Venetismo, referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » mer ott 01, 2014 7:06 am

Ke fanfaron; paragonar el Referendo Poledego scosexe col referendo consoultivo veneto:

REFERENDUM INDIPENDENZA VENETO: DA LUNEDI’ OPERATIVO IL C/C REGIONALE. ZAIA: “NON SI PUO’ IMPEDIRE AI VENETI DI ESPRIMERSI”

http://www.regione.veneto.it/web/guest/ ... Id=2766134

Comunicato stampa N° 2169 del 30/09/2014
(AVN) Venezia, 30 settembre 2014

La Regione renderà operativo da lunedì il conto corrente, già aperto, sul quale fare affluire i versamenti per il finanziamento del referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto come previsto dalla legge regionale 16/2014.

Il numero di IBAN del conto corrente è il seguente: IT 37 C 02008 02017 000103397411.

Per quanto attiene, invece, al referendum sull’autonomia, per la sua particolare natura giuridica, esso è finanziabile, come disposto dalla legge regionale 15/2014, con fondi del bilancio regionale.

“E’ l’inizio di un viaggio, che abbiamo voluto costituzionale, legittimo, giuridicamente inattaccabile – è il commento del Presidente del Veneto, Lucia Zaia. Come in Scozia, prende il via una grande pagina di democrazia. Questo conto è la miglior risposta agli scettici che andavano dicendo che non si sarebbe mai arrivati ai blocchi di partenza, la dimostrazione che non si può chiudere la bocca a un popolo che chiede solo di esprimersi. Così come abbiamo deciso di resistere in giudizio di fronte alla Consulta contro l’impugnativa dei neo-centralisti romani, vogliamo a tutti i costi garantire la consultazione”.

“Deve essere chiaro a tutti che la forza di questa mossa storica sta proprio nel percorso di legittimità che abbiamo imboccato - prosegue Zaia.
Lo stesso conto è frutto di una attenta consultazione di tutti i dirigenti competenti per materia della Regione, perché vogliamo che sia tutelata ogni fase dei versamenti, compresa l’eventuale restituzione dei fondi affluiti.
Abbiamo dunque compiuto tutte le verifiche del caso e garantito ai veneti ogni tutela”.

“E al Governo – conclude Zaia - mandiamo contestualmente a dire: nessuno potrà impedire ai veneti di esprimersi”.


LUCA ZAIA PRESIDENTE
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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » mer ott 01, 2014 9:26 pm

Sto kì nol sa gnanca coel kel dixe:

https://www.facebook.com/sergio.cavasin.7

http://www.regione.veneto.it/web/guest/ ... Id=2766134

LA REGIONE VENETO apre finalmente il cc per il referendum per l'indipendenza…… RAGGIUNGIAMO I 14milioni di euro in conto corrente, ed il referendum per la libertà ed indipendenza del Veneto si farà. E questa volta sarà quello ufficiale, come in Scozia, e come il 9 novembre in Catalonia. Donazioni libere dai cittadini che vogliono votare come in Scozia e come in Catalonia il 9 novembre… sono sufficienti 3 euro a testa, anche se ci sono imprenditori con assegni a tre zeri già pronti.
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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » ven ott 03, 2014 3:12 am

Indipendenza (Veneta): election day referendum e regionali per fare il botto

http://www.lindipendenzanuova.com/indip ... to-di-voto


di CLAUDIO FRANCO REGIONE VENETO

(da DIRITTO DI VOTO) – Dopo il referendum del 18 settembre in Scozia e la legge convocatoria della Consulta in Catalogna, firmata oggi dal Presidente Mas, il mondo indipendentista attende le mosse della terza Regione referendaria d’Europa. Sembrerà strano ai non addetti ai lavori, ma in effetti il Veneto è il terzo territorio più avanzato del Vecchio Continente in tema di secessione. Il fatto che buona parte della popolazione lo ignori è indicativo degli sforzi ancora da compiere.
Come rileva costantemente Indipendenza Veneta, il movimento che per primo e con maggiore coerenza ha fatto suo e portato avanti il progetto del referendum consultivo indetto ufficialmente dalla Regione, la legge 16/2014 è stata già approvata (in giugno) dal Consiglio Regionale del Veneto ed è quindi attualmente in vigore. Il fatto che su di essa penda il ricorso del Governo davanti alla Corte Costituzionale, che ancora non si è pronunciata in merito, non cambia le carte sul tavolo. Alla legge si può dare seguito entro la cornice giuridica italiana.
Ciononostante, dal giorno dell’entrata in vigore, sono passati oltre 3 mesi, e si è fatto davvero pochissimo. Mancano molti decreti della Giunta, manca la fissazione della data da parte del Consiglio, manca l’apertura del conto corrente in cui dovranno confluire le donazioni e liberalità dei privati, per coprire i costi del referendum, stimati in 14 milioni di euro.
Dal momento che la classe dirigente veneta sembra essersi sopita dopo l’approvazione della legge (come se questa non fosse il primo passo di un lungo cammino, ma il punto d’arrivo), appare sempre più chiara la necessità per le forze indipendentiste di esercitare nuova pressione su Zaia, sulla Giunta e sui Consiglieri.
Secondo voci di corridoio, il movimento di Alessio Morosin starebbe pensando, per il 5 ottobre, di mettere in piedi blocchi stradali su vie statali molto trafficate, per permettere volantinaggi sul luogo nei confronti degli automobilisti incolonnati.

