La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:44 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:45 am

3)
I novax/nogreenpass del polacco veneto venetista Zsumsky



Il caso Szumski, no grazie, preferisco di gran lunga il buon Zaia!
Zaia che tutto sommato è il male minore e il meglio politicamente possibile.
viewtopic.php?f=208&t=2954
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3459264515




Chissà con chi starà mai il medico sindaco novax di Santa Lucia di Piave, il veneto di origini polacche Riccardo Szumsky esponente del Partito dei Veneti, con la criminale Russia o con la meravigliosa Ucraina?

Szumski, il sindaco no pass contro Putin: «È erede di Stalin. E per l’invasione mi ricorda Hitler»
Pierfrancesco Carcassi
3 marzo 2022

https://corrieredelveneto.corriere.it/t ... 5735.shtml

Riccardo Szumski nel mirino dei suoi follower. Due post del sindaco medico di Santa Lucia di Piave (Treviso) radiato dall’Ordine professionale per le sue posizioni considerate vicine alla galassia no vax (etichetta che lui continua a rifiutare), hanno ricevuto diversi commenti critici. E stavolta non hanno a che fare con la gestione della pandemia da parte del governo. Il tema è la guerra della Russia contro l’Ucraina: Szumski non ha fatto mistero della sua antipatia nei confronti di Putin e lo ha battezzato «degno successore di Stalin». Un’analisi che ha fatto saltare sulla sedia diversi utenti che l’hanno bollata come «soggettiva».
Senza contare che il commento con più like (oltre 120) sostiene che i russi stanno facendo «un operazione chirurgica per cacciare il governo di Kiev al servizio dei globalisti». Altri lo hanno esortato: «Lasci da parte i pregiudizi».

Sindaco, è stato oggetto di critiche per i suoi post sulla guerra.
«Macché critiche. Qualcuno ha ritenuto di dissentire perché non la pensa come me».

A qualcuno non ha fatto piacere scoprirla contraria a Putin.
«Premetto che sono per metà polacco, quindi tra noi e i russi c’è una lotta per la sopravvivenza: mio padre, originario di Leopoli, si è fatto due anni di campo di concentramento russo nel 1939. Non posso avere simpatia per i russi. Penso però che la guerra non serva a nulla e ci rimetta sempre la povera gente, ovunque».

Ha parenti in Polonia?
«Una cugina. Sono preoccupati, dicono che dopo l’Ucraina toccherà a loro. Mio padre non ci è più tornato ma mio bisnonno è ancora sepolto lì, io certe cose non le dimentico».

Ha paragonato Putin a Stalin.
«Ho detto che ne è l’erede, il suo obiettivo è recuperare lo status imperiale dell’Unione Sovietica».

Ha anche detto che le ricorda Hitler.
«Dal punto di vista tattico, pensando all’invasione del Belgio che fu fatta per sfondare. Come Putin in Ucraina, è chiaro che mi ricorda Hitler. Fossi stato Putin mi sarei fermato prima».

Si è chiesto il perché delle reazioni negative da parte di alcune persone che la seguono sui social?
«Non lo so il perché. Evidentemente qualcuno si schiera contro a prescindere. Ho spiegato le mie motivazioni personali, in guerra non c’è la ragione da una parte o dall’altra. E lo stesso ho fatto con i vaccini: ho spiegato le mie motivazioni da medico, se poi qualcuno vuole farmi passare per “no vax”…».

Non c’è secondo lei un filo rosso antisistema che unisce chi cerca alternative alla politica sanitaria del governo e chi apprezza il ruolo di Putin rispetto all’Occidente?
«Assolutamente no. Secondo loro (i follower, ndr) dovrei dire di essere favorevole a Putin. Per me invece Putin potrebbe anche avere le sue ragioni ma quando uno invade, invade. Punto. Certo, non si può avercela con un russo in quanto russo. Come con il corso sospeso su Dostoievski, il maestro allontanato dalla Scala...».

Eppure proprio le chat che diffondevano informazioni contro vaccini e politica sanitaria ora diffondono propaganda pro Putin, con una narrazione alternativa all’Unione Europea.
«È la dimostrazione del fallimento dell’Europa, percepita come un insieme di burocrati. Uno ha mai chiesto al popolo italiano di perdere sovranità? Ora c’è pure l’emergenza prorogata per via della guerra. Questi governi in cui tutti votano pacchetti al buio...».

Si può dire che l’anello di congiunzione è la sfiducia.
«Una sfiducia nel confronto dell’Europa, facciamo sfilate per la pace e vendiamo le armi. C’è un po’ di rassegnazione, come di fronte alla guerra. Che non ha mai risolto niente».



Alberto Pento
Meno male che in questo caso Riccardo Szumski si dimostra persona sensata, un polacco che si rispetti non potrà mai stare con i nazifascisti russi di Putin e contro l'Ucraina che li combatte a costo della vita.
Adesso mi è più simpatico pensavo avesse perso il buon senso con la deriva novax dei venetisti.
Adesso sarà costretto a fare i conti con le demenzialità del venetismo.



Noi polacchi i russi li conosciamo bene...non ho nessuna simpatia qualsiasi ragione abbiano....
Riccardo Szumski
24 febbraio 2022

https://www.facebook.com/riccardo.szums ... 8601421752

Barbara Favretto
Lasci da parte i pregiudizi....

Luciano Pancianeschi
Stavolta non sono d'accordo, i russi stanno facendo un operazione chirurgica per cacciare il "governo di Kiev" al servizio dei globalisti.

Giorgia Pitasi
A prescindere dalle simpatie la nato per gli accordi presi non può avere l'Ucraina perché è un stato cuscinetto. Comunque sia sono stati bombardati biolaboratori militari finanziati dagli americani per non dire direttamente per mano di Biden dove si producevano armi batteriologiche come il virus che conosciamo tutti. Capisco i risentimenti storici ma ora la Russia a ragione da vendere. Sono 7-8 anni e più che rompono con l'Ucraina i democratici americani per molti interessi nel paese.

Barbara Perin
è da dire però che con Biden qui dovevano arrivare.....

Donatella Bandiera
Barbara Perin Trump è sempre riuscito a tenere la situazione in perfetto equilibrio, è con Biden che la faccenda è degenerata…

Edi Fava
Era prevista ancora prima dell’ insediamento di Baiden ,purtroppo chi ne fa le spese siamo noi europei ora forse si capisce il perché degli aumenti altro che green !!! Oltretutto Ucraina è il granaio dell’Europa Baiden deve mollare la presa !

Giorgia Pitasi
Edi Fava era previsto da quando si è insediato Obama e il suo vice Biden. Guardi un intervento di Giulietto Chiesa del 2015. Per l'esattezza lui dice che la terza guerra mondiale partirà proprio dal problema creato ad arte dell'Ucraina. Giulietto Chiesa:la terza guerra mondiale partirà dall'Ucraina.


Valeria Valeria
Simpatici i tedeschi

Laura Fasciani
Questa volta non sono d'accordo.

Antonella Antonioni
4 anni di Trump e niente guerre, solo chiacchiere, arrivato questo burattino dell elite e si sapeva cosa sarebbe accaduto.....

Paola Fratter
Antonella Antonioni esatto...mentre per i guerrafondai si ?!

Marika Chiesurin
Antonella Antonioni e la padedemenza è stata terreno fertile

Antonella Antonioni
Paola Fratter questo è un guerrafondaio spudorato

Lamberto Borsoi
Antonella Antonioni no, é il burattino dei ventriloqui capitalisti americani

Stefano Mura
altri tempi Doc

Manuel Chiara Furlanetto
Con Trump non sarebbe mai successo!



Essendo figlio di un ufficiale polacco che il 17 settembre del 1939 dopo una giornata di combattimenti contro i nazisti è stato fatto prigioniero dai russi che erano d'accordo coi tedeschi per spartirsi la Polonia e che si salvò per miracolo da una pallottola russa alla nuca a Katyn (oltre 10 mila ufficiali ed intellettuali eliminati),facendosi due anni di campo di prigionia russa senza mai più poter tornare poi a casa sua né rivedere sua madre ,voi capite che posso avere solo una opinione....
Riccardo Szumski
24 febbraio 2022

https://www.facebook.com/riccardo.szums ... 1101415502

Giancarlo Franco Lora
Forse voleva dire suo Nonno

Riccardo Szumski
Giancarlo Franco Lora mio padre e non si permetta di offendere uno che ha combattuto a Montecassino ,Ancona e Bologna per liberare la penisola

Giancarlo Franco Lora
Riccardo Szumski Mi scusi, io non ho offeso nessuno, ma se lei è nato nel 1952 e suo Padre nel 1939 è stato fatto prigioniero ed è morto due anni dopo i conti non tornano, ho detto suo nonno per questo, ma forse ho capito male io

Autore
Riccardo Szumski
Giancarlo Franco Lora dove e scritto che e morto?

Giancarlo Franco Lora
Riccardo Szumski ha scritto "senza mai più tornare a casa", forse ho capito male il senso ma mi creda che io la stimo, ho solo pensato ad un suo lapsus

Autore
Riccardo Szumski
Giancarlo Franco Lora non è più potuto tornare a casa sua,Leopoli,700 anni di storia polacca,che fu poi alla fine della guerra assegnata alla Russia ed ora e Ucraina ..


Davide Mottin
Più o meno come chiedere al figlio di un prigioniero vietnamita cosa pensa degli Americani.

Paola Fratter
https://www.facebook.com/1545116470/pos ... 567739924/

Rosanna Zanin
Davide Mottin.... Esatto !

Stefano Conte
Davide Mottin o ai serbi per essere più recenti!

Masiero Luca
Stefano Conte infatti, gli USA, in Serbia usavano bombe intelligenti,oltre che essere di uranio impoverito.

Miriam Foltran
Davide Mottin guerrafondai? Prova a vedere da che esiste America quanti anni di pace ha avuto.

Ilaria de Coppi
La guerra è la cosa più stupida che abbia creato l'uomo anche se in tempo di guerra le persone si manifestano per quello che sono.
Quello che fa più male è che a pagare sono sempre gli innocenti ed i contrari.
Chi la decide non è mai in prima linea.
Manuela Bainado
La sua analisi è un' analisi soggettiva, non obiettiva.

Alicia Perin
La guerra provoca povertà, immigrati,feriti,orfani,destruzione delle persone ,basta vedere la Siria come ultimo esempio.Il potere di 3 o 4 persone fanno girare economia e giocare con la vita di tutti noi,oggi loro domani no si sa a chi tocca.

Manuela Bainado
https://youtu.be/ZU4KwamQdr8

Sonia Zoppello
Credo che sia duro trovarci una ragione perché la guerra.non ha mai ragione purtroppo in mezzo ci siamo noi e siamo il loro campo di battaglia ,perché da qualunque lato la guardi ci sono troppi interessi egemonia, le grandi fabbriche americane produttrici di armi pensate a questi "poveretti" che producono armi e sono quasi 5 anni che l'America non fa una guerra "seria " c'è bisogno di distrarre la massa da altre mire

Stefania Gasparini
che le guerre fanno schifo.....ma guarda caso, perché succedono! PER CAPITALISMO O RELIGIONI

Massimo Mantovelli
Stefania Gasparini amche nel. Modello comunista marxista cinese... Le guerre c'erano... Eccome

Silvia Tisato
Io sto' sempre dalla parte della libertà di un popolo! In questo caso, se l'Ucraina ha scelto liberamente di andare con la Nato, giusto o sbagliato che sia, DEVE essere libera di farlo!

Silvia Tisato
Luca De Fanti vero

Luigi Simonetto
Silvia Tisato ed i popoli che vogliono l'autodeterminazioni devono democraticamente ottenerla.

Massimo Mantovelli
Silvia Tisato allora anche quando volevano fare la Padania...??? Via torniamo ai comuni.... Ma ilbpopolo ucraino che non si sente ucraino ma russo e vuole stare li... Perché gli viene imposto dagli ucraini... Un po come in italia negli anni 20 se non avevi la tessera del partito fascista eri considerato un conspiratore e ti picchiavano o uccidevano... Questo è che è successo in ucraina negli ultimi 8 anni... Il governo ucraino ha imposto con la forza e violenza alla regione del donbass cose contro la loro natura

Claudio Dal Negro
Silvia Tisato e allora ?
o libertà x tutti o per nessuno .

Daniela Ballan
Mi dispiace, così è la guerra. Oggi è diverso, gli USA hanno dichiarato guerra all'Europa e hanno vinto, niente gas russo, anzi, ci mettiamo pure le sanzioni che penalizzano solo noi. Però c'abbiamo il ministero della transizione ecologica.

Gianluca Panto
Per non dire del loro comportamento durante la ritirata nazista. Giunti alla vista di Varsavia, si sono fermati ed hanno hanno attesso pazientemente che i tedeschi radessero al suolo la citta' casa per casa, uccidendo tutti quelli che potevano, con lanciafiamme e bombe , prima di attraversare l'Elba e rioccuparla. (Da un racconto di un mio amico polacco) .

Melita Padoin
Io invece la penso come Giorgio


Rossana Liberatoscioli
Dottore il problema è che in guerra si vogliono cercare per forza i buoni e i cattivi, ma la realtà è sempre molto più complessa e nelle battaglie volute da pochi si intersecano le vite dei tanti, ognuna con il suo valore e dignità.
Mio nonno fu mandato a combattere sul fronte russo munito di scarpe di cartone, per fortuna riuscì a scappare e a rifugiarsi in Jugoslavia per due anni dove venne protetto e ospitato dalla povera gente. Per il governo fascista italiano, se avesse saputo che era ancora in vita, sarebbe stato un disertore...tornato in Italia alla fine della guerra lavorò per seppellire i morti nel cimitero monumentale canadese di Torino di Sangro. Per lui Tito era un eroe. Chi glielo poteva spiegare che anche lui era un dittatore? La verità è che siamo anime spesso in balìa di eventi più grandi di noi e soltanto noi come individui possiamo cercare di fare del nostro meglio e lottare per i nostri ideali.

Daniela Ballan
"Capiamoci.
Putin non ce l'ha con l'Ucraina, non ce l'ha con la Disunione Europea, e non ce l'ha di certo con gli Stati Uniti.
Ce l'ha con la NATO.
E ce l'ha anche un bel po' con Biden (o chi agisce attraverso lui ed altri), perché, ai tempi della presidenza Obama, ha "settato" l'Ucraina per ciò che sta succedendo adesso. Biden ora è un rincoglionito, lo sappiamo e si vede, ma ci sono state e ci sono delle forze dietro e sopra di lui, che anni fa gli hanno dato istruzioni su cosa fare per preparare il terreno, ed ora han fatto di tutto per ripristinare la libertà di movimento di quelle forze ; ma, a causa del disprezzo per Trump, adesso in tanti vi beccate le conseguenze. Sia chiaro, non penso che Trump sarebbe stato il salvatore del pianeta, ma di certo avrebbe rallentato di molto i tempi. Poi magari è tutto un teatrino e ha fatto il suo ruolo per prendere tempo per il momento opportuno, ma su questo non ho ancora le idee molto chiare.
Quello che ho di chiaro è che vi potete mettere in culo le rivoluzioni colorate, i movimenti lgbtstocazzo e antipatriarcato e antifemminicidioh, la lotta al cambiamento climatico e anche iocredonellascienzah.
State distruggendo le vite di tutti in nome di nulla." (cit.)

Giorgio Marchesini
pensa a chi sono i nazisti in questo momento

Fabrizio Lucato
Un opinione che è anche la mia

Alan Dalco
ma tu lo sai, vero? che i 40+ campi di sterminio della generazione Auschwitz furono creati e disseminati in polonia PERCHÉ L IDEA INIZIALE DEI TEDESCHI era sterminare 2/3 della popolazione polacca per spostare famiglie tedesche sulle terre polacche. (era convinzione che dopo la caduta di Mosca vi sarebbe stata un esplosione demografica in germania, e serviva spazio e nuove terre). ma Mosca non venne conquistata per colpa di un errore strategico di hitler, allora i campi videro nelle camere a gas per primi i prigionieri di guerra russi, e i polacchi poterono salvarsi.

Alan Dalco
con questo mio commento non volevo disturbarti Riccardo Szumski . siccome sono figlio dii sociologo psicologo e ho letto per passione molti libri, mi scappano le cose da sole, così. a berlino ho amici polacchi. e sono mezzo veneto. ti seguo sempre con molto piacere, e spero che un giorno tu prenda il posto dei maledetti laggiù. sicuramente tu, i tuoi lavori, li sai fare meglio di quei mafiosi.

Poloni Lorena
Del Donbass con 22morti tra cui centinaia di bambini per i quali nessuno in Europa ha fatto manifestazioni di piazza (col pseudo Covid ancora attivo secondo i virologi stregoni italiani) ce lo siamo dimenticato?
Eppure 8 anni di massacri ucraini ai civili sono ampiamente documentati da foto e video di quei giorni.
Zelensky è un assassino incallito. Lui e i suoi andrebbero processati per crimini contro l'umanità.
Che poi Putin non sia un santo lo sappiamo. Del resto: chi lo è qui?
Solo che lui le promesse le mantiene a differenza di Zelensky e NATO.
E comunque Putin non è né Stalin né Lenin.




Voi sapete che io sono mezzo polacco con tutta una storia secolare di contrasti feroci con i russi..Putin lo ho battezzato da tempo come degno successore( si fa x dire) di Stalin..ma espellere dei musicisti o sportivi o studenti o semplici cittadini russi cosa c'entra? Magari pure non sono proprio d'accordo con il loro presidente..Mettete pure fuori le bandiere per la pace..ipocriti
Riccardo Szumski
1 marzo 2022

https://www.facebook.com/riccardo.szums ... 5710969041

Angela Giovinazzo
Buongiorno dottor Riccardo Szumski . Sempre obiettivo e chiaro.

Elisa Paci
Lo sport che unisce…

Giuliana Quagliani
Dall arcobaleno siamo passati colpevolizzare i novax a odiare ogni forma di pensiero libero.. Siamo passati ad accusare un presidente in tutte le maniere e parole. Come se la Ue e l altro fossero santi immacolati. Tutto come 2anni fa, manipolazione dell informazioni, devi sottostare ad ogni loro decisione. Dichiarare dittatore chi difende i suoi confini mentre vengono armati da basi missilistiche, vengono negati 8anni di guerriglie con 15000 morti. Se non ci sono prove di attacchi vengono messi in rete immagini vecchie di Siria e Afghanistan. Veniamo bombardati d informazioni false da 2anni a questa parte e alcuni continuano ebeti a crederci. La libertà di pensiero spenta, il pensiero critico negato perché non devi né chiederti né cercare di capire. Voi tutto questo la chiamate democrazia????

Rosanna Zanin
Giuliana Quagliani .. riflessione attenta, puntuale.
Condivido.
Giuliana Quagliani
Rosanna Zanin grazie.. Che Dio ci protegga, non siamo messi bene

Cristina Veneta
Ma dove siamo finiti ??? Al hub di conegliano c era un pullman di giovani ucraine con i loro bambini poi li portavano a Vittorio e nel frattempo chiedono a dei russi che lavorano qui di disconoscere la loro patria .... questo non è il mio mondo

Annalisa Silan
Grande!!!

Dino Raro
Anche qui ritorna la stella gialla
Oppure gli facciamo scadere il super gp...?

Viorica Manolache
Chi oggi mette fuori bandiera della pace ,ieri mi ha buttato fuori da lavoro perché ero non vaccinata. Peri propri diritti sono anni che non escono in strada ma per ,,diritti" dei altri, sentiti in TV tutti in piazza per fare bella figura. Poi ci meravigliamo del cambiamento dei politici italiani?

