Stragi dei cristiani fatte dagli islamici

Stragi dei cristiani fatte dagli islamici

Messaggioda Berto » lun gen 12, 2015 6:27 pm

Stragi dei cristiani fatte dagli islamici
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 110&t=1322

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lamego.jpg


Nigeria, Boko Haram fa strage di cristiani

Gli integralisti islamici attaccano in una chiesa e in un mercato: quasi 100 morti. E sul Delta del Niger un commando sequestra un rimorchiatore diretto a un terminal petrolifero dell'Eni
di GIAMPAOLO CADALANU

http://www.repubblica.it/esteri/2014/01 ... e-77088908

Boko Haram è all'offensiva in Nigeria, la repressione delle forze governative non ha fermato gli integralisti del gruppo vicino ad Al Qaeda. I fondamentalisti islamici hanno lanciato due diversi attacchi domenica scorsa, il primo alla mattina, in una chiesa del villaggio di Waga Chakawa, nello stato di Adamawa, il secondo in serata, nel mercato di Kawuri, stato di Borno, nel Nord-Est della federazione.

A Waga Chakawa un commando dell'organizzazione integralista è entrato in chiesa durante la funzione, aprendo il fuoco con armi automatiche e lanciando bombe a mano sui fedeli: almeno 45 persone sono rimaste uccise. Poi i terroristi hanno dato fuoco alle case, prendendo anche diversi ostaggi. A Kawuri una cinquantina di miliziani di Boko Haram ha prima attaccato il mercato con armi pesanti, per poi disseminare la zona con bombe artigianali, destinate a straziare i soccorritori. I morti sono almeno una cinquantina, i feriti una ventina. Secondo Ari Kolomi, un testimone sentito dalla Associated Press che è riuscito a raggiungere Maiduguri, la capitale dello Stato, il villaggio di cristiani è stato raso al suolo, nessuna casa è rimasta in piedi.

L'offensiva del gruppo islamico sembra mettere in difficoltà il presidente nigeriano Goodluck Jonathan, che cerca di contenere la presenza integralista negli stati del nord in cui ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza nel maggio dell'anno scorso. Jonathan ha anche ordinato un rimpasto generale ai vertici delle forze armate, sostituendo il capo di stato maggiore della Difesa e i responsabili delle diverse armi. La presidenza non ha giustificato la misura, ma l'opinione comune è che l'obiettivo sia appunto una campagna più decisa contro Boko Haram.

Intanto torna a scaldarsi anche il Delta del Niger: un commando di sette uomini armati ha sequestrato il capitano di un rimorchiatore e un tecnico che era a bordo. L'imbarcazione era partita da Port Harcourt e navigava verso il terminal di Brass River, operato dall'Eni. La compagnia italiana precisa che la nave appartiene a contractor e che nessun dipendente dell'Eni è rimasto coinvolto nel sequestro. Una rivendicazione attribuisce il rapimento al Mend, il movimento indipendentista che si riteneva ormai estinto. Nonostante il messaggio arrivi da un account di posta elettronica in passato usato dal Mend e sia firmato dal vecchio portavoce degli indipendentisti, Jomo Gbomo, le autorità nigeriane sono propense a considerare fasulla la rivendicazione, perché il gruppo dirigente dell'organizzazione ha abbandonato la lotta dopo l'amnistia del 2009 o è in stato di detenzione.






Nigeria, strage di cristiani, cento morti
Un villaggio devastato da estremisti religiosi. Una rappresaglia contro il governo


http://www.corriere.it/esteri/14_febbra ... f947.shtml



Cristiani ancora sotto tiro in Nigeria nell’ennesima strage che ha insanguinato il sempre più incontrollabile nord-est del Paese. Sono oltre 100 gli abitanti del villaggio di Izghe, nel nordest della Nigeria, uccisi oggi da uomini armati che si ritiene appartengano al gruppo di integralisti islamici di Boko Haram. Lo ha detto un senatore di quella regione, precisando che i morti sono 106, tra cui una donna anziana.

SOTTO TIRO - La notte scorsa ha avuto luogo un massiccio attacco degli islamisti di Boko Haram, che hanno incendiato le case e devastato l’intero villaggio di Izghe, nello stato di Borno. Sono arrivati di sera, hanno raccontato gli scampati, a bordo di camion e moto, travestiti da militari. Hanno costretto gli uomini a radunarsi in un’area del villaggio e li hanno massacrati a colpi d’arma da fuoco e con coltelli e machete, al grido di “Allah è grande”. Poi hanno setacciato le abitazioni alla ricerca di chi si era nascosto, hanno saccheggiato magazzini e depositi di generi alimentari e sono fuggiti nella boscaglia. Tra le vittime del massacro anche musulmani moderati.

(Afp)(Afp)

VIOLENZE SENZA FINE - Nessuna resistenza, nemmeno un poliziotto o un soldato nel villaggio, nonostante gli ultimi giorni siano stati scanditi da eccidi e decine di morti in tutta l’area. E nonostante la “guerra” dichiarata dal presidente cristiano Goodluck Jonathan a Boko Haram e la costituzione di milizie armate di autodifesa, formate anche da musulmani moderati, da affiancare alle forze di sicurezza. Secondo alcune fonti, il massacro è stata la reazione a una serie di bombardamenti aerei da parte delle forze nigeriane contro postazioni degli estremisti islamici non lontano da Izghe, verso il confine con il Camerun.

L’ESCALATION DEI MASSACRI - Ad arginare la “guerra santa” non è servito neppure il siluramento, a metà gennaio, di tutti i vertici militari, sostituiti dal presidente nigeriano perché incapaci di fermare la furia di Boko Haram contro la minoranza cristiana del nord-est. L’offensiva lanciata in maggio per riportare sotto controllo gli Stati di Borno, Adamawa e Yobe, tutti e tre in stato di emergenza, non dà risultati. La dinamica dell’ultimo massacro, 4 giorni fa, che aveva provocato una quarantina di morti, era stata simile. E il 27 gennaio la violenza integralista si era abbattuta su una chiesa - più di venti morti - e contro un altro villaggio, sempre nel nord-est. Ancora ieri, centinaia di abitanti della città di Bama, attaccata a più riprese, sono scappati verso Maiduguri per paura di un ennesimo raid. Ad essi si sono aggiunti oggi i fuggiaschi di Izghe, che attraversano a piedi la boscaglia rischiando un nuovo massacro.

