Reitia

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Messaggioda Berto » sab mag 24, 2014 8:58 pm

Reitia
viewtopic.php?f=164&t=854


Reitia, porai, sainatei, vebelei
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... lQMEU/edit
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Fate, Moire, Parke, Norne, Matronae, Angoane
Pora Reitia Sainatei Vebelei
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dtd1U/edit
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Angoane/anguane, salbanei e strie
viewtopic.php?f=44&t=49
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » sab mag 24, 2014 10:11 pm

Raetia/Retia/Rezia etimoloja
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... VzdDg/edit
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Noreja/Noreia, *Noretia, Nortia, Nurtia, Norzia, Ortia, Nerta, Nertho/Nerthus, *Nertia, Reitia/Rhetia, Norne, Roxmerta, ...
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... Nobm8/edit
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Nerka (no se sa se a ghè on ligo co Reitia)
viewtopic.php?f=164&t=914
Nerka Trostiaia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 5yRkE/edit
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » dom mag 25, 2014 7:33 am

Mego dona.s.to a.i./nate.i. re.i.tiia.i. pora.i. / e.getora. r.i.mo.i. ke lo/.u.derobos
viewtopic.php?f=164&t=900
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... RwUkU/edit
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Kaimas, dorf, village, vila, borgo, contrà, selo, sat, landsby, küla, vesnice, dedina, ...
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... VDZVU/edit
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » sab giu 14, 2014 6:50 am

La Baketa majega de Reitia, dita anca Ciave de Reitia ???
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 8xdHc/edit
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Sa xeło sto angagno dito “ciave de Reitia”?
viewtopic.php?f=171&t=911


Copar, couper, secar, segar, secia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dXck0/edit
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völva
http://it.wikipedia.org/wiki/V%C3%B6lva

La völva (o vala, prurale völur) è una maga esperta nella divinazione e negli oracoli: veniva consultata anche dagli dèi, ai quali predisse le vicissitudini future della famiglia divina (cioè la morte di Balder e la fine dell'universo).
È una veggente e una sacerdotessa presso il popolo dei Germani e nei paesi nordici (esempio völve di Olaf).
Etimologia
In norreno antico völva significa "portatrice della bacchetta" o "portatrice del bastone magico"[1]. Deriva dal proto-germanico *walwōn, collegato alla parola "wand", bacchetta (in norreno vole, vǫlr).[2] Vala, viceversa, è una forma letteraria di Völva[2].
Spákona o spækona è "veggente, colui che vede", dall'antico norreno spá o spæ, radice comune con il termine inglese "spy", col latino specio (io vedo"), tramite il proto-germanico *spah- e il sanscrito spáçati, páçyati ("vede"), quindi col proto-indoeuropeo *(s)peḱ (vedere, osservare)[3].
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » gio giu 19, 2014 10:47 pm

In questa fiaba si parla di Reza e le soe sozze
(Rexa e łe so socie/sotze = Rezia/Retia e le sue compagne)

Questo è il documento:

http://www2.lingue.unibo.it/studi%20cel ... %C3%A0.pdf

(non mi riesce di far funzionare il collegamento al pdf; copiate la strinca e incollatela sulla finestrella del motore di ricerca)

cito dal documento:

... Nella bellissima raccolta di fiabe fassane che Hugo de Rossi mise insieme fra il 1904 e il 1910 si trova un racconto particolarmente interessante, Le Vivane e il čan (v. 34), in cui vediamo un pastore che scaccia una fata – una Vivana (o Anguana, Viviana, ecc.) – affamata, e viene da questa maledetto.
In conseguenza della maledizione il giovane si trova ad essere sempre «affamato come un lupo» e non trova pace, per quanto mangi. Per fortuna una vecchia sapiente gli spiega come fare per liberarsi dall’incantamento: egli ci riuscirà, ma non prima di essere divenuto
«peloso come un uomo selvaggio» (Ombie e čavei e barba te kresera, ke om dal bosc tu somearas).
Dobbiamo considerare questo uomo peloso dotato di appetito lupino un uomo-lupo oppure no? Io credo di sì, tanto più che la Vivana, scagliando su di lui la maledizione, lo scaccia chiamandolo «lupo malvagio » (žittene louva raskias): una espressione che, essendo inserita in una formula magica, non è certo casuale.
Ho citato questo esempio, che io trovo particolarmente interessante, perché permette anche di allargare il discorso in varie direzioni.
Per esempio ci mostra quanto la tradizione popolare – soprattutto, come in questo caso, quella di zone marginali – sia conservativa.

