La fede en Cristo Dio e San Marco no te porta l'endependensa

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Messaggioda Berto » ven ott 09, 2015 6:51 pm

La fede en Cristo Dio e San Marco no te porta l'endependensa
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 10/714.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » ven ott 09, 2015 6:53 pm

???

Il segreto della Repubblica di Venezia e dei suoi cittadini? la Fede.


Ecco il testo del toccante giuramento di M. A. Bragadin a Famagosta.

http://venetostoria.com/2015/10/02/il-g ... -famagosta

IL GIURAMENTO DI BRAGADIN A FAMAGOSTA
2 ottobre 2015 di Millo Bozzolan
Di Millo Bozzolan


GIURAMENTO TENUTO IL 14 LUGLIO 1570 DAL N.H. MARCANTONIO BRAGADIN DURANTE LA SS. MESSA TENUTA IN PIAZZA A FAMAGOSTA

«Giuro per la SS. Trinità, Iddio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, giuro per Sacrosanto Evangelo dei quattro Evangelisti Marco, Matteo, Luca e Giovanni, giuro per la SS. Croce di Cristo, sotto il qual Vessillo militiamo,
che da me disprezzati tutti i pericoli e per niente considerarli in qualunque modo mi si affacciassero, non tralascerò nessuna di quelle cose che a sostenere la Causa Cristiana e ad amplificarla sembrerà che convengano, e che lascierò la vita piuttosto che il mio popolo, che per il nome di Cristo affronta ogni pericolo, e serve così pronto e fedele alla Repubblica.
Così assieme a me giura il preclarissimo uomo Lorenzo Tiepolo, Prefetto di Pafo, così l’Eccellentissimo Astorre Baglioni, Comandante in capo di tutta la Milizia, così tutti gli altri fortissimi Prefetti dei quali non solo la faccia vedete, ma ancora di quelli di cui potete udire la voce.
Lodo, lodo Voi abitanti di Salamina, e con gratissime voci continuerò a chiamarvi uomini forti e di grande animo, Vi esorto con ogni mio potere, acciò persistiate nel parere in cui siete di difendere i vostri padri, le mogli e i figli, le case e la Patria vostra, di spargere il vostro sangue se occorresse per la difesa della Patria, di dimostrarvi attaccati al vostro Principe nel proteggere fortemente voi stessi e le cose vostre, di reprimere l’impeto e il furore de’ feroci nemici che non pensano che alla crudeltà, che alla strage ed a procurarsi innanzi agli occhi la distruzione dei Cristiani; finalmente di conservare alla nostra Repubblica quella Fedeltà che portate sempre con Voi.
Per queste ragioni mentre in ora si è celebrato il Sacrificio di Gesù Cristo e la Sacrosanta Eucarestia che abbiamo preso, a Voi tutti prometto che quanto di cura, di fatiche, di vigilie, di autorità, di consiglio potrò impiegare, e crederò appartenere alla vostra sicurezza, niente ometterò, e quanto fedeli sarete al Senato Veneto farò piena Fede onde possa rendervi degni delle maggiori laudi e premi».
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Messaggioda Berto » ven ott 09, 2015 7:03 pm

El mito de Venesia lè n'entrigo par l'endependensa veneta
viewtopic.php?f=183&t=1816

Anca Cristo e San Marco col so leon no łi serve a ła cauxa veneta.

Anca tirare en bàło Dio no serve a gnente o mejo lè n'entrigo e na falbaria, parké Dio nol ghe entra so ste robe de łi òmani e tirarlo drento lè na bastiema e el podaria anca enrabiarse o encasarse de bruto.
Sfrutar Dio o mejo łe edeołoje rełijoxe par łe purpie robe no lè mai on bon far, on bon segno.

