La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » mar mar 29, 2022 8:21 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » mar mar 29, 2022 8:22 pm

13)
Voto del Consiglio Regionale Veneto a favore dell'Ucraina e della sua indipendenza e integrità terrioriale .
La Lega costretta a votare a favore, astenuti Fratelli d'Italia
La vergogna del voto a favore della Russia di Putin nel 2016.




Indipendenza e integrità dell'Ucraina: voto del Consiglio Regionale
TGR Veneto
Ordine del giorno delle opposizioni
29 marzo 2022

https://www.rainews.it/tgr/veneto/artic ... 9d386.html

L'ordine del giorno è stato presentato dalle opposizioni. Si tratta - informa il Consiglio - di una "marcia indietro" rispetto a una risoluzione approvata nel 2016 contro le sanzioni alla Russia per l'invasione e l'annessione della Crimea. Durante il dibattito, il PD ha definito "necessario" il pronunciamento istituzionale, mentre la Lega lo ha ritenuto pretestuoso dopo la condanna del 2 marzo all'invasione russa dell'Ucraina. Il capogruppo leghista Villanova ha comunque annunciato il voto favorevole della propria compagine "per evitare strumentalizzazioni".



Veneto, il consiglio regionale a fianco di Putin: vota per la Crimea alla Russia e contro le sanzioni Ue
Giuseppe Pietrobelli
18 maggio 2016

https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/0 ... e/2741328/

Il consiglio regionale del Veneto a trazione leghista si schiera contro l’Unione Europea e contro il governo italiano, ma sta in bella compagnia di Corea del Nord, Zimbabwe, Uganda, Kyrgyzstan e Siria. Oggetto della contesa, che sta già diventando un caso internazionale, è la Crimea. O meglio, il riconoscimento del diritto di autodeterminazione di quel paese che ha deciso di entrare nella Federazione Russa, scatenando una crisi regionale dove la Ue è contrapposta a Mosca. E la richiesta di mettere fine alle sanzioni economiche imposte dall’Europa, che a loro volta hanno innescato la risposta dell’embargo russo, causando un danno al tessuto produttivo veneto.

A Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale, va in votazione una risoluzione presentata da Stefano Valdegamberi, che nella precedente legislatura era dell’Udc, ma è poi passato armi e bagagli con la lista Zaia. L’esito del voto è scontato, vista la schiacciante maggioranza formata da Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Siamo Veneto. Non sarà certo il partito azzurro a mettersi di traverso, conoscendo la solida amicizia tra Silvio Berlusconi e il leader russo Vladimir Putin.

La risoluzione invita il governo italiano “a condannare la politica internazionale dell’Unione europea nei confronti della Crimea, fortemente discriminante ed ingiusta sotto il profilo dei principi del Diritto Internazionale, chiedendo di riconoscere la volontà espressa dal Parlamento di Crimea e dal popolo mediante un referendum”. E chiede “l’immediato ritiro delle inutili sanzioni alla Russia che stanno comportando gravi conseguenze all’economia del Veneto, i cui effetti sono destinati ad essere irreversibili e duraturi nel tempo”.

L’iniziativa ha una doppia valenza. Ideologica, perché afferma il principio all’autodeterminazione di un popolo. Ed economica, visto il danno che le aziende venete subiscono. “E’ un tema da libertà di coscienza – dichiara il governatore Luca Zaia – ma è anche il modo di dare la sveglia ai paesi europei. Noi siamo ligi a rispettare le sanzioni, mentre la Germania i suoi affari continua a farli. Il Veneto ha perso quasi un miliardo di euro in export verso la Russia, ci sono aziende che stanno fallendo per questo”.

Naturalmente il voto non è piaciuto all’Ucraina, l’altro soggetto internazionale coinvolto. Indignato Yevhen Perelygin, ambasciatore in Italia. “È una risoluzione provocatoria, perché la Crimea è parte integrante del territorio dell’Ucraina, occupata e annessa due anni fa alla Federazione Russa in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale e degli accordi bilaterali”. L’ambasciatore denuncia “l’annessione” da parte della Russia attraverso “un referendum fasullo”. A Venezia si è presentato anche il console generale dell’Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, che ha incontrato il presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti, rappresentandogli il disappunto del suo paese. “Approveremo la risoluzione in una cornice in grande stile. – è la replica di Valdegamberi, che di recente si è recato al Forum Economico di Yalta – Ci saranno giornalisti e televisioni da tutta la Russia, c’è un entusiasmo pazzesco“.
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Messaggioda Berto » mar mar 29, 2022 8:22 pm

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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » ven apr 01, 2022 9:09 am

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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » ven apr 01, 2022 9:09 am

14)
Ecco un veneto demente alcolizzato e violento, dichiarato comunista e fan della Russia di Putin continuatrice dell'URSS, schieratosi dalla parte dei malvagi russi e che ben rappresenta la demenzialità e la degenerazione del criterio del bene e del male presso certi veneti tra cui la minoranza di certo venetismo insensato destro sinistrato nazifascista e comunista.



Edy Ongaro, ucciso il miliziano italiano che combatteva in Donbass con le truppe separatiste filo russe
Fabio Tonacci
31 marzo 2022

https://www.repubblica.it/esteri/2022/0 ... 343628219/

KHARKIV - Bozambo è morto. Edy Ongaro, detto Bozambo, miliziano italiano di 46 anni che da otto combatteva con le forze separatiste del Donbass, è rimasto ucciso ieri in una battaglia, nel villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk. Pare sia stato colpito da una bomba a mano. La notizia è stata diffusa con un post dal Collettivo Stella Rossa Nordest, ed è stata confermata da Massimo Pin, amico di Ongaro, in contatto con esponenti della carovana antifascista che si trova nella regione. "Purtroppo è vero - dice Pin - i compagni in Donbass sono stati informati della morte di Edy da ufficiali della milizia popolare di cui faceva parte. Prima di comunicarlo abbiano informato il padre e il fratello ". Secondo il Collettivo Stella Rossa Nordest, che ha pubblicato un lungo post per annunciare il decesso di Ongaro, "si trovava in trincea con altri soldati quando è caduta una bomba a mano lanciata dal nemico. Edy si è gettato sull'ordigno facendo barriera col suo corpo. Si è immolato eroicamente per salvare la vita ai suoi compagni".


Ongaro era nato a Portogruaro, in provincia di Venezia, e nel 2015 era andato in Donbass dopo aver lasciato in fretta l'Italia, formalmente come ricercato. Era stato implicato in una rissa in un bar a Portogruaro dove aveva colpito il titolare del locale con un calcio all'addome e si era scagliato anche contro un carabiniere. "In Donbass ha trovato il suo riscatto, ha servito per anni nelle fila di diversi corpi delle milizie popolari del Donbass fino alla fine dei suoi giorni. Ti salutiamo Compagno Partigiano con il motto che ti era tanto caro: "Morte al fascismo, libertà al Popolo"".

Bozambo, quando è partito dall'Italia, aveva raggiunto la brigata Prizrak. "Questa resistenza, questo umano ribellarsi è giusto che ci sia", disse allora. "Ho trascorso tre anni a Barcellona e così ho approfondito la mia cultura sulla guerra civile spagnola. In Spagna molte persone hanno vinto combattendo per la libertà, la democrazia e la partecipazione. Vivo per me stesso. Finché ci sarà aria e sangue nel mio corpo credo che resterò qui in Ucraina. Mi sto già organizzando per la cittadinanza". Diceva di essere a fianco "di tutti i civili neo-russi che hanno visto l'inferno in terra". "Questo è il nostro giorno" aveva scritto quando Vladimir Putin aveva firmato in diretta tv il decreto con cui la Russia riconosceva l'indipendenza dall'Ucraina delle repubbliche del Donbass.

Attualmente ci sono otto italiani che combattono con i separatisti del Donbass e nove che, invece, lottano insieme agli ucraini contro i russi nella guerra voluta da Putin. In uno degli ultimi messaggi su Facebook risalente al 20 febbraio, quattro giorni prima dell'inizio del conflitto, Edy Ongaro scriveva: "Verrà un tempo nel quale sapremo ascoltarci mutualmente, edificheremo una società equa e senza distinzioni, dove tutto è di tutti, basata sul lavoro e sorretta dalle mani callose dei proletari. Sta a noi combattere senza tregua il mostro, stanarlo da ogni tombino. Massacrare i civili novorussi non ha mai portato fortuna a chi arrivava da ovest, subumani nazisti strumento imperialista da sempre".



Edy Ongaro, un veneto nel Donbass con i separatisti: «Combatterò senza tregua contro l’Occidente»

Andrea Pistore
23 febbraio 2022

https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... 9301.shtml

Chi era Edy Ongaro

«Verrà un tempo nel quale sapremo ascoltarci mutualmente; edificheremo una società equa e senza distinzioni; dove tutto è di tutti; basata sul lavoro e sorretta dalle mani callose dei proletari; che comparte e programma; che non lascerà nessuno per strada; che non sfrutta le masse per il profitto di qualche inutile avido egoista», scriveva così su Facebook il veneto sotto le bombe nel Donbass. Edy Ongaro, veneziano di Portogruaro, 46 anni, nome di battaglia «Bozambo», per la giustizia italiana era un latitante. Le forze dell’ordine lo cercavano dal 2015. Motivo? Dovevano ammanettarlo per aver aggredito una barista a cui aveva tirato un calcio all’addome perché si era rifiutata di versargli ancora da bere. Poi, in preda ai fumi dell’alcol, se l’era presa anche con i carabinieri, picchiando anche loro. Da quel giorno Ongaro era fuggito nell’Est Europa, arruolandosi nelle milizie comuniste filorusse che strizzano l’occhio a Putin, a combattere per l’indipendenza dall’Ucraina.

«Mi sento vicino ai poveri»

Ongaro si trovava nel territorio diventato motivo di disputa tra Russia e Ucraina, dove il presidente russo ha ordinato l’ingresso delle truppe nelle regioni separatiste. Il «foreign fighter» nel 2015 aveva rilasciato un’intervista alla tv dei combattenti, poco dopo essere diventato parte integrante della brigata Prizrak: «Vengo da Giussago- rivendicava orgoglioso- un paesino tra Venezia e la Slovenia. Il mio nome di battaglia? Quello usato da un partigiano durante la seconda guerra mondiale, suona esotico e mi piace». Il combattente poi raccontava: «Ho scelto questa brigata per il carattere internazionalista. Se ricevo una ricompensa? Sì, una colazione, un pranzo e una cena oltre a un kalashnikov che si chiama Anita, come la moglie di Garibaldi. Mi sento vicino ai poveri, ovunque nel mondo c’è un popolo che viene calpestato. Questa sana ribellione ci è stata insegnata dai nostri nonni contro il fascismo razzista. Finché ci sarà aria e sangue nel mio corpo credo che resterò qui in Ucraina». Su Youtube si trovano diversi servizi sul veneziano che raccontava anche la storia della sua famiglia e le vessazioni subite sotto il fascismo, da cui ha tratto ispirazione per emigrare nella zona diventata teatro di una delle più gravi crisi internazionali dell’età moderna.


L’ultimo post e la rivendicazione dell’occupazione russa

Il «combattente straniero», che ha vissuto anche in Spagna per tre anni in cui ha «studiato» la guerra civile iberica, è sempre stato attivo sui social network (anche se per un periodo il suo profilo è rimasto chiuso) e il 20 febbraio ha ribadito la sua posizione «elogiando» l’invasione russa: «Quel giorno verrà, ma prima dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità umane per rendere questo unico pianeta a disposizione un posto più vivibile- scrive- sta a noi combattere senza tregua il mostro, stanarlo da ogni tombino. Massacrare i civili novorussi non ha mai portato fortuna a chi arrivava da ovest, subumani bastardi nazisti strumento imperialista da sempre». Il post è stato corredato dai commenti di amici e conoscenti, molti dei quali preoccupati dal silenzio di «Bombazo» che non dava notizie da una decina di giorni.


Collettivo Stella Rossa - Nordest
31 marzo 2022

https://www.facebook.com/Collettivo-Ste ... 035527030/

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7035527030

Con immenso dolore comunichiamo che Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo, è caduto da combattente per difendere il popolo libero di Novorossia dal regime fascista di Kiev.
Dalle prime informazioni ricevute sappiamo che si trovava in trincea con altri soldati quando è caduta una bomba a mano lanciata dal nemico. Edy si è gettato sull'ordigno facendo una barriera con il suo corpo. Si è immolato eroicamente per salvare la vita ai suoi compagni.
Edy era nato 46 anni fa a Portogruaro, Venezia, raggiunto il Donbass nel 2015 non lo aveva più lasciato.
Era un Compagno puro e coraggioso ma fragile ed in Italia aveva commesso degli errori.
In Donbass ha trovato il suo riscatto, dedicando tutta la sua vita alla difesa dei deboli e alla lotta contro gli oppressori.
Ha servito per anni nelle fila di diversi corpi delle milizie popolari del Donbass fino alla fine dei suoi giorni.
Il suo martirio serva a rompere il castello di bugie di questa guerra, ma soprattutto a rilanciare la lotta antifascista e internazionalista.
Il sacrificio di Edy mostri la forza del proletariato che saprà portare al trionfo del comunismo.
Ti salutiamo Compagno Partigiano con il motto che ti era tanto caro: "Morte al fascismo, libertà al Popolo"
I compagni




Alberto Pento

Questo pover'uomo era un nazi fascio comunista il peggio del peggio che si è ricongiunto con i suoi simili i nazi fascio comunisti del Donbass che violano i diritti umani, civili e politici degli ucraini.
Mai dimenticare che questo Edy Ongaro era un veneto criminale sinistrato nazi comunista che aveva preso a calci nel ventre una barista che si era rifiutata di continuare a dargli da bere, e che poi dopo aver aggredito anche un poliziotto si era dato alla fuga e alla latitanza finendo nel Donbass tra altri nazi comunisti che violavavo e violano i diritti umani, civili e politici degli ucraini!




Apprendo che Edy Ongaro, l’italiano morto nel Donbas era un latitante, fuggito dall’Italia per non finire nelle patrie galere.
Giovanni Bernardini
1 aprile 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 2029877329

Aveva preso a calci nel ventre una barista che si era rifiutata di continuare a dargli da bere, poi dopo aver aggredito anche un poliziotto e si era dato alla fuga.
Nel suo amato Donbas ha imparato a sue spese che vedersela con militari addestrati a combattere è cosa ben diversa dal prendere a calci in pancia una donna.
Comunque, ognuno ha gli eroi che si merita.



