Nijeria, Senegal e ixlam

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Messaggioda Berto » sab dic 19, 2015 10:00 pm

Nijeria e ixlam
viewtopic.php?f=188&t=2048


https://it.wikipedia.org/wiki/Nigeria
La Nigeria, ufficialmente Repubblica Federale della Nigeria, è un paese dell'Africa occidentale, il più popoloso del continente. Confina con il Benin ad ovest, il Ciad e il Camerun ad est, il Niger a nord e a sud si affaccia sull'Oceano Atlantico nel Golfo di Guinea. Settimo stato al mondo per popolazione, fa parte del Commonwealth of Nations. Le principali città, oltre all'attuale capitale Abuja (dal 1991) e a quella precedente, Lagos, sono: Abeokuta, Ibadan, Port Harcourt, Enugu, Kano, Kaduna, Jos e Benin City.
È una repubblica costituzionale di tipo federale comprendente 36 stati. Il territorio nigeriano è abitato sin dal 9000 a.C. e fu denominato Nigeria da Flora Shaw, futura moglie del Barone Lugard, nel XIX secolo. Dal punto di vista religioso la popolazione si divide quasi perfettamente tra cristiani e musulmani. L'economia dello Stato è in forte crescita, come dimostrano i dati del Fondo Monetario Internazionale del 2008 e del 2009. Nel 2012 il PIL è stato di 453 miliardi di dollari nel 2012, superando quello del Sud Africa, fermo a 384 miliardi di dollari.

Secondo recenti stime, il 50.4% della popolazione nigeriana aderisce all'Islam (soprattutto Sunniti). Il Cristianesimo è praticato dal 48.2% della popolazione (74.1% Protestanti, 24.8% Cattolici, 0.9% altri Cristiani). Aderiscono all'Animismo e ad altri religioni l'1.4% della popolazione. Gli Hausa-Fulani che vivono nel nord sono in maggioranza di religione islamica. Oltre la metà degli Yoruba (che vivono nel sud-ovest) è di religione cristiana e circa un quarto islamica, mentre la parte restante segue le religioni animiste tradizionali. Gli Igbo sono in grande maggioranza cristiani, e sono il gruppo etnico prevalente nel sud-est. Tra di essi i Cattolici di rito Romano sono predominanti, ma ci sono anche la Chiesa Anglicana, Pentecostale e altri culti Evangelici, specialmente ha grande seguito tra la popolazione il pastore nigeriano T. B. Joshua. In questa zona vivono anche altre comunità etniche di Efik, Ibibio/Annang, Edo e Ijaw, tutte cristiane in grande maggioranza. Negli anni recenti si è assistito a frequenti scontri violenti fra gruppi cristiani e islamici, particolarmente nel nord del paese dove, dopo varie pressioni, la legge islamica o Sharia è stata introdotta nell'ordinamento di alcuni stati settentrionali.
Tra il 2011 e il 2012 si sono registrati numerosi attentati e ripetute stragi contro i cristiani, in particolare in occasione del Natale e della Pasqua, con l'obiettivo di provocare una pulizia etnica: esponenti dell'integralismo islamico hanno infatti posto un ultimatum con il quale ingiungono a tutti i cristiani residenti nel nord di abbandonare tutto e andare via.
La setta conosciuta come "Boko Haram" ha più volte attaccato moschee, provocando centinaia di morti fra i musulmani riunitevisi per pregare. Ha inoltre colpito un mercato affollato di musulmani intenti a fare compere durante le ore finali del Ramadan, provocando centinaia di morti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Nijeria e ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 19, 2015 10:00 pm