Credo che nessuno abbia notato che in questa fiaba abbiamo a che fare, in forme appena dissimulate, con una storia che ci viene riportata anche in un mito classico: il mito di Erisìttone, un tessalo che un giorno tenta di abbattere un bosco sacro a Demétra.

Secondo la versione più antica, quella che Callimaco ci ha conservato nel suo sesto inno, la dea gli compare innanzi assumendo l’aspetto di una sacerdotessa – «tiene in mano corone e papavero e sulle spalle aveva la chiave» (v. 44) – e tenta di sedare Erisìttone («Figlio, che colpisci gli alberi sacri agli dèi, / figlio, fermati, figlio...», vv. 47-48), ma sperimentando la sua rabbiosa empietà lo maledice: lo chiama due volte «cane» (v. 63: κύον, κύον: il rovesciamento rispetto al τέκυον τέκυον dei vv. 46-47 è palese) e «subito in lui scagliò una voracità dura e feroce, / bruciante e tenace: si logorava in grave malattia.
Sciagurato, di quanto mangiava, di tanto lo prendeva desiderio di nuovo» (vv. 66 ss.).

Tanto per completare il quadro, non sarà inutile aggiungere che nel testo fassano la Vivana toglie la maledizione invocando Reza e le soe sozze ‘Rezza e le sue compagne’ (< SOCIAE): e in questa figura riconosciamo agevolmente la grande dea della civiltà venetica, quella Retia – usualmente identificata con Artemide Ortia – che nella sua più famosa raffigurazione, il cosiddetto disco di Montebelluna, ci appare, guarda caso, in compagnia di un lupo, con una grande chiave in mano, e circondata da una corona di fiori.

La presenza della chiave, tanto nel disco che nell’inno callimacheo, mi pare soprattutto di grande importanza.

Quale possa essere il valore simbolico di questo oggetto si può dedurre già solo dal fatto che esso figura nello stemma papale; ma per restare nell’ambito che ci concerne, basterà rilevare che il picchio, secondo alcune leggende popolari, conosce una radice in grado di aprire tutte le serrature, che la chiave, nel folklore, è tutt’ora considerata uno dei rimedi contro la licantropia, e che il primo inno orfico, dedicato ad Ecate, signora della magia e delle metamorfosi, descrive la dea come «notturna amica dei cani» (v. 5), «simile a belva ruggente» (v. 6) e «signora che porta le chiavi di tutto l’universo» (v. 7).

Ed Ecate è naturalmente la triplice dea delle streghe, quelle streghe che, sin dalle origini stesse del Medioevo sono inestricabilmente connesse coi lupi mannari, che cavalcano ai lupi per recarsi al sabba, e hanno la facoltà di tramutarsi in lupo, come narrano, per esempio, Virgilio nell’ottava bucolica, la Saga dei Volsunghi o il Persiles y Sigismunda di Cervantes.



Nota: n 34. H. DE ROSSI DI S. GIULIANA, Fiabe e Leggende della Val di Fassa, ed. U. KINDL, Vigo di Fassa, Istitut Cultural ladin «Majon di fasegn», 1984, pp. 154-160
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » mar mar 17, 2015 12:36 pm

???

