appresa la notizia, ha espresso “profondo dolore e disorientamento”. Il sindaco di Como, con cui c’erano state in passato tensioni per via dell’attività del parroco, ha proclamato il lutto cittadino.

Non è ancora chiaro il motivo che avrebbe spinto il tunisino irregolare ad aggredirlo ed ammazzarlo, per poi lasciarlo esanime e sanguinante. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile della polizia. L’uomo si sarebbe costituito e avrebbe dichiarato ai carabinieri di aver ucciso il parroco. Si tratta di un tunisino, irregolare in Italia con precedenti per furto e rapina. Sul di lui pende un provvedimento di espulsione datato 8 aprile e 'sospeso', spiegano fonti della questura all'Agi, a causa del blocco dei voli causa coronavirus. Ricostruzione che però confligge con quanti dichiarato da Roberto Bernasconi, direttore della caritas di Como, secondo cui "aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015". Le fonti della questura di Como, però, smentiscono l'ipotesi che avesse problemi mentali. "Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche con i servizi sociali", dicono. Il sospettato intanto è stato portato in ospedale (si sarebbe lesionato un tendine durante l'accoltellamento) ed è in corso l'interrogatorio. Arrivata arrivato in Italia nel 1993, si era sposato tre anni dopo con un'italiana. Secondo le prime ricostruzioni, don Roberto avrebbe iniziato la mattina presto il suo classico giro dei senzatetto per distribuire le colazioni. Il parroco avrebbe incontrato il tunisino e per motivi ancora non chiari sarebbe scattata l’aggressione. Vicino alla canonica di San Rocco, scrive ilGiorno, è stata trovata l’auto di don Roberto con l’occorrente per l’elemosina. Nei dintorni è stato rinvenuto anche un coltello sporco di sangue, forse l’arma del delitto.

“A Como questa mattina mentre stava entrando nella sua parrocchia è stato ucciso a coltellate un prete di 51 anni da uno dei troppi immigrati clandestini che sono irregolarmente in questo Paese - attacca Matteo Salvini - dovrebbero essere rispediti a casa, sul primo barchino o sul primo barcone. Invece di ringraziare Dio e gli italiani per le possibilità che gli danno" il parroco "è stato ringraziato a coltellate". Per il leader del Carroccio “il problema non è il colore della pelle, uno può essere nato qui o dall'altra parte del mondo, il problema è rispettare le regole e portare rispetto. Perché se vieni a casa mia e inizi a fare casino, io ti rispedisco a casa tua. Ho già i problemi del mio Paese, dopo il virus ne ho anche di più e non posso permettermi di perdere soldi, tempo, energie per stare dietro a spacciatori, bivaccanti, scippatori o perditempo di professione".



Como, sacerdote di 51 anni ucciso a coltellate in piazza: l’omicida si è costituito
Anna Campaniello
15 settembre 2020

https://milano.corriere.it/notizie/cron ... a1d8.shtml

Un sacerdote di 51 anni, don Roberto Malgesini, molto conosciuto a Como per il suo impegno al fianco degli emarginati, è stato ucciso a coltellate martedì mattina poco dopo le 7 in piazza San Rocco, a poca distanza dalla parrocchia. Il presunto responsabile, un 53enne tunisino, attorno alle 8 si è presentato in caserma dai carabinieri e si è costituito. Era una persona che don Roberto conosceva, un senzatetto al quale forniva assistenza e con il quale pare fosse anche in buoni rapporti. «Aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015», ha riferito il direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi. La Questura non conferma i problemi psichici: «Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche coi servizi sociali». Su di lui pende un provvedimento di espulsione datato 8 aprile e «sospeso» a causa della situazione Covid. Il 53enne è arrivato in Italia nel 1993 e si è sposato tre anni dopo con un’italiana. È stato interrogato dopo essere stato medicato in ospedale per una ferita che si è procurata durante l’aggressione.

