La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:18 am

La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

La vergogna dei veneti e dei leghisti che stanno con la Russia di Putin e contro l'Ucraina
viewtopic.php?f=143&t=3001
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 5947747508

Vi sono dei veneti che fanno dei distinguo e non si schierano completamente senza se e senza ma contro la Russia e che non prendono incondizionatamente le difese dell'Ucraina aggredita, invasa, stuprata e sono una vergogna e si trovano anche tra le file dei leghisti, partito che io ho votato alle ultime tre tornate elettorali: europee, italiane, venete, un voto motivato dalla necessità di sostenere il male minore per evitare un male più grande.
Ma la vergogna più grande per i veneti viene dalla minoranza venetista che sogna il ritorno della Serenissima la cui propaganda è piena di menzogne.


Il bullo del Cremlino.

https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... raina.jpeg
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Il demenziale bullo nazifascista del Cremlino,
il gemello eterozigote di Kin Jong-un.

Il macellaio del Cremlino è un criminale assassino,
un brigante, un grassatore, un mafioso, un oligarca ladro e farabutto,
un suprematista e imperialista russo come gli Zar e Stalin.

Il bullo del Cremlino è un demenziale fallito,
fallito come uomo, come cristiano, come statista.

Questo bullo criminale con il suo Impero del male minaccia il Mondo di sterminio nucleare.

Il macellaio del Cremlino come ha detto Trump è un genio ma del male
e per questo verrà ricordato come un criminale assassino,
uno stupratore di popoli e di cristiani,
come Moametto, Hitler e Stalin,
come i peggiori dittatori e assassini della storia,
una vergogna dei cristiani e dell'umanità.

E come per lui vi sarà grande vergogna anche per tutti coloro che demenzialmente lo hanno eletto a eroe, a santo, a paladino, a messia, a redentore dei cristiani e dell'umanità.

Costui dovrà essere bannato dall'ONU (già bandito dal Consiglio per i Diritti Umani) e da tutti i paesi del Mondo Libero e condannato dalla Corte Internazionale dell'Aia per gravi crimini contro l'umanità (sono già iniziate le pratiche sia all'ONU che all'Aia), dovrà essere braccato e arrestato da tutte le polizie dei paesi civili, sulla sua testa si dovrà mettere una taglia adeguata vivo o morto e i paesi che gli daranno rifugio dovranno essere boicottati in tutto come si fece con l'Afganistan che diede rifugio al criminale Osama Bin Laden.





https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... tatori.jpg
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https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... l-Male.jpg
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:21 am

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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:28 am

Indice:


1)
I venetisti con la Russia e contro l'Ucraina

2)
I leghisti russofili che non vogliono aiutare l'Ucraina a difendersi

3)
I novax/nogreenpass del polacco veneto venetista Zsumsky

4)
Il venetismo vittimista, irresponsabile e menzognero, fideista dogmatico idolatra, antiamericano antiNATO e filorusso, antisemita e filopalestinese, ... è morto

5)
La demenziale propaganda che i poveri venetista hanno fatto propria per demonizzare l'Ucraina e santificare la Russia:
il caso del Donbass e dei separatisti filorussi

6)
La demenziale propaganda che i poveri venetista hanno fatto propria per demonizzare l'Ucraina e santificare la Russia:
il caso del giornalista Rocchelli ucciso nel Donbass e la propaganda per demonizzare l'Ucraina e santificare la Russia

7)
La demenziale propaganda che i poveri venetista hanno fatto propria per demonizzare l'Ucraina e santificare la Russia:
il caso dell'espansione della NATO e dell'influenza USA

8)
La demenziale propaganda che i poveri venetista hanno fatto propria per demonizzare l'Ucraina e santificare la Russia:
il caso del presunto nazismo ucraino

9)
Il falso cristianismo idolatra dei venetisti marciani, di certi leghisti e del loro nuovo messia il nazi fascista e falso cristiano e suprematista russo il desposta Putin

10)
Cari Serenissimi 8 di San Marco,
dalla piega e deriva che ha preso il vostro venetismo aridtico, dogmatico e fideistico, fossilizzatosi nel Mito di voi stessi i Serenissimi che ha portato i più vecchi di voi ha portato all'infantile e demenziale, perché inutile e insensata, iniziativa del Tanko 2, e i più giovani all'adesione all'altrettanto infamtile e demenziale Veneto Serenissimo Governo affianco del nazifascista ed ex comunista di estrema sinistra Serraglia, al vostro sostegno ai criminali separatisti filorussi del Donbass che violano i dritti umani, civili e politici degli ucraini e da ultimo per il vostro insensato e malvagio sostegno e favore all'invasione armata dell'Ucraina da parte della Russia nazifascista del falso cristiano Putin, mi vedo assolutamente pentito di avervi sostenuto, di esservi stato amico e di aver rischiato di finire in prigione per una sorta di solidarietà fraterna veneta che non meritavate e oggi mi trovo costretto a esprimervi il mio grande dispiacere e la mia totale condanna per questa vostra deriva antiveneta, incivile e disumana ed esservi schierati dalla parte del male assoluto, dell'ignoranza, della violenza e di una falsa cristianità.

11)
La Russia di Putin ma nemmeno quella degli Zar, per non parlare di quella ateo comunista dell'URSS
non è e non è mai stata un Paradiso per i cristiani e per l'umanità cristiana, mai nei secoli.
E oggi la Russia di Putin nonostante le magagne dell'Occidente cristiano, poco cristiano, diversamente cristiano, non cristiano, a egemonia sinistrata e politicamente corretto, è lo stesso una fonte di male assoluto sia per i cristiani di Russia che per i cristiani d'Europa, d'America e del Mondo intero assediati dal Politicamente Corretto e discriminati e sterminati dal nazismo maomettano.
Nulla di buono viene dal cristianismo politico della Russia di Putin per il Mondo cristiano e per l'umanità tutta.

12)
I poveri e demenziali venetisti che vorrebbero il ritorno della Serenissima, che oramai e da oltre 220 anni è stata cancellata definitivamente dalla storia dall'invasione delle armate francesi di Napoleone per la sua antidemocraticità che non ha mai promosso la costituzione di uno stato nazionale a sovranità di tutti i veneti e sopratutto per non aver vigliaccamente e ignobilmente combattuto Napoleone e difeso i suoi domini e sudditi veneti abbandonandoli alla mercé del nemico invasore, questi poveri e demenziali venetisti oggi si schierano altrettanto ignobilmente contro l'Ucraina e gli ucraini che onorevomente, coraggiosamente, ammirevolmente si difendono e difendono la loro patria, la loro libertà e la loro dignità dalla criminale invasione russa con il suo abominevole e falso cristiano dittatore Putin.

13)
Voto del Consiglio Regionale Veneto a favore dell'Ucraina e della sua indipendenza e integrità terrioriale .
La Lega costretta a votare a favore, astenuti Fratelli d'Italia
La vergogna del voto a favore della Russia di Putin nel 2016.

14)
Ecco un veneto demente alcolizzato e violento, dichiarato comunista e fan della Russia di Putin continuatrice dell'URSS, schieratosi dalla parte dei malvagi russi e che ben rappresenta la demenzialità e la degenerazione del criterio del bene e del male presso certi veneti tra cui la minoranza di certo venetismo insensato destro sinistrato nazifascista e comunista.

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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:42 am

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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:43 am

1)
I venetisti con la Russia e contro l'Ucraina




Il caso della demenziale minoranza venetista venezianista
schierata a favore della Russia nazional imperialista illiberale, antidemocratica e falsamente cristiana dell'oligarca Putin, antiamericana, antieuropea, antisemita, alleata con tutte le dittature della terra comuniste e maomettiste, usa alla menzogna, alla minaccia mafiosa, alla prepotenza sopraffatrice, alla violenza più brutale, alla rapina gangsterista, all'assassinio politico ed economico, al genocidio dei non russi e dei cristiani non allineati;
e che fa propria la propaganda menzognera con le calunnie di Putin contro l'Ucraina;
e che paragona il separatismo/secessionista dei russofoni filorussi dell'Ucraina (Crimea, Donbass, altro) al venetismo indipendentista veneto, costituito da una minoranza minimale di esaltati e fanatici costituitasci in modo fideistico e dogmatico sul Mito di Venezia e della sua Serenissima e su due menzogne storiche che insieme costituiscono i tre fondamenti del fideismo dogmatico di questa demenziale minoranza che ha l'assurda e insulsa pretesa di essere il Popolo veneto contro la stragrande maggioranza dei veneti stessi
che questi sì costituiscono a pieno titolo il Popolo veneto e la maggioranza democratica dei veneti.

Questa minoranza, di veneti venetisti demenziali, idolatri, ignoranti, arroganti, presuntuosi e menzogneri senza alcun rispetto democratico per la maggioranza dei veneti che costituiscono questi sì a pieno diritto il Popolo veneto, in preda alla loro fideistica e fanatica esaltazione, non si rende nemmeno conto che se paragone analogico fosse possibile questo andrebbe fatto, caso mai, tra la Serenissima e l'Ucraina e la Francia imperiale napoleonica con la Russia imperiale putiniana, confronto che metterebbe a nudo la viltà della Serenissima e il coraggio dell'Ucraina nel far fronte ai rispettivi invasori stupratori e carnefici, l'unità degli ucraine e la disunità dei veneti.
I veneti costituiti dall'oligarchia veneziana antidemocratica e antisovranità di tutti i veneti che di Venezia erano solo sudditi, non hanno fatto alcun fronte comune e alcuna vera resistenza all'invasione delle armate napoleoniche che addirittura i veneziani hanno improvvidamente e vigliaccamente finanziato con milioni di ducati sperando di tenerseli buoni e che fossero sconfitti dall'Austria.
Raccontano a se stessi e al mondo che i veneti sono stati delle povere vittime della brutale aggressione della Francia e di Napoleone e poi dell'Europa che alla caduta di Napoleone non hanno fatto risorgere la Serenissima.
I veneti non sono mai stati uniti e fraternamente sovrani in un unico stato, mai e l'unica occasione che hanno avuto dalla protostoria venetica ante periodo romano, è stata quella della Serenissima ma che non si è mai realizzata e che è sfumata con l'arrivo di Napoleone il quale ha definitivamente cancellato la Repubblica veneta, e questa falsa interpretazione della storia è la prima menzogna dei venetisti venezianisti.
L'altra menzogna che sta a fondamento dogmatico del fideismo venetista e della sua rivendicazione indipendentista è quella messa in piedi dal falsario storico Ettore Beggiato con il titolo di Plebiscito Truffa in cui si racconta che nel 1866 i veneti sono stati ingannati e costretti con la minaccia, la violenza e la truffa di brogli elettorali a votare in massa per l'annessione all'Italia.

Questi demenziali venetisti si sono fatti utili idioti della Russia nazi fascsita di Putin appoggiando il separatismo del Dinbass, crdendo fi fare cosa buona e giusta sostenendo questa presunta minoranza disciminata, maltrattata e privata dei suoi diritti umani, civili e politici, ma hanno preso un sono abbaglio.
Tutti i fanatici fideisti, irragionevoli e idolatri credono facilmente alle menzogne e sono altrettanto facilmente ingannabili poiché non sono abituati a ragionare.


I poveri venetisti con la macchietta di Gardin contro la NATO

https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 68x543.jpg
https://www.filarveneto.eu/wp-content/uploads/2022/03/Dementi-venetisti-300x212.jpg




Piena sintonia del Veneto Serenissimo Governo con il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin
Veneto Serenissimo Governo
12 aprile 2022

https://www.serenissimogoverno.eu/2021/ ... mir-putin/

Al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin
Al Governo della Federazione Russa
Al Popolo Russo

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, con il Popolo Veneto, in occasione del 76esimo anniversario della Vittoria dell’Armata Rossa contro la canaglia nazifascista, ringrazia per il sacrificio degli immortali eroi, che con il loro coraggio, sacrificio e sangue assieme a tutti gli antifascisti hanno sconfitto le forze del male. La guerra continua; il male si deve continuamente contrastare, e combattere senza sosta.
Il Veneto Serenissimo Governo fa proprie le affermazioni del Presidente Vladimir Putin quando ribadisce che esiste un pericoloso rigurgito di russofobia e antisemitismo.
La nostra lotta per l’autodeterminazione del Veneto è all’interno di questi principi.
Il Veneto Serenissimo Governo è a fianco della Federazione Russa e dello Stato di Israele nella lotta contro il terrorismo e il razzismo, per la pace, la libertà e l’autodeterminazione.

Venezia- Longarone, 12 maggio 2021
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Presidente
Luca Peroni
I Vicepresidenti
Valerio Serraglia
Andrea Viviani
Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia



Ecco la pagina facebook di un venetista venezianista con i post che esaltano Putin

https://www.facebook.com/profile.php?id=100011196281833


Ma anche altri veneti non venetisti non scherzano in fatto di irresponsabile filo putinismo:

Il Veneto ha finalmente dato il suo 'ok' all'annessione della Crimea alla Russia
18 maggio 2016

https://www.vice.com/it/article/8xjxek/ ... sia-crimea

Il Consigliere Regionale del Veneto Stefano Valdegamberi in posa davanti a un ritratto di Vladimir Putin. (Foto via Facebook)

Da tempo i legami tra il Veneto e la Russia di Putin risultano abbastanza stretti: dalla leggenda che vede il Presidente russo nato in provincia di Vicenza, ai legami con la Federazione rivendicati da una schiera di indipendentisti veneti, dal Veneto Serenissimo Governo alla stessa Lega Nord.

Ma il punto più alto dell'amicizia tra il Veneto e la Russia potrebbe essere stato raggiunto oggi: la regione è infatti la prima in Europa a spingere per il riconoscimento della Crimea come stato autonomo e annesso alla Federazione Russa, seguendo le orme di altri paesi come la Corea del Nord, la Siria e il Venezuela.

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato mercoledì pomeriggio una risoluzione per spingere la Regione a promuovere "il diritto di autodeterminazione della Crimea" e "la costituzione di un comitato contro le sanzioni alla Federazione Russa."

Nel dettaglio, il provvedimento - che vede come primo firmatario il consigliere Stefano Valdegamberi, eletto con la lista Zaia - invita il Governo italiano a condannare le politiche dell'Unione Europea nei confronti della Crimea.

Allo stesso tempo, la mozione chiede di riconoscere il risultato del referendum del 16 marzo 2014 — con cui la popolazione della Crimea ha espresso la volontà di costituirsi come soggetto federale della Federazione Russia, ma il cui esito è considerato illegittimo, tra gli altri, dall'OSCE e dagli stati del G7.

Il voto in Veneto ha suscitato l'attenzione di diverse testate giornalistiche russe, come l'agenzia governativa Tass, e secondo alcuni giornalisti presenti sul posto, alcune troupe televisive russe hanno addirittura assistito al dibattito del Consiglio Regionale sulla risoluzione.

Prima troupe russa in consiglio regionale del — Angela Pederiva (@AngelaPederiva)17 maggio 2016

Secondo quanto si legge nel documento, i promotori sostengono che l'Italia e l'Unione Europea abbiano violato il diritto all'autodeterminazione della Crimea, e che abbiano adottato "due pesi e due misure" tra la Crimea e altre nazioni che hanno portato avanti istanze simili, a seconda dei loro interessi geopolitici.

Di conseguenza, il Consiglio Regionale del Veneto chiede anche che siano rivisti i rapporti tra l'Unione Europea e la Russia, soprattutto per quanto riguarda le sanzioni economiche applicate dai paesi occidentali alla Federazione Russa in seguito all'annessione della Crimea.

In particolare, vengono contestati i danni economici riportati dall'Italia a causa delle sanzioni contro la Russia e il conseguente embargo russo sui prodotti occidentali. Citando i dati della CGIA di Mestre, la risoluzione parla di una riduzione dell'export italiano da 10,7 miliardi di euro nel 2013 a 7,1 miliardi nel 2015, un calo del 34 per cento.

"È giunto il momento di dire basta alle assurde, ingiuste e inefficaci sanzioni a cui Mosca ha reagito con un embargo che sta provocando danni gravissimi all'economia veneta," ha detto il promotore della risoluzione Stefano Valdegamberi.

"La questione della Crimea, poi, è paradossale: l'Europa per la prima volta nega il diritto di autodeterminazione a un Paese la cui storia e cultura è da sempre legata alla Russia."

Di diverso avviso ovviamente è l'Ucraina, che tramite il suo ambasciatore in Italia Yevhen Perelygin ha espresso il suo disappunto. "Dovrei ricordare all'autore della Risoluzione che la Crimea è parte integrante del territorio dell'Ucraina, occupata e annessa due anni fa alla Federazione Russa in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale e degli accordi bilaterali," ha scritto in una lettera indirizzata ai Consiglieri della regione Veneto e pubblicata dal Corriere del Veneto.