Cristo e San Marco xe mejo lasarli perdar, parké no łi xe Dio par i no credenti o łi altro credenti e dapò par i cristiani:
primo,
parké el regno de Cristo no lè de sto mondo;
secondo,
parké San Marco el te porta a Roma e naltri par esar endependenti a ghemo cogno de leberarse de Roma e de tuti łi miti ke łi te łiga a Roma e ke łi te fa sotani de Roma.

Laeçetà o laiçità
viewtopic.php?f=183&t=1410

San Marco vanti de esar el Santo Paròno de Venesia el jera el Santo Paròno de la Akileja de li ani veneto-çelto-romani e po' patriarcal anca ente li secoli longobardi.
viewtopic.php?f=153&t=211

Marco l’evanxełista ebreo (etimoloja)
on santo cristian de łi veneti de mar ma anca de coełi de tera
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... ZQVUU/edit
Immagine

Anca el Leon de San Marco, cofà sinboło, nol ga gnaon vałor e forsa se manca ła cosiensa, ła responsabełetà, ła parteçipasion e ła vołontà dei veneti, de ła majoransa dei veneti.
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Messaggioda Berto » ven ott 09, 2015 7:04 pm

???

SO PAR SAN MARCO MA… la rinuncia all’eredità marciana.
3 ottobre 2015 di Millo Bozzolan

http://venetostoria.com/2015/10/03/so-p ... a-marciana

So par San Marco, ma…
Molti, anzi, moltissimi sono i “distinguo” oggi, nel proclamarsi “patrioti” marciani(e già l’uso del termine patriota è spia di poca conoscenza della storia, dato che in quel modo si autodefinivano i giacobini filo francesi, in contrapposizione ai “marcolini” o “marcheschi”che difendevano il gonfalone), poiché si è veneti ma si teme come la peste di passare per retrogradi che vogliono la carrozza al posto dell’auto.

Degli “hamisch” fuori della realtà, insomma, tanto in due secoli han ben lavorato i nostri occupanti, da distruggere ogni residuo spirito veneto. Eppure il Veneto della Serenissima lo abbiamo lasciato da poco, è lo stesso Veneto che ha costruito con tanta fatica ed impegno il miracolo del Nord est, studiato, fin che ha retto, in tutto il mondo. Anche se 40 anni orsono si parlava poco o niente di indipendenza, l’identità era forte e condivisa nei valori.

Oggi si parla tanto di indipendenza, ma i valori un tempo comuni, sembrano sbriciolati, confusi in mille sfumature. La società di un tempo si reggeva su basi cristiane condivise, anche magari da chi votava a sinistra, perché il Veneto era quello delle parrocchie e della solidarietà tra poveri. Ancora ci si radunava a maggio, davanti ai capitelli a recitar rosari.
Un Veneto dell’epoca, se vedeva il gonfalone, sapeva che l’immagine si rifaceva a San Marco, uno degli Evangelisti, con tutto quel che segue: non era un logo simile a quello di una squadra di calcio, da stampare su bicchieri ed asciugamani e basta.

Ma con l’arrivo della modernità, si è come infranta una diga, e eccoci qui a distinguerci in “libertarian”, o in progressisti difensori dei “diritti” di chiunque, purché siano minoranza. Va bene tutto, dall’immigrato, al gay alla lesbica, ché sennò sei un “osurantista” e per favore, piantiamola con ‘sta storia della repubblica cattolica e cristiana…infatti trovi subito il venetista che ti spiega come tu non abbia capito nulla della vera natura della Serenissima, in guerra coi papi e col clero, laica e progressista, aperta a tutto il mondo in maniera paritaria, specie nal campo delle religioni…
tiziano il doge grimani

In realtà, basterebbe leggere un po’ di storia e si scoprirebbe tutto il contrario. Repubblica cristianissima in cui Paolo Sarpi stesso, difendendo l’autonomia dello stato da ingerenze romane, precisa che compito del Principe è di curare anche l’educazione religiosa dei sudditi, non solo il benessere e la giustizia. I rapporti con le altre religioni erano ben definiti, tanto che si vietava il matrimonio tra due persone di confessione diversa.