Don Roberto, originario di Morbegno, in provincia di Sondrio, è stato colpito da varie coltellate, quella letale al collo: il corpo era a una ventina di metri dall’auto, dove c’è un piccolo spiazzo in cui si trovano solitamente gli immigrati. Alcuni passanti che hanno notato il corpo a terra hanno chiamato i soccorsi, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Gli agenti della polizia, intervenuti in piazza San Rocco, hanno trovato un coltello, in tutta probabilità l’arma del delitto. Sul posto il sostituito procuratore Massimo Astori.

Como, ucciso don Roberto Malgesini

Don Roberto Malgesini era da tempo in prima linea nell’assistenza ai senzatetto, agli stranieri e agli emarginati. Molto noto nell’ambiente del volontariato sociale, collaborava attivamente con le associazioni che si occupano di accoglienza. Era il coordinatore di un gruppo di volontari di Como che ogni giorno portano la colazione ai senzatetto e ai migranti, e assisteva tutte le situazioni di marginalità. Non era titolare di una parrocchia, in quanto la sua pastorale era quella dell’assistenza ai bisognosi. Viveva nella parrocchia di San Rocco, a pochi passi dal punto dove è stato accoltellato. «Era una persona mite, ha votato tutta la sua vita agli ultimi, era cosciente dei rischi della sua missione», dice il responsabile Caritas.

Il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, poco dopo aver saputo della morte del sacerdote è arrivato in piazza San Rocco e ha benedetto la salma prima che fosse portata via dagli addetti ai servizi funebri. Monsignor Cantoni ha espresso «profondo dolore e disorientamento per quanto accaduto», ma anche «orgoglio verso questo nostro prete, che ha da sempre lavorato su campo fino a dare la sua vita per gli ultimi». «Don Roberto è stato un santo della porta accanto, per la semplicità e l’amorevolezza con cui è andato incontro a tutti, incontrando la stima di tanta gente anche non credente», ha ricordato più tardi il vescovo in un video su Facebook.

Sul luogo del delitto, a pochi metri dall’ingresso della chiesa di san Rocco, si è presto formata una folla di fedeli, parrocchiani e immigrati, molti in lacrime. «Dov’è il don? No, non può essere lui». «Questa sera alle ore 20.30 in cattedrale il vescovo guiderà il Santo rosario – si legge in una nota della Diocesi di Como -. Di fronte alla tragedia la chiesa di Como si stringe in preghiera per il suo prete don Roberto e per chi lo ha colpito a morte».

Il sindaco di Como Mario Landriscina ha annunciato che proclamerà il lutto cittadino. Alla fine dell’anno scorso la giunta di centrodestra guidata appunto da Landriscina aveva vietato la distribuzione di alimenti ai poveri, tra le proteste della Caritas, ma don Roberto e altri volontari avevano continuato a sfamarli: in quell’occasione la polizia locale gli aveva inflitto una multa, poi archiviata . «Non aveva reagito - ricorda chi gli stava vicino - niente commenti, né interviste».

«È stato lasciato completamente solo, aiutato solo da noi, dai parrocchiani, dai volontari, ma le amministrazioni a Como lo hanno solo contrastato, fecero addirittura togliere i bagni chimici che aveva sistemato qui dietro, le panchine, perfino una fontanella», racconta il segretario regionale lombardo di Rifondazione Comunista, Fabrizio Baggi. «Io non sono credente, ma credo che i preti come don Roberto siano gli unici che applicano quello che c’è scritto sul Vangelo».

«Per me era come un padre - racconta Gabriel Nastase, 36 anni - quando sono arrivato dalla Romania, solo, senza casa e lavoro, è stato lui il primo ad aiutarmi, poi ho trovato un’occupazione ma con lui sono sempre rimasto in contatto, se avevo bisogno di medicine, di essere accompagnato per una visita, chiamavo lui. Non meritava di morire così, spero ci sia giustizia». «Io venivo qui tutte le mattine per prendere qualcosa da mangiare - dice un giovane ghanese seduto sui gradini della chiesa -, anche stamattina sono arrivato alle sette e mezza e ho visto un corpo per terra ma non mi hanno fatto avvicinare. Solo dopo ho saputo che era don Roberto: per me oggi è una giornata molto triste, non me la sento neppure di mangiare». Tanti parrocchiani sono arrivati per portare fiori. «Doveva fare tutto da solo - ha raccontato Ivana, che abita poco distante -. Proprio poche mattine fa sono passata e ho l’ho visto con una scopa ripulire la piazza appena finito di distribuire la colazione da carte e contenitori».

