Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Berto » lun mag 18, 2015 6:48 am

Ricognizione delle grafie venete di Loris Palmerini - Luglio 2002

http://www.repubblica.org/rinassimento/grafia.html

In quel testo si è andati anche contro le teorie istituzionali di linguisti riconosciuti (Cortelazzo per esempio, partecipe della cosidetta commissione sulla "grafia veneta unitaria" della Regione Veneto), ma la mia contro teoria è basata su prove storiche e scientifiche trovate facilmente negli archivi dello Stato di Venezia (l'archivio dello Stato Veneto): bastava una ricerchina onesta e veritiera che io ho effettuato con le indicazioni di importanti storici della Serenissima di importanza internazionale, insomma con un aiutino.

Sulla lingua veneta, bisogna riconoscere che si tratta di una lingua autonoma e non di un dialetto italiano, cosa dimostrata dal fatto che i primi testi in veneto sono antecedenti quelli in italiano, come la "Storia dea guera de Ciosa" di Chinazzo, del 1300 circa e pubblicata nel 1960 ad opera di un importante ente culturale di Venezia.

Possibile che la "lengua veneta" esistente prima di quella italiana sia figlia di essa? No di certo, la grammatica veneta ne da prova, con le sue 4 coniugazioni, con le forme grammaticali che non esistono in italiano (uso della particella "to"), con l'uso estensivo delle forme enclitiche e proclitiche che cambiano la semantica del discorso e la struttura della frase, con l'uso dei pronomi differente da quello italiano.

A riprova, I testi in veneto del 1300 sono ancora intellegibili dai veneti di oggi, almeno all'80%, molto piu' di quanto non lo sia Dante per gli italiani di oggi. La sua storicita' e' la ragione della sua permanenza a distanza di 2 secoli di disconoscimento istituzionale. Insomma, con altre prove in mano si potrebbe sostenere che è l'italiano un dialetto del veneto, non il viceversa, e di già c'è chi dice (linguisti sloveni e macedoni) che tutto il nord-italia è popolato da gente che parla dialetti del "venetico", e tutti sappiamo che l'italiano è una lingua del nord italia.....

Un'altra prova è la verifica che la traduzione "parola per parola" fatta con un traduttore automatico "veneto/italiano" realizzato nel 1999, fa perdere completamente il senso della frase, mentre più conservativo del senso sembra essere la traduzione dal veneto all'inglese. Lingue pragmatiche e naturali contro lingue artificiali?

Gli istituti mondiali sulle lingue riconoscono il veneto come tale, e solo lo Stato italiano non lo fa, come similmente la Francia non riconosce l'occitano nel suo terriotorio che e' invece riconosciuto dall'Italia nel suo territorio!

Per quanto riguarda i dialetti veneti.

Il trevigiano, il padovano ed il vicentino oggi non esistono praticamente più, ed esiste il "veneto centrale" che si estende dalla pedemontana al basso polesine, comprendendo Padova, Vicenza, e parte del veronese, e da Bibione fino ad oltre Montagnana. Anche ad Adria (RO) si parla veneto centrale. Questo se vogliamo è frutto della presenza istituzionale italiana che ha forzato una certa omogeneizzazione. Il Padovano, per esempio, dovrebbe essere identificato con il "Pavan" di Ruzzante, ormai oggi in disuso e difficile per gli stessi padovani. In pratica qui nel veneto centrale, per primo si è assistito ad un fenomeno di "globalizzazione" che ha portato alla cancellazione di alcune identità culturali, ma semplicemente creandone un'altra più grande e differente dalle 2 che si sono contaminate.

Un altro ceppo forte e' invece il "veneto orientale" che comprende il Belumat, il Friulano, il Triestino e influenza una parte del trevigiano.

Dialetti del Veneto sono invece, il veneziano (mescolato con il toscano per volonta' della Serenissima nel 1500), il Dalmata (ancora oggi parlato in Istria e Dalmazia, molto simile al veneto centrale), il Trentino-Roveretano (influenza culturale di Venezia), il Bresciano ed il Bergamasco (che furono nella repubblica quanto Padova) ed alcuni dialetti detti "talian", presenti in Emilia, Brasile, Argentina, Messico, foci del Danubio, ecc.

