Demenze sulla Francia Avercela con la Francia per quello che ha detto Macron e per come il suo governo si comporta a nostro danno sulla questione dei clandestini e dei soccorsi in mare,non giustifica far passare argomentazioni demenziali contro la Francia che riproducono quelle contro l'Europa, l'America e Israele accusati di colonialismo, imperialismo e altre nefandezze per lo più imprecise e in molti casi false, specialmente quelle contro Israele e gli ebrei che difendono il loro paese dall'aggressione dei nazi maomettani palestinesi, siriani, iraniani, ... .
È vero che vi è stato colonialismo e imperialismo dei paesi europei in Africa e nel mondo ma questo è finito da tempo.
Si ricordi che nella storia vi sono stati gli imperialismi anche degli africani a cominciare da quello Egizio; degli amerindi Incas, Atzechi, Maia; degli asiatici come i Sumeri, gli Accadi, gli Assiro babilonesi, i Mongoli e i Tibetani; quello russo-comunista-sovietico, quello cinese antico e odierno, li antichi imperi del macedone Alessandro e quello romano e i molti imperialismi coloniali nazi maomettani a cominciare da quello arabo di Maometto.
Utilizzare le colpe, i peccati, i delitti e le responsabilità del passato a danno di altri per giustificare, sminuire quelle di altri a nostro danno, per demonizzarci e impedirci di difenderci è demenziale e criminale.
Non sempre i figli sono responsabili dei padri e nemmeno i popoli sono sempre tutti e interamente responsabili delle azioni di una parte di loro.
??? La bufala dei 500 miliardi di dollari annui, estorti dalla Francia ai paesi africani, quando il PIL totale di questi 14 paesi africani è di 166 miliardi di dollari circa all'anno. ... È un sistema malvagio denunciato dall’Unione Europea ma la Francia non è pronta a spostarsi da quel sistema coloniale che muove 500 miliardi di dollari dall’Africa al suo ministero del tesoro ogni anno. ...Verifica PIL (fonte wikipedia):
Benin, 7 565 milioni di $
Burkina Faso, 11 036 milioni di $
Guinea-Bissau, 823 milioni di $
Costa d’Avorio, 24 706 milioni di $
Mali, 10 319 milioni di $
Niger, 6 575 milioni di $
Senegal, 14 082 milioni di $
Togo, 3 818 milioni di $
Camerun, 25 348 milioni di $
Repubblica Centrafricana, 2 172 milioni di $
Ciad, 12 900 milioni di $
Congo-Brazzaville, 13 692 milioni di $
Guinea Equatoriale, 17 694 milioni di $
Gabon, 18 397 milioni di $
Totale PIL 166 miliardiLa fine dell'impero francesehttps://it.wikipedia.org/wiki/Impero_coloniale_franceseL'Impero coloniale francese iniziò la sua caduta già durante la seconda guerra mondiale, quando le varie porzioni dell'impero furono occupate dalle potenze straniere (Giappone in Indocina, Gran Bretagna in Siria, Libano, e Madagascar, gli USA e la Gran Bretagna in Marocco e Algeria, e l'Italia e la Germania in Tunisia). Comunque il controllo venne gradualmente ristabilito da Charles de Gaulle. L'Unione francese, inclusa nella costituzione del 1946, sostituì il vecchio impero coloniale.
La Francia si dovette comunque subito confrontare con i movimenti anticolonialisti sorti nel dopoguerra. Paul Ramadier (SFIO) represse la rivolta del Madagascar tra il 1947 e il 1948. In Asia, Ho Chi Minh dichiarò l'indipendenza del Vietnam. Nel 1946 iniziò la prima guerra di Indocina che tenne impegnata la Francia fino alla sconfitta subita dai Viet Minh nel 1954. Anche in Camerun ci fu un'insurrezione nel 1955, capeggiata da Ruben Um Nyobé, ma venne repressa nel sangue. Nel maggio 1945 anche in Algeria scoppiarono dei moti, repressi con il massacro di Sétif e Guelma.
Subito dopo la sconfitta in Vietnam, la Francia si trovò invischiata in un'altra guerra di decolonizzazione in Algeria, la più antica e maggior colonia del secondo impero. I movimenti di Ferhat Abbas e Messali Hadj avevano marcato il periodo tra le due guerre mondiali, ma entrambi i movimenti si radicalizzarono dopo la seconda. Nel 1945, il massacro di Sétif fu pianificato dall'esercito francese. La guerra d'Algeria iniziò nel 1954. L'Algeria fu particolarmente problematica per i francesi, dato l'elevato numero di coloni europei, (o pieds-noirs) che si insediarono durante i 125 anni di dominio francese. L'ascesa al potere di Charles de Gaulle nel 1958, nel mezzo della crisi, alla fine portò l'indipendenza per l'Algeria con gli Accordi di Évian del 1962.