Hippobotai, Botai, Cumani, Cuma e Sibiła Cumana
viewtopic.php?f=108&t=1476

Artemide Amarinthia

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... obotai.jpg

Artemide
http://it.wikipedia.org/wiki/Artemide
Artemide (in greco antico: Ἄρτεμις Àrtemis) è, nella religione dell'antica Grecia, la dea della caccia e di ciò che si pone al di fuori della città o del villaggio e anche dei campi coltivati; è anche la dea delle iniziazioni femminili.
Fu una tra le più venerate divinità dell'Olimpo e la sua origine risale ai tempi più antichi.
In epoca romana fu associata alla figura di Diana, mentre gli Etruschi la veneravano con il nome di Artume.
Il cervo e il cipresso erano fra i suoi simboli sacri.

Eretria
http://it.wikipedia.org/wiki/Eretria
Eretria (in greco Ερέτρια) è un comune della Grecia situato nella periferia della Grecia Centrale (unità periferica dell'Eubea).
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » mar mar 17, 2015 12:37 pm

Eritia

http://es.wikipedia.org/wiki/Eritia
Eritia es el nombre de varios personajes de la mitología griega:

1.Una de las hespérides, bellas ninfas que cuidaban un maravilloso jardín en el Occidente. Según los autores podrían ser hijas de la Noche por sí misma, de Atlas y Hésperis, de Hésperos, de Océano, de Zeus y Temis o de Forcis y Ceto. Con Ares fue madre de Euritión, el pastor de Geriones, al que dio a luz a orillas del río Tartesos.
2.Una amante de Hermes, con el que fue madre de Norax, el que lideró a los íberos hasta Cerdeña. Era hija de Gerión el monstruo de tres cuerpos cuyo ganado tuvo que robar Heracles en su primer trabajo.

Eritia o Eritea rodeada de corrientes (Hesíodo, Teogonía), también es supuestamente una isla, donde Heracles asesinó al tricéfalo Gerión, hijo de Crisaor (espada de oro) y la oceánide Calírroe (la de bellas corrientes), no antes de matar asimismo a Euritión.
Erítia o Eritea rodeada de corrientes (Hesíodo, Teogonía), es una isla, «al otro lado del Océano» (probablemente el extremo occidental del Mediterráneo).

http://norax.es/?p=130
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... arteso.jpg



Esperedi
http://es.wikipedia.org/wiki/Hesp%C3%A9rides
Algunos de sus nombres eran Egles, Aretusa, Eritia, Hesperia, Héspere, Hestia y Hesperetusa.

http://it.wikipedia.org/wiki/Esperidi
Le Esperidi erano ninfe la cui genealogia rimane spesso confusa: vengono talvolta nominate come figlie della Notte, di Teti e Oceano, di Zeus e Temi, di Forco e Ceto ed anche, secondo la teoria più accreditata, di Atlante ed Esperide. Incerto è pure il loro numero, tanto che alcuni mitografi nominano cinque Esperidi, altri ne nominano sette. Chi sottolinea invece che erano tre, le collega alla triplice dea della Luna nel suo aspetto di sovrana della morte. I numeri riferiti vanno comunque da una ad undici, ed alcuni dei loro nomi sono: Egle, Aretusa, Esperia o Esperetusa, Eriteide (Eritia) ecc.



Ilizia di Amniso (dal greco Eiléithyia), Eilithia, Eilythia, Ilithia, Eileithyia, Eileithyiai, o Eleuthia

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eithia.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lythia.jpg


http://it.wikipedia.org/wiki/Ilizia
Nonostante nessun mito la veda protagonista, è citata da numerose iscrizioni di nascite. Il suo nome appare in alcune tavolette di Cnosso redatte in Lineare B, che sono state analizzate attentamente e che mostrano una continuità di culto dal neolitico all'epoca classica.
Una particolarità è che essa risulta essere l'unica dea minoica a non avere per nome un aggettivo sostantivato.