Riguardo la Grafia, ne esistono molte, ma per un verso o per un altro sono tutte non esaustive, anche per il fatto che il veneto, lingua viva e di commercio, comprende parole di molte altre lingue, dal greco di Antenore fondatore di Padova (città pre-romana come i veneti), al francese di Napoleone (veneto "sansfason = senza modo = francese sans façon", veneto "vin brulé = vino bruciato = francese vin bruleé", altre parole francesi) al tedesco degli austriaci (veneto "schei = dalla moneta austriaca schelling"), all'italiano, ormai seconda lingua dei veneti, qualche volta imposta nelle scuole ove viene vietato di parlar veneto, dialetto degli ignoranti.

Conviene allora restare sulla grafia "riformata" ossia la grafia che e' una mistura fra tradizione storica (rilevata nei tsti) e rinnovamento (omogeneizzazione della tabella "fonema/grafema" strategia di comprensione delle varianti),, e tale grafia comprende le seguenti regole:

1) la "x" generalizzata, e quindi l'italiano "casa" si scrive "caxa" e la cassa di vino e' la "casa de vin". Questo produce una scrittura senza doppie, cosí come sembra suonare il veneto ai parlanti italiano. La regola vale sempre escluse le parole straniere quando scritte nella grafia originale;

2) l'uso della l tagliata di lira "£" o quella simile slava, che serve per indicare la "l" evanescente che in veneziano e' invece intera, perciò di fronte a "cana£" il veneto di terra ferma leggerà tendenzialmente "canae", mentre il veneziano "canal";

3) l'uso della j per quel tipico suono simile ad una "i" prolungata e sforzata, che si usa molto, assente in altre lingue, come l'italiano, come in "majon" (maglione), garaje (garage), Cajo (Caio) ecc.

Queste importanti regole grafiche comuni a quasi tutte le grafie non sono pere' applicate dalla grafia del compianto Dino Durante, ed oggi utilizzate da Basso, suo allievo diretto ed erede del suo lavoro. Questa grafia e' filo italiana ma e' astorica ed induce all'errore i lettori veneti. Per esempio la scrittura "musso" tende a far produrre una "s" piú
lunga del dovuto, e la parola "muso" non da ragione della differenza di scrittura per lo stesso suono di "xe", per cui è logico scrive "muso" e "muxo" invece di "musso" e "muso". Di queste ambiguità purtroppo non ho fatto a tempo a parlare con Durante, conosciuto già malato pochi mesi fa nella sua casa, personaggio simpaticissimo ed eclettico che fu persino fondatore di una repubblica dotata di moneta ("el skeo de mona") il cui presidente si lasciò morire da ubriaco in carica ("el xe morto de onbre") come Durante stesso mi raccontò. Durante riteneva perfetta e logica la sua grafia, e forse è meglio che sia morto con questa idea.

Altre varianti di grafia sono:

1) alcuni usano la ke/ki al posto di che/chi, e ka/ko/ku al posto di ca/co/cu ;

2) alcuni usano "th" per "z" (praticamente assente) o "dz" per una "t" marcata differentemente, ma tali impostazioni a mio avviso mascherano per identità ciò che è invece accento regionale: sarebbe come se adesso al sud italia si mettessero a scrivere "bène" e al nord "béne" dicendo che preserva fondamentali differenze, il che sarebbe forse vero, ma creerebbe inutili difficolta' mentre invece va benissimo scrivere tutti "bene" cose' come i francesi stanno gradualmente lasciando perdere tutti i loro innumerevoli accenti quando non indispensabili;

3) alcuni usano la ç francese per indicare la c di "çento", detto "sento" che significa cento (100) o anche per indicare "çesa" che corretamente sarebbe "çexa", ossia chiesa ;

Insomma, salve le prime 3 regole e restando fedeli alle sonorità (per cui non esistono "mb" o "mp", poiché i veneti dicono "canpo", "canbio", "conpare" ecc) si ottiene una scrittura che è

- affine e continuazione della tradizione dal 1300 in poi
- rispettosa delle differenze fondamentali dei principali dialetti veneti
- facile da apprendere per i parlanti veneto ed anche per quelli parlanti lingue neo-latine
- conforme al mondo occidentale con tratti delle lingue francese, romena, ecc - non inducente all'errore

Su questa grafia ho dal 1999 in produzione un correttore ortografico di lingua veneta, nato prima di quello di italiano per "linux" che ho fatto nel 2000 e che proprio grazie allo studio della lingua veneta fu il primo correttore di italiano a comprendere le forme "enclitiche", nemmeno la Microsoft lo faceva, e si discuteva nelle unicversità quale fosse la loro origine: è la lingua veneta!