Edy Ongaro, il padre: «Mio figlio inquieto e ribelle: la guerra non è mai la risposta»
Andrea Priante
2 aprile 2022

https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... bd7f.shtml

«Putin non mi piace. Ma a prescindere dalla mia opinione sul leader russo, c’è una cosa di cui sono sempre stato convinto: la guerra è sbagliata e nulla la giustifica. Neppure gli ideali politici».Sergio Ongaro è un anziano che piange un figlio morto in un conflitto che lui nemmeno approva. Abita a Giussago di Portogruaro, nel Veneziano, in quello stesso appartamento nel quale, fino a pochi anni fa, abitava anche Edy, il 46enneucciso da una mina nel Donbass, dove combatteva al fianco delle milizie indipendentiste filo-russe. E lui, che fino alla pensione ha lavorato come muratore, ora si ritrova a dover riflettere su ciò che sta capitando in Ucraina. «Guardo le immagini e vedo le case distrutte. Io le case le ho sempre costruite, so quanto siano importanti per le persone. Mio figlio ha perso la vita tra quelle rovine ma non è cambiato niente: chi sta perdendo tutto, continua a soffrire...».

Che ricordo ha di suo figlio?
«Edy si portava dentro una sorta di inquietudine che lo spingeva a ribellarsi contro tutto ciò che gli appariva come un’ingiustizia. Ricordo che fin da ragazzo ospitava in casa i senzatetto che incontrava: dava loro da mangiare e un letto per dormire. Se qualche amico era in difficoltà, correva ad aiutarlo, e così si cacciava nei guai pure lui... Non era un santo, sia chiaro. Ad esempio capitava che bevesse qualche bicchiere di troppo e allora... esagerava».

Come quella volta al bar: stando alle accuse avrebbe aggredito una cameriera e malmenato i carabinieri. Per questo per l’Italia era un latitante.
«Non so di preciso cosa accadde. Resta che la violenza non è mai giustificabile e io dei carabinieri ho rispetto: sono la cosa più buona della nostra Italia».

Che altro ricorda di Edy?
«Aveva difficoltà a tenersi un lavoro, ma non perché fosse uno sfaticato: non sopportava di ricevere ordini. Per un po’ lavorò anche con me, come muratore, ma bastava che un superiore utilizzasse un tono che non gli piaceva, e lui mollava tutto. Però, pure in cantiere, si dimostrava generoso. Ricordo i manovali dell’Est che nei fine settimana non potevano tornare in patria: lui li invitava tutti a dormire a casa nostra».

Come reagì quando scoprì che suo figlio, nel 2015, era andato nel Donbass per unirsi alle brigate indipendentiste?
«A quell’epoca vivevo in Colombia. Francamente, non ne restai stupito: per Edy quelle persone vivevano un’oppressione e quindi sentiva il bisogno di salvarle. Era nella sua indole».

Cosa gli disse?
«Nulla, non ce n’era bisogno. Lui sapeva che ero contrario a quella scelta. E infatti in questi anni non ci siamo sentiti quasi mai».

Perché?
«Non era un rapporto facile, il nostro. Mi rinfacciava tante cose, a cominciare dal fatto di essermi separato, molti anni fa, da sua madre. Ma soprattutto mi rimproverava di aver abbandonato il Partito Comunista per passare col Pd. Mi diceva: “Non sei più lo stesso”. E aveva ragione, perché invecchiando si maturano anche nuove idee politiche. Edy era cresciuto in una famiglia di Sinistra, lo portavo con me alle Feste dell’Unità. Ma io sono un moderato, vado d’accordo con tutti, anche col parroco. Lui invece...».

A giudicare dalle foto col pugno chiuso che pubblicava sui social, Edy era un comunista vecchio stampo...
«Ma non un estremista, e neppure un terrorista. Però non accettava che qualcuno avesse un pensiero diverso dal suo. Si infuriava. Aveva i suoi princìpi e, sulla base di quelli, si era convinto che andare a combattere nel Donbass fosse la cosa giusta. Edy era una versione moderna dei partigiani di sinistra, quelli che per i propri ideali sono pronti a combattere. Poi, si può discutere se la guerra sia il modo giusto per risolvere i problemi. Io, come le ho detto, penso che si dovrebbe seguire la via del dialogo».

Edy raccontava che a spingerlo a combattere contro gli estremisti di destra, che identificava nel governo di Kiev, era stato il ricordo delle persecuzioni fasciste patite da alcuni suoi familiari.
«Mio padre, il nonno di Edy, scappò dalla guerra mentre si trovava in Jugoslavia: disertò per diventare partigiano. E quando tornò qui, a Giussago, fu il primo a prendere tessera del Partito comunista. Mio zio, invece, finì in un campo di concentramento e quando tornò pesava 36 chili. Ecco, Edy è cresciuto sentendo anche queste storie. E poi si documentava, leggendo molti libri. Le sue idee politiche, probabilmente, nascono da quel tipo di esperienze».

Idee per le quali ha sempre detto di essere pronto a morire.
«E ora che è morto davvero, vorrei almeno che mi restituissero i suoi resti. Lo seppellirei qui, accanto alla sua amata mamma».


“Lo conoscevo bene: ecco chi era” Il triste saluto di Toni Capuozzo a Edy Ongaro, l’italiano morto da eroe in Donbass: ha sacrificato la sua vita per salvare i compagni

Toni Capuozzo
1 aprile 2022

https://www.mag24.es/2022/04/01/lo-cono ... -compagni/

La notizia che più mi ha colpito è stata la morte, in combattimento, di Edy Ongaro. Quarantasei anni, da Portogruaro, era inquadrato in una brigata internazionale a fianco dei secessionisti del Donbass. Seguivo il suo profilo, qui su FB, anche se da tempo era chiaro che avesse altre cose da fare. Era un comunista vecchio stampo, che non negava le foibe, e piuttosto ne faceva una gloria della giustizia proletaria. Riposi in pace, lui e la sua coerenza, che rivelano la grande confusione tra i cuori generosi e smarriti delle destre e delle sinistre più eccitabili. Leggo accuse taglienti tra camerati e tra compagni, e mi sembrano gli spasimi moribondi delle ideologie del ‘900. Cosa ha a che fare l’autoritarismo di Putin, e la sua politica di potenza con il vecchio comunismo ? Poco: solo l’assenza di libertà e la repressione del dissenso, anche sotto forma di Z tracciate sulle porte. Cosa ha a che fare l’Ucraina con la destra tradizionalista ? Poco: è un Occidente alla buona, fatto di Nato e laboratori chimici che è scomodo ospitare da noi, di badanti e utero in affitto, di un popolo che non vuole tornar sotto il grigiore del socialismo reale senza neanche il socialismo, e che per farlo ha rispolverato vecchi eroi collaborazionisti, e lustrato un nazionalismo etnico – il russo come lingua proibita – altro che libertà e democrazia.

Il mondo, visto da queste mongolfiere ideologiche sembra un sanguinoso scherzo da primo aprile. Meglio restare con i piedi per terra. E segnalare due o tre cose che forse possono spiegarci quel che ci attende nelle prossime settimane.
La guerra continuerà. Boris Johnson, per carattere il più torrenziale e sincero tra i leader dice che Zelensky deve tener duro e non fare le concessioni cui lo spingerebbero Francia e Germania, frettolose di chiudere il conflitto. Mi pare chiaro che i negoziati difficilmente approderanno a qualcosa di più dei corridoi umanitari. L’Occidente – devo ripetere che amo l’Occidente ? – vuole continuare. Gli ucraini sono i nostri combattenti surrogati.
Come continuerà ? chiaro che nessuno può escludere incidenti, provocazioni, e le cosiddette false flag. Ma i fatti dicono che i russi hanno arretrato intorno a Kiev e addirittura mollato l’aeroporto di Hostomel che è il trampolino su Kiev. Non vogliono la capitale, che sarebbe difficilissima da prendere e peggio ancora da controllare. Credo che la battaglia, forse finale, sarà attorno al Donbass. Cosa vuol dire ? Che gli ucraini saranno costretti ad avanzare, spesso allo scoperto, sollecitati dal proprio orgoglio e dall’Occidente, e la tattica si rovescia, con i russi trincerati ad attenderli. Piccola ma significativa notizia (sì, bisogna diffidare anche delle notizie…): elicotteri ucraini avrebbero colpito un deposito di carburante a Belgorod, dentro il territorio russo. Questo cambierà un po’ la narrazione, da noi. Perché una cosa è parlare di un piccolo popolo aggredito, che ha il diritto di difendersi. E un’altra parlare di un popolo ben armato che aspira alle terre irredente (linguaggio da ‘900, parte prima). Non siamo stati disposti a morire per Kiev, lo saremo per Donetsk ? Manderemo armi per la gloria di un’Ucraina indivisibile ? Ho la sensazione che la trappola, finora aperta sull’invasione russa, stia girando dall’altra parte. Con un grande punto di domanda: il destino di Odessa.
Ultime due cose: avremo il gas, credo. Come altri paesi europei pagheremo in euro, la banca della Gazprom farà il cambio, intascando preziosa valuta estera e metterà il timbro “pagato” in rubli. Il rublo è tornato ai valori anteguerra, e le rese dei conti si fanno così: una via d’uscita che salvi la faccia a tutti, senza umiliazioni.
Mi ha colpito un dettaglio, studiando la decomunistizzazione dell’Ucraina. Il grande viale che a Kiev si chiamava Prospettiva Mosca venne cambiato in viale Stepan Bandera, collaborazionista dei nazisti. Ovvio che a est e in Russia non l’avessero presa bene. Invece in un villaggio arguto c’è stato un cambio poco costoso anche in termini di cartelli stradali su cui nessuno poteva recriminare: via Lenin è diventata via Lennon. Proviamo a immaginare, se i piccoli villaggi potessero decidere come va il mondo.


Ucciso in Donbass l’italiano Edy Ongaro
Il giorno dopo la notizia della morte in Donbass del combattente italiano Edy Ongaro dall’Italia giungono voci di commemorazione. Tra queste il collettivo Stella rossa Nord est del Veneziano e […]
2 aprile 2022

https://ilmanifesto.it/ucciso-in-donbas ... edy-ongaro

Il giorno dopo la notizia della morte in Donbass del combattente italiano Edy Ongaro dall’Italia giungono voci di commemorazione. Tra queste il collettivo Stella rossa Nord est del Veneziano e la Rete dei comunisti. Parla anche il padre, Sergio: «Penso agli episodi che possono averlo spinto a quella scelta. Ma la risposta non la troverò».
Edy Ongaro è morto tre giorni fa mentre combatteva con i filorussi in Donbass, a favore delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Originario di Portogruaro, era partito nel 2015 per arruolarsi nelle Brigata Prizrack, in Italia non era mai rientrato. In attesa della consegna del corpo, la famiglia ha deciso per una messa in suffragio, domani, a Giussano di Portogruaro.
«Sta a Noi combattere senza tregua il mostro, stanarlo da ogni tombino», queste le ultime parole di Ongaro, affidate a Facebook il 20 febbraio scorso. Uno dei circa venti italiani – secondo l’antiterrorismo – attivi in armi sul fronte ucraino, chi per Kiev e chi per Mosca.
Con i russi sarebbero in sette; il resto con gli ucraini (tra cui uno nel neonazista Battaglione Azov, il 52enne Giuseppe Donini), aderendo all’appello di Kiev che dopo l’invasione ha creato un’apposita Legione internazionale per i foreign fighters



Edy Ongaro, l'italiano ucciso in Donbass: "Leghisti subumani da pestare. Europa, cagnetta col collare"
Brunella Bolloli
3 aprile 2022

https://www.liberoquotidiano.it/news/pe ... llare.html

Il suo kalashnikov si chiamava Anita, «come la moglie di Garibaldi», in Donbass era arrivato nel 2015 oltrepassando il confine sloveno, dopo un periodo di latitanza in Spagna; in Italia lo aspettavano ancora il padre Sergio, lo zio Rino, il fratello Mirko, oltre all'amico Massimo Pin e i compagni del Collettivo Stella Rossa nordest, che ora lo piangono da eroe. Ma Edy Ongaro, 46 anni, non tornerà da vivo. Forse alla famiglia sarà restituita la salma, «lo vogliamo seppellire vicino a sua madre, nel cimitero di Fossalta di Portogruaro», ha detto il padre sconsolato, incapace di darsi una risposta sulla fine tragica di quel figlio che non vedeva da troppo tempo. «Non so cosa pensare, mi domando il perché e il per come fosse là e non so darmi una risposta.

Spero solo che lo riportino qui», prega. «Mio figlio era un idealista ma quando si spara, quando si fa la guerra, non sono mai ideali buoni».
Lo zio Rino prova a spiegare ai cronisti che suo nipote non era contro Kiev: «È cresciuto qui nella casa accanto. Era un ragazzo molto intelligente, leggeva tanto, libri e giornali. Lui filo-russo? Non mi risulta. Non parlavamo di politica, ma non era contro l'Ucraina. Mia madre, sua nonna, aveva una badante ucraina che spesso preparava da mangiare anche per lui. Edy non ha mai fatto commenti a riguardo. Per me era andato là per la pace».


«MOSTRO FASCISTA»
Eppure, basta farsi un giro in Rete per sentire cosa diceva di sé il 46enne vittima di una bomba a mano nel villaggio di Adveedka, nel nord di Donetsk: «Sì, sono un combattente comunista. Sono un internazionalista. La mia scelta è di rimanere qui, combattere per la libertà di questo popolo. Dobbiamo sconfiggere il mostro fascista. Starò qui fino alla fine dei miei giorni, finché il sangue mi scorrerà nel corpo. Dobbiamo fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per rendere questo pianeta un posto più vivibile; sta a noi combattere senza tregua il mostro, stanarlo da ogni tombino». Ongaro non aveva il fisico nerboruto dei foreign fighter più allenati, era smilzo e attaccato alla sigaretta, la mimetica perennemente addosso, il berretto storto e il pizzetto sale e pepe che lo invecchiava di qualche anno. Si era scelto "Bozambo" come nome di battaglia «in onore di un partigiano della Seconda Guerra Mondiale», nelle interviste sui canali della Resistenza citava Gaber perché «la libertà è democrazia, la liberta è partecipazione», ecco perché dopo essere stato arrestato per avere preso a calci una cameriera colpevole di non avergli versato altro vino (era ubriaco) era scappato dall'Italia. I familiari pensa vano che avesse raggiunto la Russia per turismo, invece lui si era unito agli indipendentisti con il mitra.

Del resto, da che parte stava Bozambo è evidente. Lo spiega bene Stefano Orsi, esperto di geopolitica, analista presso letteradamosca.eu, ilsudest.it e The Saker, in contatto con il miliziano fin dall'inizio della vicenda del Donbass. «Edy ed io ci scrivevamo», racconta Orsi a Libero, «credeva in quello che faceva, infatti è rimasto al fianco di un popolo di cui aveva sposato la causa, sino all'ultimo. Era anche una persona fragile, che credeva in un mondo di eguali e solidali e la sua scelta di arruolarsi nella brigata Prizrak, a 39 anni, non è stata casuale. Nel gennaio 2015 c'è stata la battaglia di Debaltsevo», per il controllo dello snodo ferroviario tra Donetsk e Lugansk, i due capoluoghi delle province ribelli. Lo ricorda anche Toni Capuozzo, grande inviato di guerra: «Edy Ongaro era un comunista vecchio stampo, che non negava le foibe, e piuttosto ne faceva una gloria della giustizia proletaria».