"Comprendo le ragioni legittime dei rappresentanti del popolo del Veneto di accrescere gli scambi commerciali della regione, ma, a mio parere personale, una tale Risoluzione provocatoria non contribuirà certo ad aumentare le capacita d'esportazioni delle imprese venete," aggiunge l'ambasciatore.




Comunicato ufficiale del segretario di Indipendenza Veneta.
Luigi Boldo
23 febbraio 2022

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 574066:102

Il Movimento Indipendenza Veneta che da sempre ha fatto del diritto di Autodeterminazione la propria battaglia politica, è e sarà sempre al fianco delle comunità e dei Popoli che esercitando tale diritto, distinguono in modo netto e inequivocabile, la differenza tra i confini nazionali dello Stato e il senso di appartenenza di una comunità.
Per quanto concerne il Donbass, assistiamo alla nascita di due distinte Repubbliche, che evidentemente hanno usi, tradizioni, costumi diversi.
Ora l'unione Europea e l'occidente si ponga una domanda se realmente vuole trattare la questione con il diritto internazionale
È giusto difendere i reticolati dei confini nazionali e politici o il confine dettato dal senso di appartenenza di una comunità, fatto di lingua, tradizioni, usi, consuetudini, cultura.
Indipendenza Veneta non ha bisogno di farsi questa domanda, noi siamo dalla parte del diritto e pertanto dalla parte dei Popoli e non dei reticolati costruiti con l'uso della violenza.
La guerra si può evitare semplicemente riconoscendo al diritto internazionale la facoltà di dirimere tali questioni, non certamente con la violenza degli stati nazionali, siano essi o meno membri della Nato.
La sentenza della Corte internazionale di giustizia, come scrive autorevolmente Alessio Morosin, nel caso del Kosovo, parla chiaro.
Il diritto naturale di Autodeterminazione di un Popolo, prevale sul diritto di integrità dei confini di uno Stato.
W la Libertà dei Popoli, w l'Europa dei Popoli e non dell'euro.
Michele Favero segretario Indipendenza Veneta

Alberto Pento
Questi parlano perché hanno la bocca.
La verità è che la stragrande maggioranza dei veneti non vuole/vorrebbe l'indipendenza ma caso mai l'autonomia.
Il Donbass non è terra russa e in quella terra vi sono cittadini ucraini che non vogliono saperne della Russia e i loro diritti contano, ma per questi poveri venetisti senza arte ne parte i loro diritti non conterebbero nulla.
Il paragone tra il Donbass e il Kosovo (e aggiungo io la Catalogna e il Veneto) non è proponibile poiché i casi e i contesti storici e geopolitici sono diversi.
Il diritto all'autodeterminazione non implica necessariamente la secessione. Se la terra è della minoranza della popolazione ucraina e nel tempo con le migrazioni o altro si forma una maggioranza di non ucraini filorussi questi non hanno alcun diritto di appropriarsi della terra e di secedere.





Questi venetisti filo Russia di Putin sono assolutamente dementi e di un'ignoranza storica abissale sia sulla storia del Veneto che su quella dell'Ucraina, della Russia e del Donbass


VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Ufficio Affari Esteri
Riconoscimento sovranità nazionale delle Repubbliche Donetsk e Lugansk

A nome e per conto del Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, ho il piacere di riconoscere la sovranità di Stato e il pieno diritto all’autodeterminazione, secondo quanto previsto dal diritto internazionale, delle Repubbliche Donetsk e Lugansk.

I principi dell'autodeterminazione e del libero arbitrio dei Popoli sono il fondamento per la pace tra le nazioni.
Il Popolo Veneto nel 2017, attraverso un libero referendum, ha rivendicato il proprio diritto a ricostituire le istituzioni di uno Stato Veneto indipendente. Nonostante l'incontestabile vittoria referendaria lo Stato italiano, che dal 1866 occupa illegalmente le terre venete, continua a violare il diritto del Popolo Veneto a ricostituire la Repubblica Veneta.
Il Veneto Serenissimo Governo, da anni, si impegna a livello internazionale come rappresentante del Popolo Veneto per ottenere il riconoscimento delle istanze Venete presso i governi e le istituzioni del consesso internazionale.
Il Veneto Serenissimo Governo è disponibile ad aprire relazioni diplomatiche con le Repubbliche Donetsk e Lugansk per tutelare il reciproco interesse dei nostri Popoli.
La libertà dei Popoli non cade mai in prescrizione.

Venezia-Longarone 21 febbraio 2022
per il Veneto Serenissimo Governo
il Ministro degli Esteri
Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia
Veneto Serenissimo Governo
segreteriadistato@serenissimogoverno.org, – kancelliere@katamail.com,
Tel. +39 349 1847544 - +39 340 6613027
http://www.serenissimogoverno.eu
http://www.radionazionaleveneta.org

Che triste deriva quella dei Serenissimi, degli 8 di San Marco.
Alcuni vittime pietrificate nel mito di se stessi e della Serenissima, altri succubi di un social comunista di estrema sinistra filo Russia imperiale di Putin.


Anche questi demenziali venetisti sostengono i crimini di Putin contro l'Ucraina e il Mondo civile

VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Ufficio di Presidenza
Fermiamo i golpisti di Kiev

La Federazione Russa sta attuando un'azione di autodifesa contro le continue provocazioni dei golpisti di Kiev e della NATO.

Il Presidente Vladimir Putin ha, con questa iniziativa, ribadito i diritti dei popoli all'autodeterminazione e a vivere in pace e nella libertà.

È chiaro a tutti che bande neonaziste foraggiate principalmente dagli Stati Uniti stanno operando, da prima del 2004 in Ucraina, e sono responsabili del massacro di Odessa, (con 48 operai arsi vivi nella sede del sindacato), e di oltre 20.000 morti provocati nel Donbass, nel tentativo d'imporre la loro dittatura sulla volontà del popolo del Donbass.

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica è a fianco di tutte le forze che lottano per i loro diritti contro le canaglie nazifasciste.

Noi del Veneto Serenissimo Governo abbiamo voluto e vinto il referendum per l'autodeterminazione della nostra Patria nel 2017, con il 98,1% di SI. Stiamo lottando e lotteremo per la nostra libertà e i nostri diritti. Questa nostra lotta ci affraterna ai popoli del Donbass e della Federazione Russa.

Venezia-Longarone,24 febbraio 2022
Per il Veneto Serenissimo Governo
Ufficio di Presidenza

Veneto Serenissimo Governo
segreteriadistato@serenissimogoverno.org, – kancelliere@katamail.com,
Tel. +39 349 1847544 - +39 340 6613027
http://www.serenissimogoverno.eu
http://www.radionazionaleveneta.org



Da Davide Lovat un venetista novax-nogreenpass
QUALE CIVILTÀ VOGLIAMO?

Davide Lovat
https://www.facebook.com/davide.lovat/p ... 0056613927
Ormai senza mezzi termini la maschera è stata deposta e quello che era considerato lo slogan dei "complottisti" (il New World Order) ora è certificato come lo scopo da perseguire attraverso il Great Reset, sul piano socioeconomico, e la guerra in Ucraina con gli obiettivi diplomatici connessi, sul piano politico e strategico.
L'impero USA, altrimenti detto "Occidente", non ammette altre visioni del mondo da quella liberal-progressista ed è pronto a tutto per imporla.
Ecco perché, ad esempio, i movimenti indipendentisti finanziati cospicuamente sono solo quelli aderenti all'ideologia mondialista (liberal-progressista appunto) e sempre in funzione di opposizione a Governi di ispirazione conservatrice o cristiana. Gli altri movimenti indipendentisti (come quelli degli stati preunitari del'Europa Subalpina, altrimenti detta Italia) sono combattuti strenuamente, con disprezzo, perché con il loro richiamo identitario tradizionale sarebbero una minaccia alla realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale.
Del resto, lo stato unitario italiano è di matrice massonica e non va discusso. Come non si deve discutere la ragione della poliltica estera imperiale USA, né quando bombarda Belgrado e smembra la Serbia, né quando nel 2019 insedia un comico cooptato dal WEF nel piano "Young Global Leaders" al vertice dell'Ucraina con il chiaro intento di creare le condizioni per un conflitto, attraverso l'adozione di misure (richiesta di ingresso in UE e NATO) che la Russia aveva dichiarato inaccettabili fin dal 2014.
Con questo, da cristiano affermo la necessità di far tacere le armi e di dare il massimo sostegno ai civili perseguitati. Tutti, senza esclusioni, anche quelli del Donbass vessati negli anni recenti, poiché anch'essi sono persone degne di pietà e titolari di diritti da tempo negati con violenza.

Gianni De Marchi
La “ scafandrata” già pronta con corazza ed elmo in “ testa”

Pino Milone
Chissà se nelle Agenzie di sicurezza mondiali si stia facendo strada la necessità di ripulire il pianeta di un bel numero di "filantropi" alla Gates.

Ferdinando Marcassa
Il potere mediatico è quello di far vedere la Von der Layen paladina degli afflitti e dei perseguitati Ucraini dai Russi. A questa vecchia donzella degli Ucraini non frega nulla, però tramite quella faccetta verginella rimbecillisce quelli che guardano le TV di Stato....vero che lavora per il NWO per distruggere la Russia unica nazione contro la finanza massonica.

Paola Fratter
Ferdinando Marcassa esatto...vallo a dire i cari fans della nato anche italica e i magna hamburger guerrafondai

Paola Fratter
Il Deep state sarà distrutto !!
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone e il seguente testo "DEEP STALE"

Allegra Angelica
Il piano per il nuovo ordine mondiale continua, nuova divisione....dopo il No Vax Vs Pro Vax,arrivata guarda caso Ukraina Vs Russia! Il "gregge" non guarda oltre il proprio naso...

Francesco Falezza
Davide Lovat non finanziano indipendentisti di categoria A o di categoria B, ma destabilizzano gli stati non "allineati" con tutti i mezzi che hanno a disposizione, dai Talebani, agli indipendentisti fino ad arrivare anche ai nazisti, dipende da quello che trovano sul territorio, se ne fregano di diritti e convenzioni, sono privi di qualsiasi etica, finanziano influencer sui social ed hanno il controllo pressoché totale dei media... questa è la situazione attuale... per loro non esiste un indipendentismo buono o uno cattivo, se lo stato è allineato qualsiasi cosa che lo destabilizza, anche se giusta e sacrosanta viene stoppata, al contrario, se lo stato non è allineato viene fatto di tutto e di più per destabilizzarlo...

Davide Lovat
È esattamente quel che sto dicendo. Infatti appena la Spagna è tornata in mano ai mondialisti, l'indipendentismo catalano è stato pesantemente ridimensionato. Ma viene tenuto vivo nel caso servisse. Noi veneti siamo di San Marco, di tradizione cristiana, non verremo mai aiutati. Sommamente miope è chi crede che le manifestazioni da milioni di persone sorgano spontaneamente in modo ripetuto. Togliere il salame dagli occhi per certi "fini analisti" sarebbe utile, se i "sieri" non avessero ormai ridotto in cenere le sinapsi.

Riccardo Pasqualin
Davide Lovat La Spagna cristiana e tradizionale è unita dalla monarchia ispanica (federativa e sociale), non divisa in entità statali mai esistite.
I catalanisti sono in gran parte progressisti arcobaleno e filoislamici che abbattono i monumenti cristiani.

Davide Lovat
Riccardo Pasqualin e infatti, ripeto, non è esattamente quello che ho spiegato nel post? Solo i movimenti indipendentisti aderenti al NWO ricevono ingenti finanziamenti che permettono loro di svolgere la loro attività. E' quel che ho scritto...

Riccardo Pasqualin
Davide Lovat In questo caso nulla da obiettare. Le Spagne tradizionali sono formate da popoli diversi per culture e lingua, questo ci tengo a precisarlo: la lingua basca e catalana meritano il massimo rispetto, chi vuole la Spagna centralista e nazionalista non è un tradizionalista, né un cristiano. La soluzione è la federazione storica delle Spagne che garantisce il rispetto delle leggi locali adatte ad ogni popolo perché formate sulla sua storia.

Davide Lovat
Riccardo Pasqualin devo ancora precisare, eppure era scritto chiaro. Chi vuole la Spagna centralista è un conservatore, non necessariamente anche un cristiano. Ma non posso mettere per ogni parola la nota a pié di pagina. Il NWO non finanzia i movimenti che si oppongono alla sua visione del mondo, mentre finanzia quelli che si oppongono ai Governi conservatori, (virgola che sta per o) tradizionalisti o di valori cristiani.

Riccardo Pasqualin
Davide Lovat Il conservatore e il tradizionalista sono due cose diverse. Il conservatore conserva anche la rivoluzione e rifiuta sempre l'innovazione, il tradizionalista riconosce che la tradizione è dinamica e fondata su un processo di selezione e di miglioramento: elimina gli errori del passato, ama le novità buone.
Però ci siamo capiti.

Davide Lovat
Infatti avevo scritto con una bella "o" in mezzo a indicare che sono cose diverse, sennò scrivevo "e".

Francesco Falezza
Ma un partito indipendentista non può essere favorevole al NWO perché altrimenti non sarebbe indipendentista, certo ci sono tante anime e tanti punti di vista nell'indipendentismo, però tutti hanno subito la stessa sorte del Popolo di San Marco, per questo ritengo opportuno unire le forze, fare fronte comune in questo periodo così negativo, per poi differenziarci quando i numeri lo permetteranno...

Davide Lovat
Francesco Falezza siamo davanti a uno scontro di civiltà, o sei da una parte o sei dall'altra. Non c'è possibilità di stare assieme, io sono contrario all'indipendenza della Repubblica Veneta se i valori sono quelli del NWO a cui invece aderiscono esplicitamente (in larga maggioranza) sia i catalani che gli scozzesi. Preferisco un italiano tradizionale a un veneto mondialista. Quando fondammo il Popolo di San Marco come associazione culturale indipendentista lo dicemmo chiaramente, proprio prevedendo la deriva attuale che è inevitabile.

Francesco Falezza
Il risultato sarà che continueremo ad essere sotto l'italia mondialista, con l'aggiunta dell'annientamento del popolo Veneto

Davide Lovat
Francesco Falezza non per colpa di chi si batte per il ripristino della tradizione, ma per colpa di chi aderisce alla civiltà liberal progressista. Come si fa a riferirsi ai simboli marciani, radicalmente cristiani, e tradirli appoggiando i valori americani? È un controsenso. Non si può stare assieme avendo obiettivi esistenziali opposti.
Francesco Falezza
Io non so che tipo di stato Veneto ne uscirà, so che sarà 1.000 volte meglio di adesso che siamo sotto dominazione italiana, dividendoci si fa il gioco dei nazionalglobalisti
Davide Lovat
Francesco Falezza io non mi divido da uno diverso e portatore di valori opposti, quello lo combatto anche se è veneto. Mi dividerei se per ragioni di opportunismo rompessi i rapporti con chi combatte la stessa battaglia e dalla stessa parte, ma questo io non lo farò mai. Ma un conto sono gli amici, un conto diverso gli avversari. Questo periodo, fra Green Pass e conflitto internazionale, serve come una benedizione a chiarire quello che non era ancora chiaro per tanti: non si può essere coerentemente indipendentisti veneti se si è aderenti ai valori liberal progressisti che sono derivati direttamente da quelli che ci tolsero l'indipendenza oltre 2 secoli fa.
Francesco Falezza
Se vogliamo la Repubblica Veneta, prima di soccombere, era 200 anni più progredita del resto d'Europa...
Francesco Falezza
Ti dividi da uno appartenente al tuo stesso popolo che vuole salvarlo come te...
Davide Lovat
Francesco Falezza cosa c'entra? L'ideologia progressista nulla ha da spartire con il concetto di progresso tecnologico, civile e sociale. Progressismo ha un altro significato, a cui rimando perché non è Facebook il luogo dove posso tenere una lezione di filosofia politica. In gioco, comunque, c'è la visione dell'uomo e del mondo.
Davide Lovat
Francesco Falezza non salvi un popolo senza cambiare ciò che lo sta distruggendo. Non ci possono essere compromessi, infatti loro non ne fanno.


Ecco il caso del veronese Palmerino Zoccatelli che fa propria la propaganda russa antiucraina e scrive a Zaia citando le menzogne di questa propaganda.