16 febbraio 2014 | 20:40


Oltre cento studentesse sequestrate da commando islamico
Il rapimento di massa avvenuto lunedì sera a Chibok. Il sospetto che ad agire siano stati i «talebani africani» di Boko Haram. Si aggrava il bilancio dell’attentato ad Abuja
http://www.corriere.it/esteri/14_aprile ... 686e.shtml

Più di 100 ragazze sono state sequestrate dalla loro scuola nel nordest della Nigeria da islamici pesantemente armati. L’attacco è avvenuto lunedì sera secondo un funzionario del dipartimento dell’istruzione nella città di Chibok,nello stato di Borno. Abitanti della città, che hanno parlato a condizione di restare anonimi, hanno precisato che le ragazze sequestrate avrebbero dovuto sostenere questa settimana gli esami annuali per il diploma Waec, comune ai paesi africani anglofoni. Proprio in previsione di questo appuntamento nella città erano stati dispiegati dei militari, che sono stati però sopraffatti da un commando di uomini armati giunti in città a bordo di camion e moto.

L’ombra dei Boko Haram

Il gruppo islamico Boko Haram, il cui nome significa «l’educazione occidentale è un peccato» in lingua haussa, ha spesso preso di mira le istituzioni scolastiche. Nel corso di un attacco quest’anno nello stato di Borno uomini di Boko Haram avevano circondato una scuola femminile avevano fatto uscire tutte le studentesse intimando loro di tornare a casa immediatamente. Abubakar Shekau, capo di Boko Haram, è considerato un «terrorista di livello mondiale» dagli Stati Uniti e in un video aveva di recente proclamato di voler allargare il «raggio d’azione» della «guerra santa» dichiarata contro il governo centrale in nome della secessione e dell’instaurazione della sharia, la legge islamica. E spingersi quindi oltre la Nigeria nord-orientale, dove la situazione è di fatto fuori controllo e ci sono almeno 300.000 tra profughi e sfollati.

L’attentato alla stazione dei pullman: almeno 75 morti

Sempre lunedì, nella capitale Abuja, uomini di Boko Haram hanno attaccato una affollata stazione degli autobus: 75 morti e 141 feriti. Il ministro della Salute del Paese, Onyebuchi Chukwu, ha precisato che il bilancio delle vittime sembra destinato ad aumentare, man mano che i medici analizzeranno le parti di corpi recuperate e stabiliranno a quante persone appartengano. Erano le 6.45 del mattino, l’ora più affollata di gente che va al lavoro, quando il capolinea di Nyanya Motor Park, popolosa periferia della città, è stato scosso da una potente esplosione. Dunque niente spari o assalti a colpi di machete, come nei villaggi che di solito sono teatro degli attacchi. Ma un’autobomba parcheggiata nella zona, ha fatto sapere Charles Otegbade, capo dei soccorsi dell’Agenzia nazionale di gestione delle urgenze, che ha lasciato una voragine al posto della strada. Le persone morte in quest’ultimo attacco si aggiungono alle migliaia di vittime - molti i cristiani e molti anche gli islamici moderati - massacrate a partire dal 2009: 1.500 solo dall’inizio dell’anno, secondo Amnesty International.
15 aprile 2014 | 18:26
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Re: Straxi en Nejeria fate da li xlameghi

Messaggioda Berto » lun gen 12, 2015 6:33 pm

Nigeria, la strage degli studenti cristiani
L’attacco dei terroristi di Boko Haram nel nord-est del Paese: 43 i ragazzi uccisi, “colpevoli” di voler studiare qualcosa di diverso dal Corano. Il Paese sotto choc

http://www.lastampa.it/2014/02/25/ester ... agina.html

Gli integralisti islamici dell’organizzazione terroristica Boko Haram hanno colpito di nuovo, ancora una volta nel nord-est della Nigeria, ancora una volta giovani inermi condannati perché «colpevoli» di voler studiare qualcosa di diverso dal Corano.

Nel liceo federale di Bani Yadi i dormitori erano immersi nel buio. Alle 2 di notte tutti gli studenti dormivano nel silenzio delle camerate dove ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 18 anni sono alloggiati, lontani dalle loro famiglie proprio per poter avere una educazione «all’occidentale». La banda di assassini ha attaccato in piena notte, ha lanciato bombe a mano, sparato raffiche a ripetizione contro i giovani che tentavano di fuggire, finito i feriti con i machete e a coltellate. Poi ha dato alle fiamme l’edificio e si sono dileguati nel buio trafitto dalle urla dei sopravvissuti.

Sono 43 i giovani ammazzati, quasi tutti maschi, decine i feriti, alcuni dei quali sono stati mutilati. Le ambulanze hanno continuato a fare la spola tra il collegio-scuola e gli ospedali di Damaturu e Buni Yadi per tutta la notte, all’alba i soccorritori stavano ancora cercando eventuali feriti sopravvissuti all’incendio. «Nell’obitorio abbiamo 43 cadaveri», ha detto nel primo pomeriggio un responsabile dell’ospedale di Damaturu, capoluogo dello stato di Yobe teatro dell’eccidio. Fuori, a decine, i familiari degli iscritti alla scuola presa d’assalto premevano per entrare e cercare traccia dei loro figli. Per riprendere il controllo della situazione è stato costretto a intervenire l’esercito, che è riuscito a riportare la calma, fortunatamente senza ulteriore spargimento di sangue.

Dall’inizio dell’insurrezione, nel 2009, contro il governo del presidente Goodluck Jonathan (cristiano, originario della Nigeria meridionale), i Boko Haram hanno già compiuto eccidi di questo genere in numerose scuole del Paese. Tra l’altro Boko Haram significa proprio «l’educazione occidentale è proibita» ed è questo uno degli slogan più urlati per costringere la popolazione a sottostare alla legge islamica (la Sharia).

L’anno scorso, in settembre, almeno 40 studenti erano stati massacrati in un collegio-scuola di agraria nella città di Gujba, sempre nello Stato di Yobe, dopo che in precedenza più volte avevano sparato contro le finestre dei dormitori. Intimidazioni poi sfociate nella strage.

Yobe è uno degli Stati della Nigeria settentrionale maggiormente colpiti dalla «guerra santa» dei Boko Haram che hanno causato in meno di cinque anni migliaia di morti. Dallo scorso maggio il governo centrale ha decretato lo stato d’emergenza e l’esercito sta portando avanti un’offensiva senza precedenti contro i miliziani integralisti. Senza però registrare successi definitivi.