L'Unione francese venne rimpiazzata con la nuova costituzione del 1958 dalla Comunità francese. Solo la Guinea rifiutò con referendum di far parte della nuova organizzazione coloniale. Comunque la comunità francese si dissolse poco dopo; a tutte le colonie fu garantita l'indipendenza nel 1960, dopo referendum locali. L'indipendenza di Vanuatu nel 1980 sancisce formalmente la fine dell'Impero, ma alcune colonie preferirono restare a far parte della Francia, con lo status di dipartimenti d'oltremare. I critici del neocolonialismo sostengono che la Françafrique ha rimpiazzato il controllo diretto. Essi dimostrano che mentre de Gaulle garantiva l'indipendenza da una parte, creava nuovi legami grazie all'aiuto di Jacques Foccart, il suo consigliere per gli affari africani. Foccart sostenne in particolare la secessione del Biafra (o guerra civile nigeriana) verso la fine degli anni sessanta.
Unione francesehttps://it.wikipedia.org/wiki/Unione_franceseStabilita dalla costituzione francese del 27 ottobre 1946 (quarta repubblica), essa durò fino al 1958, quando venne rimpiazzata dalla Comunità francese dalla quinta Repubblica francese di Charles de Gaulle.
L'unione francese era modellata sul Commonwealth Britannico, ed includeva la Francia, dipartimenti e territori d'oltremare, protettorati e territori e stati associati.
Comunità francesehttps://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_francese La Comunità francese (francese: Communauté française) fu un'entità politica che rimpiazzò nel 1958 l'Unione francese, nella quale si era trasformato l'impero coloniale francese a seguito della seconda guerra mondiale. Essa venne inclusa nella costituzione francese del 1958. Territori membri, formalmente colonie francesi, ottennero una sostanziale autonomia, della quale la Francia controllava "solo" la moneta, la difesa, gli affari esteri e la strategia di sicurezza.
Quando la Comunità venne istituita, il leader francese Charles de Gaulle specificò che tutte le nazioni che ne facevano parte avrebbero potuto scegliere l'indipendenza. Eccetto la Guinea, che deliberò con un referendum nel 1958 di non aderire, tutti i territori francesi in Africa scelsero di aderire. Tutti ottennero l'indipendenza nel 1960.
Ufficialmente la Comunità francese durò fino al 1995.
In realtà quasi tutti i paesi ottennero l'indipendenza nel 1960, e già nel 1961, si constatò che le disposizioni costituzionali relative alla Comunità erano sostanzialmente decadute; comunque fu con una modifica costituzionale del 1995 che le disposizioni relative furono ufficialmente abrogate.
Dopo il 1960, l'Algeria francese (1962), le Comore (1975), Gibuti (1977) e le Nuove Ebridi (1980) hanno ottenuto l'indipendenza.
Il caso del Senegal
https://it.wikipedia.org/wiki/SenegalLa Repubblica del Senegal si rese indipendente dalla Francia nel 1960, dapprima in unione con il Mali, successivamente come Stato indipendente.
Dal punto di vista economico, il Senegal appare come una delle nazioni africane meno fragili, con un discreto livello di sviluppo del settore industriale (industria manifatturiera ed estrattiva) e dei servizi (nel Senegal hanno sede numerose istituzioni finanziarie africane). L'agricoltura, che occupa la maggior parte della popolazione attiva, è abbastanza diversificata ed efficiente anche se si osserva ancora un'eccessiva dipendenza dalla coltura dell'arachide, retaggio del passato coloniale.
Dal punto di vista dell'ordinamento dello Stato, il Senegal è una repubblica semi-presidenziale; il capo dello Stato è Macky Sall, eletto nel 2012.