EUROPA INUTILE
Nella sua vita precedente, prima di rimanere disoccupato, Ongaro era ultrà del Venezia, faceva il muratore e l'idea di costruire qualcosa torna sempre nelle sue parole e nei video trasmessi sui social. Ma aveva un nemico: l'Occidente, gli Stati Uniti, il fascismo e il leghismo che considerava un po' la stessa cosa. Disprezzava l'Europa definita «un cagnetto con il collare con le dodici stelle blu, la giri e c'è scritto "Made in Usa"». Per lui il Donbass «è come in Yugoslavia, è mettere i popoli fratelli sulla stessa terra gli uni contro gli altri», mentre «la Nazione è una, quella umana, poi volendo c'è l'altra, quella subumana, i razzisti, i fascisti, la Lega Nord, il Ku Klux Klan, il White Power, gente come Borghezio, gente che non dovrebbe avere la scorta ma essere picchiata dalla polizia». Ora per centri sociali e comunisti è «un martire», «un eroe», un esempio di coraggio e di coerenza. «Addio partigiano», scrivono su Facebook, «sei caduto contro le forze naziste ucraine. Ma chi ha compagni non muore mai!». Ci sarà una messa in suo onore.


Questa è la pagina facebook di un veneto leghista vicino a certo indipendentismo veneto rappresentato da molti interventi di commento, tutti schierati con il macellaio russo Putin contro l'Ucraina e a favore del separatismo violento del Donbass, che celebrano come un loro eroe il demeneziale veneto comunista Edy Ongaro morto in Donbass che disprezzava sia i leghisti che i venetisti.

Un'altro veneto leghista ignorante al massimo grado e privo del sano criterio del bene e del male
Saro' sempre contro le guerre, saro' sempre per la Liberta', l' Indipendenza, l' Autonomia dei Popoli ad Amministrarsi i propri territori.
W i Popoli Liberi. W il Veneto.
Renato Povelato
3 aprile 2022

https://www.facebook.com/renato.povelat ... 7817936203

Peccato che Povelato non sappia o faccia finta di non sapere (il che sarebbe gravissimo in ogni caso) che il Donbass era ed è parte dell'Ucraina, dove nel 1991 al libero referendo per l'indipendenza hanno votato al 54% a favore dell'indipendenza dall'URSS e che era ed è abitato anche da ucriani non russofoni e da ucraini russofoni non russofili che erano la maggioranza i cui diritti umani, civili e politici contano, come conta il diritto alla socranità territoriale dell'Ucraina, anche se per Povelato sembrano non contare minimamente. Io voto Lega e sono indipendentista ma non venezianista e i veneti leghisti come costui mi fanno orrore.
Non dimentichiamo che questo Edy Ongaro era un veneto criminale sinistrato nazi comunista che aveva preso a calci nel ventre una barista che si era rifiutata di continuare a dargli da bere, poi dopo aver aggredito anche un poliziotto si era dato alla fuga e alla latitanza.
Io proverei vergogna a prendere la parte di questo veneto demenziale e di schierarmi con la criminale Russia nazi fascista e comunista, imperialista e suprematista di Putin.
Alle prossime elezioni avrò molte difficoltà a votare ancora Lega.


Ecco i commenti di questo campione di umanità:

Daniele Soligo
Bravo Renato

Renato Povelato
Daniele Soligo Grazie Daniele. WSM


Filippo Chiumento
Bravo !!!

Renato Povelato
Filippo Chiumento
Grazie.

Alberto Montagner
Penosa l'ironia di Silvestini, degno rappresentante di uno stato fascio-centralista come quello italiano.
Renato sei un esempio di onestà intellettuale perché rispetti le posizioni anche di chi non la pensa come te quando l'argomento è la libertà dei popoli.
Questo concetto gli italianisti non l'hanno ancora capito!

Renato Povelato
Alberto Montagner
Grazie Alberto, da boni Veneti gavemo el stesso modo de pensar, ormai no esiste pi destra e sinistra, ghe xe i globalisti e chi che lotta par i diritti dei Popoli.

Franco Dalla Mora
Renato avanti sempre con coerenza,

Renato Povelato
Franco Dalla Mora
Grazie Franco, per sempre lotterò per i diritti dei Popoli, per i Veneti ma anche per tutti gli altri Popoli oppressi come il Donbass.

Franco Dalla Mora
Renato Povelato ciao nel mio piccolo sono 30 anni che lavoro nelle retro vie, ma sempre chi era in prima fila hanno rotto, tradito, pensato per sé, la coerenza è un valore che pochi hanno sempre in mente.
Forse la causa dei loro nonni sicuramente no del mio.

Andrea Rizzardo
Condivido Renato. Se serve si deve combattere per la propria libertà ed autonomia….! Ma per molti è più facile criticare con le braccia incrociate e la pancia piena! Avanti sempre.

Renato Povelato
Andrea Rizzardo
Grazie Andrea, da sempre sono per la libertà e l' Autonomia dei Popoli, lotterò per sempre per questi ideali.


Diego Lerco
Bravo

Pierluigi Panziera
Bravo



Francesco Rossetto
Bravo Renato

Ciro Borrelli
l'Italia ha diviso i popoli mettendoli uno contro l'altro come una matrigna sanguinaria e spietata.

Paolo Zeriali
Non ho mai sentito nessun giornalista chiedere a Zelensky conto del battaglione Azov, dei combattenti ucraini apertamente nazisti


Michele Danzi
Veneto, meglio indipendente che autonomo. Renato, vai. Silvestini? Boh.... ma elo Veneto o abitelo dolo in Veneto?

Gianfranco Calzavara
Complimenti
Renato, Condivido pienamente !!! Popoli Liberi indipendenti e Sovrani!!! Basta con Stati ottocenteschi!!


Renato Moro
Siiii Patria,corporation commerciale militare a scopo di lucro inscrita,alla S.E.C.(security excengen commission Americana dal 1933)

Claudio Boffo
Chi è di sx non vogliono proprio capire, bravo Renato

Giuseppe Cavallin
Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo


Fabio Martin
Renato presidente

Antonio Dalla Vittoria
Potrebbe essere un cartone raffigurante il seguente testo "A NAZI! ...FROM UKRAINE. SAzou"

Andrea Iacopini
Scusa ma c e’ una bella differenza tra autonomia e indipendenza

Renato Povelato
Andrea Iacopini
Certo, però piuttosto del sistema centralista che abbiamo attualmente, preferisci l'Autonomia, vedi Trentino.

Benito Veronese
Le minoranze vanno rispettate, tutelate e riconosciute. Perché nessuno parla della Corsica? Sembra sia morto un indipendentista con la testa fracassata!

Viorica Manolache
Bravo Renato! Essere vicini ad un popolo martirizzato da 8 anni e di quale nessuno parla , tutti sanno ma girano lo sguardo di altra parte. Bravo Renato!
Alessio Freato
Tale Silvestini non sa cosa sia la vera patria!!! Lui crede a quello che gli hanno raccontato i massoni che hanno aiutato i Savoia a mettere insieme questo sgangherato Stato
Stato che è una cosa diversa da nazione… ma questo qui non lo sa…

Luigi Boldo
Concodo pienamente con Renato, dobbiamo operare per avere un'informazione e Nostra onesta e leale, purtroppo non saremmo mai liberi finché prevale quella di questo regime massonico criminale.

Marco Zonta
Silvestrini e la patria fantoccio del Pd garibaldino.... Pori cani

Bengy Dilan
La penso come te Renato. Non si crea la pace, consegnando armi di guerra come fa la Nato.

Gualtiero Scapini
Quelli del PD non sanno ragionare con la propria testa. Ieri erano per l'autodeterminazione (a patto che non sia per i Veneti), oggi sono contro; ieri erano contro la guerra, oggi sono per armare una parte combattente contro l'altra; ieri con la Russia, oggi contro. Domani cambieranno ancora idea, basta che lo ordini il partito.

Bengy Dilan
Gualtiero Scapini perfetta definizione di questo Partito Derelitti. Fortunatamente crollano i tesseramenti e la gioventù non abbocca. Si stanno lentamente......ESTINGUENDO !

Gualtiero Scapini
Speriamo

Franco Zanellato
Se questi sono i problemi che tengono occupato certa gente ben venga , vuol dire che no ghe altro da pensar ( i forse ghen saria)


Michele Musangeles Poloni
Grande Renato!

Roberto Guadagnin
Bravissimo!!!!!

Giacomo Framarin
Calma e chiarezza Renato Povelato : AUTONOMIA anche no !
INDIPENDENZA SI , SEMPRE !
WSM !

Sergio Rolle Ufficio Dogale
Povelato ha espresso sentimenti coerenti con la cultura e civiltà veneta!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » ven apr 01, 2022 9:10 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » dom mag 01, 2022 8:01 pm

Alberto Pento
Volete sapere con certezza dove sta veramente il nazismo tra l'Ucraina e la Russia, aldilà della propaganda delle parti?
Dovrebbe essere evidente a tutti, sta dalla parte con cui si sono schierati tutti i nazi fascisti d'Europa compresi gli internazi comunisti, sta nella Russia di Putin, altrimenti non si potrebbe spiegare come mai i nazi fascisti d'Europa non stiano con i presunti nazisti ucraini.