Solo dieci giorni fa, il 15 febbraio, un attacco attribuito sempre ai Boko Haram aveva lasciato 106 morti nelle strade e nelle case devastate di Izghe, villaggio nello Stato di Borno, confinante con Yobe e terra d’origine del movimento fondamentalista. Qui la popolazione è a maggioranza islamica, ma sono molti a non voler seguire la Sharia e anche questi musulmani sono diventati un obiettivo per la sanguinaria campagna dei Boko Haram.
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Re: Straxi en Nejeria fate da li xlameghi

Messaggioda Berto » lun gen 12, 2015 6:36 pm

8 gennaio 2015
Boko Haram, nuova strage in Nigeria: distrutti 16 villaggi, circa 2mila morti
La città di Baqa, che aveva una popolazione di 10mila persone, di fatto "non esiste più": ha affermato il deputo Maina Maaji Lawan

Nuova strage dei miliziani integralisti di Boko Haram, in Nigeria. La Bbc, citando fonti militari, ha riferito di un secondo attacco contro Baqa, città del nord-est del Paese, già devastata domenica. "I cadaveri giacciono sulle strade, si temono 2mila persone uccise a causa del raid. La città è stata completamente devastata, le case date alle fiamme", afferma l'operatore radiotelevisivo britannico.


Nei giorni scorsi, il deputato Maina Maaji Lawan aveva affermato che dopo l'offensiva di domenica, nella quale Boko Haram ha preso il controllo anche di una base militare, il gruppo controlla il 70% del territorio dello Stato di Borno, considerato una roccaforte dei jihadisti.

La città di Baqa, che aveva una popolazione di 10mila persone, di fatto "non esiste più". Quelli che sono riusciti a fuggire "non sono stati in grado di seppellire i morti, i loro cadaveri ora giacciono nelle strade". Molti sono fuggiti, già da domenica, attraversando il lago Ciad.

Boko Haram ha raso al suolo "16 villaggi vicini", spiegano ancora i funzionari locali, "centinaia di profughi sono intrappolati sulle isole nel lago Ciad". Tra i villaggi periferici di Baqa distrutti "figurano quelli di Dorn-Baga, Mile 4, Mile 3, Kauyen Kuros e Bunduram".
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Re: Straxi de cristiani en Nejeria fate da li xlameghi

Messaggioda Berto » mar gen 13, 2015 8:38 am

Orrore in Nigeria: ancora due bimbe imbottite di esplosivo, quattro vittime al mercato

http://www.repubblica.it/esteri/2015/01 ... -104734454

DAMATURU - Ennesimo orrore in Nigeria. E' di almeno 4 morti e 25 feriti il bilancio provvisorio dell'attentato suicida che ha visto nuovamente protagoniste - si ipotizza in modo involontario - altre due bimbe di 10 anni imbottite di esplosivo. Le piccole si sarebbero fatte saltare in aria, o più probabilmente qualcuno ha azionato a distanza la cintura esplosiva che nascondevano sotto i vestiti, in un mercato dove si vendono telefonini a Potiskum, nello stato nord-orientale di Yobe, roccaforte del gruppo sunnita jihadista di Boko Haram.

Secondo un testimone, Sani Abdu Potiskum, il mercato è stato devastato da due deflagrazioni e le attentatrici dimostravano non più di 10 anni: proprio come l'altra coetanea che ieri ha causato la morte di 19 persone a Maiduguri, capitale dello Stato di Borno. Anche Potiskum era stata colpita da un attentato sempre ieri.

Intanto, l'esercito nigeriano ha sollecitato la cooperazione internazionale contro Boko Haram, dopo il sanguinoso attacco messo a segno dai jihadisti nella città di Baqa e nelle località circostanti, nel nord-est del paese, che avrebbe causato centinaia di morti. Il bilancio delle vittime non è ancora stato accertato, ma secondo alcune fonti i morti potrebbero essere 2.000.

"L'attacco alla città (di Baga) di questi cani e quanto hanno compiuto dal 3 gennaio 2015 dovrebbe convincere tutte le persone ben intenzionate del mondo che Boko Haram rappresenta il male che dobbiamo eliminare tutti insieme, piuttosto che criticare quanti cercano di combatterli", ha detto oggi il portavoce del ministero della Difesa, Chris Olukolade.

"L'esercito nigeriano non ha abbandonato Baqa e le altre località oggi controllate dai terroristi", ha aggiunto, riferendo di "piani appropriati, uomini e risorse mobilitati per affrontare la situazione".

Uno dei sopravvissuti alla strage ha raccontato ai media nigeriani: "Abbiamo corso per giorni e visto cadaveri, specialmente sulle isole del lago Ciad: sono stati sterminati come insetti. Il massacro (di domenica scorsa, ndr) è andato avanti per giorni, i miliziani sono in agguato lungo le acque e, quando vedono passare una barca di quelli che fuggono, aprono il fuoco". Altri sopravvissuti parlano di decine di cadaveri "ovunque".

Nell'ottobre scorso, le autorità nigeriane avevano annunciato il raggiungimento di un'intesa per un cessate il fuoco con Boko Haram, anche in vista del rilascio delle oltre 200 studentesse rapite a Chibok, nel Borno, lo scorso aprile, e per un regolare svolgimento delle prossime elezioni presidenziali e legislative, programmate per febbraio. Tregua poi smentita dal sedicente leader del movimento, Abubakar Shekau. Da allora, le violenze sono continuate senza interruzioni di sorta.



Orrore in Nigeria, l’ultima strage di Boko Haram con la bambina imbottita di esplosivo al mercato

La piccola di 10 anni si è fatta saltare in aria a Maiduguri, nel nordest del Paese: 20 morti

http://www.lastampa.it/2015/01/10/ester ... agina.html


Una bambina di 10 anni imbottita di esplosivo salta in aria uccidendo una ventina di persone in un mercato di Maiduguri, capoluogo dello stato nigeriano di Borno. L’ultimo orrore di Boko Haram scuote il mondo mentre miliziani fondamentalisti islamici danno l’assalto a Damaturu, capitale del confinante stato di Yobe. A poco meno di cinque settimane dalle elezioni presidenziali e legislative in Nigeria, i jihadisti stanno accentuando la loro ondata di terrore sulle città e sugli abitanti del nord-est del Paese, costringendo all’esodo verso i confini di Camerun, Ciad e Niger altre migliaia di persone.


LA PICCOLA KAMIKAZE

Il mercato preso di mira oggi a Maiduguri è lo stesso dove lo scorso primo dicembre due donne si fecero esplodere causando una decine di morti e una cinquantina di feriti. La bambina saltata in aria non aveva, secondo fonti di polizia e della Croce Rossa, più di dieci anni. La deflagrazione è stata terrificante, dopo un paio d’ore i soccorritori contavano almeno 20 morti e 18 feriti, alcuni in gravissime condizioni. Secondo Gideon Jibrin, portavoce della polizia di Borno, «il corpo della ragazzina è stato fatto a pezzi ... Come fosse stato tagliato in due, la parte superiore è stata trovata a 500 metri di distanza».


