Il venezianismo è una idolatria politica antiveneta

Re: Il venezianismo è una idolatria politica antiveneta

Messaggioda Berto » sab apr 25, 2020 8:52 pm

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L'originalità della via Marciana per l'indipendenza
VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Ufficio di Presidenza

Veneti, anche il 2018 se ne sta andando, portando via con sé un altro anno di sfruttamento del nostro popolo e del nostro territorio a fini di lucro per entità politiche, statali o meramente lobbistiche che niente hanno a che fare con i veneti e soprattutto con la loro gloriosa storia.

Questo lo voglio ribadire con fermezza perché non si tratta di avidità e disinteresse come i soliti benpensanti e accreditati intellettuali dei circoli ammaliatori vogliono farci credere; la penosa situazione odierna è il frutto dell'occupazione illegale della nostra patria; il nostro specifico cammino nella storia insieme ai fratelli popoli dell'umanità è stato fuorviato da oltre 200 anni di deliri ideologici senza analogie precedenti documentate.

Se ci troviamo a dover sopravvivere in una situazione oramai avvilita dalle continue promesse puntualmente deluse, dalla continua spoliazione della nostra storia di popolo, dalla continua estorsione dei nostri beni, e se il nostro futuro con la guida assoluta delle varie commissioni politico-massoniche che richiedono il nostro sangue e peggio ancora il nostro pensiero la fanno da padrona, questo lo dobbiamo a quel diabolico piano che dal crepuscolo dei tempi ha sempre cercato di prendere il sopravvento sull'umanità e cioè creare la completa schiavitù riflessa nella forma piramidale della società.

Con questo dico anche che il relativismo romano-centrico che ha creato l'immobilismo di tanti deve essere rimosso dalle nostre menti, per far posto ad un dinamismo propositivo di auto consesso decisionale legato agli alti valori di autodeterminazione che i padri ci hanno lasciato in eredità con i nostri oltre 4000 anni di storia. Veneti tutti, in questo momento è d'obbligo serrare le fila ed unirci per i nostri diritti ancestrali; insieme i veneti hanno dimostrato che si può ottenere la libertà, basta essere determinati. Insieme dobbiamo trovare il coordinamento necessario al riscatto veneto senza il quale non ci può essere che l'abisso generale oramai palpabile ora dopo ora.

Il Veneto Serenissimo Governo con alle spalle oltre 30 anni di lotta per la nostra piena indipendenza ha creato e mette a disposizione di tutti i presupposti per la rinascita della nostra Veneta Serenissima Repubblica, ponendo le basi non solo politico-economiche e sociali ma anche diplomatiche per quello che se vogliamo sarà un nuovo rinascimento veneto basato sull'uguaglianza di tutte le comunità territoriali con la responsabilità dell'autogestione, cardine questo di 1100 anni di repubblica con nemmeno l'ombra di una rivolta popolare verso la reggenza federale.

Un abbraccio e un augurio a tutti i Veneti della diaspora e della Madrepatria di un sereno Natale ed un buon anno all'insegna di un Veneto libero e Marciano.

Venezia-Longarone 23 dicembre 2018

Per il Veneto Serenissimo Governo
il Presidente
Luca Peroni
Veneto Serenissimo Governo

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Tel. +39 349 1847544 - +39 340 6613027
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Re: Il venezianismo è una idolatria politica antiveneta

Messaggioda Berto » sab apr 25, 2020 8:52 pm

Demagogia, brogli e la possibile democrazia
Enzo Trentin
i luglio 2019

https://www.vicenzareport.it/2019/07/de ... QkhFbCeffY

Vicenza – Frederic C. Lane in “Storia di Venezia” (© 1978 e 1991 Giulio Einaudi editore, Torino) scrive che, intorno all’anno Mille, lo sviluppo agricolo e, in genere, l’espansione economica nella valle del Po da un lato, e il crescere della potenza navale e dei privilegi commerciali veneziani nell’ambito dell’impero bizantino dall’altro, permisero a molta gente nuova di ascendere tra le file della nobiltà.

