Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » ven mar 30, 2018 12:34 pm

Marocchini, algerini e tunisini i più violenti
18 febbraio 2016
http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/149098/ ... lenti.html

DUESSELDORF L'equazione più immigrati nordafricani, uguale più delinquenza, trova una chiara conferma statistica negli ultimi dati relativi al 2015 resi noti ieri dal Ministero degli interni del Land del Nord Reno-Vestfalia, che è la regione con la percentuale più alta di rifugiati e immigrati, anche clandestini, in tutta la Germania.

Esaminiamo più da vicino le cifre: secondo quanto si legge nel rapporto, nel corso del 2015, prima cioè, che esplodesse il "caso Colonia", la polizia ha arrestato 6.444 marocchini, con un aumento percentuale degli arresti del 353 per cento rispetto all'anno precedente. Simili indicazioni valgono per gli algerini: 6.790 unità, con un incremento del 299 per cento. Cifre impressionanti, inequivocabili. Una percentuale particolarmente elevata di giovani uomini di questi due paesi di provenienza si era già resa responsabile di reati penali negli anni precedenti.

Le autorità del Nord Reno-Vestfalia forniscono indicazioni chiare anche riguardo al numero dei reati che figurano nella statistica criminale: a commettere fatti penalmente rilevanti sono stati 6.208 cittadini marocchini, rispettivamente 4.995 algerini, mentre i tunisini registrati sono stati 1.084. Dati, anche in questo caso, statisticamente improntati ad un aumento. Un'altra indicazione riguarda il numero assoluto di questi reati commessi nell'area del Reno e della Ruhr. Gli algerini ne hanno fatti registrare 13 mila, ovvero il doppio rispetto al 2014. I marocchini 14.700 unità. I tunisini, invece, hanno commesso complessivamente 2000 reati. Nel documento si dice esplicitamente che "cittadini di provenienza nordafricana sono sovrarappresentati nella statistica della criminalità, soprattutto nelle grandi città".

Inoltre, si specifica, "emerge che si tratta spesso di immigrati di età giovane che sono giunti in Germania soli". I reati commessi più di frequente sono quelli contro il patrimonio e contro l'integrità della persona. La Polizia del Nord Reno-Vestfalia, in questo ambito, ha fatto scattare 3.863 procedure penali, molte delle quali a Colonia e a Düsseldorf: città nelle quali, si ricorda, l'impegno della polizia nei confronti dei nordafricani è forte e costante da diversi anni ormai, in "primis" per sventare furti e rapine e per sedare risse, che sovente sono conseguenza del diffuso abuso d'alcol e di droghe.

Poi, il Ministero degli interni regionale, fornisce anche un'indicazione che la dice lunga sull'entità del problema dell'immigrazione violenta in Germania: emerge che "statisticamente, profughi e richiedenti l'asilo - dal punto di vista generale - si rendono raramente responsabili di fatti penalmente rilevanti", mentre, come visto, il grado del coinvolgimento degli immigrati provenienti dal Nord Africa in fatti di ordinaria criminalità, è considerato "estremamente preoccupante" da chi opera sul terreno. Spulciando nel rapporto delle autorità, cifre alla mano, si evince che "di cento marocchini, il 33,6 per cento, nel 2015, ha commesso reati, di altrettanti algerini la quota sale al 38,6 per cento". E ancora: "L'incrocio statistico tra coloro che hanno commesso reati, sospettati e denunciati, mostra in modo chiaro che in questa categoria vi sono persone che hanno commesso reati in modo grave e reiterato".

Come risolvere questo problema, che in Germania è percepito come una vera e propria emergenza sociale? Il Governo federale, soprattutto dopo i fatti di Colonia di inizio 2016, ha più volte rimarcato di voler accrescere il numero dei respingimenti, in primis da parte di chi proviene da nazioni ritenute sicure. Ma i problemi sul tavolo non sono di semplice soluzione, anche perché gli Stati toccati non hanno finora dimostrato di voler collaborare. Berlino, anche per questo, deve proseguire negli sforzi diplomatici in linea con le indicazioni fornite da Bruxelles.


Crimini dei nazisti maomettani marocchini in Europa
viewtopic.php?f=188&t=2753
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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » mer apr 04, 2018 12:32 pm

Winnie Mandela, la truffatrice pluriomicida che bruciava vivi i “traditori”
Eugenio Palazzini
3 mar , 2018

http://www.ilprimatonazionale.it/esteri ... tori-82776

“La paladina della lotta contro l’apartheid”, colei che “fece innamorare Nelson Mandela alla fermata dell’autobus”, la “madre del Sudrafrica” che rappresentava la liberazione dei neri perseguitati. Winnie, la moglie di Madiba, morta ieri a 81 anni, è descritta così nei titoli dei giornali di mezzo mondo. Una sorta di eroina con giusto qualche macchia quasi inevitabile per chi ha vissuto a lungo in prima linea lottando contro le ingiustizie. Il classico personaggio intoccabile, pena l’accusa di razzismo sic et simpliciter. Eppure, come sovente accade, se volessimo evitare di cadere nel banale compianto, e noi da bravi cocciuti vogliamo proprio evitarlo, si scoprono facilmente diversi scheletri nell’armadio di questa icona del secolo scorso.