IL BAGNO DI SANGUE

Per compiere l’attentato è stata scelta un’ora di punta, poco dopo le 12:30. Tra i banchi e i negozietti si aggiravano decine di persone, in gran parte donne con i loro bambini. Secondo la polizia, benché non vi sia stata rivendicazione è più che probabile che l’attentato sia stato organizzato dai Boko Haram che sempre più spesso usano le ragazze per i loro sanguinosi attentati. L’ipotesi è suffragata da un’altra «coincidenza»: anche il primo dicembre, mentre il mercato di Maiduguri veniva colpito per la prima volta, miliziani pesantemente armati avevano attaccato Damaturu, incendiando edifici pubblici, devastando abitazioni e negozi, uccidendo a caso.


IGNARA DEL SUO DESTINO

Allora nessuno aveva avanzato dubbi sulla volontarietà delle due donne di farsi saltare in aria. Oggi invece il portavoce della polizia racconta che la bambina era stata fermata e che due agenti la stavano perquisendo quando c’è stata la deflagrazione. «Forse neppure sapeva cosa le era stato messo addosso ... forse la bomba è stata fatta detonare con un telecomando - ha detto il portavoce della polizia - I due agenti sono morti all’istante dilaniati dall’esplosione». I Boko Haram hanno fatto compiere per la prima volta a una donna un attacco suicida l’anno scorso, in giugno, nella città di Gombe, nell’omonimo Stato situato sempre nel nord a maggioranza musulmana ma nel cuore del Paese, lontano dalle frontiere. Un mese dopo una bambina di 10 anni era stata bloccata a Katsina con addosso un giubbotto esplosivo: si era salvata e tra le lacrime aveva raccontato di essere stata costretta a indossarlo dai familiari.


L’ALLARME DI AMNESTY

La tragedia del mercato segue la carneficina nella città di Baqa, nel nord-est della Nigeria, dove almeno 2.000 dei circa diecimila abitanti sarebbero stati uccisi dagli integralisti islamici Boko Haram in meno di una settimana. Ma non si ha ancora un bilancio definitivo: non si riescono a contare anche perché si spera che tra coloro che mancano all’appello qualcuno sia riuscito a salvarsi attraversando le frontiere con il Ciad e con il Camerun. E perché decine di cadaveri restano abbandonati nelle strade senza che nessuno abbia il coraggio o la forza di seppellirli. È di ieri l’ennesimo allarme dell’organizzazione umanitaria Amnesty International: la maggior parte di queste persone non possono essere assistite né curate, se sopravvivono alla violenza sono la fame e gli stenti ad ucciderle.
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Re: Straxi de cristiani en Nejeria fate da li xlameghi

Messaggioda Berto » gio gen 22, 2015 9:51 am

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Re: Straxi de cristiani fate da li xlameghi

Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 1:05 pm

Pakistan: talebani contro due chiese a Lahore, 15 i morti (15/03/2015)

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... istani.jpg

Donne e bambini fra le vittime. Una folla inferocita ha picchiato a morte due persone sospettate e le ha bruciate

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/a ... 24aaf.html

Strage di cristiani in Pakistan. Due attentatori suicidi talebani hanno causato oggi la morte di almeno 15 fedeli ed il ferimento di altri 78 che pregavano in due chiese di Lahore, capitale culturale pachistana, riportando ancora una volta sotto i riflettori la dura condizione di vita della minoranza religiosa perseguitata nel Paese.

I kamikaze, appartenenti al Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP) Jamat-ul-Ahrar, che ha rivendicato l'attacco a sostegno dell'introduzione in Pakistan della Sharia (legge islamica), si sono fatti esplodere in mattinata all'ingresso delle due chiese, vicine fra loro, del quartiere di Youhanabad (la cattolica St John's Church e la cristiana Christ Church), dopo essere stati bloccati da due agenti che hanno perso la vita nel gesto. Gli attentati hanno investito in pieno i fedeli che entravano e uscivano dai luoghi di culto, causando la morte anche di numerose donne e bambini, mentre fra i feriti almeno 30 sono gravi e ricoverati in rianimazione negli ospedali di Lahore. All'Angelus papa Francesco ha evocato la tragedia appena avvenuta: "Con dolore, con molto dolore ho appreso degli attentati terroristici contro due chiese cristiane a Lahore che hanno provocato morti e feriti. I cristiani sono perseguitati e versano il sangue solo perché cristiani". Dopo le scene di panico ed il fuggi fuggi seguiti alla duplice esplosione, una folla di manifestanti furiosi per l'accaduto si è impossessata delle strade della città, sottraendo fra l'altro a forza alla polizia due sospettati di aver collaborato agli attentati, che sono stati torturati in strada e bruciati vivi. Alcune migliaia di persone esasperate e armate anche di mazze si sono dirette verso Ferozpur Road dove, in un gesto insolito per la pacifica comunità cristiana locale, hanno danneggiato vetrine di negozi ed auto in sosta, assaltando anche una stazione del nuovo servizio urbano di Metro-Bus. Molte centinaia di dimostranti sono scesi in piazza per molte ore anche in varie altre città (Peshawar, Faridabad, Multan e Quetta) ed a Karachi, nel sud del Pakistan, dove sono stati incendiati pneumatici per bloccare una via di grande scorrimento. Le autorità cristiane pachistane hanno decretato tre giorni di lutto per le vittime provocate dai talebani, mentre domani resteranno chiuse tutte le scuole cristiane del Punjab. Condannando gli attentati di Lahore, sua città natale, il premier pachistano Nawaz Sharif li ha definiti "non un attacco alla comunità cristiana ma allo stesso Stato pachistano". Da parte sua il ministro della Difesa, Khawaja Muhammad Asif, ha parlato di "un'aggressione contro l'umanità". Dura anche la condanna da parte di Nazir S. Bhatti, presidente del Congresso cristiano pachistano (Pcc) il quale ha sostenuto che il governo del Punjab "non ha adottato sufficienti misure di protezione per le chiese". "La violenza contro i cristiani - ha assicurato - sta aumentando in Punjab dove bambini, donne e uomini cristiani vengono bruciati vivi con il pretesto della legge sulla blasfemia e dove le case di molti cristiani vengono incendiate ogni settimana ed i responsabili restano in piena libertà". Nel 2011, fra l'altro, almeno due personalità politiche pachistane - l'ex ministro per le minoranze, Shahbaz Bhatti, e l'ex governatore del Punjab, Salman Taseer - sono state uccise per aver preso posizione a favore di Asia Bibi, la madre cristiana di cinque figli condannata a morte per un gesto blasfemo da lei negato. L'attacco odierno contro le due chiese è il più grave dal 2013, quando una duplice esplosione in una storica chiesa di Peshawar causò la morte di 82 persone.