Rispetto ed ospitalità, ma ognuno nel suo orticello, e daltronde anche chi era ortodosso o protestante, la pensava alla stessa maniera, per non parlare dell’islamico. Il Vangelo era il cemento dell’identità forte dei Veneti, il gonfalone ne era il simbolo, come a Lepanto e in tante altre battaglie. Se si rinucia a questo, si rinuncia alla propria identità, non ci si collega più ai nostri Padri; piazza San Marco, il Rialto, Palazzo ducale, le ville venete, non sarebbero più le nostre, o meglio lo sarebbero come possono appartenere al turista giapponese o americano che paga il biglietto per visitare i tanti capolavori frutto di una civiltà che ha fatto la storia dell’Europa e dell’Occidente.

Dichiararsi per la restaurazione di una Repubblica veneta e cristiana, può essere la cosa più innovativa e travolgente che sia oggi concepibile: anche se non sei credente, tu come Veneto contemporaneo, discendente da quella grande civiltà, puoi condividerne e apprezzarne i valori, basati sulla pietà, la carità e la giustizia evangelica.

A questo sogno dobbiamo credere, se vogliamo ripartire riprendendo a crescere su antiche robuste radici, altrimenti siamo immersi nel nulla totale, nel bric a brac delle ideologie moderne, che cambiano di aspetto come il mutare delle stagioni. Una società, per resistere ai secoli, deve basarsi su valori eterni.

Coanta edeołoja e coante ensemense ke se cata so sto scrito.
Mi no, mi no so marcian. Par esar cristiani, boni cristiani no serve esar marciani e gnanca par esar boni veneti serve esar marciani. Cristo el jera Cristo e nol jera marcian e mi so veneto vixentin e no so veneto venesian.
Mi a so on paretota veneto e no venesian.


No xe San Marco, Cristo o Dio ke łi te da l'endependensa, ma xe ła vołontà dei veneti, de ła pì parte de łe xenti venete, vołontà ke se ła manca no ghe santi né madone e l'endependensa te te ła sogni.


https://www.facebook.com/zanon3/posts/1 ... ment_reply

Ro Ghi
La Serenissima Repubblica è caduta anche grazie al fatto che i giacobini che permeavano i salotti buoni, hanno ben saputo paventare alla nobiltà veneziana, 100 per non dire 1.000 volte più ricca di quella d'oltralpe, la possibilità di fare la stessa fine di quella appena subita dalla nobiltà francese, inginocchiata a farsi il toupet integrale... La nostra nobiltà, singolarmente, viveva comunque il suoi privilegi con distacco, consapevole del differente stato di benessere rispetto al suo popolo, probabilmente senza percezione del diverso tenore di vita del suo popolo rispetto alle gravi vessazioni subite popoli dei vari regni... Di certo i giacobini questo non lo hanno mai sottolineato... Ne era consapevole il nostro popolo che si era ribellato "Pasque veronesi" e le varie ribellioni nel vicentino nel trevigiano... Sedate dai francesi con i plotoni d'esecuzione o a cannonate come a Rialto... Ci hanno parificato allo stato sociale di tutte le dittature monarchiche e non, cambia il colore nero o rosso, oppure cambiano i simboli croce uncinata, fascio littorio o falce e martello, alla fine, come nei fatti ai tempi d'oggi, nulla cambia. A quanto pare, passo dopo passo, lentamente ma inesorabilmente, i giacobini, proprio quelli di napoleonica genesi, oggi con la messa a punto delle strategie del 'debito pubblico' enunciate nel lontano 1.700 da John Adams, sono riusciti a fare allo stivale e all'Europa dell'Euro, esattamente quello che l'infame nano corso ha fatto al tempo alla nostra gloriosa Serenissima Repubblica Veneta con i cannoni. Indicano la luna ma non permettono di guardare oltre il dito...