Chi era dunque Winnie Mandela? Giudicata prorompente e di una bellezza folgorante, sposò Madiba e da lui ebbe due figli. A differenza di Nelson, la signora Mandela fu per tutta la vita una strenua sostenitrice della violenza politica. Facilmente traducibile con: violenza nei confronti dei bianchi considerati oppressori. Per molti anni a capo dell’African National Congress Women’s League, è stata poi membro del Comitato Esecutivo Nazionale dell’ANC. Nel 1986 venne coinvolta nei casi cosiddetti di ’necklacing’ (la tortura dello pneumatico), quando sospetti traditori furono bruciati vivi con questa atroce tecnica: veniva messo loro sulla testa uno pneumatico imbevuto di benzina, al quale veniva dato fuoco. Necklacing, da necklace, collana, perché in molti casi le vittime venivano legate mani e piedi e poi veniva messo loro uno pneumatico al collo, a volte forzandolo sulle spalle per immobilizzarle, proprio come una collana stretta al massimo. Si tratta di una tecnica di tortura inventata negli anni ottanta in Sudafrica e tuttora particolarmente in voga tra gli spacciatori di droga brasiliani, che l’hanno ribattezzata micro-ondas, con il chiaro riferimento al forno a microonde. “Con le nostre scatole di fiammiferi e le nostre collane libereremo questo Paese”, dichiarò entusiasta la paladina della lotta contro l’apartheid.

Nel 1987 Winnie Manedale fu condannata a sei anni per complicità in rapimento e aggressione nell’ambito del caso dell’uccisione del 14enne Stompie Moeketsi, accusato di essere un agente del regime bianco. Condanna poi ridotta in appello al pagamento di una semplice sanzione. Con i fondi dei sostenitori residenti all’estero, la signora Mandela si costruirà in seguito una villa a Soweto, giusto per rimarcare l’importanza del riscatto dei neri. Nel 1992 fu accusata di aver ordinato l’uccisione del dottor Abu-Baker Asvat, medico di famiglia indiano che curava gratuitamente i poveri di Soweto. Il ruolo della signora Mandela fu successivamente dimostrato nel corso delle udienze della Commissione per la verità e la riconciliazione nel 1997. L’assassino, un ventenne zulu di nome Cyril Mbatha, dichiarò durante il processo che fu Winnie Mandela a dargli personalmente la calibro 9 con la quale commise il delitto, offrendogli una ricompensa di 20 mila rand (sette milioni di lire). Nel 1995 il marito Nelson la licenziò dal governo perché accusata di corruzione.

La Commissione per la verità e la riconciliazione sancì la “responsabilità politica e morale per le gravi violazioni dei diritti umani” commesse dalla donna durante gli anni della lotta anti apartheid. Come se non bastasse, l’immagine di Winnie venne definitivamente compromessa dopo le accuse mossele dalla sua guardia del corpo, Jerry Musivuzi Richardson, che le imputò diversi rapimenti e uccisioni. Dulcis in fundo, nel 2003 l’ormai ex moglie di Madiba fu giudicata colpevole di 43 capi di imputazione per frode e 25 per furto per un totale di un milione di rand (circa 80mila euro). Venne condannata a cinque anni di carcere duro, ma anche questa volta le fu ridotta la pena a tre anni e mezzo con la condizionale. Un curriculum di tutto rispetto, praticamente immacolato.



https://it.wikipedia.org/wiki/Winnie_Madikizela-Mandela


Il «tradimento» di Winnie Mandela, madre del Sudafrica
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... d=AEe0tjRE
Winnie, di una bellezza folgorante e una personalità prorompente, tradì Nelson Mandela. Non nel senso più banale, quello fisico. Tradì Madiba nell'essenza del suo messaggio politico: la Rainbow Nation, la necessità di perdonare e dimenticare la mostruosa ingiustizia dell'apartheid per costruire il nuovo ...


Winnie Mandela morta, addio all'ex moglie di Nelson: combattè al suo fianco contro l'apartheid
2 aprile 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... id/4266208

È morta Winnie Madikizela Mandela, ex moglie di Nelson Mandela. Aveva 81 anni. La donna, attivista per quasi quattro decenni delle campagne contro l’apartheid, ebbe due figli dall’ex presidente del Sudafrica e nel corso della sua vita è stata coinvolta in diversi scandali. La notizia è stata data dalla Bbc, citando il suo assistente personale.

Nata a Mbizana il 26 settembre del 1936, Winnie Mandela è stata in politica per molti anni in lotta per porre fine al governo della minoranza bianca. Ha ricoperto a lungo il ruolo di vertice dell’African National Congress Women’s League ed è stata membro del Comitato Esecutivo Nazionale dell’African National Congress.

La donna connobbe Mandela nel 1956 e divenne sua moglie due anni più tardi. Cinque anni dopo, il suo ingresso in politica in contemporanea con l’arresto del futuro premio Nobel per la Pace con il quale ha condiviso tutta la lunga battaglia contro l’apartheid.

Tuttavia, negli anni la sua reputazione venne macchiata da scandali politici e legali: nel 2003 l’ex moglie di Madiba fu, infatti, giudicata colpevole di 43 capi di imputazione per frode e 25 per furto per un totale di un milione di rand (circa 80mila euro), relativi a una tentata truffa ai danni di una banca sudafricana. Venne condannata a 5 anni di carcere duro, ma la pena fu ridotta a tre anni e mezzo con la condizionale.
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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » mer apr 25, 2018 9:25 am

Il giallo di macerata - le intercettazioni choc in carcere di lucky desmond e awelima lucky
Da www.liberoquotidiano.it
24 apr 2018

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 172312.htm

Sono state trovate tracce del Dna di un terzo individuo sul corpo di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa e fatta a pezzi a Macerata. Oltre alle tracce biologiche di Innocent Oseghale, arrestato con altri due nigeriani per omicidio e vilipendio di cadavere, sul corpo della ragazza c'erano anche i segni del secondo incontro avuto poche ore prima di morire, quello con un uomo del posto col quale avrebbe avuto un rapporto sessuale in cambio di un passaggio in stazione.