Come potra' vedere al sito " www.loris-palmerini.8m.net" io sono un "linguista computazionale", e lavoro sui temi della "localizzazione" per siti e portali, e non c'è dubbio che grazie al movimento open source, la lingua veneta vedrà un nuovo "rinasimento", basta che i veneti sappiano mettersi d'accordo senza ascoltare i detrattori e coloro che con l'unione culturale ed economica dei veneti perderebbero vantaggi aquisititrarrebbero danno.

Bisogna concludere purtroppo con l'osservazione che ad oggi, luglio 2002 la Repubblica Italiana e le sue entità regionali (regione veneto per prima) non si conformano ai doveri stabiliti dalle leggi internazionali sulla protezione delle minoranze linguistiche, a partire dal "patto internaziona sui diritti culturali, economici e sociali" della Nazioni Unite.

Cordiali saluti
Loris Palmerini
347 1416187


Anca Palmerini lè ono kel dopara el talian par parlar de ła łengoa veneta
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Sixara » lun mag 18, 2015 8:18 am

Berto ha scritto:Anca Palmerini lè ono kel dopara el talian par parlar de ła łengoa veneta

Oltre ke strabucare so n pàro de buxe lengoesteghe ( la solita costion de la Z e la matrice venetika)...

Sta roba cuà ke l dixe
"Un'altra prova è la verifica che la traduzione "parola per parola" fatta con un traduttore automatico "veneto/italiano" realizzato nel 1999, fa perdere completamente il senso della frase, mentre più conservativo del senso sembra essere la traduzione dal veneto all'inglese. Lingue pragmatiche e naturali contro lingue artificiali?"

no lè tanto vera parké englexe e vèneto i è lengoe naturali e pragmatiche e l italian nò ( par on parlante vèneto al dì de oncuò l italian lè la so lengoa naturale se i ghe gà insegnà solo ke cuea, e sol pragmatismo de na lengoa no se ga da fare difaren'ze struturali ... na lengoa la te serve pa comunicare, cuea la xe la so fun'zion principale), ma
parké co te tradùxi da l englexe a l vèneto ( o viceversa) a te lo sè - a livèlo inconscio - ke sarà difi'zie ca ghe ne sia naltro ca te pòe judicare so le to sielte lengoistike, te te senti pì libero, dixen, a confronti de na tradu'zion italiano/veneto ( o viceversa) savendo ke almanco 3 milion de veneti - lezendote - i podarìa dire la soa :? (se fà par dire)
A ghè màsa sorapoxi'zion/interferen'ze co te tradùxi da l italiàn a l veneto, de tipo afetivo-psicolojco soradetuto , ke co te tradùxi da naltra lengoa no le ghè, parké a te te meti so na poxi'zion neutra, ke la sarìa la mejo da tòre.

Si-nò ono, se nol se la sente, el pòe senpre fàrghela fare a on tradutore automatico... :lol:

( però, insoma, Palmerini co l scrive de ste robe cuà a jera el 2002... no stemo judicare, magari dèso el le scrivarìa n maniera difarente ca xe pasà tredexàni... e ono el và vanti, nò? anca ti Alberto tel 92 a te pensavi na roba e tel 2002 naltra...)
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Berto » lun mag 18, 2015 8:39 am

Sì sì, mi a credo ke podaria dar na bona contribusion ki ke oltre a ła łengoa veneta e al tałian (e al latin-grego) el parla e l scrive l'angrexe, na variansa eberega, na variansa xermana, el françoxo, na variansa xlava ... ła pi parte dei veneti ke łi parla e łi scrive na variansa veneta łi xe màsa condisionà dal talian e dal latin ... cognaria decondisionarse, come ca çerco de far anca mi a 'olte ... ma faso fadiga parké no cognoso ben staltre łengoe ouropee.
Cognaria ke tanti, ma tanti a miłara, łi se çimentase a "esar creativi" co ła łengoa veneta xmisià a staltre łengoe ouropee, par sperementar coel k'a ghe stà ben e mejo anseme e ke se se confrontase de pì tra de nantri veneti co amor fraderno.