Questo veneto veronese è di una ignoranza abissale e si fa utile idiota e complice del criminale Putin

https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... atelli.jpg
Immagine

Alberto Pento
I bambini morti ci sono stati da tutte le parti, ma la responsabilità è di chi ha provocato tutto ciò, la Russia di Putin che ha fomentato il separatismo violento dei russofoni-russofili.
L’Onu: in Ucraina 13mila morti per la guerra del Donbass tra i due contendenti
Monica Ricci Sargentini
22 gennaio 2019
https://lepersoneeladignita.corriere.it ... l-donbass/

Dall’aprile 2014 alla fine del 2018 sono state quasi 13 mila le vittime della guerra nel Donbass. Lo ha reso noto la missione di monitoraggio per i diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. Nello specifico, i civili rimasti uccisi sarebbero 3.300, oltre a 4 mila soldati ucraini e 5.500 miliziani separatisti. In aggiunta, un numero di persone fra le 27 e le 30 mila sono rimaste ferite nel corso del conflitto armato.
Tutta l’area orientale dell’Ucraina vive una situazione di profonda instabilità e incertezza dall’aprile del 2014, dopo che le autorità di Kiev lanciarono un’operazione militare per riprendere il controllo della regione dalle milizie delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk che sostengono l’indipendenza del Donbass. Gli accordi raggiunti a Minsk dal Gruppo di contatto trilaterale dell’Osce (Russia, Ucraina e le due autoproclamate repubbliche) prevedono un completo cessate il fuoco; il ritiro degli armamenti dalla linea di contatto nell’Ucraina orientale; lo scambio reciproco di tutti i prigionieri detenuti da entrambe le parti; delle riforme costituzionali che conferiscano uno statuto speciale alle autoproclamate repubbliche. Il Formato Normandia (Francia, Germania, Russia e Ucraina) monitora il rispetto di quest’intesa. Dalla sigla degli accordi, tuttavia, le due parti si accusano reciprocamente di contrastarne l’attuazione.


La strage di Odessa nel maggio del 2014, fu la sola strage compiuta dai nazionalisti ucraini contro la minoranza filorussa per l'odio feroce che si era sviluppato tra le due parti e a seguito dell'invasione della Crimea da parte della Russia di Putin nel marzo del 2014


La strage di Odessa
https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Odessa
La strage di Odessa è un massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati, in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti ucraini ai danni dei manifestanti che si opponevano al nuovo governo instauratosi nel Paese in seguito alle rivolte di piazza di Euromaidan. In concomitanza del rogo, preceduto e seguito da linciaggi e violenze nei confronti degli aggrediti, trovarono la morte almeno 48 persone tra impiegati della Casa dei Sindacati, manifestanti contrari al nuovo governo, o favorevoli al separatismo, simpatizzanti filo-russi e membri di partiti di estrema sinistra.
Con le rivolte di Euromaidan a Kiev il presidente ucraino filo-russo Viktor Janukovyč venne destituito. Questo cambio di governo provocò la reazione dei sostenitori di Janukovyč e di una parte della popolazione ucraina contraria alla svolta filo-occidentale (tra cui i membri del Partito Comunista dell'Ucraina). Il 2 maggio 2014 si ebbero quindi anche ad Odessa scontri di piazza tra le fazioni contrapposte.

In seguito agli scontri, in cui erano intervenute anche frange paramilitari nazionaliste (in particolare quelle di "Pravyj Sektor")[2], i manifestanti antigovernativi si rifugiarono nella Casa dei Sindacati. Questi manifestanti vennero seguiti ed aggrediti ferocemente all'interno dell'edificio dai sostenitori di Euromaidan e dai militanti di estrema destra, che successivamente circondarono l'edificio e appiccarono il fuoco.

Nell'incendio che ne scaturì trovarono la morte 42 persone (34 uomini, 7 donne e un ragazzo di diciassette anni), alcune delle quali del tutto estranee ai fatti in quanto si trovavano all'interno dell'edificio per ragioni di lavoro. Gli estremisti di destra impedirono ai vigili del fuoco di accedere all'area per poter intervenire. I pochi che riuscirono in maniera fortunosa a fuggire dall'incendio furono linciati dai militanti neonazisti che circondavano il palazzo. Alla fine del rogo i testimoni trovarono i corpi carbonizzati dei manifestanti aggrediti e cadaveri di donne seviziate e violentate, tra cui una donna incinta strangolata con dei cavi telefonici. Si scoprì che tra le vittime del massacro vi erano anche persone colpite da armi da fuoco e mutilate con armi da taglio.

Il nuovo governo ucraino a capo di Oleksandr Turčynov e Arsenij Jacenjuk si limitò a parlare di una fatalità che era costata la vita a circa 30 persone.42 Il Ministro degli Interni ucraino e la Polizia sostennero da subito che i manifestanti anti-governativi fossero rimasti uccisi dalle fiamme scaturite dai loro stessi lanci di bombe molotov.[6] Anche la stampa vicina al nuovo governo attribuì l'incendio ai manifestanti filo-russi. Ben presto questa versione venne smentita dalle testimonianze dei sopravvissuti e di vari osservatori.

Il Parlamento europeo si espresse in tal senso:

«Numerosi indizi suggeriscono che non è stato il presunto incendio dell’edificio a uccidere coloro che si trovavano all’interno, lì rifugiatisi per non essere massacrati in strada, bensì sono stati colpi di arma da fuoco o armi di altro genere. Esistono filmati che mostrerebbero poliziotti sparare sui disperati che cercavano di fuggire dalle finestre e tutte le prove disponibili indicano che gli assedianti intendevano uccidere».

Nessun processo è stato intentato per la strage.


La Strage di Odessa (42 vittime) da parte degli ucraini che volevano la libertà dalla Russia è sta una areazione all'invasione violenta e all'annessione russa della Crimea ucraina

https://it.wikipedia.org/wiki/Annession ... lla_Russia
L'annessione della Crimea alla Russia fu il primo evento della crisi russo-ucraina nel 2014. Nello specifico, in seguito alla rivoluzione ucraina del 2014, la Russia inviò proprie truppe senza insegne a prendere il controllo del governo locale. Il nuovo governo filorusso dichiarò la propria indipendenza dall'Ucraina. Fu quindi tenuto un referendum sull'autodeterminazione della penisola il 16 marzo (criticato e non riconosciuto da gran parte della comunità internazionale), segnato dalla vittoria del "Sì" con il 95,32% dei voti, le autorità della Crimea firmarono il 18 marzo l'adesione formale alla Russia.
Durante la prima fase del conflitto sono rimasti feriti vari manifestanti filo-ucraini e alcuni manifestanti filo-russi, mentre tra i militari sono stati uccisi quattro soldati delle Forze armate dell'Ucraina, uno del Servizio di sicurezza dell'Ucraina e uno delle Forze armate della Federazione Russa.
Il 22-23 febbraio 2014, il presidente russo Vladimir Putin ha convocato una riunione notturna con i capi dei servizi di sicurezza per discutere la liberazione del presidente ucraino deposto, Viktor Janukovič. Al termine dell'incontro, Putin ha sottolineato che "dobbiamo iniziare a lavorare per il ritorno della Crimea in Russia". Il 23 febbraio si sono svolte varie manifestazioni filo-russe nella città crimeana di Sebastopoli. Il 27 febbraio, le truppe russe mascherate senza insegne, i cosiddetti omini verdi, con varie sparatorie con le locali Forze armate dell'Ucraina, hanno assunto il Consiglio supremo (parlamento) della Crimea e hanno catturato siti strategici in tutta la penisola, il che ha portato all'insediamento del governo filo-russo Aksyonov in Crimea e alla conduzione del referendum sull'autodeterminazione della Crimea. La Russia ha formalmente incorporato la Crimea come due soggetti federali della Federazione Russa il 18 marzo 2014 (Sebastopoli e Repubblica di Crimea).
L'occupazione della penisola di Crimea da parte dell'esercito russo è iniziata il 20 febbraio 2014. Erano gli ultimi giorni della presidenza di Viktor Janukovič[4].
Presto all'ingresso di Sebastopoli apparvero posti di blocco e mezzi corazzati russi.
A quel tempo, le città della Crimea, secondo il governo ucraino, erano già piene di agenti russi, omini verdi e membri di varie formazioni paramilitari come i cosacchi, che costituirono la base della cosiddetta "autodifesa della Crimea" e rappresentavano i presunti "stati d'animo" della popolazione locale.[5]

Mentre sulle coste crimeane arrivó la flotta del Mar Nero della Federazione Russa.
Ilya Vladimirovich Ponomarev, un politico russo e membro della Duma di Stato della Russia (fazione della Russia Giusta), sostiene che la guida dell'annessione della Crimea è stata affidata al ministro della Difesa Sergej Šojgu e all'aiutante di Vladimir Putin Vladislav Surkov.[6]
Ad opporsi all'annessione in Russia furono Boris Nemcov e il partito di Alexej Navalny — Partito del Progresso.
L'Ucraina e molti altri paesi hanno condannato l'occupazione e l'annessione e la considerarono una violazione del diritto internazionale e degli accordi firmati dalla Russia che salvaguardano l'integrità territoriale dell'Ucraina, compresi gli accordi di Belavezha del 1991 che hanno istituito la Comunità di Stati Indipendenti, gli accordi di Helsinki del 1975, gli accordi del 1994 Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza e Trattato del 1997 sull'amicizia, la cooperazione e il partenariato tra la Federazione russa e l'Ucraina. Il governo ucraino ha portato gli altri membri dell'allora G8 a sospendere la Russia dal gruppo, quindi a introdurre un primo round di sanzioni contro il paese.

Alberto Pento
Nel Donbass non vi è alcuna minoranza non ucraina russofona e filorussa maltrattata che abbia il diritto alla secessione, poiché il Donbass è terra ucraina dove vi vivono ucraini anche russofoni che non vogliono essere costretti ad andarsene via dalla loro terra per non finire sotto il dominio russo.
Questi separatisti del Donbass sono criminali terroristi che con ogni mezzo lecito e illecito tra cui le calunnie e la violenza terroristica vorrebbero togliere questa terra all'Ucraina e già ora con la complicirà della Russia di Putin opprimono gli ucraini che vi vivono violando i loro diritti umani, civili e politici.
Questa minoranza violenta e nazifascista come i russi di Putin è vergognosamente sostenuta da questa demenziale minoranza veneta che si crede di essere depositaria della volontà del PopoloVeneto, per arrogante presunzione e abissale ignoranza; il Popolo Veneto non è rappresentato da questa minoranza di indipendentisti filo russi e antiamericani ma dalla maggioranza che è per il Mondo Liberio dell'Occidente euroamericano e perla NATO e che caso mai gradirebbe nell'autonomia regionale e che oggi sta con l'Ucraina aggredita dal nazifascista e falso cristiano il criminale russo Putin.



Nel 1991 al crollo dell'orrido regime comunista dell'URSS organizzato attorno alla Russia di Mosca in Ucraina si tenne un referendo per l'indipendenza


Il primo dicembre 1991 fu tenuto in Ucraina il referendum sull’indipendenza dalla URSS/Russia
e fu una votazione libera, democratica, senza violenze ne brogli.

Giovanni Bernardini

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 5531793313

Il primo dicembre 1991 fu tenuto in Ucraina il referendum sull’indipendenza
L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
Vinsero i SI con una percentuale del 90,32%.
I SI vinsero in TUTTE le regioni del paese.
In Crimea i SI ottennero il 54,19% dei suffragi.
E quindi anche nella russofona Crimea e nel russofono Donbass vinsero gli indipendentisti a grande maggioranza.

Piccolo particolare, NON c’erano carri armati nelle vicinanze dei seggi, neppure ai confini del paese o delle varie regioni.
Per qualcuno la cosa non è sufficiente. Si tratta di altri tempi, si dice. Ora occorre aggiornare la situazione.
Quindi in un paese normale si dovrebbero tenere ogni due o tre anni dei referendum sull’indipendenza dello stesso o sulla secessione di questa o quella regione.
In Italia ad esempio si potrebbe tenere oggi un referendum sulla secessione della Sardegna, nel 2023 un altro per la secessione della Valle D’Aosta, nel 2025 un altro ancora per la secessione della Sicilia. Non solo, questi referendum si dovrebbero tenere con i carri armati di un altro paese nelle vicinanze dei seggi elettorali.
Si può anche amare Putin, ma amare è una cosa, farsi travolgere dalla passione un'altra.
PS. NON ho voglia di rispondere a commenti che a mio insindacabile giudizio qualifico idioti. Prego chi li volesse scrivere di astenersi.

https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991
Il referendum riguardo all'indipendenza dell'Ucraina si è svolto il 1º dicembre 1991. L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
I cittadini ucraini espressero un sostegno schiacciante per l'indipendenza. Al referendum votarono 31.891.742 (l'84.18% dei residenti) e tra di essi 28.804.071 (il 90.32%) votarono "Sì".
Nello stesso giorno, si tennero anche le elezioni presidenziali, nella quale gli ucraini elessero Leonid Kravčuk (all'epoca Capo del Parlamento) Presidente dell'Ucraina.


Le città e i cittadini del Donbass in questo referendo del 1991 dissero in massa sì all'indipendenza dell'Ucraina dalla Russia dell'URSS.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991
Donec'k- Oblast' di Donec'k 76,85
Luhans'k - Oblast' di Luhans'k 83,86
Charkiv- Oblast' di Charkiv 75,83%


Alberto Pento
La destabilizzazione dell'Ucraina libera e il sorgere del separatismo russofono e russofilo nelle aree della Crimea e del Donbass, inizia qualche anno dopo il referendo per l'indipendenza dell'Ucraina del 1991 e coincide con l'insediamento e i consolidamneto di Putin alla guida della Russia post URSS nei primi anni del 2000.
Il programma e il compito di Putin è stato ed quello di ripristinare la Grande Russia sconfitta con il crollo dell'URSS, con ogni mezzo lecito e illecito, dalla propaganda menzognera, alla promozione, all'organizzazione e al finanziamento dei movimenti separatisti, a quello dei partiti russofili da insediare al governo dell'Ucraina, come ha sempre fatto la Russia ai tempi dell'URSS.


L'aggressione del regime di Putin all'Ucraina ha tolto il velo anche sull'ipocrisia regnata nel Donbass dal 2014 ad oggi. Quello che, secondo le autorità di Mosca, sarebbe il teatro di un genocidio condotto ai danni della popolazione russofona, altro non è che un buco nero mafioso
Matteo Zola
25/02/2022
(Pubblicato in collaborazione con East Journal )

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Ucr ... sia-216155

Lo scorso 21 febbraio la Russia ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Il giorno seguente l’esercito russo entrava nelle due repubbliche per una missione di peacekeeping che, da un lato, affermava la sovranità russa sui due territori e, dall’altro, preparava l’invasione del resto dell’Ucraina.

Dopo anni di ipocrisie e falsità, è finalmente caduto il velo dal Donbass. Ripercorrere la storia recente di questa regione significa addentrarsi nei meandri di un conflitto definito “a bassa intensità” ma che, dal 2014, non ha smesso di seminare morte associando alla destabilizzazione politica e al controllo militare, pratiche criminali comuni, traffici, regolamenti di conti e violenza. Quello che, secondo le autorità di Mosca, sarebbe il teatro di un genocidio condotto ai danni della popolazione russofona, altro non è che un buco nero mafioso.

Il furto dello stato
Dossier

Vai a tutti i nostri approfondimenti sull'aggressione del regime di Putin all'Ucraina nel dossier "Ucraina: la guerra in Europa"

All’indomani della dissoluzione sovietica molti vecchi esponenti della nomenklatura hanno saputo riciclarsi e trasformarsi in magnati e imprenditori grazie alla spoliazione dei beni pubblici in un processo di privatizzazione selvaggia che il politologo Steven L. Solnick ha chiamato "il furto dello stato". Un fenomeno che ha avuto luogo in molte regioni dell’ex Urss ma che in Donbass ha visto l’emergere di clan oligarchici capaci di prendere il controllo politico e sociale della regione, limitando gravemente la formazione di una società civile. Una regione industriale così ricca di risorse si è rivelata comprensibilmente attraente per le nuove generazioni di dirigenti mafiosi che cercavano di consolidare le proprie posizioni sociali ed economiche assumendo un controllo formale sul mondo della politica e del diritto.

Anni prima che Viktor Yanukovich diventasse presidente dell'Ucraina, lui e la sua famiglia stavano già esercitando il controllo sulla regione di Donetsk. Molti degli attori politici ed economici più influenti dell’Ucraina indipendente provengono da questa regione: gli ex presidenti Kuchma e Yanukovich ma anche Rinat Akhmetov, Oleksandr Yefremov, Borys Kolesnikov, nomi più o meno noti che hanno segnato le sorti della regione e del paese. Grazie a loro il Donbass è divenuto il tempio della corruzione, un luogo in cui soprusi e vessazioni erano il pane quotidiano, e la lotta tra gruppi armati al soldo di opposti magnati insanguinava le strade. La speranza di vita era, poco prima della guerra, due anni inferiore al resto del paese mentre la regione registrava i più alti tassi europei nel consumo di oppiacei e nella diffusione dell’HIV . E tutto questo malgrado la regione valesse un quarto di tutto l’export ucraino. Una ricchezza che però non andava nelle tasche della popolazione.