Stragi di cristiani in Nigeria, 10 mila orfani per mano di Boko Haram
Secondo il rapporto della ong «Aid to the Church in Need» nella diocesi di Maiduguri, negli ultimi 6 anni, ci sono state 500 uccisioni

maurizio molinari - corrispondente da gerusalemme

http://www.lastampa.it/2015/05/14/ester ... agina.html

E’ il territorio della diocesi di Maiduguri, nel Nord-Est della Nigeria, ad essere teatro delle più efferate violenze contro i cristiani avvenute negli ultimi 6 anni da parte di Boko Haram: a descrivere mappa e numeri di questi attacchi jihadisti è un rapporto redatto da un gruppo di ong nigeriane guidate da «Aid to the Church in Need» (Aiuto alla Chiesa in Bisogno).
«Oltre 5000 cristiani sono stati uccisi e di conseguenza vi sono almeno 7000 vedove e 10 mila orfani» si legge nel testo, che stabilisce anche «ad oltre 100 mila» il numero dei senzatetto, obbligati a lasciare villaggi e piccoli centri a seguito di attacchi sistematici da parte dei miliziani di Boko Haram che hanno portato anche alla distruzione di almeno 350 chiese. La maggioranza di tali violenze e distruzioni sono avvenute sul territorio della diocesi di Maiduguri, che include gli Stati di Borno e Yobo come una parte di Adamawa.
I jihadisti di Boko Haram occupano ormai almeno l’85 per cento di quest’area ed hanno trasformato in loro basi, alloggi e centri di addestramento centinaia di edifici che in precedenza ospitavano scuole, parrocchie e centro sociali gestiti dalla Chiesa. «La gente ha paura, è terrorizzata» afferma Gideon Obasogie, direttore delle comunicazioni della diocesi, secondo cui l’efferatezza delle violenze è aumentata “dopo l’adesione di Boko Haram” al Califfato dello Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi. In complesso, il governo nigeriano attribuisce a Boko Haram circa 13 mila vittime.
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Re: Nijeria e ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 19, 2015 10:01 pm

Strage nelle moschee, Boko Haram massacra 97 fedeli in Nigeria
I luoghi di i culto cui imam sono considerati troppo moderati stanno diventando un obiettivo sempre più frequente dei jihadisti

http://www.lastampa.it/2015/07/02/ester ... agina.html

Trucidati mentre pregavano nelle moschee al tramonto, poco prima dell’interruzione del digiuno del Ramadan. Sono 97, quasi tutti uomini, le vittime dell’ultimo massacro di Boko Haram nella città a Kukawa, 180 chilometri a nord-est di Maiduguri, roccaforte del gruppo terrorista e maggiore città della Nigeria nord-orientale.

Sono arrivati nelle moschee mentre la gente pregava, ha raccontato il portavoce dei gruppi di autodifesa Abbas Gava. Alcuni terroristi, ha aggiunto, sono entrati nelle case uccidendo bambini e donne che stavano preparando il pasto della sera. La dinamica è stata confermata da un membro del governo locale che ha richiesto l’anonimato perché non autorizzato a parlare con i giornalisti.

Le moschee, in particolare quelle i cui imam sono considerati troppo moderati, stanno diventando un obiettivo sempre più frequente dei jihadisti che hanno intensificato gli attacchi, soprattutto in questo mese di Ramadan, seguendo gli ordini del califfato. Il 22 giugno due ragazze si sono fatte saltare in aria in una moschea di Maiduguri affollata di fedeli in preghiera. I morti sono stati 30 e decine i feriti.

La strage di Kukawa è avvenuta 24 ore dopo un altro attacco in un villaggio vicino, quello di Mussaram. «Almeno 48 fra uomini e ragazzi sono morti e altri 17 sono stati gravemente feriti», ha detto un altro membro di un gruppo di autodifesa, Maidugu Bida.

Lunedì scorso, ancora una volta vicino a Maiduguri, due kamikaze si erano fatti esplodere poco prima che arrivasse il vicepresidente Yemi Osinbanjo in visita a centinaia di migliaia di sfollati, forzati a lasciare le proprie case a causa dei continui attacchi di Boko Haram che negli ultimi 5 anni hanno trucidato 13 mila persone e ne hanno costrette alla fuga un milione e mezzo.