Secondo le prime ipotesi degli inquirenti, le nuove tracce di dna ritrovate sul corpo della Mastropietro appartengono a un bianco, caucasico, che la diciottenne romana avrebbe incontrato prima di lasciare la comunità di recupero "Pars" di Corridonia. Nessuna traccia del dna degli altri due nigeriani, Lucky Desmond e Awelima Lucky, accusati di aver aiutato Oseghale a smembrare il corpo, ma si attendono i risultati degli esami sulle tracce di sangue trovate sui loro vestiti che potrebbero appartenere a Pamela. A quel punto le ipotesi degli investigatori potrebbero trovare ulteriori conferme sul loro coinvolgimento diretto nell'omicidio e nel tentativo fallito di nascondere il cadavere fatto a pezzi in due trolley.

2 - OMICIDIO DI PAMELA MASTROPIETRO, INTERCETTAZIONI CHOC SUI NIGERIANI
Paola Pagnanelli per https://www.ilrestodelcarlino.it

«Questa è una cosa da bambini, abbiamo già fatto cose terribili. Oseghale avrebbe dovuto far sparire il cadavere tagliandone una parte a pezzettini da gettare nel gabinetto, e mangiando nel tempo il restante, dopo averlo congelato».

È uno stralcio delle intercettazioni fatte in carcere, nella cella dove sono detenuti Lucky Desmond e Awelima Lucky due degli arrestati – con Innocent Oseghale – con le accuse di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere della diciottenne romana Pamela Mastropietro. Le parole vengono citate dal giudice Giovanni Manzoni, nell’ordinanza con cui impone ai tre un’altra misura cautelare, sempre in carcere, per l’accusa di spaccio.

L’accusa si fonda su vari elementi, raccolti dal procuratore capo Giovanni Giorgio con i carabinieri. Ci sono le affermazioni degli indagati: intercettati in carcere, Desmond e Awelima parlano della loro attività di spaccio di eroina e marijuana, svolta in città vicino a un istituto superiore, alla stazione, ai giardini Diaz, e a Montecassiano, vicino all’albergo dove era ospitato Awelima, per incarico di Oseghale.

Tra l’altro, Desmond ammetterebbe anche di aver dato a Innocent Oseghale l’eroina, richiesta da Pamela, e poi Oseghale avrebbe fatto il suo nome con i carabinieri perché arrabbiato con lui: «Noi stiamo cercando sempre più soldi, perché vogliamo essere più ricchi». Desmond si vanta anche di aver fatto parte di una organizzazione criminale in Nigeria, e di non essere mai stato arrestato in Italia: se non ci fosse stato il caso di Pamela non lo avrebbero mai preso.

Poi ci sono le indagini condotte dalla Finanza: è emerso che Oseghale ha movimentato con numerose carte postepay 26.776 euro, mandandoli in parte in Nigeria, e Desmond fino al novembre 2017 aveva mandato 1.371 euro in Austria e a Fermo, pur non avendo mai lavorato in Italia. Ancora, i carabinieri hanno rintracciato numerosi clienti dei tre nigeriani, che avrebbero più volte comprato da loro gli stupefacenti. Le indagini sono comunque ancora in corso.

Ieri pomeriggio i carabinieri del Reparto operativo hanno fatto un nuovo sopralluogo nella mansarda di via Spalato, alla presenza degli avvocati Simone Matraxia e Giuseppe Lupi che, con il collega Gianfranco Borgani, assistono gli indagati.
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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » sab apr 28, 2018 8:12 pm

Volete i profughi africani? Prendete gli afrikaaner (intorno al genocidio dei bianchi sudafricani) – di Matteo Donadoni

https://www.riscossacristiana.it/volete ... o-donadoni

Nessuno lo dice, i governi occidentali lo ignorano volentieri, ma quanto sta avvenendo in Sud Africa deve essere urlato dai tetti. Non fosse altro che per il timore che il Sud Africa di oggi potrebbe essere l’Europa di domani.
Cosa accade? I cari vecchi Xhosa della pace arcobaleno dello zio Mandela stanno massacrando i Boeri, che, per la cronaca, stavano in quella regione semidisabitata prima degli Inglesi e prima dell’immigrazione incontrollata di africani neri, ovvero il sottogruppo Bantù chiamato Zulù. Ma a nessuno importa dei bianchi africani. Dove stanno le ONG della salvezza? Se vengono stuprate delle – presunte ricche – ragazze bianche non importa alle anime belle del politically correct.
Come hanno ridotto alla miseria, al colera e alla disperazione senza ritorno il granaio dell’Africa, la Rhodesia, ora stanno precipitando la potenza nucleare afrikaans nel terzo o chissà quarto mondo, presto per dirlo, ma certo precipiteranno. Cosa accade quindi nel glorioso Sud Africa delle vuvuzelas, il più sofisticato strumento musicale mai prodotto dal genio nero? Succede che nelle centrali di polizia, ormai occupate da soli neri, si dorme. Ragion per cui nessuno accorrerà a salvare le suddette ragazze afrikaaner, ma nemmeno le nonne e, perché no, i bambini, dallo stupro e dalla strage nelle fattorie dei bianchi che, fino a prova contraria producono l’unico cibo esistente nel paese del successo nero. E già si comincia a importare.