Regioni filorusse?

È in questo contesto che si svilupparono gli eventi che hanno portato alla nascita delle repubbliche separatiste. Nel momento in cui il presidente Yanukovich fuggì dal paese, cominciarono ad emergere conflitti all’interno del mondo oligarchico che lo sosteneva. Tra la popolazione si diffusero sentimenti contrastanti tra coloro che lo ritenevano un traditore e quelli che sentivano invece di aver perso un punto di riferimento a Kiev . Lo possiamo capire da un sondaggio dell’IRI condotto proprio in quei mesi che testimonia il malessere dei residenti negli oblast di Donetsk e Lugansk: in quelle regioni solo il 40% degli intervistati riteneva l’occupazione della Crimea “una minaccia per la sicurezza nazionale” contro al 90% dei residenti nelle regioni centro-occidentali.

Allo stesso modo, ben il 30% esprimeva la necessità di una “protezione per i cittadini russofoni”. Tuttavia il favore verso l’integrazione con la Russia non era elevato: 33% a Donetsk, 24% a Lugansk e Odessa, 15% a Kharkiv, mostrando come anche nelle regioni orientali del paese sussistessero grandi differenze e non fosse affatto vero, come si è poi affermato e si continua a ripetere da più parti, che nell’est dell’Ucraina la popolazione fosse largamente favorevole all’integrazione con la Russia. Anzi, uno studio del 2018 ha rilevato come la guerra non abbia modificato nella popolazione del Donbass la propria identità ucraina che, quindi, è qualcosa di più di una semplice appartenenza linguistica.

Una guerra civile?

Mentre a Kiev si andava consolidando il fronte rivoluzionario, nell’est del paese cominciarono i disordini. A marzo 2014 si registrarono scontri a Kharkov, Donetsk e Lugansk, con l’occupazione dei municipi e delle istituzioni locali. Secondo gli osservatori OSCE le forze di polizia non intervennero o si mostrarono solidali con i manifestanti filorussi. In aprile vennero occupate le amministrazioni di Kramatorsk, Sloviansk e Mariupol, questa volta con il supporto di uomini armati. Si trattava perlopiù di paramilitari che arrivavano dalla Russia . La provenienza russa dei miliziani e di larga parte dei dimostranti che occuparono le varie municipalità è la prova che non si è mai trattato, fin dall’inizio, di una guerra civile ma di uno “scenario crimeano” fatto di agitatori e truppe irregolari inviate da Mosca per destabilizzare e infine occupare le regioni orientali dell’Ucraina.

Si arrivò così alla proclamazione di indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, rispettivamente il 7 e il 27 aprile 2014. Nel mese di maggio un referendum confermativo venne tenuto nelle due repubbliche registrando il 90% dei consensi. Un dato che contrasta fortemente con quello raccolto appena un mese prima dal sondaggio dell’IRI e che appare del tutto inverosimile. Intanto i combattimenti si intensificarono con l’arrivo di mezzi blindati, artiglieria pesante, lanciarazzi e sistemi antimissile di provenienza russa. Nel mese di luglio il volo MH17 della Malaysian Airlines venne abbattuto uccidendo 298 persone. Un’indagine internazionale concluse che l’aereo era stato colpito da un missile terra-aria partito dalla base della 53esima brigata antiaerea di Kursk, in Russia. A quel punto il velo sulla crisi ucraina era già stato squarciato, ma per molto tempo non si è voluto vedere in faccia il responsabile.

Fine prima parte

Seconda parte

Gli sforzi della diplomazia condussero, in settembre, al Protocollo di Minsk, conosciuto come “Minsk I”: venne stabilita la linea di contatto tra l’Ucraina e le due repubbliche separatiste; si stabilì l’immunità per “tutti i partecipanti agli eventi nelle regioni di Donetsk e Lugansk” senza distinzione tra crimini comuni e crimini di guerra; vennero stabilite elezioni locali in presenza di osservatori OSCE (che si tennero infine il 2 novembre senza rispettare nessuna delle condizioni di t
rasparenza previste). Iniziava così una nuova fase di negoziati che, nel febbraio 2015, approdò agli Accordi di Minsk (noti come “Minsk II”).

L’economia dei separatisti

Dopo la stipula degli accordi di Minsk (febbraio 2015) si è avviata una fase di relativa stabilità anche se tra il 2017 e il 2020 si sono registrate più di 900 vittime civili. La situazione economica nelle due repubbliche separatiste era tuttavia resa difficile proprio dagli Accordi di Minsk che impedivano relazioni economiche con Mosca. L’assenza di collegamenti bancari con la Russia impediva alle fabbriche e alle aziende delle “repubbliche popolari” di avere la liquidità necessaria per mantenere la produzione. In questa situazione, l’Ossezia del Sud è diventata l'estrema risorsa: dopo aver stabilito rapporti ufficiali con Mosca, Donetsk e Lugansk, la piccola repubblica separatista georgiana è diventata l’intermediario attraverso cui la Russia versava fondi e pagamenti al Donbass. Tra il 2014 e il 2018, gli investimenti diretti esteri sono stati inferiori all'uno per cento del PIL del Donbass. Le aziende esitano a investire risorse in un'area in cui si verificano quotidianamente scambi di artiglieria. Per questo motivo, l'economia fatica a svilupparsi ed è stata particolarmente colpita dalla pandemia di Covid-19 diffondendo ulteriore malcontento tra la popolazione.

L'economia è stata monopolizzata da imprese di proprietà dei separatisti. I leader locali che si sono succeduti nel tempo hanno avviato una vera e propria economia di rapina, nazionalizzando e controllando le industrie locali. Gli stipendi sono crollati ai minimi storici. Chi ha potuto lasciare le due regioni, l’ha già fatto. Sono quasi due milioni coloro che sono emigrati nel territorio sotto controllo ucraino. Di fronte al crollo dell’economia locale, alla distruzione delle infrastrutture civili e industriali, i leader separatisti hanno agito come veri e propri boss mafiosi , imponendo la propria legge con la violenza. Tra i più noti vale la pena citare Aleksandr Borodai, primo capo della repubblica di Donetsk, che oggi siede alla Duma russa, e Aleksandr Zacharčenko, capace di costruirsi un piccolo impero estorcendo denaro a ristoranti e supermarket, prima di essere ucciso nel 2018 da un’autobomba piazzata da qualche rivale interno.

Le due repubbliche separatiste sono arrivate a costare miliardi di dollari alla Russia, costretta a versare soldi nelle casse dei separatisti, i quali non hanno esitato a farne un uso personale. Il regime semi-coloniale russo nel Donbass sarebbe stato insostenibile sul lungo periodo. Forse anche per questo Mosca ha deciso per il riconoscimento delle due repubbliche, uscendo dagli accordi di Minsk e prendendo il controllo diretto della regione. Ai piccoli boss locali si sostituisce così l’unico vero signore della guerra, Vladimir Putin.


Alberto Pento
Queste due fantomatiche repubbliche non sono riconosciute da alcun stato al Mondo a parte la Russia di Putin che è lo stato canaglia ad aver fomentato e sostenuto questi separatisti terroristi, alcuni suoi satelliti e alcuni demenziali italian e venetisti

La Repubblica Popolare di Doneck (in russo: Донецкая Народная Республика, ДНР?, traslitterato: Doneckaja Narodnaja Respublika, DNR; in ucraino: Донецька Народна Республіка?, traslitterato: Donec'ka Narodna Respublika) è de facto uno Stato a riconoscimento limitato proclamato il 7 aprile 2014, il cui territorio si trova all'interno dell'Oblast' di Donec'k formalmente parte dell'Ucraina.

https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblic ... _di_Doneck

Le autorità separatiste si dichiararono unilateralmente indipendenti dall'Ucraina il 12 maggio 2014, a seguito di un referendum, non riconosciuto né dalla comunità internazionale né dal governo centrale ucraino, il quale considera la Repubblica separatista «territorio temporaneamente occupato da gruppi armati illegali e truppe della Federazione Russa».
La Repubblica Popolare di Doneck non è stata riconosciuta internazionalmente se non dalla Repubblica Popolare di Lugansk e dall'Ossezia del Sud, altri due Stati filorussi a riconoscimento limitato, a cui il 21 febbraio 2022 si è aggiunta anche la Russia.
In Italia ha due centri di rappresentanza a Torino e Verona.

Alberto Pento
Caro Zaia ti invitiamo a non dare credito e spazio a questi personaggi privi del sano criterio del bene e del male a danno dell'Ucriana e del suo bravo e civile popolo a maggioranza cristiana vittima della criminale Russia de falso cristiano Putin che lo sta aggredendo, straziando e uccidendo.
Sia mai che il Veneto finisca nelle mani di questa gente, di questi demenziali venetisti nazi fascisti filo Russia di Putin, Zaia non sporcarti con questa gente scriteriata, non dare loro alcun ascolto, lasciali alla porta o falli allontanare come indegni.


Alberto Pento
Spero che i veneti che hanno fatto affari con il Donbass filo Russia. a danno dell'Ucraina e che hanno demenzialmente sostenuto la politica e la propaganda antiucraina di costoro, abbiano a soffrire danni nella loro attività economica per la loro dabbennaggine, stupidità, mancanza di rispetto e cattiveria, per aver sostenuto la loro politica criminale ai danni dell'Ucraina e delle sue genti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:43 am

La demenzialità dei venetisti non ha limiti, abituati come sono alla retorica della menzogna e della demonizzazione, fanno propria la criminale propaganda russa contro l'Ucraina

Francesco Morosini ha postato sulla pagina facebook di Alberto Pento, la mia
https://t.me/intelslava/21899
11 marzo 2022
A Kharkov/Charkiv, i residenti chiedono a ciò che è rimasto delle forze armate ucraine di rimuovere le armi dalle zone residenziali. Sono le immagini che i media di regime ovviamente non ci mostrano. Sono le immagini che provano come la popolazione ucraina non sia per nulla ostile alla operazione militare che stanno portando avanti i russi. Coloro che si riempiono la bocca delle sofferenze subite dagli ucraini nulla sanno dell'inferno che gli ucraini stanno patendo da anni per colpa del criminale regime nazista di Zelensky. I tagliagole di Azov hanno reso il Paese un nido di corruzione nel quale prosperava la pedofilia e il traffico di droga. Gli ucraini stanno iniziando a vedere la luce solamente ora. Il blocco Euro-Atlantico considera questo popolo come carne da macello tanto da affidarlo ad assassini nazisti. La Russia lo sta trattando con profondo rispetto e vuole aiutarlo a ritrovare la dignità che il regime di Zelensky gli ha strappato.


Alberto Pento
Ucraina, la resistenza del sindaco di Kharkiv: «Non ci consegneremo mai ai russi»
4 marzo 2022

https://video.corriere.it/esteri/ucrain ... 76e8d33acb

(LaPresse) Continua a oltranza la resistenza ucraina nonostante l'offensiva russa si stia intensificando ogni ora di più.Tra le città sotto assedio c'è che però non ha alcuna intenzione di arrendersi come ha ribadito in un accorato video messaggio il sindaco Igor Terekhov.

«Dicono che abbiamo 72 ore per arrenderci, questa è una sfacciata bugia, nessuno consegnerà mai la città ai russi», ha dichiarato il primo cittadino in un videomessaggio. Lo stesso Terekhov ha poi ribadito che i servizi urbani funzionano e che e si stanno ripristinando infrastrutture come condotte dell'acqua, del riscaldamento e del gas. In queste ore sono arrivati a Kharkiv anche gli aiuti umanitari, che sono stati distribuiti alla popolazione.



Non vi è limiti alla demenza filo russa
Edificio governativo a Kharkov, "bombe a grappolo" e altre fake news di oggi sulla Russia
Marinella Mondaini
1 Marzo 2022

https://www.lantidiplomatico.it/dettnew ... 832_45394/

Dal 2 gennaio la nostra pagina Facebook subisce un immotivato e grottesco blocco da "fact checker" appartenenti a testate giornalistiche a noi concorrenti. Aiutateci ad aggirare la loro censura e iscrivetevi al Canale Telegram de l'AntiDiplomatico

Ha fatto il giro del mondo l'immagine dell'edificio governativo di Kharkov colpito questa mattina da un missile.

Secondo alcuni esperti si tratterrebbe di un lancio partito dall’ovest di Kharkov, che è sotto il controllo delle forze armate ucraine, si tratterebbe di un missile non di produzione russa ma è una modifica ucraina, al sistema a razzo multiplo Smerc’. L’edificio colpito era stato trasformato dagli ucraini in obiettivo militare, lo avevano riempito di armi e lì bazzicavano il famigerato battaglione Azov e il battaglione della Difesa Territoriale, è situato sulla grande piazza, che otto anni fa del 2014 venne liberata dagli antifascisti disarmati dai nazionalisti ucraini che sostenevano l’Euromajdan.

Un’altra fake è che la Russia usa i missili di tipo U, cioè sparati dal complesso missilistico tattico di tipo U, che non sono più in dotazione alla Russia ma li possiede solo l’Ucraina quindi si tratta di False Flag m cioè operazione sotto falsa bandiera

Un’altra menzogna che gira è quella che secondo cui la Russia per la sua operazione militare usa bombe a grappolo, stamattina giravano dei video con delle esplosioni vicino a Kharkov, ma nella realtà sono saltati dei depositi di armi e grandi munizioni che erano già stati colpiti, perché il fumo c’era già stamattina.

Un’amica di Donetsk mi manda un messaggio in cui denuncia questa fake news diffusa dalle veline di menzogna internazionale dipingendola come una distruzione di Kharkov, invece si tratta del mio quartiere precisamente Kievskij, periferia di Donezk, l’altro ieri bombardato dagli ucraini una piccola goccia in un oceano di menzogna che però bisogna dire.

Un’altra storia da denunciare, stamattina la missione dell’OSCE ha lasciato la città di Donezk sulle proprie macchine verso la direzione Uspenka, ma quella più grave è che a Kramatorsk i nazionalisti si sono impossessati di 20 macchine dell’OSCE e sono partiti, dice il vice capo della milizia popolare di Donezk, Eduard Basurin – pensiamo che vogliano fare delle provocazioni contro la Russia, provocare i soldati russi in modo da provocare la risposta e incolpare poi la Russia di aver sparato addosso o meglio ucciso come cercano, i rappresentanti della Missione internazionale OSCE.

Il compito di sfatare giornalmente tutti i giorni la montagna di notizie false, bieche menzogne che provengono dall’Ucraina è un compito assai arduo, perché si combatte ad armi impari. L’Occidente in mano le redini dell’informazione mondiale quindi è davvero un’impresa pressoché impossibile i mezzi informativi che ha la Russia non permettono di smentire all’istante queste fake news che vengono fabbricate dagli innumerevoli centri di guerra informatica che dispongono di mezzi finanziari e una potente rete che distribuisce senza barriere.

Il fatto che oggi il presidente ucraino, Zelenskij, abbia parlato al Parlamento Europeo, conferma che sia scappato già il primo o secondo giorno dell’Operazione russa, probabilmente a Lvov, Ucraina occidentale. I suoi video pubblicati erano quindi falsi, diceva di trovarsi a Kiev invece era già scappato. Zelenski ha detto che tutte le più grosse città dell’Ucraina sono bloccate, chiaramente è una menzogna. Ci sono altre versioni secondo cui Zelenski si troverebbe sul territorio della Nato perché temono che se dovesse rimanere in Ucraina possa venir preso dai russi e i russi lo possono costringere a firmare qualcosa.

Dal 2 gennaio la nostra pagina Facebook subisce un immotivato e grottesco blocco da "fact checker" appartenenti a testate giornalistiche a noi concorrenti. Aiutateci ad aggirare la loro censura e iscrivetevi al Canale Telegram de l'AntiDiplomatico




Anche Gabriele Riondato (novax e nogreenpass)

sta con la Russia di Putin e contro l'Ucraina, antiamericano, antiNATO e antisemita
https://www.facebook.com/gabriele.riondato

e nella sua pagina propaganda e condivide questi articoli dal nazifascismo italiano più demenziale


L’ex comandante di Gladio e dei servizi segreti: “Sto con Putin, il problema della guerra è Zelensky”
Il tempo
6 marzo 2022

https://www.iltempo.it/attualita/2022/0 ... 25424/amp/


«Credo che nessuno possa avere dubbi sul mio sentimento anti russo, però questa volta sono piuttosto perplesso e più ‘putiniano’ che non ‘zelenskyano’. Sono più dalla parte di Putin che non da quella di Zelensky». Esordisce così il Generale Paolo Inzerilli, Capo di Stato Maggiore del Sismi e per 12 anni comandante della Gladio, struttura militare segreta appartenente alla rete internazionale Stay-behind creata per contrastare una possibile invasione nell’Europa occidentale da parte dell’Unione Sovietica. «Io ho due pallini, la storia e la geografia - spiega il Generale -, ma in genere la gente evita di ricordare ciò che è successo nel passato. La Russia, fin da quando era zarista, è sempre stato un Paese a disagio perché si è sempre sentita circondata, in qualche modo bloccata, sentivano di non avere libertà di movimento. Con l’Unione Sovietica era lo stesso, perché è stata creata la Nato contro l’eventuale espansionismo sovietico. La situazione, dunque, si è tramandata. Tutto quello che sta succedendo adesso, perciò, è sempre dovuto al fatto che la Russia, non più Unione Sovietica, ha paura, si sente circondata da Paesi ostili. E il presidente dell’Ucraina, Zelensky, a mio parere fa una dimostrazione di forza quando in effetti tutto quello che la Russia ha chiesto è la dichiarazione ufficiale di non ingresso dell’Ucraina nella Nato e la demilitarizzazione del Paese. Ecco, non mi sembrano richieste assurde, ma Zelensky non ne vuole sapere».