Tasso di fecondità 4,7 nel 2011
Il caso della Guinea
https://it.wikipedia.org/wiki/Guinea Indipendenza
Periodo Touré (1958-1984)
Primo Capo di Stato fu Ahmed Sékou Touré, leader del Partito Democratico della Guinea, che alle elezioni territoriali del 1957 aveva ottenuto 56 seggi su 60. Orientato su politiche socialiste, il paese riuscì comunque a ricevere un notevole flusso di capitale dai paesi capitalisti. Sotto Touré la Guinea sviluppò un regime autocratico[7] e un sistema politico chiuso e monopartitico, con un forte controllo dei media[8] e sordo a questioni come diritti umani e libertà d'espressione: entrambi questi aspetti vennero ripetutamente e abitualmente calpestate.
Ahmed Sékou Touré.
L'economia fu condotta verso un controllo statale pressoché completo, attuato con nazionalizzazioni di massa. L'opposizione politica ricevette una durissima repressione: gli oppositori politici furono internati nel campo di concentramento di Camp Boiro. Le riforme economiche di quegli anni non portarono a progressi economici particolari. Touré, sostenuto per il suo nazionalismo etnico, si scontrò per la sua politica repressiva con la sua stessa etnia, i Malinké. Ossessionato da possibili complotti alle sue spalle, Touré fece imprigionare gli oppositori presunti o effettivi in veri e propri gulag. Questa situazione portò molti cittadini ad emigrare verso i paesi vicini.
Tasso di fecondità 5,2 nel 2011
Colonialismo francese odierno ???Giulio Vonella
11 giugno 2018
https://www.facebook.com/ferdinando.spi ... ment_replySono 14 i paesi africani costretti dalla Francia,
attraverso un patto coloniale a depositare l’85% delle loro riserve di valute estere nella Banca centrale francese controllata dal ministero delle finanze di Parigi.
Il Togo e altri 13 paesi africani dovranno pagare un debito coloniale alla Francia.
I leader africani che rifiutano vengono uccisi o restano vittime di colpi di stato.
La Francia detiene le riserve nazionali di quattordici paesi africani dal 1961: Benin, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale e Gabon
Coloro che obbediscono sono sostenuti
e ricompensati dalla Francia con stili di vita faraonici mentre le loro popolazioni vivono in estrema povertà e disperazione.
È un sistema malvagio denunciato dall’Unione Europea ma la Francia non è pronta a spostarsi da quel sistema coloniale che muove 500 miliardi di dollari dall’Africa al suo ministero del tesoro ogni anno.
Nel marzo 2008 Jacques Chirac affermava:
“Senza l’Africa, la Francia scivolerebbe a livello di una potenza del terzo mondo”
Il predecessore di Chirac, François Mitterand, nel 1957 profetizzava che:
“Senza l’Africa, la Francia non avrà storia nel 21mo secolo”
???
Avevano perfettamente ragione - a scapito dell'Africa e dei suoi abitanti...http://www.globalist.it/guerra-e-verita ... 10740.html14 paesi africani costretti a pagare tassa coloniale francese08.febbraio.2014
http://www.africanews.it/14-paesi-afric ... e-franceseSapevate che molti paesi africani continuano a pagare una tassa coloniale alla Francia dalla loro indipendenza fino ad oggi?
Quando Sékou Touré della Guinea decise nel 1958 di uscire dall’impero coloniale francese, e optò per l’indipendenza del paese, l’elite coloniale francese a Parigi andò su tutte le furie e, con uno storico gesto, l’amministrazione francese della Guinea distrusse qualsiasi cosa che nel paese rappresentasse quelli che definivano i vantaggi della colonizzazione francese.
Tremila francesi lasciarono il paese, prendendo tutte le proprietà e distruggendo qualsiasi cosa che non si muovesse: scuole, ambulatori, immobili dell’amministrazione pubblica furono distrutti; macchine, libri, strumenti degli istituti di ricerca, trattori furono sabotati; i cavalli e le mucche nelle fattorie furono uccisi, e le derrate alimentari nei magazzini furono bruciate o avvelenate.
L’obiettivo di questo gesto indegno era quello di mandare un messaggio chiaro a tutte le altre colonie che il costo di rigettare la Francia sarebbe stato molto alto.
Lentamente la paura serpeggiò tra le elite africane e nessuno dopo gli eventi della Guinea trovò mai il coraggio di seguire l’esempio di Sékou Touré, il cui slogan fu “Preferiamo la libertà in povertà all’opulenza nella schiavitù.”