Succede anche altro, succede che, se un nero guidando male magari provoca un incidente stradale con un bianco e quest’ultimo, per un sussulto di moralità, osa lamentarsi, verrà quasi certamente accoltellato nell’indifferenza generale, come successo a Potchefstroom, la vecchia capitale del Transvaal.
Succede che nel Paese delle opportunità se un bianco sta pesando la frutta al supermercato delle opportunità e, distratto dal prezzo, magari si dimentica di rimanere guardingo, può venire opportunamente accoltellato alla schiena solo in quanto bianco.
Oppure accade che nelle buone scuole del nuovo Sud Africa i bambini bianchi vengano picchiati dai compagni neri, molto più numerosi, senza che il personale alzi un dito. Succede. Succede alla faccia dell’Apartheid, il vecchio regime razzista dei bianchi, sotto il quale queste cose non accadevano. Non accadeva ai discriminati di vivere barricati peggio che in galera.
Nel nuovo Sud Africa delle parità le agenzie di collocamento, gestite unicamente da persone di colore, i bianchi non trovano lavoro semplicemente perché non-neri. Altro esempio: la Sud Africa Airways è un fallimento completo che non è stato in grado di mantenere la testa fuori dall’acqua per oltre un decennio. Altro che volare. Anche se esistono ingegneri sudafricani con un’esperienza molto ricercata, la SA si rifiuta di assumerli: perché sono bianchi.
È possibile osservare il crollo dell’intero Paese dei diamanti scrutando attraverso il riflesso di una delle sue capitali: Joburg la città dell’oro. Il fallimento Johannesburg significa Sud Africa in fallimento. E il castone di questa pietra è il “The Carlton Hotel”, l’hotel a cinque stelle – a forma di Y rovesciata che si affacciava sul Carlton Centre, l’edificio più alto dell’Africa, una volta fiore all’occhiello nel mondo dell’edilizia, un ricco status symbol per Johannesburg, oltre che uno stabilimento di fama internazionale. L’hotel da 600 camere, costruito in sette anni, venne aperto nel 1972 e chiuso nel 1997 (oggi è abbandonato) perché era diventato troppo pericoloso per i clienti rimanere lì, nel caso avessero osato avventurarsi nelle strade circostanti.
Cosa è successo alla città più prospera e avanzata dell’Africa?
La città non consiste più in una rete integrata di strade e quartieri, ma piuttosto in una serie di vie, diciamo arteriose, che danno accesso a una proliferazione di “cluster” racchiusi da alte mura e recinzioni di sicurezza. Fuori immondizie e degrado.
Non solo. Nelle zone agrarie accade di peggio.
Dall’avvento al potere di Nelson Mandela a oggi pare siano stati massacrati quasi 70.000 bianchi, per odio razziale. Non è la povertà il fattore scatenante, ma l’odio: prendiamo in considerazione che la gente bianca costituisce solo il 9% (4.500.000) della popolazione del Sud Africa e il tasso di omicidi di nero-su-bianco è del 95% del totale.
Gli episodi sono moltissimi e regolarmente riportati dai canali d’informazione locale. Il caso più famoso riguarda quanto successo qualche tempo fa alla famiglia Potgieter: Attie, il papà, torturato pugnalato 151 volte, la moglie torturata a morte e il piccolo Willemien, soli 2 anni, immerso nel sangue dei genitori e poi ucciso con un colpo di pistola alla testa. Poteva andar peggio, il bambino poteva finire bollito come è successo a un altro ragazzo. Molto più recente, l’omicidio della bella Hannah Cornelius, stuprata, strangolata e scaricata in un campo. Si è salvata invece la signora di Ermelo cui hanno amputato le dita dei piedi per gioco. Il Sud Africa ha il più alto tasso di stupri il mondo e il secondo più alto tasso di omicidi, la qual cosa rende il Paese più pericoloso rispetto alla maggior parte dell’Iraq.
“Quando è stata l’ultima volta che hai letto dei bianchi che irrompevano nelle case dei neri, aggredendo brutalmente e uccidendo i neri anziani nei loro letti?” chiede con un commento internet un cittadino che non si sa se definire più ingenuo che sbigottito. Qualcuno prova a difendersi. Molti si rinchiudono in villaggi blindati come la bella realtà di “Orania”, di cui varrebbe la pena parlare. Tuttavia, fare domanda per una pistola in Sud Africa è un incubo burocratico che finisce quasi sempre nel fallimento, anche se ormai possedere almeno un’arma, più che necessario, è vitale in ogni azienda agricola. Tutto ciò, sia chiaro, nella stessa repubblica in cui la polizia perde 1.000 pistole l’anno, che finiscono opportunamente in mani criminali.
Potremmo continuare cosi per quasi settantamila volte. Tutti zitti i giornali radical-chic italiani. Gli stessi che fecero risolini derubricando a folklore l’assassinio dell’attivista bianco Terrè-Blanche o che forse, in preda ad auto-razzismo, pensano che stia bene così.
Le ultime elezioni, tenutesi nel febbraio scorso a seguito della caduta del presidente Jacob Zouma, dimessosi e agli arresti per corruzione, hanno visto la vittoria del candidato di colore Matamela Cyril Ramaphosa (Soweto 1952) avvocato, politico, sindacalista e Gran Consigliere dell’Ordine del Baobab, ex vice primo ministro. Se la levatura politica del corrotto Zouma è grosso modo riassumibile nella vignetta che lo ritrae con una cuffia da doccia in testa, in riferimento a quella volta che si giustificò, nel corso di un precedente processo (fra l’altro vinto) per lo stupro di una giovane donna sieropositiva, affermando di essersi protetto dall’hiv facendosi una doccia, il primo provvedimento preso dal nuovo governo è la legge sull’esproprio delle terre ai bianchi per regalarle ai neri.
D’altra parte Julius Malema, il leader di un altro partito del black power, quello dei “Combattenti per la libertà economica” (altro nome per i soliti comunisti), descritto dall’ex presidente Zouma come futuro padre del Sud Africa ha rassicurato: “I bianchi dovrebbero essere felici, non abbiamo chiesto il genocidio”, per ora. Testualmente: “Whites must be happy we are not calling for genocide”.
La verità è che la “zimbabwizzazione” nazionale è ineluttabile, mentre i bianchi non hanno un futuro in Sud Africa. Chi ne ha la possibilità sta scappando in Australia o in Nuova Zelanda, gli altri aspettano il loro turno. Salviamoli.
Volete l’immigrazione africana? Benissimo: il governo organizzi subito un ponte aereo per salvare la vita a 800.000 di potenziali profughi Boeri – la cifra è per difetto, perché nei campi abusivi, allestiti nei parchi in cui i loro nonni li portavano per i pic-nic dei giorni di festa, ci sono già circa 450.000 persone in condizioni igieniche precarie. Sono bravi medici, ottimi contadini, artigiani e professori. Ma, soprattutto, non stuprano, né fanno a pezzi ragazze italiane per mangiarle o metterle nei trolley.
https://www.politicalanalysis.co.za/201 ... engineers/
https://af.reuters.com/article/africaTe ... B23N-OZATP
https://www.defendevropa.org/2018/other ... th-africa/
http://americanfreepress.net/70000-whit ... an-legacy/
https://www.news24.com/SouthAfrica/News ... e-20110525
https://news.africaintouch.co.za/articl ... media,359/
https://www.timeslive.co.za/news/south- ... 2-27-watch–man-threatened-with-knife-in-alleged-road-rage-incident/
https://www.cfr.org/blog/ramaphosa-conf ... uth-africa
http://www.plaas.org.za/sites/default/f ... %20web.pdf
https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/02/ ... it-178599/
https://www.internazionale.it/opinione/ ... -sudafrica
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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » mar mag 01, 2018 12:48 pm