Fonte principale di ricchezza era il commercio, o magari la pirateria, ma si faceva fortuna anche investendo in beni immobili intorno a Rialto. Le famiglie ricche che pretendevano di discendere dagli antichi tribuni chiamavano tutti gli altri nobili «famiglie nuove»; ma sia le famiglie veramente antiche, sia quelle d’antichità fittizia o decisamente «nuove» avevano più o meno le stesse fonti di ricchezza. Tutte erano attive nel commercio e nella guerriglia marittima, tutte acquistavano terre ogni volta che potevano, e tutte erano interessate a concorrere per il dogato, e per il possesso di posizioni influenti fra i consiglieri del doge.

In conformità al filone «ascendente» della teoria di governo, nell’antica Venezia l’autorità suprema spettava in linea di principio all’Assemblea popolare (Concio o Arengo), e ciò era in linea con quella coeva civiltà comunale che nacque a quel tempo appunto nell’Italia centro-settentrionale e si espanse in buona parte dell’Europa d’allora. A Venezia, in queste adunanze collettive della popolazione, avveniva la scelta del doge e l’approvazione delle nuove leggi, ma sembra chiaro che queste operazioni erano dominate dalle famiglie potenti. La descrizione contemporanea di un’antica elezione dogale dà per scontata l’iniziativa dei nobili più influenti, e mette in risalto l’ispirazione divina che era sentita come un elemento capitale del processo di scelta.

Alla notizia della morte del doge Domenico I Contarini, nel 1071, innumerevoli imbarcazioni cariche di veneziani provenienti da tutto il territorio lagunare si adunarono fra la chiesa del vescovo a Castello e il monastero di San Nicolò al Lido. Fra chiesa e abbazia si levarono fervide preghiere perché Dio desse ai veneziani un doge e pace, nonché bene accetto a tutti. A un tratto nella moltitudine risuonò un grido generale: «Vogliamo e eleggiamo Domenico Silvo». Subito una folla di nobili portò innanzi il designato in un battello che mosse verso San Marco alla testa di una processione di barche, fra un grande schiumar di remi e grida di plauso popolare, mentre il clero cantava il Te Deum e le campane di piazza suonavano a stormo. Entrato umilmente in San Marco il doge neoeletto prese dall’altare il bastone simbolo del suo ufficio, e quindi si recò a Palazzo Ducale per ricevere il giuramento di obbedienza del popolo adunato.

Insomma, è a partire da questo evento che alcuni studiosi giudicano l’alba del superamento dell’età comunale a Venezia. Si avvia il tempo della guida “illuminata” dell’oligarchia patrizia. Non si deve tuttavia credere che tutto filasse liscio per il potere veneziano; ne è prova l’ampio sistema di check and balance (Maggior Consiglio, Consiglio ducale, dei Dieci, dei Pregadi, la Quarantia, e altri istituti di controllo) che con il tempo venne a costituirsi, e se a partire dal 1268 fu istituito un sistema elettorale a sorteggio estremamente complesso, in vigore senza sostanziali modifiche fino alla caduta della Repubblica nel 1797, esso aveva l’obiettivo di garantire la trasparenza, e non era dovuto a particolari doti etico-morali dei veneziani, quanto alla loro necessità di limitare al massimo la demagogia (assolutamente vietati i partiti) e i brogli. Infatti, la storia ci dice che il Brolo (orto) in veneziano (poi Broglio), divenne meta dei nobili squattrinati che qui venivano a vendere i propri voti per l’elezione del Maggior Consiglio. Insomma, si trattava di un vero e proprio Broglio elettorale.

Vorremmo anche ricordare allo scettico che il suo assunto secondo il quale i giudizi morali non hanno alcuna influenza sulle azioni reali degli individui e delle nazioni è estremamente discutibile alla luce di un fatto molto semplice: anche i più efferati autori di ingiustizie, e specialmente quegli individui senza scrupoli che più di altri si sono rivelati abili manipolatori di volontà, hanno invariabilmente riconosciuto l’importanza di dotare di giustificazioni morali le proprie azioni. Da Giulio Cesare, che tentò di giustificare l’invasione della Gallia come una misura puramente difensiva, ad Adolf Hitler, che definì la conquista come la prerogativa della razza superiore. I tiranni, così come i difensori della libertà, si sono sempre sforzati di motivare le proprie politiche dal punto di vista morale.