Michela Rossi
Caro Riccardo Szumski, le sue origini, ovviamente, la portano verso determinate posizioni ma non credo che, davvero, si possano mettere sullo stesso piatto due figure così diverse. Onestamente credo che a Stalin si potrebbe avvicinare, piuttosto, qualche personaggio politico italiano degli ultimi tempi...

Silvia Tisato
E c'è anche un altra cosa che nn capisco ( essendo anch'io contro la decisione di Putin) lo spendere 500mila euro , per far continuare l'università degli studenti Ucraini, da parte dello stato italiano..
Nn è egoismo il mio! È giusto aiutare, ma mi sembra una grandissima presa per il c... ,Quando ci sono over 50 a casa senza stipendio, perché obbligati altrimenti a farsi un vaccin@! Ipocriti!!!

Renata Serraglio
Silvia Tisato in Italia si fa il buonismo con i soldi dei cittadini

Silvia Tisato
Renata Serraglio sì, anche zaia ... Aspettiamo il suo buon esempio, apra per primo le sue 2'case...

Stefania Gasparini
Silvia Tisato sì, spetta e spera

Mario Guadagnini
Stalin con la finta carestia ha eliminato 27 milioni di Ucraini. Putin a chiare lettere vuol far capire agli USA = NATO che non li vuole sotto le mura di casa sua. La cosa è molto diversa. Ciao dottor go ciapa' anca mi e me mujer el covid, mal de gargatol e un fia' de rafredor. Avanti sempre.

Marika Chiesurin
Mario Guadagnini.. Finta carestia... Finta pandemia... La storia si ripete

Mario Guadagnini
Marika Chiesurin e sono sempre i soliti poveri a subire le conseguenze. In questo mondo non trovo più delle risposte alternative.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:45 am

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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:45 am

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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:46 am

4)
Il venetismo vittimista, irresponsabile e menzognero, fideista dogmatico idolatra, antiamericano antiNATO e filorusso, antisemita e filopalestinese, ... è morto



Il venetismo venezianista e indipendentista è finito

https://www.facebook.com/groups/5568991 ... ently_seen

Il venetismo come lo abbiamo conosciuto in questi 30 anni è finito ignominiosamente,
sotto un cumulo di menzogne e dogmi, irresponsabilità e demenzialità vergognose,
con il suo vittimismo per l'invasione di Napoleone e la totale assenza di autocritica per l'antidemocraticità e la viltà di Venezia e della sua aristocrazia veneziana che anziché combattere ha preferito la neutralità disarmata dei vili e poi soccombere,
con la sua menzogna del Plebiscito truffa del 1866,
con il suo mito della Serenissima e del suo antistorico restauro
e poi con il mito dei Serenissimi che si riciclano insensatamente col tanko,
con la sua inutile, folclorica e infantile idolatria marciana,
con i suoi personaggi truffaldini e i suoi politicanti fanfaroni,
con la sua orripilante deriva antisemita e antisraeliana,
con il suo irresponsabile antiamericanismo e antiatlantismo,
con le sue demenzialità nopandemia, novax e nogreenpax
e da ultimo
con la sua mostruosa, disumana, incivile e anticristiana presa di posizione
a favore del nazifascismo della Russia del dittatore criminale Putin contro la libera e democratica Ucraina seviziata, stuprata e martoriata che coraggiosamente si difende ed eroica risplende,
questo venetismo è precipitato nel pantano putrefatto della storia,
nulla può più venire di buono da questa melma mefitica,
dove si è perso il senso del bene e del male, del giusto e dell'ingiusto.



Ricordo a chi dovesse leggere questo mio post, le tre menzogne sui referendum dei venetisti che dimostrano la loro inconsistenza e inaffidabilità umana, civile, politica, culturale e morale (anche religiosa considerato che si dichiarano tutti ferventi cristiani).


1) l'aver trattato e propagandato il Plebiscito del 1866 per l'annessione dei veneti all'Italia come una truffa, un imbroglio, un inganno, frutto di raggiri, minacce, violenze e brogli elettorali, senza l'ombra di una prova con l'aggravante di aver cercato di produrne di inconsistenti e di false (comizi, conferenze, libri, convegni, film) ingannando i veneti in buona fede;

La truffa ideologica venetista della falsa tesi secondo cui il Pebiscito del 1866 fu una truffa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 176&t=2859
Si tratta di uno dei dogmi del venetismo indipendentista e venezianista.

2) l'aver creduto e sostenuto un referendo farsa nel 2014 per l'indipendenza del Veneto dall'Italia, via web organizzato da un politicante da strapazzo, un tale Gianluca Busato con una messa in scena mediatica che ha esaltato, illuso e ingannato i poveri veneti che vi hanno creduto e aderito, più o meno come aveva fatto Vanna Marchi con le sue vittime.
Un tale personaggio non è riuscito nemmeno a raccogliere le firme per partecipare alle elezioni regionali del 2015.
POLITICA Il voto promosso dai venetisti di Plebiscito.eu Referendum indipendenza Veneto: 2 milioni di sì La consultazione online per ottenere l'indipendenza del Veneto dall'Italia ha ottenuto molti consensi, ma non ha valore istituzionale. Il promotore Busato però dal palco di piazza dei Signori ha proclamato "la nascita della Repubblica veneta"
https://www.rainews.it/archivio-rainews ... cc797.html


3) l'aver considerato il referendo illegale tenuto nel Donbass nel 2014 come un referendo legittimo e i filorussi separatisti che lo hanno organizzato come una minoranza perseguitata e maltrattata dagli ucraini e in questi giorni l'aver sostenuto e pienamente giustificato l'aggressione criminale del nazi fascista russo Putin all'Ucraina.


Ricordo infine anche la demenzialità di questa minoranza venetista di veneti che alle ultime elezioni regionali non è arrivata nemmeno ad ottenere l'1% dei voti non riuscendo ad eleggere manco un consigliere regionale;
demenzialità consistente nel credersi, nel ritenersi e nel propagandarsi come il Popolo Veneto, pur essendo solo una minoranza minimale e al contempo nel non riconoscere alla maggioranza dei veneti che non la pensa come loro, il diritto umano, civile e politico di essere loro, in quanto stragrande maggioranza, i veri ed unici depositari del diritto al titolo politico e giuridico, di Popolo Veneto.
La stessa demenzialità che ha portato e porta questa demenziale minoranza venetista a negare i diritti umani, civili e politici dell'Ucraina in generale e degli ucraini del Donbass e della Crimea, alla sovranità nella loro terra a prescindere dall'essere maggioranza o minoranza etnico-culturale e a giustificare i crimini contro di loro che sta perpretando il dittatore criminale Putin in questi giorni e ore.


Spero che dopo questa presa di posizione dei venetisti contro la povera Ucraina stuprata e straziata e a favore del suo stupratore, assassino di popoli, il criminale nazifascista ed ex comunista russo Putin, nessun veneto voti più questa gente così ignorante, bugiarda, disumana e incivile.

I poveri venetisti sono così abituati al fideismo dogmatico e alle menzogne della propaganda del venetismo che hanno automaticamente fatto priopria la propaganda demenziale della Russia contro l'Ucraina, l'hanno adottata in pieno, senza vaglio critico, come hanno adottato quella venetista in modo fideistico per ignoranza, incapacità critica, conformismo, timore di scomunica e qualcuno per qualche interesse personale economico o nella speranza di una carriera politicante.


Questo è il fanfarone Gianluca Busato che ha organizzato il finto referendo del 2014 per l'Indipendenza del Veneto illudento i veneti come ha fatto Vanna Marchi con le sue vittime.
E persone come il venetista Fabio Padovan, l'avvocato Alessio Morosin, l'ex europarlamentare Franco Rocchetta, il venetista Lucio Chiavegato lo hanno sostenuto, assecondato, corteggiato e riverito che vergogna!
Basta guardarlo e poi guardare Vanna Marchi e si capisce tutto!



La truffa ideologica venetista della falsa tesi secondo cui il Pebiscito del 1866 fu una truffa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 176&t=2859
Si tratta di uno dei dogmi del venetismo indipendentista e venezianista.
Per quanto mi riguarda se i veneti lo volessero veramente potrebbero diventare indipendenti senza la necessità di sostenere le loro ragioni con dogmi siffatti.


Comitato 1866 (area fiło leghista)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 126&t=2161
https://www.facebook.com/comitato1866/?fref=photo
http://www.consiglioveneto.it/crvportal ... izia=29605

Indipendenza Veneto. Comitato 1866 presenta programma 150 anni annessione all'Italia

(Arv) Venezia 14 gen. 2016 – Diffondere la conoscenza dei fatti storici che portarono all’annessione della Repubblica Veneta al Regno d’Italia, far riflettere i cittadini sulla loro reale volontà di far ancora parte dell’Italia. Sono questi gli obiettivi che il “Comitato 1866” intende raggiungere e per i quali ha elaborato un programma di iniziative in occasione dei 150 anni della consultazione con la quale i veneti votarono l’unione.
Il programma è stato illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa tenutasi a palazzo Ferro Fini, alla quale sono intervenuti il Presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti, l’assessore alla cultura, Cristiano Corazzari, i consiglieri regionali Antonio Guadagnini (INV) e Riccardo Barbisan (LN) e la presidente del Comitato 1866, Ilaria Brunelli.
Per quanto riguarda il programma si inizia con il Capodanno veneto, dal 27 febbraio al 6 marzo, che prevede feste e format, per proseguire l’11 marzo con un convegno a Rovigo sul tema “150 anni di Veneto ‘italiano”, il 25 aprile con “Doge per un giorno”, un’invasione digitale a Palazzo Ducale e con visite guidate destinate ai ragazzi; il 21 e 22 ottobre si terrà una celebrazione “diffusa” nelle città venete.
“L’iniziativa - ha sottolineato la presidente Brunelli - è rivolta a tutti i veneti, ma in particolare ai ragazzi che diventeranno il Veneto di domani e ai politici di oggi, perché sappiano leggere con onestà le esigenze della nostra terra. La nostra – ha ribadito– è una iniziativa per certi versi provocatoria, per porre la domanda se oggi, dopo 150 anni, non è forse il momento di chiedere ai veneti se vogliono ancora stare in Italia”.
“Si tratta – ha sottolineato Ciambetti – di una serie di iniziative articolate lungo un percorso informativo per spiegare come avvenne l’annessione 'plebiscitario' del Veneto”.
“Senza alcuna polemica – ha dichiarato Guadagnini – confermo il forte impegno della Regione per affermare la verità dei fatti e per la realizzazione del referendum sull’indipendenza e se poi vinceranno i no ne prenderemo atto”.
Il consigliere Barbisan ha espresso l’auspicio che della cosa se ne possa parlare nelle scuole con una visione laica, “perché finora vi è stata una totale dimenticanza della storia del Veneto e della Repubblica Serenissima”.
“Si tratta – ha sottolineato Corazzari – di una iniziativa che vuole affrontare un argomento controverso come quello dell’annessione del Veneto in modo critico e libero da condizionamenti, aprendo un dibattito che intende approfondire le dinamiche che portarono al plebiscito. In questa logica – ha annunciato – ci faremo promotori con il Provveditorato agli Studi per coinvolgere le scuole in un dibattito nuovo che intende scoprire le vere ragioni dell’annessione”.


Verifica storica comune e pubblica della tesi sostenuta da taluni venetisti che il Plebiscito del 1866 per l'annessione delle terre venete allo Stato italiano fu una truffa.
Si prega di portare documenti e testimonianze certificate.
viewtopic.php?f=153&t=2883
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 9314425478



1848, 1866, 2017
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 181&t=2684

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 68x391.png

Per rispetto ai veneti non cito il Referendo del 2014, tenutosi via web e organizzato da tal Gianluca Busato che questo sì fu una vera truffa a inganno e danno dei veneti.
https://vec.wikipedia.org/wiki/Referend ... o_del_2014


Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani e nazisti maomettani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2690
Chi non rispetta e non ama gli ebrei e Israele non merita il mio rispetto e il mio amore ed è mio nemico.
Solo dei fanatici e idolatri cristiani possono solidarizzare con le teocrazie nazi maomettane.
Con questi veneti io non ha nulla da spartire.

L’antiebraeixmo e l’antixraełixmo de çerti veneti marciani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 167&t=1338


La vergogna dei veneti antisemiti e antisraeliani, nessuna indipendenza potrà mai arrivare con questi veneti

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 7062056040


Il venetismo venezianista è diventato un covo di fanatici nazi venezianisti demenzialmente antisemiti antigiudei e antisraeliani.

viewtopic.php?f=153&t=2880
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3848977870
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 7:46 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 8:12 am

5)
La demenziale propaganda che i poveri venetisti hanno fatto propria per demonizzare l'Ucraina e santificare la Russia:
il caso del Donbass e dei separatisti filorussi




Il Donbass è degli ucraini e dell'Ucraina e non dei russi e della Russia

https://www.facebook.com/profile.php?id=100078666805876
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 143&t=3000

Violazione dei diritti umani, civili e politici del popolo ucraino dell'Ucraina e degli ucraini in Crimea e nel Donbass che sono territori dell'Ucraina;
mediante demonizzazione calunniosa e interpretazioni menzognere della storia,
terrorismo e violenza politoca della minoranza russofila in Ucraina, in Crimea e nel Donbass
e successiva criminale aggressione con invasione e occupazione militare che ha causato e che sta causando distruzione e stragi.

Con il sostegno demenziale e irresponsabile
inizialmente della Lega di Salvini, del Consiglio regionale veneto di Zaia e della minoranza venetista venezianista indipendentista che continua vergognosamente a tutt'oggi.

Venetismo venezianista indipendentista che ha ingannato e continua a ingannare i veneti con la sua propaganda menzognera sulla storia del Veneto e i suoi dogmi fideistici e che viola i diritti umani, civili e politici dei veneti, della maggioranza dei veneti che si vuole italiana sia pure con una forte autonomia, più o meno allo stesso modo adoperato dalla minoranza russofila nel Donbass e in Ucraina (questa con l'aggravante del sostegno politico e militare della Russia nazifascista e imperialista di Putin che ha prodotto il terrorismo, la guerra civile e l'aggressione fisica con stupro dell'intera Ucraina);
venetismo religiosamente idolatra e falsamente cristiano che è anche vergognosamente e demenzialmente, fortemente antisemita e antisraeliano.

Io veneto non provo più alcuna simpatia, alcun sentimento di fratellanza e di amore per questa minoranza demenziale e la sua malvagia deriva contro i diritti umani, civili e politici della maggioranza dei veneti, degli ucraini, e degli ebrei di Israele.

Non avrei mai pensato 30 anni fa, quando ho aderito a questo movimento indipendentista, per simpatia etnica, all'oscuro della storia e sulla base della fiducia credendo a quello che mi si raccontava, illudendomi alla fraternità e alla veridicità del racconto ....

I conflitti e la violenza in Ucraina, in Crimea e nel Donbass sono iniziati con l'avvento di Putin al potere in Russia e del Risveglio nazi nazionalista, fascio zarista e imperialista della Grande Russia, a spese dei popoli russi, degli ex paesi liberatisi dall'URSS con il suo crollo e delle aree in precedenza dominio dell'Impero russo degli Zar.








La minoranza filo russia del Donbass non ha alcun diritto alla secessione all'indipendenza poiché il territorio è dellO Stato ucraino e dalla maggioranza ucraina o filoucraina.



Il Donbass, il cuore della crisi ucraina
Nel Donbass oltre 770mila ucraini hanno il passaporto russo, su una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, e secondo Mosca negli ultimi giorni altri 950mila residenti hanno fatto la stessa richiesta.

21 febbraio 2022

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 910d9.html

La questione dell'Ucraina, ed in particolare del Donbass, si può considerare la madre di tutte le battaglie per Vladimir Putin, nel suo disegno che mira a porre un argine al progressivo allargamento della Nato in Europa orientale.

E la ricca regione carbonifera nel sud-est del Paese, dove vive una consistente comunità russofona, è per lo zar il cuscinetto ideale, anche per rosicchiare territorio a Kiev ed indebolirne le pretese di entrare nell'orbita occidentale.

Nel Donbass oltre 770mila ucraini hanno il passaporto russo, su una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, e secondo Mosca negli ultimi giorni altri 950mila residenti hanno fatto la stessa richiesta.

Con la "madre Russia" c'è un legame antico, rafforzato da una Chiesa ortodossa locale che si è staccata da quella ucraina per legarsi a Mosca. Questo legame si nutre anche dell'insofferenza della popolazione verso lo Stato centrale. Perché le condizioni generali di vita, dall'uscita dell'Ucraina dall'Urss, nel 1991, sono peggiorate progressivamente. E allo stesso tempo, sono cresciute le pulsioni secessioniste.

La miccia si accende nel 2014, quando dopo la rivolta filo-Ue di Maidan e la cacciata di Viktor Yanukovich dal potere, Mosca in reazione decide l'annessione della penisola della Crimea, nel sud dell'Ucraina. Da quel momento parte la mobilitazione anche del Donbass, con gruppi militari delle regioni di Lugansk e Donetsk che riescono in breve tempo a prendere il controllo di parte della regione, grazie all'appoggio occulto di Mosca, che fornisce denaro e armi. I secessionisti vittoriosi sul campo dichiarano l'indipendenza dall'Ucraina proclamando la nascita della Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk. In seguito organizzano un referendum, che secondo i leader ribelli ha un esito bulgaro: la stragrande maggioranza della popolazione vota a favore dell'annessione alla Russia.

Gli sforzi della diplomazia internazionale per riportare stabilità nell'area e porre fine ad un conflitto che ha provocato oltre 10mila morti conducono agli accordi di Minsk, che vengono sottoscritti sia dai filo-russi che da Kiev, sotto il cappello delle potenze occidentali, Francia e Germania, e della Russia. I combattimenti sulla carta devono finire ed il Donbass deve tornare sotto il controllo dell'Ucraina, in cambio di una maggiore autonomia. Ma le intese sottoscritte nella capitale bielorussa non sono risolutive, perché in parte non attuate per responsabilità di entrambe le parti. Mosca non è formalmente parte nel conflitto e quindi non si sente vincolata. Mentre le autorità di Kiev, su pressione della frangia nazionalista del Paese, non riescono a concedere l'autonomia ai separatisti. Ed il conflitto, anziché finire, è riesploso.


La destabilizzazione dell'Ucraina libera e il sorgere del separatismo russofono e russofilo nelle aree della Crimea e del Donbass, inizia qualche anno dopo il referendo per l'indipendenza dell'Ucraina del 1991 e coincide con l'insediamento e i consolidamneto di Putin alla guida della Russia post URSS nei primi anni del 2000.
Il programma e il compito di Putin è stato ed quello di ripristinare la Grande Russia sconfitta con il crollo dell'URSS, con ogni mezzo lecito e illecito, dalla propaganda menzognera, alla promozione, all'organizzazione e al finanziamento dei movimenti separatisti, a quello dei partiti russofili da insediare al governo dell'Ucraina, come ha sempre fatto la Russia ai tempi dell'URSS.


L'aggressione del regime di Putin all'Ucraina ha tolto il velo anche sull'ipocrisia regnata nel Donbass dal 2014 ad oggi. Quello che, secondo le autorità di Mosca, sarebbe il teatro di un genocidio condotto ai danni della popolazione russofona, altro non è che un buco nero mafioso
Matteo Zola
25/02/2022
(Pubblicato in collaborazione con East Journal )

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Ucr ... sia-216155

Lo scorso 21 febbraio la Russia ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Il giorno seguente l’esercito russo entrava nelle due repubbliche per una missione di peacekeeping che, da un lato, affermava la sovranità russa sui due territori e, dall’altro, preparava l’invasione del resto dell’Ucraina.