Palmerini no lè canvià tanto. Ki ke par laoro lè aveso a doparar el talian el fa fadiga a doparar el veneto.
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Sixara » lun mag 18, 2015 10:17 am

Berto ha scritto:Cognaria ke tanti, ma tanti a miłara, łi se çimentase a "esar creativi" co ła łengoa veneta xmisià a staltre łengoe ouropee, par sperementar coel k'a ghe stà ben e mejo anseme e ke se se confrontase de pì tra de nantri veneti co amor fraderno.

Alberto...
a te li vedi i rexultà de on àno e mèzo de filarveneto ( o de e-venèsie) ...
ma va benon istéso : naltri a ghe provemo, cusì come ca ghemo provà a so tenpo so RV, màle ke la vaga a ghi n emo senpre de guadagnà n salute, mentale e anca fixica, parké nò... ca ndemo senpre n jro co i òci vèrti pa vedare, pa capìre, pa scoltare...

Bixognarìa sì ke tanti, ma tanti... ma no i lo sà ke bèn ca ghe farìa de ciaparli n man i fili de la so storia e de provare a farghene na bela stòfa, pre'zioxa, colorà, da kel strà'zo pièn de bùxi ke i se càta pa le man...
No i lo sà e se anca, i pensarà ca sìa fadìga e lè vero, ma cadarìa farla. Ogniun par lù, miga pa altro.
Ma, come ca te vedi, nò tuti i è disposti farlo, ke tuti i lo 'zerca a la fine kel altro ca te dà sodisfa'zion (economica, politica,leteraria...). Indo xeli i miliàri ( ma gnanca i 'zentenàri , ma càtamene dièxe n tuto) disposti a
çimentarse - esar creativi-sperementar co la lengoa veneta
pa no parlare de confrontarse co amor fraderno.

Ki ke par laoro lè aveso a doparar el talian el fa fadiga a doparar el veneto. a te dixi - ma no la xe na costion de abitudine ma de atejamento a confronti de la lengoa/e. Dipende da l contesto senpre: co femo le riunion de dipartimento naltri de englexe a vien fòra senpre na situa'zion tipo :
ca se parte co l italian e coalke fraxe-parola n englexe, justo pa far capìre ca lo conosémo tuti dato ca lo insegnemo, par dopo man-man ndar-vanti co n misto de italiàn-vèneto par dopo finire col veneto puro :D
Dipende... co se sentemo ormai de farlo, dato ke ormai a ghemo xbrigà le facende teknike-burocratike, a pasémo a la parte pì amicale, dixen, de i discorsi.
A semo èseri omàni anca naltri ke pur avési a doparar l italiàn a ne vedemo l ora de pasàre a kelaltra lengoa, pa dirse le nostre robe.
Certo- dixemo ke solo ke mi a podarìa ciaparla n senso roèso e scumi'ziare co l englexe/vèneto e finire co l italiàn ( o continuare col vèneto) ma... no xe dito ke naolta o kelaltra :D
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Berto » mer mag 20, 2015 12:24 pm

???

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Rexana.jpg

Roketa va en mona, copiador del tałian, el ga raxon Bernardi, vargognate bon da gnente, te fe de ła łengoa veneta on diałeto tałian e del latin vargognate, màsa arie a te te dè, xmonta dal scragno ke xe ora, a cosa te servełi tuti łi ani ca te ghè?

Vardè o Wardè ke kì, ente sto comoun o mouneçipo a se dopara, parla e scrive, anca ła łengoa veneta.
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Sixara » mer mag 20, 2015 8:11 pm

On àno i gà méso pa scrivare kela roba lì :lol:
Sì el ga raxon Bernardi, anca màsa.

Vardè ke ki a se parla ( ma no se scrive) anca la lengoa vèneto-rexiana...
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Berto » mer mag 20, 2015 9:09 pm

Ke raça orenda de lengoa veneta xela sta kì?

Gabriele de Pieri

Scegli se esser Veneto originario (nasionaità) oppur de a region tagliana denominada Veneto.
Na volta riconossuo el popoło se podarà scegliar a propria citadinansa (status sociale, politico)
Ricordemo che ga diritto a iscrivarse ala anagrafe storica del popolo veneto tutti i discendenti dei veneti dei territori della rep. veneta de
BERGAMO BRESCIA VERONA VICENSA TREVISO PADOVA BELLUNO VENESIA ROVIGO I FRIULANI GLI ISTRIANI I DALMATI
e tutti quei che abita in giro par el mondo che i xè Veneti !!!
Par Kontati o informassiòn
Tel: 3397019211
anagrafe@governonasionaeveneto.org
http://www.governonasionaeveneto.org
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Berto » mer mag 27, 2015 12:41 pm