L’assurdità, per il Generale Inzerilli, sta altrove: «Un paio di settimane fa - dice - si è riunito il Consiglio atlantico della Nato, e i mass media, riportando una dichiarazione del segretario generale Stoltenberg fatta prima della riunione, hanno scritto ‘Stoltenberg gela l’Ucraina’, nel senso che secondo il segretario generale non c’era in agenda nessun argomento che riguardasse l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. È dunque Zelensky che vuol far vedere di essere in gamba, bravo, super indipendente, costi quel che costi, il che per un Capo di Stato mi sembra leggermente folle. Ma se gliel’hanno detto ufficialmente che al momento non se ne parla, perché non se n’è stato buono e tranquillo, senza agitarsi, invece di fare scoppiare questo caos? L’esercito russo contro quello ucraino… Viene da ridere». Per l’ex capo della Gladio, però, c’è un altro punto importante. «Prima che iniziasse il conflitto, gli Stati Uniti dissero che se la Russia avesse invaso l’Ucraina, loro, come Stati Uniti e non come Nato, sarebbero intervenuti per difenderla. Poi hanno cambiato le dichiarazioni, cominciando a parlare di invio di aiuti, che significa quattrini, ed è ben diverso. Ecco perché - afferma senza indugio il Generale - valutando la situazione attuale mi sento più russo che ucraino, perché penso sempre che il compito di un presidente di un Paese è prima di tutto quello di salvare la pelle dei cittadini e non di compiere gesti di forza per una libertà che in pratica esiste e che invece secondo Zelensky non esiste. Per quel che mi riguarda oggi il problema di questa guerra si chiama Zelensky».

L’obiettivo finale di Putin, per il Generale Inzerilli, è dunque chiaro: «Lui vuole solo fare in modo di non avere i Paesi Nato al confine. Se l’Ucraina entrasse nella Nato significherebbe avere i missili a 180 chilometri da Mosca, e onestamente voglio vedere chi ha qualcosa da protestare. Non dico a cannonate, ma coi missili di oggi 180 chilometri sono una distanza ridicola. L’Ucraina, dunque, fa storia a sé». Arrivati a questo punto, come si fermano le ostilità? «Io credo che nessuno in questo momento sia disposto a farsi ammazzare per bloccare Putin - osserva il Generale Inzerilli -, dunque oggi la Nato dovrebbe concedere a Putin la demilitarizzazione dell’Ucraina insieme a una dichiarazione ufficiale di non ingresso nella Nato. Non si fa la guerra, con già migliaia di morti da una parte e dall’altra, per un principio primo di una parte, non un principio primo del mondo». Anche perché, aggiunge il Generale, «il rischio nucleare potrebbe essere serio, ma anche lì attenti alle fake news. Giornali e tv dicono che i russi hanno bombardato la centrale nucleare e che non c’è stato nessun morto. Ora, per quello che so visto il mestiere che ho fatto, un bombardamento può anche non fare morti, ma certamente distrugge l’obiettivo, ma qui non è stato distrutto un accidente. Se hanno bombardato, allora hanno devastato la centrale, la quale invece è intonsa. Allora c’è qualcosa che non quadra».


Alberto Pento
Non si chiede come mai la Russia si senta circondata da paesi ostili?
Allo stesso medo che un mafioso sente l'ostilità delle èpersone per bene e delle forze dell'ordine.
Tuiti i criminali, tutti coloro che fanno del male si sentono in un ambiente a loro ostile ci mancherebbe altro, mi pare più che naturale giusti che sia così.
Il male non potrà mai trovarsi a suo agio con vicino il bene si sentirà sempre a disagio, braccato, in un ambiente ostile.


NOTA DI SERVIZIO
Questa guerra in corso è stata l'occasione e lo è ancora per un salutare sfrondamento. Ha fatto e fa da prova del nove.
Niram Ferretti
7 marzo 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Non ho contato i contatti che sono stato costretto a bloccare essendo per scelta la mia bacheca aperta a tutti. Le categorie sono diverse. Si va dai troll putiniani, gente con un profilo palesemente falso, con sette o otto followers, ai complottisti deliranti per i quali dopo il Covid 19 è ora il turno di un altra narrazione falsa che vuole fare apparire colpevole quel galantuomo di Putin mentre questa guerra la vuole il Deep State che manovra il pupazzo Biden (ah se ci fosse stato Trump!), a quelli che nonostante il puntuale elenco di fatti e date e accordi firmati continuano a sostenere che la Russia si è "difesa" dall'accerchiamento NATO, e sì, forse Putin sta esagerando un po' ma è stato costretto a farlo perchè è colpa degli amerikani e soprattutto del clan Clinton, e così via, discendendo per li rami.


Michele Parodi
io trovo insopportabile, illogica, stupida la narrazione di continuità tra covid e allargamento NATO come tattiche della strategia del great reset, l'elevazione di un autocrate come Putin a difensore dei valori culturali europei. Chi sostiene tesi del genere mi pare abbia perso il senno.

Roberta Cuciti
Pulizie bacheca da me (profilo chiuso), sono a - 141. Robe imbarazzanti e varie, ma profili veri perché prima di accettare le amicizie faccio i miei controlli

Shoshanna Sibony
Io ho fatto presente che anche gli americani fecero ed hanno fatto tante guerre, e sicuramente bombardando hanno ucciso civili, ma lo scopo era un tantino diverso. Mettere fine ai massacri in Ruanda da parte dei Tootsi, fare la guerra ai talebani , nella fattispecie, a Bin Laden, colpevole del 11 settembre, è leggermente diverso

Niram Ferretti
Shoshanna Sibony qui io non siamo in una caserma, non siamo nella Russia di Putin o in Nord Corea dove imperversa il pensiero unico, ma c'è un limite all'idiozia. Il limite, a casa mia, lo stabilisco io.

Shoshanna Sibony
Niram Ferretti io sto litigando perché, Putin ammazza la gente, Israele porta via i bimbi ebrei ed i filo putiani mi dicono: perché solo gli ebrei? Io rispondo: perché Putin non smette di uccidere ?

Niram Ferretti
Shoshanna Sibony è una bella domanda.

Stefania Signorelli
Peccato dovermi escludere dai tuoi amici a parte il terrapiattismo e qualche altra cosuccia, la penso esattamente come le persone che hai depennato.Ce ne faremo una ragione. Bye bye.

Niram Ferretti
Me ne farò una ragione. Dasvidania.

Angelo Di Consiglio
Questo, se mi permetti, caro Niram Ferretti , è, diciamo, un tuo limite (ovviamente, dovuto al fatto che sei, buon per te, super impegnato), quello di sopportare a lungo provocatori e, peggio ancora, idioti e analfabeti funzionali, mentre banni subito interlocutori che sanno argomentare, ma che, magari, non sono allineati al pensiero primario.
Non è una critica, è una constatazione!

Niram Ferretti
Angelo Di Consiglio non mi risulta quello che affermi. Mai bannato chi sa argomentare, mai. Non so cosa sia il "pensiero primario". In genere offro sempre a chi ha idee diverse se non opposte alle mie di poterle articolare, banno solo quando si rende necessario.

Filippo Marti
Nel mio piccolo, ho provveduto alla stessa maniera....

Franco Londei
tra Covid e aggressione all'Ucraina ne ho cancellati moltissimi anche io

Larisa Zeitlin
E questo senza vedere le pagine in russo

Francesco Birardi
Sono veramente sorpreso e rattristato dai tanti (troppi) amici, persone che stimo e apprezzo, che in questa tragica crisi (che non so proprio se si sarebbe potuta evitare) vedono nella Russia e in Putin il salvatore di un'Europa accogliona, gretina, gender fluid e politicamente corretta in via di disfacimento, vittima - o peggio, colonia - di un'America avviata anch'essa all'autodistruzione.... Vedono Putin come salvatore dell'Uomo bianco e della sua civiltà, insomma. Sappiamo che esiste da sempre una “destra” antiamericana che si schiera automaticamente coi suoi nemici (i fascio-comunisti alla Cardini, per capirsi)... ma in questo caso il discorso è più complesso e coinvolge anche altre aree della destra (quella che si oppone ai Dem e alla Sinistra), e di fatto - purtroppo - la spacca in due. Che dire? Speriamo che questa crisi dia una sonora sveglia alla Bella Addormentata (l'Europa), che ricompatti l'Occidente, e che concetti proibiti come "identità", "etnia", "cultura", "sovranismo", ecc., cacciati dalla porta, rientrino dalla finestra e cancellino qualche decennio di martellante catechismo nichilista operato dalla Sinistra. Speriamo che l'Occidente ritrovi i suoi valori e la sua anima, e che i suoi cittadini, in Usa e in Europa, rimandino presto a casa la Sinistra, i suoi deliri e le sue utopie suicide. Speriamo.

Vismara Paolo Keth
COME SEMPRE, SONO TOTALMENTE, PIENAMENTE E PERFETTAMENTE D’ACCORDO CON LEI MR. NIRAM FERRETTI.
“L”ORSO SI TOGLIE DI DOSSO IL VELLO DI PECORA DI AGNELLO”
NON DIMENTICHIAMOCI MAI CHE MR. VLADIMIR PUTIN È, ERA UN COLONNELLO DEL KGB, ORA FSB.
NON DIMENTICHIAMOCI MAI CHE MR.VLADIMIR PUTIN, ANNI FA, ASSERÌ CHE IL CROLLO DELLA UNIONE SOVIETICA, URSS, ED IL DECLASSAMENTO DA SUPERPOTENZA TERMONUCLEARE, A POTENZA REGIONALE, FOSSE STATO UN ENORME ERRORE DI GEOPOLITICA.

Roberto Pesolillo
Anch'io!!
Lorenza Largaiolli
I pacifinti sono ovunque. Io avevo già fatto pulizia col covid per fortuna leggo poche cavolate ormai

Alessandra Casula
idem, c'è un limite a tutto

Patrizia Bluette
L'ho fatto anch'io, era divenuto necessario e temo di non avere concluso questo atto di pulizia

Riccardo Martines
Ed il fatto è che tra i bloccati ci sono anche persone che mai ti saresti aspettato che prendessero le parti di Putin.

Sheila Patricia Girardon
Io li ignoro e basta, poi spariscono da soli!

Franca Soldato
L'ultima che mi è arrivata è che Zelensky è l'anticristo


Alberto Pento
Peccato perché questi anche se spariscono dalle nostre pagine persistono però nella realtà e fanno tanti danni.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:43 am

Ucraina, dalla guerra civile nel 2013/14, causata dal nazifascista russo Putin a oggi,dalle stragi di Euromaidan del 2013 a quella di Odessa del 2014
viewtopic.php?f=143&t=3006
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9099264249


Guerra civile in Ucraina nel 2013/2014 con repressione violenta del governo filorusso dei manifestanti filoeuropei e feroci scontri tra i filo russi e i filo europei, con centinaia di morti e migliaia di feriti.
Con interventi di cecchini, mercenari, infiltrati e squadre speciali russe contro gli ucraini antigovernativi e filoeuropei.
Fu in questo contesto di guerra civile, di repressioni poliziesche e militari, di scontri e violenze generalizzate, tra cui l'invasione russa della Crimea e l'inizio dei moti separatisti terroristici nel Donbass che avvenne anche la Strage di Odessa in cui morirono una quarantina di persone a causa di un incendio di cui non si conosce con certezza l'origine.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:44 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:44 am

2)
I leghisti russofili che non vogliono aiutare l'Ucraina a difendersi




https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 68x277.jpg
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Ucraina, Salvini: "No a fornitura di armi letali a Kiev". Ma poi frena: "Fiducia nel governo per fermare l'ag…
27 febbraio 2022

https://www.repubblica.it/politica/2022 ... 339556685/

"All'Europa chiedo non di distribuire armi letali ai confini con la Russia, ma di perseguire la via del Santo Padre: confronto, dialogo, diplomazia, sanzioni". Intervenendo a "Mezz'ora in più" Matteo Salvini apre una crepa nella linea della fermezza sposata da Palazzo Chigi e fortemente sostenuta dal Pd ribattendo alle dichiarazioni dell'alto rappresentante per la Politica estera Ue Josep Borrel sulla possibilità di fornire "materiale letale all'eroico esercito ucraino". "Sono un tifoso dell'introduzione del servizio militare e civile - ha ricordato il leader della Lega - ma preferisco parlare di corridoi umanitari e non voglio che la risposta dell'Italia e dell'Europa, culla di civiltà, sia che distribuisca armi letali. Comunque non in mio nome".

Salvini, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata, ha aggiunto che "l'Europa ha interesse a intrattenere buone relazioni con la Russia che la Nato è un'alleanza difensiva e non può essere un'alleanza offensiva. Spero che a Mosca qualcuno capisca che si è spinto troppo avanti. La Russia non penso voglia scatenare una guerra nucleare. Il mondo è nel terrore, perché se il conflitto si allarga rischia di essere un disastro. In queste ore continuo a ritenere che col popolo russo occorra dialogare, dopo che la guerra si sarà fermata e chi ha sbagliato avrà pagato. Stiamo parlando del paese più esteso del mondo, con una cultura affascinante e incredibile, che non penso voglia scatenare una guerra nucleare. Quindi distinguiamo la politica dai popoli".

Ucraina, Salvini: "No a bombe e militari italiani. Usare sanzioni dove servono"
Calenda a Salvini: no armi letali? Cosa inviamo, fionde?

"No alle armi letali". Cosa dobbiamo inviare secondo Salvini delle fionde? Dei fucili a coriandoli? Delle felpe?". A rispondere al segretario leghista è stato il leader dei Azione, Carlo Calenda. "Già sono insopportabili i distinguo e le furbizie su Covid o politica economica - scrive ancora Calenda su Twitter - Ma su politica estera e di difesa in tempo di guerra sono inaccettabili. Se Salvini non riesce a staccarsi da Putin se ne vada all'opposizione. E si assuma per una volta le sue responsabilità".

Dopo qualche ora, la frenata di Salvini quasi in contemporanea con la precisazione di Palazzo Chigi che ha ribadito "il pieno e convinto appoggio al pacchetto di misure contro la Federazione Russa presentato oggi dalla Commissione Europea". "La Lega vuole la pace, lavora per la pace, prega per la pace. Che tristezza le polemiche politiche di qualcuno, pochi per fortuna, anche di fronte a guerra e morte. Piena fiducia in Draghi e nel governo per fermare, con ogni intervento e aiuto necessario, l'aggressione russa, le bombe e il sangue. Ucraina e Russia parlano di dialogo e incontri diplomatici, questa è la via", ha commentato in serata il leader leghista che ha rimarcato l'appoggio della Lega all'esecutivo e ha commentato le critiche alle sue dichiarazioni.



Consiglio Veneto unanime: "No alla guerra. Impegno all'accoglienza"
L'aggressione in Ucraina sul tavolo di Palazzo Ferro Fini. Sottoscritto all'unanimità un documento di condanna dell'assedio russo
di Elena Chemello e Marco Madini. Montaggio Andrea Giorgio
Le posizioni di Roberto Ciambetti, presidente consiglio regionale del Veneto; Arturo Lorenzoni, portavoce opposizione consiglio regionale; Raffaele Speranzon, capogruppo Fratelli d'Italia in consiglio regionale; Elisa Venturini, capogruppo Forza Italia in consiglio regionale
2 marzo 2022
https://www.rainews.it/tgr/veneto/video ... 88b8c.html



Alberto Pento

https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 68x768.jpg
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Marcato il possibile futuro segretario della Lega Veneta, spero che abbia un ripensamento.
Caro Marcato come si fa a non considerare la Russia di Putin un paese canaglia e una fonte maligna per tutta la terra?
La triplice alleanza del Male:
La Russia nazi fascista e imperiale di Putin, prosegue quella degli Zar e quella internazi comunista dell'URSS;
Putin è un falso cristiano che usa il cristianismo per legittimarsi con il suopopolo e con l'Occidente cristiano, dove una parte dei cristiani abbandonati dall'Europa e dal Papa sinistrati e politicamente corretti, lo hanno eletto a loro paladino ed eroema che e con il suo imperialismo nazionalista opprime e ammazza i cristiani d'Europa;
la Russia dal primo novecento è sempre alleata dei paesi canaglia, di tutta la terra, come oggi con:
Cina/Corea del Nord/Venezuela di Maduro/Cuba nazi comunisti,
Iran nazi maomettano ed altri paesi islamici, che vogliono distruggere Israele,
da ricordare sempre:
i pogrom russi contro gli ebrei,
la persecuzione degli ebrei nella Russia sovietica,
I Protocolli dei Savi di Sion per demonizzazre calunniosamente gli ebrei elaborati dalla Russia antisemita,
l'invenzione del Popolo palestinese e l'organizzazione del suo terrorismo ad opera dell'URSS,
gli scud sovietici che nel 1991 Saddam Hussein fece piovere su Israele,
mai dimenticare che la Russia di Putin all'ONU ha sempre votato contro Israele.