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana si unisce «alla comunità di Como che piange la morte di don Roberto Malgesini, aggredito questa mattina da un senzatetto a cui il sacerdote aveva portato conforto». In un post su Facebook, Fontana sottolinea: «Da anni Don Roberto all’alba portava i pasti caldi ai poveri della città. Una vita dedicata agli ultimi, un esempio per tutti noi». «Don Roberto amava e curava gli ultimi e ha smesso di vivere per qualcuno che non aveva il diritto di vivere in Italia. Invece di ringraziare Dio e gli italiani per le possibilità che gli danno, li ringrazia a coltellate», queste le parole del leader della Lega Matteo Salvini durante un comizio a Bondeno.

Il presidente della Casa della carità don Virginio Colmegna conosceva bene don Roberto: «Aveva condiviso anche l’esperienza di Casa della carità, quando la nostra Fondazione era agli inizi». «Davanti a questa tragedia non possiamo non pensare a quanto sia necessario continuare a prendersi cura delle persone più fragili, segnate anche dalla sofferenza psichica, che non possono essere abbandonate da sole sulla strada», afferma don Virginio Colmegna.



Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"
Don Roberto Malgesini, 51 anni, è stato ucciso stamattina in piazza San Rocco. Il presunto omicida, un senzatetto tunisino di 53 anni, con problemi psichici, si è costituito
15 settembre 2020

https://milano.repubblica.it/cronaca/20 ... /?ref=fbpr

Don Roberto Malgesini, 51 anni, "un vero prete di strada" come lo descrivono tanti, sempre schierato dalla parte degli ultimi, è stato accoltellato e ucciso stamattina alle 7 a Como in piazza San Rocco. L'aggressione è avvenuta sotto la casa dove abitava il sacerdote, che era originario della Valtellina. Inutili i soccorsi: quando don Roberto è stato ritrovato, era disteso per terra con con diverse ferite da arma da taglio e i sanitari ne hanno solo potuto constatare il decesso.

Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"

Chi era don Roberto Malgesini: il prete che sfidava i divieti per aiutare gli ultimi
di PAOLA COPPOLA

Sul posto è arrivato anche il vescovo Oscar Cantoni ed è forte, appena si è sparsa la notizia della morte del don, la commozione e il dolore tra chi lo conosceva. Il vescovo ha benedetto la salma di don Roberto prima che fosse portata via, e a pochi metri dalla chiesa di San Rocco si è formata una folla di fedeli, tra loro tanti migranti. Molti piangono e si abbracciano. "Dov'è il don? No, non può essere lui", dice uno di loro ad alta voce. Ci sono stati anche dei momenti di tensione tra i parrocchiani e le persone assistite da don Roberto con accuse reciproche di averlo lasciato solo. Una donna italiana e un giovane africano sono anche venuti alle mani fino all'arrivo della polizia.

Il direttore della Caritas, don Roberto Bernasconi, racconta che era consapevole dei rischi che correva e usa anche parole dure per spiegare come si muoveva nel mondo don Roberto: "Era una persona mite, era cosciente dei rischi che correva. La città e il mondo non hanno capito la sua missione". Paragona l'omicidio a un martirio: "Voleva trasmettere un messaggio cristiano attraverso la vicinanza a queste persone. È una tragedia che nasce dall'odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno. Spero che questo suo martirio possa contribuire allo svelenamento della società". E la Diocesi del sacerdote ricorda la bontà: "Era un pezzo di pane". Il sindaco Mario Landriscina ha deciso di proclamare il lutto cittadino.