Oggi i cristiani della Nigeria, domani i cristiani dell'Europa
Giulio Meotti
01/05/2028

https://it.gatestoneinstitute.org/12234 ... -cristiani

In genere, l'Africa fa breccia nell'Occidente quando i terroristi attaccano obiettivi occidentali. Per cominciare, nel 1993 in Somalia, furono abbattuti due elicotteri militari americani Black Hawk. Poi, al-Qaeda attaccò nel 1998 le ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania. E ancora, di recente, lo Stato islamico ha pubblicato un video che mostrava l'uccisione di quattro soldati americani in un agguato in Niger lo scorso ottobre. Ma l'Occidente è rimasto in silenzio. Non sembra preoccuparsi del genocidio perpetrato dai terroristi islamici che sta sterminando in Nigeria la più grande comunità cristiana dell'Africa.

Di recente, il Colosseo a Roma è stato illuminato di rosso per protestare contro le persecuzioni dei cristiani. A illuminare il simbolo più famoso dell'Italia è stata la fondazione "Aiuto alla Chiesa che soffre" per attirare l'attenzione sugli intensi e massicci massacri perpetrati contro i cristiani.

In un articolo apparso su The Spectator, Douglas Murray si chiede a giusto titolo: "Chi proteggerà i cristiani nel nord della Nigeria?". Nell'ultimo attacco, 15 villaggi cristiani hanno subito una "pulizia" etnica e religiosa. Prima, i musulmani hanno saccheggiato le città cristiane, eliminando tutti i simboli religiosi, e poi hanno ucciso 19 cristiani . In un solo mese, più di 80 cristiani sono stati trucidati, spesso a colpi di machete.

Non passa giorno in Nigeria senza che i cristiani vengano fatti a pezzi, nelle scuole, nelle chiese e nelle loro abitazioni. È un progetto di pulizia etnica equivalente alle terribili notizie che arrivano dalla Siria.

I "talebani africani" sembrano dediti a sterminare i cristiani e imporre la legge islamica della sharia in tutto il paese. Nella logica diabolica dell'Islam politico, i cristiani sono considerati "indegni di vivere".

La Nigeria, tra tutti gli Stati post-coloniali africani, un tempo era considerata come il "paese modello", quello dove i magistrati neri amministravano la giustizia con in testa la candida parrucca bianca dei loro colleghi britannici. Oggi, quel paese vive sotto una sanguinaria apartheid delle religioni, insanguinato da una guerra dichiarata da una "orda" che vuole "islamizzare la nazione", come lo scrittore nigeriano premio Nobel per la Letteratura, Wole Soyinka, ha definito i terroristi.

Il vescovo della diocesi di Kafanchan, Joseph Bagobiri ha fornito la contabilità degli attacchi islamisti solo nella sua area: "53 villaggi bruciati, 808 persone uccise e 57 ferite, 1.422 case e 16 chiese distrutte". Sono 1,3 milioni i cristiani fuggiti in zone più sicure del paese. Si tratta davvero di "pulizia" etnica e religiosa.

Secondo Philip Jenkins, uno dei massimi esperti di Cristianesimo, è in Nigeria che verrà deciso l'equilibrio tra l'Islam e il Cristianesimo in Africa. Il "destino religioso della Nigeria potrebbe essere un fattore politico di immensa importanza nel nuovo secolo", ha scritto Jenkins.