Dopo anni di ipocrisie e falsità, è finalmente caduto il velo dal Donbass. Ripercorrere la storia recente di questa regione significa addentrarsi nei meandri di un conflitto definito “a bassa intensità” ma che, dal 2014, non ha smesso di seminare morte associando alla destabilizzazione politica e al controllo militare, pratiche criminali comuni, traffici, regolamenti di conti e violenza. Quello che, secondo le autorità di Mosca, sarebbe il teatro di un genocidio condotto ai danni della popolazione russofona, altro non è che un buco nero mafioso.

Il furto dello stato
Dossier

Vai a tutti i nostri approfondimenti sull'aggressione del regime di Putin all'Ucraina nel dossier "Ucraina: la guerra in Europa"

All’indomani della dissoluzione sovietica molti vecchi esponenti della nomenklatura hanno saputo riciclarsi e trasformarsi in magnati e imprenditori grazie alla spoliazione dei beni pubblici in un processo di privatizzazione selvaggia che il politologo Steven L. Solnick ha chiamato "il furto dello stato". Un fenomeno che ha avuto luogo in molte regioni dell’ex Urss ma che in Donbass ha visto l’emergere di clan oligarchici capaci di prendere il controllo politico e sociale della regione, limitando gravemente la formazione di una società civile. Una regione industriale così ricca di risorse si è rivelata comprensibilmente attraente per le nuove generazioni di dirigenti mafiosi che cercavano di consolidare le proprie posizioni sociali ed economiche assumendo un controllo formale sul mondo della politica e del diritto.

Anni prima che Viktor Yanukovich diventasse presidente dell'Ucraina, lui e la sua famiglia stavano già esercitando il controllo sulla regione di Donetsk. Molti degli attori politici ed economici più influenti dell’Ucraina indipendente provengono da questa regione: gli ex presidenti Kuchma e Yanukovich ma anche Rinat Akhmetov, Oleksandr Yefremov, Borys Kolesnikov, nomi più o meno noti che hanno segnato le sorti della regione e del paese. Grazie a loro il Donbass è divenuto il tempio della corruzione, un luogo in cui soprusi e vessazioni erano il pane quotidiano, e la lotta tra gruppi armati al soldo di opposti magnati insanguinava le strade. La speranza di vita era, poco prima della guerra, due anni inferiore al resto del paese mentre la regione registrava i più alti tassi europei nel consumo di oppiacei e nella diffusione dell’HIV . E tutto questo malgrado la regione valesse un quarto di tutto l’export ucraino. Una ricchezza che però non andava nelle tasche della popolazione.

Regioni filorusse?

È in questo contesto che si svilupparono gli eventi che hanno portato alla nascita delle repubbliche separatiste. Nel momento in cui il presidente Yanukovich fuggì dal paese, cominciarono ad emergere conflitti all’interno del mondo oligarchico che lo sosteneva. Tra la popolazione si diffusero sentimenti contrastanti tra coloro che lo ritenevano un traditore e quelli che sentivano invece di aver perso un punto di riferimento a Kiev . Lo possiamo capire da un sondaggio dell’IRI condotto proprio in quei mesi che testimonia il malessere dei residenti negli oblast di Donetsk e Lugansk: in quelle regioni solo il 40% degli intervistati riteneva l’occupazione della Crimea “una minaccia per la sicurezza nazionale” contro al 90% dei residenti nelle regioni centro-occidentali.

Allo stesso modo, ben il 30% esprimeva la necessità di una “protezione per i cittadini russofoni”. Tuttavia il favore verso l’integrazione con la Russia non era elevato: 33% a Donetsk, 24% a Lugansk e Odessa, 15% a Kharkiv, mostrando come anche nelle regioni orientali del paese sussistessero grandi differenze e non fosse affatto vero, come si è poi affermato e si continua a ripetere da più parti, che nell’est dell’Ucraina la popolazione fosse largamente favorevole all’integrazione con la Russia. Anzi, uno studio del 2018 ha rilevato come la guerra non abbia modificato nella popolazione del Donbass la propria identità ucraina che, quindi, è qualcosa di più di una semplice appartenenza linguistica.

Una guerra civile?

Mentre a Kiev si andava consolidando il fronte rivoluzionario, nell’est del paese cominciarono i disordini. A marzo 2014 si registrarono scontri a Kharkov, Donetsk e Lugansk, con l’occupazione dei municipi e delle istituzioni locali. Secondo gli osservatori OSCE le forze di polizia non intervennero o si mostrarono solidali con i manifestanti filorussi. In aprile vennero occupate le amministrazioni di Kramatorsk, Sloviansk e Mariupol, questa volta con il supporto di uomini armati. Si trattava perlopiù di paramilitari che arrivavano dalla Russia . La provenienza russa dei miliziani e di larga parte dei dimostranti che occuparono le varie municipalità è la prova che non si è mai trattato, fin dall’inizio, di una guerra civile ma di uno “scenario crimeano” fatto di agitatori e truppe irregolari inviate da Mosca per destabilizzare e infine occupare le regioni orientali dell’Ucraina.

Si arrivò così alla proclamazione di indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, rispettivamente il 7 e il 27 aprile 2014. Nel mese di maggio un referendum confermativo venne tenuto nelle due repubbliche registrando il 90% dei consensi. Un dato che contrasta fortemente con quello raccolto appena un mese prima dal sondaggio dell’IRI e che appare del tutto inverosimile. Intanto i combattimenti si intensificarono con l’arrivo di mezzi blindati, artiglieria pesante, lanciarazzi e sistemi antimissile di provenienza russa. Nel mese di luglio il volo MH17 della Malaysian Airlines venne abbattuto uccidendo 298 persone. Un’indagine internazionale concluse che l’aereo era stato colpito da un missile terra-aria partito dalla base della 53esima brigata antiaerea di Kursk, in Russia. A quel punto il velo sulla crisi ucraina era già stato squarciato, ma per molto tempo non si è voluto vedere in faccia il responsabile.


Gli sforzi della diplomazia condussero, in settembre, al Protocollo di Minsk, conosciuto come “Minsk I”: venne stabilita la linea di contatto tra l’Ucraina e le due repubbliche separatiste; si stabilì l’immunità per “tutti i partecipanti agli eventi nelle regioni di Donetsk e Lugansk” senza distinzione tra crimini comuni e crimini di guerra; vennero stabilite elezioni locali in presenza di osservatori OSCE (che si tennero infine il 2 novembre senza rispettare nessuna delle condizioni di t
rasparenza previste). Iniziava così una nuova fase di negoziati che, nel febbraio 2015, approdò agli Accordi di Minsk (noti come “Minsk II”).

L’economia dei separatisti

Dopo la stipula degli accordi di Minsk (febbraio 2015) si è avviata una fase di relativa stabilità anche se tra il 2017 e il 2020 si sono registrate più di 900 vittime civili. La situazione economica nelle due repubbliche separatiste era tuttavia resa difficile proprio dagli Accordi di Minsk che impedivano relazioni economiche con Mosca. L’assenza di collegamenti bancari con la Russia impediva alle fabbriche e alle aziende delle “repubbliche popolari” di avere la liquidità necessaria per mantenere la produzione. In questa situazione, l’Ossezia del Sud è diventata l'estrema risorsa: dopo aver stabilito rapporti ufficiali con Mosca, Donetsk e Lugansk, la piccola repubblica separatista georgiana è diventata l’intermediario attraverso cui la Russia versava fondi e pagamenti al Donbass. Tra il 2014 e il 2018, gli investimenti diretti esteri sono stati inferiori all'uno per cento del PIL del Donbass. Le aziende esitano a investire risorse in un'area in cui si verificano quotidianamente scambi di artiglieria. Per questo motivo, l'economia fatica a svilupparsi ed è stata particolarmente colpita dalla pandemia di Covid-19 diffondendo ulteriore malcontento tra la popolazione.

L'economia è stata monopolizzata da imprese di proprietà dei separatisti. I leader locali che si sono succeduti nel tempo hanno avviato una vera e propria economia di rapina, nazionalizzando e controllando le industrie locali. Gli stipendi sono crollati ai minimi storici. Chi ha potuto lasciare le due regioni, l’ha già fatto. Sono quasi due milioni coloro che sono emigrati nel territorio sotto controllo ucraino. Di fronte al crollo dell’economia locale, alla distruzione delle infrastrutture civili e industriali, i leader separatisti hanno agito come veri e propri boss mafiosi , imponendo la propria legge con la violenza. Tra i più noti vale la pena citare Aleksandr Borodai, primo capo della repubblica di Donetsk, che oggi siede alla Duma russa, e Aleksandr Zacharčenko, capace di costruirsi un piccolo impero estorcendo denaro a ristoranti e supermarket, prima di essere ucciso nel 2018 da un’autobomba piazzata da qualche rivale interno.

Le due repubbliche separatiste sono arrivate a costare miliardi di dollari alla Russia, costretta a versare soldi nelle casse dei separatisti, i quali non hanno esitato a farne un uso personale. Il regime semi-coloniale russo nel Donbass sarebbe stato insostenibile sul lungo periodo. Forse anche per questo Mosca ha deciso per il riconoscimento delle due repubbliche, uscendo dagli accordi di Minsk e prendendo il controllo diretto della regione. Ai piccoli boss locali si sostituisce così l’unico vero signore della guerra, Vladimir Putin.



Un po' di storia dell'Ucraina e delle aree del Donbass e della Crimea.

La guerra dell'Ucraina orientale o guerra del Donbass, inizialmente indicata come rivolta (o crisi) dell'Ucraina orientale, è un conflitto in corso che ha avuto inizio il 6 aprile 2014, quando alcuni manifestanti armati, secondo le testimonianze, si sono impadroniti di alcuni palazzi governativi dell'Ucraina orientale, ossia nelle regioni di Donec'k, Luhans'k e Charkiv. Solo un mese prima le autorità della Crimea avevano annunciato anch'esse l'indipendenza dall'Ucraina e avevano formalizzato l'adesione alla Federazione Russa.

I separatisti, volendo emulare i crimeani, chiesero anch'essi un referendum per l'indipendenza che sarà negato dall'Ucraina. Il referendum si tenne comunque l'11 maggio 2014, sicché dal 6 aprile la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk proclamarono la loro indipendenza, riuscendo a prendere il controllo di parte dei rispettivi Oblast'.


Tra il 22 e il 25 agosto, reparti d'artiglieria e un convoglio umanitario russi sono stati segnalati da ufficiali della NATO per essere entrati nei territori delle due repubbliche. Dato che a livello internazionale le due repubbliche non erano riconosciute come indipendenti l'Ucraina denunciò il fatto come una violazione della propria sovranità nazionale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Donbass


Durante la Rivoluzione russa la zona del Bacino del fiume Don si sollevò al controllo zarista e nel febbraio 1918 costituì la Repubblica Sovietica del Donec-Krivoj Rog. Nonostante gli entusiasmi la repubblica non incontrò il favore del Comitato Centrale del Partito bolscevico, che preferiva accorpare il territorio alla Repubblica Sovietica Ucraina.
Il 10 marzo 1919, dopo solamente un anno di esistenza, la Repubblica del Donec-Krivoj Rog venne ufficialmente unita all'Ucraina.
Con un decreto del 5 febbraio 2015 la Repubblica Popolare di Doneck si è proclamata il successore legale della Repubblica del Donec-Krivoj Rog.

L'Euromaidan

In seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica la neonata Ucraina fu governata da una serie di esecutivi che mantennero stretti legami con la Russia, tant'è che la città ucraina di Sebastopoli ospitava la più grande base navale militare russa. Alle popolazioni russe del Donbass e della Crimea furono poi riconosciute una serie di autonomie e venne riconosciuto l'uso e l'insegnamento della lingua russa.

Col passare degli anni andava delineandosi una sempre maggiore spaccatura tra la popolazione dell'Ucraina occidentale, sempre più insofferente verso i governi amici della Russia e più inclini a un avvicinamento con l'Unione Europea, e l'Ucraina orientale, anch'essi insofferenti verso la corruzione dei governi, ma riottosi verso una svolta europeista. La situazione si fece evidente nelle elezioni presidenziali del 2010, dove le popolazioni occidentali votarono l'europeista Julia Tymoshenko, e le popolazioni orientali votarono per Viktor Janukovic, che prevalse per appena 3,6 punti percentuali sull'avversaria.

Una serie di problematiche si infiltrarono nel malcontento generale, la grave situazione economica ucraina vide un facile terreno per il sorgere della russofobia nell'Ucraina occidentale e dell'ucrainofobia nell'Ucraina orientale. Nell'Ucraina si fecero largo posizioni nazionaliste e identitarie contrapposte, e nella parte occidentale del paese emersero elementi che differenziano l'Ucraina dalla Russia, ad esempio la contrapposizione tra cattolicesimo e ortodossia, fino a riprendere elementi di propaganda risalenti all'Operazione Barbarossa, con il Governo collaborazionista ucraino contro l'Unione Sovietica.

La situazione esplose nelle proteste dell'Euromaidan nel 2014, con il conseguente colpo di Stato che destituì Janukovic, costretto alla fuga, e vide l'instaurarsi di un governo nazionalista, fortemente anti russo a guida di Petro Porošenko. Ne seguì un'ondata iconoclasta, similmente a quanto avvenne nei paesi baltici in seguito al crollo dell'URSS, i manifestanti anti russi abbatterono le statue di epoca sovietica, le amministrazioni cambiarono il nome dei luoghi pubblici che evocavano il passato sovietico e li sostituirono con i nomi dei collaborazionisti. Particolarmente emblematico fu l'abbattimento delle statue di Lenin e la loro sostituzione con quelle del collaborazionista Stepan Bandera. Anche la festa nazionale venne modificata, non più il 9 maggio, che è la Giornata della vittoria dell'URSS sul nazismo, ma il 24 agosto, Giornata dell'indipendenza ucraina dall'URSS. Ciò non avvenne in Ucraina orientale, dove anzi qualsiasi tentativo in tal senso era fortemente osteggiato dalla popolazione, che iniziò a mobilitarsi per staccarsi dall'Ucraina.

La situazione per la comunità russa si faceva infatti sempre più difficile: le autonomie concesse dai governi precedenti vennero tutte revocate, l'uso e l'insegnamento della lingua russa vennero fortemente limitati e iniziarono a diffondersi episodi di grande violenza nei loro confronti, il più celebre fu la Strage di Odessa del 2 maggio 2014, dove almeno 48 russi vennero bruciati vivi nella Casa del Sindacato.
Una volta proclamata l'indipendenza, le repubbliche di Doneck e Lugansk non riuscirono a prendere il controllo della totalità dei rispettivi oblast, che furono prontamente presidiati dalle Forze Armate ucraine.
Il 24 maggio 2014 Doneck e Lugansk indissero un referendum per unirsi, formando così un'unica entità statale, che sarebbe stato lo Stato federale della Nuova Russia, che venne ratificato con il favore dell'89% della popolazione.
Tuttavia a causa del persistere del conflitto contro l'Ucraina, la Nuova Russia venne accantonata un anno più tardi, con la sospensione del progetto annunciata il 20 maggio 2015 e il ritorno delle due repubbliche come entità separate.


Il referendum sull'indipendenza del Donbass (in ucraino: Референдум про незалежність Донбасу?) è stato un referendum organizzato l'11 maggio 2014 dai separatisti ucraini filo-russi della Nuova Russia. Il referendum è stato fortemente criticato dal governo centrale dell'Ucraina, dagli Stati Uniti, dall'Unione europea, dal Giappone e parzialmente dalla Bielorussia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... s_del_2014
Organizzazioni internazionali e osservatori hanno denunciato forti brogli elettorali e repressioni militari.
L'unico Stato a riconoscere il referendum è stata la Federazione Russa di Vladimir Putin.
Il referendum si è svolto in tre regioni ucraine: Oblast' di Donec'k (79%), Oblast' di Luhans'k (86%) e Oblast' di Charkiv (60%). Nell'ultima il referendum è fallito.
Secondo la dichiarazione del Presidente f.f. dell'Ucraina Oleksandr Turčynov, circa il 32% degli elettori ha preso parte al referendum nella regione del Donbass.


https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... s_del_2014

Il referendum riguardo all'indipendenza dell'Ucraina si è svolto il 1º dicembre 1991. L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
I cittadini sovietici del Donbass espressero sostegno per l'indipendenza e la permanenza in Ucraina. Al referendum votarono il 73.60% dei residenti e tra di essi l'80.16% votarono "Sì".


Ucraina, il referendum chiuso con un plebiscito: 95% di sì
Una consultazione autoproclamata che Kiev e l’Occidente hanno detto
di non voler riconoscere. Gli Usa: «Risultato sospetto, non riconosciamo voto»
Milano, 11 maggio 2014 - 09:45

https://www.corriere.it/esteri/14_maggi ... abb2.shtml

Il voto a Sloviansk (Reuters) Il voto a Sloviansk (Reuters)

Gli Stati Uniti ritegono «molto sospetto» il risultato del plebiscito riguardante il controverso referendum indipendentista nelle regioni russofone dell’Ucraina orientale di Donetsk e Lugansk, organizzato anche tra le barricate dai secessionisti filorussi, in contrapposizione a quelli che definiscono i «fascisti» di Kiev usciti dalla rivoluzione «filo-occidentale» del Maidan. Il conteggio dei voti, ha detto Jen Psaki, portavoce del dipartimento di Stato Usa, è stato «molto sospetto». Secondo alcune notizie, i voti sarebbero stati riempiti in anticipo e a votare sarebbero stati anche bambini e persone che si trovavano a Mosca e San Pietroburgo. «Non riconosciamo il referendum illegale», ha sottolineato Psaki.


I risultati

Questo il dato preliminare, annunciato lunedì, dal vice presidente della commissione elettorale Oleksandr Malykhyn: 95,98% ha votato «sì». Ma lo lasciava presagire anche l’alta affluenza (oltre il 70% a metà pomeriggio) dichiarata dai separatisti del ricco bacino metallurgico-minerario del Donbass, che vale il 20% del pil nazionale.

«Un voto nullo»

Un voto che per l’Occidente è «illegale», come ha ribadito in serata anche la portavoce del capo della diplomazia europea Catherine Ashton, che il presidente francese Francois Hollande ha bollato come «nullo e non valido» e che gli Usa hanno condannato fin dalla vigilia con parole durissime. Ma soprattutto un voto che per Kiev è una «farsa criminale ispirata, organizzata e finanziata dal Cremlino», come ha denunciato il ministero degli esteri. Sullo sfondo, rispettivamente, le speranze e i timori che la Russia lo possa utilizzare come pretesto per una ulteriore annessione in stile Crimea o per riconoscere un’altra repubblica secessionista, come l’Ossezia del sud e l’Abkazia in Georgia, o la Transnistria in Moldova.


Il «niet» del sindaco

Il voto, previsto dalle 8 alle 22 locali, si è svolto in un clima di relativa calma in circa 3000 seggi per circa 5 milioni di elettori (3,2 nella regione di Donetsk, 1,8 in quella di Lugansk), a volte in seggi desolatamente semivuoti, a volte invece con lunghe code, come a Mariupol (dove però c’erano solo otto sedi per mezzo milione di abitanti) o tra le barricate di Sloviansk, roccaforte della rivolta circondata dall’esercito e nelle cui vicinanze si sono udite numerose e forti detonazioni nella mattinata e in serata. A Svatove, cittadina di 20 mila abitanti nella regione di Lugansk, a 50 km dal confine russo, il sindaco Ievgheni Ribalko si è invece coraggiosamente rifiutato di organizzare la consultazione dicendo per due volte «niet» ad alcune decine di uomini armati che avevano tentato di convincerlo del contrario. «Il mio dovere è di fare rispettare la legge ucraina. La popolazione deve esprimere la sua opinione in un quadro legale. Non è il caso di questo referendum», ha spiegato, forte del sostegno dei suoi cittadini.