Como, prete ucciso con una coltellata: il luogo del delitto e le lacrime dei presenti

Da una prima ricostruzione sembra che il sacerdote stesse per iniziare il suo giro di distribuzione delle prime colazioni. Sotto casa, nella canonica, è rimasta la sua Panda grigia con tutto il necessario. Probabilmente ha trovato l'omicida ad aspettarlo: si tratta di un senza tetto, di origini tunisine, di 53 anni. Ospitato da un dormitorio cittadini, l'uomo ha alle spalle diversi decreti di espulsione dal 2015, l'ultimo sospeso a causa del Covid. Non aveva disturbi psichici certificati, ma gli abitanti del quartiere e la Curia lo descrivono come una persona instabile. Spesso era stato visto davanti a un supermercato della zona che urlava o era in stato confusionale. Era una persona che il don conosceva e assisteva e con il quale pare fosse in buoni rapporti. Resta da capire cosa sia successo tra i due, perché non vi sarebbero testimoni dell'aggressione. Don Roberto è stato colpito da varie coltellate, quella letale al collo: il corpo era a una ventina di metri dall'auto, dove c'è un piccolo spiazzo in cui si trovano solitamente gli immigrati. Dopo avere ferito mortalmente il prete, l'omicida è andato a piedi a costituirsi alla caserma dei carabinieri, a poche centinaia di metri da San Rocco. Lì vicino è stata anche ritrovata l'arma usata per il delitto.

Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"

Da anni don Roberto si era schierato dalla parte degli ultimi, apparteneva alla parrocchia di San Bartolomeo. Era il coordinatore del gruppo di volontari che portano ogni mattina un thè caldo o qualcosa da bere ai senzatetto della città. Serviva alla mensa come al dormitorio, aveva confidenza con molte delle persone che incontrava ogni giorno. E le aiutava come poteva. Alla sua vocazione religiosa affiancava una profonda umanità: se qualcuno aveva bisogno di un medico e si rivolgeva a don Roberto, non solo glielo trovava ma spesso lo accompagnava con la sua auto.

Stasera, fa sapere la Diocesi, "di fronte alla tragedia la Chiesa di Como si stringe in preghiera per il suo prete don Roberto e per chi l'ha colpito a morte" con un rosario guidato dal vescovo.

La città di Como nel gennaio del 1999 aveva vissuto un fatto tragicamente simile: a Ponte Chiasso venne ucciso a coltellate il parroco don Renzo Beretta, da un immigrato al quale aveva dato accoglienza


Gino Quarelo
Se l'è cercata ed è stato pagato con il martirio che lo eleverà alla santità e per questo ringrazieranno l'assassino nazi maomettano (vittima innocente delle cattiverie dei bianchi europei e cristiani), anche lui santo come Maometto che Bergoglio ha santificato demonizzando i cristiani (più malvagi di tutti) e incentivando così i seguaci dell'ultimo Profeta a uccidere i cristiani ad uno ad uno e non solo loro ma anche tutti i non mussulmani specialmente se ebrei e israeliani.

Grazie Bergoglio per tutti i cristiani e non che sono morti e che ancora moriranno per mano dei seguaci di Maometto il Grande che tu hai più volte santificato e messo sullo stesso piano "religioso e spirituale" di Gesù Cristo!




Prete ucciso dall'immigrato, Gad Lerner accusa gli italiani "che odiano". E forse Meloni e Salvini...
Luisa Perri
martedì 15 settembre 13:11

https://www.secoloditalia.it/2020/09/pr ... m=facebook

Un orrendo fatto di cronaca. Uno squilibrato tunisino che ha ucciso un prete a Como, diventa occasione di strumentalizzazione politica.

L’ultima delirante provocazione, firmata su Twitter da Gad Lerner, estrapola una frase del direttore della Caritas di Como, per instillare una suggestione. Non detta, ma che traspare in filigrana. Se un immigrato africano ha ucciso un prete è colpa dei sovranisti. Di chi chiede un freno all’immigrazione. Il solito metodo della lista di proscrizione, che l’ex giornalista di Lotta Continua evidentemente non ha dimenticato. Manca solo la foto di Salvini e Meloni, come mandanti dell’omicidio e il resto è fatto.