Alberto Pento
La Repiovega Veneta arestogratega a domegno venesian lè termenà parké no ła ga savesto devegner ła Repiovega Arestogratega e po' Demogratega de tuti i veneti, par colpa de l'egoixmo dei venesiani e prasiò xe stà justo ke ła sipia sta scançełà da ła storia.

Alberto Pento
Mi no, mi no so marcian. Par esar cristiani, boni cristiani no serve esar marciani e gnanca par esar boni veneti serve esar marciani. Cristo el jera Cristo e nol jera marcian e mi so veneto vixentin e no so veneto venesian.
Mi a so on paretota veneto e no venesian.

Alberto Pento
Tuti i rejimi arestogratoghi d'Ouropa ke no łi ga savesto adegoarse ai tenpi novi e spartir el poder co łe altre clasi e pò co tuto el popoło łi xe stà spasà via da ła storia e dal so vento novo, anca l'arestograsia xermana e aostriaga e podopo anca coełe de ła penixla tałega ... e ła seconda dapò coela fransoxa lè stà l'arestograsia venesiana. A ghera poketo de ła pietà, de ła caretà creistiane e de la justisia vanxełega ente l'egoixmo venesian ke nol ga parmeso ke ła Repiovega Serenesima da domegno venesian ła devegnèse na Repiovega Federal de tuti i veneti.
San Marco lè el sinboło de l'egoixmo venesian altro ke de l'amor creistian e fraderno par tuti i veneti.
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Messaggioda Berto » ven ott 09, 2015 9:27 pm

Me despiaxe asè ma ła fede en Cristo Dio e ente l'evanxełista Marco no ła né darà mai l'endependensa.

Co xe stà ora ła Repiovega Serenisima lè termenà e Cristo e San Marco no łi ga servesto a gnente.

No dexmenteghemose ke ła Repiovega Serenisima la jera fondà so l'egoixmo de ła casta venesiana e l'egoixmo castoual lè poco fraderno e poco cristian.
No credo ke Cristo e San Marco łi dovese ver n'ocio amoroxo vesro l'egoixmo venesian.



Se pense a tuti i paexi de l'Afrega e de l'Axia ke na olta e par secołi łi xe stà creistiani, entel confronto enperial e miłitar co l'ixlam Cristo Dio nol ga servesto a gnente e tuti sti paexi łi xe devegnesti xlamerghi.

Se l'Ouropa no ła xe stà xlamixà no xe stà par n'ocio de rewardo de Cristo Dio ma parké ł'edeołoja rełijoxa creistiana ła fea da cołansa połedega ençentrà sol Papa catołego roman e sol so poder tenporal e so ła so enfloensa połedego edeołojega.
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Messaggioda Berto » mer nov 11, 2015 2:45 pm

https://www.facebook.com/albert.gardin?fref=ts

Comunicato stampa
per conoscenza:
al Parrocco di Arsiero
al Vescovo di Vicenza
al Patriarca di Venezia
a Presidente del Parlamento Veneto, Giancarlo Orini
al Questore di Vicenza
Il Governo Veneto invita tutti i parlamentari a presenziare con la fascia "Repubblica Veneta" domenica 15 novembre 2015, alla messa delle 10.30 ad Arsiero.

I rappresentanti delle istituzioni esporanno, davanti a loro, nella dovuta ufficiaità, il gonfalone di San Marco, la bandiera della Repubblica Veneta.
L'invito è esteso anche a tutti i patrioti della Serenissima, di venire con bandiere di San Marco per condividere con noi questa presa di posizione contro ogni sottomissione della chiesa veneta al regime occupante.
La partecipazione sarà ovviamente consona al tempio religioso e alla sacra funzione, ma ferma e decisa.