Attacchi contro chiese in Pakistan. Papa: mondo nasconde persecuzioni anticristiane

http://it.radiovaticana.va/news/2015/03 ... pa/1129578

Papa Francesco ha rivolto il suo grido di dolore all’Angelus per gli attacchi compiuti oggi a Lahore in Pakistan contro due chiese cristiane, una cattolica e l’altra protestante. Numerose le vittime, almeno 14 finora, tra cui anche bambini. Tanti i feriti che versano in gravi condizioni. Hanno rivendicato l’attacco i miliziani di Jamaat-ul-Ahrar, un gruppo scissionista dei talebani. Ma ascoltiamo le parole del Papa:

“Con dolore, con molto dolore, ho appreso degli attentati terroristici di oggi contro due chiese nella città di Lahore in Pakistan, che hanno provocato numerosi morti e feriti. Sono chiese cristiane. I cristiani sono perseguitati. I nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani. Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e per le loro famiglie, chiedo dal Signore, imploro dal Signore, fonte di ogni bene, il dono della pace e la concordia per quel Paese, e che questa persecuzione contro i cristiani che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace”.

Sulle notizie che giungono dal Pakistan ascoltiamo padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Le notizie sono terribili: sembra che siano due talebani che volevano entrare in chiesa. Hanno cercato di sparare per entrare in chiesa, ma delle guardie di sicurezza alla chiesa fortunatamente li hanno fermati, perché le due chiese erano stracolme di gente che pregava: almeno mille persone. Per cui, se fossero entrati in chiesa sarebbe stato un massacro enorme. E' stata una cosa terribile, perché la gente era in chiesa a pregare, perché è domenica! L’altra notizia che abbiamo è che cattolici e protestanti hanno fatto delle manifestazioni e continuano a farle perché criticano la mancanza di sicurezza da parte del governo – del governo del Punjab – che si trova sempre a dover combattere contro attacchi contro le chiese, contro moschee, violenze continue da parte – appunto – di talebani. Sembra poi – così dicono alcune testimonianze – che alcuni dei poliziotti che avrebbero dovuto essere a guardia di queste chiese, invece fossero in un bar a guardare una partita di cricket.

D. – Perché questi attentati, proprio adesso?

R. – Il governo pakistano è stato sempre ambiguo nei confronti dei talebani: da una parte li ha sempre protetti e ha dato loro ospitalità e rifugio, soprattutto nel Nord del Pakistan; nello stesso tempo, è alleato della comunità internazionale per combattere il terrorismo. E questo gioco continuo adesso è nel periodo in cui sta cercando di combattere il terrorismo. Purtroppo, i talebani sono diffusi ovunque nel Paese perché in tutti questi anni sono riusciti a fondare qualcosa come 20-25 mila scuole coraniche nelle quali si insegna l’islam fondamentalista e quindi ci sono fondamentalisti ovunque che combattono sia i cristiani, sia gli sciiti. Non dimentichiamo che – appunto – ci sono tantissimi attacchi anche a moschee sciite: praticamente, ogni settimana. E poi c’è anche un gruppo, dei cosiddetti “ahmadi” che sono un gruppo che si ispira un po’ a Maometto, un po’ all’islam, ma che è considerato eretico. Quindi, mi sembra che questi talebani pakistani, ormai – stiano emulando le azioni del sedicente Stato islamico.

D. – Quindi c’è un rischio di estensione di questo Stato islamico?

R. – Un rischio di estensione ma soprattutto di alleanze: infatti, lo Stato islamico è molto finanziato da alcuni Paesi del Golfo e quindi ha soldi a non finire, e questo porta tanti gruppi terroristi, tanti gruppi di fondamentalisti islamici a proclamare l’alleanza con loro per avere anche fondi, armi e così via.

D. – La situazione dei cristiani in Pakistan appare sempre più difficile: pensiamo anche i tanti che sono nelle carceri, accusati ingiustamente di blasfemia.

R. – Sì, perché questa ventata di fondamentalismo non permette mai una situazione tranquilla, per cui molti cristiani per una sciocchezza o con falsa testimonianza, vengono accusati di blasfemia contro il Corano, contro il Profeta, e subiscono il carcere. Non solo: spesso subiscono anche una esecuzione sommaria all’interno delle carceri, perché molte volte le stesse guardie carcerarie sono pagate per farli fuori.

D. – Il caso più noto è Asia Bibi: come sta?

R. – Di Asia Bibi si sa che per proteggerla da una possibile esecuzione extragiudiziaria è controllata giorno e notte. Sta in carcere: questa poverina prega, ogni tanto è visitata da parenti o da ong cristiane che la sostengono … Però non si trova un modo per risolvere il suo caso. Probabilmente, se si potesse fare questo processo di appello, la sua condanna a morte sarebbe cancellata. Il punto è che quando i giudici fissano l’appello, si formano subito manifestazioni di gruppi fondamentalisti che chiedono la sua morte. E spesso i giudici hanno paura e quindi aggiornano, rimandano continuamente questo processo d’appello.




