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Perchè la lingua veneta
Hanno fatto scalpore le proposte di sottoporre gli insegnanti ad un esame di Lingua e Cultura venete, critiche e lodi si sono sprecate, polemiche politiche a non finire ma spiegazioni chiare e documentate poche e ancor meno "visibili". Lasciamo da parte la politica per un momento e vediamo di fare il quadro della situazione basandoci su fatti certi e documentati.
Ormai è risaputo a livello mondiale che lo Stato italiano è sorto come espansione armata e violenta del piccolo regno monarchico savoiardo, supportato dai massoni francesi ed inglesi per i loro interessi economici, fatto contro la volontà dei Popoli conquistati (Siciliani, Napoletani, Veneti, ecc)... ebbene, la scuola italiana si è ben guardata da insegnarci questo, anzi, ha censurato, falsificato, mistificato la Storia per farci credere che fu una "festa" invece di una conquista militare ed un dramma sociale, culturale, economico per le popolazioni invase (es. il "banditismo" al sud e l'emigrazione di massa nelle Venezie). In tale contesto riusciamo a comprendere bene perchè la scuola italiana si è ben guardata da insegnarci che la differenza linguistica tra Lingua e Dialetto è solo POLITICA: tutti e due sono sistemi linguistici dotati di proprie regole, sintassi, grammatiche, pronunce e DIGNITA' (confronta tutti i maggiori glottologi stranieri e "nostrani" come l'Ascoli, il Devoto, G.B. Pellegrini, M. Cortellazzo, etc.) ...va da sé che questo è servito/serve per tenerci in soggezione culturale ed ideologica e, conseguentemente, politico-amministrativa.
Ebbene, quando l'italiano non esisteva, il veneto, variante veneziana, è stata lingua cancelleresca, di Stato e diplomatica, scritta per oltre due secoli (XI-XII sec.) per poi tornare al latino e, più tardi, al franco-provenzale toscano per le forme di comunicazioni ufficiali ma senza mai cedere il primato di lingua di cultura (usata da poeti, artisti, musicisti, nobili e, soprattutto come lingua commerciale INTERNAZIONALE (dal Baltico al Mar Nero e Medioriente). Palladio, Canova, Giorgione, Brustolon, Vivaldi, Albinoni, Salieri, Luigi Nono, Bellini, Tiziano, Canaletto, Vecellio, Tintoretto, Tiepolo, Veronese, Cima, Carpaccio, Mantegna, Ruzante, Boito, Calmo, Magagnò, Goldoni, Marco Polo, Giacomo Casanova, Antonio Pigafetta e tutti gli altri personaggi veneti di fama mondiale dell'epoca parlarono e scrissero in veneto.
Perduta l'indipendenza a causa del massone Bonaparte (1797) il Veneto restò lingua di comunicazione interna ed internazionale cedendo solo in minima parte al francese. Neanche il passaggio forzoso all'impero austroungarico (1815) eliminò la lingua veneta dagli usi pubblici, anzi, perfino la "Kaiserliche Österreichische-Venezianische Kriegsmarine" l'Imperiale Marina Veneziano-Austriaca fu costretta ad adottarla in quanto usata non solo da equipaggi ed ufficiali veneti ma anche da altre marinerie nell'Adriatico e nel Mar Nero.
Neppure la svendita della Venezia al Regno d'Italia dei Savoia (1866) fece scomparire completamente l'uso della lingua veneta in ambiti ufficiali locali, questo nonostante fosse nei fatti PROIBITO.... così come durante il fascismo, pregiudizialmente contrario alle Culture locali al fine di esaltare un'inesistente "razza italiana". Tanto per essere più chiari, fatta l'unità, l'italiano era parlato da poco più il 2% (duepercento) della Popolazione... neppure i conquistatori parlavano l'italiano, i piemontesi stessi preferivano il francese assieme al loro idioma, cosi come gli ex sudditi del regno di Napoli e Sicilia.
L'italiano standard è arrivato nei consessi pubblici locali, nonostante il suo insegnamento OBBLIGATORIO (ed il DIVIETO del veneto) molto più tardi....con la televisione e le conseguenti "nazionali" di pallone. Il resto è cronaca attuale. Al giorno d'oggi, sia per la naturale riscoperta delle nostre radici che per la conoscenza delle motivazioni storiche e politiche ed i relativi sfruttamento, malgoverno e malfunzionamento dello Stato, si è imposto con forza il desiderio di avere accesso alle verità censurate e di riottenere i diritti naturali negati. Da qui la necessità del riconoscimento culturale, economico e politico dei Popoli che compongono questo Stato, passando anche per la questione linguistica. La Lingua veneta è riconosciuta dall'UNESCO ed ha il riconoscimento legislativo della Regione Veneto.