Il pericolo Boko Haram ha contagiato già da tempo i Paesi confinanti con la Nigeria che stanno cercando di arginare l’espansione del gruppo. La notte scorsa il procuratore capo del Ciad, Alhassim Khamis, ha annunciato l’arresto, da parte delle forze di sicurezza, di uno dei leader dell’organizzazione. Si tratta di Bahna Fanaye, il cui alias è Mahamat Moustapha. L’uomo è ritenuto il responsabile del traffico di armi tra Nigeria, Camerun e Ciad per la rete islamica radicale. Khamis ha precisato che a casa di Fanaye sono stati sequestrati diverse armi, materiali di comunicazione, documenti e più di 50 schede Sim.
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Re: Nijeria e ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 19, 2015 10:02 pm

Nigeria, trenta morti alle nozze nella roccaforte di Boko Haram
Il blitz del gruppo islamista nel Nord
03/11/2013

http://www.lastampa.it/2013/11/03/ester ... agina.html

Nella Nigeria delle stragi anche un matrimonio può diventare un funerale. E un corteo nuziale una trappola senza scampo. Sono almeno trenta, compreso lo sposo, le vittime dell’attacco di un gruppo armato che ha riversato una pioggia di fuoco su sposi, parenti e amici che tornavano verso casa dopo la celebrazione delle nozze.

Il luogo è lo stato di Borno, nord est del Paese, a maggioranza musulmano e roccaforte degli integralisti islamici di Boko Haram che grazie alla destabilizzazione sistematica, non solo in funzione anti cristiana, cercano di controllare persone e territorio. La tragedia - apparentemente senza un perché - avviene sull’autostrada che da Michika, nel vicino stato di Adamawa dove è stato celebrato il matrimonio, porta a Maiduguri, capitale di Borno. E testimoni raccontano «di corpi senza vita massacrati sull’asfalto», dello shock di una «scena cruenta» dove i tradizionali abiti di gala “anko” o “ashoebi” sono ormai inutili e macchiati di sangue. Un «attacco brutale ed efferato» lo ha definito un portavoce della sicurezza, senza fornire il numero dei sopravvissuti e di quanti sono stati trasportati in ospedale.

Sembrava tornata una relativa calma, nell’area, dopo che l’esercito ha lanciato una vasta offensiva contro i Boko Haram e soprattutto dopo che forze di sicurezza e gruppi di autodifesa formati dagli abitanti hanno cominciato a collaborare. Ma gli scontri di una settimana fa hanno innescato di nuovo la violenza. Il 24 ottobre almeno 74 miliziani del gruppo fondamentalista erano stati uccisi nel raid - via terra e via cielo - contro le postazioni dei fondamentalisti nei due villaggi di Galangi e Lawanti, proprio nei pressi di Maiduguri. E nelle stesse ore, a Damaturu, nel vicino Stato di Yobe, gli jihadisti avevano lanciato una grande offensiva contro le forze di polizia, con l’incendio di quattro commissariati e pesanti scontri a fuoco. I morti erano stati 35. E oggi, il capo di Boko Haram, Abubakar Shekau, ha rivendicato con un video la strage di quel giorno con poche, ciniche, parole. «Li abbiamo uccisi con le nostre mani».

La zona è quella al confine con Ciad e Camerun, dove i Boko Haram - che mirano a creare uno stato islamico - sono particolarmente attivi. Ed è una delle tre regioni dove nei mesi scorsi il presidente Goodluck Jonathan ha imposto lo stato di emergenza nel tentativo di stroncare la rete terrorista. Ma il ritorno alla normalità sembra lontano e i morti di oggi si aggiungono ai 3.600 che, secondo Human Rigths Watch, dal 2009 sono il bilancio di attacchi e repressione.
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Re: Nijeria e ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 19, 2015 10:02 pm

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Re: Nijeria e ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 19, 2015 10:02 pm