Questo è il motivo per cui gli islamisti massacrano i cristiani. La Nigeria è in cima alla lista nera dei paesi a maggiore persecuzione dei cristiani: solo nel 2015, in questo paese sono stati uccisi più della metà degli oltre 7.000 cristiani trucidati in tutto il mondo. Lo scorso febbraio, mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump era a colloquio con il suo omologo nigeriano, Muhammadu Buhari, emergeva un rapporto che parla di 16 mila cristiani assassinati in Nigeria dal giugno 2015. Il rapporto della Società internazionale per le libertà civili e lo stato di diritto ha rivelato:

"Si stima che 16 mila morti siano nello specifico costituiti da 2.050 vittime di violenza diretta da parte dello Stato, 7.950 vittime della custodia della polizia o uccisioni perpetrate durante la reclusione per profiling razziale e per la scorretta gestione di indagini poliziesche, 2.050 vittime dell'insurrezione di Boko Haram e 3.750 vittime di atti terroristici ad opera dei pastori Fulani".

I musulmani estremisti non solo macellano i cristiani; distruggono anche i loro luoghi di culto. Almeno duemila chiese cristiane sono state rase al suolo da Boko Haram nella sua campagna per cacciare tutti i cristiani dalla Nigeria settentrionale.

Nel 1987, i musulmani estremisti avevano iniziato a inneggiare lo slogan "Solo l'Islam!", mentre attaccavano chiese e negozi cristiani. L'obiettivo di questi massacri perpetrati dai musulmani sembra essere quello di cambiare la geografia religiosa e demografica del continente africano cancellando la storica linea di demarcazione che taglia orizzontalmente l'Africa centrale nella sua parte più ampia dal Senegal islamico alla Somalia. Tutto ciò che resta del Dar al Harb ("la terra della guerra"), deve diventare Dar al Islam, ("la terra dell'Islam). La Nigeria, il più grande mosaico di fedi religiose del mondo è al centro di questo progetto. Pertanto, i musulmani estremisti attaccano ripetutamente i fedeli cristiani, spesso durante la celebrazione delle loro funzioni religiose.

Il vescovo cattolico nigeriano Hyacinth Egbebo ha avvertito: "Se gli islamisti dovessero occupare la Nigeria, sarebbe un trampolino di lancio [sic] per conquistare i paesi più piccoli. Se la Nigeria cade in mani islamiste, tutta l'Africa sarà a rischio".

L'Occidente ha davvero bisogno di preoccuparsi della carneficina quotidiana ai danni di questa popolazione povera, nera, cristiana e abbandonata. "L'orda" di cui parla Wole Soyinka non si fermerà ai confini nigeriani, ma cercherà di colpire anche l'Europa occidentale. È già accaduto con Umar Farouk Abdulmutallab, il terrorista nigeriano condannato all'ergastolo per aver cercato di far esplodere una bomba su un volo diretto negli Stati Uniti, il giorno di Natale del 2009. Siamo fortunati ad essere sopravvissuti a molti attacchi come quelli di Madrid, Londra, Parigi e Berlino, solo per citarne alcuni. Ma quanti altri ce ne saranno? E per quanto tempo?

Nella foto: Un uomo nigeriano legge una Bibbia in una chiesa cattolica a Khano, in Nigeria. (Foto di Chris Hondros/Getty Images)

Giulio Meotti, redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano.
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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:10 am

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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » sab giu 09, 2018 8:10 am

Camerun in crisi, 180mila anglofoni già fuggiti
L'Opinione delle Libertà
2018/06/08

http://www.opinione.it/esteri/2018/06/0 ... ndrew-nkea

In fuga contro la barbarie. È questa la condizione che hanno vissuto i 180mila camerunensi anglofoni fuggiti nell’ultimo mese dall’ovest del Paese verso la Nigeria. L’obiettivo è stato quello di scongiurare le rappresaglie dei militari al servizio del governo di Yaoundé. La loro rivendicazione è stata quella di usare l’inglese nelle loro scuole e nei loro tribunali. Andrew Nkea, vescovo della diocesi di Mamfe, nel Sud-ovest del Camerun, accusa l’esercito di “violenza cieca, inumana e mostruosa” nei confronti della popolazione che è schierata a sostegno degli indipendentisti più agguerriti, coloro i quali vorrebbero creare una nuova nazione, l’Amazonia. Alla stampa è precluso ogni accesso nella regione. Sono ammessi solo piccoli gruppi di operatori umanitari.

L’emergenza riguarda gli ultimi ventimila profughi, molti dei quali non hanno un luogo sicuro in cui dormire. Ma, soprattutto, non hanno la possibilità di bere e di mangiare. Alcuni di loro, sperando di trovare cibo e acqua, si sono rifugiati nelle foreste che separano il Camerun dalla Nigeria. Ma, in quel contesto assolutamente selvaggio, hanno incontrato nuovi temibili pericoli: dai ragni ai serpenti velenosi. Eppure, c’è chi ce l’ha fatta. Sono i più fortunati. Intere famiglie hanno trovato rifugio in terra nigeriana. Un fatto è certo. La crisi umanitaria è ormai evidente alla comunità internazionale. A questo punto, è necessario l’intervento delle Nazioni Unite. O, almeno, dell’Unione africana.
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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » dom giu 17, 2018 6:40 pm

QUESTO VIDEO ESPRIME LA REALTA' DEL SUDAFRICA, esproprio delle proprietà ai bianchi e violenze estreme con stupri e omicidi verso i bianchi.
Hanno deciso di imparare a difendersi, guardate il video e interrogatevi sul razzismo.

https://www.facebook.com/skynews/videos ... 5469041371
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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » gio ago 02, 2018 5:42 pm

Il Sudafrica cambia la costituzione per espropriare la terra ai bianchi
Jacopo Bongini - Mer, 01/08/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/sud ... 60815.html