Stragi in Pakistan, i vescovi: la polizia guardava il cricket in tv - 15/03/2015

http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-m ... colo/39766

I presuli: una grave negligenza. Aumentano i casi in cui gli agenti diventano complici degli omicidi o braccio armato dei radicali - Paolo Affatato roma
A morire sono stati i giovani volontari cattolici che hanno cercato di fermare i terroristi. Sì, perché i poliziotti che avrebbero dovuto essere davanti alla chiese – disposizione del ministero degli interni – sono sani e salvi: erano impegnati a vedere in tv la partita di cricket, lo sport nazionale in Pakistan.
La nota della Commissione «Giustizia e pace» dei vescovi cattolici pakistani lancia accuse pesanti. «La chiesa di Youhanabad aveva supplicato il governo e la polizia di aumentare la sicurezza, date minacce ricevute di recente. Ma gli agenti presenti erano pochissimi. E, invece di fare il loro dovere di vigilanza, erano occupati a guardare la partita di cricket. In conseguenza di questa negligenza, molti cristiani hanno perso la vita». Di fronte a gravi e ripetuti episodi di violenza sui cristiani, i vescovi reclamano la «volontà politica» di fermare i terroristi.
Da qui l’esasperazione e la protesta della folla che, dopo gli attentati, ha linciato altri due uomini sospettati di essere coinvolti nella strage.
Va detto che la polizia in Pakistan ha un problema sistemico. Quando va bene, le questioni sono negligenza o corruzione. Nel peggiore dei casi, il corpo per la sicurezza dei cittadini si trasforma in braccio armato dei fondamentalisti islamici o si fa complice delle violenze sulle minoranze religiose. E mentre la divisa diventa uno scudo che giustifica l’abuso e l’arbitrio, i cristiani sono vittime privilegiate.
Gli ultimi casi hanno destato l'indignazione di organizzazioni della società civile, cristiane e non. Prima della strage di oggi, i cristiani hanno chiesto a gran voce giustizia per «l’omicidio di stato» consumatosi sempre a Lahore nei giorni scorsi. La polizia ha torturato e ucciso un giovane cristiano innocente. L’unica colpa imputata al 25enne Zubair Masih era quella di essere il figlio di Aysha Bibi, una vedova cristiana accusata di furto da suo datore di lavoro, Abdul Jabar, musulmano di Lahore.
Percosse e insulti non sono bastati a estorcere una confessione alla donna. Tutta la sua famiglia è stata fermata e condotta alla stazione di polizia, che ha continuato il pestaggio (Aysha ne è uscita con le braccia fratturate). Poi tutti rilasciati, tranne Zubair. L'indomani la polizia lo ha scaricato, già cadavere, davanti alla casa di sua madre. Condotto in ospedale, i medici hanno potuto solo constatare il decesso del giovane.
Solo dopo due giorni di pacifica ma ferma protesta, una denuncia è stata ufficialmente registrata a carico del vicecommissario Sarajul Haque, di altri tre poliziotti e di Abdul Jabar. «Ma è molto difficile che in questi casi si arrivi a condanne. Spesso alla famiglia della vittima si offre un risarcimento in denaro, in cambio del ritiro della denuncia», ha spiegato Joseph Francis direttore dell'Ong «Centre for Legal Aid Assistance & Settlement», che ha offerto assistenza legale alla famiglia.
L’abuso di potere è ricorrente quando gli agenti - quasi tutti musulmani - hanno per le mani cittadini pakistani cristiani o indù. Lo testimonia un altro caso che ha scosso la nazione che a novembre del 2014 destò indignazione per l’atteggiamento indifferente della polizia. Allora alcuni agenti lasciarono che i due coniugi cristiani Shahzad Masih and Shama Bibi, accusati di blasfemia, fossero linciati e arsi vivi a Kot Radha Kishan, nella provincia del Punjab.
Di recente la Corte Suprema, nel chiedere al governo del Punjab di costituire una apposita commissione indipendente, dubitando che la polizia stessa potesse garantire un’inchiesta imparziale, ha censurato il comportamento dei poliziotti «che non hanno agito per fermare il linciaggio».
Solo raramente i cristiani presi di mira dalla polizia riescono ad avere giustizia, sempre dopo un calvario. Pochi giorni fa il cristiano pakistano Imtiaz Masih è stato assolto, dopo una battaglia legale durata quattro anni, durante i quali è stato torturato per costringerlo a confessare un omicidio mai commesso. In tal caso i giudici hanno smascherato i falsi testimoni dell’accusa.
«La prassi di usare false accuse è fin troppo comune in Pakistan. Spesso si usano per distogliere l'attenzione dal vero colpevole», ha spiegato l’European Center of Law and Justice (ECLJ), che ha seguito il caso di Imtiaz Masih.
«I cristiani pakistani, generalmente tra i meno abbienti della società, non hanno i mezzi per affrontare lunghe battaglie legali e diventano un comodo bersaglio. La corruzione dilagante nel dipartimento di polizia facilita la prassi delle false accuse», nota l’ECLJ.
I cristiani pakistani hanno spesso affrontato casi di blasfemia basati su false accuse: quello di Asia Bibi, donna e madre cristiana condannata a morte, ne è l’esempio più eclatante.



Il Vaticano dice sì all'uso della forza: "Fermare il genocidio dei cristiani" 15/3/2015
Parole durissime del rappresentate della Santa Sede all'Onu, Silvano tomasi: "Usare la forza per fermare le mani dell'aggressore". Il Papa: "Il mondo cerca di nascondere la persecuzione in atto"
http://www.today.it/mondo/papa-contro-g ... tiani.html

Il Vaticano dice sì all'uso della forza: "Fermare il genocidio dei cristiani"
Contro il sedicente Stato islamico e "il genocidio" che commette a danno dei cristiani in Medio Oriente serve "una protezione più coordinata, che preveda l'uso della forza per fermare le mani dell'aggressore". A parlare così è l'arcivescovo Silvano Tomasi, rappresentante del Vaticano all'Onu a Ginevra, in un'intervista rilasciata alla rivista cattolica Crux. "Dobbiamo fermare questo tipo di genocidio - ammonisce Tomasi - Altrimenti in futuro ci lamenteremo, chiedendoci perché non abbiamo fatto nulla, perché abbiamo permesso che accadesse una simile tragedia".
Sì ALLA FORZA - L'arcivescovo - le cui parole riecheggiano quelle pronunciate nelle settimane scorse da Papa Francesco, secondo cui l'uso della forza è legittimo per fermare un aggressore ingiusto - sottolinea quindi che "sta alle Nazioni Unite ed ai suoi Paesi membri, specialmente quelli del Consiglio di sicurezza, determinare la forma esatta dell'intervento, ma la responsabilità (di agire) è chiara". Ancora, il nunzio spiega che qualsiasi coalizione contro l'Is deve comprendere i Paesi musulmani del Medio Oriente, perché non può avere "un approccio occidentale", e operare sotto l'egida dell'Onu.
IL PAPA - "Il mondo cerca di nascondere" la persecuzione contro i cristiani, che "versano il sangue soltanto perchè credono in Gesù". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus di oggi in piazza S. Pietro a Roma. "Con molto dolore - ha detto Bergoglio - ho appreso degli attentati di oggi contro due chiese a Lahore in Pakistan, che hanno provocato numerosi morti e feriti. Sono chiese cristiane: i cristiani sono perseguitati, i nostri fratelli versano il sangue soltanto perchè sono cristiani. Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e le loro famiglie, chiedo e imploro dal Signore, fonte di ogni bene, il dono della pace e della concordia per quel paese e che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace", ha concluso il Papa.