Controffensiva militare nigeriana contro Boko Haram: trecento morti
di Domenico Bruni
mercoledì 18 febbraio 2015

http://www.secoloditalia.it/2015/02/con ... ento-morti


Botta e risposta tra i terroristi islamici di Boko Haram e l’esercito nigeriano: oltre 300 jihadisti Boko Haram sono stati uccisi un un’operazione militare condotta dai militari nigeriani nel nord-est del Paese. Lo riferisce l’esercito, citato dalla Bbc online. Nelle stesse ore – hanno reso noto testimoni – almeno 30 civili che stavano celebrando un funerale sono morti in un raid aereo sconosciuto che ha sganciato delle bombe sul loro villaggio. Il raid condotto da un aereo non identificato nel villaggio di Abadam nel sud del Niger, al confine con la Nigeria, ha ucciso almeno 37 persone, hanno precisato fonti ufficiali. L’aereo avrebbe sganciato alcune bombe colpendo una zona vicina ad una moschea. Al momento non è chiaro chi abbia compiuto il raid. La Nigeria ha negato un suo coinvolgimento. Inoltre un miliziano Boko Haram che stava tentando di farsi saltare in aria ad un posto di blocco militare nella città frontaliera nigerina di Diffa è caduto sotto i colpi di mitra esplosi dai soldati prima che innescasse la cintura esplosiva che indossava. L’artificiere che è poi intervenuto per disinnescare la cintura è rimasto ferito nell’esplosione dell’ordigno ed ora versa in gravissime condizioni.


Colpi di machete contro i soldati

Subito dopo il fallito attentato un gruppo di uomini sconosciuti hanno aggredito a colpi di machete alcuni dei soldati del blocco, uno dei quali è rimasto ferito. Secondo il ministero della Difesa nigerino, che ha dato notizia dell’episodio, l’uomo apparteneva ai Boko Haram, che nelle ultime settimane sta moltiplicando gli attentati suicidi contro città e postazioni militari in Nigeria, Camerun e Niger. La città di Diffa è diventata uno dei bersagli delle incursioni dalla Nigeria dei miliziani di Boko Haram. Martedì è stato di una quarantina di morti, di cui 20 civili, il bilancio di una serie di esplosioni, che si sospetta siano state causate sempre dai Boko Haram, contro un checkpoint militare vicino alla città di Biu nello Stato nigeriano di Borno, Stato a maggioranza islamica. In un altro assalto lanciato dagli stessi estremisti islamici contro una base militare a Waza in Camerun, vicino al confine con la Nigeria, almeno cinque soldati sono rimasti uccisi.
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Re: Nijeria e ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 19, 2015 10:03 pm

Nigeria, Boko Haram colpisce in una processione sciita: moltissime vittime
di Domenico Bruni
venerdì 27 novembre 2015

http://www.secoloditalia.it/2015/11/nig ... me-vittime

Nuovo sanguinoso attentato del gruppo fondamentalista islamico Boko Haram in Nigeria: si temono molte vittime soprattutto bambini e donne dopo che un terrorista suicida si è fatto esplodere al passaggio di una processione sciita del Movimento islamico della Nigeria nel villaggio di Dakasoye, nello Stato di Kano in Nigeria. Secondo le autorità, i terroristi erano due: uno si è lanciato in mezzo alla folla facendosi esplodere, e l’altro è stato bloccato dalla polizia. Quest’ultimo avrebbe detto di essere stato inviato da Boko Haram, che letteralmente vuol dire “l’educazione occidentale è peccato”. A quanto pare i due erano stati rapiti un anno fa e “rieducati” al terrorismo. Erano giunti dieci giorni fa nella città e tenuti in una casa in attesa dell’attentato. L’attacco è uno dei tanti che gli jihadisti sunniti di Boko Haram effettuano contro i musulmani sciiti della regione del Borno, il nord della Nigeria. Si calcola che in sei anni di terrorismo il gruppo abbia fatto 17mila morti e causato 2,6 milioni di sfollati.