Sylvanus Olympio, il primo presidente della Repubblica del Togo, un piccolo paese in Africa occidentale, trovò una soluzione a metà strada con i francesi. Non voleva che il suo paese continuasse ad essere un dominio francese, perciò rifiutò di siglare il patto di continuazione della colonizzazione proposto da De Gaule, tuttavia si accordò per pagare un debito annuale alla Francia per i cosiddetti benefici ottenuti dal Togo grazie alla colonizzazione francese. Era l’unica condizione affinché i francesi non distruggessero prima di lasciare. Tuttavia, l’ammontare chiesto dalla Francia era talmente elevato che il rimborso del cosiddetto “debito coloniale” si aggirava al 40% del debito del paese nel 1963. La situazione finanziaria del neo indipendente Togo era veramente instabile, così per risolvere la situazione, Olympio decise di uscire dalla moneta coloniale francese FCFA (il franco delle colonie africane francesi), e coniò la moneta del suo paese. Il 13 gennaio 1963, tre giorni dopo aver iniziato a stampare la moneta del suo paese, uno squadrone di soldati analfabeti appoggiati dalla Francia uccise il primo presidente eletto della neo indipendente Africa. Olympio fu ucciso da un ex sergente della Legione Straniera di nome Etienne Gnassingbe che si suppone ricevette un compenso di $612 dalla locale ambasciata francese per il lavoro di assassino. Il sogno di Olympio era quello di costruire un paese indipendente e autosufficiente. Tuttavia ai francesi non piaceva l’idea. Il 30 giugno 1962, Modiba Keita , il primo presidente della Repubblica del Mali, decise di uscire dalla moneta coloniale francese FCFA imposta a 12 neo indipendenti paesi africani. Per il presidente maliano, che era più incline ad un’economia socialista, era chiaro che il patto di continuazione della colonizzazione con la Francia era una trappola, un fardello per lo sviluppo del paese. Il 19 novembre 1968, proprio come Olympio, Keita fu vittima di un colpo di stato guidato da un altro ex soldato della Legione Straniera francese, il luogotenente Moussa Traoré. Infatti durante quel turbolento periodo in cui gli africani lottavano per liberarsi dalla colonizzazione europea, la Francia usò ripetutamente molti ex legionari stranieri per guidare colpi di stato contro i presidente eletti:
– Il 1 gennaio 1966, Jean-Bédel Bokassa, un ex soldato francese della legione straniera, guidò un colpo di stato contro David Dacko, il primo presidente della Repubblica Centrafricana.
– Il 3 gennaio 1966, Maurice Yaméogo, il primo presidente della Repubblica dell’Alto Volta, oggi Burkina Faso, fu vittima di un colpo di stato condotto da Aboubacar Sangoulé Lamizana, un ex legionario francese che combatté con i francesi in Indonesia e Algeria contro le indipendenze di quei paesi.
– il 26 ottobre 1972, Mathieu Kérékou che era una guardia del corpo del presidente Hubert Maga, il primo presidente della Repubblica del Benin, guidò un colpo di stato contro il presidente, dopo aver frequentato le scuole militari francesi dal 1968 al 1970.
Negli ultimi 50 anni un totale di 67 colpi di stato si sono susseguiti in 26 paesi africani, 16 di quest’ultimi sono ex colonie francesi, il che significa che il 61% dei colpi di stato si sono verificati nell’Africa francofona.
Numero dei Colpi di stato in Africa per paese
Ex colonie francesi
Altri paesi africani
Paese
Numero di colpi di stato
Paese Numero di colpi di stato
Togo 1 Egitto 1
Tunisia 1 Libia 1
Costa d’Avorio 1 Guinea Equatoriale 1
Madagascar 1 Guinea Bissau 2
Rwanda 1 Liberia 2
Algeria 2 Nigeria 3
Congo – RDC 2 Etiopia 3
Mali 2 Uganda 4
Guinea Conakry 2 Sudan 5
SUB-TOTALE 1 13
Congo 3
Ciad 3
Burundi 4
Repubblica centrafricana 4
Niger 4
Mauritania 4
Burkina Faso 5
Comores 5
SUB-TOTAL 2 32
TOTAL (1 + 2) 45 TOTALE 22
Come dimostrano questi numeri, la Francia è abbastanza disperata ma attiva nel tenere sotto controllo le sue colonie, a qualsiasi prezzo, a qualsiasi condizione.