Ecco che cosa ha scritto Gad Lerner

Gad Lerner scrive un Tweet che rende plastica la differenza tra giornalismo e propaganda. Cita una frase di un’intervista al Giorno di Roberto Bernasconi, direttore della Diocesi di Como. Il quale, dice, sulla morte di Don Malgesini: «È una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno». Il giornalista del Giorno gli chiede se il riferimento sia per esempio relativo alla giunta di centrodestra. Bernasconi precisa, invece di non riferirsi, però al gesto dell’assessora che, nei giorni scorsi, ha tolto una coperta a un senzatetto (“Non c’entra nulla”). «Mi riferisco a chi usa queste persone per portare avanti dei discorsi che sono personali per cui non è che fanno il bene di queste persone. Va messa al centro la persone per quello che è».

La strumentalizzazione sul prete ucciso

Insomma, se Gad Lerner non lo avesse capito, la Caritas di Como ha tirato in ballo propri i portabandiera dell’accoglienza “ideologica”. Quelli come lui. Quelli che strumentalizzano i migranti e gli sbandati come l’assassino di Don Malgesini.

La vera posizione del direttore della Caritas di Como

Se non ci credete, leggete il suo editoriale del maggio di due anni fa, sui senza tetto. «Queste persone – aveva scritto Bernasconi relativamente ai senza tetto di Como – rischiano di essere aiutate male e strumentalizzate da chi porta avanti battaglie ideologiche (per esempio contro le istituzioni), senza pensare che occorre innanzitutto un’accoglienza e un accompagnamento responsabili. Basati su doti umane, preparazione, formazione».

Ecco, se noi ragionassimo come Gad Lerner, diremmo che la Caritas di Como ce l’ha con Gad Lerner. Ma noi non ragioniamo come lui. Grazie a Dio.



Killer tunisino non è pentito: “Il prete è morto come un cane, era giusto così”
16 settembre

https://stopcensura.org/killer-tunisino ... usto-cosi/

Ridha Mahmoudi, il tunisino di 53 anni arrestato per l’omicidio di don Roberto Malgesini, non si è mostrato minimamente pentito di ciò che ha fatto ieri mattina. Un’aggressione e una morte da lui decisa perché “era giusto così”, secondo quanto dichiarato alla polizia della Squadra Mobile e davanti al suo avvocato, Davide Giudici, dicendo che il sacerdote era “morto come un cane”. È quanto ha riportato oggi Il Giorno.

Affermazioni che l’uomo ha reso in uno stato confusionale, che ora dovrà essere meglio compreso per capire se dettato da ciò che aveva commesso, o se da un qualunque genere di disturbo. Dalle verifiche svolte ieri, non sono emersi problemi psichici certificati, ma solo un oggettivo timore di essere perseguitato e cacciato. Dal 2015 aveva accumulato sei denunce per violazione della legge sull’immigrazione, ma prima di questi anni difficili, Mahmoudi aveva avuto una vita regolare in Italia.

La reazione di un utente: “Io non capisco una cosa, ma come si fa ad essere così ingrati verso una persona generosa e che ti dà ospitalità, per giunta di altra fede religiosa? Cioè doveva baciargli i piedi ogni giorno per quello che faceva per lui, e invece lo ha ucciso con una ferocia inaudita. Perché secondo lui era giusto “ucciderlo come un cane”? Signori, qui la pazzia c’entra ben poco, questo elemento è malvagio e non merita alcuna attenuante per ciò che ha fatto. Gli va data l’aggravante della crudeltà e condannato all’ergastolo, punto. Commento postato su Vox.