Ultimamente Boko Haram effettua attentati anche nei Paesi vicini

I terroristi islamici nigeriani inoltre hanno assaltato mercoledì sera un villaggio di confine nel sud-est del Niger uccidendo 18 persone e sequestrando una bambina di tre anni. Boko Haram sta agendo anche in altri Paesi, come il Camerun e appunto il Niger. Il sito della Tv iraniana Irib precisa che il villaggio colpito è quello di Wogom nei pressi di Diffa (sul confine con la Nigeria ad un centinaio di chilometri dal Lago Ciad). I terroristi hanno anche bruciato quasi cento abitazioni. La regione di Diffa è stata bersaglio di varie incursioni dei Boko Haram a partire da febbraio e, da ultimo, a ottobre (13 morti). In giugno c’era stato un raid dei terroristi con 38 vittime. Il Global Terrorism Index pubblicato la scorsa settimana ha definito Boko Haram l’organizzazione terroristica più sanguinaria al mondo Di recente i Boko Haram hanno giurato fedeltà all’Isis ma non è chiaro quale contributo portino allo Stato islamico a parte la propaganda. A fronte di questa offensiva, le Forze armate nigeriane non saranno in grado di rispettare la scadenza di dicembre indicata cinque mesi fa dal presidente Muhammadu Buhari per reprimere la ribellione del gruppo integralista islamico. La scadenza «potrebbe rivelarsi irrealistica», ha detto un alto ufficiale col ruolo di portavoce avvertendo che gli attentati suicidi in Nigeria potrebbe continuare.
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Re: Nijeria e ixlam

Messaggioda Berto » sab dic 19, 2015 10:03 pm

La Nigeria massacra centinaia di sciiti filo-iraniani ma non tocca Boko Haram
di Giovanni Trotta
martedì 15 dicembre 2015 - 14:35

http://www.secoloditalia.it/2015/12/nig ... boko-haram

La Nigeria è ancora sconvolta da una nuova strage religiosa, ma stavolta non sembra c’entri Boko Haram, il gruppo di terroristi fondamentalisti sunniti che si è reso responsabile di numerosi massacri nel popoloso Paese africano. Attivisti per i diritti umani confermano invece il massacro di «centinaia di sciiti, fino a mille», nel raid dell’esercito regolare nigeriano a Zaria, nel nord del Paese, roccaforte del Movimento islamico della Nigeria. Il leader del gruppo, Ibrahim Zakzaky, è stato ferito e per giunta arrestato. Un tempio e diverse case rase al suolo. I musulmani sciiti della Nigeria accusano i militari di avere ucciso centinaia dei membri della loro comunità durante il weekend. Le uccisioni – ha detto un portavoce della comunità sciita, Ibrahim Musa – sono state compiute in modo indiscriminato nella cittadina di Zaria, dove il comandante dell’esercito era stato accolto da una autentica rivolta popolare. Secondo la versione dei militari invece – riferita dal portavoce colonnello Sani Usman – i soldati a Zaria hanno reagito a un «tentativo consapevole di assassinio» del generale Tukur Baratai. Testimoni riferiscono che quando la colonna militare del capo dell’esercito è entrata in città è stata accolta da lancio di sassi, barricate e pneumatici dati alle fiamme.
La Nigeria ancora sconvolta da scontri religiosi
L’Iran ha convocato l’incaricato d’affari nigeriano per una protesta formale, poiché il movimentassi ispira alla rivoluzione iraniana. Teheran ha sottolineato che il governo nigeriano ha la responsabilità di proteggere gli sciiti che vivono nel Paese. Secondo la versione dei militari, i soldati a Zaria hanno reagito, ma la comunità sciita smentisce: i soldati hanno attaccato indiscriminatamente i fedeli che si erano raccolti a centinaia di fronte al centro di preghiera, sabato scorso. «È un attacco premeditato», afferma un comunicato del Movimento. Zakzaky è stato ferito e sarebbe in gravi condizioni. Una delle sue mogli è stata uccisa, e la sua abitazione distrutta. Il Movimento islamico della Nigeria è nato all’inizio degli Anni 80 e si ispira alla rivoluzione iraniana. Teheran sostiene la formazione. Sul fronte di Boko Haram, si apprende invece che i servizi di intelligence nigeriani hanno arrestato nell’ultimo mese nove sospetti terroristi del gruppo che stavano pianificando attacchi nella capitale Abuja durante le feste natalizie. Gli arresti giungono all’indomani di un’allerta dell’ambasciata americana nel Paese secondo cui estremisti potrebbero attaccare alberghi frequentati da stranieri. Pochi giorni fa soldati del Camerun hanno attraversato il confine con la Nigeria, hanno assalito e bruciato villaggi, ucciso almeno 150 civili inermi. Il terribile racconto è stato fatto da alcuni sopravvissuti che, dopo giorni di cammino nella foresta sono arrivati in un centro per rifugiati. Il governo di Yaoundè ha negato tutto, ma la tensione tra i due Paesi sta effettivamente crescendo a causa delle continue stragi perpetrate dagli integralisti islamici nigeriani Boko Haram anche in Camerun.
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Re: Nijeria e ixlam