I dubbi sulla regolarità

Impossibile verificare la reale affluenza di una consultazione senza osservatori indipendenti o internazionali, svoltasi peraltro con il coprifuoco o «clandestinamente» in alcune località assediate. E turbata qua e là dai blitz della Guardia nazionale ucraina per impedire la consegna delle schede o per sequestrarle: a Krasnoarmeisk è stato ucciso anche un civile. Singoli episodi di irregolarità sono stati segnalati da alcuni dei 500 giornalisti stranieri sguinzagliati nell’area, come il voto multiplo in più seggi o con il passaporto di altre persone, oppure pacchi di schede già votate. La consultazione, di trasparente, sembra avere in ogni modo solo le urne: le liste degli aventi diritto sono quelle del 2012 (Kiev ha bloccato i database), le commissioni elettorali sono a senso unico. Ma le migliaia di persone che comunque sono andate ai seggi non si sono posti problemi di legittimità. «È un modo per far sentire la voce del Donbass contro i fascisti di Kiev, ormai è troppo tardi per tornare indietro», concordano tutti, convinti che «peggio non sarà», in un voto dove si mescolano orgoglio, speranze, rancori. Ma Per Kiev e l’Occidente, che minaccia Mosca di nuove sanzioni, l’unico voto che conta è quello delle prossime presidenziali del 25 maggio, dopo le quali il vincitore dovrà convocare anche nuove elezioni legislative, come ha annunciato il candidato favorito: un altro oligarca, Petro Poroshenko.

Nuovi scontri

I filorussi hanno attaccato nella notte una torre tv a Sloviansk, roccaforte dei pro-Mosca. Gli organi d’informazione ucraini hanno detto che la torre è comunque ancora in mano alle truppe fedeli a Kiev. Due militari ucraini sono rimasti feriti. Le operazioni di voto erano già iniziate sabato a Mariupol, teatro venerdì di scontri in cui sono morte 21 persone. Secondo l’agenzia Ria Novosti le autorità locali hanno deciso di anticipare l’apertura delle urne per il timore di nuovi attacchi da parte delle truppe di Kiev. Secondo il governo ucraino il referendum è una «farsa criminale» organizzata dal Cremlino. Lo ha riferito il ministero degli Esteri ucraino in una nota.


Mariupol: capo polizia trovato impiccato

Valeri Androshchuk, comandante della polizia di Mariupol, è stato trovato impiccato a un albero. Lo ha reso noto Alexei Chmolenko, uno dei leader dei separatisti di Lugansk. «Con ogni probabilità sono stati gli abitanti infuriati», ha detto, sostenendo che Androshchuk aveva aperto il fuoco contro i residenti durante la festa della vittoria del 9 maggio. Non viene comunque escluso il suicidio.




Dati demografici, etnico linguistici per farsi un quadro della situazione dell'Ucraina e del Donbass e meglio comprendeene le dinamiche, le implicazioni, i risvolti e le conseguenze


Un sondaggio rivela che più del 90% dei cittadini ucraini si considerano di etnia ucraina
UACRISIS.ORG
22.03.2020

https://uacrisis.org/it/55302-ukraine-identity

Secondo uno studio condotto dal Centro Razumkov, il 92% dei cittadini ucraini si considerano di etnia ucraina. Sono invece il 6% coloro che si identificano come appartenenti all’etnia russa, mentre ad altri gruppi etnici l’1,5 %. Dopo l’indipendenza dell’Ucraina nel 1991, questo è il tasso più alto mai registrato sull’autodeterminazione.
I dati rivelano che l’annessione della Crimea e l’aggressione russa nel Donbas hanno accelerato il processo di autoidentificazione. Infatti, secondo il censimento del 2001 si definivano come ucraini il 78,8%, nel 2015, sempre secondo il Centro Razumkov, l’86%, e oggi il 92%. Secondo lo studio, la percentuale di coloro che si considerano ucraini è più alta tra i più giovani – dai 18 ai 22 anni (96,2%). Tra gli over 60, è invece inferiore al 90%.

Il Vice Direttore Generale del Centro Razumkov Yuriy Yakimenko ha detto che le ragioni per tale cambiamento vanno ricercate nel fatto che il numero dei russi etnici è ridotto a causa dell’annessione della Crimea e dell’occupazione del Donbas. Ma nonostante ciò, l’aggressione russa ha influito sul numero totale, dato che più persone si sono autoidentificate come ucraine.

La “bi-etnia” della popolazione dell’Ucraina

Inoltre, lo studio ha sottolineato l’esistenza di problemi relativi alla multipla identificazione e alla “bi-etnia” come uno degli aspetti più rilevanti della formazione dell’identità etnica.
Nel sondaggio vi era la possibilità di indicare sia la propria etnia che la propria nazionalità.
Il 74% degli intervistati totali in Ucraina sente di appartenere ad una sola etnia, il 12% ritiene di appartenere a due o più nazionalità, il 6% non si sente di appartenere a nessuna nazionalità e l’8% sono gli indecisi.

Tra gli ucraini etnici, il 77% sente di appartenere ad un’unica nazionalità, invece tra i russi etnici solo il 39%. Coloro che invece si sentono contemporaneamente appartenenti a due o più nazionalità, sono rispettivamente il 10% per gli ucraini e il 30% per i russi, mentre a nessuna nazionalità rispettivamente il 5% e il 20%.

Tra coloro che dichiarano di appartenere allo stesso tempo a due o più nazionalità, vi sono in particolare i residenti del Donbas (27%), delle regioni del Sud (24%) e dell’Est (19%) , mentre nell’Ovest e Centro sono solo il 6%.

Inoltre è stato rilevato che nelle regioni del Donbas, del Sud e dell’Est la percentuale di coloro che non si ritengono appartenenti ad alcuna nazionalità è molto più alta, con rispettivamente il 20%, 10% e 12% (contro il 2% dell’Ucraina Centrale e l’1% dell’ovest dell’Ucraina).

I sociologi hanno riportato che si può anche identificare non solo di un rifiuto ma anche un distanziamento rispetto all’autoidentificazione. Ciò sembra essere una caratteristica peculiare dei russi etnici in Ucraina, al pari della bi- o polietnicità.


Lingua madre: ucraino o russo?

Il 68% dei cittadini considera l’ucraino come lingua madre, il 17% entrambe le lingue (ucraino e russo), solo russo il 14%, e lo 0,7% un’altra lingua. Nella regione occidentale, coloro che considerano l’ucraino come lingua madre sono il 93% degli intervistati, nella regione centrale – l’84%, nel Sud il 42%, nell’Est il 36%, nel Donbas il 27%.

Coloro che dichiarano il russo come lingua madre sono localizzati per il 2% in Ucraina occidentale, per il 6% in quella centrale, il 31% nelle regioni del Sud, il 24% nell’Est e il 42% nel Donbas.
Coloro che invece dichiarano ugualmente ucraino e russo sono invece collocati rispettivamente per il 3%, il 10%, il 26%, il 38% e il 29%.

“Il fattore etnico ucraino influenza l’uso più frequente dell’ucraino” ha detto Yuri Yakimenko. Fra gli ucraini etnici, la lingua ucraina viene considerata come lingua madre dal 73% mentre il 18% sono coloro che si dichiarano madrelingua di entrambi gli idiomi.

La nostalgia dell’URSS
Secondo un sondaggio precedente del Centro Razumkov, nel mese di novembre 2016, i due terzi (65%) degli ucraini si sono dichiarati contrari ad un possibile ripristino dell’Unione Sovietica, il 13% hanno dichiarato di volerlo mentre un altro 22% ha risposto “sì, ma capisco che alle condizioni attuali è impossibile.”

Gli ucraini etnici che hanno risposto negativamente sul ripristinare l’Unione Sovietica ammontano al 69%, invece russi etnici solo il 39%.

Secondo l’ultimo sondaggio, il 27% degli intervistati in Ucraina si considerano cittadini dell’ex Unione Sovietica. Più frequentemente si considerano cittadini dell’URSS gli abitanti del Sud (48%) e dell’Est (41%), mentre nelle altre regioni si va solamente dal 17% al 21%.
Il sondaggio è stato condotto dal Centro Razumkov il 3-9 marzo 2017 Sono stati intervistate 2.016 persone in tutte le regioni d’Ucraina, tranne territori occupati.




La popolazione della regione di Donetsk. Popolazione della regione di Donetsk - l'economia 2022

https://ita.agromassidayu.com/naselenie ... age-235284

La regione di Donetsk è una regione con un'alta concentrazione di produzione industriale, trasporti e una significativa densità di popolazione. Secondo il Comitato statale statale, dal 1 ° gennaio 2015 la popolazione della regione di Donetsk è stimata in 4, 31 milioni di persone. Densità di popolazione di 165 persone / km 2 - questa cifra è 2, 2 volte superiore alla media dell'Ucraina (75, 5 persone / km²).

Nessuno risponderà sicuramente alla domanda su quante persone si trovano nella regione di Donetsk. Va tenuto presente che la difficile situazione politica influisce in modo significativo sulla migrazione dei residenti nella regione, quindi il loro numero esatto è attualmente impossibile da calcolare. Al 1 ° gennaio 2013, c'erano 18 distretti nella regione, 52 città (28 delle quali di rilevanza regionale), 131 insediamenti urbani e 1.118 altri insediamenti, in cui vivevano in totale 4.375.000 persone. La popolazione urbana era di 3.964.200 abitanti (91%), la popolazione rurale - 411.000 (9%). Il rapporto percentuale rimane approssimativamente lo stesso, sebbene i dati assoluti siano notevolmente diminuiti.

Sul territorio, che occupa il 4, 4% dell'area dell'Ucraina, circa il 20% di tutte le capacità produttive del paese è concentrato e il 9, 6% della popolazione vive. Dal numero della regione di Donetsk occupava un primo posto incondizionato tra le altre regioni del paese.

Crisi demografica

La popolazione delle regioni di Lugansk e Donetsk a causa di conflitti armati è notevolmente diminuita. I dati provenienti da fonti diverse sono diversi, ma anche stime modeste indicano centinaia di migliaia di rifugiati che hanno lasciato la regione. Le autorità del DPR e LPR parlano di 825.000 rifugiati (450.000 da Donetsk e 375.000 dalle regioni di Lugansk), mentre il Servizio federale per le migrazioni della Federazione Russa ha riferito di 733.000 migranti. I dati delle Nazioni Unite sono molto più modesti: 200.000 sfollati in Russia e 190.000 all'interno dell'Ucraina.

Ma anche prima di questi eventi, è stata osservata una crisi demografica nel Donbass. Pertanto, nel 2013 rispetto al 2012, la popolazione della regione di Donetsk è diminuita di 27.700 persone, di cui 23.200 negli insediamenti urbani, 4.500 negli insediamenti rurali. Sulla base di 1 mila abitanti, la popolazione è diminuita di 6, 3 persone, mentre l'intensità della riduzione nelle aree rurali è 1, 9 volte superiore (11 persone per 1000 abitanti) rispetto agli insediamenti urbani (5, 8 per 1000).

Le dimensioni del declino complessivo della popolazione nel 2012 sono state del 99, 7% a causa del declino naturale (il numero di morti è 1, 6 volte il numero delle nascite) e dello 0, 3% a causa del deflusso migratorio (il numero di morti ha superato lo 0, 1% numero di arrivi).


Dinamica

Negli anni '30, la regione di Donetsk divenne la più grande regione di popolazione dell'Ucraina, davanti alla regione di Vinnitsa. Nel 1959, il 10, 2% della popolazione ucraina viveva qui, nel 1970 e 1979 - il 10, 4%. Nel 1989, la popolazione della regione di Donetsk è scesa al 10, 3%, nel 2014 - al 9, 6%. La percentuale di anziani (oltre 60) nel Donbass è del 10, 7% della popolazione, mentre tra i minori di 14 anni solo l'8, 3%.

Durante gli eventi del 2014, un'entità quasi-statale, la Repubblica popolare di Donetsk, si è formata in una parte del territorio della regione di Donetsk. A partire dal 2015, controllava circa 1/3 dell'area della regione di Donetsk, dove il 55, 8% della sua popolazione viveva prima della guerra.

Le dinamiche storiche dei cambiamenti nella popolazione della regione di Donetsk:

1926: 1.645.000 persone.
1939: 3.099.810
1959: 4.262.048
1970: 4.891.979
1979: 5160641 persone.
1989: 5332395 persone.
2001: 4841074 persone.
2014: 4.343.900

La prima metà del 2015

Sebbene la popolazione della regione di Donetsk non sia conosciuta in modo affidabile, le autorità locali mantengono statistiche su entrambi i lati. I principali indicatori demografici per gennaio-giugno 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014:


La popolazione del Donbass tra le regioni dell'Ucraina è caratterizzata dai più alti tassi di invecchiamento della popolazione. Nel 1989, la popolazione di età inferiore ai 14 anni è diminuita del 50% (in Ucraina - 40%), al di sopra dei 65 anni è aumentata del 31% (in Ucraina - 15%).

Nel periodo 1989-2014. l'età media nella regione è aumentata di 5, 7 anni (in Ucraina - di 4, 1 anni), l'età media - di 6, 5 anni (in Ucraina - di 5 anni). Qual è il più grande aumento dell'età media della popolazione tra tutte le regioni ucraine.

Nel 2014 l'età media dei cittadini era di 42, 5 anni, ovvero 1, 9 anni in più rispetto alla media ucraina. Con questo coefficiente, la regione di Donetsk occupa il penultimo posto tra le regioni dell'Ucraina, solo nella regione di Chernihiv l'età media della popolazione era maggiore. L'età media della popolazione della regione di Donetsk nel 2014 era di 42, 1 anni - 2, 3 anni in più rispetto all'Ucraina.


Urbanizzazione

Nella regione di Donetsk ha registrato il più alto livello di urbanizzazione tra le regioni dell'Ucraina, oltre il 90% della sua popolazione vive in città. Questo indicatore è rimasto stabile negli ultimi decenni, rispetto al 1979, è cresciuto solo dell'1, 5% e rispetto al 1989 - dello 0, 3%.

Allo stesso tempo, la popolazione urbana della regione di Donetsk, insieme alla vicina Lugansk, è caratterizzata dai più alti tassi di spopolamento in Ucraina. Nel periodo 1989-2014 la popolazione urbana della regione è diminuita del 18, 2%, il doppio rispetto alla media dell'Ucraina (9, 4%). Nella regione di Donetsk nel periodo 1989-2014 ha rappresentato il 27% della riduzione totale della popolazione urbana dell'Ucraina (877.400 di 3.251.000).

Popolazione urbana
...
Percentuale di urbanizzazione
Città più grandi

Elenco delle città di Donbass (2014) per popolazione:

Donetsk: 945.000 persone.
Mariupol: 458.000 persone
Makeevka: 352.000
Horlivka: 254.000 persone
Kramatorsk: 163.000
Slavyansk: 116.000 persone
Enakievo: 81.000 persone
Artyomovsk: 77.000
Konstantinovka: 76.000 persone
Krasnoarmeysk: 64.000 persone
Druzhkovka: 59000 persone.
Khartsyzsk: 58.000 persone


Struttura della lingua etnica

La composizione della popolazione della regione di Donetsk dovuta al ripristino su larga scala delle imprese industriali del dopoguerra, che ha richiesto l'attrazione del lavoro dalle regioni interne dell'URSS, è caratterizzata dalla diversità nazionale.
Sebbene i cittadini che si considerano ucraini, la maggioranza, la maggioranza della popolazione preferisce parlare russo. Dinamica della lingua madre del Donbass secondo i censimenti:

https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 6x1024.png
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 8:12 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 8:13 am

6)
La demenziale propaganda che i poveri venetista hanno fatto propria per demonizzare l'Ucraina e santificare la Russia:
il caso del giornalista Rocchelli ucciso nel Donbass e la propaganda per demonizzare l'Ucraina e santificare la Russia




Ecco un'altro caso, assai indicativo, della demenzialità, spero solo di una parte dei venetisti che del tutto in mala fede, fanno proprie le menzogne e le calunnie della propaganda nazifascista russa e filo russa contro l'Ucraina, il suo esercito e i suoi patrioti.
Io non avrei mai creduto che i veneti venetisti potessero arrivare a tanta demenzialità, disumanità e inciviltà e io come veneto di dovermi vergognare per colpa loro.


Il caso dell'uccisione dell'attivista dei diritti umani Andrej Mironov e dissidente russo perseguitato prima nella Russia sovietica e poi in quella del dittatore Putin, ucciso in Ucraina assieme ad altre persone sabato 24 maggio del 2014 in un attacco di mortaio assiame al fotografo italiano Andy Rocchelli a Sloviansk mentre documentavano gli scontri armati pre-elettorali nell'Ucraina orientale.
L'uccisione è avvenuta con dei colpi di mortaio senza alcuna sevizia e tortura come racconta la propaganda filo russa, ma non si capisce bene per quale ragione se per errore oppure se sono stati gli ucraini perché forse lo ritenevano un nemico o un potenziale nemico ?




Morte del giornalista Andrea Rocchelli, nel Donbass, nel 2014
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8666805876

Gentile redazione di Uno nessuno centomilan, Radio24
8 marzo 2022
ieri mentre mi recavo al lavoro ho ascoltato la vostra trasmissione e in particolare la testimonianza di un giornalista che raccontava della vicenda della morte del giornalista Andrea Rocchelli assieme al dissidente e perseguitato politico Andrej Mironov, perseguitato dall'URSS, e che concludeva asserendo la complevolezza dell'Ucraina.
Io posso anche credere che vi sia una responsabilità dell'Ucraina ma nessuno finora mi pare abbia spiegato se si tratta di responsabilità colposa o dolosa.
Io propendo a credere che se vi è stata responsabilità dei soldati/milizie ucraine che combattevano nel Donbass contro i terroristi separatisti filo russi, questa sia stata una responsabilità colposa e non dolosa, perché non trovo alcuna ragione per un'uccisione dolosa. A me pare che gli ucraini non avessero alcuna ragione per uccidere queste persone, se lo hanno fatto è stato con buona probabilità per errore.
Il non specificare questi aspetti della vicenda porta acqua al mulino dell'odio verso gli ucraini e alla propaganda che vorrebbe gli ucraini del Donbass malvagi occupanti e oppressori dei donbassiani filorussi.
Credo che sia dovere di ogni buon giornalista far luce anche su questo aspetto, specialmente oggi che l'Ucraina è stata aggredita brutalmente e criminalmente dal bullo nazifascista del Cremlino.
Incidenti causati da fuoco amico o da errori, nei conflitti bellici, vi sono sempre stati e sono sempre possibili come gli incidenti stradali e sul lavoro. Lo sappiamo bene che in guerra viene sparso sangue e che i giornalisti sono a rischio e che possono lasciarci le penne per tante ragioni dolose e colpose.




Omicidio Rocchelli, sentenza ribaltata in Appello: dopo 3 anni di carcere è libero l'ex soldato Vitaly Markiv
Il Riformista
Carmine Di Niro

4 Novembre 2020

https://www.ilriformista.it/omicidio-ro ... iv-173051/

Omicidio Rocchelli, sentenza ribaltata in Appello: dopo 3 anni di carcere è libero l’ex soldato Vitaly Markiv

Fine dell’incubo per Vitaly Markiv. La Corte d’Assise e d’Appello di Milano ha assolto il 29enne italo-ucraino, ex soldato della guardia nazionale ucraina, “per non aver commesso il fatto” nell’ambito del processo per l’omicidio del fotoreporter di Pavia Andrea Rocchelli, morto nel Donbass il 24 maggio 2014. Egualmente assolto anche lo Stato Ucraino, che era stato citato in qualità di responsabile civile. In primo grado il Tribunale di Pavia aveva condannato l’italo-ucraino Markiv a 24 anni di reclusione, con 36 mesi già trascorsi in carcere: dopo la lettura della sentenza Vitaly Markiv è stato scarcerato.