Questo scritto russo, della Russia di Putin è peggio del Mein Kampf di Hitler

"Cosa la Russia deve fare con l'Ucraina?"
[Un assurdo progetto, che non è tanto assurdo perché già si sta realizzando in Bielorussia, dove viene rapidamente cancellato tutto lo sfondo etnico-storico-nazionale].
RIA Novosti, 04/03/2022, Timofey Sergeytsev filosofo, metodologo, membro del Club Zinoviev MIA Russia Today
"Abbiamo scritto dell'inevitabilità della denazificazione dell'Ucraina ad aprile dello scorso anno. Non abbiamo bisogno dell'Ucraina nazista, di Bandera, del nemico della Russia e lo strumento dell'Occidente per la distruzione della #Russia. Oggi la questione della denazificazione si è spostata su un piano pratico.
La denazificazione è necessaria quando una parte significativa del popolo - molto probabilmente la maggioranza - è stata dominata e tirata dal regime nazista nella sua politica. Cioè, quando l'ipotesi "le persone sono buone - il governo è cattivo" non funziona più.
Il riconoscimento di questo fatto è alla base della politica di denazificazione, di tutte le sue misure, e il fatto stesso ne è l'oggetto.
L'Ucraina è proprio in una situazione del genere. Il fatto che l'elettore ucraino abbia votato per la "pace di Poroshenko" e la "pace di #Zelensky" non deve indurre in errore: gli ucraini erano abbastanza soddisfatti della via più breve verso la pace attraverso la guerra lampo, a cui gli ultimi 2 presidenti ucraini hanno chiaramente accennato quando sono stati eletti. Proprio questo metodo di "pacificazione" degli antifascisti interni - attraverso il terrore totale - è stato usato a Odessa, Kharkiv, Dnipro, Mariupol e in altre città russe (!). E questo si adattava perfettamente all'uomo ucraino comune.
La denazificazione è un insieme di misure mirate alla massa nazificata della popolazione, ma che tecnicamente non può essere soggetta alle punizioni dirette come i criminali di guerra.
I nazisti che usano le armi devono essere distrutti sul campo di battaglia al massimo possibile. Senza la distinzione significativa fra le Forze Armate e i cosiddetti battaglioni nazionali, o la difesa territoriale che si è unita a questi due tipi di formazioni militari. Tutti loro sono ugualmente coinvolti nell'estrema crudeltà contro la popolazione civile, sono ugualmente colpevoli del genocidio del popolo russo, non rispettano le leggi e gli usi della guerra. I criminali di guerra ei nazisti attivi devono essere puniti in modo esemplare ed esplicativo. Ci deve essere una lustrazione totale. Tutte le organizzazioni che si sono associate alla pratica del nazismo devono essere liquidate e bandite.
Tuttavia, oltre ai vertici, è colpevole anche il popolo, nella sua parte significativa che rappresenta i nazisti passivi, complici del nazismo. Hanno sostenuto e assecondato il potere nazista. La giusta punizione di questa parte della popolazione è possibile solo sopportando le inevitabili fatiche di una giusta guerra contro il sistema nazista, svolto con la massima cura e discrezione nei confronti dei civili. Un'ulteriore denazificazione di questa massa di popolazione consiste nella rieducazione, che si realizza attraverso la repressione ideologica (soppressione) degli atteggiamenti nazisti e una severa censura: non solo nell'ambito politico, ma anche necessariamente nell'ambito della cultura e dell'istruzione. Proprio attraverso la cultura e l'educazione che è stata preparata e realizzata una profonda nazificazione della popolazione, assicurata dalla promessa dei dividendi della vittoria del regime nazista sulla Russia, attraverso la propaganda nazista, la violenza interna e terrore, oltre alla guerra contro il popolo del #Donbas ribellatosi al nazismo ucraino, che dura da 8 anni.
La denazificazione può essere effettuata solo dal vincitore, il che implica (1) - il suo controllo assoluto sul processo di denazificazione e (2) - il potere per garantire tale controllo. In questo senso, un paese denazificato non può essere sovrano.
Lo stato denazizzante - la Russia - non può procedere alla denazificazione con un approccio liberale. L'ideologia del denazificatore non può essere contestata dal colpevole sottoposto a denazificazione. Il riconoscimento da parte della Russia della necessità di denazificare l'Ucraina, significa il riconoscimento dell'impossibilità dello scenario di #Crimea per l'#Ucraina. Tuttavia, quello scenario era impossibile nel 2014 e nel ribelle Donbas. Solo 8 anni di resistenza alla violenza e al terrore nazista hanno portato alla coesione interna e a un consapevole e inequivocabile rifiuto di massa di mantenere qualsiasi unità e collegamento con l'Ucraina nazista.
La durata della denazificazione non può essere inferiore a una generazione, che deve nascere, crescere e raggiungere la maturità nelle condizioni della denazificazione. La nazificazione dell'Ucraina è continuata per più di 30 anni, almeno a partire dal 1989, quando il nazionalismo ucraino ha ricevuto le forme legali e legittime di espressione politica e ha guidato il movimento per "l'indipendenza" verso il nazismo.
La particolarità della moderna Ucraina nazificata sta nell'amorfità e nell'ambivalenza, che permettono al nazismo di essere mascherato da desiderio di "indipendenza" e da un percorso "europeo" (occidentale, filoamericano) di "sviluppo" (in realtà - al degrado), di affermare che in Ucraina "non c'è il nazismo, solo gli eccessi del privato". Dopotutto, non esiste un principale partito nazista, nessun Fuhrer, nessuna legge razziale a tutti gli effetti (solo la loro versione troncata sotto una forma di repressione contro la lingua russa). Di conseguenza, non c'è l'opposizione e la resistenza al regime.
Tuttavia, tutto quanto sopra non rende il nazismo ucraino una "versione leggera" del nazismo tedesco della prima metà del XX secolo. Al contrario, poiché il nazismo ucraino è libero da tali strutture e restrizioni di "genere" (a causa di tecnologia politica), si dispiega liberamente come la base fondamentale di qualsiasi nazismo - come il razzismo europeo e, nella sua forma più sviluppata, americano. Pertanto, la denazificazione non può essere compiuta in un compromesso, sulla base di una formula di "NATO- no, UE - sì". Lo stesso Occidente collettivo è l'ideatore, la fonte e lo sponsor del nazismo ucraino, mentre i quadri di Bandera occidentale e la loro "memoria storica" sono solo uno degli strumenti per la nazificazione dell'Ucraina. L'ucra-nazismo comporta una minaccia non minore, ma maggiore per il mondo e la Russia.
Probabilmente il nome "Ucraina" non può essere mantenuto come nome di qualsiasi entità statale completamente denazificata in un territorio liberato dal regime nazista. Le repubbliche popolari create nello spazio libero dal nazismo dovranno crescere nell'ambiente dell'autogoverno economico e della sicurezza sociale, del ripristino e dell'ammodernamento dei sistemi di supporto vitale della popolazione.
In effetti, le loro aspirazioni politiche non possono essere neutrali: il l'espiazione della colpa davanti alla Russia per averla trattata come un nemico può essere realizzata solo facendo affidamento sulla Russia nei processi di restaurazione, rinascita e sviluppo. Nessun "Piano Marshall" deve essere consentito per questi territori.
Non ci può essere la "neutralità" in senso ideologico e pratico, compatibile con la denazificazione. Il personale e le organizzazioni che sono lo strumento di denazificazione nelle repubbliche appena denazificate non potranno che fare l'affidamento sul supporto militare e organizzativo diretto della Russia.
La denazificazione sarà inevitabilmente anche la deucrainizzazione - cioè un rifiuto di un gonfiamento artificiale della componente etnica dell'autoidentificazione nazionale dei territori storici della Malorossiya e della Novorossiya, iniziato dalle autorità sovietiche. Essendo uno strumento della superpotenza comunista, dopo la sua caduta, l'etnocentrismo artificiale non è rimasto in un dimenticatoio. In questa veste di servizio, è passato sotto l'autorità di un'altra superpotenza (il potere che sovrasta gli stati): la superpotenza dell'Occidente. Deve essere restituito ai suoi confini naturali e privato della funzionalità politica.
A differenza, diciamo, della Georgia e dei paesi baltici, l'Ucraina, come è stato dimostrato storicamente, non può esistere come lo stato nazionale e i tentativi di "costruirne uno" portano naturalmente al nazismo. L'ucrainismo è una costruzione artificiale antirussa che non ha un proprio contenuto di civiltà, è un elemento subordinato di una civiltà estranea e aliena. La debanderizzazione di per sé non basterà come la denazificazione: l'elemento Bandera è solo un interprete e uno schermo, un travestimento per il progetto europeo dell'Ucraina nazista, quindi la denazificazione dell'Ucraina è anche la sua inevitabile de-europeizzazione.
L'élite Bandera deve essere liquidata, la sua rieducazione è impossibile. La "palude" sociale, che l'ha sostenuta attivamente e passivamente con l'azione e l'inazione, deve passare le difficoltà della guerra e assimilare questa esperienza come una lezione storica di espiazione della propria colpa. Chi non ha sostenuto il regime nazista, chi ne ha sofferto e la guerra da lui scatenata nel Donbass, deve essere consolidato e organizzato, deve diventare il pilastro del nuovo governo, verticale e orizzontale. L'esperienza storica mostra che le tragedie ei drammi del tempo di guerra avvantaggiano i popoli che sono stati tentati e trascinati dal ruolo di nemico della Russia.
La denazificazione come obiettivo di un'operazione militare speciale nell'ambito di questa stessa operazione è intesa come una vittoria militare sul regime di Kyiv, la liberazione dei territori dai sostenitori armati dei nazisti, l'eliminazione degli implacabili nazisti, la cattura di criminali di guerra, e la creazione delle condizioni sistemiche per la successiva denazificazione in tempo di pace.
Quell''ultima, a sua volta, deve iniziarsi con l'organizzazione degli organi locali di autogoverno, polizia e difesa, ripuliti dagli elementi nazisti, avviando sulle loro basi i processi per fondare una nuova statualità repubblicana, integrando questa statualità in una stretta collaborazione con il dipartimento della Federazione Russa per la denazificazione dell'Ucraina (creato o convertito, diciamo, da Rossotrudnichestvo), con l'adozione sotto il controllo russo del quadro normativo repubblicano sulla denazificazione, la definizione dei confini e del quadro per l'applicazione diretta delle leggi russe e della giurisdizione russa nel campo della denazificazione sul territorio liberato, la creazione di un tribunale per i crimini contro l'umanità nell'ex Ucraina. In questo senso la Russia dovrà fungere da custode del processo di Norimberga.
Tutto ciò significa che per raggiungere gli obiettivi della denazificazione è necessario il sostegno della popolazione, il suo passaggio dalla parte della Russia dopo la sua liberazione dal terrore, dalla violenza e dalla pressione ideologica del regime di Kyiv, dopo il suo ritiro dall'isolamento informativo.
Naturalmente, ci vorrà del tempo prima che le persone si riprendano dallo shock delle ostilità, per convincersi delle intenzioni a lungo termine della Russia - e che "non saranno abbandonate". È impossibile prevedere in anticipo esattamente in quali territori una parte di popolazione costituirà una maggioranza criticamente necessaria. È improbabile che la "provincia cattolica" (l'Ucraina occidentale come parte di cinque regioni) diventi parte dei territori filo-russi. La linea di alienazione, tuttavia, sarà trovata empiricamente. Dietro rimarrà il territorrio ostile alla Russia, ma sarà l'Ucraina forzatamente neutrale e smilitarizzata con il nazismo formalmente bandito. Gli odiatori della Russia andranno lì. La garanzia della conservazione di stato neutrale di questa Ucraina residua dovrà essere la minaccia di un'immediata continuazione dell'operazione militare, in caso di mancato rispetto dei requisiti elencati. Forse ciò richiederà una presenza militare russa permanente sul suo territorio.
Dalla linea di esclusione fino al confine russo ci sarà un territorio di potenziale integrazione nella civiltà russa, che è di carattere naturale antifascista.
L'operazione della denazificazione dell'Ucraina, iniziata con una fase militare, al tempo di pace seguirà la stessa logica delle tappe militare. Ciascuna di esse dovrà ottenere i cambiamenti irreversibili, che diventeranno i risultati della fase corrispondente. In questo caso, le fasi iniziali necessarie della denazificazione possono essere così definite:
— liquidazione delle formazioni armate naziste (il che significa qualsiasi formazione armata dell'Ucraina, comprese le forze armate ucraine), nonché dell'infrastruttura militare, informativa ed educativa che ne garantisce l'attività;
— formazione degli organi di autogoverno pubblico e delle milizie (difesa e forze dell'ordine) sui territori liberati, per proteggere la popolazione dal terrore dei gruppi nazisti clandestini;
— introduzione dello spazio informativo russo;
— ritiro dei materiali didattici e il divieto dei programmi educativi di tutti i livelli, contenenti linee guida ideologiche naziste;
— azioni investigative di massa per stabilire la responsabilità personale per i crimini di guerra, crimini contro l'umanità, per la diffusione dell'ideologia nazista e il sostegno al regime nazista;
— lustrazione, pubblicazione dei nomi dei complici del regime nazista, coinvolgendoli nei lavori forzati per il ripristino delle infrastrutture distrutte in misura della punizione per le attività naziste (per coloro che non saranno soggetti alla pena di morte o alla reclusione);
— adozione a livello locale, sotto la supervisione della Russia, degli atti normativi primari di denazificazione "dal basso", il divieto di ogni tipo e forma di rinascita dell'ideologia nazista;
— istituzione di memoriali, segni commemorativi, monumenti alle vittime del nazismo ucraino, perpetuando la memoria degli eroi della lotta contro di esso;
— inserimento di un complesso delle norme antifasciste e della denazificazione nelle costituzioni delle nuove repubbliche popolari;
— creazione degli organi permanenti della denazificazione per un periodo di 25 anni.
La Russia non avrà alleati nella denazificazione dell'Ucraina. Dal momento che questo è un affare puramente russo. Anche perché non solo la versione Bandera dell'Ucraina nazista sarà sradicata, ma anche, e soprattutto, il totalitarismo occidentale, i programmi imposti di degrado e disintegrazione della civiltà, i meccanismi di soggezione alla superpotenza dell'Occidente e degli Stati Uniti .
Per mettere in pratica il piano di denazificazione dell'Ucraina, la stessa Russia dovrà finalmente separarsi dalle illusioni filo-europee e filo-occidentali, realizzarsi come l'ultima istanza per proteggere e preservare quei valori dell'Europa storica (del Vecchio Mondo) che se lo meritano e che l'Occidente alla fine ha abbandonato, perdendo la battaglia per se stesso. Questa lotta è durata per tutto il XX secolo e si è espressa nella guerra mondiale e nella rivoluzione russa, indissolubilmente legate tra loro.
La Russia ha fatto tutto il possibile per salvare l'Occidente nel XX secolo. Ha implementato il principale progetto occidentale, un'alternativa al capitalismo, che ha vinto contro gli stati-nazione: contro un progetto socialista, rosso. Ha schiacciato il nazismo tedesco, un mostruoso prodotto della crisi della civiltà occidentale. L'ultimo atto di altruismo russo è stata la mano tesa dell'amicizia dalla Russia, per la quale la Russia ha ricevuto un colpo mostruoso negli anni '90.
Tutto ciò che la Russia ha fatto per l'Occidente, l'ha fatto a proprie spese, facendo i più grandi sacrifici. L'Occidente alla fine ha rifiutato tutti questi sacrifici, ha svalutato il contributo della Russia alla risoluzione della crisi occidentale e ha deciso di vendicarsi della Russia per l'aiuto che gli aveva fornito disinteressatamente. Inoltre, la Russia andrà per la sua strada, senza preoccuparsi del destino dell'Occidente, facendo affidamento su un'altra parte della sua eredità: la leadership nel processo globale di decolonizzazione.
Nell'ambito di questo processo, la Russia ha un alto potenziale di partnership e relazioni alleate con dei paesi che l'Occidente ha oppresso per secoli e che non metteranno più sul suo giogo. Senza il sacrificio russo e la lotta, questi paesi non sarebbero stati liberati. La denazificazione dell'Ucraina è allo stesso tempo la sua decolonizzazione, che la popolazione ucraina dovrà comprendere mentre comincia a liberarsi dall'ebbrezza, dalla tentazione e dalla dipendenza della cosiddetta scelta europea."



Caro Zaia

perché non proponi al Consiglio Regionale di deliberare che tutte le bandiere veneta, italiana ed europea,
nelle sedi istituzionali della Regione del Veneto e negli edifici pubblici di sua giurisdizione e negli edifici comunali veneti,
siano esposte a mezzasta, finché dura la criminale aggressione della Russia di Putin all'Ucraina?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » dom mag 01, 2022 8:02 pm

NON È TUTTO ORO CIÒ CHE LUCCICA SULL'INDIPENDENTISMO.
Roberta Cuciti
3 aprile 2022
https://www.facebook.com/roberta.cuciti ... 9964764351

Nella fazione leghista del lombardo-veneto vige una visione filo-putiniana, é verissimo. E so perché.
Siamo affascinati dal tema dell'autodeterminazione di minoranze all'interno di uno Stato centrale visto come il grande nemico. The pubblic enemy number one. Per noi é Roma ladrona, la Roma che si mangia tutte le nostre tasse e non redistribuisce sul territorio.
Da lì, l'estrema simpatia per l'indipendentismo catalano e il finto e creato ad arte indipendentismo del Donbass.
É una roba che, a noi lombardi (e ai veneti ancora di più) risveglia fiumi carsici di sogni infranti, speranze disilluse.
Confesso che anche io ho subito il fascino di queste lotte di piccoli popoli, rivivendo il senso di oppressione esercitato da uno Stato centrale nel quale non ci riconosciamo, non ci siamo mai riconosciuti. Mondi diversi...
Eppure amici, da quando vivo in Canarias posso dirvi che ho molto rivisitato il caso Catalano.
Non è proprio per niente assimilabile alla nostra Lombardia: Catalunya non ha neanche tanto i conti a posto. Inoltre gli indipendentisti laggiù sono estremisti di sinistra, gente che vorrebbe staccarsi da Spagna e abbracciare l'UE (alla quale ha chiesto disperatamente di essere riconosciuta). Per noi é eresia: l'UE é la Roma 2.0.
Inoltre questi hanno ridotto Barcellona a una cloaca: io ci sono stata parecchie volte dal 2000 in poi, e ora passeggiare per le ramblas é un incubo. Un suk di sudafricani che offrono droga a ogni angolo. Non era così, once upon...
Gli indipendentisti catalani odiano gli spagnoli ma sono tutti pro-immigrazione africana, cioé, nulla di più lontano dal sogno leghista secessionista.
Bisogna viverci nei paesi per capire certe dinamiche.
Oltre al fatto che sarebbero solo il 50% della popolazione: gli altri dell'indipendentismo di questi sciamannati di sinistra non ne vogliono sapere per nulla.
Ammappate che sòla presi anche io: finché ho vissuto nella mia Bergamo, sulla questione Catalana avevo una visione totalmente romantica, per nulla corrispondente al vero: anche dal punto di vista strettamente economico, anni luce dalla Lombardia (noi ne facciamo un'equivalenza, erroneamente).
In Donbass invece é da almeno un decennio che da Mosca si finanzia e alimenta una presunta guerra di secessione (anche tramite l'invio di coloni!!! e armi).
Mosca vi ha creato artatamente istanze indipendentiste e conflitti finanziati ad hoc.
Non cascateci leghisti o simpatizzanti di casa nostra.
Le cose non sono come sembrano a "noi".


Alberto Pento
Certo!
Da aggiungere che il Donbass e la Crimea sono terre ucraine per portato storico politico e non per invasione e conquista militare e che nel 1991 hanno votato in maggioranza per l'Indipendenza dell'Ucraina dall'URSS e dove la minoranza russofona e russofila non era vittima di alcuna oppressione, caso mai era la parte della popolazione ucraina non russofila cha a partire dei moti separatisti fomentati da Putin ben prima del 2014 è venuta a trovarsi in condizioni di oppressione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiaraz ... %27Ucraina

Per quanto riguarda il moto indipendentista/autonomista lombardo va ricordato che la Lombardia fu tra le aree che maggiormente sostennero il Risorgimento Italiano e l'unità statuale italiana, alcuni speravano in in'Italia federale come la Svizzera invece arrivò il Federale fascista. Da ricordare che la Prima Guerra Mondiale fu fortemente voluta dai lombardi dove crebbe l'industria pesante grazie alla guerra e che però distrusse il Veneto e il Friuli ma non la Lombardia.
Per quanto riguarda il Veneto vi è una maggioranza autonomista e una minoranza indipendentista
fondata su demenzialità e menzogne:
1) la falsità dogmatica che il plebiscito del 1866 di annessione del Veneto all'Italia fu una truffa, un inganno, una violenza;
2) il mito della Serenissima falsamente scambiato per lo Stato veneto di tutti i veneti quando in realtà era solo lo Stato imperiale dei veneziani e gli altri veneti erano sudditi;
3) l'idea complottara che fine della Serenissima fu dovuta a un complotto massonico - giacobino - giudaico -ateo - democratico contro l'aristocrazia cristiana e illuminata veneziana;
4) i venetisti venezianisti poi sono prevalentemente cristiano fideisti e atei marciani che ancora oggi odiano gli ebrei e Israele.