Figlia di Zeus e di Era, come è descritta da Esiodo, Apollodoro e Diodoro Siculo, viene altre volte identificata con Artemide, con Era o Demetra, tramite un procedimento di ipostasi. A Roma si confuse spesso anche con Giunone Lucina, mentre Pausania la descrive come brava filatrice e più anziana di Cronos, identificandola nella Moira.
Secondo un inno di Olen, è un'iperborea, madre di Eros.
È descritta come presente alla nascita di numerosi dei, tra i quali Eracle, Apollo e Artemide. Secondo il III Inno Omerico ad Apollo, Hera catturò Ilizia, mentre stava tornando dal nord dagli Iperborei, per ostacolare le doglie di Leto per Artemide ed Apollo, essendone Zeus il padre. Le altre dee presenti a Delo per assistere alla nascita, mandarono allora Iris a prenderla. Non appena Ilizia mise piede sull'isola, iniziarono le doglie.

Inizialmente le Ilizie (nel plurale utilizzato da Omero) erano coloro che provocavano i dolori del parto. Solo successivamente, a Creta, l'Ilizia fu venerata come dea della fertilità, prima di affermarsi a Delo. Col passare del tempo il culto si diffuse in molte città Greche, in Etruria e in Egitto, e la sua funzione diventò quella di aiutare le partorienti.
La rappresentazione della dea non è costante, sebbene possano notarsi dei tratti peculiari comuni. Ad esempio, essa appare frequentemente nella ceramica durante la nascita di Atena e Dioniso. Nella nascita di Atena appaiono più precisamente 2 Ilizie, con le mani protese al cielo, nel gesto dell'epifania.
Ad Ilizia furono consacrate delle caverne (probabilmente simboleggianti l'utero), che si ritiene fossero il suo luogo di nascita così come quello del suo culto, come menziona chiaramente l'Odissea; una delle più importanti è quella di Amnisos, il rifugio di Cnosso, dove sono state trovate stalagmiti che probabilmente la rappresentano. La caverna di Creta ha suggestive stalattiti dalla forma di una doppia dea che causa le doglie e le ritarda; inoltre sono state anche trovate delle offerte votive. Qui fu probabilmente adorata durante il periodo Minoico-Miceneo.
Nel periodo classico, si trovano santuari di Ilizia nelle città cretesi di Lato e Eleutherna ed una grotta sacra ad Inatos.
Pausania, nel II secolo, fece un resoconto di un tempio arcaico ad Olimpia, con una cella dedicata al serpente salvatore della città (Sisipolis) e ad Ilizia. In esso è raffigurata Ilizia come una sacerdotessa-vergine che sfama un serpente con dolci torte di orzo ed acqua. Il tempio, infatti, commemora l'apparizione improvvisa di una vecchia con un bambino fra le braccia, proprio quando gli Eli stavano per essere minacciati da Arcadia; il bimbo, posto a terra fra i contendenti, si mutò in serpente, spazzando via gli Arcadi in volo, per poi sparire dietro la collina.
Ad Atene, stando a quanto scrisse Pausania, erano presenti molte raffigurazioni di Ilizia, una delle quali era stata portata da Creta; egli menzionò inoltre santuari di Ilizia a Tenea, ad Argo ed uno estremamente importante ad Aigion.

http://www.federazionepagana.it/iliziaebe.html
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » mar mar 17, 2015 11:04 pm

Inanna ištar, Ištart-re-a-at o rèat nīšī, Eštar, Astarte, Hathor, Anahita, Rea, Reitia, Artume/Artemide, Venere, Ixide/Axet, Hesat, Ecate ...

Inanna
http://it.wikipedia.org/wiki/Inanna
Inanna (anche Inana; cuneiforme sumerico: Cuneiform sumer dingir.(jpg- Cuneiform sumer inana.-jpg), dNIN.AN.NA, forse con il significato di "Signora Cielo", anche dMÚŠ con il significato di "Splendente"; in dialetto emesal: gašan.an.na) è la dea sumera della fecondità, della bellezza e dell'amore, inteso come relazione erotica (con l'epiteto di nu.gig, inteso come "ierodula") piuttosto che coniugale ; successivamente assimilata alla dea accadica, quindi babilonese e assira, Ištar (anche Eštar). Inanna/Ištar è la più importante divinità femminile mesopotamica.