Ora, non ci sarebbe bisogno di elencare i meriti di Indipendenza Veneta. Con i moltissimi gazebi, le pubblicazioni, le feste e le raccolte di firme (con numeri simili a quelli di un vero e proprio Stato) sono riusciti a imporre, fin dal 2012, il tema indipendentista nel dibattito politico. E tutto questo senza avere nemmeno un Consigliere Regionale a spalleggiarli. Le presenze in televisione, sia a livello locale, sia a livello nazionale e internazionale, hanno fatto da contraltare ai numerosissimi incontri pubblici, per spiegare alla popolazione le tematiche, i diritti e i vantaggi in ballo.
Tutto questo formidabile lavoro verrebbe messo in discussione da una boutade controproducente. Come sappiamo, ogni qualvolta un’azione di protesta (che sia uno sciopero, una manifestazione o un sit-in) causa un disagio alla popolazione, è più facile che quest’ultima scarichi la rabbia, non tanto sull’obiettivo della protesta, quanto sui manifestanti. E così, in questo caso, l’indipendentismo verrebbe ad esserne il bersaglio. Non ne vale la pena.

Ci sono molti modi di spronare i politici a muoversi. Manifestazioni di piazza, marce, azioni dimostrative (pacifiche, chiaramente) di grande impatto mediatico. Uno in particolare potrebbe avere conseguenze devastanti per gli amanti dello status quo. Necessita però di tolleranza, pazienza e astuzia.
Tra pochi mesi, nel 2015, il Consiglio Regionale del Veneto andrà a rinnovo mediante nuove elezioni. E’ un’occasione formidabile per porre nuovamente e con una forza e una concretezza mai viste finora il tema del diritto di votare per essere indipendenti.

Indipendenza Veneta scalpita perché la Regione indica il referendum al massimo il 1 marzo, il giorno del Capodanno Veneto. Un giorno dai risvolti simbolici importanti, è fuor di dubbio. Tuttavia deve essere chiaro che il Veneto, per quanto simile, non è la Catalogna. Il Veneto non si può permettere una Consulta il 9 di novembre, per celebrare la caduta del Muro di Berlino e del Muro dell’articolo 2 della Costituzione spagnola. Il Veneto deve giocare la sua partita, con arguzia.
E allora ecco la soluzione: celebrare il referendum sull’indipendenza del Veneto lo stesso giorno delle elezioni regionali. Insomma, un’election-day.
I vantaggi di un’operazione simile si sprecano: innanzitutto i risparmi per i privati (i 14 milioni di euro si ridimensionerebbero di molto – ad esempio alle spese per urne e schede elettorali), con questo togliendo agli avversari un argomento che, in tempi di crisi, potrebbe creare una frattura tra i promotori e la popolazione; in secondo luogo, la possibilità di spostare l’attenzione della popolazione dal semplice rinnovo delle istituzioni regionali alla possibilità di dare un segnale fortissimo, a Venezia e a Roma, sulla propria volontà. Si può trasformare l’elezione regionale in una “Consulta” sull’indipendenza; infine, l’incentrare la consultazione sull’indipendenza non potrebbe che dare una grande spinta proprio a quei movimenti che, coerentemente, hanno perseguito questo ideale, fin dalla nascita. E’ insomma un’operazione, per dirla come Alessandro Storti, “win-win-win”. E molti altri “win” si possono tranquillamente rilevare, pensando semplicemente all’occasione a cui un’abile mossa come questa può portare (Nei prossimi giorni seguirà un articolo del direttore in merito alla questione dell’election-day, con una proposta. La questione è troppo importante per lasciarla correre).

Nessuno sta chiedendo a Indipendenza Veneta di candidarsi alle Regionali piuttosto che costituire un cartello elettorale indipendentista con gli altri movimenti. Ognuno è libero di scegliersi il proprio percorso. Però si stia molto attenti a prendere decisioni avventate, come il blocco stradale o la precoce convocazione del referendum. Da azioni non adeguatamente ragionate e prese d’impulso possono derivare grossi danni, rispedendo l’indipendentismo indietro di decenni. E non solo in Veneto.

Anche la Lombardia guarda con molta attenzione al processo veneto. Come ripete il Professor Marco Bassani il Veneto è “tana libera tutti”.
Seguite dunque un consiglio interessato: non sprecate tutto il lavoro fatto, non sprecate l’opportunità in arrivo.
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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » ven ott 03, 2014 7:01 am

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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » ven ott 03, 2014 7:08 am

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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » ven ott 03, 2014 9:45 pm

http://www.miglioverde.eu/serafini-ma-q ... sono-falsi

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 9HUDQ/edit
Immagine



https://www.facebook.com/francesco.valdegamberi

Raffaele Serafini .....purtropo Sbuxato ga dejenerà a l'inverosimile e dei "bonds" ca serviva pagar i debiti del referendum, li vien doparà pa fini privati, personal e finansiar on partito.. la mejo roba xe informàr e far jiràr. Fra l'altro le aventure finansiarie co le Sicar in Lusenburgo le asarà i pori volontari ca ghe crede, sensa caxa e sensa schei.....e on mucio de xente la se cata finansiàr on partito sensa saverlo festi xbrisiàr sensa inacorxarse da volontari de on referendum a servi de on Plebisito, a sciai de on partito. che co la caxa ipotecà ghe toca ndàr in afito!