Don Roberto Malgesini, il ricordo del Papa: "Testimone della carità per i più poveri. Ucciso da una persona bisognosa e malata"
16 settembre 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... a/5933311/

Il pontefice ha ricordato il sacerdote assassinato durante l'udienza generale: "Rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio". Vicinanza ai familiari anche dalla Caritas di Pavia e dai Musulmani d'Italia. Ieri la veglia nella piccola frazione di Regoledo di Cosio Valtellino. Intanto il presunto assassino è in carcere: domani sarà interrogato dal gip

“Desidero ricordare in questo momento Don Roberto Malgesini” . È arrivato anche il ricordo di Papa Francesco per il sacerdote di Como ucciso nella giornata di martedì. Conosciuto come “il prete degli ultimi” per il suo forte impegno nel dare assistenza a migranti ed emarginati, secondo le prime ricostruzioni Malgesini è stato accoltellato da un senzatetto di origini tunisine con problemi psichici. Nel corso dell’udienza generale Bergoglio ha definito il presunto assassino come “una persona bisognosa e malata di testa, che lui stesso aiutava”. Il pontefice nel suo ricordo ha voluto unirsi “al dolore e alla preghiera dei suoi famigliari e della comunità comasca , e come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri”.

Un dolore che si unisce a quello già espresso dalla Caritas diocesana di Pavia: “Ci uniamo con la preghiera ai suoi familiari, alla Diocesi e in particolare alla Caritas di Como con la quale abbiamo condiviso tanti momenti del nostro cammino nella Delegazione Caritas Lombardia. Certi che questi fatti ci devono far riflettere sulla grave situazione in cui molte persone versano e come una miseria sempre più cattiva e aggressiva stia segnando la vita di molti fratelli e sorelle, chiediamo a tutti di non rendere vana la Croce di Cristo, vincendo il male con il bene, e impegnandoci a discernere questo tempo così difficile e complesso”.

Anche i musulmani d’Italia esprimono dolore per la morte del sacerdonte: “Ci giunge la triste notizia dell’uccisione di Don Roberto Malgesini, parroco di Como, conosciuto come il prete degli ultimi, ucciso per mano di un senzatetto affetto da gravi problemi psichici che lo stesso Don assisteva”, dice una nota il presidente dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii), Yassine Lafram.

E mentre la comunità di Como è “attonita” e “orfana”, come l’ha definita il sindaco Mario Landriscina, nella piccola frazione di Regoledo di Cosio Valtellino, da dove proveniva il sacerdote, molti cittadini hanno portato fiori e preghiere. Una vera e propria veglia quella organizzata ieri sera con i componenti della giunta comunale si sono raccolti per pochi minuti per ricordare la figura del sacerdote, insieme alle persone del luogo. “Lavorava senza sosta per aiutare i più bisognosi, senza condizionamenti. Non ha mai puntato ad avere una sua parrocchia da gestire, ma desiderava unicamente stare in mezzo a chi soffre”, sono le parole scelte dal parroco di Regoledo, Vito Morcelli.

Il presunto assassino, intanto, è in isolamento nel carcere del Bassone: si chiama Ridha Mahmoudi, 53 anni, ed è di origine tunisina. Sarà interrogato domani dal gip. Sentito in questura ha ammesso di avere ucciso il prete – peraltro si era costituito lui stesso ai carabinieri – rivendicando l’omicidio sulla base di motivazioni confuse e deliranti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa

Messaggioda Berto » ven mar 19, 2021 8:42 am

Prete ucciso a Como, il tunisino ritratta: "Non sono stato io"
Martina Piumatti
Gio, 17/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1600355299

Ridha Mahmoudi, interrogato dal gip nel carcere di Como, ha cambiato versione: "Non sono stato io a uccidere don Roberto". Il gip convalida l'arresto

Quarantotto ore dopo ha già cambiato versione. Ridha Mahmoudi, il 53enne tunisino reo confesso dell'omicidio di don Roberto Malgesini, ha ritrattato e non ha voluto sottoscrivere il verbale dell'interrogatorio reso in questura, secondo quanto appreso dall'Agi da fonti investigative.

Interrogato questa mattina nel carcere del Bassone (Como) dal giudice per le indagini preliminari ha negato di aver ucciso il sacerdote. "Non sono io l'autore del delitto, non c'entro nulla" ha detto di fronte al gip. Appena due giorni fa il 53enne si era costituito ai carabinieri ammettendo il gesto e fornendo dettagli e motivazioni. Don Roberto sarebbe stato colpevole di un complotto ordito per rispedirlo nel suo Paese di origine. E per questo meritava di "essere ucciso come un cane", aveva specificato. Adesso però le cose sarebbero andate diversamente.