Ricordiamo che il Parlamento Veneto, all'inizio della sua seconda legislatura ha approvato il "Pater Noster" come costituzione veneta;
che i parlamentari partecipano ogni anno alla Messa solenne per San Marco nella Basilca di San Marco e che il Governo Veneto – al prezzo di molte denunce e di una condanna penale – ha ripreso nel 2013 l'effettuazione pubblica in Piazza San Marco della Processione di San Marco.

Il dialogo di domenica prossima ad Arsiero non sarà tra una repubblica non-cristiana come quella dello Stato occupante, ma tra la cristianissima Repubblica Veneta, votata alle parole dell'evangelista Marco, e la Chiesa di Cristo!
Venezia 11.11.2015
Albert Gardin – Presidente del Governo Veneto/ Repubblica Veneta

PS – Il comunicato di ieri, 10.11.2015
(Arsiero - Repubblica Veneta - 9.11.2015 - Funerali di Ermes Mattielli)
Anche il parrocco di Arsiero ha dimostrato di essere plagiato! Non ha voluto in chiesa le bandiere dello Stato Veneto, ma ha disposto in prima fila i sindaci con la fascia del tricolore straniero! Come riconoscere universale i colori del regime occupante e temere invece l'uso delle bandiere della nazione veneta occupata!
Bravo il popolo che ha disapprovato e contestato l'uso del tricolore da parte dei sindaci. La coscienza veneta dimostra ogni giorno di più la sua consapevolezza e maturità!
Siamo sempre più vicini!
Venezia 10.11.2015
Presidenza del Governo Veneto
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Messaggioda Berto » sab gen 23, 2016 10:22 pm

Ke ensemensa!

IL CULTO DI SAN MARCO FU IL VEICOLO DELL’UNIFICAZIONE DEI VENETI
22 gennaio 2016 di Millo Bozzolan

http://venetostoria.com/2016/01/22/il-c ... dei-veneti

Il culto di San Marco tra i veneti precede di molti secoli l’unificazione politica della terraferma, questa ne fu il suggello finale e Venezia ‘dismise’ San Todaro, come protettore, per inginocchiarsi, come è testimoniato dal meraviglioso bassorilievo della Porta della Paglia in cui il doge si inchina all’Evangelista, davanti a Lui. Questo si spiega con il fatto che San Marco evangelizzò quella che era la X Regio veneto romana e il Suo culto era ancora il fattore unificante anche politico territoriale quando la Venetia fu divisa tra Bisanzio (laguna e Istria) ed entroterra (germanico). L’opera di evangelizzazione partì da Aquileia, capitale effettiva della X regio, distrutta questa dai barbari, il Patriarca si trasferì a Grado e la sua diocesi, con il conseguente potere che ne derivava, copriva ancora i vecchi confini della X regio, quello che oggi chiamiamo ancora ‘le Venezie’ (non usiamo il termine Nord Est, per favore). Quando il Patriarca di Grado constatò che l’impero d’occidente aveva riunificato nuovamente l’antica X Regio (tranne le lagune sotto l’influenza bizantina), pensò bene di chiedere il riconoscimento della sua podestà all’imperatore. Venezia reagì portando in laguna le spoglie dell’Evangelista stesso, all’inizio dell’800, e proclamando il patriarca di Venezia come il vero erede di San Marco. Rimando ad altra mia nota in merito, che spiega nei dettagli il processo.

Queste righe le scrivo perché stimolato da un nuovo amico il quale ha notato in una sua lettura recente, come il culto marciano fosse anteriore all’unificazione stessa della nazione, nella terraferma veneta. Era logico che lo fosse, dato che l’identità unitaria delle nostre terre, fu una conseguenza dell’opera evangelizzatrice dei Veneti da parte di San Marco. Il culto continuò quindi in maniera naturale, dopo l’espansione di Venezia, e buoni testimoni sono le piazze, a Lui intitolate e le innumerevoli chiese. Anche i capitelli, nati per la devozione popolare: uno ad esempio, di inizio Seicento, si trova vicino a casa mia, a Fonzaso, in pieno centro.