Messaggioda Berto » mar dic 29, 2015 7:14 pm

Nigeria, attacchi di Boko Haram: 80 morti. 20mila persone uccise dal 2009
Il gruppo fondamentalista legato all'Isis ha assaltato moschee, mercati e stazioni. La città più colpita è stata Maiduguri, capitale dello Stato nordorientale del Borneo. Negli anni, a seguito degli attentati dei miliziani, sono almeno 2,5 milioni gli sfollati
di F. Q. | 29 dicembre 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... 09/2337109

Hanno di nuovo attaccato moschee, mercati e stazioni e trasformato donne in kamikaze per spargere morte e terrore, vanificando l’auspicio del presidente Muhammadu Buhari che li dava per “tecnicamente” sconfitti. Ma i jihaidsti di Boko Haram, gruppo affiliato allo Stato Islamico, solo nella giornata del 28 dicembre, hanno ucciso oltre 80 persone in Nigeria.

La città più colpita è stata Maiduguri, capitale dello Stato nordorientale del Borneo, nel primo attacco jihadista da mesi. Nella notte i terroristi hanno attaccato a colpi di granate e armi da fuoco uccidendo almeno 30 persone e ferendone un centinaio. Altre 20 sono morte in un attentato davanti a una moschea subito dopo la preghiera dell’alba, ha riferito Muhammed Kanar, coordinatore dell’agenzia per le emergenze nell’area.

Poi ancora, in un tragico susseguirsi di esplosioni e sangue, due ragazze si sono fatte saltare in aria nel quartiere di Buraburin, mietendo un numero imprecisato di vittime, secondo un funzionario, Yunusa Abdullahi, che ha aggiunto che alcuni residenti hanno trovato ordigni inesplosi. “Siamo sotto assedio – ha detto Abdullahi -. Non sappiamo quante di queste bombe o quante donne kamikaze siano state nascoste a Maiduguri”.

Anche a Madagali, 150 km più a sudest, nello Stato di Adamawa, sono entrate in azione due attentatrici suicide, che hanno ucciso almeno 30 persone. Secondo testimoni, le due giovani kamikaze si sono fatte esplodere in un mercato vicino a una frequentatissima stazione degli autobus. L’attacco suicida è stato confermato dal generale di brigata dello Stato di Adamawa, Victor Ezugwu, che ha tuttavia aggiunto che il bilancio delle vittime è ancora da stabilire.

Stando alle informazioni fornite da uno dei ribelli catturato, le truppe nigeriano hanno “intercettato ed eliminato” altri 13 aspiranti kamikaze, mentre una donna è stata arrestata, ha detto il generale Lamidi Adeosun.