Rocchelli, all’epoca dei fatti 30enne, venne ucciso da colpi di mortaio il 24 maggio 2014, mentre stava realizzando un reportage nel Donbass, zona dell’Ucraina occupata dai separatisti filorussi, attacco nel quale morì anche l’interprete Andrej Mironov. Secondo i giudici Markiv, arrestato nel 2017, era considerato la persona che aveva individuato come sospetti il giornalista Rocchelli e il suo interprete, dando il via libera ai colpi di mortaio che poi li hanno uccisi.

Parlando in aula Markiv ha sottolineato due aspetti: “Non ho mai detto che per l’esercito ucraino e per la guardia nazionale il civile era un bersaglio, questo è falso. Potete anche vedere un video dell’obitorio dei due civili armati di kalashnikov e loro stessi dicono che per poter recuperare le salme dovevano travestirsi da civili perché sui civili non si sparava, quindi su questo non voglio dilungarmi”.

Lasciando il carcere di Opera dopo la lettura del verdetto l’italo-ucraino ha invece ricordato come “questo popolo mi ha dato casa, istruzione, tutto, non avevo nulla contro questo Paese. Chi mi conosce, sa che ho sempre cercato di essere grato per la possibilità che mi ha dato l’Italia. Però tre anni mi sono stati tolti e nessun risarcimento li farà tornare indietro, questa deve essere una lezione per tutti gli innocenti: i casi vanno guardati fino in fondo, perché una virgola può cambiare il destino di un uomo, di una famiglia, di un popolo. Sono contento, abbiamo visto che in Italia la giustizia c’è”.



Omicidio Rocchelli, la Cassazione conferma: assolto l'ucraino Vitaly Markiv

9 dic 2021

https://www.ilgiorno.it/cronaca/andy-ro ... -1.7131117

Colpo di scena nel processo sulla morte di Andy Rocchelli, il fotoreporter pavese di 30 anni ucciso da colpi di mortaio il 24 maggio 2014, mentre stava realizzando un reportage nel Donbass, zona dell’Ucraina occupata dai separatisti filorussi. La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione per Vitaly Markiv, l’unico imputato a giudizio per l’omicidio. “Abbiamo piena fiducia nella giustizia e nel lavoro della magistratura - avevano detto Elisa Signori e Rino Rocchelli uscendo dalla Cassazione dove in giornata era attesa la decisione sull’omicidio di loro figlio - Ci aspettiamo che il verdetto sia conseguente alla dinamica dei fatti e che questo delitto non resti impunito visto che la responsabilità Ucraina è stata per due volte accertata”.

Andy era stato ucciso da colpi di mortaio il 24 maggio 2014, mentre stava realizzando un reportage nel Donbass, zona dell’Ucraina occupata dai separatisti. “Annullare l’assoluzione per Vitaly Markiv e celebrare un nuovo processo di appello“, era stata la richiesta del pg di Cassazione all’udienza del processo. Vitaly Markiv, italo-ucraino ed ex soldato della Guardia nazionale ucraina, era stato condannato in primo grado a 24 anni di carcere e poi assolto a Milano in appello “per non aver commesso il fatto”. Markiv, dopo aver trascorso oltre tre anni in carcere, è tornato in Ucraina.

“In questo processo si è vista un’ingerenza di uno Stato estero così spudorata come non si era mai visto, ma la giustizia non c’entra con la geopolitica“: aveva detto qualche giorno fa iuseppe Giulietti, presidente della Fnsi. “Non voglio credere che siccome l’Ucraina è un Paese amico, allora una vicenda come questa debba essere destinata al silenzio - ha aggiunto Giulietti - sarebbe indegno, ricorderebbe un altro caso, quello di Regeni con l’Egitto. Ma è un dato di fatto che l’Ucraina abbia insultato i magistrati, la famiglia e i giornalisti italiani, e che non ci sia stata alcuna reazione. Esiste ancora un Ministero degli Esteri in Italia?“.

“Dopo 7 anni e mezzo forse abbiamo un pò di stanchezza - aveva replicato la madre di Rocchelli, Elisa Signori - ma in noi c’è la stessa fermezza, andremo avanti e forse anche in Francia, nel caso“. Andrea Rocchelli venne ucciso insieme ad Andrei Mironov, di 60, mentre un collega francese, William Roguelon, rimase ferito. “Siamo stati al fianco della famiglia Rocchelli dall’inizio - ha ricordato Paolo Perucchini, presidente della Alg - e lo saremo fino a quando questa vicenda non sarà davvero chiarita“.


Omicidio Rocchelli, così un errore formale ha portato all'assoluzione del soldato ucraino
Giuliano Foschini
28 gennaio 2021

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/ ... 284698382/

Spararono dalla collina. E spararono contro dei “civili inermi”, il reporter italiano Andrea Andy Rocchelli e l’attivista per i diritti umani e interprete Andrej Mironov, era il 24 maggio del 2014 e Rocchelli e Mironov erano lì per documentare le difficoltà della popolazione del Donbass, durante la guerra civile ucraina.

Spararono i soldati ucraini per “eliminare” quei civili: volvevano “difendere strenuamente quella posizione”, visto che sulla collina c’era un’antenna televisiva, affinchè “nella zona circostante, nel raggio di uno o due chilometri, nessuno potesse avvicinarsi”.

Non c’erano, però, abbastanza prove per confermare la condanna del soldato della guardia civile ucraina Vitaly Markiv, condannato in primo grado a 24 anni di reclusione per concorso in omicidio, e poi assolto in secondo grado.

Un’assoluzione, scrive però la Corte di appello di Milano nelle motivazioni alla sentenza, che arriva per un errore formale: le dichiarazioni prese dei militari e dei superiori di Markiv erano state raccolte senza la possibilità, che era loro dovuta, di non rispondere alle domande. “Dunque la prova va annullata”.

“Non ci arrendiamo. Attendiamo ancora giustizia” spiegano i genitori di Andrea, Rino ed Elisa, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini. “Si era gridato all’innocenza, dopo l’assoluzione – dicono – ma la sentenza d’appello mette invece una serie di punti fermi nella messa a fuoco della verità storica atto fattuale”.

“La ricostruzione dei fatti – si legge nella sentenza - così come emerge dalle prove processualmente utilizzabili e dalle considerazioni svolte ai paragrafi che precedono, porta questa Corte a concordare con le conclusioni della Corte d’Assise di Pavia in merito alla provenienza dei colpi che hanno ucciso Rocchelli e ferito Roguelon e cioè dei colpi di mortaio sparati dalla collina Karachun ad opera dei militari dell’armata ucraina, dove erano nascosti i fotoreporter, il tassista e il civile […] essi erano quindi lì per svolgere la loro attività di fotoreporter […] L’attacco ha avuto luogo senza alcuna provocazione e offensiva né da parte loro né dei filorussi".

La Corte ritiene inoltre che, correttamente, lo “Stato ucraino era stato citato in giudizio in qualità di responsabile civile”. Un passaggio, dicono i Rocchelli, “che riteniamo straordinario: significa che l’immunità prevista per gli Stati non vale nel caso di violazione di diritti umani e crimini contro l’umanità. Sul testimone oculare, il francese William Roguelon, che era scampato per miracolo all’attentato, la Corte lo ritiene “pienamente attendibile”.

Ma questo non basta per condannare Markiv: l’accusa, infatti, non è riuscita a provare che fosse in servizio sulla collina al momento dell’attacco, e che fosse proprio nella posizione da cui è arrivata la raffica di spari che ha ucciso Rocchelli e Mironov. I suoi colleghi avevano raccontato circostanze che , in primo grado, erano state considerate cruciali. Ma che, poichè raccolte “con vizio di forma”, non sono state considerate utilizzabili in Appello. Che per questo ha assolto Markiv.

“Ma qui fatti esistono, non sono evaporati” dicono i Rocchelli. “In definitiva, a noi, parte civile nel processo, già da quasi sette anni impegnati, malgrado le strategie di elusione, di insabbiamento e di depistaggio perseguite dallo Stato ucraino, pare che, con questa sentenza e in virtù delle motivazioni ora rese pubbliche, si possa concludere che la nostra ricerca di verità abbia centrato il suo bersaglio, restando per la seconda volta accertate la dinamica fattuale e le responsabilità dell’ attacco mortale contro inermi. Attendiamo ancora che sia fatta pienamente giustizia”.

«Dopo aver letto la sentenza ritengo doveroso chiedere al governo italiano di reclamare dalle autorità ucraine le prove e le testimonianze. Ora tocca all'Italia far sentire la voce delle istituzioni», rileva il presidente della Federazione nazionale della stampa, Giuseppe Giulietti. «Noi, di intesa con la famiglia e con i suoi legali, continueremo a chiedere verità e giustizia per Andy Rocchelli, perché – aggiunge – persino questa sentenza conferma che Rocchelli e Mironov sono stati uccisi dal fuoco ucraino. Sarà il caso di tornare a ripercorrere gli ultimi passi di Andrej e Andy».

Libera Ucraina
Perché furono uccisi nel Donbass, Andrea Rocchelli assieme al dissidente e perseguitato politico Andrej Mironov, perseguitato dall'URSS?
A tutt'oggi ancora non si sa con precisione.
Pare abbastanza certo che a sparare sia stata le milizia ucraina che stava combattendo i terroristi filorussi, ma non si sa con precisione se siano stati veramente loro e sopratutto perché?
Non mi risulta che Andrea Rocchelli e Andrej Mironov fossero nemici dell'Ucraina e parteggiassero per i separatisti filorussi, se lo fossero stati allora forse gli ucraini avrebbero potuto considerarli spie nemiche e la loro uccisione sarebbe comprensibile e in parte giustificata; come non mi risulta che gli ucraini avessero la necessità di nascondere eventuali crimini contro l'umanità per la violazione dei diritti umani e civili dei separatisti filorussi e che tenessero l'indagine di questo gruppo di reporter.


Andy Rocchelli fu ucciso in Ucraina 7 anni fa. Perché? Lo zig zag della giustizia

Ossigeno per l'informazione
22 Maggio 2021

https://www.ossigeno.info/andy-rocchell ... giustizia/

Il fotoreporter freelance di Pavia era nel Donbass per documentare le sofferenze dei civili – La sua storia e l’iter dei processi sul sito Ossigeno – Cercavano la verità

OSSIGENO 22 maggio 2021 – Il fotoreporter Andrea Rocchelli ( “Andy” per i suoi amici) attende ancora giustizia. Fu ucciso sette anni fa, il 24 maggio del 2014, insieme al giornalista russo Andrei Mironov, da bombe di mortaio lanciate da una postazione della Guardia Nazionale ucraina, ad Andreyevka, a pochi chilometri dalla città di Sloviansk, nell’Ucraina orientale. Andy aveva 30 anni. Era andato lì per raccontare le drammatiche condizioni dei civili, coinvolti loro malgrado nelle operazioni militari della guerra per il controllo della regione del Donbass (territorio ucraino che i separatisti filo russi dichiararono indipendente). Andrea Rocchelli voleva documentare episodi di violazione dei diritti umani che venivano segnalati. Dopo 7 anni e due processi penali non è stato ancora possibile accertare se lui e il suo collega e amico russo furono uccisi per impedire che documentassero quei fatti o perché, come sostengono le autorità ucraine, furono scambiati per una pattuglia nemica ostile.

CELEBRAZIONI – Ossigeno per l’informazione, l’unica testata giornalistica italiana che ha seguito con un proprio cronista tutte le udienze di questo processo e ha pubblicato cronache e analisi che fanno capire quali elementi sono stati valutati e come, in occasione di questo anniversario aggiorna il dossier “Guerre, giornalisti uccisi e impunità” (leggi qui) che ripropone quelle cronache insieme ad analisi e inquadramenti che fanno vedere che non soltanto per Andrea Rocchelli la giustizia fa fatica a leggere queste tragiche vicende rinunciando a indossare le lenti della ragion di stato e delle convenienze diplomatiche.

Lunedì 24 maggio alle ore 17 i genitori di Andrea Rocchelli e l’avv. Alessandra Ballerini che li ha rappresentati nel processo di Pavia e di Milano parteciperanno a un incontro promosso da Articolo 21 – Link per seguire l’incontro

IL PROCESSO – L’inchiesta avviata dai magistrati italiani ha permesso di formulare accuse di omicidio volontario contro i militari ucraini e le autorità di Kiev e di celebrare un processo a loro carico in Italia. Questo processo, che finora si è concluso in appello senza condanne, ha avuto alterne vicende. Si attende ora il verdetto della Cassazione, alla quale hanno fatto ricorso la Procura di Milano e i familiari di Rocchelli.

DA PAVIA A MILANO – Al processo di primo grado che si è celebrato nel 2018-2019 a Pavia l’imputato italo-ucraino Vitaly Markiv, soldato della guardia nazionale Ucraina, è stato condannato per omicidio a 24 anni di reclusione, con l’aggravante di crimini contro l’umanità. Il 3 novembre 2020, la corte d’assise d’appello di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado: l’imputato è stato assolto “per non aver commesso il fatto” ed è stato scarcerato. La motivazione della sentenza ha fatto sapere che le prove raccolte a Pavia contro l’imputato sono state invalidate per un vizio di forma. Otto testimonianze di militari ucraini sono state invalidate perché questi testimoni non erano stati esplicitamente informati che potevano avvalersi della facoltà di non rispondere. Una circostanza che non riguarda il contenuto delle loro deposizioni.

(ha collaborato Giacomo Bertoni)




Ecco la Propaganda filo russa contro l'Ucraina che mente sul verdetto finale della Corte di Appello e di quella di Cassazione che assolvono il soldato ucraino, affermando invece la conferma della condanna.

L'esercito ucraino di nuovo sotto accusa per l'assassinio di Andrea Rocchelli
Un militare testimone: “Non c’erano state provocazioni. Non so perché il nostro comandante abbia dato l’ordine di sparare”
Francesco Ciotti
2 febbraio 2022

https://www.antimafiaduemila.com/home/t ... helli.html

Dopo anni di silenzio, mezze verità, contraddizioni e sentenze assolutorie che sembravano aver gettato definitivamente un velo di impunità e mistero sull’assassinio dei reporter Andrea Rocchelli (in foto) e Andrej Mironov, in questi giorni, per la prima volta, un militare ucraino che si trovava sul posto ha accettato di raccontare cosa accadde in quelle drammatiche ore. L’intervista andrà in onda il 4 febbraio nella puntata del programma di inchiesta Spotlight intitolata: “La disciplina del silenzio, inchiesta sulla morte di Andy Rocchelli e Andrej Mironov”.

Ci troviamo a Sloviansk, nel bel mezzo del conflitto tra l’esercito ucraino e le autoproclamate repubbliche indipendenti del Donbass: in quel 24 maggio 2014, la città è ancora in mano alle milizie ribelli, mentre i soldati lealisti sono trincerati sul monte Karachun, un’altura che domina la periferia meridionale della città. Nel pomeriggio i due reporter assieme al collega francese, William Roguelon, raggiungono un passaggio a livello che segna il punto di demarcazione tra i due schieramenti, ma proprio mentre sono in procinto di scattare le prime fotografie vengono subito raggiunti da una raffica di proiettili. Mentre cercano riparo in un fossato nelle vicinanze, una pioggia di 20-30 colpi di mortaio cade su Andy e Andrej, uccidendoli entrambi.

Ma chi era Andrea Rocchelli e chi ha sparato quel giorno con il chiaro intento di uccidere dei semplici cronisti di guerra?

Andrea Rocchelli era un fotoreporter freelance professionista che stava documentando le atrocità commesse dal governo golpista ucraino contro la popolazione civile. È infatti bene precisarlo, dato il complice silenzio degli organi di informazione in questi anni; nel febbraio 2014 il paese subì un colpo di stato organizzato dagli Stati Uniti: non possiamo dimenticare le dichiarazioni dell’ex assistente del segretario di Stato Victoria Nuland che, già nel dicembre 2013, aveva annunciato i “5 miliardi di dollari” spesi dagli Stati uniti per assicurare all’Ucraina “il futuro che meritava”; o le rivelazioni dei cecchini Georgiani che intervistati dalla BBC e dall’agenzia di stampa Interfax dichiararono di essere stati reclutati da un membro del governo Usa per sparare sui manifestanti e sui poliziotti.

Non possiamo infine dimenticare il voto incostituzionale che il parlamento ucraino espresse per considerare vacante la poltrona del presidente eletto Yanukovich, sostituito frettolosamente da Oleksandr Turčynov; fattore che avrebbe posto le fondamenta per la costituzione di una forza di governo composta da ministri dichiaratamente nazisti.

Il partito di estrema destra Svoboda, il cui leader Oleh Tyahnybok aveva affermato limpidamente di voler “estirpare dall’Ucraina tutta la feccia russa, tedesca e giudea”, era entrato nell’esecutivo ottenendo vari ministeri: da quello della Difesa a quello dell’Agricoltura passando poi per la posizione di vice primo ministro, assegnata a Oleksandr Sych e quella di Procuratore Generale.

Sono questi nostalgici di Hitler che hanno imposto immediatamente l’eliminazione del russo come lingua ufficiale mentre si dichiaravano favorevoli all’imposizione del divieto di essere “comunisti”, alla creazione di un arsenale nucleare ucraino, con annessa adesione alla Nato esclusivamente in funzione anti-russa.

Sono stati questi nazisti, assieme alle squadracce di Pravy Sector, ad essere fautori di soprusi e violenze contro oppositori politici e veri e propri pogrom contro la popolazione Russa, come quello avvenuto alla casa dei sindacati di Odessa, dove decine e decine di russi vennero bruciati vivi, strangolati o freddati con un colpo di pistola alla testa.

Furono questi crimini a decretare le rivendicazioni separatiste dei popoli a maggioranza russa di Donec'k, Luhans'k, Dnipropetrovs'k: premessa della sanguinosa guerra nell’est dell’Ucraina, avviata dal governo centrale.

È esattamente in questo contesto che Andrea e Mironov sono stati trucidati da colpi di mortaio, mentre documentavano i danni dei bombardamenti delle truppe filo-governative ucraine.

Solo 5 giorni prima, il 19 maggio 2014 sulle pagine del giornale russo “Novaya Gazeta” veniva pubblicato l’articolo “Noi non siamo bestie. Non bisogna avvolgerci con il filo spinato!”, firmato da Andrei Mironov e Andy Rocchelli con le foto dei bambini nel seminterrato scattate da Andy che sono diventate subito famose nel paese.

Per l’omicidio nel 2017 viene arrestato un militare ucraino, Vitaly Markiv, che verrà condannato in 1° grado a 24 anni di reclusione nel luglio 2019. Nel maggio 2014, il plotone, di cui Markiv era il vice comandante, aveva assunto posizioni di combattimento sul monte Karachun, poco distante dalla posizione dei due fotoreporter.

Ad incastrarlo, oltre alle foto di svastiche, torture, stupri e sevizie sul suo telefono, a testimonianza dei crimini di guerra delle milizie naziste filo-governative ucraine, c’era il ruolo avuto, come esposto nelle motivazioni della sentenza, di “capo postazione in funzione di avvistamento” che segnalava “i movimenti sospetti di eventuali soggetti in avvicinamento alla collina mediante la ricetrasmittente che aveva in dotazione”. Era dunque l’unico “in grado di monitorare gli spostamenti e fornire le coordinate agli addetti ai mortai per consentire loro l’aggiustamento del tiro”.