https://www.facebook.com/profile.php?id ... 7&fref=ufi
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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » lun ott 06, 2014 6:31 am

REFERENDUM VENETO, IL CONTO CORRENTE APERTO LO CONTROLLA LO STATO ITALIANO

http://www.miglioverde.eu/referendum-ve ... o-italiano


di REDAZIONE

Qualche giorno fa, abbiamo annunciato la nascita del Conto corrente per la raccolta dei fondi relativa alla realizzazione del referendum, come previsto dalla legge n. 16. Da subito, qualcuno a storto il naso - lo stesso assessore Ciambetti ci risulta – per via del fatto che quel conto corrente non dà a chi versa le necessarie garanzie di vedersi restituiti i denari devoluti, nel caso in cui il referendum non si dovesse svolgere. Perché? Ecco il motivo, stando a quanto riportato su alcuni siti indipendentisti veneti, a firma di Roberto Agirmo:

“Premessa, mi assumo la completa responsabilità di quanto segue:

Sebbene sia entusiasta dell’apertura del C/C effettuata in data 30.09.2014 dalla Regione Veneto, ritengo sia doveroso fornire delle informazioni suplettive, in quanto, maggiormente i cittadini sono informati CORRETTAMENTE, migliore sarà il loro discernimento, quindi le decisioni che potranno assumere

Cosi come detto il C/C istituito è appoggiato direttamente alla Regione, indi per cui è subordinato alle norme che vengono determinate per qualunque “cassa economica” regionale.

Cosa significa questo?

Semplice!
Alle ore 18.00 di ogni giorno i denari in “cassa” alla Regione, riconducibili a qualunque conto corrente della medesima, viene di fatto svuotato e tutti gli importi finiscono nelle casse dello stato, il quale alla bisogna retrocede i soldi alla Regione.

Sembra assurdo, ma è cosi!

Stante quanto sopra per tanto, esattamente come per tutti i Conti Correnti, anche quello per la Raccolta dei fondi destinati al Referendum segue questo ITER!

E Chiaro????
Bene!
Se è chiaro questo proseguiamo……

La regione, quindi il Presidente Luca Zaia e l’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti, che sono perfettamente a conoscenza di quest’iter, evidentemente messi sotto pressione ( questa è una supposizione; forse ) ( da chi? ) si sono visti costretti ad anticipare l’apertura del C/C, quando invero era già stabilito dopo innumerevoli riunioni organizzative che proprio al fine d’evitare questa discrasia si sarebbe dovuto costituire un COMITATO che la stessa Regione avrebbe appoggiato e proprio quest’organo “super partes” composto da innumerevoli movimenti, partiti ed associazioni, nonché appunto la stessa regione in modo “esterno” avrebbe aperto un Conto Corrente non soggetto a questo “potenziale pericolo”.

A quanto mi risulta, il COMITATO è prossimo alla costituzione cosi come l’apertura del Conto Corrente.

Personalmente sono pronto non solo a fare il mio versamento, ma anche a raccogliere e promuovere i versamenti da tutti coloro i quali si sentiranno d’appoggiare il Rederendum stesso!

L’idea di versare dei soldi su un C/C che alle 18.00 di ogni sera viene svuotato mandando tutti i soldi raccolti a Roma mi terrorizza.
Non so a Voi!

Io aspetto la settimana prossima il nuovo C/C quindi verserò il mio “obolo” Volontario e sereno

P.s. Se ritenete queste informazioni interessanti v’invito a condividere.

A SCANSO DI EQUIVOCI, E PER ULTERIORE CONFERMA DI QUANTO SOPRA, ECCO ALCUNE ALTRE INFORMAZIONI:

Nel 2012 grazie al governo Monti, e’ stata istituita la TESORERIA UNICA CENTRALE ( http://www.lagazzettadeglientilocali.it ... istruzioni ).
Regioni ,Provincie e Comuni con più di 5000 abitanti, non hanno il DIRITTO di trattenere i loro soldi.
Ogni sera ALLE 18.00 i conti correnti dei NOSTRI enti locali vengono SVUOTATI quindi TUTTI i soldi vanno a Roma, quando gli enti necessitano di soldi, lo stato li restituisce mha……all’interesse dell’1%.
Ciò che è scritto qui è verificabile ergo per cui, chi dice che si fa disinformazione, è sulla strada sbagliata.

Ovviamente c’è il libero arbitrio e ci mancherebbe altro!!!!
Chi vuole versi pure ci mancherebbe altro!!!!
Io aspetto ancora qualche giorno, poi SICURAMENTE verserò il mio OBOLO e non solo continuerò ( cosa che mai ho smessi di fare ) a battermi per la causa Indipendentista!

Io pretendo un C/C di cui possa fidarmi!