Maiduguri è stata la culla del gruppo jihadista Boko Haram che dal sudest della Nigeria ha portato la sua guerra anche oltre confine, nei vicini Cameron, Niger e Ciad. Si calcola che almeno 20mila persone siano state uccise dai fondamentalisti nella sola Nigeria dal 2009, mentre non si contano le vittime di stupri, sequestri e violenze di ogni genere e i 2,5 milioni di sfollati. Pochi giorni fa l’Unicef ha denunciato che a causa delle violenze di Boko Haram un milione di bambini viene tenuto lontano da scuola e dalla possibilità di studiare. Mentre ancora non si hanno notizie delle centinaia di studentesse rapite che nel 2014 commossero il mondo.
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Re: Nijeria, Senegal e ixlam

Messaggioda Berto » sab feb 27, 2016 11:03 am

Senegal, se l’islam diventa radicale

http://www.radiopopolare.it/2016/02/sen ... a-radicale

Dakar - Sul crinale tra la paura di poter finire nel caos regionale e la certezza di avere una storia unica in tutta l’Africa occidentale. Il Senegal, uno dei Paesi più stabili e pacifici del continente, è sotto tiro del terrorismo islamico dell’Africa occidentale, soprattutto sia di matrice qaedista, che da cellule legate allo Stato islamico. Almeno stando a dichiarazioni ad inizio 2016 di fonti di intelligence di Stati Uniti e Francia, le due potenze occidentali più influenti a Dakar. Esclusi ricercatori finanziati da centri studio e fondazioni internazionali, nel Paese nessuno crede davvero che una delle culle dell’islam sufi, la visione più filosofica e distaccata dalla politica della religione, possa mai trasformarsi in un covo di jihadisti.

Segnali inquietanti, però, sono innegabili: a metà febbraio quattro senegalesi sono stati arrestati in Mauritania con l’accusa di terrorismo. Pare fossero in partenza verso la Nigeria. Inquietante, però, è anche il fatto che a novembre un imam sia finito in carcere per “apologia del terrismo” e che in cella gli sia stato negato il diritto a leggere il Corano e non si sappia nemmeno quando andrà a processo, come ricorda l’ultimo rapporto di Amnesty International. In tutto si stima che da ottobre siano finite in carcere per sospetti legami terroristici una quindicina di persone.

Confini porosi, vicini infettatati dal virus del terrorismo (leggi Burkina Faso e Mali), marabout (le guide spirituali locali, ndr) che rischiano di perdere il loro predominio culturale. Queste le cause di fondo della permeabilità del Senegal al rischio terrorismo. Come sempre, però, il suo contrasto diventa giustificazione per intensificare la sorveglianza e, per le potenze straniere, per poter continuare a stare sul Paese con le forze d’intelligence.

Dakar è una città che cresce a vista d’occhio, che richiama investitori da ogni parte del mondo. Può il presidente di un Paese del genere lasciarsi andare a esternazioni sul pericolo terrorismo con il rischio di spingere i flussi di denaro fuori da Dakar? Se ne parla, il pericolo deve essere reale, ragiona Bakary Samba, fondatore del Timbuktu Institute, think thank di Dakar che studia il radicalismo islamico. E Macky Sall più volte ha fatto riferimento a minacce jihadiste in Senegal.