L’amico mi chiede anche se vi è una relazione tra il termine Marca (trevigiana) e tale culto. In questo caso non vi è relazione alcuna, dato che il termine Marca deriva dal tedesco antico ‘mark’ (spero di aver scritto bene) che significa ‘confine’ e era un vocabolo che indicava i vari feudi in cui i Longobardi suddivisero il loro Regno, Lo troviamo anche in altre zone d’Italia e ha dato il nome alla regione Marche, parte importante del Regno longobardo.

Aggiungo una piccola testimonianza personale: a Fonzaso, cittadina vicino a Feltre, esiste un affresco murale, vecchio ormai di diversi secoli, che rimanda al culto del santo. Innumerevoli poi, sono le vie, le strade, le piazze, dedicate al Santo, patrono dei Veneti (e dei lombardo-veneti e dei friulani, di ogni popolo ne riconosca l’appartenenza antica), che sottolineano quanto ho esposto.
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Re: La fede en Cristo Dio e San Marco no te porta l'endepend

Messaggioda Berto » mar giu 21, 2016 10:36 pm

Sa' Marco en Veneto, na łexenda enventà, on falbo storego
viewtopic.php?f=137&t=2356


Ki ke vol credarghe a sti santi enventà el ghe creda pur, mi no!
Mi no go cogno de buxie, de ste falbe credense.
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Messaggioda Berto » ven mar 31, 2017 10:50 am

Spiritualità e religiosità non sono la stessa cosa
viewtopic.php?f=24&t=2454

Religione e religiosità come ossessione, come grave malattia, grave disturbo della mente e dell'anima o psico-emotivo
viewtopic.php?f=141&t=2527


Cosa ci sarà mai di spirituale in questa gente, in questo culto politico-religioso dell'orrore e del terrore, nel loro pregare idolatra e ossessivo?

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Messaggioda Berto » ven mag 12, 2017 8:37 pm

El mito de Venesia lè n'entrigo par l'endependensa veneta
viewtopic.php?f=183&t=1816

L'idolatria dei nostalxeghi de ła Serenisima

IL CORAGGIO: 12 MAGGIO, A TE SOLO LA NOSTRA FEDE! VIVA SEMPRE SAN MARCO!
Ieri un amico scriveva:

https://dalvenetoalmondoblog.blogspot.i ... ostra.html

domani è il 12 maggio 2017, 220 anni sono passati dal giorno funesto, disperarsi non serve, piangere neppure ricordiamo quel giorno in altra maniera... sollevando la testa... "il 7 aprile 1797 comparvero in Senato i Deputati della Val Troppia... , di Serravalle e Ceneda quindi quelli di Lendinara e di Conegliano. Giunsero pure i Trevisani, che si distinquevano per aver sul cappello la coccarda della Repubblica col Leone di San Marco contornato dalla scritta : tibi soli fides tarvisiana ( a te solo, la fede trevisana)."
Chiedevano tutti solo polvere e munizioni.... se vi foste data un'altra occasione, cosa chiedereste voi????
Dan Morel Danilovich
Era il popolo dei "campagnoli", non i ricchi, non gli aristocratici, a invocare San Marco, come accadrà nei mesi seguenti in Istria e in Dalmazia. Volevano difendere un mondo, un sistema di vivere, di governare, che aveva garantito a tutti, facendo delle varie piccole Patrie una ricchezza, la massima libertà ed autonomia.
Erano disposti, e lo misero pure per iscritto i deputati di Terzo, ad offrire i propri averi, le proprie vite per fermare il nemico del Leone, sotto le cui ali volevano rimanere per sempre. E' una delle tante pagine non scritte, poco divulgate, ma che spiegano bene come ancor oggi il problema veneto esista e non si sia certo risolto con l'annessione ad uno stato che nega addirittura la nostra esistenza come Nazione plurimillenaria.
Torniamo a lottare, per tornare ad esser liberi, e ripetiamo la frase dei delegati di Treviso; A TE SOLO LA NOSTRA FEDE! VIVA SEMPRE SAN MARCO!

il brano sopra è tratto da. Miscellanea di Storia Veneta edito nel 1912 dall'Ateneo Veneto.