Tu ti fidi dell’Italia?
IO NO

WSM

Scusate … aggiungo .. per chi ha tempo e voglia di leggere:
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Sole ... ed145c621e
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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » lun ott 06, 2014 10:29 pm

Basta indipendenza. Zaia punta alla Regione a statuto speciale

http://www.lindipendenzanuova.com/zaia- ... to-bolzano

di STEFANIA PIAZZO
Indipendenza? Un tempo, forse. Già Maroni ha detto che la Lombardia deve diventare il SudTirolo della Padania, a Statuto speciale. Ora anche Zaia abbassa le ali e punta alla via di mezzo: Statuto speciale, l’indipendenza col suo referendum è già abortito dal governo e dalla corte costituzionale ancora prima di iniziare.
La prende lunga la rincorsa, il doge veneto. Prima dichiara di rompere l’embargo contro la Russia, dichiarando che “La Regione Veneto si svincolerà dalle sanzioni. Abbiamo 160 mila aziende agricole con un fatturato di 6 miliardi l’anno; siamo la seconda regione agricola… L’embargo imposto dall’Europa all’Italia è vergognoso, perché mette in difficoltà l’intero settore primario. Come Veneto abbiamo pertanto deciso di chiamarci fuori”.
E poi, atto secondo, se la prende con lo statuto ordinario delle regioni come la sua.
“Non è possibile che alle Province autonome di Trento e Bolzano sia consentito di utilizzare i 9/10 delle tasse per concedere contributi a fondo perduto, magari a chi fa i bagni di fieno”. Ritornando sulla polemica dei costi standard a cui non sarebbero soggette in futuro le autonomie speciali, il governatore la prende larga e afferma: “Il Veneto non vuole che a queste regioni venga tolta l’autonomia di cui dispongono, ma rivendica di acquisire il loro stesso livello di autonomia”.
E il referendum per l’indipendenza? Il conto corrente per raccogliere le risorse per la consultazione? L’ufficializzazione del team legale per replicare alle contestazioni del governo che ha fatto ricorso alla Corte costituzionale?
Zaia, che non è Artur Mas, sembra mettere pragmaticamente le mani avanti, sapendo che la strada dell’indipendenza referendaria sarà sbarrata e non porterà a rompere con Roma. E allora, va bene anche il fieno sudtirolese per aprire il discorso e provare a prendere la strada della specialità regionale.

Comento=========================================================================================================================================

Thiomas 6 ottobre 2014 at 9:53 am #
Articolo insensato e palesemente in malafede!
Io sono non sono sicuramente un sostenitore dei temporeggiamenti, delle ambiguità e delle titubanze del governatore Zaia (e della lega nord in generale) ma troncare un’intervista per fare un articolo è patetico!
Nella stessa intervista Zaia ha anche detto: ‘l’indipendenza del Veneto dipende dai suoi cittadini” e cioe’ da come si esprimeranno nella consultazione referendaria.
http://www.asca.it/news-Autonomie__da_Z ... 2-POL.html
Il conto corrente è stato aperto e da stamattina è attivo…
Vabbè la critica ma falsare le notizie è roba da ITALIA, cara Stefania…
Zaia non è sicuramente Artur Mas e neanche Alex Salmond…. ma d’altro canto certi articoli non saranno mai pubblicati sul Times…
PER ASPERA AD ASTRA



http://www.asca.it/news-Autonomie__da_Z ... 2-POL.html
Autonomie: da Zaia uno stop a sperpero contributi Province
04 Ottobre 2014 - 15:11
(ASCA) - Vedelago (TV), 4 ott 2014 - ''Non e' possibile che alle Province autonome di Trento e Bolzano sia consentito di utilizzare i 9/10 delle tasse per concedere contributi a fondo perduto, magari a chi fa i bagni di fieno''. Cosi' Luca Zaia, presidente del Veneto, ritornando sulla polemica dei costi standard a cui non sarebbero soggette in futuro le autonomie speciali. ''Il Veneto non vuole che a queste regioni venga tolta l'autonomia di cui dispongono, ma rivendica di acquisire il loro stesso livello di autonomia''. Rispondendo ai giornalisti incontrati a Vedelago sui temi dei referendum per l'autonomia e l'indipendenza, il governatore ha detto che ''l'indipendenza del Veneto dipende dai suoi cittadini'' e cioe' da come si esprimeranno nella consultazione referendaria.


Ke fanfaron sto Xaia kel fa depender l'endependensa o manco dei veneti da on "referendo consoultivo" ke no lè on vero referendo poledego.
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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » mar ott 07, 2014 6:40 am

Lettera a Confindustria, Confartigianato e Confcommercio in merito alla questione dell’indipendenza del Veneto

http://www.raixevenete.com/lettera-a-co ... del-veneto

Ho letto con amarezza, sconcerto ed incredulità le dichiarazioni dei presidenti veneti di Confindustria, Confartigianato e Confcommercio in merito alla questione dell’indipendenza del Veneto.