Nel marzo del 2008, l’ex presidente francese Jacques Chirac disse:
“Senza l’Africa, la Francia scivolerebbe a livello di una potenza del terzo mondo”
Il predecessore di Chirac, François Mitterand già nel 1957 profetizzava che:
“Senza l’Africa, la Francia non avrà storia nel 21mo secolo”
Proprio in questo momento mentre scrivo quest’articolo, 14 paesi africani sono costretti dalla Francia, attraverso un patto coloniale, a depositare l’85% delle loro riserve di valute estere nella Banca centrale francese controllata dal ministero delle finanze di Parigi. Finora, 2014, il Togo e altri 13 paesi africani dovranno pagare un debito coloniale alla Francia. I leader africani che rifiutano vengono uccisi o restano vittime di colpi di stato. Coloro che obbediscono sono sostenuti e ricompensati dalla Francia con stili di vita faraonici mentre le loro popolazioni vivono in estrema povertà e disperazione.
???
E’ un sistema malvagio denunciato dall’Unione Europea, ma la Francia non è pronta a spostarsi da quel sistema coloniale che muove 500 miliardi di dollari dall’Africa al suo ministero del tesoro ogni anno.Spesso accusiamo i leader africani di corruzione e di servire gli interessi delle nazioni occidentali, ma c’è una chiara spiegazione per questo comportamento. Si comportano così perché hanno paura di essere uccisi o di restare vittime di un colpo di stato. Vogliono una nazione potente che li difenda in caso di aggressione o di tumulti. Ma, contrariamente alla protezione di una nazione amica, la protezione dell’occidente spesso viene offerta in cambio della rinuncia, da parte di quei leader, di servire il loro stesso popolo e i suoi interessi.
I leader africani lavorerebbero nell’interesse dei loro popoli se non fossero continuamente inseguiti e provocati dai paesi colonialisti.
Nel 1958, spaventato dalle conseguenze di scegliere l’indipendenza dalla Francia, Leopold Sédar Senghor dichiarò: “La scelta del popolo senegalese è l’indipendenza; vogliono che ciò accada in amicizia con la Francia, non in disaccordo.”
Da quel momento in poi la Francia accettò soltanto un’ “indipendenza sulla carta” per le sue colonie, siglando “Accordi di Cooperazione”, specificando la natura delle loro relazioni con la Francia, in particolare i legami con la moneta coloniale francese (il Franco), il sistema educativo francese, le preferenze militari e commerciali.
Qui sotto ci sono le 11 principali componenti del patto di continuazione della colonizzazione dagli anni 50:
#1. Debito coloniale a vantaggio della colonizzazione francese
I neo “indipendenti” paesi dovrebbero pagare per l’infrastruttura costruita dalla Francia nel paese durante la colonizzazione.
Devo ancora trovare tutti i dati specifici circa le somme, la valutazione dei benefici della colonizzazione e i termini di pagamento imposti ai paesi africani, ma ci stiamo lavorando (aiutaci con più info).
#2. Confisca automatica delle riserve nazionali
I paesi africani devono depositare le loro riserve monetarie nazionali nella Banca centrale francese.
La Francia detiene le riserve nazionali di quattordici paesi africani dal 1961: Benin, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale e Gabon.
“La politica monetaria che governa un gruppo di paesi così diversi non è complicato perché, di fatto, è decisa dal ministero del Tesoro francese senza rendere conto a nessuna autorità fiscale di qualsiasi paese che sia della CEDEAO [la comunità degli stati dell’Africa occidentale] o del CEMAC [Comunità degli stati dell’Africa centrale]. In base alle clausole dell’accordo che ha fondato queste banche e il CFA, la Banca Centrale di ogni paese africano è obbligata a detenere almeno il 65% delle proprie riserve valutarie estere in un “operations account” registrato presso il ministero del Tesoro francese, più un altro 20% per coprire le passività finanziarie.
Le banche centrali del CFA impongono anche un tappo sul credito esteso ad ogni paese membro equivalente al 20% delle entrate pubbliche dell’anno precedente. Anche se la BEAC e la BCEAO hanno un fido bancario col Tesoro francese, i prelievi da quel fido sono soggetti al consenso dello stesso ministero del Tesoro. L’ultima parola spetta al Tesoro francese che ha investito le riserve estere degli stati africani alla borsa di Parigi a proprio nome.
In breve, più dell’ 80% delle riserve valutarie straniere di questi paesi africani sono depositate in “operations accounts” controllati dal Tesoro francese. Le due banche CFA sono africane di nome, ma non hanno una politica monetaria propria. Gli stessi paesi non sanno, né viene detto loro, quanto del bacino delle riserve valutarie estere detenute presso il ministero del Tesoro a Parigi appartiene a loro come gruppo o individualmente.