Nel corso dell'interrogatorio in carcere, Mahmoudi attribuisce tutta la colpa allo Stato. Insomma gli unici responsabili dell'omicidio sarebbero le istituzioni, in particolare il prefetto, colpevole di aver emesso due provvedimenti di espulsione a suo carico. Il primo in sospeso perché impugnato, il secondo non eseguito per via del blocco aereo causa coronavirus. Per il gip, come già anticipato ieri da fonti della questura di Como, l'uomo sarebbe capace di intendere e di volere. E dunque imputabile. Il dietrofront del tunisino sarebbe un cambio di strategia in corsa secondo l'assessore regionale alla sicicurezza Riccardo De Corato. "Il gip conferma che Radhi Mahmoudi, l'omicida di don Roberto Malgesini, è imputabile, cioè capace di intendere e di stare nel processo. Per tutta risposta, il tunisino, che probabilmente confidava nell'infermità mentale per farla franca, ha ritrattato affermando di non essere stato lui ad uccidere il sacerdote", ha commentato l'assessore. E a confermarlo sarebbero proprio le dichiarazioni del legale di Mahmoudi che sta già valutando la richiesta di una perizia psichiatrica del suo assistito, attualmente in isolamento al carcere del Bassone per precauzione anti contagio. "Valuteremo questo aspetto è probabile. Faremo una valutazione sulla base della convalida e se necessario presenterò istanze ai giudici ", aveva specificato l'avvocato Davide Giudici all'Adnkronos. queste le parole dell'ex vice Sindaco di Milano ed assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato in merito all'interrogatorio avvenuto questa mattina del senzatetto clandestino che si era costituito alle forze dell'ordine dopo l'aggressione. A condurre l'inchiesta il pm Massimo Astori, lo stesso che ha seguito le indagini della strage di Erba.

Intanto stamattina la salma di don Roberto Malgesini è partita, su richiesta dei familiari, per Regoledo di Cosio (Sondrio), il paesino della Valtellina dove era nato e dove vivono i genitori e i tre fratelli. I funerali saranno celebrati dal vescovo di Como Oscar Cantoni. Il feretro, sempre su richiesta dei parenti, ha fatto una sosta davanti alla chiesa di San Rocco, dove il don viveva e dove 20 metri più in là, nella piazzetta, è stato ucciso. A salutare per l'ultima volta il prete degli ultimi, i fedeli e molti dei senzatetto che aveva sempre aiutato. Anche alle sette del 15 settembre quando è stato colpito a morte proprio da uno di quegli "ultimi".



I tunisini sono la prima nazionalità negli sbarchi. Ben 8.263 dall'inizio dell'anno fino a ieri. Il 41% del totale degli arrivi illegali via mare.

Tutti irregolari, che dovrebbero essere rimandati a casa, come l'assassino di don Roberto Malgesini da quasi 30 anni in Italia. Il Viminale grazie all'accordo con il governo di Tunisi, ha ricominciato, appena dal 10 agosto, a rimpatriarne 80 a settimana in comodo volo charter. Prima c'era l'emergenza covid, che ha sospeso le espulsioni compresa quella dell'accoltellatore del prete. Niente navi traghetto, ben più capienti, per non urtare la suscettibilità dello scassato esecutivo oltre il Mediterraneo. Avanti di questo passo ci vorranno 103 settimane, ovvero due anni, per riportare a casa solo il numero equivalente degli irregolari arrivati quest'anno. Il problema è che in Italia abbiamo circa 600mila immigrati che non hanno diritto a rimanere da noi. E tanti sono tunisini che restano lo stesso con più decreti di espulsioni sulle spalle e reati come l'omicida di Como.



Irregolari, rimpatri a ostacoli. E in 600mila restano in Italia
Fausto Biloslavo
Mer, 16/09/2020

www.ilgiornale.it/news/politica/irregol ... 90301.html

Quest'anno da Tunisi sbarcati in 8mila. Fino ad agosto stop ai charter causa virus. E fallisce l'ipotesi delle navi

I tunisini sono la prima nazionalità negli sbarchi. Ben 8.263 dall'inizio dell'anno fino a ieri. Il 41% del totale degli arrivi illegali via mare.