Per prima cosa, colpiscono i toni sprezzanti con i quali questi soggetti definiscono “improbabili gruppi di autonomisti” i movimenti indipendentisti e “pinco palla qualsiasi” coloro che si battono per una nobile causa. Li accusano, poi, di essere “in cinque” e pretendere di rappresentare tutti i veneti. Dopo cotanta bordata, sparata da cotali sedi, ci si aspetterebbe l’indicazione di dati tecnici risolutivi, dimostrativi dell’assurdità della strada indipendentista indicata dagli “improbabili gruppi” e dai “pinco palla qualsiasi” di cui si fanno pubbliche beffe. Ed invece, ecco servito il vuoto pneumatico. Il Paese di qua, il Paese di là, l’Europa, il mondo globale… insomma: fanfaluche da prima Repubblica. Apre le danze “tecniche” Zuccato che auspica “maggior federalismo”. Il comparativo “maggiore” prevede che vi sia già l’esistenza di un “minore”. Ci spiegherà, Sua Confindustria, in quale Paese già federale egli viva, quale sia il federalismo finora applicato che da minore dovrebbe accrescere a maggiore. E’ roba da stropicciarsi gli occhi.

Non riesco ancora a credere che una serie di banalità di tal fatta provengano, anziché da politici di piccolo lignaggio, dai rappresentanti delle categorie produttive di questa martoriata Regione, fatte di esseri umani ridotti a schiavi fiscali che soffrono, falliscono, non ce la fanno, si tolgono la vita. Lor signori cianciano di autonomia dispositiva sui famosi 21 miliardi di residuo fiscale, che il Veneto regala annualmente all’Italia, e paiono ignorare che non solo non vi è alcuno strumento costituzionale per concedere autonomia amministrativa e fiscale al Veneto, ma che il malato terminale Italia non lo farà mai perché non può permetterselo. Il baraccone Stato è un mostro vorace che divora una quantità infinita di risorse. Il debito pubblico ha superato l’astronomica cifra di 2.184 miliardi di euro. Negli ultimi otto mesi il debito, anziché diminuire, è balzato in avanti di oltre cento miliardi tutti – tutti!!! – imputabili al fabbisogno statale. Non solo. Mi dicano che cosa hanno fatto loro personalmente per fermare l’emorragia di 21 miliardi dal Veneto. Lo spieghino ai loro iscritti. La riforma Renzi ha sottratto alle Regioni venti materie che erano di competenza regionale esclusiva (persino il Turismo!!) riportandole allo Stato, ha eliminato la norma, mai applicata, che consentiva margini di contrattazione di autonomia con lo Stato e ha introdotto la “clausola di supremazia” (si noti il concetto parafascista nella parola “supremazia”) che consente allo Stato di ingerirsi anche in quel poco che rimane alle Regioni quando e come vuole. Poi, svuotato anche il ricordo programmatico di qualsivoglia simulacro di autonomia, ha introdotto il Senato delle Regioni: una scatola vuota composta da non eletti e priva di reali competenze che non siano vuota retorica. La più feroce controriforma centralista che sia mai stata varata. E che dire della pressione fiscale? Una delle più alte al mondo (sfioriamo il 70% reale) con un ritorno di servizi da vergognarsi di essere in Europa. Un livello di tassazione che somiglia più ad una confisca, che spoglia cittadini e imprese, che priva i veneti persino della speranza, che li annichilisce di fronte agli stati confinanti. Al servo della gleba il feudatario non prelevava mai più del 50% per timore di tumulti. I nostri figli migliori, le teste pensanti, emigrano in massa. Che dire? Forse Zuccato, Sbalchiero e Zanon credevano di essere in Baviera, dove vi è un residuo fiscale verso la Germania di un miliardo di euro la cui destinazione i bavaresi hanno il diritto di vincolare e dove vi sono servizi per il cittadino e l’impresa stellari. O forse sono su Marte, perché disprezzano, irridendola, un’idea nobile che rappresenta una soluzione straordinaria sul piano economico e la ripresa di un cammino storico durato mille e cento anni; e lo fanno con analisi da bar sport. Nulla di economia, nulla di cultura, nulla di storia.

Altro che Scozzesi e Catalani!! Lì, soprattutto in Catalogna, vi è una società coesa, consapevole di sé, della propria forza, della propria storia. Qui vi è un consesso di tre signori che nega l’evidenza di un sentimento sempre più diffuso in Regione, che afferma cose smentite dalla realtà di tutti i giorni, che pensa a pannicelli caldi ancora più irrealizzabili del progetto che scherniscono senza rispetto dell’opinione altrui fondata su una storia millenaria. Una carenza paurosa di cultura della democrazia e del confronto. E che dire della panzana del Veneto che si chiuderebbe al mondo? L’indipendenza porterebbe ad un’apertura verso il mondo e l’Europa che con l’Italia è nemmeno immaginabile. La vocazione cosmopolita del Veneto, eredità storica di Venezia, non ha pari al mondo. Chiunque lavori con l’estero sa perfettamente che se c’è una palla al piede per i nostri imprenditori è proprio il “sistema Italia”, corrotto, inefficiente, inceppato, costoso, e che non vi è un solo operatore straniero che ometta di ricordarcelo.

Roberto Gris, dell’Università di Trento, insegna che il soggetto o la comunità assuefatti ad essere eterodiretti sono invero affetti da schizofrenia, la psicopatologia regina della dissociazione. Certo, è dura parlare con persone che conoscono per certo Ettore Fieramosca ma – è altrettanto certo – ignorano l’esistenza di Lazzaro Mocenigo; persone per le quali Francesco Morosini è, al massimo, un collegio militare della Marina militare italiana, l’unica del mondo occidentale a non aver mai vinto una battaglia navale.