Il partito di governo African National Congress porterà avanti il progetto di modifica costituzionale al fine di poter espropriare le terre degli agricoltori bianchi senza alcuna compensazione in denaro

Proseguono gli sforzi del governo del Sudafrica nel cancellare ogni residuo rimanente dell'apartheid, la politica di segregazione razziale che dal 1948 al 1991 ha reso famoso nel mondo il paese africano. Come riportato dall'agenzia Reuters, ieri il presidente Cyril Ramaphosa ha infatti affermato, in un discorso pubblico alla nazione, che assieme al suo governo intende spingere verso una modifica della costituzione, affinché sia possibile l'esproprio delle terre agli agricoltori bianchi senza alcun diritto di compensazione economica, dichiarando che: "È ormai chiaro come il nostro popolo voglia che la costituzione sia maggiormente esplicita sull'esproprio delle terre senza compensazione.

L'Anc, attraverso il processo parlamentare, finalizzerà la proposta di modifica della costituzione, che delineerà in modo più chiaro le condizioni alle quali può essere effettuato l'esproprio di terreni senza compensazione, agendo nel'interesse pubblico". Fino ad oggi l'African National Congress, il partito di governo al potere ininterrottamente dal 1994, ha sempre cercato di esprimersi cautamente su un eventuale emendamento costituzionale, considerandolo una strategia rischiosa, e dichiarando già nel maggio scorso che l'esproprio senza compensazione si sarebbe potuto comunque attuare anche attraverso le leggi attualmente in vigore. Negli ultimi giorni tuttavia la situazione sembra essere precipitata, giungendo ieri alle esplicite dichiarazioni del presidente Ramaphosa.

La questione degli espropri forzati ai coltivatori bianchi iniziò a riaffiorare a febbraio di quest'anno, quando il partito dell'Economic Freedom Fighters, formazione marxista leninista spesso accostata al suprematismo nero, presento al governo una mozione per considerare la possibilità di una modifica costituzionale che chiarisse definitivamente il potere delle autorità statali di ridistribuire la proprietà su basi razziali. In quell'occasione il portavoce del partito Mbuyiseni Ndlozi affermò che l'esproprio dei terreni dei bianchi senza compensazione fosse giustificato, in quanto: "Non è realmente la loro terra" - aggiungendo - "In questo processo, i bianchi dovrebbero accettare il crimine dell'apartheid e della colonizzazione, e di come questi crimini abbiano avuto un impatto sui neri. I bianchi dovrebbero mostrare rimorso, cedendo la terra che hanno ereditato attraverso l'espropriazione razzista antinera. La giustizia conduce alla riconciliazione".

Il processo di riforma agraria per la redistribuzione delle terre ai neri va avanti sin dal 1994, quando con la transizione democratica le istituzioni dovettero iniziare ad affrontare il fatto che la maggior parte dei terreni agricoli del paese fossero di proprietà della popolazione afrikaner, i discendenti bianchi degli antichi coloni olandesi e britannici. Un fattore che costituisce un forte simbolo di disuguaglianza, contribuendo a ricordare il passato segregazionista e a fomentare le violenze che tutt'oggi vengono perpetrate nei confronti dei bianchi. Negli corso degli anni l'Anc ha dunque perseguito la cosiddetta politica del "Willing-seller, willing-buyer" (Venditore volontario, acquirente volontario), lasciando al governo la responsabilità di acquistare la terra dagli agricoltori bianchi per poi redistribuirla ai neri. Una manovra sociale che si è tuttavia col tempo rivelata fallimentare, a causa degli alti costi dei terreni provenienti dalle fattorie afrikaner - notoriamente le più fertili del paese - riuscendo in quasi 25 anni a restituire ai neri appena il 10 per cento delle terre, ossia un terzo dell'obiettivo minimo stabilito del 30 per cento, circa 32 milioni di ettari che avrebbero dovuto essere trasferiti entro il 2000.

Ad aggravare la situazione si aggiunge inoltre il fatto che la maggior parte delle terre redistribuite non riescono ad essere sfruttate adeguatamente dagli agricoltori neri, i quali in molti casi non hanno le conoscenze tecniche necessarie per rendere economicamente competitive le proprie fattorie, facendole quindi fallire. Da tempo infatti il governo si limita esclusivamente ad espropriare i terreni senza poi successivamente trasferirli ai neri, nella paura che questi ultimi li rivendano ai bianchi a loro volta, col risultato che attualmente il 70 per cento dei terreni espropriati dalla fine dell'apartheid rimane inutilizzato. Ad oggi in neri del Sudafrica, pur costituendo il 79 per cento della popolazione, controllano soltanto l'1,2 per cento delle terre coltivabili, mentre il 9 per cento della popolazione bianca gestisce oltre due terzi dei terreni tra zone rurali e urbane.

Fortemente preoccupati di questa possibile riforma costituzionale sono gli investitori internazionali, secondo cui l'esproprio senza compensazione dei terreni andrebbe a scapito della già sofferente economia nazionale. Un'economia che negli ultimi anni è rimasta ben al di sotto delle prospettive di crescita del 5 per cento annuo promesse dal governo, e che ha visto il tasso di disoccupazione gonfiarsi fino ad arrivare al 27,2 per cento, con oltre centomila persone che hanno perso il loro lavoro tra il primo e il secondo quadrimestre del 2018. Gli investitori temono una situazione simile a quella presentatasi nel confinante Zimbabwe, dove la nazionalizzazione forzata delle fattorie, nel contesto di una riforma agraria analoga a quella che vorrebbe implementare il Sudafrica, fu una delle principali cause del crollo economico del paese, costringendo recentemente il successore del presidente Robert Mugabe, l'appena rieletto Emmerson Mnangagwa, a richiamare in patria i proprietari terrieri bianchi per risollevare le sorti delle loro coltivazioni e di riflesso quelle dell'intero paese.