Nelle intercettazioni telefoniche Marvik non manca di precisare: “Una persona arriva nella Savana e la guida gli dice: non andare lì c’è il leone, rischi che ti mangi. La persona decide da sola sì ci vado, no non ci vado. Se lei è andata e un leone l’ha mangiata che fate, portate il leone in tribunale?”.

Con la sentenza di condanna è partita una campagna minatoria e di delegittimazione senza precedenti, caratterizzata da insulti e minacce ai danni della Famiglia Rocchelli, della Federazione Nazionale della Stampa, che al processo si era costituita parte civile, e della Magistratura italiana, fino al clamoroso giudizio della Corte d’Appello di Milano che pochi giorni fa ha assolto Markiv dall’accusa dell’omicidio di Andrea Rocchelli, per non aver commesso il fatto.

A contribuire nell’esito della sentenza, oltre al fatto che i suoi superiori, che avevano confermato la posizione del militare sulla collina, avrebbero dovuto essere sentiti non come testimoni, ma come possibili complici, c’è probabilmente la ritrascrizione di un’intercettazione ambientale del 1° luglio 2017 nella quale l’imputato avrebbe dichiarato: “È stato fottuto un reporter ma vogliono cucirmi addosso tutto” anzichè “abbiamo fottuto un reporter”, come era riportato precedentemente.

Particolare inquietante, a questo proposito, è rappresentato dalle minacce ricevute dall’interprete dopo l’udienza dell’8 febbraio 2019 del processo di primo grado a Pavia, trasmesse a verbale dalla Corte fuori udienza: nelle telefonate minatorie l’interprete avrebbe ricevuto pressioni affinché cambiasse la trascrizione fedele delle intercettazioni ambientali. Il 9 dicembre 2021 l’ultimo verdetto sarà confermato dalla Cassazione.

Lo Stato ucraino (che non ha mai collaborato seriamente con le autorità giudiziarie italiane), per bocca del Presidente Volodymyr Zelens’kyj, non ha mancato di complimentarsi in un post su facebook con il Presidente della Repubblica e con il Capo del Governo italiani per l’esito del processo di secondo grado e quindi dell’assoluzione e liberazione della guardia nazionale Vitaly Markiv. Ad aggiungersi a questo sinistro teatrino, hanno contribuito i complimenti da parte dell’allora ministro degli interni Arsen Avakov, il cui consigliere Anton Gerashchenko promuove un sito curato dall’agenzia governativa d’intelligence ucraina (SBU), Myrotvorets, in cui sono schedati tutti coloro che il governo dell’Ucraina considera terroristi, nemici dello Stato. Ebbene in questo portale figurano anche Andrea e Andrej, con i loro dati, e con una scritta in cirillico rossa sopra le loro foto: “Liquidati”.

Ed ecco le ultime rivelazioni: nel 2014 un soldato della 95a Brigata (che in un recente articolo su l’Espresso viene chiamato Sergej), faceva parte della “rozvedrota”, la squadra delle sentinelle con il compito di osservare il territorio, come dimostrato da alcune foto che lo ritraggono nella sua trincea di Karachun in una posizione esattamente frontale rispetto al luogo dove sono stati uccisi i reporter.

“Non so perché il nostro comandante abbia dato l’ordine di sparare. Non c’erano state provocazioni e quegli uomini erano vestiti in abiti borghesi, non rappresentavano una minaccia per noi” ha affermato davanti alle telecamere.

In seguito entra più nel dettaglio e rivela che per uccidere Andrea e Mironov vennero adoperati i Vasilek, mortai automatici che possono esplodere raffiche di quattro colpi. “Non avevamo mai sparato con tanta intensità in quella esatta direzione”, racconta Sergej.

Una dinamica che coincide perfettamente con le ricostruzioni dei magistrati e con quella del reporter sopravvissuto all’attacco, William Roguelon che ha specificato come Il Vasilek spari proiettili calibro 82, e “i miliziani separatisti accorsi sul posto all’indomani dell’attacco hanno sempre sostenuto che le schegge da loro rinvenute erano proprio di quella misura.”

Tipologia di mortai il cui utilizzo è stato confermato anche dal comandante della Guardia Nazionale Andrej Antonishak, la cui intervista era stata pubblicata nel 2021 in un pamphlet innocentista dal titolo “Vitaly Markiv”.

Curioso come la tesi di fondo del testo sostenga che Andy e Andrej siano stati uccisi dai filorussi con la “Nona”, un cannone da 122 mm che tuttavia non è in grado di sparare raffiche di 4 colpi come il Vasilek. Una verità tutta da riscrivere insomma; una vicenda costellata da contraddizioni, omissioni, depistaggi e silenzi che pongono sul banco degli imputati gli autori di efferati crimini contro la popolazione russa di Ucraina: una guerra che perdura tuttora e che oggi rischia di innescare un conflitto su larga scala in Europa. Un’eventualità che impone oggi più che mai l’esigenza di non “liquidare” dalla nostra memoria martiri come Andrea Rocchelli.

Alberto Pento
Che Rocchelli e il dissidente russo dell'URSS Andrej Mironov, fossero spie e contro Ucraina?
Se così fosse se la sarebbero cercata, se così non fosse allora forse è stato possibile un errore degli ucraini.



Andrea Rocchelli
https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Rocchelli

Le reazioni ucraine

La versione proposta da un'inchiesta ucraina diverge dalla ricostruzione delle indagini portate avanti dalle istituzioni italiane. I giornalisti, secondo questa versione, sono rimasti uccisi in un bombardamento condotto dalle "forze terroristiche sostenute dalla Russia". Il consigliere del capo del Ministero degli affari interni dell'Ucraina, Anton Gerashchenko, sostiene che "la detenzione in Italia di Markiv, un soldato di un battaglione della Guardia nazionale ucraina, con l'accusa di aver ucciso un fotoreporter italiano, potrebbe essere un'altra provocazione dei servizi speciali russi".

In sostegno di Markiv e per contestarne l'arresto, vengono organizzate diverse proteste di fronte all'Ambasciata d'Italia a Kiev. Il 24 luglio 2017 ne viene organizzata una dal gruppo di estrema destra ucraino S14. Il 12 luglio 2019, quando Markiv viene condannato a 24 anni di carcere, un'altra protesta viene organizzata dal Corpo Nazionale, l'organizzazione politica della formazione militare neo-nazista "Battaglione Azov".

Da notare è che Rocchelli appariva schedato sul sito Myrotvorets, gestito dai servizi segreti ucraini. Sulla foto della sua scheda, consultabile online, i servizi segreti hanno applicato la scritta rossa in sovraimpressione "Liquidato", riportando inoltre una nota in cui si afferma che il fotoreporter stava "cooperando con organizzazioni terroristiche filo-russe" e che aveva violato il confine di stato dell'Ucraina per penetrare nel territorio occupato da "bande terroristiche russe". Anche sulla scheda di Andrej Mironov viene applicata la medesima scritta "Liquidato", mentre nella nota si specifica che il soggetto "cooperava con i terroristi filo-russi per creare materiale di propaganda anti-ucraino".

Successivamente alla sua assoluzione, il tribunale del distretto di Basmanny a Mosca, in Russia, emana un ordine di cattura per Vitaliy Markiv con l'accusa dell'omicidio dei due giornalisti.


Accuse a Michail Zabrodskij

Nel febbraio 2022, in un'inchiesta andata in onda su Rai News 24, vengono riportate le dichiarazioni di un disertore della 95a Brigata Aviotrasportata dell'Esercito ucraino, fuggito nell'Unione Europea, in cui testimonia che l'arma impiegata contro il gruppo di giornalisti sarebbe il "2B9 Vasilek", un mortaio automatico capace di sparare quattro colpi in sequenza. Nell'inchiesta vengono riportate le dichiarazioni di Andrej Antonishak, uno dei capi della Guardia Nazionale ucraina, in cui afferma che sul monte Karačun le truppe filogovernative usavano proprio i mortai Vasilek. Nelle testimonianze di William Roguelon e Maksym Tolstoj, il civile che si trovava insieme al gruppo di Rocchelli durante il bombardamento, viene riportato che i colpi contro di loro impattavano sul terreno in rapida successione, cosa che confermerebbe la dichiarazione fatta dall'ex soldato ucraino circa l'arma usata.

Il disertore accusa infine il suo superiore, il comandante Michail Zabrodskij, di aver riconosciuto il gruppo di civili nei pressi della ferrovia e di aver dato loro l'ordine di sparare con l'artiglieria per eliminarli. Zabrodskij è un militare e deputato ucraino, membro del gruppo per le relazioni interparlamentari con la Repubblica Italiana. Durante lo svolgimento dell'inchiesta, i parenti dell'ex militare, che si trovano ancora in Ucraina, sarebbero stati avvicinati da uomini della polizia ucraina.


Andrea Rocchelli, chi era il fotoreporter italiano ucciso nel Donbass mentre documentava la guerra nel 2014
Andy, come era conosciuto da tutti, era partito per l'Ucraina per testimoniare gli orrori della guerra nel Donbass, morendo sotto una raffica di spari

09-03-2022

https://notizie.virgilio.it/andrea-rocc ... 14-1523820

Andrea Rocchelli non aveva ancora compiuto 31 anni quando è stato ucciso il 24 maggio 2014 mentre si trovava in Ucraina, nel Sloviansk, all’interno dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Andy, come era conosciuto da amici e colleghi, era un fotoreporter di Pavia, nato il 27 settembre 1983.

Con la sua macchina fotografica aveva deciso di riprendere la condizione dei civili all’interno dei villaggi occupati dai ribelli filorussi. All’epoca il conflitto era una guerra civile limitata ad alcuni territori, ma già si intravedevano gli orrori di quello che sarebbe diventato lo scontro tra la Russia e l’Ucraina a cui assistiamo oggi.

Andy Rocchelli fu ucciso insieme all’attivista per i diritti umani russo Andrej Mironov, mentre il fotoreporter francese William Roguelon, che si trovava con loro, riportò solo gravi ferite. I tre furono bersaglio di una pioggia di proiettili esplosi dalla Guardia nazionale ucraina mentre si trovavano nei pressi di un’antenna televisiva.

Cosa è emerso dalle indagini: assolti i militari ucraini

Per la morte di Andrea Rocchelli, la Corte d’Assise di Pavia condannò nel luglio 2019 un militare ucraino, Vitaliy Markiv, assolto poi in appello. La sentenza è stata confermata dalla Corte di Cassazione lo scorso dicembre. Anche se la verità su quanto avvenuto il 24 maggio 2014 rimane ancora avvolta dal mistero.

“La ricostruzione dei fatti, così come emerge dalle prove processualmente utilizzabili e dalle considerazioni svolte”, si legge nella sentenza della Corte d’appello pubblica da Repubblica, conferma le conclusioni secondo cui i colpi provenienti dalla collina di Karachun furono sparati “dai militari dell’armata ucraina“.

L’attacco, si legge ancora, avrebbe avuto luogo “senza alcuna provocazione e offensiva, né da parte loro né dei filorussi”. Tuttavia senza la necessaria collaborazione da parte delle autorità ucraine, che anzi avrebbero ostacolato le indagini, oggi non c’è un vero responsabile per la morte di Andy Rocchelli.

Vitaliy Markiv, il militare ucraino inizialmente accusato per la morte di Andrea Rocchelli.

I genitori di Andy: solidarietà a Ucraina, ma ha sempre negato

Per questo i genitori del fotoreporter hanno di recente dichiarato di condannare “la spietata invasione dell’Ucraina” e “stare dalla parte della popolazione che la subisce. Quanto accade conferma l’intuizione di nostro figlio che quella zona fosse cruciale per il futuro del continente”.

“Andrea era amico dell’Ucraina e degli ucraini. Ciononostante ad ucciderlo, nel maggio 2014 a Sloviansk nel Donbass, sono state le forze armate ucraine. I testimoni, le prove, i risultati delle indagini e tutti i tre gradi del processo non lasciano dubbi. Ma le autorità ucraine hanno sempre negato“, hanno sottolineato, come riporta Repubblica.

“Alla luce della rinnovata amicizia dichiarata fra Italia ed Ucraina, dopo questa tragedia in corso, appena sarà possibile, fra i due stati la vicenda dovrà essere chiarita perché finalmente giustizia sia fatta”. Anche e soprattutto in virtù del possibile ingresso nell’Unione Europea del Paese dell’Est.




[b]Putin, no grazie! Sta con il male della terra.
Putin il dittatore zarista ex comunista che piace ai rosso bruni destro sinistrati dell'Occidente in perenne attesa di un Messia cazzuto e armato.Ecco un'altro caso, assai indicativo, della demenzialità, spero solo di una parte dei venetisti che del tutto in mala fede, fanno proprie le menzogne e le calunnie della propaganda nazifascista russa e filo russa contro l'Ucraina, il suo esercito e i suoi patrioti.
Io non avrei mai creduto che i veneti venetisti potessero arrivare a tanta demenzialità, disumanità e inciviltà e io come veneto di dovermi vergognare per colpa loro.

Il caso dell'uccisione dell'attivista dei diritti umani Andrej Mironov e dissidente russo perseguitato prima nella Russia sovietica e poi in quella del dittatore Putin, ucciso in Ucraina assieme ad altre persone sabato 24 maggio del 2014 in un attacco di mortaio assiame al fotografo italiano Andy Rocchelli a Sloviansk mentre documentavano gli scontri armati pre-elettorali nell'Ucraina orientale.
L'uccisione è avvenuta con dei colpi di mortaio senza alcuna sevizia e tortura come racconta la propaganda filo russa, ma non si capisce bene per quale ragione se per errore oppure se sono stati gli ucraini perché forse lo ritenevano un nemico o un potenziale nemico ?




Morte del giornalista Andrea Rocchelli, nel Donbass, nel 2014
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8666805876

Gentile redazione di Uno nessuno centomilan, Radio24
8 marzo 2022
ieri mentre mi recavo al lavoro ho ascoltato la vostra trasmissione e in particolare la testimonianza di un giornalista che raccontava della vicenda della morte del giornalista Andrea Rocchelli assieme al dissidente e perseguitato politico Andrej Mironov, perseguitato dall'URSS, e che concludeva asserendo la complevolezza dell'Ucraina.
Io posso anche credere che vi sia una responsabilità dell'Ucraina ma nessuno finora mi pare abbia spiegato se si tratta di responsabilità colposa o dolosa.
Io propendo a credere che se vi è stata responsabilità dei soldati/milizie ucraine che combattevano nel Donbass contro i terroristi separatisti filo russi, questa sia stata una responsabilità colposa e non dolosa, perché non trovo alcuna ragione per un'uccisione dolosa. A me pare che gli ucraini non avessero alcuna ragione per uccidere queste persone, se lo hanno fatto è stato con buona probabilità per errore.
Il non specificare questi aspetti della vicenda porta acqua al mulino dell'odio verso gli ucraini e alla propaganda che vorrebbe gli ucraini del Donbass malvagi occupanti e oppressori dei donbassiani filorussi.
Credo che sia dovere di ogni buon giornalista far luce anche su questo aspetto, specialmente oggi che l'Ucraina è stata aggredita brutalmente e criminalmente dal bullo nazifascista del Cremlino.
Incidenti causati da fuoco amico o da errori, nei conflitti bellici, vi sono sempre stati e sono sempre possibili come gli incidenti stradali e sul lavoro. Lo sappiamo bene che in guerra viene sparso sangue e che i giornalisti sono a rischio e che possono lasciarci le penne per tante ragioni dolose e colpose.




Omicidio Rocchelli, sentenza ribaltata in Appello: dopo 3 anni di carcere è libero l'ex soldato Vitaly Markiv
Il Riformista
Carmine Di Niro

4 Novembre 2020

https://www.ilriformista.it/omicidio-ro ... iv-173051/

Omicidio Rocchelli, sentenza ribaltata in Appello: dopo 3 anni di carcere è libero l’ex soldato Vitaly Markiv

Fine dell’incubo per Vitaly Markiv. La Corte d’Assise e d’Appello di Milano ha assolto il 29enne italo-ucraino, ex soldato della guardia nazionale ucraina, “per non aver commesso il fatto” nell’ambito del processo per l’omicidio del fotoreporter di Pavia Andrea Rocchelli, morto nel Donbass il 24 maggio 2014. Egualmente assolto anche lo Stato Ucraino, che era stato citato in qualità di responsabile civile. In primo grado il Tribunale di Pavia aveva condannato l’italo-ucraino Markiv a 24 anni di reclusione, con 36 mesi già trascorsi in carcere: dopo la lettura della sentenza Vitaly Markiv è stato scarcerato.

Rocchelli, all’epoca dei fatti 30enne, venne ucciso da colpi di mortaio il 24 maggio 2014, mentre stava realizzando un reportage nel Donbass, zona dell’Ucraina occupata dai separatisti filorussi, attacco nel quale morì anche l’interprete Andrej Mironov. Secondo i giudici Markiv, arrestato nel 2017, era considerato la persona che aveva individuato come sospetti il giornalista Rocchelli e il suo interprete, dando il via libera ai colpi di mortaio che poi li hanno uccisi.

Parlando in aula Markiv ha sottolineato due aspetti: “Non ho mai detto che per l’esercito ucraino e per la guardia nazionale il civile era un bersaglio, questo è falso. Potete anche vedere un video dell’obitorio dei due civili armati di kalashnikov e loro stessi dicono che per poter recuperare le salme dovevano travestirsi da civili perché sui civili non si sparava, quindi su questo non voglio dilungarmi”.

Lasciando il carcere di Opera dopo la lettura del verdetto l’italo-ucraino ha invece ricordato come “questo popolo mi ha dato casa, istruzione, tutto, non avevo nulla contro questo Paese. Chi mi conosce, sa che ho sempre cercato di essere grato per la possibilità che mi ha dato l’Italia. Però tre anni mi sono stati tolti e nessun risarcimento li farà tornare indietro, questa deve essere una lezione per tutti gli innocenti: i casi vanno guardati fino in fondo, perché una virgola può cambiare il destino di un uomo, di una famiglia, di un popolo. Sono contento, abbiamo visto che in Italia la giustizia c’è”.



Omicidio Rocchelli, la Cassazione conferma: assolto l'ucraino Vitaly Markiv
9 dic 2021

https://www.ilgiorno.it/cronaca/andy-ro ... -1.7131117

Colpo di scena nel processo sulla morte di Andy Rocchelli, il fotoreporter pavese di 30 anni ucciso da colpi di mortaio il 24 maggio 2014, mentre stava realizzando un reportage nel Donbass, zona dell’Ucraina occupata dai separatisti filorussi. La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione per Vitaly Markiv, l’unico imputato a giudizio per l’omicidio. “Abbiamo piena fiducia nella giustizia e nel lavoro della magistratura - avevano detto Elisa Signori e Rino Rocchelli uscendo dalla Cassazione dove in giornata era attesa la decisione sull’omicidio di loro figlio - Ci aspettiamo che il verdetto sia conseguente alla dinamica dei fatti e che questo delitto non resti impunito visto che la responsabilità Ucraina è stata per due volte accertata”.

Andy era stato ucciso da colpi di mortaio il 24 maggio 2014, mentre stava realizzando un reportage nel Donbass, zona dell’Ucraina occupata dai separatisti. “Annullare l’assoluzione per Vitaly Markiv e celebrare un nuovo processo di appello“, era stata la richiesta del pg di Cassazione all’udienza del processo. Vitaly Markiv, italo-ucraino ed ex soldato della Guardia nazionale ucraina, era stato condannato in primo grado a 24 anni di carcere e poi assolto a Milano in appello “per non aver commesso il fatto”. Markiv, dopo aver trascorso oltre tre anni in carcere, è tornato in Ucraina.