Ištar
http://it.wikipedia.org/wiki/I%C5%A1tar
Ištar (adattato anche in Ishtar) è la dea dell'amore, della fertilità e dell'erotismo, dea anche della guerra, nella mitologia babilonese, derivata dall'omologa dea sumera Inanna. A lei era dedicata una delle otto porte di Babilonia. Essa aveva contemporaneamente l'aspetto di dea benefica (amore, pietà, vegetazione, maternità) e di dea terrificante (guerra e tempeste).
I principali centri del suo culto erano Uruk, Assur, Babilonia, Ninive.

Anāhitā
http://it.wikipedia.org/wiki/Anahita
Anāhitā, (= "la pura" in persiano antico ) è un attributo utilizzato per alcune divinità persiane. Anahiti, in greco "Anaitis", persiano medio "Anāhīd" e moderno "Nāhīd" è il nome della dea del pianeta Venere, venerata dai Medi e dai Persiani prima che adottassero lo zoroastrismo. Il suo culto, quindi, era parallelo a quello babilonese di Ištar. Successivamente si sovrappose largamente a quello della dea indo-iranica dei fiumi e delle acque limpide Arədvī Sūrā (o Ardwīsūr in persiano medio), detta anch'essa "Anāhitā" o in persiano medio "Anāhīd". Essa corrisponde alla divinità Vedica Sarasvati ("colei che possiede le acque"). Il termine sconosciuto "arədvī" dovrebbe significare per motivi etimologici "umida", "piovosa", mentre "sūrā" è un aggettivo che significa "forte", "potente".

Astarte
http://it.wikipedia.org/wiki/Astarte
Astarte (dal greco Αστάρτη [Astártē]) fu una dea venerata nell'area semitica nord-occidentale. Un'altra translitterazione è ‘Ashtart; nella lingua ebraica biblica il nome è עשתרת (traslitterato Ashtoreth), in ugaritico ‘ṯtrt (anche ‘Aṯtart o ‘Athtart, traslitterato Atirat), e in accadico As-tar-tu.
Astarte era la Grande Madre fenicia e cananea, sposa di Adone, legata alla fertilità, alla fecondità ed alla guerra e connessa con l'Ishtar babilonese. I maggiori centri di culto furono Sidone, Tiro e Biblo. Era venerata anche a Malta, a Tharros in Sardegna, ed Erice in Sicilia, dove venne identificata con Venere Ericina. Sempre in Sicilia, il nome Mistretta, un paese sui Nebrodi, deriva dal fenicio AM-ASHTART, ossia città di Astarte.
Astarte entrò a far parte dalla XVIII dinastia egizia anche del pantheon egizio, dove venne identificata con Iside, Sekhmet ed Hathor. In epoca ellenistica fu accomunata alla dea greca Afrodite (Venere per i Romani), come Urania e Cipride (da Cipro, uno dei maggiori centri di culto di Astarte) e alla dea siriaca Atargartis (Syria per i Romani).
Suoi simboli erano il leone, il cavallo, la sfinge e la colomba. Nelle raffigurazioni compare spesso nuda ed in quelle egiziane con ampie corna ricurve, sull'esempio di Hathor. Il nome Astarte o Ashtoret compare spesso nell'Antico Testamento. La differenza di pronuncia nell'ebraico biblico (‘Aštōret invece di ‘Ašteret) deriverebbe dalla sostituzione delle vocali del nome della divinità fenicia con quelle del termine bōshet ("vergogna"). A volte, come in Giudici 10, 6, si incontra la forma plurale ‘Aštērōt, termine indicante probabilmente divinità femminili di origine straniera, come i "Ba‘alim" per Baal.