Nonostante le proteste, il presidente sudafricano ha assicurato che eventuali cambiamenti nella riforma agraria non comprometteranno la crescita economica. Ramaphosa ha poi ricordato come il suo partito abbia esortato il governo a varare al più presto un pacchetto di riforme che stimolino la ripresa, includendo tra l'altro investimenti in infrastrutture pubbliche, e precisando: "Questo pacchetto si baserà sulle risorse di bilancio esistenti e sul perseguimento di nuovi investimenti, pur rimanendo impegnato nella prudenza fiscale".
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Re: Il continente nero è tra i più razzisti della terra

Messaggioda Berto » sab set 29, 2018 6:44 am

Il rapper francese Nick Conrad esorta a "impiccare i bianchi": aperta un'inchiesta
28/09/2018 09

http://www.unionesarda.it/articolo/spet ... 76437.html

Un'inchiesta "per incitazione a delinquere" è stata aperta dalla procura di Parigi contro il rapper francese Nick Conrad, che nella sua canzone Plb (acronimo di "Pendez les blancs", ovvero impiccate i bianchi) esorta, appunto, a "impiccare i bianchi".

Il brano, pubblicato su YouTube il 17 settembre, è poi stato rimosso.

Il testo del rap è agghiacciante: "entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi. Acchiappateli e impiccate i loro genitori".

L'autore nega l'intento razzista, dicendo che la sua è una provocazione per far riflettere su quanto è accaduto ai neri. Ma la polemica è nel frattempo montata in Francia, con il ministro dell'Interno Gerard Collomb che ha condannato oggi "senza riserve i propositi abbietti e gli attacchi ignobili" del rapper, annunciando su Twitter che le autorità sono impegnate al ritiro del video e dei suoi contenuti in ogni sede.

Contro il rapper si scaglia anche il Licra, la Lega internazionale contro il razzismo e l'antisemitismo, una delle più antiche associazioni francesi contro il razzismo. "L'appello all'omicidio razzista della clip di Nick Conrad è abietto e di una violenza inaudita. La libertà creativa non vuol dire la libertà di esortare a impiccare i bianchi a causa del colore della loro pelle", si legge in un tweet dell'organizzazione.

Intervistato da Rtl, Conrad si difende, dichiarando che il suo rap "non è una incitazione all'odio", ma è "un invito a riflettere" sul razzismo, una "inversione dei ruoli", "una finzione che mostra cose.


Nick Conrad, rapper francese choc: «Impiccate i bambini bianchi»
Giuseppe Gaetano
30 settembre 2018

https://www.corriere.it/esteri/18_sette ... f8b0.shtml

«Entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi. Acchiappateli e poi impiccate i loro genitori». Il rapper parigino Nick Conrad sarebbe rimasto probabilmente per sempre un (poco) emerito sconosciuto nel panorama musicale se non gli fosse balenata in mente l’intuizione di scrivere un testo così atroce. «Je rentre dans des crèches, je tue des bébés blancs, Attrapez-les vite et pendez leurs parents» recita il verso in lingua originale, contenuto nel suo ultimo brano "Pendez les blancs", "Impiccate i bianchi" appunto. La canzone contempla anche un coro: «Appendeteli tutti, appendete i bianchi. Nessuna pietà, muoiano tutti insieme, dai l'esempio, torturali in gruppo» intona l'allegro ritornello. Conrad è stato interrogato dai giudici sabato e rimesso in libertà, in vista del processo per istigazione all’odio razziale che comincerà il prossimo 9 gennaio, in cui rischia fino a 5 anni di carcere e 45mila euro di multa. Il ministro dell’Interno francese, Gerard Collomb, ha chiesto e ottenuto di rimuovere da tutto il web la videoclip in cui si vede, o meglio si vedeva, un uomo bianco raggiunto da una pallottola alla schiena e impiccato con il sinistro avvertimento «questo è solo l'inizio». Intervistato da RTL, il musicista assicura che il testo non voleva in alcun modo incitare alla violenza e di «non essere razzista». Figuriamoci se lo fosse stato: c’è da chiedersi cos’altro bisogna scrivere per meritarsi certe accuse.

«Impiccate i bambini bianchi», a processo il rapper Nick Conrad

Conrad non ha mai fatto mistero del suo "orgoglio nero" e della sua battaglia per i diritti della comunità "black", vissuti però in contrapposizione con quelli del resto della popolazione, come se gli uni dovessero necessariamente escludere gli altri. Ma da qui a incitare alla strage ce ne passa. Oltre alla Rete, contro di lui si è scagliata anche la Licra, la Lega contro il razzismo e l’antisemitismo: «La libertà di creazione artistica - avverte l’organismo - non equivale alla libertà di incitare all’impiccagione dei bianchi per il colore della loro pelle». La vicenda ha varcato i confini transalpini. In Gran Bretagna un altro Nick Conrad, uno sfortunato presentatore della Bbc omonimo del rapper, è stato oggetto di «minacce di morte» sui social network, a causa di un clamoroso scambio di persona. L'eco delle parole è giunta anche in Italia, alle orecchie di Matteo Salvini: «Roba da matti - twitta il ministro dell’Interno -. Dicono che è libertà culturale, a me pare solo una schifezza».


Alberto Pento
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