La lingua veneta è parlata dal 75% della nostra Popolazione, se non in ambito pubblico, almeno in quello familiare ed è scritta in numerose pubblicazioni locali, cosi come in internet. Quale Lingua Veneta?... quella che si parla a Montebeluna, Feltre, San Donà dea Piave, Sitadea, Schio, Adria, Legnago e nelle altre città venete, l'inter-comprensione è assicurata. Non è necessario, al momento, avere una Lingua normalizzata (unificata), per secoli sono state usate le nostre belle parlate e possiamo farlo ancor oggi, l'importante, però è tendere ad una scrittura comune ed anche su questo tema sia la Società Filologica Veneta negli anni '80 che la Regione Veneto oggi hanno dato indicazioni precise su come affrontare il tema della scrittura (a cui è collegato il tema dell'insegnamento). Il suo insegnamento è necessario non solo per rispetto storico ma anche per giustizia, dignità e... serietà. Chi si sposta per lavoro, a partire da quello pubblico, non potrà più arrivare come colonizzatore arrogante imposto dall'alto ed inviso bensì come ospite benvenuto rispettoso di Storia, Cultura, Religione, Tradizioni e Lingua locale (o Dialetto che dir si voglia). Questo è previsto dalla Carta dei Diritti dell'Uomo e sancito dall'Assemblea delle Nazioni Unite. Non fare questo significa avvallare la continua invasione di Genti e Popoli stranieri allo scopo di creare una "nuova Società multinazionale monoculturale'', in altre parole significa avvallare un nuovo Ordine centralista e antidemocratico governato dalle multinazionali finanziarie e commerciali, avente lo scopo di creare un governo mondiale eliminatore delle diversità culturali con lo scopo, neppure tanto nascosto, di creare un "mercato unico con prodotti e consumatori standard", forse ricco di gadgets elettronici ma sicuramente più povero e meno libero.
Saj del Tomaxin so ła łengoa cançełeresca venesiana:
https://www.academia.edu/5875800/Quindi ... I_pp._3-48
http://www.rm.unina.it/rivista/dwnl/x_o ... n_08_1.pdf
ano 1309
Hoc est exemplum cuiusdam litere misse a consulo Verone illustri domino Duci Venetiarum.
Al so signor meser lo dosse de Venexia Pero Nani per vostro comandamento consolo in Verona ala <...> vostra Signoria semper se recomanda. Aldando e sapiando la condicion et la carestia del fromento ch’è in Venesia per onor de vui et per lo meio delo povolo nostro sì ai rasonadho cum li nobeli homeni miser Alberto et miser Bartholamio dala Scala Capitani general de Verona per caxon ch’eli à grande quantità de blava in Verona
et in Veronese per le soe vile, sì ai trovao bontadhe et cortesia (. . .) sì dise che li vendarà circa CCC chara e lo caro sì è XXIIIJ minali veronesi, li qual XXIIIJ minali serà circa XIJ stera de Venexia.
E sì ve la vol dar a Lignago, et da lende in çó alo nostro perigolo et a nostre spese, ma no me’s vol dir quanto che li de vol del minal, ma sì me à dito così: Pero, s’elo te par de mandarlo a dir a miser lo Doxe, sì lo pos far, e s’elo manda persona per ço qua, nui li daremo lo presio, et s’elo li parerà a far marchao cum nui, sì lo farà, che nostro entendimento è de servir et donar miser lo Dose et lo comun de Venexia semper.
Eo sì co [o]mo che varda alo onor et ben de vui sì ve lo scrivo et sì ve mando questo meso per ço, et eo sum sempre presto ali vostri comandamenti. Eo credo che se vui d’avese mandadho vostri ambaxadhori ala prima, che vu d’avese habudo da Verona in bona quantità de blava.
Data çobia VIIIJ die marcij.
Ecco per esempio una parte approvata in Maggior consiglio nel luglio del 1401, e relativa a questioni annonarie - scrita ente na łengoa mexa veneta e mexa tałiana:

http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... n-1401.jpg