Tutti irregolari, che dovrebbero essere rimandati a casa, come l'assassino di don Roberto Malgesini da quasi 30 anni in Italia. Il Viminale grazie all'accordo con il governo di Tunisi, ha ricominciato, appena dal 10 agosto, a rimpatriarne 80 a settimana in comodo volo charter. Prima c'era l'emergenza covid, che ha sospeso le espulsioni compresa quella dell'accoltellatore del prete. Niente navi traghetto, ben più capienti, per non urtare la suscettibilità dello scassato esecutivo oltre il Mediterraneo. Avanti di questo passo ci vorranno 103 settimane, ovvero due anni, per riportare a casa solo il numero equivalente degli irregolari arrivati quest'anno. Il problema è che in Italia abbiamo circa 600mila immigrati che non hanno diritto a rimanere da noi. E tanti sono tunisini che restano lo stesso con più decreti di espulsioni sulle spalle e reati come l'omicida di Como.

Fino al 16 luglio erano stati sospesi i rimpatri dei tunisini a causa dell'emergenza virus. E i voli charter sono un esborso non indifferente. Secondo le stime di Frontex, il costo del rimpatrio di una singola persona va dai 4mila ai 6mila euro. Nel 70 per cento dei casi è necessario ricorrere alla procedura coatta, predisponendo voli charter con le adeguate misure di sicurezza. In pratica ci vogliono due agenti di polizia ogni irregolare. E' capitato che per espellere 29 tunisini sono serviti 74 accompagnatori per un costo complessivo di circa 115 mila euro.

Dal 16 luglio, su richiesta del governo di Tunisi e per le regole anti Covid, i rimpatri erano dimezzati. Ogni settimana partivano 40 irregolari. Ed è andata avanti a singhiozzo fino ai primi di agosto, con un centinaio di tunisini rimpatriati. In tutto dal primo giugno al 3 agosto sono stati rimandati a casa 266 irregolari (116 verso la Tunisia e 103 in Albania). Fra questi non c'era l'assassino di Como, che aveva ottenuto dalla vittima, prima di accoltellarlo, un avvocato per fermare la doppia espulsione.

«Dal 10 agosto dopo l'interruzione per il periodo di lockdown» si è tornati «a rimpatriare su voli charter verso la Tunisia fino ad un massimo di 40 cittadini tunisini a viaggio» si legge sul sito del Viminale. Per poi arrivare «come già previsto dagli accordi con il paese nord africano a voli bisettimanali con partenze il lunedì e il giovedì che consentiranno di allontanare 80 irregolari a settimana».

Per accelerare i rimpatri dei tunisini il governo aveva ipotizzato l'utilizzo di una nave traghetto, come quelle per la quarantena dei migranti al largo della Sicilia. Il governo in crisi di Tunisi, però, ha risposto picche. E siamo all'assurdo, che davanti all'ambasciata italiana si tengono manifestazioni di protesta dei familiari dei clandestini sbarcati da noi per reclamare il rispetto dei diritti umani dei migranti e opporsi alle procedure di espulsione dal nostro Paese.

I tunisini sono la punta dell'iceberg dei 600mila irregolari stimati in Italia su 5.306.548 stranieri nel 2020 secondo l'Istat. Le stime sono incerte, ma si suppone che circa 200mila siano colf, badanti e baby sitter. Altri 200mila lavorerebbero in nero nei campi. La sanatoria caldeggiata dal ministro delle politiche agricole, Teresa Bellanova, è stata un mezzo flop. Al 31 luglio sono arrivate appena 148.594 le domande di regolarizzazione degli immigrati per chiedere il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. La maggioranza, 128.179, riguarda i rapporti di lavoro domestico e appena 19.875, ben lontane dalle previsioni, sono relative ad agricoltura e pesca. Anche se andranno tutte in porto rimarranno in Italia 450mila immigrati irregolari.
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