Idolatria venesiana

???
CREDERE MOLTO IN SAN MARCO, abbastanza in Dio, POCO O NIENTE NEL PAPA
Lara Puppin ci segnala questo interessante articolo che dimostra l'indipendenza dello stato veneto, fino ai suoi ultimi giorni, nei confronti di Roma. Un tempo... oggi di quell'orgoglio di autonomia nella chiesa veneta, nei suoi quadri maggiori costituita da nobili veneziani, mancando uno stato indipendente a sorreggerla, non è rimasto nulla.
Di Paolo Lenarda
sabato 6 maggio 2017

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... enarda.jpg


https://dalvenetoalmondoblog.blogspot.i ... oco-o.html

Non possiamo dire che i rapporti tra la Serenissima Repubblica Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio fossero semplici ed affiatati.
Alvise Zorzi, che è stato uno dei maggiori studiosi di Venezia, non mancava di ricordare che "i veneziani credevano molto in San Marco, abbastanza in Dio, poco o niente nel papa." Mi piace sottolineare che la basilicadi San Marco non era la chiesa del patriarca. Più modestamente era la cappella del Doge che graziosamente la prestava alla chiesa per le funzioni religiose.
Anche l'Inquisizione ha avuto, a Venezia, soprattutto nei primi secoli, un'influenza minore rispetto agli altri Stati e non solo italiani.
La Serenissima non potava accettare di appaltare agli altri la Giustizia che poteva esser gestita solo dagli organi della Repubblica. Il sistema fiscale della Repubblica era difficile e complicato, ed è variato nel tempo; fin dal 1492 Venezia aveva istituito "i Deputati alla provvision del denaro" che avevano il compito di tassare anche i beni di proprietà del clero.
In tempi in cui il potere del Papa, forse più di oggi, teneva lontano in altri Stati l'onere fiscale, Venezia, che difendeva i suoi confini dagli attacchi del Turco (difendendo così anche la cristianità NdR). pretendeva anche dalla Chiesa un giusto contributo.
I rapporti diventano sempre più difficili e nel 1586 la Repubblica decide di istituire un nuovo organismo, nominando tre Senatori con un incarico preciso ed esclusivo; I sovraintendenti alle decime del Clero. Penso proprio che le cose siano ulteriormente peggiorate nei rapporti tra Venezia ed il clero se nel gennaio 1787, a firma Giacomo Miani, Alvise Renier e Filippo Balbi Sovraintendenti alle Decime, la Repubblica ingiunse pesantemente "ai debitori di pubbliche Ecclesiastiche Gravezze", di pagare il dovuto. Lo ingiunse con un bellissimo documento di quattro facciate e una splendida copertina che trovate qui riprodotta...
Senza tanti preamboli e delicatezze si fa pubblicamente intendere a ogni Beneficiario Ecclesiastico.. debitore di Pubbliche Ecclesiastiche Gravezze che se prima del venturo mese di giugno non avranno soddisfatto ai propri Debiti caduti in pena...fatta dalMagistrato nostro la più esatta perquisizione sopra le nuove mancanze, passerà alla Intenuta a vita di quelle porzion di Beni di ciascun Debitore, che basti a sazziare il Pubblico Debito...
Venezia, con questo Proclama, minaccia l'acquisizione del patrimonio ecclesiastico: la Serenissima non può rinunciare alle sue prerogative, e pretende, anche dai potenti, il rispetto delle sue regole. Sempre. Anche se siamo verso la fine.



Sa' Marco en Veneto, na łexenda enventà, on falbo storego
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Torna a Veneti che sognano una nuova repubblica aristocratica, io no!

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