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http://www.corano.it/corano_testo/8.htm

Sura VIII
Al-'Anfâl
(Il Bottino)
Post-Eg. n°88 a parte i versetti 30-36 che sono pre-Eg.
Di 75 versettl il nome della sura deriva dal versetto 1
Questa sura fu rivelata dopo la battaglia di Badr, XVII giorno del mese di Ramadan, secondo anno dall'Egira.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

12. E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: “Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!
13. E ciò avvenne perché si erano separati da Allah e dal Suo Messaggero”. Allah è severo nel castigo con chi si separa da Lui e dal Suo Messaggero...!
14. Assaggiate questo! I miscredenti avranno il castigo del Fuoco!
15. O voi che credete, quando incontrerete i miscredenti in ordine di battaglia non volgete loro le spalle.
16. Chi in quel giorno volgerà loro le spalle - eccetto il caso di stratagemma per [meglio] combattere o per raggiungere un altro gruppo - incorrerà nella collera di Allah e il suo rifugio sarà l'Inferno. Qual triste rifugio!
17. Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava*, per provare i credenti con bella prova. In verità Allah tutto ascolta e conosce.
...
39. Combatteteli finché non ci sia più politeismo e la religione sia tutta per Allah. Se poi smettono... ebbene, Allah ben osserva quello che fanno.
40. E se volgono le spalle, sappiate che Allah è il vostro Patrono. Quale miglior patrono, quale miglior soccorritore.
41. Sappiate che del bottino che conquisterete, un quinto appartiene ad Allah e al Suo Messaggero, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti, se credete in Allah e in quello che abbiamo fatto scendere sul Nostro schiavo, nel giorno del Discrimine*, il giorno in cui le due schiere si incontrarono. Allah è onnipotente.

http://fr.wikipedia.org/wiki/Charia
La Cour européenne des droits de l'homme, dans un arrêt du 31 juillet 2001 Refah Partisi c. Turquie, fait observer l’incompatibilité du régime démocratique avec les règles de la charia.
« À l’instar de la Cour constitutionnelle, la Cour reconnaît que la charia, reflétant fidèlement les dogmes et les règles divines édictées par la religion, présente un caractère stable et invariable. Lui sont étrangers des principes tels que le pluralisme dans la participation politique ou l’évolution incessante des libertés publiques. La Cour relève que, lues conjointement, les déclarations en question qui contiennent des références explicites à l’instauration de la charia sont difficilement compatibles avec les principes fondamentaux de la démocratie, tels qu’ils résultent de la Convention, comprise comme un tout. Il est difficile à la fois de se déclarer respectueux de la démocratie et des droits de l’Homme, et de soutenir un régime fondé sur la charia, qui se démarque nettement des valeurs de la Convention, notamment eu égard à ses règles de droit pénal et de procédure pénale, à la place qu’il réserve aux femmes dans l’ordre juridique, et à son intervention dans tous les domaines de la vie privée et publique conformément aux normes religieuses. »
Le Docteur Suliman ibn Abdal Rahman Al-Hukail soutient dans un de ses ouvrages, malgré l'arrêt de la Cour européenne des droits de l'Homme, que l'islam est compatible avec les droits de l'Homme. Il y traite de la Déclaration des droits de l'homme en islam, laquelle se réfère en définitive à la charia dans son article 22 al.b, ratifié par 57 États musulmans, compare cette déclaration avec la Déclaration universelle des droits de l'homme et explique les principes fondateurs du droit musulman. Al-Hukail précise au chapitre 5 qu'il existe huit pénalités considérées comme étant fixes en droit musulman en dehors desquelles les juristes ont le moyen incontestable d'innover. Cependant Al-Hukail reste inflexible sur la possibilité d'un moratoire sur les sept peines considérées fixes (hudûd) et, dans un style fort apologétique, affirme qu'elles seraient compatibles avec les droits de l'Homme.

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Re: Straxi de cristiani fate da li xlameghi

Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 1:07 pm

Ixlam (e creistianfobia co persecousion e stermegno dei creistiani)
viewtopic.php?f=181&t=1356
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Re: Straxi de cristiani fate da li xlameghi

Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 1:12 pm

Kenya, massacro di studenti in un college. 147 morti in attacco rivendicato da al-Shebaab

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02 aprile 201
http://www.repubblica.it/esteri/2015/04 ... -111031545

Un commando armato con esplosivi ha fatto irruzione nel campus di Garissa in cui studiano soprattutto allievi cristiani. Raid all'alba, poi 16 ore di sparatorie ed esplosioni nella battaglia con le forze di sicurezza che assediavano l'istituto per cercare di liberare gli ostaggi. L'azione rivendicata dai qaedisti somali, ma il capo sarebbe l'ex direttore keniano di una scuola teologica.

NAIROBI - Torna il terrore in Kenya. All'alba un commando armato ha attaccato un college universitario nella città di Garissa, nella parte nord-orientale del Paese, a circa 150 chilometri dal confine con la Somalia. Ci sono state diverse esplosioni. Secondo il ministro dell'Interno kenyano il bilancio finale è di 147 morti, quasi tutti studenti ai quali si aggiungono due poliziotti, un soldato e due guardiani della scuola. I quattro terroristi che componevano il commando, secondo fonti delle forze di sicurezza, avevano esplosivi legati su tutto il corpo e "sono esplosi" quando i soldati hanno cominciato a sparargli addosso. L'attacco è cominciato all'alba. I jihadisti hanno preso d'assalto il campus intorno alle 4,30 ora italiana: hanno sparato alle due guardie al cancello di ingresso e poi, una volta entrati, hanno aperto il fuoco a caso, prima di asserragliarsi in uno dei dormitori degli studenti.

Gli al-Shebaab somali, legati ad al-Qaeda, hanno rivendicato l'attacco. Per tutto il giorno decine di studenti cristiani sono stati tenuti in ostaggio. I 15 ostaggi islamici erano invece stati liberati subito: "Quando i nostri uomini sono arrivati, hanno rilasciato i musulmani. Teniamo gli altri in ostaggio" ha detto un portavoce degli shebaab, Sheikh Ali Mohamud Rage. I guerriglieri si sono asserragliati nella residenza universitaria per ore e l'assedio è stato dichiarato concluso alle 20,30 ora italiana dopo una battaglia con le forze di sicurezza, esercito e polizia locale che avevano circondato il complesso.

Vittime decapitate, giallo sugli ostaggi. Alcuni degli studenti liberati in mattinata hanno raccontato che tra le vittime dei qaedisti somali, alcune sono state decapitate. Citata dalla rete all news sudafricana 'News24', Winnie Njeri, una delle studentesse riuscite a scappare, ha dichiarato di aver "visto corpi senza teste". Nel bilancio ufficiale, oltre i 147 morti ci sono 79 feriti ma mancano all'appello ancora almeno 150 persone tra studenti e professori. Degli 815 che risultavano presenti al momento del raid, solo 500 sono stati ritrovati. Quattro dei terroristi sono stati uccisi. Le autorità di Nairobi hanno affermato che l'assedio è finito dopo 16 ore, ma gli Shebaab ancora a tarda sera sostenevano di aver ancora giovani in ostaggio.

Qaedisti somali - Legati ad al Qaeda e sostenitori di una variante della sharia molto intransigente, gli islamisti somali hanno moltiplicato gli attentati sul territorio kenyano negli ultimi anni, attaccando chiese, località turistiche, scuole, causando 200 morti solo nel 2014. Gli attacchi si sono intensificati dopo l'offensiva militare lanciata da Nairobi in terrirorio somalo nell'ottobre 2011, mirata proprio contro le basi degli Shebaab nel sud del paese. Le zone più colpite dagli attentati sono quella attorno alla lunga e porosa frontiera con la Somalia, 700km, le aree di Mandera, Wajir ed anche Garissa. L'attacco più sanguinoso, però, è avvenuto nel settempre 2013 nella capitale, dove i terroristi uccisero 72 persone furono nel centro commerciale Westgate nel cuore di Nairobi.