La triplice alleanza del Male:
la Russia nazi fascista e imperiale di Putin, prosegue quella degli Zar e quella infernale e internazi comunista dell'URSS;
Putin il falso cristiano che usa il cristianismo per legittimarsi e con il suo imperialismo nazionalista russo opprime e ammazza gli altri cristiani d'Europa;
la Russia da oltre un secolo è alleata dei paesi canaglia, di tutta la terra:
Cina/Corea del Nord/Venezuela di Maduro, Cuba, ecc. nazi comunisti,
Iran nazi maomettano ed altri paesi islamici, che vogliono distruggere Israele,
da ricordare sempre:
i pogrom russi contro gli ebrei,
la persecuzione degli ebrei nella Russia sovietica,
I Protocolli dei Savi di Sion per demonizzazre calunniosamente gli ebrei elaborati dalla Russia antisemita,
l'invenzione del Popolo palestinese e l'organizzazione del suo terrorismo ad opera dell'URSS,
gli scud sovietici che nel 1991 Saddam Hussein fece piovere su Israele,
mai dimenticare che la Russia di Putin all'ONU ha sempre votato contro Israele.



Il leghista spiega: "Perché ho votato contro gli aiuti militari all'Ucraina"
Alessio Mannino
3 Marzo 2022

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1646312798

“Non mi permetterei mai di mettere in discussione la linea e la leadership del nostro segretario Matteo Salvini. Ma non siamo in una caserma, e ritengo giusto testimoniare una sensibilità diversa sulla guerra in Ucraina”. Vito Comencini è uno dei tre deputati della Lega che alla Camera ha votato contro la parte della risoluzione del governo che riguarda l’invio di armi e munizioni all’Ucraina invasa dalla Russia di Vladimir Putin. Consigliere comunale a Verona, sposatosi nel 2019 nella Basilica di Santa Caterina a San Pietroburgo, segue da anni le vicende delle repubbliche separatiste del Donbass. “È logico che chi, come me, ha una conoscenza diretta abbia anche una sensibilità differente. A maggior ragione ho votato a favore degli aiuti umanitari e alle imprese”.

Ma non sugli aiuti militari. Perché?

"Le motivazioni sono due. La prima è che ho avuto modo di toccare di persona per due volte la tragedia del Donbass, e perciò sono molto critico verso l’idea di fornire dotazioni belliche a uno dei due contendenti. So quanto ha già sofferto il popolo del Donbass e quindi comprendo ora la sofferenza del popolo ucraino. La seconda è che non può esserci altra soluzione che quella della diplomazia e del dialogo".

Putin, però, ha invaso l’intera Ucraina dopo aver riconosciuto le repubbliche del Donbass.

"La questione è molto complessa. Non è una partita di calcio, ci vuole un’analisi molto profonda. Io ho conosciuto le vittime della guerra, che sono state migliaia, in quei territori in continua tensione negli ultimi otto anni. Le radici di questa guerra sono molto più profonde di quel che è successo negli ultime settimane. Certo, ora è avvenuta una escalation, ma il conflitto di oggi non è slegato dagli otto anni precedenti, e soprattutto da quel che è successo nel 2014. Io sono stato a Donestsk, ho visto l’aeroporto distrutto, le case bombardate, come vivevano gli ucraini di lingua russa".

Per lei siamo di fronte alla coda di uno scontro iniziato allora?

"Più che la coda, è la conseguenza. Sicuramente è collegato. Adesso la priorità è fermare in tutti i modi le armi. Sono in corso le trattative in Bielorussia, è quella la strada maestra. Con le diplomazie che devono tenere in considerazioni le varie questioni sul campo".

Da parte dell’Europa e dell’Italia sono state decise le sanzioni, oltre alla fornitura di armamenti.

"Il capo del suo partito, Salvini, ha proposto di recarsi di persona a Kiev, come gesto simbolico. Quali dovrebbero essere i fatti concreti su cui intavolare il negoziato, per lei? Si possono trovare solo negli accordi con il supporto diplomatico degli altri Paesi".

Come? Il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha paragonato Putin a un “animale”.

"Ecco, non condivido assolutamente il metodo e il linguaggio in cui si sta muovendo Di Maio. Non è quello il modo per trovare una soluzione pacifica".

Nel Movimento 4 Stelle è nato il caso di Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri del Senato, che sulla risoluzione ha votato in dissenso rispetto ai suoi. Nella Lega, come in Forza Italia dove pure ci sono stati dissenzienti, questo non è avvenuto. Come si concilia la sua scelta con la linea leghista?

"Per me è una questione di giustizia e di verità. Ho anche parlato con amici, anche parlamentari, ucraini, e ho un quadro completo delle varie ragioni. Non siamo in una caserma, non siamo delle macchine. Dopodichè, cerchiamo sempre di trovare una sintesi e di lavorare assieme".

Non teme reazioni nel suo partito?

"Non mi pongo il problema. Siamo un gruppo compatto su tante battaglie e abbiamo la massima fiducia in Salvini, ma è normale che ci sia una dialettica. Come dicevo, io ho stretto la mano a persone che non ho più avuto occasione di rivedere vive. Naturale che la mia sensibilità sia diversa. Ritengo di avere il diritto e anche il dovere di portare avanti certe istanze. Quel che mi preoccupa di più è il clima di russofobia in Italia e in Occidente che lo stesso Salvini stessa condanna. Va mantenuto il rispetto per chi ha la cittadinanza russa. Non ha senso che venga coinvolto in un attacco politico e culturale come stiamo vedendo in questi giorni".

Dal punto di vista culturale, questo è anche uno scontro di valori, fra democrazia e dittatura?

"No, è sbagliato farne una questione ideologica. Il rapporto con la Russia non dovrebbe essere improntato all’ideologia. San Pietroburgo, dove mi son sposato, come tante altre realtà russe è europea. La guerra è brutta in generale in quanto guerra, a prescindere dalle parti in gioco. Ci vanno di mezzo i civili, l’economia, gli uomini mandati a farla".

Ma la Russia di Putin è una dittatura, o no?

"Opinioni totalmente discutibili. Il problema non è sul tipo di regime, ma il fatto che c’è una guerra. La cosa da fare ora è favorire la pace. Ripeto, bisogna fermare le armi. Questo deve essere il lavoro della politica e dei governi".

L’Ucraina vuole entrare nell’Ue.

"Il popolo ucraino merita ogni solidarietà e il sostegno umanitario, e il massimo rispetto delle differenze diverse al loro interno. Non possiamo permetterci di dire come devono pensare o cosa devono fare. Loro sanno come si vive al loro interno".

Ora tutti sembrano escludere l’ipotesi di un ingresso dell’Ucraina nella Nato. Lei che ne pensa?

"È stato uno dei motivi della guerra? Non sono un esperto di Nato. So per certo che una delle cause è che in Donbass, ma anche a Odessa, in Crimea, ci sono persone che chiedono di vivere in pace, parlando e insegnando la propria lingua e di avere uno statuto speciale autonomo rispetto allo Stato centrale. Era alla base dei trattati di Minsk, che purtroppo non hanno portato a quel che si sperava. Ci vuole comprensione per tutte le questioni alla base del conflitto in modo da fermarlo e risolverlo. La diplomazia deve far trovare alle parti la via della mediazione e della pace".




Salvini contestato in Polonia
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8666805876

Salvini contestato in Polonia, le parole del sindaco e la protesta degli italiani: “Buffone, vai a casa”
8 marzo 2022

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... o/6519309/

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, è stato contestato al suo arrivo alla stazione ferroviaria di Przemysl, cittadina che dista circa 15 chilometri dalla frontiera con l’Ucraina. Il video di quanto accaduto è stato pubblicato sui social dal consigliere Paweł Zastrowski. Il video inquadra il sindaco della città, Wojciech Bakun, con a fianco Salvini. Bakun, dopo aver ringraziato molte organizzazioni italiane che sostengono i rifugiati, mostra al senatore una maglietta con il volto di Putin. “L’iniziativa dell’incontro odierno è nata da Salvini. Stamattina ho ricevuto l’informazione che avrebbe visitato Przemysl. Lo ritengo insolente da parte sua, così ho deciso di regalargli una maglietta con l’immagine del suo amico Putin e invitarlo a visitare un centro con i rifugiati in cui ci sono migliaia di vittime di questa guerra. Solo l’ultimo giorno la Polonia ha accolto 150mila rifugiati, di cui solo Przemysl circa 43mila” le parole di Bakun riportate dal sito polacco. Dalle immagini si vede quindi Salvini allontanarsi dal punto dell’incontro, mentre si sentono alcuni italiani che lo contestano al grido di ‘sei un pagliaccio, buffonè. “Sono qua per aiutare” risponde il leader della Lega prima di andare via. “Il primo politico a venire qui? Spero ce ne siano altri, se ciascuno fa il suo e aiuta una famiglia… La Polonia sta facendo tantissimo, un milione di rifugiati, l’Europa dovrebbe fare di più. La Polonia e lasciata un po’ da sola”, ha poi dichiarato Salvini a Rainews


https://www.informareh24.it/2022/03/08/ ... -przemysl/


Libera Ucraina


Ottimo così impara, avrebbe dovuto scusarsi, se non l'ha ancora fatto è una vergogna.
Salvini dovrebbe invitare la Russia di Putin ad andarsene dall'Ucraina, di scusarsi con lei e con il Mondo intero e di risarcire l'Ucraina per i danni umani, materiali e morali subiti.

https://www.facebook.com/UweBrue/videos ... 564466520/

Io non si se Salvini e la Lega siano ricattabili dalla Russia di Putin per via di qualche finanziamento occulto o per qualche affare/tangente in nero e che quindi Salvini sia costretto ad assumere queste posizioni morbide, mi auguro di no e che si ricreda.

Nel caso dell'Ucraina Saverio Tommasi parteggia per l'Ucraina nel caso di Israele invece parteggia per i nazi maomettani impropriamente detti palestinesi, nome rubato agli ebrei che aggrediscono e ammazzano gli ebrei, facendo propria la propaganda menzognera propal contro gli ebrei.
Salvini almeno in questo caso parteggia per Israele.
Io invece parteggio per l'Ucraina e per Israele e critico apertamente Salvini per essere stato a favore di Putin.
https://comune-info.net/la-bambina-con- ... a-la-pace/


Nonostante tutto è il male minore, gli altri sono peggio. Poi tutti possiamo sbagliare, diamogli la possibilità di fare ammenda e di correggersi.
Se non dovesse farlo in tempo utile allora si meriterebbe contestazioni peggiori.
Non dimentichiamo che tanti che oggi sono con l'Ucraina un tempo erano con l'URSS che invadeva la Cecoslovacchia e l'Ungheria. Nel caso della Cecoslovacchia oltre alla Russia vi erano anche la Polonia e l'Ungheria.
Saverio Tommasi appartiene a questo mondo sinistrato come l'ex Presidente Napolitano.

Io ho votato Lega e non sono pro Russia di Putin, mai stato (a me non piacciono i dittatori di alcun tipo) e critico aspramente Salvini, senza peli sulla lingua perché sono libero.
In Lega non tutti erano e sono allineati con Salvini sulla Russia. Nessuno è perfetto e tutti possiamo sbagliare.
Sulla questione dell'invasione del clandestini nazi maomettani dalla Biolorussia, Salvini era con la Polonia e la difesa dei suoi confini.
La Lega di Salvini ha commesso tanti errori ma può sempre correggersi.
Una delle ragioni della simpatia di Salvini per Putin era la difesa del cristianismo da parte di Putin, purtroppo Salvini non si è reso conto che il cristianismo di Putin è un falso cristianismo nazi fascista, e questo è un altro errore fatto dal politico Salvini.
Il demenziale Patriarca Cirillo ha dichiarato che la guerra di Putin è una Guerra Santa, alla stregua del califfo dell'ISIS, una vergogna per tutta la cristianità.



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E con la Russia di Putin contro l'Ucraina si sono schierati in tanti:
nostalgici del fascismo, del nazismo e del comunismo;
demenziali cristiani che sono antisemiti e filo nazi maomettani ma anche cristiani filo Israele e contro i nazi maomettani;
complottisti antiamericani, anti UE e antiNATO, antiglobalizzazione;
indipendentisti veneti nostalgici della Serenissima che sono anche cristiani antisemiti;
antisemiti di destra e di sinistra che odiano l'ucraino ebreo Zelensky e Israele;
novax e no greenpass.


La vergogna dei veneti e dei legisti che stanno con la Russia di Putin e contro l'Ucraina
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 5947747508

Vi sono dei veneti che fanno dei distinguo e non si schierano completamente senza se e senza ma contro la Russia e che non prendono incondizionatamente le difese dell'Ucraina aggredita, invasa, stuprata e sono una vergogna e si trovano anche tra le file dei leghisti, partito che io ho votato alle ultime tre tornate elettorali: europee, italiane, venete, un voto motivato dalla necessità di sostenere il male minore per evitare un male più grande.
Ma la vergogna più grande per i veneti viene dalla minoranza venetista che sogna il ritorno della Serenissima la cui propaganda è piena di menzogne.


Alla ricerca dell'uomo forte: perché la politica italiana è innamorata di Putin
di Alberto Magnani
19 marzo 2018

https://www.ilsole24ore.com/art/alla-ri ... n-AEwkkDJE

La prima a esultare per la quarta elezione di Vladimir Putin è stata Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d'Italia, celebrando la «inequivocabile volontà» uscita dalle urne dei russi. Il tweet ha suscitato diverse ironie, ma l'entusiasmo di Meloni non cade nel vuoto. Il parlamento che sta prendendo forma dopo il voto del 4 marzo è affollato di «putiniani», la nuova categoria politica che si raggruppa sotto al culto del presidente della Federazione russa. La fascinazione è diffusa soprattutto a destra, dove l'ex spia del Kgb è diventato una sorta di stella polare nella veste di uomo forte e leader nazionalista contro l'odiato «globalismo». Ma si allarga senza imbarazzi anche all'estremo opposto o in forze estranee al vecchio arco parlamentare, a cominciare dagli outsider per eccellenza: i Cinque stelle.

Il potenziale premier Matteo Salvini si era augurato alla vigilia del voto «la rielezione democratica» di Putin, mentre la Lega ha siglato un accordo di cooperazione con il suo partito Russia Unita. Silvio Berlusconi è volato lo scorso novembre a Mosca per festeggiare il 65esimo compleanno «dell'amico Vladimir», a quanto pare rimasto tale anche dopo gli anni del governo e delle intese commerciali. Manlio di Stefano, responsabile degli esteri del Movimento cinque stelle, si è schierato contro le sanzioni alla Russia («partner strategico dell'Unione europea»), oltre a doversi confrontare con le varie ipotesi di una pista russa dietro la propaganda elettorale della prima forza politica italiana. Non è chiaro quanto Putin ricambi l'amore dei suoi fan italiani, visto che fonti vicine al Cremlino hanno lasciato trapelare la «preoccupazione» di Mosca dopo l'exploit elettorale di Lega e Cinque stelle. Eppure un governo delle due forze anti-establishment spingerebbe, almeno a parole, su un avvicinamento ulteriore allo Zar e alla sua linea geopolitica.