Imparino le regole della democrazia. Si confrontino con idee diverse dalle loro. Escano dal guscio nazionale che è asfittico ed antistorico. Si sveglino!! Non si può continuare a pietire concessioni microbiche a suon di viaggi col Frecciarossa per Roma. Lo stato-nazione ottocentesco è agonizzante, ha perduto le sue funzioni storiche – se mai vi sono state, guerre a parte – ed è un mostro che stritola i propri cittadini con violenza illiberale, invocando, come la Spagna con i catalani, norme costituzionali tiranne. La Costituzione italiana conosce solo il popolo italiano ed a questo solo concede sovranità. Nega l’esistenza stessa di altri popoli tra i quali quello veneto. Dunque, l’Italia non riconosce nemmeno la nostra esistenza e ci rapina i tre quarti di quanto guadagniamo, non restituendoci 21 miliardi all’anno (quattromila euro pro capite, neonati compresi). Altro che “maggior federalismo”, Zuccato! Una penosa situazione di oppressione.
Li sfido, questi signori pieni di buon umore, ad un confronto pubblico sul tema; un confronto democratico, moderno, nelle loro sedi e con i loro iscritti. Le loro “tesi” non reggerebbero mezz’ora. Se, poi, il confronto si spostasse sulle ragioni storiche, culturali, linguistiche, sociali… beh, allora cinque minuti sarebbero più che sufficienti.

Prof. Avv. Renzo Fogliata
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Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » lun ott 13, 2014 7:44 pm

???

Plebiscito.eu: mandato per trattare con lo Stato e l’Ue

http://www.lindipendenzanuova.com/plebi ... tato-e-lue

A Montegrotto Terme Gianluca Busato incassa la fiducia unanime dei delegati.

Al via la trattativa per l’immediata indipendenza del Veneto tra Delegazione dei Dieci, stato italiano e istituzioni politiche e finanziarie europee e internazionali.

Si è infatti celebrato il secondo Congresso di Plebiscito.eu, l’organizzazione civica che assieme a molti Comuni veneti ha indetto il referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014 che, con un’affluenza di oltre il 63%, ha visto l’89,10% di cittadini veneti votare a favore dell’indipendenza della Repubblica Veneta.

Mentre la Commissione degli Osservatori Internazionali ha anticipato la conclusione dei propri lavori, con la relazione finale sul referendum di marzo che sarà resa di pubblico dominio entro pochi giorni, il Congresso di Plebiscito.eu, che in conclusione ha visto anche l’intervento di saluto di Franco Rocchetta, ha approvato con il voto unanime degli oltre 300 delegati accreditati la linea presentata dal Presidente Gianluca Busato che ha anticipato un progetto strategico con una forte spinta propulsiva organizzativa e finanziaria e che ha dato il via alla soluzione politica per l’immediata indipendenza del Veneto, attraverso una trattativa diretta tra la Delegazione dei Dieci, lo stato italiano e le istituzioni politiche e finanziarie europee e internazionali: in virtù di tale trattativa, da condursi in sede neutra, il Veneto accetterebbe di accollarsi una quota del debito pubblico italiano proporzionale alla propria popolazione, in cambio della propria indipendenza totale ed immediata.

Gianluca Busato ha dichiarato: “la nostra indipendenza conviene a tutti: veneti, italiani ed europei. Si tratta di una trattativa win-win, dove tutti vincono e che rappresenta l’unica possibilità concreta di salvare l’eurozona dai rischi connessi all’inevitabile default italiano, causato dall’insostenibilità del debito pubblico.” “Noi non rinunciamo a perseguire la speranza di avere un futuro nella nostra terra: i cittadini veneti organizzati in Plebiscito.eu reagiscono al furto continuato e con scasso ad opera di chi ha tentato di distruggere i nostri sogni, in primis dal partito italiano più vecchio che siede nel parlamento di Roma, quella lega nord che oggi goffamente cerca di annacquare la volontà di indipendenza del Veneto, confondendola con l’autonomia al fine di continuare a godere parassitariamente dei privilegi garantiti dal sistema politico italiano.

Oggi a Montegrotto Terme i cittadini veneti hanno deciso di dare il via al percorso accelerato per l’indipendenza del Veneto”.

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Comento: ========================================================================================================================================

baron diego 14 ottobre 2014 at 12:04 pm #

Al Consiglio dei Dieci Delegati della Repubblica Veneta:

1. Paolo L. Bernardini : paololuca.bernardini@gmail.com
2. Gianluca Busato: gianluca.busato@gmail.com
3. Manuel Carraro: carraro121@gmail.com
4. Gianfranco Favaro: nessialismo@yahoo.it
5. Silvia Gandin: silviagndn@gmail.com
6. Gianluca Panto: gianlucapanto@tiscali.it
7. Lodovico Pizzati: lodovicopizzati@gmail.com
8. Raffaele Serafini: raffaeleserafini@gmail.com
9. Selena Veronese: selena.veronese@gmail.com
10. Stefano Vescovi: s.vescovi@asiagolegno.it
11. Andrea Arman studiolegalearman@gmail.com
12. Giovanni Dalla Valle ukvenetianembassy@gmail.com
13. Franco Rocchetta fr.francorocchetta@gmail.com
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Illustrissimi Delegati,

noi sottoscritti, rappresentanti a vario titolo della rete diplomatica dell’autoproclamata Repubblica Veneta, consapevoli della fondamentale importanza che riveste il riconoscimento internazionale della sua indipendenza, vi chiediamo formalmente di prendere in opportuna considerazione le urgenti e riservate osservazioni che vi proponiamo qui di seguito, al fine di trarre le debite conclusioni e decisioni, permettendoci in tal modo di poter tornare nell’immediato futuro a promuovere in piena serenita’ e trasparenza la nostra volontaria e disinteressata collaborazione di patrioti veneti, oggi attivi in oltre 46 stati di tutti i continenti, soprattutto in quei paesi esteri dove esiste una significante presenza di emigrati veneti di prima, seconda e terza generazione.
E’ proprio la storia della Serenissima che c’insegna quanto sia fondamentale, il concorso coordinato e solidale di un’azione diplomatica efficiente per diffondere e consolidare il riconoscimento delle istituzioni della Repubblica Veneta all’estero.
Per conseguenza Vi portiamo a conoscenza della nostra collettiva, unanime e profondissima preoccupazione nell’apprendere sia per lettera che dai media, le notizie dei recenti accadimenti di conflitti interni alla Delegazione dei 10.
Percepiamo con profonda inquietudine un incombente grave pericolo per il proseguimento positivo della nostra attivita’ di promozione di collegamenti e comunicazioni internazionali, derivante dalla tracimante e perentoria attivita’ protagonistica del delegato Gianluca Busato che pare evidenziare ogni giorno di piu’ una precisa volonta’ di prevaricare personalisticamente competenze decisionali spettanti invece collegialmente a tutta la delegazione dei 10.
Tra Veneti discutere animatamente non e’ un opzione, e’ quasi un obbligo storicamente dimostrato, ma ogni volta che il comun denominatore era l’unanime obiettivo del bene comune, e non una narcisistica volonta’ di potere personale, alla fine si e’ sempre raggiunta una proficua e consensuale decisione.
Cosi’ non sembra stia accadendo all’interno della Delegazione dei 10, le preoccupantissime notizie pervenuteci dai media insieme alle lettere riservate inviateci dal Delegato Gianluca Busato, unitamente alla nostra generale percezione che ben peggiori pericoli incombono provenienti da transazioni poco trasparenti circa l’uso dei bond veneti, in quanto volontari patrioti della rete diplomatica veneta ci sentiamo autorizzati, anzi obbligati, a chiedere un intervento chiarificatore che sia risolutivo, finalizzato a non compromettere o danneggiare il grande lavoro di promozione dell’indipendenza del popolo veneto fin qui compiuto.
A preoccupare l’andamento e la serenita’ del nostro comune operare non sono tanto i metodi di azione e comunicazione usati dal Delegato Busato, in puro stile “purghe staliniane”, nell’esprimere in forma di dictat le “sue personali” volonta’ comprensive di epurazioni, diffide, richieste di denuncia o di delazione dei dissenzienti con incluse chiare minacce di azioni legali contro tutti i colpevoli del delitto di lesa maesta’ (della “sua” autoproclamata maesta’), quanto l’emergere evidente all’interno delle sue azioni e decisioni di una connessione a interessi di carattere finanziario con tornaconti economici non pienamente trasparenti, se non apertamente estranei, al comune obiettivo dell’indipendenza della Repubblica Veneta.
La malattia del protagonismo nei vertici decisionali di ogni aggregazione politica si e’ sempre rivelato un virus letale se non curato in tempo, a maggior ragione in questo propizio e delicato momento per l’autodeterminazione del popolo veneto, dove la crescente volonta’ popolare di autogoverno richiederebbe invece nel vertice dei 10 Delegati un attento senso di responsabilita’ collegiale unito a una certa dose di umilta’ personale finalizzate al raggiungimento del nostro comune obiettivo indipendentista (la Catalunya insegna come il protagonismo di pochi sia stato per anni il miglior alleato del nemico centralista madrileno).
In definitiva rigettiamo come inaccettabile, sia nei metodi che nei contenuti, l’invio da parte del delegato Gianluca Busato delle lettere ufficiali riservate (allegati 1 e 2) che prima esautorano come Coordinatore ufficiale del servizio diplomatico il dott. Giovanni Dalla Valle, e poi ci impongono ipse dixit l’immediata sua assunzione ad interim della delega di Coordinatore del Servizio Diplomatico.
Sottoponiamo alla vostra attenzione l’evidente illegittimita’ e la totale mancanza di consenso riferita a tali comunicazioni.