“In questo processo si è vista un’ingerenza di uno Stato estero così spudorata come non si era mai visto, ma la giustizia non c’entra con la geopolitica“: aveva detto qualche giorno fa iuseppe Giulietti, presidente della Fnsi. “Non voglio credere che siccome l’Ucraina è un Paese amico, allora una vicenda come questa debba essere destinata al silenzio - ha aggiunto Giulietti - sarebbe indegno, ricorderebbe un altro caso, quello di Regeni con l’Egitto. Ma è un dato di fatto che l’Ucraina abbia insultato i magistrati, la famiglia e i giornalisti italiani, e che non ci sia stata alcuna reazione. Esiste ancora un Ministero degli Esteri in Italia?“.

“Dopo 7 anni e mezzo forse abbiamo un pò di stanchezza - aveva replicato la madre di Rocchelli, Elisa Signori - ma in noi c’è la stessa fermezza, andremo avanti e forse anche in Francia, nel caso“. Andrea Rocchelli venne ucciso insieme ad Andrei Mironov, di 60, mentre un collega francese, William Roguelon, rimase ferito. “Siamo stati al fianco della famiglia Rocchelli dall’inizio - ha ricordato Paolo Perucchini, presidente della Alg - e lo saremo fino a quando questa vicenda non sarà davvero chiarita“.


Omicidio Rocchelli, così un errore formale ha portato all'assoluzione del soldato ucraino
Giuliano Foschini
28 gennaio 2021

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/ ... 284698382/

Spararono dalla collina. E spararono contro dei “civili inermi”, il reporter italiano Andrea Andy Rocchelli e l’attivista per i diritti umani e interprete Andrej Mironov, era il 24 maggio del 2014 e Rocchelli e Mironov erano lì per documentare le difficoltà della popolazione del Donbass, durante la guerra civile ucraina.

Spararono i soldati ucraini per “eliminare” quei civili: volvevano “difendere strenuamente quella posizione”, visto che sulla collina c’era un’antenna televisiva, affinchè “nella zona circostante, nel raggio di uno o due chilometri, nessuno potesse avvicinarsi”.

Non c’erano, però, abbastanza prove per confermare la condanna del soldato della guardia civile ucraina Vitaly Markiv, condannato in primo grado a 24 anni di reclusione per concorso in omicidio, e poi assolto in secondo grado.

Un’assoluzione, scrive però la Corte di appello di Milano nelle motivazioni alla sentenza, che arriva per un errore formale: le dichiarazioni prese dei militari e dei superiori di Markiv erano state raccolte senza la possibilità, che era loro dovuta, di non rispondere alle domande. “Dunque la prova va annullata”.

“Non ci arrendiamo. Attendiamo ancora giustizia” spiegano i genitori di Andrea, Rino ed Elisa, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini. “Si era gridato all’innocenza, dopo l’assoluzione – dicono – ma la sentenza d’appello mette invece una serie di punti fermi nella messa a fuoco della verità storica atto fattuale”.

“La ricostruzione dei fatti – si legge nella sentenza - così come emerge dalle prove processualmente utilizzabili e dalle considerazioni svolte ai paragrafi che precedono, porta questa Corte a concordare con le conclusioni della Corte d’Assise di Pavia in merito alla provenienza dei colpi che hanno ucciso Rocchelli e ferito Roguelon e cioè dei colpi di mortaio sparati dalla collina Karachun ad opera dei militari dell’armata ucraina, dove erano nascosti i fotoreporter, il tassista e il civile […] essi erano quindi lì per svolgere la loro attività di fotoreporter […] L’attacco ha avuto luogo senza alcuna provocazione e offensiva né da parte loro né dei filorussi".

La Corte ritiene inoltre che, correttamente, lo “Stato ucraino era stato citato in giudizio in qualità di responsabile civile”. Un passaggio, dicono i Rocchelli, “che riteniamo straordinario: significa che l’immunità prevista per gli Stati non vale nel caso di violazione di diritti umani e crimini contro l’umanità. Sul testimone oculare, il francese William Roguelon, che era scampato per miracolo all’attentato, la Corte lo ritiene “pienamente attendibile”.

Ma questo non basta per condannare Markiv: l’accusa, infatti, non è riuscita a provare che fosse in servizio sulla collina al momento dell’attacco, e che fosse proprio nella posizione da cui è arrivata la raffica di spari che ha ucciso Rocchelli e Mironov. I suoi colleghi avevano raccontato circostanze che , in primo grado, erano state considerate cruciali. Ma che, poichè raccolte “con vizio di forma”, non sono state considerate utilizzabili in Appello. Che per questo ha assolto Markiv.

“Ma qui fatti esistono, non sono evaporati” dicono i Rocchelli. “In definitiva, a noi, parte civile nel processo, già da quasi sette anni impegnati, malgrado le strategie di elusione, di insabbiamento e di depistaggio perseguite dallo Stato ucraino, pare che, con questa sentenza e in virtù delle motivazioni ora rese pubbliche, si possa concludere che la nostra ricerca di verità abbia centrato il suo bersaglio, restando per la seconda volta accertate la dinamica fattuale e le responsabilità dell’ attacco mortale contro inermi. Attendiamo ancora che sia fatta pienamente giustizia”.

«Dopo aver letto la sentenza ritengo doveroso chiedere al governo italiano di reclamare dalle autorità ucraine le prove e le testimonianze. Ora tocca all'Italia far sentire la voce delle istituzioni», rileva il presidente della Federazione nazionale della stampa, Giuseppe Giulietti. «Noi, di intesa con la famiglia e con i suoi legali, continueremo a chiedere verità e giustizia per Andy Rocchelli, perché – aggiunge – persino questa sentenza conferma che Rocchelli e Mironov sono stati uccisi dal fuoco ucraino. Sarà il caso di tornare a ripercorrere gli ultimi passi di Andrej e Andy».

Libera Ucraina
Perché furono uccisi nel Donbass, Andrea Rocchelli assieme al dissidente e perseguitato politico Andrej Mironov, perseguitato dall'URSS?
A tutt'oggi ancora non si sa con precisione.
Pare abbastanza certo che a sparare sia stata le milizia ucraina che stava combattendo i terroristi filorussi, ma non si sa con precisione se siano stati veramente loro e sopratutto perché?
Non mi risulta che Andrea Rocchelli e Andrej Mironov fossero nemici dell'Ucraina e parteggiassero per i separatisti filorussi, se lo fossero stati allora forse gli ucraini avrebbero potuto considerarli spie nemiche e la loro uccisione sarebbe comprensibile e in parte giustificata; come non mi risulta che gli ucraini avessero la necessità di nascondere eventuali crimini contro l'umanità per la violazione dei diritti umani e civili dei separatisti filorussi e che tenessero l'indagine di questo gruppo di reporter.


Andy Rocchelli fu ucciso in Ucraina 7 anni fa. Perché? Lo zig zag della giustizia
Ossigeno per l'informazione
22 Maggio 2021

https://www.ossigeno.info/andy-rocchell ... giustizia/

Il fotoreporter freelance di Pavia era nel Donbass per documentare le sofferenze dei civili – La sua storia e l’iter dei processi sul sito Ossigeno – Cercavano la verità

OSSIGENO 22 maggio 2021 – Il fotoreporter Andrea Rocchelli ( “Andy” per i suoi amici) attende ancora giustizia. Fu ucciso sette anni fa, il 24 maggio del 2014, insieme al giornalista russo Andrei Mironov, da bombe di mortaio lanciate da una postazione della Guardia Nazionale ucraina, ad Andreyevka, a pochi chilometri dalla città di Sloviansk, nell’Ucraina orientale. Andy aveva 30 anni. Era andato lì per raccontare le drammatiche condizioni dei civili, coinvolti loro malgrado nelle operazioni militari della guerra per il controllo della regione del Donbass (territorio ucraino che i separatisti filo russi dichiararono indipendente). Andrea Rocchelli voleva documentare episodi di violazione dei diritti umani che venivano segnalati. Dopo 7 anni e due processi penali non è stato ancora possibile accertare se lui e il suo collega e amico russo furono uccisi per impedire che documentassero quei fatti o perché, come sostengono le autorità ucraine, furono scambiati per una pattuglia nemica ostile.

CELEBRAZIONI – Ossigeno per l’informazione, l’unica testata giornalistica italiana che ha seguito con un proprio cronista tutte le udienze di questo processo e ha pubblicato cronache e analisi che fanno capire quali elementi sono stati valutati e come, in occasione di questo anniversario aggiorna il dossier “Guerre, giornalisti uccisi e impunità” (leggi qui) che ripropone quelle cronache insieme ad analisi e inquadramenti che fanno vedere che non soltanto per Andrea Rocchelli la giustizia fa fatica a leggere queste tragiche vicende rinunciando a indossare le lenti della ragion di stato e delle convenienze diplomatiche.

Lunedì 24 maggio alle ore 17 i genitori di Andrea Rocchelli e l’avv. Alessandra Ballerini che li ha rappresentati nel processo di Pavia e di Milano parteciperanno a un incontro promosso da Articolo 21 – Link per seguire l’incontro

IL PROCESSO – L’inchiesta avviata dai magistrati italiani ha permesso di formulare accuse di omicidio volontario contro i militari ucraini e le autorità di Kiev e di celebrare un processo a loro carico in Italia. Questo processo, che finora si è concluso in appello senza condanne, ha avuto alterne vicende. Si attende ora il verdetto della Cassazione, alla quale hanno fatto ricorso la Procura di Milano e i familiari di Rocchelli.

DA PAVIA A MILANO – Al processo di primo grado che si è celebrato nel 2018-2019 a Pavia l’imputato italo-ucraino Vitaly Markiv, soldato della guardia nazionale Ucraina, è stato condannato per omicidio a 24 anni di reclusione, con l’aggravante di crimini contro l’umanità. Il 3 novembre 2020, la corte d’assise d’appello di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado: l’imputato è stato assolto “per non aver commesso il fatto” ed è stato scarcerato. La motivazione della sentenza ha fatto sapere che le prove raccolte a Pavia contro l’imputato sono state invalidate per un vizio di forma. Otto testimonianze di militari ucraini sono state invalidate perché questi testimoni non erano stati esplicitamente informati che potevano avvalersi della facoltà di non rispondere. Una circostanza che non riguarda il contenuto delle loro deposizioni.

(ha collaborato Giacomo Bertoni)
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La vergogna dei veneti e dei leghisti pro Russia di Putin

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2022 8:13 am

Ecco la Propaganda filo russa contro l'Ucraina che mente sul verdetto finale della Corte di Appello e di quella di Cassazione che assolvono il soldato ucraino, affermando invece la conferma della condanna.

L'esercito ucraino di nuovo sotto accusa per l'assassinio di Andrea Rocchelli
Un militare testimone: “Non c’erano state provocazioni. Non so perché il nostro comandante abbia dato l’ordine di sparare”
Francesco Ciotti
2 febbraio 2022

https://www.antimafiaduemila.com/home/t ... helli.html

Dopo anni di silenzio, mezze verità, contraddizioni e sentenze assolutorie che sembravano aver gettato definitivamente un velo di impunità e mistero sull’assassinio dei reporter Andrea Rocchelli (in foto) e Andrej Mironov, in questi giorni, per la prima volta, un militare ucraino che si trovava sul posto ha accettato di raccontare cosa accadde in quelle drammatiche ore. L’intervista andrà in onda il 4 febbraio nella puntata del programma di inchiesta Spotlight intitolata: “La disciplina del silenzio, inchiesta sulla morte di Andy Rocchelli e Andrej Mironov”.

Ci troviamo a Sloviansk, nel bel mezzo del conflitto tra l’esercito ucraino e le autoproclamate repubbliche indipendenti del Donbass: in quel 24 maggio 2014, la città è ancora in mano alle milizie ribelli, mentre i soldati lealisti sono trincerati sul monte Karachun, un’altura che domina la periferia meridionale della città. Nel pomeriggio i due reporter assieme al collega francese, William Roguelon, raggiungono un passaggio a livello che segna il punto di demarcazione tra i due schieramenti, ma proprio mentre sono in procinto di scattare le prime fotografie vengono subito raggiunti da una raffica di proiettili. Mentre cercano riparo in un fossato nelle vicinanze, una pioggia di 20-30 colpi di mortaio cade su Andy e Andrej, uccidendoli entrambi.

Ma chi era Andrea Rocchelli e chi ha sparato quel giorno con il chiaro intento di uccidere dei semplici cronisti di guerra?

Andrea Rocchelli era un fotoreporter freelance professionista che stava documentando le atrocità commesse dal governo golpista ucraino contro la popolazione civile. È infatti bene precisarlo, dato il complice silenzio degli organi di informazione in questi anni; nel febbraio 2014 il paese subì un colpo di stato organizzato dagli Stati Uniti: non possiamo dimenticare le dichiarazioni dell’ex assistente del segretario di Stato Victoria Nuland che, già nel dicembre 2013, aveva annunciato i “5 miliardi di dollari” spesi dagli Stati uniti per assicurare all’Ucraina “il futuro che meritava”; o le rivelazioni dei cecchini Georgiani che intervistati dalla BBC e dall’agenzia di stampa Interfax dichiararono di essere stati reclutati da un membro del governo Usa per sparare sui manifestanti e sui poliziotti.

Non possiamo infine dimenticare il voto incostituzionale che il parlamento ucraino espresse per considerare vacante la poltrona del presidente eletto Yanukovich, sostituito frettolosamente da Oleksandr Turčynov; fattore che avrebbe posto le fondamenta per la costituzione di una forza di governo composta da ministri dichiaratamente nazisti.

Il partito di estrema destra Svoboda, il cui leader Oleh Tyahnybok aveva affermato limpidamente di voler “estirpare dall’Ucraina tutta la feccia russa, tedesca e giudea”, era entrato nell’esecutivo ottenendo vari ministeri: da quello della Difesa a quello dell’Agricoltura passando poi per la posizione di vice primo ministro, assegnata a Oleksandr Sych e quella di Procuratore Generale.

Sono questi nostalgici di Hitler che hanno imposto immediatamente l’eliminazione del russo come lingua ufficiale mentre si dichiaravano favorevoli all’imposizione del divieto di essere “comunisti”, alla creazione di un arsenale nucleare ucraino, con annessa adesione alla Nato esclusivamente in funzione anti-russa.

Sono stati questi nazisti, assieme alle squadracce di Pravy Sector, ad essere fautori di soprusi e violenze contro oppositori politici e veri e propri pogrom contro la popolazione Russa, come quello avvenuto alla casa dei sindacati di Odessa, dove decine e decine di russi vennero bruciati vivi, strangolati o freddati con un colpo di pistola alla testa.

Furono questi crimini a decretare le rivendicazioni separatiste dei popoli a maggioranza russa di Donec'k, Luhans'k, Dnipropetrovs'k: premessa della sanguinosa guerra nell’est dell’Ucraina, avviata dal governo centrale.

È esattamente in questo contesto che Andrea e Mironov sono stati trucidati da colpi di mortaio, mentre documentavano i danni dei bombardamenti delle truppe filo-governative ucraine.

Solo 5 giorni prima, il 19 maggio 2014 sulle pagine del giornale russo “Novaya Gazeta” veniva pubblicato l’articolo “Noi non siamo bestie. Non bisogna avvolgerci con il filo spinato!”, firmato da Andrei Mironov e Andy Rocchelli con le foto dei bambini nel seminterrato scattate da Andy che sono diventate subito famose nel paese.

Per l’omicidio nel 2017 viene arrestato un militare ucraino, Vitaly Markiv, che verrà condannato in 1° grado a 24 anni di reclusione nel luglio 2019. Nel maggio 2014, il plotone, di cui Markiv era il vice comandante, aveva assunto posizioni di combattimento sul monte Karachun, poco distante dalla posizione dei due fotoreporter.

Ad incastrarlo, oltre alle foto di svastiche, torture, stupri e sevizie sul suo telefono, a testimonianza dei crimini di guerra delle milizie naziste filo-governative ucraine, c’era il ruolo avuto, come esposto nelle motivazioni della sentenza, di “capo postazione in funzione di avvistamento” che segnalava “i movimenti sospetti di eventuali soggetti in avvicinamento alla collina mediante la ricetrasmittente che aveva in dotazione”. Era dunque l’unico “in grado di monitorare gli spostamenti e fornire le coordinate agli addetti ai mortai per consentire loro l’aggiustamento del tiro”.

Nelle intercettazioni telefoniche Marvik non manca di precisare: “Una persona arriva nella Savana e la guida gli dice: non andare lì c’è il leone, rischi che ti mangi. La persona decide da sola sì ci vado, no non ci vado. Se lei è andata e un leone l’ha mangiata che fate, portate il leone in tribunale?”.

Con la sentenza di condanna è partita una campagna minatoria e di delegittimazione senza precedenti, caratterizzata da insulti e minacce ai danni della Famiglia Rocchelli, della Federazione Nazionale della Stampa, che al processo si era costituita parte civile, e della Magistratura italiana, fino al clamoroso giudizio della Corte d’Appello di Milano che pochi giorni fa ha assolto Markiv dall’accusa dell’omicidio di Andrea Rocchelli, per non aver commesso il fatto.

A contribuire nell’esito della sentenza, oltre al fatto che i suoi superiori, che avevano confermato la posizione del militare sulla collina, avrebbero dovuto essere sentiti non come testimoni, ma come possibili complici, c’è probabilmente la ritrascrizione di un’intercettazione ambientale del 1° luglio 2017 nella quale l’imputato avrebbe dichiarato: “È stato fottuto un reporter ma vogliono cucirmi addosso tutto” anzichè “abbiamo fottuto un reporter”, come era riportato precedentemente.

Particolare inquietante, a questo proposito, è rappresentato dalle minacce ricevute dall’interprete dopo l’udienza dell’8 febbraio 2019 del processo di primo grado a Pavia, trasmesse a verbale dalla Corte fuori udienza: nelle telefonate minatorie l’interprete avrebbe ricevuto pressioni affinché cambiasse la trascrizione fedele delle intercettazioni ambientali. Il 9 dicembre 2021 l’ultimo verdetto sarà confermato dalla Cassazione.

Lo Stato ucraino (che non ha mai collaborato seriamente con le autorità giudiziarie italiane), per bocca del Presidente Volodymyr Zelens’kyj, non ha mancato di complimentarsi in un post su facebook con il Presidente della Repubblica e con il Capo del Governo italiani per l’esito del processo di secondo grado e quindi dell’assoluzione e liberazione della guardia nazionale Vitaly Markiv. Ad aggiungersi a questo sinistro teatrino, hanno contribuito i complimenti da parte dell’allora ministro degli interni Arsen Avakov, il cui consigliere Anton Gerashchenko promuove un sito curato dall’agenzia governativa d’intelligence ucraina (SBU), Myrotvorets, in cui sono schedati tutti coloro che il governo dell’Ucraina considera terroristi, nemici dello Stato. Ebbene in questo portale figurano anche Andrea e Andrej, con i loro dati, e con una scritta in cirillico rossa sopra le loro foto: “Liquidati”.

Ed ecco le ultime rivelazioni: nel 2014 un soldato della 95a Brigata (che in un recente articolo su l’Espresso viene chiamato Sergej), faceva parte della “rozvedrota”, la squadra delle sentinelle con il compito di osservare il territorio, come dimostrato da alcune foto che lo ritraggono nella sua trincea di Karachun in una posizione esattamente frontale rispetto al luogo dove sono stati uccisi i reporter.

“Non so perché il nostro comandante abbia dato l’ordine di sparare. Non c’erano state provocazioni e quegli uomini erano vestiti in abiti borghesi, non rappresentavano una minaccia per noi” ha affermato davanti alle telecamere.

In seguito entra più nel dettaglio e rivela che per uccidere Andrea e Mironov vennero adoperati i Vasilek, mortai automatici che possono esplodere raffiche di quattro colpi. “Non avevamo mai sparato con tanta intensità in quella esatta direzione”, racconta Sergej.