Putin, «l'effetto Bonaparte» e le sue contraddizioni
In genere, la sintonia con Mosca viene giustificata in un'ottica di real politik: non si può rinunciare ai rapporti con la Russia e all'interscambio che ne deriva, oltre quota 17 miliardi di euro nel 2016 nonostante gli strascichi di crisi e sanzioni. Senza dimenticare che nella Federazione lavorano 400 imprese italiane, con più di 40mila dipendenti e un fatturato complessivo di 4 miliardi di euro. «Sì, peccato che ad appigliarsi a questi presupposti economici siano le stesse forze che poi spingono per il protezionismo economico e la chiusura» fa notare Francesco Strazzari, professore di Relazioni internazionali alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa. La fascinazione per Putin dipende, in parte, dalla visione «bonapartista» di un leader che offre due requisiti accattivanti in tempo di instabilità: reazione e statalismo. Tradotto, posizioni conservatrici sui diritti civili e ripristino della «centralità dello Stato» nella politica economica. Una combinazione che riesce ad attirare consensi soprattutto fra le file degli (ex) populisti, anche italiani. «Putin viene avvertito come un elemento di stabilità, un difensore del cosiddetto sovranismo in economia e della tradizione sui diritti civili - spiega Strazzari - E questa porta al paradosso di tutte le forze anti-bolsceviche che lo hanno eletto a proprio punto di riferimento».

Il carisma dell'uomo forte espone, però, a qualche contraddizione. Oltre all'incompatibilità teorica fra protezionismo e difesa della Russia come partner estero, ci sono conseguenze pratiche che sembrano sfuggire alla dialettica dei putiniani del nostro paese. «L'allineamento tra Putin e Erdogan è il più clamoroso, ma non l'unico esempio - spiega Strazzari - Ma c'è qualcuno che ha mai chiesto a Di Maio e Salvini cosa pensano di quello che sta succedendo in Libia? I politici italiani accusano Macron e vanno a Mosca senza tenere conto di queste contraddizioni». L'entusiasmo generale per il leader del Cremlino è agevolato anche dai social, diventati l'unico canale di proselitismo in grado di reggere il confronto con la televisione. È facile fare incetta di like diffondendo una foto o una slogan genericamente favorevole a Putin. Meno diffondere analisi ragionate sulle conseguenze della propria intesa, quale che sia. A fine novembre Matteo Salvini ha pubblicato un post di sé, intento a stringere la mano a Putin, spiegando che Renzi «non vale neanche un mignolo del presidente russo». Ha ottenuto 288 condivisioni e 1.288 «mi piace» solo su Twitter, per salire a 22mila like su Facebook.



Il veneto leghista di Zaia si prepara ad accogliere decine di migliaia di profughi dall'Ucraina e condanna l'invasione criminale del nazifascista ed ex comunista Putin.


Ucraina, Zaia: «Facilitare i profughi, permessi veloci e green pass subito»
Lillo Aldegheri e Silvia Madiotto
3 marzo 2022

https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... 5735.shtml

Luca Zaia arriva a Verona per la prima giornata di Fieragricola, ma il pensiero è fisso sulle vicende ucraine. Prima della tradizionale visita ai padiglioni il presidente della Regione Veneto, affiancato dal sindaco Federico Sboarina, ha colto l’occasione per una dura reprimenda dei guai che la burocrazia sta creando all’accoglienza di chi fugge dalle bombe e dai carri armati. «È tornato in azione l’ufficio complicazione affari semplici – ha affermato Zaia - e si deve intervenire subito: per i profughi occorre una deroga al super green pass, che non possono ovviamente avere perché, anche se vaccinati, lo sono con lo Sputnik. L’Ema deve riconoscere questo vaccino. E si devono facilitare le assunzioni: mi segnalano posti disponibili nel turismo, nelle imprese e nel commercio ma chi vuole assumere deve poterlo fare velocemente». Zaia aggiunge che «siamo di fronte ad una congiuntura astrale gravissima: da una parte il Covid, per fortuna in calo, e dall’altro quello che può trasformarsi in un Vietnam europeo. Non ci sono guerre di seria A o serie B, ma è chiaro che questa ci tocca molto da vicino. A 2 mila chilometri da qui vediamo una follia criminale: speriamo che al tavolo di trattativa si chiuda velocemente questa inutile strage».

La politica e la piazza

Nelle ore in cui Zaia visitava la fiera di Verona, a Venezia i consiglieri regionali pronunciavano un forte no alla guerra, sottoscrivendo all’unanimità un atto di netta condanna della violenta aggressione russa, invocando la fine del conflitto in Ucraina. Le sei risoluzioni presentate, con contenuti simili e diverse sfumature, sono state ritirate per produrre, insieme, un atto unico e condiviso: non era il momento delle divisioni e dei distinguo, di Lega, Pd o altre liste. Il Veneto esprime quindi totale vicinanza e solidarietà al popolo ucraino, così come ai cittadini russi che manifestano pacificamente contro le bombe, invitando la diplomazia internazionale a trovare soluzioni per la pace e il presidente Putin a ritirare le truppe. Ma oltre alle disastrose conseguenze immediate delle ostilità belliche, il dolore e il sangue versato e la fuga di migliaia di persone dalle bombe, ci sono anche conseguenze economiche, quelle che colpiscono i Paesi che hanno stretti rapporti con la Russia, e che potrebbero subire danni a seguito delle sanzioni imposte: si chiedono quindi meccanismi economici di compensazione per i territori. L’unanimità è stata raggiunta ma il rischio che sfumasse si è percepito. Inizialmente per le posizioni filo-russe di due consiglieri regionali Stefano Valdegamberi e Luciano Sandonà, (ieri assenti per motivi personali) e in parte per le parole del presidente del Consiglio Roberto Ciambetti, meno convinto rispetto al capogruppo leghista Alberto Villanova della linea antisovietica ed europeista sul conflitto bellico. Ciambetti ha affermato che «quanto sta succedendo in Ucraina va assolutamente condannato», ma ritiene che isolare Putin e armare gli eserciti sia un errore da evitare. «L’obiettivo è arrivare alla pace il prima possibile. Ci sono diverse vie davanti a una situazione simile - gli ha risposto il capogruppo Pd Giacomo Possamai -. Escluse una guerra in Europa e il disinteresse, non restano che pesanti sanzioni». Infine, ma non è un punto marginale, il Consiglio impegna la Giunta ad «approntare le misure di accoglienza per far fronte all’emergenza umanitaria». È questo il fronte più condiviso: il Veneto apre le porte ai profughi in fuga. Il consiglio di Confindustria Veneto, riunito ieri, ha dato ampia disponibilità in tutte le province: le aziende metteranno a supporto spazi ed energie. Gli imprenditori sono preoccupati per le conseguenze dirette e indirette delle sanzioni alla Russia, ma questo momento richiede prima di tutto solidarietà. Giovedì sera, a Venezia, oltre 4mila persone hanno partecipato alla marcia per la pace in piazza San Marco, concessa a una manifestazione dopo vent’anni.


Libera Ucraina
Io sono veneto e ho votato Lega e Zaia ma non sono assolutamente d'accordo con i dirigenti leghisti nel non voler aiutare militarmente l'Ucraina a difendersi, per me sarebbe invece un dovere morale umano e civile aiutare chi deve difendersi dall'aggressione criminale del nazifascismo della Russia del dittatore e falso cristiano Putin.


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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:44 am

La Lega filo Russia di Putin

Il caso Savoini?

https://it.wikipedia.org/wiki/Gianluca_Savoini

Laureatosi in Scienze politiche presso l'Università degli Studi di Milano, Gianluca Savoini ha iniziato a collaborare ancora giovanissimo inizialmente con testate a tiratura regionale, come il Corriere Mercantile di Genova, per poi passare, una volta divenuto giornalista professionista, a testate a più ampia diffusione, tra le quali Il Giornale (dapprima nella sede di Genova e poi in quella di Milano), L'Indipendente e La Padania.

Tra la fine degli anni 1980 e i primi anni 1990, Savoini si avvicinò a gruppi di estrema destra; in particolare iniziò a frequentare il gruppo Orion, riunito intorno al suo fondatore, il militante neofascista Maurizio Murelli, il quale aveva fondato il gruppo nel 1984, dopo essere uscito di prigione avendo scontato 11 dei 17 anni e mezzo a cui era stato condannato per concorso nell’omicidio dell’agente di polizia Antonio Marino. Nel 1991 si iscrisse alla Lega Nord, entrando nella consulta per la politica estera del movimento che si riunisce settimanalmente, e si interessò subito dei rapporti con la Russia, tanto che, come da lui dichiarato, già nell'ottobre 1993 era presente nel parlamento russo a Mosca durante l'accerchiamento del parlamento da parte dell'esercito, evento che segnò l'apice della crisi costituzionale russa del 1993. Durante quegli anni, Savoini non fu l'unico membro del gruppo Orion a entrare nelle file della Lega Nord, tra gli altri, vi fu ad esempio Mario Borghezio. Secondo quanto affermato dallo stesso Murelli in un'intervista rilasciata alla trasmissione di inchiesta Report, intervista che è stata poi trasmessa nella puntata andata in onda il 21 ottobre 2019, tali iscrizioni furono il frutto di una strategia volta a infiltrare un movimento indipendentista qual era la Lega Nord di allora con elementi neofascisti e neonazisti che portassero il movimento verso posizioni sempre più estremiste; sempre secondo Murelli, il partito scelto fu la Lega Nord "Perché debole culturalmente quindi più facile da infiltrare/affiliare".

Dal 2003 al 2006, forte della sua amicizia con Roberto Maroni, allora ministro del lavoro e delle politiche sociali, Savoini ricoprì, presso l'agenzia Italia Lavoro, il ruolo di dirigente responsabile della Comunicazione Istituzionale con il ministero presieduto da Maroni e, dopo la fine della XIV legislatura, il 27 aprile 2006, in virtù della sua esperienza giornalistica di caposervizio, caporedattore e inviato, divenne direttore della Struttura Stampa del Consiglio regionale della Lombardia, allora presieduto dal leghista Attilio Fontana.

Collaboratore e consulente per l'estero dapprima di Umberto Bossi e poi di Roberto Maroni, succedutisi alla carica di segretario del partito del Carroccio, nel 2013, Savoini diventa portavoce del neoeletto segretario Matteo Salvini. Forte della sua introduzione negli ambienti di potere russi, Savoini riesce a far intervenire al congresso della Lega dove verrà ufficializzata la nomina a segretario di Salvini, Alexey Komov, membro fondatore del Congresso Mondiale delle Famiglie, intervenuto in rappresentanza dell’oligarca russo Konstantin Valer'evič Malofeev, personaggio già allora noto alla comunità internazionale, tra le altre cose, per le sue idee estremiste che si pongono come obiettivo quello di un'Europa guidata dalla Russia, la quale, secondo Malofeev, ha il compito di salvare il continente dalla sua presunta mancanza di fede in Dio, dal dominio americano e dalla lobby gay. Malofeev sarà poi bersaglio di condanne internazionali sia europee che statunitensi per i suoi presunti finanziamenti a molti partiti euroscettici in diversi paesi europei perché alimentassero il sentimento antieuropeista, con il fine ultimo di disgregare l'UE, e per il suo presunto supporto finanziario alle truppe di separatisti attive nell'Ucraina orientale durante la guerra del Donbass del 2014.

Poco dopo l'insediamento di Matteo Salvini al vertice della Lega Nord, Gianluca Savoini diventa portavoce del neo-segretario e, nel 2014, fonda l'Associazione Culturale Lombardia Russia, le cui finalità sono quelle di promuovere le attività russe in Italia, incluso quindi lo sviluppo di relazioni tra uomini d'affari italiani e russi, e "diffondere le idee politiche russe tramite l'organizzazione di eventi culturali", nominando presidente onorario dell'associazione proprio il già citato Alexey Komov.


Le inchieste del 2019


Nell'estate del 2019 si sono susseguite una serie di inchieste giornalistiche effettuate da L'Espresso e dal sito statunitense BuzzFeed, secondo le quali Gianluca Savoini si sarebbe incontrato, assieme ad altre cinque persone, italiane e russe, presso l'hotel moscovita Metropol per organizzare una compravendita di 3 milioni di tonnellate di gasolio di tipo "Gasoil EN 590 standards Udsl", da consegnare in 6 mesi o un anno, tra la russa Rosneft e l'italiana ENI, attraverso l'intermediazione della Avangard Oil & Gas, un'azienda facente capo per l'1% direttamente al già citato Malofeev e per il 99% a una società di proprietà di un suo dipendente. Da tale trattativa, del valore di 1,5 miliardi di dollari, sarebbero stati ricavati, in una specie di plusvalenza, un totale di più di 60 milioni di euro, derivanti da uno sconto di almeno il 4% sulla fornitura, da destinare alle campagne elettorali della Lega, in particolar modo a quella per le elezioni europee del 2019. Nella compravendita sarebbe stata inserita, come mediatrice, anche la società Orion, società registrata in Russia nel cui consiglio di amministrazione figura, oltre a Savoini, anche Claudio D'Amico, consigliere di politica estera del leader leghista. Stando a quanto affermato sia da Matteo Salvini (che aveva inizialmente affermato di non aver mai conosciuto Savoini) sia da ENI, però, la trattativa non sarebbe andata in porto e quindi il partito non avrebbe mai ottenuto finanziamenti. Tale cosa però non assolverebbe il partito del Carroccio, poiché la legge italiana sulla disciplina dei partiti politici proibisce anche solo la trattativa volta a ottenere finanziamenti da soggetti stranieri.
Per quanto riguarda le altre persone presenti all'incontro al Metropol, incontro che Savoini ha sempre detto essere stato privo di qualunque finalità inerente al finanziamento a partiti politici, tra i tre soggetti russi figuravano Andrej Jurkevič Kaharčenko e Ilja Jakuin, entrambi legati ad Aleksandr Gel'evič Dugin, ideologo antieuropeista del partito di Vladimir Putin, Russia Unita.

Intervistato riguardo alla trattativa per l’acquisto del carburante, anche Malofeev ne ha ammesso l’esistenza, e, sempre dalle investigazioni di ‘’Report’’, è emerso che essa non è stata la sola organizzata dal Savoini con la Avangard Oil & Co. Posto che nulla vieta ad un’azienda di fare da intermediario in una compravendita come questa, esiste comunque il fatto che, essendo Malofeev destinatario di sanzioni da parte dell’UE per i motivi già citati, chiunque faccia affari con l’oligarca russo è a sua volta soggetto a severe sanzioni.

Nonostante tali inchieste giornalistiche, il cui insieme è stato ribattezzato "Moscopoli" dai mass media, Savoini è stato confermato alla vice-presidenza del Comitato regionale per le Comunicazioni della Lombardia, ossia l'autorità che vigila sulle attività di stampa nella regione, dato che una mozione di sfiducia nei suoi confronti mossa dai partiti di opposizione è stata infatti bocciata. A seguito di esse, però, nel 2019 è stata aperta un'inchiesta giudiziaria, a tutt'oggi ancora in corso, relativa ai presunti fondi russi della Lega Nord che vede Savoini indagato per corruzione internazionale.


Alberto Pento
La Russia nazi fascista del criminale Putin non ha nulla a che fare con la buona umanità e il buon cristianismo


Il bullo del Cremlino.

Il bullo del Cremlino è un criminale assassino,
un brigante, un grassatore, un ladro, un farabutto.

Il bullo del Cremlino è un demenziale fallito
fallito come uomo, come cristiano, come statista.

Questo bullo criminale con il suo Impero del male ha minacciato il Mondo di sterminio nucleare.

Il bullo del Cremlino come ha detto Trump è un genio ma del male
e per questo verrà ricordato come un criminale assassino,
uno stupratore di popoli e di cristiani,
come Moametto, Hitler e Stalin,
come i peggiori dittatori e assassini della storia,
una vergogna dei cristiani e dell'umanità.

E come per lui vi sarà grande vergogna anche per tutti coloro che demenzialmente lo hanno eletto a eroe, a santo, a paladino, a messia, a redentore dei cristiani.

Costui dovrà essere bannato dall'ONU e da tutti i paesi del Mondo Libero e condannato dalla Corte Internazionale dell'Aia per gravi crimini contro l'umanità, dovrà essere braccato e arrestato da tutte le polizie dei paesi civili, sulla sua testa si dovrà mettere una taglia adeguata vivo o morto e i paesi che gli daranno rifugio dovranno essere boicottati in tutto.


Putin, no grazie! Sta con il male della terra.
Putin il dittatore zarista ex comunista che piace ai rosso bruni destro sinistrati dell'Occidente in perenne attesa di un Messia cazzuto e armato.
E tra questi anche i poveri venetisti che sognano il ritorno della Serenissima con la sua aristocrazia cristiana illuminata e che sperano che Putin possa regalargliela come fosse un super Babbo Natale con il magico potere di riportare indietro le lancette della storia e di favorirne un'altra a loro gradita e che a suo tempo Venezia e la sua Serenissima non hanno saputo e voluto costruire.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8961991036

La Russia di Putin e l'Ucraina e la putinlatria

viewtopic.php?f=92&t=2990



Io sto con l'Ucraina e non con la Russia di Putin che se la fa con le forze del male di tutta la terra.
Putin non è l'eroico Davide degli ebrei ma il mostruoso Golia dei filistei.