Gli introiti degli investimenti di questi fondi presso il Tesoro francese dovrebbero essere aggiunti al conteggio ma non c’è nessuna notizia che venga fornita al riguardo né alle banche né ai paesi circa i dettagli di questi scambi. Al ristretto gruppo di alti ufficiali del ministero del Tesoro francese che conoscono le cifre detenute negli “operations accounts”, sanno dove vengono investiti questi fondi e se esiste un profitto a partire da quegli investimenti, viene impedito di parlare per comunicare queste informazioni alle banche CFA o alle banche centrali degli stati africani.” Scrive Dr. Gary K. Busch
Si stima che la Francia detenga all’incirca 500 miliardi di monete provenienti dagli stati africani, e farebbe qualsiasi cosa per combattere chiunque voglia fare luce su questo lato oscuro del vecchio impero.
Gli stati africani non hanno accesso a quel denaro.
La Francia permette loro di accedere soltanto al 15% di quel denaro all’anno. Se avessero bisogno di più, dovrebbero chiedere in prestito una cifra extra dal loro stesso 65% da Tesoro francese a tariffe commerciali.
Per rendere le cose ancora peggiori, la Francia impone un cappio sull’ammontare di denaro che i paesi possono chiedere in prestito da quella riserva. Il cappio è fissato al 20% delle entrate pubbliche dell’anno precedente. Se i paesi volessero prestare più del 20% dei loro stessi soldi, la Francia ha diritto di veto.
L’ex presidente francese Jacques Chirac ha detto recentemente qualcosa circa i soldi delle nazioni africane detenuti nelle banche francesi. Questo qui sotto è un video in cui parla dello schema di sfruttamento francese. Parla in francese, ma questo è un piccolo sunto: “Dobbiamo essere onesti e riconoscere che una gran parte dei soldi nelle nostre banche provengono dallo sfruttamento del continente africano.”
#3. Diritto di primo rifiuto su qualsiasi materia prima o risorsa naturale scoperta nel paese
La Francia ha il primo diritto di comprare qualsiasi risorsa naturale trovate nella terra delle sue ex colonie. Solo dopo un “Non sono interessata” della Francia, i paesi africani hanno il permesso di cercare altri partners.
#4. Priorità agli interessi francesi e alle società negli appalti pubblici
Nei contratti governativi, le società francesi devono essere prese in considerazione per prime e solo dopo questi paesi possono guardare altrove. Non importa se i paesi africani possono ottenere un miglior servizio ad un prezzo migliore altrove.
Di conseguenza, in molte delle ex colonie francesi, tutti i maggiori asset economici dei paesi sono nelle mani degli espatriati francesi. In Costa d’Avorio, per esempio, le società francesi possiedono e controllano le più importanti utilities – acqua, elettricità, telefoni, trasporti, porti e le più importanti banche. Lo stesso nel commercio, nelle costruzioni e in agricoltura.
Infine, come ho scritto in un precedente articolo, Africans now Live On A Continent Owned by Europeans! [Gli africani ora vivono in un continente di proprietà degli europei !]
#5. Diritto esclusivo a fornire equipaggiamento militare e formazione ai quadri militari del paese
Attraverso un sofisticato schema di borse di studio e “Accordi di Difesa” allegati al Patto Coloniale, gli africani devono inviare i loro quadri militari per la formazione in Francia o in strutture gestite dai francesi.
La situazione nel continente adesso è che la Francia ha formato centinaia, anche migliaia di traditori e li foraggia. Restano dormienti quando non c’è bisogno di loro, e vengono riattivati quando è necessario un colpo di stato o per qualsiasi altro scopo!
#6. Diritto della Francia di inviare le proprie truppe e intervenire militarmente nel paese per difendere i propri interessi
In base a qualcosa chiamato “Accordi di Difesa” allegati al Patto Coloniale, la Francia ha il diritto di intervenire militarmente negli stati africani e anche di stazionare truppe permanentemente nelle basi e nei presidi militari in quei paesi, gestiti interamente dai francesi.
Basi militari francesi in Africa
basi-militari-francesi-in-africa
Quando il presidente Laurent Gbagbo della Costa d’Avorio cercò di porre fine allo sfruttamento francese del paese, la Francia ha organizzato un colpo di stato. Durante il lungo processo per estromettere Gbagbo, i carri armati francesi, gli elicotteri d’attacco e le forze speciali intervennero direttamente nel conflitto sparando sui civili e uccidendone molti.