Parola in dialetto troppo difficile da pronunciare: ​strada cambia nome

http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/BELL ... 5736.shtml

ARSIÈ - (v.b.) Via Pra delle Egue è foneticamente complesso: diventerà via Nuova. Sempre se ci sarà l'autorizzazione della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici del Veneto. Per l'intitolazione di una nuova via necessita il benestare del prefetto, mentre per il cambio di denominazione l'autorità competente è la Regione Veneto con la Soprintendenza. Pra delle Egue in dialetto significa «prato delle acque» quando un tempo il torrente non aveva gli argini e nei periodi di pioggia straripava.

Immagine
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Berto » lun giu 08, 2015 1:40 pm

Eco el parfeto "tałian venetexà" co na patenà o maciadura de veneto en parfeta grafia tałiana:

CO ZAIA I VENETI POL CONTINUAR A REMAR E PIANTAR PROSECO
http://www.miglioverde.eu/co-zaia-venet ... ar-proseco

di ALBERTO VENEZIANO

Vinti region dentro na barca scalcagnada, tre che rema, in qualche modo la barca va. Se le tre le è stufe, le va in “crisi”, le vol el canbio, come se fa “democraticamente” a trovar un rimedio? Se fa. Democraticamente le 20 region le decide. Visto che le le tre region che rema, anca se stufe, le è cusì brave a farlo, visto che l’è alenade, visto tutto ciò, “democraticamente” se delibera che le tre region le continua a remar. Da quanti ani la va avanti cusì? Vinti? Trenta? Sinquanta? A ocio la va cusì da 149 ani visto che nel 1866 l’unico bilancio ativo in italia l’era quel del Veneto.

El “pragmatismo” de Zaia, l’aministrator, le tuto qua: acetar passivamente le decision de chealtri e trovar rimedi co “quel che ghe n’è, anca se ghe n’è sol che fregoe. Altre possibilità “creative” ma inesplorate? Par esenpio smontar daea barca scasada e farsene una picoeta e agile? Saria na idea ma bisogna smeter par un momento de remar e ai Veneti ghe pias masa remar. Pur de remar i se contentarie de tirar vanti la baraca scasada anca da soi.
Eco la grande idea “pragmatica” de Zaia: el ghe ga promeso ai veneti che i pol continuar a remar. Co la Moretti no se sa ben come che la sarie andata -manco pragmatica, manco amministratrice – ma co Zaia i Veneti pol continuar a remar e piantar proseco da par tuti i cantoni.

La provvisoria stanchesa se pol “pragmaticamente” superarla, ghe vol na qualche droga, ma Draghi el pol fornirghene fin che se vol, na iniesion de “otimismo” Renziano e de “pragmatismo” Zaidista e i remadori riparte. Va ben, go capìo, senpre quea, duri ai banchi e remare par la “patria” italica… go capio ma… speta un momento, scominsia ti, deso rivo… vai vai, rema che ti si bravo rema… varda che bravo che ti si! I to brasi me voria… varda che bravo… ma si! deso rivo, speta un momento… intanto rema ti…
Adeso rivo! Ma iero drio pensar… fa mal pensar intanto che se rema? Apunto! Rema ti che mi penso …


En vanti łi scrive en tałian e dapò łi ghe dà su ła patina venedixante.
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Re: Coała grafia par ła łengoa veneta: tałiana o ouropea?

Messaggioda Berto » mer giu 17, 2015 7:18 am

https://www.facebook.com/permalink.php? ... ry_index=0

Se vogliamo conservare la nostra lingua dobbiamo necessariamente conoscere alcune cose, se non vogliamo ridurci a scriverla con le regole non nostre, finendo per snaturarla. Vedrete che non sono poi molte per cominciare a capire e ad usarla correttamente.
La "grafia veneta classica" è il sistema ortografico in cui veniva scritto la lingua veneta, in particolare la sua variante veneziana, ma rapportabile senza problemi anche a tutte le altre varianti della lingua.


Oggi in parte abbandonata in favore di una grafia che segue di più il sistema dell'italiano, viene ancora oggi usato nella scrittura dei nizioleti, le indicazioni stradali della città di Venezia e delle località della laguna.