Hathor
http://it.wikipedia.org/wiki/Hathor
Hathor è una divinità antichissima della mitologia egizia, multiforme e collegata all'archetipo delle Grandi Madri protostoriche, il cui nome significa "casa di Horus". Dea dell'amore e della gioia, dea madre universale, in quanto generava il dio sole e allattava Horus e il suo rappresentante, il faraone, dea della vita ma anche patrona dei morti e spesso aiuta Osiride nell'accoglienza dei defunti nell'Oltretomba. Si considera protettrice delle sorgenti del Nilo e della potenza creatrice delle inondazioni, oltreché protettrice delle arti, della musica e del canto. È la dea che al tramonto mangia il sole (Horus identificato come dio-sole) per restituirgli la vita poche ore dopo; è anche la signora dei venti del nord.

Hesat
http://it.wikipedia.org/wiki/Hesat
Hesat è una dea egizia. Era una delle forme della dea Hathor.

Ixide Axet (Iside-Aset)
http://it.wikipedia.org/wiki/Iside
Iside in lingua egizia Aset (translitterato 3s.t) ossia sede, è la dea della maternità, della fertilità e della magia nella mitologia egizia, originaria di Behbet el-Hagar nel Delta. Divinità in origine celeste, associata alla regalità per essere stata primariamente la personificazione del trono come dimostra il suo cartiglio che include il geroglifico "trono", faceva parte dell'Enneade. È chiamata anche Aset, Is, Isis, Iset.
Figlia di Nut e Geb, sorella di Nefti, Seth ed Osiride, di cui fu anche sposa e dal quale ebbe Horus. Fu colei che grazie alla sua astuzia e alle sue abilità magiche scoprì il nome segreto di Ra. Secondo il mito, raccontato nei Testi delle Piramidi e da Plutarco nel suo Iside ed Osiride, con l'aiuto della sorella Nefti recuperò e assemblò le parti del corpo di Osiride, riportandolo alla vita. Per questo era considerata una divinità associata alla magia ed all'oltretomba. Aiutò a civilizzare il mondo, ed inventò il sistro; istituì il matrimonio e insegnò alle donne le arti domestiche.

Asteria
http://it.wikipedia.org/wiki/Asteria
Asteria è un personaggio della mitologia greca, figlia della titanide Febe e del titano Ceo.
Asteria fu la sposa del titano Perse, e gli diede una figlia che chiamarono Ecate.
Per sfuggire all'amore fedifrago di Zeus, Asteria si trasformò in una quaglia, ma la fuga precipitosa la fece precipitare nel mar Egeo. Zeus ne fu addolorato e trasformò Asteria in un'isola, che si chiama anche Ortigia, ovvero "isola delle quaglie". Su quest'isola Leto (sorella di Asteria) trovò asilo e vi partorì Apollo e Artemide. E siccome per la nascita di Apollo, dio del Sole, l'isola fu tutta circonfusa di luce, da allora fu chiamata Delo, che in greco significa "la chiara, la luminosa", in coerente simmetria con l'altro nome, Asteria, che significa "stella".