Poiché oggi molti convengono sul fatto che i governi italiani si rivelano costituzionalmente incapaci di produrre un progetto costruttivo serio e duraturo, a prescindere dalla materia trattata, preoccupati come sono di varare provvedimenti tali da scontentare tutti il meno possibile prima di arrivare a giovare veramente a qualcuno, si tratta di far partire dal basso quel programma che in alto sono incapaci di formulare. Cosa che i sedicenti indipendentisti (quelli veneti in particolare) non hanno ancora provato ad approcciare seriamente.

Nelle terre venete c’è un indipendentismo di tipo carsico. Pochi – a fronte di un bacino consensuale rilevante – sono gli esponenti politici che si manifestano pubblicamente per l’autodeterminazione, e quei pochi si sono spesi sinora nella ricerca di “visibilità”, e di consenso elettorale per stravaccarsi nelle istituzioni italiane. Ma questo, al di là di rendite politiche a beneficio personale, non ha generato alcuna proposta d’innovazione istituzionale con la quale trascinare quel consenso popolare che è indispensabile alla riuscita del loro dichiarato obiettivo.

Eppure gli uomini sono liberi quando lo Stato, ovvero il potere del suo governo non è onnipotente, e lo Stato deve avere un potere limitato dalla sfera di libertà individuali o dal potere dei suoi membri perché il suo governo non prenda come modello quella democrazia rappresentativa che allo stato attuale non è riuscita a soddisfare l’anelito di libertà dei cittadini. Alla libertà dell’individuo, che è libertà per eccellenza, i popoli che vogliono il superamento dell’attuale status quo, devono essere attirati da un innovativo disegno istituzionale.

L’attuale onnipotenza della partitocrazia che ha occupato lo Stato è la negazione della libertà individuale. È per questo che ben si capisce l’irriformabile Costituzione italiana. Si considerino le tre “Bicamerali”: la Prima (1983-’85), la Seconda (1992-’94), la Terza (1997-’98). Costituzione peraltro mai approvata tramite apposito referendum dal cosiddetto “popolo sovrano” a differenza di moltissimi altri paesi (si veda qui), ed in particolare del suo articolo 5: «La Repubblica, una e indivisibile…» per cui ci sfugge il valore morale di un Parlamento sordo alle istanze (anche solo di autonomia) di rivelanti porzioni del territorio dello Stato italiano, e di alcune sue popolazioni autoctone non solo venete.



Democrazia, cittadinanza, valori doveri e diritti umani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 183&t=2683
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9367460016

Filone dedicato ai venetisti venezianisti che credono che la democrazia e l'illuminismo siano un male a cui preferire l'idealizzata aristocrazia veneziana presuntuosa, arrogante e antidemocratica e quello che la loro frangia cattolico romana considera come un regime perfetto di teocrazia cristiana; tutto un mondo demenziale caratterizzato da un forte antisemitismo.
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Re: Il venezianismo è una idolatria politica antiveneta

Messaggioda Berto » sab apr 25, 2020 8:52 pm

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Re: Il venezianismo è una idolatria politica antiveneta

Messaggioda Berto » sab apr 25, 2020 8:53 pm

La truffa ideologica venetista della falsa tesi secondo cui il Pebiscito del 1866 fu una truffa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 176&t=2859
Si tratta di uno dei dogmi del venetismo indipendentista e venezianista.
Per quanto mi riguarda se i veneti lo volessero veramente potrebbero diventare indipendenti senza la necessità di sostenere le loro ragioni con dogmi siffatti.

Prima del 1866 i veneti non avversavano lo Stato italiano, non né avevano alcun motivo, anzi né avevano molti per desiderarlo e per tanto non avevano alcuna sensata ragione per votare No al plebiscito per l'annessione allo Stato italiano.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 153&t=2874
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 1553982588

Verifica storica comune e pubblica della tesi sostenuta da taluni venetisti che il Plebiscito del 1866 per l'annessione delle terre venete allo Stato italiano fu una truffa.
viewtopic.php?f=153&t=2883
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 9314425478

1848 in Europa, in area italica e veneta
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 148&t=2344

1848, 1866, 2017
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 181&t=2684

Anesion del Veneto a la Tałia - el plebesito trufa o farsa o illusione?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =139&t=518

El mito resorxemental e łe so falbarie tałego romane
Il mito risorgimentale e le sue falsità italico-romane (o l'ideale risorgimentale con i suoi miti artefatti italico-romani)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 139&t=2481
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