È ad oggi considerata, nonostante il suo sostanziale abbandono, la grafia più adatta nella quale scrivere la lingua veneta, da alcuni, anche in virtù del suo prolungato e massiccio uso attraverso i secoli e della sua imposizione come sistema ortografico.

Grafia

Pronuncia delle vocali

Non avendo conosciuto delle importanti trasformazioni vocaliche, il veneto ha conservato le sette vocali del latino volgare, così come l'italiano e il friulano.

" a " ha il valore fonetico di /a/;
" e " ha il doppio valore di /e/ (e chiusa) e di /ε/ (e aperta);
" i " ha il doppio valore di /i/ (i vocale) e di /j/ (i consonantale);
" o " ha il doppio valore di /o/ (o chiusa) e di /ɔ/ (o aperta);
" u " ha il dopptio valore di /u/ (u vocale) e di /w/ (u consonantale).

Pronuncia delle consonanti

Le consonati b, d, f, g, m, p, q, r, si pronunciano allo stesso modo dell'italiano, la lettera " h " è sempre muta.

Pronunce diverse sono:

" C ": ha valore di /k/ davanti alle vocali " a, o, u " ha valore di /t͡s/ [t̪͡s̪, s̪, θ, t̪] davanti alle vocali e,i.
Perciò "ciesa" (siepe) si pronuncia /t͡sjɛza/ ['t̪͡s̪jεza, 's̪jεza, 'θjεza, 't̪jεza], "centro" (centro) si pronuncia come /t͡sentro/ ['t̪͡s̪eŋt̪ro, 's̪eŋt̪ro, 'θeŋt̪ro, 't̪eŋt̪ro];

" L ": è la lettera più caratteristica della lingua veneta. Assume tre valori diversi a seconda della posizione nella parola.
vicino a consonante: ha sempre valore di [l].

Quindi "parlar" (parlare) si pronuncia /par'lar/ [parˈlar]

tra due vocali posteriori (a,o,u): ha il valore di e appena pronunciata.

Quindi "balon" (pallone) si pronuncia /baˈlon/ [ba'e̯oŋ], "lana" (lana) si pronuncia come /ˈlana/ ['e̯ana]

tra due vocali di cui almeno una anteriore (e,i): non si pronuncia.

Quindi "responsabile" si pronuncia /responˈsabie/ [res̪poŋ's̪abie̯], "cale" (sia calle che calli) si pronuncia come /ˈkae/ ['kae̯], "ligna" (linea) si pronuncia come /ˈiɲa/ ['iɲa]

davanti al suono /j/: conserva il valore [l]. Quindi pastilia (Sicilia) si pronuncia come /pasˈtilja/ [pas̪'t̪ilja], "italia" si pronuncia come /i'talja/ [i't̪alja];
nei dialetti bellunese e veronese conserva sempre il valore fonetico [l].

" N ": si pronuncia come in italiano (cioè [n]) quando si trova in posizione iniziale o centrale.

Assume il valore di [ŋ] quando si trova in posizione finale. Quindi "canton" (angolo) si pronuncia come /kanˈton/ [kaŋ't̪oŋ] e non *[kan̪'t̪on];

" Z ": ha il valore di /d͡z/ [d̪͡z̪, z̪, ð, d̪], mentre ç (spesso scritto "c" davanti a "e,i") è sempre l’equivalente sordo: /t͡s/ [t̪͡s, s̪, θ, t̪].
L’uso delle due lettere non è rigido, e spesso si usano l’una invece dell’altra. Quindi, "çata" (zampa) può comparire come "zata", anche se si pronuncia sempre come /ˈt͡sata/ ['t̪͡sat̪a, 's̪at̪a, ˈθat̪a, ˈt̪at̪a], mai come */'zata/.
Allo stesso modo "zafran' (zafferano) può comparire come "çafran", anche se si pronuncia sempre come /zaˈfran/ [d̪͡z̪aˈfraŋ, z̪aˈfraŋ, ðaˈfraŋ, d̪aˈfraŋ], mai come */t͡saˈfran/;

" G ":questa lettera si pronuncia esattamente come in italiano (cioè [d͡ʒ]) solo nel dialetto veneziano, in tutte le altre varianti della lingua, conserva lo stesso valore "g" davanti a vocale posteriori (a,o,u), mentre assume il valore [j] davanti a vocali anteriori (e,i).