Ecate o Hecat
http://it.wikipedia.org/wiki/Ecate
Ecate è una dea della religione greca e romana (Latino Hecata o Hecate, Greco Antico Ἑκάτη, Hekátē), ma di origine pre-indoeuropea (łi prendouropei e łi endouropei łi xe na envension, na convension).
Ecate era una divinità psicopompa, in grado di viaggiare liberamente tra il mondo degli uomini, quello degli dei ed il regno dei Morti. Spesso è raffigurata con delle torce in mano, proprio per questa sua capacità di accompagnare anche i vivi nel regno dei morti (la Sibilla Cumana, a lei consacrata, traeva da Ecate la capacità di dare responsi provenienti, appunto, dagli spiriti o dagli Dei).
Dea degli incantesimi e degli spettri, Ecate è raffigurata come triplice (giovane, adulta/madre e vecchia), ed il numero Tre la rappresenta; le sue statue venivano poste negli incroci (trivi), a protezione dei viandanti (Ecate Enodia o Ecate Trioditis).
Le sue figlie erano chiamate Empuse.
Le sue origini sono poco note: Esiodo la ritiene figlia del titano Perse e di Asteria, e quindi è discendente diretta della stirpe titanica. Ma un'altra tradizione la riconosce come la figlia di Zeus e di una figlia di Eolo, chiamata Ferea.
Fu Ecate a sentire le grida disperate di Persefone, rapita da Ade presso il Lago Pergusa e portata negli Inferi, e fu sempre lei ad avvertire Demetra di quanto era accaduto.
Ecate veniva anche associata in alcuni casi ai cicli lunari, insieme ad altre divinità come Diana o Artemide (la luna crescente), e Selene/Luna (la luna piena), a simboleggiare la luna calante.
Nell'iconografia Ecate viene rappresentata spesso con tre corpi o con sembianze di cane o, accompagnata da cani infernali ululanti in quanto veniva considerata protettrice dei cani. Un altro animale sacro a tale divinità era la colomba.
La natura di Ecate è bi-sessuata, in quanto possiede in sé entrambi i principi della generazione, il maschile e il femminile. Per questo motivo viene definita la fonte della vita e le viene attribuito il potere vitale su tutti gli elementi.
Hecate, Hekate (Hekátē), o Hekat fu in origine una dea delle terre selvagge e del parto proveniente dalla Tracia, o dai cariani dell'Anatolia. I culti popolari che la veneravano come una dea madre inserirono la sua persona nella cultura greca come Ἑκάτη. Nell'Alessandria tolemaica essa in ultima analisi ottenne le sue connotazioni di dea della stregoneria e il suo ruolo di 'Regina degli Spettri', in queste vesti fu poi trasmessa alla cultura post-rinascimentale. Oggi è vista spesso come una dea delle arti magiche e della Stregoneria. È inoltre l'equivalente della Trivia romana. Il più noto santuario dedicato ad Ecate si trova a Lagina, in Turchia sudoccidentale.


Rea
http://it.wikipedia.org/wiki/Rea_%28mitologia%29
Nella mitologia greca, Rea (in greco antico Ῥέα) è una titanide, figlia di Urano e di Gea, sorella e moglie di Crono e madre di Ade, Demetra, Era, Estia, Poseidone e Zeus. I figli di Rea erano destinati a essere divorati dal proprio padre Crono, re dei Titani, in seguito alla profezia che stabiliva che egli sarebbe stato detronizzato da uno dei propri figli. Zeus evitò il proprio destino grazie al parto eseguito di nascosto da Rea nell'isola di Creta, e riuscì, divenuto maturo e con l'aiuto dei Ciclopi e degli Ecatonchiri suoi alleati, a spodestare Crono (e i fratelli di lui, i Titani) durante la Titanomachia.
Rea, raffigurata spesso su un carro tirato da due leoni, presenta una forte associazione con Cibele, dalla quale non è sempre distinguibile.
Nella mitologia romana, Rea è Magna Mater deorum Idaea e identificata con Opi.

Artume e Artemide
http://it.wikipedia.org/wiki/Artume
Artume (o anche Aritimi o Artames), nella mitologia etrusca era la dea della notte, della luna (come anche la dea Losna) e della morte. Era anche la divinità della natura, delle foreste e della fertilità. Era associata alla dea greca Artemide. Aritimi è anche considerata la fondatrice di Arezzo, l'etrusca Aritie.