Una dinamica che coincide perfettamente con le ricostruzioni dei magistrati e con quella del reporter sopravvissuto all’attacco, William Roguelon che ha specificato come Il Vasilek spari proiettili calibro 82, e “i miliziani separatisti accorsi sul posto all’indomani dell’attacco hanno sempre sostenuto che le schegge da loro rinvenute erano proprio di quella misura.”

Tipologia di mortai il cui utilizzo è stato confermato anche dal comandante della Guardia Nazionale Andrej Antonishak, la cui intervista era stata pubblicata nel 2021 in un pamphlet innocentista dal titolo “Vitaly Markiv”.

Curioso come la tesi di fondo del testo sostenga che Andy e Andrej siano stati uccisi dai filorussi con la “Nona”, un cannone da 122 mm che tuttavia non è in grado di sparare raffiche di 4 colpi come il Vasilek. Una verità tutta da riscrivere insomma; una vicenda costellata da contraddizioni, omissioni, depistaggi e silenzi che pongono sul banco degli imputati gli autori di efferati crimini contro la popolazione russa di Ucraina: una guerra che perdura tuttora e che oggi rischia di innescare un conflitto su larga scala in Europa. Un’eventualità che impone oggi più che mai l’esigenza di non “liquidare” dalla nostra memoria martiri come Andrea Rocchelli.


Alberto Pentp
Che Rocchelli e il dissidente russo dell'URSS Andrej Mironov, fossero spie e contro Ucraina?
Se così fosse se la sarebbero cercata, se così non fosse allora forse è stato possibile un errore degli ucraini.


Andrea Rocchelli
https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Rocchelli

Le reazioni ucraine

La versione proposta da un'inchiesta ucraina diverge dalla ricostruzione delle indagini portate avanti dalle istituzioni italiane. I giornalisti, secondo questa versione, sono rimasti uccisi in un bombardamento condotto dalle "forze terroristiche sostenute dalla Russia". Il consigliere del capo del Ministero degli affari interni dell'Ucraina, Anton Gerashchenko, sostiene che "la detenzione in Italia di Markiv, un soldato di un battaglione della Guardia nazionale ucraina, con l'accusa di aver ucciso un fotoreporter italiano, potrebbe essere un'altra provocazione dei servizi speciali russi".

In sostegno di Markiv e per contestarne l'arresto, vengono organizzate diverse proteste di fronte all'Ambasciata d'Italia a Kiev. Il 24 luglio 2017 ne viene organizzata una dal gruppo di estrema destra ucraino S14. Il 12 luglio 2019, quando Markiv viene condannato a 24 anni di carcere, un'altra protesta viene organizzata dal Corpo Nazionale, l'organizzazione politica della formazione militare neo-nazista "Battaglione Azov".

Da notare è che Rocchelli appariva schedato sul sito Myrotvorets, gestito dai servizi segreti ucraini. Sulla foto della sua scheda, consultabile online, i servizi segreti hanno applicato la scritta rossa in sovraimpressione "Liquidato", riportando inoltre una nota in cui si afferma che il fotoreporter stava "cooperando con organizzazioni terroristiche filo-russe" e che aveva violato il confine di stato dell'Ucraina per penetrare nel territorio occupato da "bande terroristiche russe". Anche sulla scheda di Andrej Mironov viene applicata la medesima scritta "Liquidato", mentre nella nota si specifica che il soggetto "cooperava con i terroristi filo-russi per creare materiale di propaganda anti-ucraino".

Successivamente alla sua assoluzione, il tribunale del distretto di Basmanny a Mosca, in Russia, emana un ordine di cattura per Vitaliy Markiv con l'accusa dell'omicidio dei due giornalisti.


Accuse a Michail Zabrodskij

Nel febbraio 2022, in un'inchiesta andata in onda su Rai News 24, vengono riportate le dichiarazioni di un disertore della 95a Brigata Aviotrasportata dell'Esercito ucraino, fuggito nell'Unione Europea, in cui testimonia che l'arma impiegata contro il gruppo di giornalisti sarebbe il "2B9 Vasilek", un mortaio automatico capace di sparare quattro colpi in sequenza. Nell'inchiesta vengono riportate le dichiarazioni di Andrej Antonishak, uno dei capi della Guardia Nazionale ucraina, in cui afferma che sul monte Karačun le truppe filogovernative usavano proprio i mortai Vasilek. Nelle testimonianze di William Roguelon e Maksym Tolstoj, il civile che si trovava insieme al gruppo di Rocchelli durante il bombardamento, viene riportato che i colpi contro di loro impattavano sul terreno in rapida successione, cosa che confermerebbe la dichiarazione fatta dall'ex soldato ucraino circa l'arma usata.

Il disertore accusa infine il suo superiore, il comandante Michail Zabrodskij, di aver riconosciuto il gruppo di civili nei pressi della ferrovia e di aver dato loro l'ordine di sparare con l'artiglieria per eliminarli. Zabrodskij è un militare e deputato ucraino, membro del gruppo per le relazioni interparlamentari con la Repubblica Italiana. Durante lo svolgimento dell'inchiesta, i parenti dell'ex militare, che si trovano ancora in Ucraina, sarebbero stati avvicinati da uomini della polizia ucraina.


Andrea Rocchelli, chi era il fotoreporter italiano ucciso nel Donbass mentre documentava la guerra nel 2014
Andy, come era conosciuto da tutti, era partito per l'Ucraina per testimoniare gli orrori della guerra nel Donbass, morendo sotto una raffica di spari

09-03-2022

https://notizie.virgilio.it/andrea-rocc ... 14-1523820

Andrea Rocchelli non aveva ancora compiuto 31 anni quando è stato ucciso il 24 maggio 2014 mentre si trovava in Ucraina, nel Sloviansk, all’interno dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Andy, come era conosciuto da amici e colleghi, era un fotoreporter di Pavia, nato il 27 settembre 1983.

Con la sua macchina fotografica aveva deciso di riprendere la condizione dei civili all’interno dei villaggi occupati dai ribelli filorussi. All’epoca il conflitto era una guerra civile limitata ad alcuni territori, ma già si intravedevano gli orrori di quello che sarebbe diventato lo scontro tra la Russia e l’Ucraina a cui assistiamo oggi.

Andy Rocchelli fu ucciso insieme all’attivista per i diritti umani russo Andrej Mironov, mentre il fotoreporter francese William Roguelon, che si trovava con loro, riportò solo gravi ferite. I tre furono bersaglio di una pioggia di proiettili esplosi dalla Guardia nazionale ucraina mentre si trovavano nei pressi di un’antenna televisiva.

Cosa è emerso dalle indagini: assolti i militari ucraini

Per la morte di Andrea Rocchelli, la Corte d’Assise di Pavia condannò nel luglio 2019 un militare ucraino, Vitaliy Markiv, assolto poi in appello. La sentenza è stata confermata dalla Corte di Cassazione lo scorso dicembre. Anche se la verità su quanto avvenuto il 24 maggio 2014 rimane ancora avvolta dal mistero.

“La ricostruzione dei fatti, così come emerge dalle prove processualmente utilizzabili e dalle considerazioni svolte”, si legge nella sentenza della Corte d’appello pubblica da Repubblica, conferma le conclusioni secondo cui i colpi provenienti dalla collina di Karachun furono sparati “dai militari dell’armata ucraina“.

L’attacco, si legge ancora, avrebbe avuto luogo “senza alcuna provocazione e offensiva, né da parte loro né dei filorussi”. Tuttavia senza la necessaria collaborazione da parte delle autorità ucraine, che anzi avrebbero ostacolato le indagini, oggi non c’è un vero responsabile per la morte di Andy Rocchelli.

Vitaliy Markiv, il militare ucraino inizialmente accusato per la morte di Andrea Rocchelli.

I genitori di Andy: solidarietà a Ucraina, ma ha sempre negato

Per questo i genitori del fotoreporter hanno di recente dichiarato di condannare “la spietata invasione dell’Ucraina” e “stare dalla parte della popolazione che la subisce. Quanto accade conferma l’intuizione di nostro figlio che quella zona fosse cruciale per il futuro del continente”.

“Andrea era amico dell’Ucraina e degli ucraini. Ciononostante ad ucciderlo, nel maggio 2014 a Sloviansk nel Donbass, sono state le forze armate ucraine. I testimoni, le prove, i risultati delle indagini e tutti i tre gradi del processo non lasciano dubbi. Ma le autorità ucraine hanno sempre negato“, hanno sottolineato, come riporta Repubblica.

“Alla luce della rinnovata amicizia dichiarata fra Italia ed Ucraina, dopo questa tragedia in corso, appena sarà possibile, fra i due stati la vicenda dovrà essere chiarita perché finalmente giustizia sia fatta”. Anche e soprattutto in virtù del possibile ingresso nell’Unione Europea del Paese dell’Est.



Putin, no grazie! Sta con il male della terra.
Putin il dittatore zarista ex comunista che piace ai rosso bruni destro sinistrati dell'Occidente in perenne attesa di un Messia cazzuto e armato.
E tra questi anche i poveri venetisti che sognano il ritorno della Serenissima con la sua aristocrazia cristiana illuminata e che sperano che Putin possa regalargliela come fosse un super Babbo Natale con il magico potere di riportare indietro le lancette della storia e di favorirne un'altra a loro gradita e che a suo tempo Venezia e la sua Serenissima non hanno saputo e voluto costruire.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8961991036




La Russia di Putin e l'Ucraina e la putinlatria

viewtopic.php?f=92&t=2990

Io sto con l'Ucraina e non con la Russia di Putin che se la fa con le forze del male di tutta la terra.
Putin non è l'eroico Davide degli ebrei ma il mostruoso Golia dei filistei.

La Russia di oggi è il prodotto storico della Russia di ieri, di quella totalitaria e imperialista zarista/cezarista e di quella totalitaria e imperialista dell'URSS.
La Russia di Putin come quella di ieri è antiamericana, antieruropea, antisemita/antisraeliana.
A me la Russia imperialista di Putin che ricalca le orme dell'URSS e dell'imperialismo zarista che sta sempre con il male delle dittature comuniste e maomettiste e i nemici dell'Occidente e degli ebrei (Corea del Nord, Cina, Venezuela, Iran, ... nel passato stavano con Hitler) non mi piace proprio per niente.

La Russia di Putin è un problema, ma lo sono anche l'America USA di Biden e l'Europa sinistrata dei socialdemocratici e dei verdi con il loro politicamente corretto antisemita e filo nazi maomettani, e doppiamente lo sono i social internazi comunisti e i demenziali maomettisti con le loro dittature islamiche e comunista e ancor più lo è la Cina, questa mostruosità fatta crescere come fabbrica del mondo a basso costo.
Difficile districarsi e scegliere con chi stare, da che parte stare e contro chi, però a conti fatti mettersi dalla parte della Russia di Putin (che sta sempre con il male e con i paesi canaglia e che all'ONU ha sempre votato contro Israele) e contro l'Ucraina è il male maggiore, la posizione pù insensata e dannosa per l'Occidente, per l'EU, per gli ebrei e Israele e sopratutto per noi europei, italiani e veneti.


Stefano Magni
Cina, Islam e Russia sono moralmente equivalenti. Qualcuno può essere più attratto dall'uno o dall'altro modello alternativo all'Occidente, ma sono tre modelli nemici del nostro stile di vita. Sono moralmente equivalenti, perché sono tre sistemi dove la società è tutto e l'individuo è nulla, dove il capo è uno e deve essere obbedito (nonostante la parvenza di pluralismo), dove l'economia deve essere diretta dallo Stato verso uno scopo collettivo e dove lo scopo ultimo è la rinascita di un impero. Sorrido quasi tutte le volte che leggo le non-risposte (in realtà è solo benaltrismo) "e l'Islam?" oppure "e la Cina?" ogni volta che si fa un'obiezione sulla Russia. Sorrido meno quando leggo dei non-sense come "abbiamo spinto la Russia nelle braccia della Cina". Non proprio: la Russia e la Cina vanno semmai a braccetto, non da adesso, ma dai tempi di Eltsin. Prendetevi qualche minuto a vedere come hanno votato all'Onu, negli ultimi 25 anni, vedrete che hanno sempre votato assieme, su ogni agenda e in ogni sede.


Gianfranco Damico
Un mio amico, Giacomo Nicastro , fa quest'analisi.
Che ne pensi, Niram?
Dopo la caduta del Muro e il collasso dell’Unione Sovietica, i paesi satelliti del Patto di Varsavia si sono gettati nelle rassicuranti braccia della NATO e si sono attaccate alle mammelle (Fondi Strutturali) dell’Unione Europea.
Ma la Georgia, l’Ucraina e la Bielorussia non erano paesi satelliti del Patto di Varsavia, ma facevano parte dell’Unione Sovietica.
Dopo la caduta del Muro la Nato si è allargata ad est inglobando gli stati satelliti del Patto di Varsavia. L’ALT di Putin è stato intimato ogni qualvolta la NATO ha cercato di inglobare anche i paesi dell’ex Unione Sovietica: così è stato per la Georgia, per la Bielorussia ed ora per l’Ucraina. Non soltanto perché gran parte della popolazione in questi paesi è di origine russa, ma soprattutto per motivi geopolitici ed economici.
A Putin non interessa tutta l’Ucraina, lui vuole arrivare fino alla sponda sinistra del grande fiume che divide in due quel paese, il fiume Dnipro (pianta allegata).
Avere il controllo sul tratto meridionale di quel fiume e sul territorio alla sua destra è di importanza strategica per la Russia:
- perché la repubblica separatista filorussa del Donbass ha estrema necessità delle strutture portuali di Mariupol e Berdyansk (pianta) per esportare la propria produzione siderurgica;
- la Crimea è priva dì sorgenti e l’approvvigionamento idrico proveniva dal fiume Dnipro attraverso una rete di canali che facevano capo all’invaso di Kakhovka. La chiusura dei rubinetti di quell’invaso da parte di Kiev (dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia) ha comportato il prosciugamento dei canali idrici, inaridendo i terreni e danneggiando la produzione agricola (ed il paesaggio) della Crimea.
Allora, cosa deve fare mamma Russia se i suoi figli “adottivi” (Donbass e Crimea) soffrono?
Non si può tornare indietro.
Ormai quei figli sono stati “adottati” ed ora devono essere nutriti.
Amen.

Niram Ferretti


E tra questi anche i poveri venetisti che sognano il ritorno della Serenissima con la sua aristocrazia cristiana illuminata e che sperano che Putin possa regalargliela come fosse un super Babbo Natale con il magico potere di riportare indietro le lancette della storia e di favorirne un'altra a loro gradita e che a suo tempo Venezia e la sua Serenissima non hanno saputo e voluto costruire.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8961991036

La Russia di Putin e l'Ucraina e la putinlatria
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Io sto con l'Ucraina e non con la Russia di Putin che se la fa con le forze del male di tutta la terra.
Putin non è l'eroico Davide degli ebrei ma il mostruoso Golia dei filistei.

La Russia di oggi è il prodotto storico della Russia di ieri, di quella totalitaria e imperialista zarista/cezarista e di quella totalitaria e imperialista dell'URSS.
La Russia di Putin come quella di ieri è antiamericana, antieruropea, antisemita/antisraeliana.
A me la Russia imperialista di Putin che ricalca le orme dell'URSS e dell'imperialismo zarista che sta sempre con il male delle dittature comuniste e maomettiste e i nemici dell'Occidente e degli ebrei (Corea del Nord, Cina, Venezuela, Iran, ... nel passato stavano con Hitler) non mi piace proprio per niente.

La Russia di Putin è un problema, ma lo sono anche l'America USA di Biden e l'Europa sinistrata dei socialdemocratici e dei verdi con il loro politicamente corretto antisemita e filo nazi maomettani, e doppiamente lo sono i social internazi comunisti e i demenziali maomettisti con le loro dittature islamiche e comunista e ancor più lo è la Cina, questa mostruosità fatta crescere come fabbrica del mondo a basso costo.
Difficile districarsi e scegliere con chi stare, da che parte stare e contro chi, però a conti fatti mettersi dalla parte della Russia di Putin (che sta sempre con il male e con i paesi canaglia e che all'ONU ha sempre votato contro Israele) e contro l'Ucraina è il male maggiore, la posizione pù insensata e dannosa per l'Occidente, per l'EU, per gli ebrei e Israele e sopratutto per noi europei, italiani e veneti.


Stefano Magni
Cina, Islam e Russia sono moralmente equivalenti. Qualcuno può essere più attratto dall'uno o dall'altro modello alternativo all'Occidente, ma sono tre modelli nemici del nostro stile di vita. Sono moralmente equivalenti, perché sono tre sistemi dove la società è tutto e l'individuo è nulla, dove il capo è uno e deve essere obbedito (nonostante la parvenza di pluralismo), dove l'economia deve essere diretta dallo Stato verso uno scopo collettivo e dove lo scopo ultimo è la rinascita di un impero. Sorrido quasi tutte le volte che leggo le non-risposte (in realtà è solo benaltrismo) "e l'Islam?" oppure "e la Cina?" ogni volta che si fa un'obiezione sulla Russia. Sorrido meno quando leggo dei non-sense come "abbiamo spinto la Russia nelle braccia della Cina". Non proprio: la Russia e la Cina vanno semmai a braccetto, non da adesso, ma dai tempi di Eltsin. Prendetevi qualche minuto a vedere come hanno votato all'Onu, negli ultimi 25 anni, vedrete che hanno sempre votato assieme, su ogni agenda e in ogni sede.


Gianfranco Damico

Un mio amico, Giacomo Nicastro , fa quest'analisi.
Che ne pensi, Niram?
Dopo la caduta del Muro e il collasso dell’Unione Sovietica, i paesi satelliti del Patto di Varsavia si sono gettati nelle rassicuranti braccia della NATO e si sono attaccate alle mammelle (Fondi Strutturali) dell’Unione Europea.
Ma la Georgia, l’Ucraina e la Bielorussia non erano paesi satelliti del Patto di Varsavia, ma facevano parte dell’Unione Sovietica.
Dopo la caduta del Muro la Nato si è allargata ad est inglobando gli stati satelliti del Patto di Varsavia. L’ALT di Putin è stato intimato ogni qualvolta la NATO ha cercato di inglobare anche i paesi dell’ex Unione Sovietica: così è stato per la Georgia, per la Bielorussia ed ora per l’Ucraina. Non soltanto perché gran parte della popolazione in questi paesi è di origine russa, ma soprattutto per motivi geopolitici ed economici.
A Putin non interessa tutta l’Ucraina, lui vuole arrivare fino alla sponda sinistra del grande fiume che divide in due quel paese, il fiume Dnipro (pianta allegata).
Avere il controllo sul tratto meridionale di quel fiume e sul territorio alla sua destra è di importanza strategica per la Russia:
- perché la repubblica separatista filorussa del Donbass ha estrema necessità delle strutture portuali di Mariupol e Berdyansk (pianta) per esportare la propria produzione siderurgica;
- la Crimea è priva dì sorgenti e l’approvvigionamento idrico proveniva dal fiume Dnipro attraverso una rete di canali che facevano capo all’invaso di Kakhovka. La chiusura dei rubinetti di quell’invaso da parte di Kiev (dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia) ha comportato il prosciugamento dei canali idrici, inaridendo i terreni e danneggiando la produzione agricola (ed il paesaggio) della Crimea.
Allora, cosa deve fare mamma Russia se i suoi figli “adottivi” (Donbass e Crimea) soffrono?
Non si può tornare indietro.
Ormai quei figli sono stati “adottati” ed ora devono essere nutriti.
Amen.

Niram Ferretti
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