Se il dato a livello regionale non ha precedenti, la presenza di movimenti che promuovono un islam politico invece ce ne sono diversi, ricorda Bamba. “Sono finanziati dai Paesi del Golfo e dicono ai sufi, il 95 per cento dei musulmani del Paese, che credono nell’islam sbagliato”, spiega il ricercatore. Nessuno di questi gruppi si comporta come una loggia segreta, anzi. Hanno tutti siti online nei quali diffondono quali sono le loro principali attività. Il primo gruppo orbita attorno alla Fratellanza musulmana e alla sua visione di islam salafita. A questa galassia fanno riferimento Ibadou Rahmane, movimento nato intorno agli anni Ottanta. Qui è soprattutto il Qatar mettere mano al portafoglio perché il movimento continui a esistere. I sauditi sostengono invece due movimenti wahabiti: Al Falah e Istikhama, che si riconoscono nei principi di da’wa (proselitismo) e ighatha (aiuto umanitario). Due concetti che per il ricercatore sono un’arma di propaganda per accogliere nuovi adepti.

Le cause del successo dei movimenti dell’islam radicale in Senegal sono tre secondo il ricercatore dell’Università di Pechino Mohamadou Kane. Anche in Cina, tra i principali parten commerciali del Paese africano, si finanziano borse di studio di ricerca sull’argomento, ovviemente. “Prima causa è l’accesso libero alla propaganda jihadista su internet “, ragiona il ricercatore. “Seconda: la presenza di giovani seguaci di Ibadou Rahman in moschee salafite che si trovano quasi in ogni regione del Senegal. Terza: la povertà e l’esclusione sociale”. La situazione a livello regionale ha spinto i diversi Paesi a una maggiore collaborazione sul piano della sicurezza, continua il ricercatore. Testimonianza ne è l’arresto del terrorista mauritano Saleck Ould Cheikh in Guinea Conakry, con la complicità degli altri Paesi della regione. “Ma questi sforzi da soli non sono sufficienti”, continua il ricercatore. “Lo Stato senegalese deve coinvolgere la popolazione per la raccolta di informazioni su ciò che succede”. Il pericolo è che l’allerta diventi paranoia.

Le condizioni di marginalità in cui continuano a vivere migliaia di giovani senegalesi, spingono i più temerari tra loro a bruciare le frontiere, diretti in Libia o addirittura in Siria. Se tornassero in Senegal, potrebbero esserci un’escalation, dicono i ricercatori. “Non penso che il Senegal possa mai essere a rischio terrorismo”, commenta l’imam Ismail Ndiaye, una delle giovani voci più influenti nel Paese. A suo parere, c’è una cospirazioni per accusare l’islam di essere la causa di problemi venuti dalla colonizzazione e dallo sfruttamento dell’Africa.”Non è l’Islam la causa del terrorismo, ma il fallimento dei nostri politici”, commenta.

E la fede è solo un’etichetta che unisce gli alleati a combattere un nemico comune: “Parlerei di islamizzazione del radicalismo e non di radicalizzazione dell’Islam”, prosegue la guida religiosa. Una distinzione che si fonda sul ruolo che ha l’Islam per chi sposa la causa terroristica: è la distorta fonte ideologica, la strada per cercare il riscatto personale. “Perché l’Islam dà risposte”, dice Ndiaye. In tutte le famiglie si sente di qualche figlio che si è sempre sentito diverso, meno amato degli altri e che ha lasciato il Paese per diventare un “barbuto”, come sono definiti i radicali.

Maria Laura Mbow, italiana che vive a Dakar da oltre trent’anni, ricostruisce gli anni immediatamente successivi agli attentati dell’11 settembre 2001. Si trovava a Kolda, in una delle regioni più difficili del Senegal, per conto di una missione della cooperazione italiana. Doveva finanziare le nuove associazioni dell’area: “Ricordo un gruppo di liceali che si presentò con un’associazione dal nome ‘Cellula islamica di al Qaeda a Kolda‘. Poi i loro scopi erano la giustizia sociale, la lotta per il riscatto dei giovani. Ma erano arrabbiati, arrabbiati soprattutto contro gli europei e gli americani. Così trovavano nella violenza dell’organizzazione terroristica che era riuscita a colpire gli americani a casa loro”. Ironia della sorte: la via dove si trovava Mbow era soprannominata dai giovani liceali Avenue Bin Laden, in onore del fondatore di Al Qaeda.
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