La Russia di oggi è il prodotto storico della Russia di ieri, di quella totalitaria e imperialista zarista/cezarista e di quella totalitaria e imperialista dell'URSS.
La Russia di Putin come quella di ieri è antiamericana, antieruropea, antisemita/antisraeliana.
A me la Russia imperialista di Putin che ricalca le orme dell'URSS e dell'imperialismo zarista che sta sempre con il male delle dittature comuniste e maomettiste e i nemici dell'Occidente e degli ebrei (Corea del Nord, Cina, Venezuela, Iran, ... nel passato stavano con Hitler) non mi piace proprio per niente.


La triplice alleanza del Male:

la Russia nazi fascista e imperiale di Putin, prosegue quella degli Zar e quella internazi comunista dell'URSS;
Putin è un falso cristiano che usa il cristianismo per legittimarsi con il suopopolo e con l'Occidente cristiano, dove una parte dei cristiani abbandonati dall'Europa e dal Papa sinistrati e politicamente corretti, lo hanno eletto a loro paladino ed eroema che e con il suo imperialismo nazionalista opprime e ammazza i cristiani d'Europa;
la Russia dal primo novecento è sempre alleata dei paesi canaglia, di tutta la terra, come oggi con:
Cina/Corea del Nord/Venezuela di Maduro/Cuba nazi comunisti,
Iran nazi maomettano ed altri paesi islamici, che vogliono distruggere Israele,
da ricordare sempre:
i pogrom russi contro gli ebrei,
la persecuzione degli ebrei nella Russia sovietica,
I Protocolli dei Savi di Sion per demonizzazre calunniosamente gli ebrei elaborati dalla Russia antisemita,
l'invenzione del Popolo palestinese e l'organizzazione del suo terrorismo ad opera dell'URSS,
gli scud sovietici che nel 1991 Saddam Hussein fece piovere su Israele,
mai dimenticare che la Russia di Putin all'ONU ha sempre votato contro Israele.
Il regime russo sovietico dell'URSS ha oppresso come mai nessun'altro i popoli d'Europa su cui era riuscito a imporre il suo dominio e questi popoli al crollo dell'URSS hanno scelto l'Europa e la NATO come anche l'Ucraina liberatasi dal gioco russo moscovita con il Referendo del 1991 scegliendo il Sì con oltre il 90%.




Intervista. Salvini dopo il caso della felpa: Putin indifendibile, tornerò in Polonia
Marco Iasevoli e Vincenzo R. Spagnolo
giovedì 10 marzo 2022

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... ifendibile

«La situazione è molto più grave, brutta e urgente di quanto si possa immaginare. Un conto è la tivvù, un conto è essere lì. Un conto sono i talk show, lo scranno del Senato, un post sui social, un conto è vedere coi propri occhi...». Il segretario della Lega Matteo Salvini è appena rientrato in Italia, dopo il viaggio al confine fra Polonia e Ucraina.

Cosa si porta dietro da quest’esperienza?
Un’enorme sofferenza, da papà. Ho una bimba di 9 anni. Ho rivisto lei in migliaia di bambini, alcuni in stazione a Varsavia, poco prima di rientrare. Avverto l’urgenza di fare qualcosa. Ho voglia di tornare già nei prossimi giorni, per portare su materiali e far scendere giù bambini.

Quale scena l’ha colpita?
Ho nella mente un enorme centro commerciale trasformato in campo di accoglienza, con migliaia di brandine su cui i bambini guardano i cartoni animati col cellulare. Sotto la testa hanno uno zainetto, a fianco un orsacchiotto, le uniche cose rimaste. Aggiungo che sono molto dispiaciuto per chi ha criticato perfino un’iniziativa umanitaria: di fronte alla guerra, dovremmo tutti unirci per fermare le bombe e salvare vite. Un sindaco che chiude le porte, politici e giornalisti di sinistra che criticano perfino le giacche a vento. Invece di parlare comodamente dal salotto di casa, accogliamo l’appello dell’associazione Papa Giovanni XXIII e torniamo, tutti insieme, nei territori distrutti dalle armi, e fermiamole.

Quali necessità rappresenterà al premier Mario Draghi?
Gli chiederò di superare la burocrazia nell’accoglienza. Diamo mano libera ai sindaci. Ci sono troppi livelli da scalare, la Prefettura, la Protezione civile, l’Asl. Non si può perdere nemmeno un’ora a fare carte.

È un’ondata senza precedenti, non basterà sburocratizzare…
Faccio proposte concrete. Prendiamo ad esempio il centro di Mineo. Fui io a chiuderlo perché era diventato luogo di violenza e spaccio. Ora siamo di fronte a un’ondata migratoria completamente diversa dalle precedenti, questo centro potrebbe diventare Casa Ucraina. Non servirebbero molti soldi, ho già parlato coi proprietari. In 60 giorni si può fare. Diventerebbe un segno di rinascita.

In coerenza con le indicazioni Ue, il governo non discriminerà tra cittadini ucraini e stranieri residenti in Ucraina. Lo condivide?
Nei centri ho visto una stragrande maggioranza di ucraini, poi uzbeki e cittadini dei Paesi ex Urss. Mi pare un tema sopravvalutato e spero che nessuno strumentalizzi l’emergenza umanitaria per infilarci altre cose e fare polemiche.

Ai profughi verrà accordato un permesso di soggiorno europeo di un anno, rinnovabile fino a tre. Lei è pronto a mediare con i leader dei Paesi di "Visegrad" perché questo modello di solidarietà diventi la regola dell’Europa pure per altre emergenze umanitarie?
Ne ho già parlato con i polacchi. La solidarietà tra i Paesi deve essere la regola, non l’eccezione. Una condivisione di responsabilità ma sempre rispettando la legge, che indica con chiarezza chi scappa da una guerra e chi no. Ma ora non dobbiamo lasciare sola la Polonia. Devono capirlo soprattutto quei Paesi del Nord che rompono sempre sui bilanci: capiscano e facciano la loro parte.

Lei ha più volte manifestato stima per Putin. Glielo contestano in molti, compreso il sindaco polacco che le ha mostrato la nota maglietta col volto del presidente russo ormai "virale" sui social. Ora ha cambiato idea?
La guerra è una cosa così grande che cambia ogni parametro di giudizio. Putin, fino all’aggressione, è stato incontrato e omaggiato da tutti i leader politici nazionali ed europei. Ricordo ancora gli onori con cui lo accolsero Conte e Di Maio. Ma posso citare Berlusconi, Letta, Renzi... Ora c’è una guerra in cui è chiaro a tutti chi è l’aggressore.

Le chiediamo: Putin è quindi indifendibile?
Sì, chi scatena una guerra ha sempre torto.

Rivedrà la collaborazione della Lega con Russia Unita?
Quell’accordo fu sottoscritto 7-8 anni fa. Era la Lega Nord, un’altra era geologica. Ripeto: una guerra cambia tutti i criteri di valutazione, quando bombardi cambia il metro di giudizio.

Lei in Parlamento ha votato sanzioni e aiuti militari, avanzando però dubbi. Facendone a meno, come se ne esce?
Con la diplomazia, col confronto. Non con la minaccia di missili, carri armati e jet. La Lega ha votato tutte le risoluzioni del governo italiano e in Ue: in momenti così drammatici non stai lì a fare distinguo. Ma se mi vogliono convincere che la soluzione è alzare i toni, dico no. Sento qualcuno che parla con facilità di schierare aerei, ma ne usciremmo tutti con le ossa rotte.

Ma chi e come riuscirebbe a portare Putin ad un tavolo?
La voce che, per mille motivi, è la più ascoltata e ascoltabile è quella del Santo Padre. Ma devono parlare anche potenze mondiali come la Cina, che ha scambi forti con la Russia. Qualcuno davvero pensa che risolveremo con la minaccia nucleare?

E l’Italia? Come si sta muovendo sul terreno del dialogo?
Il nostro Paese dev’essere maggiormente protagonista, negli ultimi 15 anni ha perso posizioni in Libia, ad Est, in molti scenari. Penso che sia difficile, ma possibile, proporre un "cessate il fuoco" e un tavolo a Roma con Russia e Ucraina, chiedendo a entrambe quale sia il loro progetto. Bisogna parlare di confini, convivenza, neutralità: questi sono i temi, non le bombe contro altre bombe.

La guerra, dopo la pandemia, ha smosso un desiderio di maggiore integrazione europea su difesa, energia... La Lega sostiene questo processo?
Spero che non sia figlio solo dell’emozione. Ma è chiaro che sosteniamo un’idea di Europa che investe e mette da parte regole di austerità, Patto di stabilità, Mes, insomma tutti i meccanismi pre-Covid. Se si tratta di costruire la nuova Europa, la Lega c’è, c’è sempre stata.

Su caro bollette, aumenti di benzina e di altri beni necessari, c’è il rischio di tensioni sociali. Cosa potrebbe sminarle?
Noi facciamo una proposta concreta al governo: moratoria su parte delle accise e dell’Iva su benzina, gasolio, gas, luce. Il Mef ci dirà: "Eh, però ci costa". Ma ora il problema è aiutare famiglie e imprese, non "quanto ci costa".

Sul catasto si è sfiorata la crisi. La Lega si sfilerà dal governo prima della fine della legislatura?
No, siamo al governo per aiutare il Paese a superare l’emergenza e ci resteremo. Non contempliamo alcun aumento delle tasse sulla casa, che per gli italiani è frutto di sacrifici e del lavoro di una vita. E proponiamo una grande operazione di pace fiscale per famiglie e imprese in difficoltà, con rottamazione di tutte le cartelle esattoriali sotto i 50mila euro.





Quel patto tra Letta e Putin a Trieste che fece nascere il ponte per la Russia: «Ora salviamo le aziende»
Marco Agrusti
5 marzo 2022


https://www.ilgazzettino.it/nordest/por ... 42674.html

Anno 2013, l’Ucraina era un Paese in pace. Non era nemmeno iniziata la prima aggressione russa in Donbass e Crimea. Trieste, piazza Unità. In una città blindata l’allora premier italiano Enrico Letta stringeva la mano a quello che oggi è il comandante in capo della guerra, Vladimir Putin. Sembra un’era geologica fa. Quel giorno, in faccia al Golfo, nascevano 28 tra accordi e trattati. Russia e Italia stringevano non solo mani, ma alleanze economiche. Una di queste abbracciava gli interessi del nostro territorio: “A Bridge To Russia” (un ponte per la Russia) nasceva per accompagnare le imprese a investire a Mosca. E oggi, al vertice della tensione, la stessa realtà (di cui fa parte Finest Spa di Pordenone, finanziaria partecipata della Regione) non ha alzato bandiera bianca di fronte alla guerra. Anzi, rimane un baluardo diplomatico, l’unico canale per evitare che all’orrore delle armi non si affianchi subito anche il dramma per le aziende.


IL QUADRO


Non c’è solo “A Bridge To Russia”, a sopravvivere al fragore delle bombe. Il Friuli è presente a Mosca anche con “Antenna”, l’ente per le imprese che sono attive in Russia collegato allo sportello “Sprint”. Banalmente che significa? Che anche di fronte alle sanzioni e perfino all’”arma nucleare finanziaria” rappresentata dal taglio di alcune banche russe dal sistema di codici Swift, c’è un mondo diplomatico che regge, nelle relazioni tra il Friuli Venezia Giulia e la Russia sempre più isolata dal resto del mondo. Rizzano De Eccher, Danieli, ma anche Zoppas, Gruppo Veronesi. Oltre a decine di altri attori economici che non sono colossi ma che a Mosca hanno basi, controllate, quote. E che rischiano di finire vittime del panico. Il timore, infatti, in queste settimane è quello delle cosiddette contro-sanzioni, le armi finanziarie che Putin e il suo governo potrebbero utilizzare per colpire gli interessi occidentali in Russia. Una risposta alla pioggia di tagli che dal blocco Nato (ma non solo) si è abbattuta sul sistema economico russo all’indomani dell’aggressione all’Ucraina.

IL RUOLO

Primo, le due istituzioni nate in Friuli, funzionano anche in questi giorni. C’è tanto lavoro sotto traccia, non pubblicizzato. Una diplomazia parallela, quella delle aziende. Il telefono scotta. C’è già chi ha paventato la possibilità di abbandonare o cedere gli interessi in terra di Russia, fanno sapere dall’interno degli enti citati. Ed è proprio questo l’obiettivo numero uno del canale diplomatico-economico che regge l’urto della guerra: evitare che ciò accada, salvare le aziende del nostro territorio da decisioni affrettate o attacchi di panico sul mercato. «Un canale laterale mentre gli altri attori non si parlano». Perché si cerca lo stesso di mandare avanti l’economia. Non arriva ghisa, non arriva acciaio in Friuli Venezia Giulia. C’è da tutelare la presenza friulana in Russia ma anche gli interessi di chi dalla nostra regione contava su quel mercato per andare avanti. In mezzo un canale mai interrotto, mentre il resto delle relazioni si è già spezzato come una sottile bava di ragno.

LA POLITICA

«I nostri imprenditori - ha spiegato l’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini - si sono trovati improvvisamente in mezzo a una bufera. Per questo è fondamentale che il sistema Regione metta loro a disposizione tutti gli strumenti che ha a disposizione per dare una mano». E i due enti raccontati servono proprio a questo: ultimi baluardi tra due mondi che hanno smesso di dialogare. «Il panico è verosimile - prosegue sempre Bini - ed è purtroppo un crescendo. Stanno abbandonando il campo anche le multinazionali, per questo è importante che non lo facciamo noi con i nostri imprenditori. I canali restano aperti, le aziende ne hanno bisogno. Il popolo ucraino rappresenta la prima emergenza, ma noi dobbiamo pensare alle nostre imprese. Evitiamo il disastro».



Alberto Pento
Salvini, tutti possiamo sbagliare l'importante è riconoscere l'errore, scusarsi e migliorarsi. In molti hanno sbagliato a non riconoscere in Putin un uomo malvagio e un guerrafondaio. Salvini, la cosa migliore che puoi fare non è invocare la pace ma accusare Putin di crimini contro l'umanità di chiederne il processo internazionale, la condanna e l'arresto, intimarli di andarsene dall'Ucraina, elogiare l'eroico ed esemplare Zelensky, ribadire il diritto alla sacrosanta legittima difesa dell'Ucraina e il dovere dell'Europa e del Mondo libero e civile di aiutarla in ogno modo possibile, anche con le armi se necessario.



Putin teme di essere ucciso a Mosca? L'ex consigliera di Trump: «È estremamente paranoico e vuole distruggere l'Ucraina»
9 marzo 2022

https://www.ilmessaggero.it/mondo/ucrai ... 52661.html

Vladimir Putin è «estremamente paranoico» sulla possibilità che l'Occidente voglia assassinarlo per rovesciare il suo governo. Fiona Hill, consigliere capo sulla Russia dell'ex presidente americano Donald Trump, ha affermato che questo timore potrebbe spingerlo a «raddoppiare» gli sforzi militari in Ucraina. Secondo l'esperta, «Putin è convinto che gli Usa vogliano usare Kiev come trampolino per mettere le mani sul Cremlino e farlo fuori. Per questo è intenzionato a distruggere l'Ucraina e renderla di nuovo uno stato cuscinetto».

Fiona Hill: Putin non può apparire debole

La scorsa settimana il senatore repubblicano degli Stati Uniti Lindsey Graham ha detto che «l'unico modo per fermare Putin è ucciderlo». Fiona Hill ha spiegato che è molto rischioso fare affermazioni di questo tipo. «Dobbiamo stare molto attenti a questo tipo di discorsi in questo momento», ha detto. «Lui si sta impegnando così duramente in Ucraina - ha aggiunto -, perché è preoccupato per la sua posizione. Deve essere rieletto nel 2024 e se perderà questa guerra sembrerà debole non solo in patria, ma anche all'estero. Dobbiamo fermare la guerra in Ucraina, ma dobbiamo stare molto attenti a parlare di guerra con la Russia, cambio di regime e queste altre cose, perché l'aggressione aumenterà ulteriormente», ha detto alla "Nbc".

Chi protesta contro Putin in Russia? Da Navalny al mago degli scacchi Kasparov. Ma il dissenso interno non smuove lo Zar


L'avvertimento all'Italia

Lo scorso anno Fiona Hill aveva parlato dei rapporti tra Italia e Russia, spiegando che i sovranisti come Salvini che porgevano il fianco a Putin stavano commettendo un grave errore. «In alcuni partiti italiani manca consapevolezza. Putin non usa solo gli agenti segreti o i ransomware per influenzare la politica italiana. Le convention e le kermesse con i partiti russi sono un altro strumento, e sottovalutarle è un errore. Dopotutto era lo stesso metodo di Stalin: invitava a Mosca i partiti comunisti sparsi nel mondo e li usava come veicoli di influenza politica», aveva detto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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