Queste demenzialità menzognere antitaliane, mitomaniacali, fideiste e complottare portano questa minoranza venetista venezianista a odiare l'Italia maleinterpretando la storia del Veneto e per riflesso analogico a maleinterpretare la storia dell'Ucraina e del Donbass, scambiando Putin per il Messia Redentore dei presunti oppressi del Donbass e dei Veneti stessi, e scambiando l'ucraino ebreo Zelensky per la prova che l'Ucraina è governata dalle forze del male, le stesse che a suo tempo fecero cadere la Serenissima con la complicità preponderante degli ebrei anticristiani.



LEGGETE BENE TUTTO FINO IN FONDO. È LUNGO L'ARTICOLO MA MOLTO INTERESSANTE.
Gaetano Ferrieri

https://www.facebook.com/gaetano.ferrie ... &ref=notif
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IL NUOVO ORDINE MONDIALE EBRAICO SMASCHERATO DI ZANDER C. FUERZA – PRIMA PARTE
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Il ruolo dell’ebraismo talmudico nell’epoca moderna è quello di un monarca assoluto di una nazione. Gli ebrei han preso il pieno controllo dell’intero pianeta, come era previsto negli antichi testi religiosi Ebraici.

Conquistarono il mondo dominando la finanza mondiale, le banche, monopolizzando i mezzi di informazione degli USA, dell’UK, della Francia, del Canada e delle altre potenze occidentali. Influenzarono la società tramite il loro vastissimo network di lobbies sovversive, presero il controllo dei tribunali e delle professioni legali, senza dimenticare la loro infausta presenza ai livelli più alti dei governi delle nazioni più potenti.

Come spiegò l’ex premier Malese, il Dr Mahathir Mohamed: ” Gli ebrei governano questo pianeta per delega, facendo in modo che gli altri lottino e muoiano al posto loro. Ora han conquistato il controllo delle nazioni più importanti… Questa piccolissima comunità ha ora potere su tutto il mondo”. Dr. Mahathir diceva il vero e la veridicità delle sue parole è evidente; tutto ciò che ognuno deve fare è guardarsi intorno ed osservare il potere che hanno gli infidi ebrei. Il leader terrorista ebreo sionista Ze’ev Jabotinski(fondatore del gruppo terrorista ebraico Irgun Zevai Leumi) dichiarò con orgoglio: “Vi è un solo potere che è davvero importante: il potere di fare pressioni politiche. Noi ebrei siamo il popolo più potente del mondo perché abbiamo questo potere e sappiamo come esercitarlo. (Jewish Daily Bulletin, July 27, 1935) “.

Il fatto che i terribili crimini di questa pericolosissima organizzazione terroristica come il bombardamento del King David Hotel o il massacro di Deir Yassin non siano neanche citati nei libri di storia occidentali o addirittura censurati nei corsi avanzati di storia, dimostra la veridicità della frase auto-celebrativa di Jabotinski.

L’esistenza del potere ebraico è dimostrata soprattutto dal fatto che le critiche verso il cristianesimo, l’islam o altre religioni o gruppi etnici sono permesse nelle nostre società, mentre le critiche agli ebrei ed al giudaismo sono considerate tabù. Sono considerate come socialmente e politicamente pericolose. C’è da dire, che se vuoi sapere chi detiene veramente il potere, dovresti cominciare a chiederti chi è che non puoi criticare.

È abbastanza interessante notare come chi parla del nuovo ordine mondiale cercando di deviare l’attenzione dai veri responsabili, come Alex Jones, Jim Marrs, Alan Watt, Mark Dice e altri (David Icke, Beppe Grillo ecc.), non vengono zittiti od oppressi, al contrario, vengono sponsorizzati dalla stampa ebraica. Questi presunti critici del nuovo ordine mondiale (NWO) e degli Illuminati(leggi anche Illuminazione sugli illuminati), che usano spesso termini vaghi come “elites, globalisti, l’establishment, la lobby militare/industriale” e che citano in modo confusionario un sacco di entità diversissime fra loro, come causa del NWO (qualunque cosa, satanisti, occultisti, massoni, gesuiti, nazisti, fascisti, templari, Re e Regine britanniche, rettiliani, alieni ecc), sono liberi di diffondere le loro teorie e le loro idee alla radio, alla TV, su internet e nei libri, senza alcuna censura. I loro shows alla radio non vengono cancellati, i loro libri non vengono tolti dagli scaffali, anzi vengono pubblicati tranquillamente, i loro video non sono censurati o tolti dai siti internet di condivisione, i loro siti web e i loro blogs, non vengono cancellati, non vengono multati o messi in prigione per “incitazione all’odio”. Al contrario, possiamo vedere questi pagliacci “kosher” ben in evidenza nelle reti televisive della propaganda ebraica, come History Channel; li vediamo nei talk show, come il talk show The View.

Chi critica il potere ebraico, il sionismo e la rete criminale giudaica non può nemmeno sognare di acquisire un tale livello di notorietà.
Vi siete mai chiesti il perché? Il comunismo è ebraico, la massoneria è ebraica, i comunisti ed i “massoni bianchi” non sono niente di più che lo strumento del potere ebraico internazionale. I massoni sono spesso nominati da queste persone ma quello che viene deliberatamente omesso dalle loro parole, è che i massoni sono subordinati agli ebrei, come ammesso dai massoni stessi nei loro libri. A pagina 249 di ” Duncan’s Ritual and Monitor”, c’è scritto che la massoneria è asservita al giudaismo e che non è niente più che un destinatario che si impegna, in generale per il bene della massoneria, ma più in particolare per il bene della nazione ebraica come accade nella Royal Arch. È innegabile anche il fatto che la stessa massoneria si basa sui riti ebraici e sul misticismo “ebraico”, la Cabala (Le vere origini della cabala ebraica). Questo fatto viene anche omesso da questi ingannatori.

I protocolli dei savi anziani di Sion fan capire chiaramente l’intenzione di usare dei “bianchi asserviti” (Shabbas goyim) come capri espiatori. La massoneria bianca serve come uno schermo per noi e per i nostri obiettivi, ma la strategia delle nostre forze deve rimanere un mistero sconosciuto per tutte le altre persone(I protocolli dei savi anziani di Sion, protocollo 4)

Quelli di noi che nominano gli ebrei come coloro che muovono i fili dietro il New World Order, che noi chiamiamo Jew World Order, vengono censurati, minacciati, arrestati, imprigionati e in certi casi persino uccisi. Non vi è una “lega di difesa gesuita su internet”, che guarda in giro per il web cercando di censurare da Youtube i video che criticano l’ordine gesuita ed il Vaticano: vi è però una “Jewish Internet Defense Force”, una gang di intriganti giudei che implacabilmente si guarda in giro per il web allo scopo di sabotare blogs e siti web in cui vengono criticati gli ebrei, Israele o il sionismo.

Questa gang è responsabile per la rimozione di migliaia di video e della chiusura e il bloccaggio di migliaia di canali ed utenti di Youtube, come anche di altri siti di condivisione video. Il Vaticano non ha un esercito stipendiato di trolls da internet che vagano per i siti internet famosi come Youtube, Facebook e Twitter postando commenti in cui esaltano il Vaticano ed etichettano tutti i critici del vaticano come “bigotti anti-cattolici”. Il governo israeliano invece, insieme alla sua vasta rete di lobby sioniste come il World Jewish Congress, l’Anti-Defamation League e il B’nai B’rith, ha sul suo libro paga migliaia di ebrei fanatici, chiamati “Hasbara”, che vagano per il web diffondendo propaganda pro-ebraica ed attaccando chiunque critichi qualunque cosa abbia a che fare con Israele, gli ebrei o il sionismo, etichettandolo come “antisemita e nazifascista”.

Non sono i gesuiti o i cattolici che istruiscono i loro alunni su come manipolare Wikipedia per favorire la propria causa e le proprie ambizioni, ma sono gli ebrei sionisti a farlo.
Questo non vi dice niente? Solo dei criminali che tentano di evitare la censura ricorrerebbero a questo comportamento perverso che diffonde le falsità fin dal gradino più basso. Date un occhio a tutte le personalità la cui carriera è stata rovinata in questi anni semplicemente perché hanno espresso un’opinione o esposto un fatto che gli ebrei non vogliono che il pubblico sappia.

Per esempio, Helen Thomas, un veterano con 50 anni di esperienza del corpo dei giornalisti della casa bianca, ricevette di recente pressioni per dimettersi dopo che fu registrato in un video mentre diceva che gli ebrei israeliani avrebbero dovuto lasciar la Palestina. Subito dopo che il video venne fuori, Il giudaismo organizzato andò su tutte le furie e cominciò la caccia alle streghe; fece in modo che nascesse una barriera d’odio contro Hellen Thomas a causa delle sue affermazioni; arrivarono persino a chiamare le scuole ed i gruppi di giornalismo per fargli togliere ogni riconoscimento da loro ottenuti negli anni precedenti. Riflettendo sul suo declino Thomas disse ad un intervistatore: “Non puoi criticare Israele e sopravvivere in questa nazione”. In un altro discorso Thomas disse: “Noi siamo circondati da persone che fanno propaganda contro gli arabi. Non vi è altra spiegazione per questo. Il congresso, la casa bianca, Hollywood e Wall Street sono di proprietà dei sionisti. Non vi è altra spiegazione secondo me. Loro mettono i loro soldi ovunque siano. E noi siamo spinti in una direzione sbagliata in ogni caso.

Ci fu anche un caso che coinvolse Rick Sanchez, un conduttore dei notiziari della CNN con un proprio show chiamato, “Rick’s list”. Sanchez fu immediatamente licenziato dal proprio posto di lavoro alla CNN dopo che disse che i mass media Americani erano controllati dagli ebrei in un’intervista radio. (“Rick Sanchez: Jon Stewart A .Bigot,’ Jews Run CNN & All Media.” The Huffington Post. 10/1/2010). Al non ebreo Rick Sanchez non è permesso di affermare fatti ovvi sul controllo dei media da parte degli ebrei; invece un giornalista ebreo del LA Times, Joel Stein, può scrivere liberamente, senza alcuna ripercussione, un articolo intitolato ” Quanto è ebraico Hollywood?” in cui si vanta arrogantemente del controllo ebraico di Hollywood, dei notiziari, del governo e della finanza, affermando:
”Gli ebrei controllano completamente Hollywood. Io, fiero ebreo, voglio che in America conoscano il nostro talento. Sì, controlliamo Hollywood. Non mi interessa se gli americani pensano che controlliamo i mezzi di comunicazione, sia per quanto riguarda le notizie che l’intrattenimento, Hollywood, Wall Strett ed il Governo. Mi interessa solo che continuiamo a controllare tutto ciò”.

Lo scrittore e giornalista conservatore Joe Sobran, fu un colonnista di lunga data del National Review prima di venire licenziato per “antisemitismo”. Egli spiegò apertamente la natura del potere ebraico. Sobran pensava che se volevi entrare nella politica che conta in America, dovevi sapere tutto a riguardo ma allo stesso tempo non dirlo a nessuno apertamente, per paura degli ebrei. “Parlare della politica Americana senza nominare gli ebrei, è come parlare dell’NBA senza nominare i Chicago Bulls. Ora che sono così potenti, che non ci si azzardi a dire tutto il male che fanno. Hanno successo e quindi hanno abbastanza potere; il loro potere è l’unico ad essere immune da ogni tipo di critica anche quando è davvero molto visibile. Essi stessi si comportano come se il loro successo fosse un segreto; vanno in panico e ricorrono alle accuse non appena una qualunque questione è sollevata verso di loro. Il controllo ebraico della maggior parte dei media, nell’epoca mediatica(e di internet per fortuna ), rende la costrizione all’omertà sia paradossale che paralizzante.

Per poter andare avanti nella propria vita pubblica è necessario che tu sappia tutto di questo ma che non lo dica mai a nessuno. Un’etichetta ipocrita ci costringe a fingere che gli ebrei siano delle vittime senza alcun potere; se non rispetterai il loro vittimismo, essi ti distruggeranno. È una prova fondamentale non solo di malvagità, ma di un fiero etnocentrismo, una sorta di super-identitarismo razziale”.

In un articolo stampato il 27 Maggio 1996 sul NY Times Ari Shavit, un colonnista israeliano rifletteva sull’omicidio da parte degli israeliani di più di 100 civili libanesi il mese precedente: ” Li abbiamo uccisi con una sorta di ingenua arroganza. Credevamo con assoluta certezza che ora, con la Casa Bianca, il Senato e i media Americani nelle nostre mani, le vite degli altri non contassero quanto le nostre.”(Comunque viene insegnato loro dalla loro cosiddetta “religione”, che la vita di un ebreo ha un immenso valore, mentre i non ebrei sono delle bestie). Questo israeliano confermò ciò che molti americani sanno già da decenni, ovvero che la lobby ebraica/israeliana controlla la casa bianca, il congresso ed il senato come burattini, non certo i gesuiti, gli occultisti o i satanisti né tanto meno i rettiliani.

Pat Buchanan, famoso cronista politico ed ex candidato alla presidenza, dichiarò una volta: “Capitol Hill è un territorio occupato da Israele”. L’ex membro del Congresso Paul Findley documentò la veridicità della frase di Buchanan in un libro chiamato “Abbiano il coraggio di dirlo: Che la nostra gente e le nostre istituzioni lottino contro la lobby israeliana”. A pagina 161 di questo libro egli cita l’ammiraglio Thomas Moorer, ex capo dello stato maggiore congiunto degli USA, il quale affermò, dopo alcune pesanti minacce da parte della lobby ebraica agli Stati Uniti: “Non ho mai visto un presidente, non mi importa chi sia, stare in piedi davanti a loro (gli ebrei). Questo mi sbalordisce. Essi riescono sempre ad ottenere ciò che vogliono. Gli Ebrei sanno cosa sta succedendo in ogni momento. Sono arrivato al punto in cui non abbiamo più niente da dire. Se gli americani capissero l’influenza che queste persone hanno sul nostro governo, essi prenderebbero le armi in pugno. I nostri cittadini non hanno alcuna idea di cosa sta succedendo”.