Perciò "galia" (galea) "goto" (bicchiere) "guo" (acuto), si pronunciano rispettivamente /gaˈia/ [ga'ia̯], /ˈɡɔto/ ['gɔt̪o], /ˈɡuo/ ['guo̯], mentre "geri" (ieri) e "giutar" (aiutare) vengono pronunciate /d͡ʒɛri/ [ˈjɛri, 'd͡ʒεri] e /d͡ʒu'tar/ [ju't̪ar, d͡ʒu't̪ar] (il secondo è il modo veneziano).

Digrafi
" SS ": non si pronuncia come doppia, ma come /s/ [s̪]. Il raddoppio grafico serve a distinguerlo da "s" in posizione intervocalica, pronunciata come /z/ [z̪]. Perciò "fassa" (fascia) si pronuncia come /ˈfasa/ ['fas̪a], e non *['fas̪s̪a]. Si usa spesso "x" invece di "s", il che permette l’uso di "s" inceve di "ss". /z/ in posizione iniziale è sempre scritto con "x" , per esempio: "xe" /ˈze/.

" ZZ ": si pronuncia come /t͡s/ [t̪͡s, s̪, θ, t̪].

Quindi "piazza" si pronuncia come /ˈpjat͡sa/ ['pjat̪͡sa, 'pjas̪a, 'pjaθa, 'pjat̪a];

" CHI ": ha valore fonetico di /t͡ʃ/ [t͡ʃ].

Quindi "chiacolar" ciacolar (chiacchierare) si pronuncia come /t͡ʃakoˈlar/ [t͡ʃako'e̯ar], "chicara" (tazza) si pronuncia come /'t͡ʃikara/ ['t͡ʃikara], "maschio" si pronuncia come /'mast͡ʃo/ ['mas̪t͡ʃo], "chiesa" come /'t͡ʃeza/ ['t͡ʃez̪a];

In alcune parole si pronuncia come /k/. Ad esempio "chigia" (chiglia) si pronuncia come /'kid͡ʒa/ ['kija, 'kid͡ʒa], "China" (Cina) si promuncia come /'t͡ʃina/ ['t͡ʃina], è necessaria quindi, come nel caso della lettera "z" , una conoscenza a priori della lingua;

" CHE ": si pronuncia come /k/.

Quindi "cheba" (gabbia) si ponuncia come /'kεba/ ['kεba];

Simboli diacritici

Nella grafia classica della lingua veneta ci sono tre segni diacritici:

l'accento acuto ('): si usa solo sulle lettere e ed o (é,ó). Rende rispettivamente i suoni /e/ ed /o/; l'accento grave (`): si usa su tutte le vocali. Su e ed o (è,ò) rende rispettivamente i suoni /ε/ ed /ɔ/;

in entrambi i casi l'accento va scritto solo se la vocale accentata è l'ultima. Negli altri casi non si scrive mai.

l'apostrofo ('): si usa quando dall'unione di due parole, una o più lettere scompaiono.

Collegamenti esterni:
Dizionario Veneziano del Boerio


Comenti mii: =================================================================================================================

A dir el vero se se vol conservar ła nostra łengoa cognaria dopararla e par boca e par man e no scrivar en tałian e parlar en tałian parké cusì fando ła se fa morir.

Cosa se entende par "grafia clasega de ła łengoa veneta" ? No se pol considerar clasega ła variansa grafega venesiana e gnanca ła łengoa o parlada.
Se par clasego se entende ła pì vecia 'lora purpio no ghe semo, no a ghè en Veneto na variansa clasega a manco ke par clasega no se voja entendar coeła parłà da l'arestograsia venesiana ke mi no ła retegno mejo e pì degna de coeła parlà da ła me xente rustega e viłana vixentina. Me despiaxe tanto ma mi no vago a tor su ła variansa venesiana mexa tałiana.

Este no ła xe Venesia. No stemo tor ła parlada o łengoa veneta venesiana par "ła łengoa veneta", tołemola par coel ke lè "na variansa de ła łengoa veneta". A Este no se parlava e no se parla purpio cofà a Venesia. E no se ga da tor ła variansa venesiana cofà modeło a cu conformarse.

No confondemo ła grafia o ortografia co ła łengoa. Xe pì enportante ła łengoa de ła grafia. Łe difarense o varianse łe ghè e ente ła łengoa e ente ła grafia. Se se ga da metarse d'acordo se ga da farlo lomè so ła grafia, ma anca so ła grafia se pol ver de łe varianse, basta cognosarle:

Coała grafia par ła łengoa veneta?
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