Una taglia sul responsabile. Le autorità keniane non hanno dubbi sul fatto che anche dietro questo attentato ci sia la mano di Mohamed Mohamud Kuno, conosciuto anche come Dulyadin e Gamadhere. Kuno è un keniano, ex operatore umanitario, che ha insegnato e avuto funzioni di direttore in una scuola teologica proprio a Garissa, l'istituto Madrasa Najah, prima di unirsi alle milizie islamiche somale. Le sue posizioni si sono radicalizzate col passare degli anni fino a quando ha deciso di dedicarsi anima e corpo al terrorismo unendosi ad al-Shebaab. Con i jihadisti somali ha rivendicato l'attacco del 22 novembre 2014 contro un autobus nei pressi di Mandera - una cittadina al confine tra il Kenya e la Somalia - costato la vita a 28 passeggeri non musulmani, colpevoli secondo i miliziani di "non conoscere il Corano". La polizia ha promesso 220mila dollari a chiunque sia in grado di dare informazioni che portino al suo arresto, ma al momento Mohamed Kuno è irrintracciabile, sparito dal dicembre dello scorso anno. secondo il quotidiano kenyano Daily Nation, che ne ha tracciato un profilo sul suo sito, Kuno è ormai il capo delle operazioni qaediste in Kenya e utilizzerebbe spesso membri della sua famiglia nei raid.

Allarme dell'intelligence sbaglia mira. Una settimana fa era stato diffuso dall'intelligence un allarme su possibili attacchi terroristici contro le università. Ma le misure di sicurezza erano state adottate principalmente in tre atenei di Nairobi, la Kenyatta University, l'University of Nairobi, e l'United States International University. Gli studenti erano stati avvisati dell'esistenza di informazioni credibili di possibili attacchi terroristici contro università o college nel Paese. "I rapporti di intelligence indicano che il gruppo terroristico al-Shebaab sta pianificando attacchi di rappresaglia contro importanti istituzioni a Nairobi, comprese principali università", ha scritto in una comunicazione agli studenti diffusa il 25 marzo scorso il capo della sicurezza dell'università di Nairobi, W.M. Wahome.
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Re: Straxi de cristiani fate da li xlameghi

Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 1:12 pm

Dopo la strage degli studenti cristiani smettiamola di equiparare la cristianofobia con l’islamofobia e combattiamo il terrorismo islamico

http://www.ioamolitalia.it/blogs/verita ... amico.html


Dopo la strage degli studenti cristiani smettiamola di equiparare la cristianofobia con l’islamofobia e combattiamo il terrorismo islamico

Non abbiamo ancora finito di contare i corpi degli studenti kenioti massacrati i maniera atroce perché cristiani che già ci stanno spiegando che l’islam non c’entra un accidenti, è solo un’impressione che c’entri qualcosa, e che sarebbe terribile che ci abbandonassimo all’islamofobia.
Sempre più numerosi ci spiegano che la cristianofobia va messa sullo stesso piano dell’islamofobia e dell’antisemitismo.

Ma avete avuto l’encefalite? La cristianofobia e islamofobia sono termini che indicano temere il cristianesimo e l’islam, l’antisemitismo l’avversione agli ebrei. Stiamo parlando di pensieri. Agli israeliani non gliene importa un fico che a Teheran li trovino antipatici: quello che li preoccupa è che gli iraniani potrebbero tirare una bomba atomica sulla loro testa. Un pensiero che può essere giustificato o ingiustificato, e anche quando ingiustificato deve far parte della libertà di pensiero.

I morti ammazzati non sono un pensiero, sono morti. Se fossi vissuta in quel 1600 in cui Giordano Bruno è salito sul rogo, il cristianesimo lo avrei temuto parecchio. Ma da cento anni a questa parte il cristianesimo è sempre e solo vittima, in Turchia, nei gulag nei lagoi, nei lager, nei tostadores, nelle tremende terre dove l'islam regna padrone assoluto e crudele delle menti, delle anime e dei corpi.

Personalmente condivido la lunga serie di intellettuali, da Claude Lavy Strauss, Schopenauer, Robert Redaeker, Oriana Fallaci, Bet Ya Yor, Magdi Cristiano Allam e così via che vedono nell’islam non una religione ma un sistema politico militare per dominare il mondo e inchiodarlo in una teocrazia mostruosa e demente. Non solo temo fortemente l’islam, ritengo un mio dovere proteggere gli uomini liberi dal rischio della libertà e mio dovere liberare gli uomini schiavi della teocrazia islamica dalle loro catene. Non solo brillo e scintillo per islamofobia, ma non nutro nemmeno un’eccelsa stima per le capacità cognitive di quelli che l’islam non lo temono e tacciano di razzismo.

Facciamo un'enorme attenzione a tutte le briglie che "con le migliori intenzioni" imbavagliano le democrazie distruggendone il caposaldo, la libertà di parola: il processo a Magdi Cristiano per islamofobia in molti paesi europei avrebbe avuto un esito disastroso. Il reato di istigazione all'odio razziale e religioso è la maledetta trappola con cui la comunità europea vuole estendere a tutta l'Europa il reato che punisce con tre anni di galera, chiunque parli contro l'islam.

L'imam della mosche che ha formato l'assassino di Theo Van Gogh continua serenamente a dire che cristiani e ebrei sono come fascine: vanno legati e buttati nel fuoco, ma Wilders subisce processi per islamofobia. Nessuno va a chiedere ragione ai siti non global che inneggiano allo sterminio degli israeliani perché sono considerati "campioni dell'antirazzismo".

Chiunque può essere demariofobo, chiunque può detestarmi, anche scrivermi insulti, suo pieno diritto, basta che non mi spariate e che non inventiate calunnie su di me, perché la calunnia non fa più parte del diritto di parola, ma del danno.

Il Corano che raccomanda di uccidere tutti gli infedeli ovunque si trovino quindi è un esempio di pietas religiosa, ma temerlo è un esempio di razzismo.

E adesso mi fermo, e metto via il sarcasmo e l’ironia, perché in realtà sto piangendo.
Sto piangendo quei corpi straziati, sto piangendo le madri che li comporranno nelle bare.
E l’unica cosa che ci può dare consolazione è la fede, sapere che quei ragazzi sono nella luce, che avranno consolazione eterna.
Ma adesso che il coraggio rinasca, che le nazioni che hanno il potere di combattere, combattano.
di Silvana De Mari 03/04/2015
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