Per aggiungere gli insulti alle ingiurie, la Francia stima che la business community francese abbia perso diversi milioni di dollari quando, nella fretta di abbandonare Abidjan nel 2006, l’esercito francese massacrò 65 civili disarmati, ferendone altri 1200.
Dopo il successo della Francia con il colpo di stato, e il trasferimento di poteri ad Alassane Outtara, la Francia ha chiesto al governo Ouattara di pagare un compenso alla business community francese per le perdite durante la guerra civile.
Il governo Ouattara, infatti, pagò il doppio delle perdite dichiarate mentre scappavano.
#7. Obbligo di dichiarare il francese lingua ufficiale del paese e lingua del sistema educativo
Oui, Monsieur. Vous devez parlez français, la langue de Molière! [Sì, signore. Dovete parlare francese, la lingua di Molière!]
Un’organizzazione per la diffusione della lingua e della cultura francese chiamata “Francophonie” è stata creata con diverse organizzazioni satellite e affiliati supervisionati dal Ministero degli esteri francese.
Come dimostrato in quest’articolo, se il francese è l’unica lingua che parli, hai accesso al solo 4% dell’umanità, del sapere e delle idee. Molto limitante.
#8. Obbligo di usare la moneta coloniale francese FCFA
Questa è la vera mucca d’oro della Francia, tuttavia è un sistema talmente malefico che finanche l’Unione Europea lo ha denunciato. La Francia però non è pronta a lasciar perdere il sistema coloniale che inietta all’incirca 500 miliardi di dollari africani nelle sue casse.
Durante l’introduzione dell’Euro in Europa, altri paesi europei scoprirono il sistema di sfruttamento francese. Molti, soprattutto i paesi nordici, furono disgustati e suggerirono che la Francia abbandoni quel sistema. Senza successo.
#9. Obbligo di inviare in Francia il budget annuale e il report sulle riserve
Senza report, niente soldi.
In ogni caso il ministero della Banche centrali delle ex colonie, e il ministero dell’incontro biennale dei ministri delle finanze delle ex colonie è controllato dalla Banca Centrale francese/Ministero del Tesoro.
#10. Rinuncia a siglare alleanze militari con qualsiasi paese se non autorizzati dalla Francia
I paesi africani in genere sono quelli che hanno il minor numero di alleanze militari regionali. La maggior parte dei paesi ha solo alleanze militari con gli ex colonizzatori! (divertente, ma si può fare di meglio!).
Nel caso delle ex colonie francesi, la Francia proibisce loro di cercare altre alleanze militari eccetto quelle che vengono offerte loro.
#11. Obbligo di allearsi con la Francia in caso di guerre o crisi globali
Più di un milione di soldati africani hanno combattuto per sconfiggere il nazismo e il fascismo durante la seconda guerra mondiale.
Il loro contributo è spesso ignorato o minimizzato, ma se si pensa che alla Germania furono sufficienti solo 6 settimane per sconfiggere la Francia nel 1940, quest’ultima sa che gli africani potrebbero essere utili per combattere per la “Grandeur de la France” in futuro.
C’è qualcosa di psicopatico nel rapporto che la Francia ha con l’Africa.
Primo, la Francia è molto dedita al saccheggio e allo sfruttamento dell’Africa sin dai tempi della schiavitù. Poi c’è questa mancanza di creatività e di immaginazione dell’elite francese a pensare oltre i confini del passato e della tradizione.
Infine, la Francia ha 2 istituzioni che sono completamente congelate nel passato, abitate da “haut fonctionnaires” paranoici e psicopatici che diffondono la paura dell’apocalisse se la Francia cambiasse, e il cui riferimento ideologico deriva dal romanticismo del 19° secolo: sono il Ministero delle Finanze e del Budget della Francia e il Ministero degli Affari esteri della Francia.
Queste 2 istituzioni non solo sono una minaccia per l’Africa ma anche per gli stessi francesi.
Tocca a noi africani liberarci, senza chiedere permesso, perché ancora non riesco a capire, per esempio, come possano 450 soldati francesi in Costa d’Avorio controllare una popolazione di 20 milioni di persone!?
La prima reazione della gente subito dopo aver saputo della tassa coloniale francese consiste in una domanda: “Fino a quando?”
Per paragone storico, la Francia ha costretto Haiti a pagare l’equivalente odierno di $21 miliardi dal 1804 al 1947 (quasi un secolo e mezzo) per le perdite subite dai commercianti di schiavi francesi dall’abolizione della schiavitù e la liberazione degli schiavi haitiani.