Tom Dalyell, membro del parlamento inglese, diede voce a questi sentimenti quando affermò “un gruppo giudaico ha preso il controllo del governo degli USA e si è alleato con i fondamentalisti cristiani”. L’ex membro del congresso Cynthia McKinney condannò apertamente le lobbies pro-israeliane negli USA (AIPAC, ADL, AJC, ZOA, etc), per averle rovinato la sua carriera politica. Tutto questo perché al congresso McKinney si rifiutò di firmare un documento pro-israele prendendo una posizione pro-palestina. Per questo McKinney disse che una guerra contro di lei è stata dichiarata dalla lobby ebraica, che l’avrebbe poi cacciata fuori dal congresso finanziando e supportando i suoi oppositori politici. Nel 2009 disse ad un intervistatore che “più del 99% del congresso lavora per gli interessi pro-ebraici e pro-israeliani”.

L’ex membro del congresso Jim Trafficant fu anche lui preso di mira e distrutto politicamente dalla lobby ebraica per non essere un pupazzo filo-israeliano e per aver fatto venire fuori la falsità delle accuse al cosiddetto “criminale di guerra nazista” John Demjanjuk, che gli ebrei tentarono di metter in croce per dei “crimini di guerra” che mai avvennero (vedi: Collins, Michael Piper Target Trafficant. American Free Press, 2005). Dopo esser stato 7 anni in prigione con una falsa accusa di corruzione, egli non ebbe alcun timore ad affermare in un’intervista in TV le seguenti parole: “Israele tiene per la gola il governo americano. Gli ebrei controllano i membri della casa bianca e del senato. Ci hanno trascinato in guerre nelle quali non abbiamo nessun interesse. I nostri figli stanno tornando indietro nelle bare. La nostra nazione è finita in bancarotta a causa di queste guerre. E se apri la bocca per lamentarti vieni bersagliato. E se non ti riescono a screditare ti mettono in prigione… Controllando la nostra politica estera e influenzano anche la nostra politica interna.

Wolfowitz, il sottosegretario alla difesa, manipolò Bush per farlo entrare in guerra contro l’Iraq. Sicuramente hanno fatto anche pressione per cercare di fare lo stesso anche per attaccare l’Iran. Stiamo conducendo per conto di Israele una politica espansionista e tutti hanno paura di dirlo. Essi controllano gran parte dei media, gran parte del commercio nella nostra nazione e soprattutto hanno un grandissimo potere su tutto il congresso. Il congresso è loro.”

Il professore dell’università di Chicago, John Mersheimer e lo studente di Harvard Stephen Walt sentirono l’ira pericolosa della Lobby ebraica. Una campagna diffamatoria iniziò contro di loro dopo che pubblicarono uno studio in cui veniva spiegata la pericolosa influenza dei gruppi lobbyisti israeliani, soprattutto l’AIPAC (American Israel Public Affair Committee), intitolato “La lobby ebraica e la politica estera degli USA. Il reporter di Fox News Carl Cameron confermò la capacità della lobby giudaico-israeliana di far tacere ed estirpare chiunque non fosse loro gradito. Nella sua censurata serie in quattro parti riguardante lo spionaggio israeliano contro gli USA, Cameron disse “Gli investigatori della DEA, dell’INS e dell’FBI hanno tutti fatto sapere a Fox News che condannare o anche solo riferire qualcosa riguardo allo spionaggio israeliano vuol dire, buttare via la propria carriera”.

La conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane vanta nel suo consiglio i membri di 51 fra i più potenti gruppi d’odio sionisti d’America, i quali influenzano tremendamente la vita politica in America. Un autore ebreo, J.J. Goldberg, nel suo libro “Il potere ebraico: L’establishment giudaico in America”(pag 38-39) fa notare che ci sono circa 300 organizzazioni ebraiche negli USA con un budget congiunto stimato di circa 6 bilioni di dollari, una somma maggiore del prodotto interno lordo di metà delle nazioni appartenenti alle nazioni unite(citato anche nel capitolo 7 di Cultura della critica, di Kevin MacDonald). E questo senza prender nemmeno in considerazione l’influenza dei singoli ebrei ricchi e dei dollari ebraici nei finanziamenti delle campagne elettorali sia del partito democratico che del partito repubblicano (vedere The New Babylon: Quelli che governano il mondo, di Collins e Michael Piper, American Free Press, 2009).

Henry L. Feingold scrisse nel suo libro “Potere ebraico in America: mito e realtà” le seguenti affermazioni: “circa il 60% dei fondi raccolti dal partito democratico ed una percentuale significativa dei fondi raccolti dal partito repubblicano per le campagne elettorali arrivano da fonti ebraiche”. Gli ebrei sono abbastanza schietti quando parlano del loro tentativo di controllo della politica USA allo scopo di averne benefici. Il New Yorker riportò che ad una conferenza l’ebreo suprematista Haim Saban (Un ebreo-americano multibillionario e pezzo grosso dei media), descrisse alcuni modi grazie ai quali gli ebrei possono essere influenti nella politica Americana: “fare donazioni ai partiti politici, formare gruppi di esperti e controllare i mass media”. Verificate tutto questo guardando quello che la macchina da guerra ebraica sui mass media e su Hollywood, insieme allo strangolamento ebraico sulla finanza mondiale; capirete che vi è una totale dominazione razziale ebraica in America, una società virtualmente schiavistica che ricorda l’Unione Sovietica. Il fenomeno degli ebrei che bersagliano i loro oppositori politici non è limitato agli USA, è anche abbastanza evidente in Canada, in Europa, in Australia e bene o male in ogni nazione in cui gli ebrei vivono. Il vorace Congresso ebraico Canadese aveva un candidato del Partito Liberale chiamata Leslie Hughes; esso fu rimosso dal suo partito per aver scritto nel 2003 un articolo che affermava che Israele era a conoscenza dell’11 settembre( non solo era a conoscenza ma pianificò l’11 settembre).

Molti patrioti canadesi come Ernst Zündel, Paul Fromm, Terry Tremaine, Arthur Topham, Marc Lemire e altri furono perseguitati dalla tirannia canadese, su ordine delle lobbies ebraiche come la CJC il B’nai B’rith, Simon Wiesenthal Center etc, semplicemente per aver scritto su internet criticando gli ebrei, i sionisti ed Israele.

Nel 2009 un attivista anti-Sionista Australiano di nome Brendon O’Connel, fu arrestato e accusato dalla legge “orwelliana” australiana di “denigrazione razziale” dopo una lite che ebbe con due ebrei sionisti, i quali lo fotografarono insieme ad altri attivisti pro-palestina in un raduno non autorizzato. Per aver chiamato le due spie sioniste “razzisti e maniaci omicidi”, e per aver descritto il giudaismo come “una religione razzista ed omicida”(frase totalmente coerente con i fatti reali). Il patriota O’Connel, che era nel giusto, fu condannato ad una condanna di 3 anni di carcere! Se il vaticano o i gesuiti, invece degli ebrei/israeliani, fossero stati oggetto della critica di O’Connel, pensate che ora sarebbe in prigione? Certamente no.

Douglas Reed, autorevole corrispondente del London Times all’epoca della seconda guerra mondiale, era un autore molto rispettato, nonché scrittore e giornalista con tantissimi fans. Ora è una sorta di appestato, disprezzato dalla stampa e non considerato nemmeno da chi pubblicò i suoi libri. Perché tutto questo? Perché cominciò a scrivere riguardo la questione ebraica, il sionismo e il piano ebraico a lungo termine per imporre un governo mondiale e schiavizzare l’umanità.(Vedere “Le Controversie di Zion”)

Alexander Solzhenitsyn era conosciuto un tempo come il più famoso dissidente russo, un sopravvissuto ai gulag che scrisse alcuni libri riguardo a questa terribile esperienza vissuta personalmente, come anche da molti dei suoi connazionali all’epoca dell’inferno comunista nella Russia sovietica. (vedi: “L’arcipelago Gulag, I e II). Nessuno parlò più di lui e egli scomparve dalla storia(ora morto). Questo accadde perché disse la verità riguardo al ruolo fondamentale che gli ebrei ebbero nella rivoluzione bolscevica e nel regime sovietico (vedere: 200 anni insieme). Così gli ebrei, che controllano i media, lo cancellarono dalla storia e Alexander Solzhenitsyn sparì più velocemente delle persone che a Stalin non andavano bene.

Un altro forte indicatore della minacciosa morsa ebraica sull’occidente è l’estrema repressione stile stalinista che viene attuata nei confronti dei revisionisti “olocaustici”. I gruppi di suprematisti ebraici, soprattutto gruppi come il World Jewish Congress, hanno fondato lobbies promuovendo una ben organizzata campagna di censura nei confronti di dozzine di governi europei al fine di criminalizzare la ricerca revisionista “olocaustica”. In tutto il mondo gli studiosi del revisionismo “olocaustico” ed anche la gente comune che si interessa di un qualche aspetto che possa mettere in dubbio il dogma olocaustico, vengono perseguitati, diffamati, calunniati, multati pesantemente, incarcerati, aggrediti fisicamente, terrorizzati e in alcuni casi anche assassinati.

Coraggiosi studiosi revisionisti come Arthur Butz, Mark Weber, Germar Rudolf, Robert Faurisson, Ernst Zündel, Fredrick Toben, Juergen Graf, Carlo Mattogno, David Cole, Ditlieb Felderer, Carlos Porter e molti altri hanno avuto moltissime difficoltà a causa del loro ottimo lavoro di ricerca che ridimensiona il mito dell’olocausto.

Tenendo conto di queste semplici osservazioni, possiamo assolutamente affermare che l’ebraismo Internazionale è al vertice di una piramide del potere che influenza e controlla il mondo. Ogni altra cosa serve loro soltanto come una distrazione ed una cortina di fumo per coprire questa realtà innegabile.

Traduzione: Dani14
Imperium Judaica — Bolscevismo e sionismo come strumenti del complotto ebraico

Il sionismo e il comunismo sono due facce della cospirazione sionista mondiale. L’internazionale ebraica governa il mondo da tempo, e al giorno d’oggi in modo totale. Questi fatti vengono rivelati anche semplicemente osservando le azioni e le affermazioni fatte dai leader del sionismo e del comunismo internazionale, i veicoli principali per la sovversione del mondo.

Con l’avvento del comunismo nel 19esimo secolo abbiamo visto il mondo cadere in un caos brutale di cataclismi e crolli finanziari. In realtà il fine del comunismo internazionale non fu mai quello di liberare i lavoratori dalla oppressione capitalista, ma piuttosto di schiavizzarli e soggiogarli a un piccolo gruppo elitario auto dichiarato e auto perpetrato, che regnava con un pugno di ferro.

Fin dalla sua nascita il comunismo e il socialismo sono stati un tentativo ebraico di usurpare le nazioni gentili non ancora sotto il loro controllo, saccheggiare le ricchezze, schiavizzare e sterminare il meglio tra di loro!

Le origini ebraiche talmudiche del comunismo non potrebbero essere più evidenti. L’ebreo Karl Marx, discendente da una lunga serie di rabbini talmudici, è generalmente considerato come il progenitore principale dell’ideologia del comunismo. Meno noto, tuttavia, era il vero profeta del comunismo, il suprematista razziale ebraico, talmudista, razzista e sionista, Moses Hess, anche chiamato da Marx il rabbino rosso.

Hess fu guida e maestro di Karl Marx e convertì sia lui che Friedrich Engels al comunismo.

Questi due viscidi serpenti – Marx ed Engels, – autori di “opere” come Il Manifesto del Partito Comunista o il, “Das Kapital”, sono un esempio vivente di quanto siano malate e distorte, le menti di questi mascalzoni sanguinari che sognano di un’unica dittatura mondiale comunista.

Nel 1920, Winston Churchill — che poi divenne un alleato e strumento del giudaismo internazionale, — avvertì in modo minaccioso e allarmante il mondo, del fatto che il movimento “giudaico-bolscevico” rappresentasse un enorme pericolo.

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Un articolo dell’llustrated Sunday Herald, dell’otto febbraio 1920, a pagina cinque, pubblicò le opinioni personali di Churchill a riguardo:

Questo movimento negli ambienti ebraici non è una novità. Dai giorni di Spartaco e Weishaupt, a quelli di Karl Marx fino a Trotsky(Russia), Bela Kun (Ungheria), Rosa Luxemburg (Germania) ed Emma Goldman (Stati Uniti), questa cospirazione mondiale per il rovesciamento e la distruzione della civiltà, da sostituire con una società basata sul blocco dello sviluppo e il degrado, sulla malevolenza, l’ invidia e un’uguaglianza impossibile, è in costante crescita.

Lo stesso movimento ha anche svolto, come una scrittrice contemporanea, la signora Webster, ha abilmente dimostrato, una parte decisamente riconoscibile nella tragedia della Rivoluzione Francese.

Sono stati il motore propulsore dietro a ogni movimento sovversivo durante il XIX secolo, e ora, finalmente questa banda di ”straordinarie personalità” del mondo underground delle grandi città d’Europa e d’America, hanno afferrato il popolo russo per i capelli e sono diventati praticamente i padroni indiscussi di questo enorme impero.

Non c’è bisogno di esagerare quando si parla del ruolo che ha avuto l’internazionale ebraica, una gang composta da ebrei perlopiù “atei”, nella creazione del bolscevismo e l’attuale rivoluzione russa. È un ruolo primario che supera ogni paragone. Con la notevole eccezione di Lenin, la maggior parte delle più importanti figure politiche, sono di origine ebraica. Inoltre, la principale ispirazione e forza motrice proviene da leader ebraici.

Molti camerati e patrioti si sono fatti ingannare da queste affermazioni di Churchill, fatte nell’articolo sionismo contro bolscevismo (“Zionism versus Bolshevism: A Struggle for the Soul of the Jewish People” ), e sono stati spinti a credere che le dichiarazioni di Churchil nell’articolo in questione, fossero delle coraggiose dichiarazioni contro il sionismo, beh, si sbagliano.

In effetti, negli ultimi paragrafi Churchill sostiene con fermezza il sionismo e incoraggia gli ebrei a supportare il sionismo piuttosto che il bolscevismo:
„Il sionismo è già divenuto un fattore nella “convulsione politica” in Russia, come valida alternativa e “avversario” in competizione con il bolscevismo e il sistema comunista mondiale. Niente può confermare questi fatti più dell’attacco furioso di Trotsky verso i sionisti in generale e in particolar modo verso il Dr. Weissmann.

Analizzando a fondo il suo profilo psicologico non vi sono più dubbi sul fatto che i suoi piani di un governo comunista mondiale sotto dominio ebraico, entrano in conflitto con queste nuove idee, che convogliano i desideri e i pensieri degli ebrei a livello globale, verso un obbiettivo più facile da raggiungere. La lotta che inizia tra i sionisti e gli ebrei bolscevichi è una lotta per l’anima del popolo ebraico.

Churchill fu, per sua stessa ammissione, un sionista radicale, che da ipocrita fece accordi con Stalin e il regime criminale e assassino sovietico comunista. L’avversione che Churchill provava verso il bolscevismo scomparve rapidamente come anche le sue restrizioni riguardo all’ebraismo internazionale, non appena potè portare avanti le sue ambizioni personali.