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http://www.angolohermes.com/Approfondim ... madre.html
Inanna per i Sumeri,
Ishtar per gli Accadi,
Astarthe per i Fenici,
Anahita per i Persiani,
Anat presso Ugarit,
Ninhursag in Mesopotamia (V millennio a.C.),
Atargatis in Siria,
Iside in Egitto,
Artemide/Diana ad Efeso,
Baubo a Priene,
Afrodite/Venere a Cipro,
Rea o Dictinna a Creta,
Demetra ad Eleusi,
Orthia a Sparta,
Bendis in Tracia,
Cibele a Pessinunte,
Ma in Cappadocia,
Gea/Gaia e Atena per i Greci,
Brigit per l'Irlanda,
Dana/Anu per i Celti,
Bellona o Bona Dea per i Romani,
Mater Matuta presso gli Etruschi,
Vacuna per i Sabini,
Tanit per i Cartaginesi,
Quan-Yin o Guan Yin in Cina,
Kannon o Kanzeon in Giappone,
Gwan-eum o Gwan-se-eum in Corea,
Avalokitesvara in Tibet,
Durga (Kali/Parvati/Sarasvati/Lakshmi) in India,
Lada in Russia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » gio mar 26, 2015 9:12 am

A Magrè entel vixentin, sol confin de l'ara reto-veneta xe stà catà de łi osi, par tirar ła sorte, e so on paro a xe scrito "reit- rit-" (ritiemetinu/triahis e pitalelemaisƟinake o r(?)italelemaisƟinake) ma no se sa ben se łi posa ver on łigo con el teonemo "Reitia", Proxdoçemi entel so livro "I Veneti Antighi" el scrive "forse":

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... %C3%A8.jpg

Tirar a sorte, trar ła sorte
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... QwYVU/edit
Immagine

Monte Suman Monte Coxmego ? (etimoloja)
viewtopic.php?f=24&t=125

Suman (Monte Suman) - el monte sagro dei veneti – monte coxmego
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... pOUG8/edit
Immagine
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Re: Reitia

Messaggioda Berto » mer apr 01, 2015 10:11 am

La prexensa so i monti ogagni de l'oracoło Jerion podaria anca far pensar ke el deonemo Reitia el posa esar ła seitansa e variansa de Eritia:

Egetora/Eghetora ?
viewtopic.php?f=164&t=900

Egeria e Jerion (etimoloja del filologo Xuane Semeran)

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... reitia.jpg


Esperidi
http://it.wikipedia.org/wiki/Esperidi
Le Esperidi sono figure della mitologia greca, figlie della Notte.
Secondo le leggende, custodivano il giardino dei pomi d'oro di Era.
Versioni posteriori le fanno figlie di Atlante.
Le Esperidi erano ninfe la cui genealogia rimane spesso confusa: vengono talvolta nominate come figlie della Notte, di Teti e Oceano, di Zeus e Temi, di Forco e Ceto ed anche, secondo la teoria più accreditata, di Atlante ed Esperide. Incerto è pure il loro numero, tanto che alcuni mitografi nominano cinque Esperidi, altri ne nominano sette. Chi sottolinea invece che erano tre, le collega alla triplice dea della Luna nel suo aspetto di sovrana della morte. I numeri riferiti vanno comunque da una ad undici, ed alcuni dei loro nomi sono: Egle, Aretusa, Esperia o Esperetusa, Eriteide ecc.



http://es.wikipedia.org/wiki/Eritia
Eritia, una de las hespérides de la mitología griega y
Eritia, un personaje de la mitología griega, hija de Gerión y amante de Hermes.


http://de.wikipedia.org/wiki/Erytheia
Erytheia (auch Erytheis, Erythia) ist eine der Hesperiden der griechischen Mythologie.
Somit war sie eine Tochter der Nyx und des Erebos – oder des Phorkys und der Keto oder auch des Atlas, wobei hier dann als Mutter Pleione oder Hesperis angegeben werden. Orpheus konnte sie anlässlich der Fahrt der Argonauten auf deren Suche nach dem goldenen Vlies mit seinem Gesang als Ulme herbeilocken, während ihre Schwester Hesperaia als Pappel erschien.
Siehe auch: Goldene Äpfel der Hesperiden, Ladon
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