I paesi africani stanno pagando la tassa coloniale solo negli ultimi 50 anni, perciò penso che manchi un secolo di pagamenti!
di Mawuna Remarque KOUTONIN
Fonte: siliconafrica.comhttps://www.facebook.com/SiliconAfrica/https://nicolettaforcheri.wordpress.com ... -in-africaArrêtons de culpabiliser l'Europe, l'Union africaine doit prendre ses responsabilités !Nadine Morano
https://www.facebook.com/Nadine.Morano/ ... 8813440793Du Parlement européen de Strasbourg où nous sommes réunis en session plénière, je veux saluer la décision des autorités italiennes de ne pas laisser l’ #Aquarius et les 630 migrants à son bord accoster sur leurs côtes.
En agissant ainsi, le gouvernement italien provoque une prise de conscience salutaire en Europe : la vague migratoire de masse que nous subissons depuis des années doit maintenant s’arrêter ! Nous devons enfin protéger sérieusement nos frontières extérieures et faire respecter la volonté de nos peuples qui sont en droit de ne pas accepter une immigration imposée.
L’Europe ne peut pas continuer à tenter de lutter contre une immigration illégale qu’elle provoque elle-même par ses discours de fausse générosité et par sa politique migratoire irresponsable des quotas de migrants à laquelle je suis fermement opposée.
Je n’accepte pas les discours de culpabilisation de l’Europe. Je rappelle qu’elle verse chaque année à l’Afrique 17 milliards d’euros d’aide publique au développement dont plus de 4 milliards de la France.
Pourquoi alors culpabiliser l’Europe sans jamais rappeler à leurs responsabilités les pays d’origine des migrants, en particulier ceux de l’Union africaine, qui ont le devoir d’assurer un avenir digne à leurs populations et en particulier à leur jeunesse ?
J’appelle à ce que l’aide au développement que nous versons soit désormais conditionnée au degré de coopération des pays d’origine dans le domaine de la politique migratoire, à leur lutte contre les passeurs, à la constitution d’état-civil fiable, à la réadmission de leurs ressortissants qui n'ont pas le droit au séjour en Europe.
Enfin, avec plus de 15 000 morts en méditerranée depuis 2014, j’appelle les ONG à la responsabilité, afin que cesse ce cercle vicieux d’incitation à l’immigration irrégulière qui ne profite qu’aux passeurs et aux trafiquants.
Smettiamola di colpevolizzare l'Europa, l'Unione Africana deve assumersi le proprie responsabilità!
Dal Parlamento europeo di Strasburgo, dove siamo riuniti in sessione plenaria, voglio salutare la decisione delle autorità italiane di non lasciare che l'#Aquarius e i 630 migranti a bordo attraccare sulle loro coste.
Agendo così, il governo italiano provoca una presa di coscienza salutare in Europa: L' ondata migratoria di massa che subiamo da anni deve ora fermarsi! Dobbiamo finalmente proteggere seriamente le nostre frontiere esterne e far rispettare la volontà dei nostri popoli che hanno il diritto di non accettare un'immigrazione imposta.
L' Europa non può continuare a cercare di lottare contro un'immigrazione illegale che essa stessa provoca con i suoi discorsi di falsa generosità e con la sua politica migratoria irresponsabile delle quote di migranti alla quale sono fermamente contraria.
Non accetto i discorsi di colpa dell'Europa. Ricordo che ogni anno versa all'Africa 17 miliardi di euro di aiuti pubblici allo sviluppo di cui oltre 4 miliardi della Francia.
Perché allora colpevolizzare l'Europa senza mai ricordare alle loro responsabilità i paesi di origine dei migranti, in particolare quelli dell'unione africana, che hanno il dovere di assicurare un futuro degno alle loro popolazioni e in particolare alla loro gioventù?
Chiedo che gli aiuti allo sviluppo che versiamo siano ora condizionati al grado di cooperazione dei paesi d'origine nel settore della politica migratoria, alla loro lotta contro i trafficanti, alla Costituzione di stato civile affidabile, alla riammissione. Dei loro cittadini che non hanno diritto al soggiorno in Europa.
Infine, con oltre 15 000 morti nel mediterraneo dal 2014, invito le ong alla responsabilità, affinché cessi questo circolo vizioso di incitamento all'immigrazione irregolare che giova solo ai trafficanti e ai trafficanti.