Anche l’articolo da lui scritto “Il sionismo contro il bolscevismo”, era in malafede, nel senso che offrì al mondo una scelta, il sionismo o il bolscevismo, un falso dilemma in quanto entrambe le opzioni producono esattamente lo stesso risultato: un governo mondiale sotto dominazione ebraica, come preannunciato nel vecchio testamento ebraico.

Churchill consapevolmente evitò d’informare i suoi lettori, che per gli ebrei, queste ideologie, sono come due facce della stessa medaglia. Entrambe partono dallo stesso punto e si dirigono verso il medesimo obbiettivo finale: Un Nuovo Ordine Mondiale sotto dominio ebraico!

Gl’apparenti conflitti tra gli ebrei sono più sulle tattiche da adottare, non sugli obbiettivi finali. Il sionismo e il comunismo sono come due tentacoli dello stesso mostro talmudico – “tagliato e modellato dalla stessa stoffa ebraica”!

Il più famoso critico dell’ebraismo, Adolf Hitler, spiegò in modo eloquente queste tattiche adottate dagli ebrei nel suo libro, il Il Mein Kampf (la mia battaglia) di Adolf Hitler

La dominazione ebraica dello stato sembra avere raggiunto il suo culmine, tanto è vero che non solo l’ebreo inizia a mostrare le sue vere origini e il suo vero volto, ma ammette senza farsi nessuno scrupolo ne problema, le sue vere intenzioni. Una parte del popolo ebraico si dichiara apertamente un popolo straniero, ma ancora, mentono.

Infatti, mentre i sionisti cercano di fare credere al resto del mondo che l’identità nazionale degli ebrei trovi la sua soddisfazione nella creazione di uno Stato ebraico, gli ebrei, ancora una volta sono riusciti ad ingannare i gentili(termine dispregiativo per chiamare tutti i non ebrei). L’idea di creare uno stato ebraico in Palestina per viverci, non li ha neanche sfiorati, tutto quello che vogliono è un organismo centrale, una base centrale da dove portare avanti i loro piani di dominio e sovversione mondiale. Uno stato sovrano ebraico in cui l’intervento di altri stati sia impossibile: un paradiso per canaglie e condannati e un’università per truffatori e criminali.

Le dottrine maliziose e crudeli di Karl Marx e di Hess, sono state adottate accuratamente dagli ebrei di tutto il mondo, che hanno visto in esse la possibilità di distruggere i gentili una volta per tutte.

Un ebreo di nome Baruch Levy, in una lettera a Karl Marx, ha dichiarato che il comunismo era – dopo tutto – solo un modo per trasferire tutta la ricchezza del mondo in mano agli ebrei, e così realizzare la visione messianica descritta nel Talmud: “Il popolo ebraico nel suo insieme, sarà il Messia. Il dominio mondiale verrà anche ottenuto tramite la dissoluzione di tutte le altre razze, con l’abolizione delle frontiere, l’annientamento della monarchia, e con l’istituzione di una repubblica mondiale, in cui gli ebrei possano ovunque esercitare il privilegio della cittadinanza. In questo nuovo ordine mondiale i figli di Israele rimpiazzeranno tutti i leader senza incontrare opposizione. I governi dei diversi popoli che formeranno la repubblica mondiale, cadranno senza difficoltà nelle mani degli ebrei. Sarà quindi possibile per i dirigenti ebrei di abolire la proprietà privata e di sfruttare in tutto il mondo, le risorse degli stati. Così la promessa e la profezia del Talmud, in cui si dice che quando il tempo messianico sarà giunto, gli ebrei possederanno tutti i beni e le ricchezze del mondo nelle loro mani, si avvererà. “(Baruch Levy, Lettera a Karl Marx, La Revue de Paris , p. 54, 1 ° giugno 1928)

L’autore ebreo Bernard Lazare conferma che Karl Marx era davvero un talmudista: “Aveva quella mente lucida e talmudica che non vacillava di fronte alle piccole difficoltà. Era un talmudista dedicato alla sociologia che applicava il suo “talento” e sapere analitico e interpretativo, alla critica della teoria economica. È stato ispirato da quel antico materialismo ebraico, che pur respingendo perché troppo distante e dubbioso, la speranza di un paradiso dopo la morte, non smise mai di sognare del “paradiso” realizzato sulla terra. Ma Karl Marx non era semplicemente una persona logica, era anche un ribelle, un agitatore, un polemista e queste qualità, come il suo sarcasmo e il suo spirito critico, come anche Heine, le ha ereditate dai suoi avi (Lazare, Bernard. “Antisemitism, Its History and Causes”, p. 129).

L’Encyclopaedia Judaica scrive: “Nelle sue lettere a Leopold Zunz vi sono spesso riferimenti alla rivoluzione europea del 1848, come all’avvento del messia. Pure gli ebrei non praticanti, tendono ad investire e ad aderire a movimenti per la liberazione secolare, e lo fanno con ispirazione messianica“.

Il rabbino suprematista ebraico, Harry Waton, ha confessato che non solo il comunismo è di origini ebraiche, ma che è semplicemente un meccanismo per il dominio del mondo da parte degli ebrei e la sottomissione di tutti i non-ebrei – un adempimento della visione megalomane messianica della Torah e del Talmud.

Nel suo libro del 1939, “Un programma per gli ebrei e una risposta a tutti gli antisemiti: Un programma per l’umanità”, il rabbino scrisse: “Non è un caso che il marxismo sia un prodotto ebraico, e non è un caso che gli ebrei adottarono e diffusero prontamente questa ideologia, il tutto era in perfetto accordo con il progresso del giudaismo e gli ebrei. Gli ebrei dovrebbero rendersi conto che Geova non dimora in cielo, ma egli dimora in ognuno di noi proprio qui sulla terra. Non dobbiamo più guardare in alto a Geova, come se fosse sopra di noi o al di fuori di noi, ma dobbiamo vederlo proprio dentro di noi, “(p . 148).

“Dal momento che gli ebrei sono il popolo più colto e più superiore della terra, gli ebrei hanno il diritto di subordinare a se stessi il resto del genere umano e di essere i padroni del mondo. Ora, in effetti, questo è il destino storico degli ebrei.”(p. 99)

“L’ebraismo è comunismo, internazionalismo, la fratellanza universale degli uomini, l’emancipazione della classe operaia e della società umana. È con queste armi “spirituali” che gli ebrei conquisteranno il mondo e governeranno sul genere umano. “(P. 100)

Non vi sembra strano che un presunto anti-capitalista come Karl Marx, non disse mai una parola o criticò i Rothschild, la dinastia dei banchieri ebraici, la famiglia più ricca di finanzieri capitalisti del mondo e profittatori delle guerre come anche sfruttatori della classe operaia.

Tutto ciò non appare più così sconcertante quando si capisce che Karl Marx stava lavorando per i Rothschild sin dall’inizio. (Vedi: Red Symphony).

Mikael Bakunin, il famoso pensatore anarchico-sindacalista e rivale di Karl Marx, attaccò il potere ebraico affermando che la rivoluzione mondiale era un piano ebraico per il dominio mondiale, smascherando cosi Karl Marx e la sua fasulla ideologia di liberazione (il marxismo). Bakunin affermò che il marxismo era un prodotto dei Rothschild, un piano con cui l’oligarchia finanziaria ebraica mirava a saccheggiare e impossessarsi di tutti i beni in mano alle nazioni gentili.

Bakunin affermò anche che l’ebreo Karl Marx si era attorniato a Londra e in Francia, ma soprattutto in Germania, di una moltitudine di ebrei più o meno intelligenti e molto intriganti, che speculavano sul fatto che gli ebrei fossero presenti ovunque: agenti di commercio, banchieri, scrittori, politici, corrispondenti per i giornali di tutti i colori, con un piede in banca, l’altro nel movimento socialista e che controllano totalmente la stampa tedesca, – avendo preso possesso di tutti i giornali – penso che sia facile immaginare che tipo di letteratura nauseante che producano.

Ora, il popolo ebraico, che costituisce una setta unita dedita al profitto, un popolo di sanguisughe, un singolo parassita ingordo, strettamente e intimamente uniti non solo oltre ai confini nazionali e quindi in tutte le nazioni, ma in tutti i movimenti e partiti politici – questi individui supportano da un parte Marx e allo stesso tempo i Rothschild. Sono certo che Rothschild da parte sua valorizza notevolmente i meriti di Marx, e che Marx da parte sua, sente un attrazione istintiva e prova un grande rispetto per Rothschild.

Questo può sembrare strano. Che cosa ci può essere in comune tra il comunismo e le grandi banche? Oh! Il comunismo di Marx mira all’accentramento del potere nello stato, e, se ciò si verificasse, dovrà inevitabilmente esserci una banca centrale statale. Una volta che una tale banca viene creata, non sarà difficile per la nazione ebraica parassita, che specula sul lavoro delle persone, trovare un modo per prenderne il controllo… “(Michael Bakunin, polémique Contres les Juifs, 1869)

Benjamin Disrael, primo ministro inglese dal 1874 al 1880, di origine ebraiche, cerco ripetutamente di avvertire sulle macchinazioni da parte dei suoi “connazionali” del pericolo che essi rappresentassero. Nel romanzo di Conigsby, Disraeli, un personaggio afferma ciò: ho intervistato al mio arrivo a San Pietroburgo il ministro delle finanza, Count Canerin; vidi il figlio di un ebreo lituano… Ho avuto un’udienza al mio arrivo a Madrid con il ministro spagnolo, e vidi un mio simile, il figlio di un cristiano convertito, un ebreo di Aragona. In conseguenza di ciò che accadde a Madrid, mi sono recato direttamente a consultare il presidente del consiglio francese, e incontrai il figlio di un ebreo francese. Siamo andati in Prussia… e il conte Arnim entro nel gabinetto, si trattava di un ebrao prussiano. Quindi, vedete, mio caro Coningsby, che il mondo è governato da personaggi molto diversi da ciò che è dato a immaginare, personaggi che governano da dietro le quinte.

Poi, quattro anni dopo che gli ebrei fecero scoppiare le epidemie nel 1848, Disraeli tornò a parlare dell’argomento nel suo libro Lord George Bentinck, affermando: “Si può risalire all’influenza ebraica in ogni principio distruttivo in Europa. L’insurrezione si svolse contro la tradizione e l’aristocrazia, contro la religione e la proprietà… L’uguaglianza naturale degli uomini e l’abrogazione della proprietà vengono proclamati dalle società segrete che formano governi provvisori capitanati da uomini di razza ebraica e che si trovano a capo di ogni società segreta.”

Chaim Weizmann, uno dei più preminenti e influenti sionisti del 20 ° secolo, che architettò la dichiarazione di Balfour e fu anche il primo presidente di Israele, disse: “Una protezione divina che Dio ha istituito per proteggere la vita ebraica, consiste nel fatto che gli ebrei si sono sparsi per tutto il mondo” ( EBRAICA GUARDIAN, 8 ottobre, 1920).

Ora confrontate questo con l’ultima frase del protocollo numero 11 dei savi anziani di Sion: Per grazia di Dio il suo Popolo prediletto fu sparpagliato, ma questa dispersione, che sembrò al mondo la nostra debolezza, dimostrò di essere la nostra forza, che ci ha ora condotto al limitare della Sovranità Universale. Ci rimane da costruire ancora poco su queste fondamenta, per raggiungere la nostra meta.

La notevole somiglianza tra le parole di Weizmann e il passaggio dei protocolli, dimostra che gli anziani savi di Sion esistono eccome, e che Weizmann era uno di loro.

Questa mano nascosta del potere ebraico fu identificata e esposta in modo sottile da Walter Rathenau (1867-1922), un industriale tedesco dalle origini ebraiche, scrittore e statista che fu anche ministro degli esteri della Germania durante la repubblica di Weimar. Scrivendo sul Wiener Freie Presse nel 24 dicembre 1912, affermò: “Una cerchia ristretta di trecento uomini che si conoscono tra di loro, governano e controllano il destino del continente europeo, e si sono auto eletti a diventare la nuova classe dirigente europea.

Questi fatti sono stati confermati da Jean Izoulet, un professore ebreo del collegio di Francia e membro della loggia massonica ebraica, l’alleanza israelita universale. Scrivendo nel suo libro pubblicato nel 1926, “Parigi Capitale delle religioni”: “Io di certo non voglio abbandonare il loro magistero temporale dei trecento banchieri che, al momento, dominano il mondo.”

Al congresso sionista tenutosi a Basilea nel 1898, il Dr. Mandelstam, professore presso l’università di Kiev, proclamò: “Gli ebrei respingono energicamente l’idea di venire assimilati in altre nazioni, e che questi sono fermamente attaccati alla loro speranza storica, e cioè di creare un impero mondiale ebraico.” (Chamberlain, Houston Stewart. “Fondamenti del secolo XIX”, p. 335).

L’ebreo talmudico David Wolffsohn, il successore di Theordore Herzl come leader mondiale del sionismo e presidente dell’organizzazione sionista mondiale (OSM), fu il presidente e organizzatore del congresso sionista a l’Aia nel 1907, congresso in cui tenne il discorso di apertura e di chiusura. Il New York Times pubblicò parte del discorso di chiusura di Wolffsohn, in cui motivò e incitò gli ebrei per una più forte unità, e in cui disse anche che l’ebraismo conquisterà il mondo!

Nel 1922 in una conferenza sionista a Carlsbad, in California, il leader sionista Nahum Sokolow, si vantò del fatto che la società delle nazioni (predecessore delle Nazioni Unite) fosse un costrutto e uno strumento ebraico, e che Gerusalemme un giorno sarebbe diventata la capitale del mondo, esattamente come pianificato: “La società delle nazioni è una idea ebraica, e Gerusalemme un giorno diventerà la capitale della pace del mondo. Noi ebrei di tutto il mondo faremo in modo di portare avanti le guerre e i piani della società delle nazioni facendone una nostra causa, e non ci daremo pace finché non otterremo la vittoria finale.

Theodore Newman Kaufman fu un ebreo americano che pubblicò un libro in cui incitava al genocidio del popolo tedesco e la distruzione della nazione tedesca, tramite una campagna di sterilizzazione di massa, la soluzione finale (vedi: Kaufman, Theodore N. Germany Must Perish! Newark, NJ: Argyle Press, 1941).

Nello stesso anno pubblicò anche i libro, this devilish Jew, in cui descrive le sue intenzioni e i suoi piani di annientamento del popolo tedesco, come anche dei sui piani di domino mondiale: “Credo che gli ebrei abbiano una missione nella vita. Devono fare in modo che le nazioni del mondo si riuniscono in una sola e vasta confederazione. L’”Union Now” è l’inizio di tutto ciò. A poco a poco il mondo si svilupperà in un paradiso. Avremo la pace perpetua e gli ebrei faranno il possibile per realizzare tutto ciò, perché ne saranno i primari beneficiari.

L’invito di Kaufman per l'”Union Now” era stranamente simile a una proclamazione fatta da Adolph Crémieux, un importante avvocato e statista francese dalle origini ebraiche che fondò la loggia massonica ebraica l’Alleanza Israelita Universale di Parigi, nel 1860. In una riunione dell’alleanza Crémieux fece una dichiarazione in stile I protocolli dei savi anziani di Sion: “L’Alleanza non si limita al nostro culto ma esprime il suo appello a tutti i culti e vuole penetrare in tutti i gruppi religiosi, come è penetrato in tutte le nazioni.

Cerchiamo con coraggio di realizzare l’unione di tutti i culti sotto un’unica bandiera di “unione e progresso”: questo è il motto dell’umanità. Crémieux e il suo ordine segreto ebraico sono stati accusati di essere i cospiratori principali nella formulazione dei protocolli dei savi anziani di Sion, in un saggio illuminante intitolato “The Protocols of the Ruffle Crested Kikes of Zion”.

Nel 1940, Arthur Greenwood, – Il vice presidente del partito dei laburisti britannico e membro del gabinetto di guerra britannico – fece una dichiarazione sull’ebraismo internazionale in cui disse che dopo la sconfitta delle potenze dell’asse della seconda guerra mondiale, avrebbe fatto tutto il possibile per contribuire a realizzare la formazione di un “Nuovo Ordine Mondiale” guidato e dominato dagli ebrei.

Lo strisciante tirapiedi sionista proclamò: “Quando avremo raggiunto la vittoria, come certamente avverrà, le nazioni avranno la possibilità di istituire un nuovo ordine mondiale… In un tale mondo, siamo fiduciosi che la coscienza dell’umanità civilizzata richiederà che i torti subiti dal popolo ebraico in così tante parti del mondo, verranno colmati.”

Aggiunse ancora che nella ricostruzione della società civile dopo la guerra, vi sarà una vera opportunità per gli ebrei di tutto il mondo, per dare un distinto contributo nella ricostruzione(Vedi fac-simile del presente articolo del New York Times).

Nel 1946 il governo degli Stati Uniti fece a Stalin una proposta di instaurare un governo mondiale, la proposta fu scritta dagli ebrei globalisti Bernard Baruch e David Lilienthal. Baruch fu un potente finanziere ebreo di Wall Street, e fu anche un influente consigliere di ben cinque presidenti americani. Nella prima guerra mondiale fu consigliere capo di Woodrow Wilson, per la difesa nazionale e fu anche nominato presidente del consiglio industriale di guerra (1918-1919), portando così la macchina da guerra americana sotto il controllo dei finanzieri ebrei.

Baruch, assieme a parte dei suoi connazionali, contribuì nel creare le disposizioni economiche per creare il trattato di Versailles del 1919, trattato che ridusse la Germania in pezzi dopo la prima guerra mondiale.

Nel suo scritto all’agenzia mondiale dell’energia atomica del 14 di giugno del 1946, Baruch fece la seguente affermazione, tipica di un mondialista e sionista come lui: “Dietro l’oscuro presagio della nuova era atomica c’è una speranza e un possibile piano, che se messo in atto con fede, potrà portarci alla salvezza … Non dobbiamo ingannare noi stessi: dobbiamo instaurare uno stato di pace nel mondo o la distruzione del mondo sarà inevitabile.

La pace non potrà essere a lungo conservata dal “peso di metallo” o da una corsa agli armamenti. La pace può essere assicurata solo con la comprensione e accordi fortificati da sanzioni. Dobbiamo abbracciare la cooperazione internazionale o sarà la disintegrazione globale”.

Baruch predisse anche la “guerra fredda” tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Nel 1948, durante un discorso alla commissione speciale del senato, il programma investigativo nazionale delle difesa, disse: “Anche se la guerra a colpi d’artiglieria è finita, ora siamo nel bel mezzo di una guerra fredda che si sta sempre più riscaldando.”

Il rabbino sionista Stephen S. Wise, previde nei particolari l’ascesa di Woodrow Wilson alla presidenza, e nella sua autobiografia, “Anni difficili” (p. 161), si vantò del fatto che un potere occulto immensamente influente, di cui era stato intimamente a conoscenza, scelse Wilson come una pedina importante del proprio gioco politico, ancora prima che il presidente della Princeton University era entrato in politica.

Wise avrebbe continuato ad essere uno dei principali consiglieri di Woodrow Wilson, ruolo che fu determinante nel convincere Wilson a sostenere la dichiarazione di Balfour. Wilson, fu naturalmente solo una pedina dei savi di Sion che aiutò a portare avanti l’agenda dei sionisti, facendo passare due leggi importanti, ispirate al manifesto del partito comunista – Plank # 2: “Una pesante progressiva o graduata imposta sul reddito”. E Plank # 5: la creazione di una banca centrale con monopolio esclusivo.

Forse si trattò di un impeto di ribellione contro i suoi padroni, fatto sta, che Woodrow Wilson fece la seguente osservazione inquietante riguardo alle forze occulte che governo gli USA, da dietro le quinte: “… Siamo diventati uno dei peggiori governi del mondo, uno dei governi più completamente controllati e dominati, del mondo civile – non è più un governo di libera opinione, non più un governo per convinzione e il voto della maggioranza, ma un governo che lavora per portare avanti gli interessi di gruppi di potere” (Woodrow Wilson New Freedom:. una chiamata per l’emancipazione delle energie di un popolo IndyPublish, 2007, pag 201).

Fonte: Visto su DaeMuK KaDeuM




Il venetismo venezianista e indipendentista è finito

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Il venetismo come lo abbiamo conosciuto in questi 30 anni è finito ignominiosamente,
sotto un cumulo di menzogne e dogmi, irresponsabilità e demenzialità vergognose,
con il suo vittimismo per l'invasione di Napoleone e la totale assenza di autocritica per l'antidemocraticità e la viltà di Venezia e della sua aristocrazia veneziana che anziché combattere ha preferito la neutralità disarmata dei vili e poi soccombere,
con la sua menzogna del Plebiscito truffa del 1866,
con il suo mito della Serenissima e del suo antistorico restauro
e poi con il mito dei Serenissimi che si riciclano insensatamente col tanko,
con la sua inutile, folclorica e infantile idolatria marciana,
con i suoi personaggi truffaldini e i suoi politicanti fanfaroni,
con la sua orripilante deriva antisemita e antisraeliana,
con il suo irresponsabile antiamericanismo e antiatlantismo,
con le sue demenzialità nopandemia, novax e nogreenpax
e da ultimo
con la sua mostruosa, disumana, incivile e anticristiana presa di posizione
a favore del nazifascismo della Russia del dittatore criminale Putin contro la libera e democratica Ucraina seviziata, stuprata e martoriata che coraggiosamente si difende ed eroica risplende,
questo venetismo è precipitato nel pantano putrefatto della storia,
nulla può più venire di buono da questa melma mefitica,
dove si è perso il senso del bene e del male, del giusto e dell'ingiusto.




Il demenziale bullo nazifascista del Cremlino,
il gemello eterozigote di Kin Jong-un.

Il macellaio del Cremlino è un criminale assassino,
un brigante, un grassatore, un mafioso, un oligarca ladro e farabutto,
un suprematista e imperialista russo come gli Zar e Stalin.

Il bullo del Cremlino è un demenziale fallito,
fallito come uomo, come cristiano, come statista.

Questo bullo criminale con il suo Impero del male minaccia il Mondo di sterminio nucleare.

Il macellaio del Cremlino come ha detto Trump è un genio ma del male
e per questo verrà ricordato come un criminale assassino,
uno stupratore di popoli e di cristiani,
come Moametto, Hitler e Stalin,
come i peggiori dittatori e assassini della storia,
una vergogna dei cristiani e dell'umanità.

E come per lui vi sarà grande vergogna anche per tutti coloro che demenzialmente lo hanno eletto a eroe, a santo, a paladino, a messia, a redentore dei cristiani e dell'umanità.

Costui dovrà essere bannato dall'ONU (già bandito dal Consiglio per i Diritti Umani) e da tutti i paesi del Mondo Libero e condannato dalla Corte Internazionale dell'Aia per gravi crimini contro l'umanità (sono già iniziate le pratiche sia all'ONU che all'Aia), dovrà essere braccato e arrestato da tutte le polizie dei paesi civili, sulla sua testa si dovrà mettere una taglia adeguata vivo o morto e i paesi che gli daranno rifugio dovranno essere boicottati in tutto come si fece con l'Afganistan che diede rifugio al criminale Osama Bin Laden.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » dom mag 01, 2022 8:03 pm

LE COLPE DI PUTIN E QUELLE DELL'OCCIDENTE
Di Bernard-Henri Lévy
E così, alla fine Putin ha preso la decisione.
Al termine di un consiglio grottesco in cui rampognava i suoi sgherri come in un cattivo film di Lubitsch, ha riconosciuto l'indipendenza delle entità separatiste del Donbass.
Ed ecco l'Occidente vilipeso, l'Ucraina smembrata, le bombe che piovono su Kiev e milioni di donne e di uomini che si battevano da otto anni per costruire una società libera, democratica, aperta, consegnati a dei sicari.
Davanti alle desolanti tergiversazioni dell'Occidente, davanti a tanta ignavia autoinflitta e di fronte allo sconforto senza limiti degli ucraini abbandonati al loro destino, voglio rammentare le seguenti cose.
1. La Russia non ha nessun diritto sull'Ucraina. Nessuno. Non quello di amputarla del suo territorio oggi e nemmeno quello di dettarle domani con chi debba allearsi. Certo, la geopolitica è una questione di rapporti di forza. Ma il diritto resta il diritto. E dice che i popoli non sono pedine di cui un dittatore imperialista e sanguinario possa disporre a suo piacimento. E dice che gli Stati Uniti e la Russia si impegnarono, nel 1994, quando l'Ucraina rinunciò ai suoi arsenali nucleari, a garantire la sua sicurezza. Putin, invadendola, ha tradito la parola della Russia. Ha rivelato il suo vero volto. Si è messo al bando dal consesso delle nazioni.
2. L'Ucraina, è vero, ha una storia comune con la Russia. Ma è la storia di una colonizzazione. Prima quella, sotto i bolscevichi, della strategia della «scopa di ferro», per sbarazzare Odessa dai suoi anarchici. Poi, con Stalin, l'Holodomor, lo sterminio per fame, che fece tra i 5 e i 6 milioni di vittime. Il resto, la cattiva letteratura sulla presunta «fratellanza» dei popoli slavi, la favola di quel «Rus' di Kiev», che sarebbe stato, nel IX secolo, la culla di una Russia che ancora non esisteva, appartiene alla propaganda. O Putin lo sa e fa il finto tonto, oppure lo ignora e allora bisogna fargli leggere senza indugio Vasilij Grossman, L'armata a cavallo di Isaak Babel' o, più recentemente, La grande carestia: la guerra di Stalin all'Ucraina di Anne Applebaum. Quanto a noi occidentali, avevamo un dovere, uno soltanto, a cui, come in Afghanistan, come in Kurdistan, come ovunque, siamo venuti meno: aiutare l'Ucraina a tranciare questo legame di soggezione, di sventura, di morte.
3. Putin, con i suoi carri armati, i suoi cannoni, i suoi aerei, aveva un obbiettivo. Uno solo. Mettere l'Ucraina in ginocchio. E spezzare la spinta democratica impressa otto anni fa dal popolo di cittadini liberi radunati sulla piazza Majdan di Kiev. Aveva un mezzo per farlo: la calunnia, l'offesa, la trasformazione in fascisti dei ragazzi, quasi dei bambini, che a piazza Majdan morirono stringendo fra le braccia la bandiera stellata dell'Europa. E ne aveva un altro: l'organizzazione, che non sta in piedi, di un appello all'amico russo per fermare un presunto genocidio; l'invio di un'armata potentissima incaricata di distruggere e di uccidere; e poi, ben presto, un'occupazione in in stile Praga o Budapest. Ha fatto entrambe le cose. Ha polverizzato un Paese grande e libero. È un crimine storico contro l'Ucraina e un attacco frontale contro l'Europa.
4. Si sente dire: i diplomatici, un giorno o l’altro, dovranno rientrare in scena e aiutare il pazzo a calmarsi, a uscire dalla sua bolla, a salvare la faccia e l’onore. Forse. Non lo so. Ma una cosa è certa. Non bisogna invertire i ruoli e dimenticare che è lui, Putin, e lui soltanto, ad aver infranto il tabù della guerra in Europa, ad aver fatto aleggiare lo spettro della guerra nucleare, ad aver creato il caos e l’angoscia. Bisognerà tenere a mente che è l'Ucraina, e l'Ucraina soltanto, che bisognava, e bisogna ancora, salvare da una distruzione annunciata e atroce. E anche se le cose si fermassero qui, anche se l'orco russo si accontentasse di assorbire la sua preda ucraina e anche se prevalesse dalle nostre parti, come a Monaco, il «codardo sollievo», sarà opportuno non perdere di vista il modo in cui i piromani di Mosca, dallo scorso dicembre, ben prima degli avvenimenti attuali, abbiano evocato un’Europa «teatro di uno scontro militare» di vasta portata (Alexander Grushko, viceministro russo degli Affari esteri), brandito la minaccia di un attacco nucleare «preventivo» come quelli che vengono minacciati contro l'Iran (Andrey Kartapolov, presidente della commissione Difesa della Duma), permesso a dei mezzi di informazione vicini al regime (la Svobodnaya Pressa) di sostenere a gran voce che la Russia, in caso di allargamento della Nato, vetrificherebbe «in trenta minuti tutta l'Europa e i due terzi degli Stati Uniti». Queste dichiarazioni inaudite, senza precedenti, documentate, nessun compromesso di pace dovrà mai cancellarle. Oppure sarà la pace di Monaco.
5. Significa che non bisognava tenere minimamente in considerazione la sensazione che ha la Russia, come dicono i vari Le Pen, Zemmour e Mélenchon, di essere accerchiata, maltrattata, umiliata? Io penso, in realtà, che questa umiliazione sia un mito. Mi ricordo che la Nato, fin dal 1994, proponeva alla Russia un «Partenariato per la pace». Che la Russia fu invitata a entrare nel Consiglio d’Europa e nel G7. Mi ricordo del Consiglio Nato-Russia, creato, da pari a pari, nel 2002. Poi di Obama che nel luglio del 2009 andò a Mosca per offrire un reset generalizzato. E poi dell'autolimitazione, fino a Trump e Biden inclusi, del numero e della portata delle armi americane dispiegate sul continente (e questo nel momento stesso in cui la Russia violava i suoi stessi impegni). Non vedo altri esempi di un impero decaduto che abbia beneficiato di tante premure. E credo che la leggenda dell'umiliazione russa, coltivata da qualche stipendiato della Gazprom e della Rosneft, sia l’ultimo tranello in cui dobbiamo evitare di cadere.
Ecco quali avrebbero dovuto essere le nostre ultime linee rosse, politiche e morali.
Superate quelle, cominciava il regno di una diplomazia che, come nell'etimologia del termine, consiste nel vivere «piegati in due» di fronte alla forza.
E poiché le stesse cause producono gli stessi effetti, è il terribile Novecento che ritorna.
Ci siamo arrivati.
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Messaggioda Berto » dom mag 01, 2022 8:04 pm

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