Siamo a conoscenza del gran lavoro fin qui svolto, da voi 10 “saggi”, per consolidare la strada per l’indipendenza del Veneto. Vorremmo pero’ ricordare che i Dieci della Delegazione hanno avuto dal popolo veneto il solo preciso mandato di Garanti durante il necessario periodo di transizione verso l’elezione dell’Assemblea Costituente.
Chi saranno i Costituenti? Come verranno selezionati? In rappresentanza di chi? Saranno chiamati a redigere un testo costitutivo o a deliberarlo?
Non abbiamo alcuna notizia che ci rassicuri in proposito.
Nemmeno abbiamo notizie di cosa sia stato deliberato in proposito, allo stato attuale ci pare che alla Delegazione dei 10 venga richiesto dall’autoproclamatosi Presidente, maggiormente lo svolgimento di un’attivita’ di “ratifica delle sue personali azioni”, piuttosto che una disanima collegiale delle priorita’ sul cammino indipendentista della Repubblica veneta.
Riteniamo che il delegato Gianluca Busato, non possa auto-eleggersi Presidente della Delegazione dei 10 della Repubblica Veneta, né abbia la facolta’ di formare un Governo. Ciò è contrario alle regole della democrazia, e in particolare di quella democrazia diretta di cui tanto si è parlato nelle comunicazioni rivolte alla più vasta platea dei Veneti.
Non e’ contemplata al momento nessuna carica equiparabile a quella di Ministro degli Esteri, né del Tesoro, né degli Affari Legali, ne’ dell’Innovazione, ne’ della Propaganda. Tutte cariche autoreferenziali che Gianluca Busato sta sistematicamente assumendo autocraticamente su di sé, oltre a quella di pretendere di essere responsabile del Dipartimento Diplomatico.
Ricordiamo che negli accordi iniziali di tale Dipartimento Diplomatico non era prevista in alcuna forma la costituzione e il relazionamento con un “partito” : Veneto Sì.
Noi patrioti veneti vogliamo andarcene dall’Italia, perché una partitocrazia impunita e caina sta indebitando fino al collo i suoi cittadini per molte generazioni future, e noi con l’operazione dei Bond vogliamo indebitare i Veneti senza nemmeno prima consultarli? Senza dire loro nei dettagli e con trasparenza dove vanno dopo essere raccolti, come e con quali priorita’ verranno spesi quei denari ?
Il partito Veneto Sì di cui Gianluca Busato si e’ ritagliato la figura del deus ex machina, c’inquieta non poco. Nessuno ci ha spiegato a cosa serve? Forse a partecipare alle elezioni regionali del 2015? Se è così, a che scopo partecipare alle elezioni di uno Stato da cui ci si è già dichiarati indipendenti dopo il Plebiscito del 21 marzo 2014?
In conclusione i sottoscritti Delegati, Coordinatori, Responsabili del Servizio Diplomatico Veneto consapevoli dell’attuale grande opportunita’ favorevole al riconoscimento dell’indipendenza di nazioni e di popoli senza Stato creatosi in Europa in questo scorcio finale di 2014
- Attestano la totale fiducia, stima e piena solidarieta’ al Coordinatore del Servizio Diplomatico Giovanni Dalla Valle che riconosciamo come unico nostro referente e responsabile
- Chiedono all’unanimita’ che la Delegazione dei 10 invalidi le disposizioni indicate nelle lettere inviate dal delegato Gianluca Busato ai membri del Servizio Diplomatico in quanto illegittime e contrarie agli interessi della repubblica veneta.
- Chiedono inoltre l’immediata temporanea sospensione delle decisioni intraprese unilateralmente nel mese di Settembre 2014 dal Delegato Gianluca Busato fino all’attuazione di una disanima collegiale, trasparente e chiarificatrice di quelle disposizioni che coinvolgono direttamente o indirettamente la Delegazione dei 10 e piu’ in generale l’immagine complessiva del movimento indipendentista veneto di cui siamo i portavoce ufficiali all’estero.
L’autorità è autentica quando è capace di raccogliere intorno a se’ un consenso diffuso e consapevole, quando invece viene imposta dall’alto e per decreto diventa puro autoritarismo o peggio. Ossia un film visto gia’ troppe volte per non allarmare chi generosamente e disinteressatamente da tempo si propone al massimo delle proprie capacita’ e disponibilita’ a contribuire alla comune causa del riconoscimento internazionale dell’indipendenza della Repubblica Veneta.
La nostra unanime percezione degli avvenimenti e delle epurazioni in corso all’interno della Delegazione dei 10 ci pone nell’obbligata condizione di comunicarvi che qualora non venissero da Voi accolte le nostre richieste di temporanea sospensiva dell’iperattivita’ decisionale del Delegato Gianluca Busato (di cui solo oggi veniamo a conoscenza di molteplici recidivi suoi “dirompenti trascorsi” che si svilupparono in modo nefasto in altre precedenti formazioni politiche), ne conseguirebbe per coerenza l’immediato decadimento del fondamentale rapporto fiduciario che intercorre tra il Servizio Diplomatico della Repubblica veneta con la Delegazione dei 10, con contemporaneo svincolo dall’impegno alla riservatezza che ha contraddistinto sino ad oggi la nostra leale e completa collaborazione con la Delegazione dei 10.
Il nostro intento era, e’ e rimane esclusivamente quello di metterci completamente a disposizione dell’istituzione della Repubblica Veneta indipendente, non già di una singola persona per quanto potesse anche essere meritevole e/o autorevole.
Confidiamo nella vostra ragionevolezza, nella vostra capacita’ di comprensione della sincera onesta’ delle nostre osservazioni e soprattutto nel vostro senso di responsabilità di… “padri della patria”.

Data 12 Settembre 2014
i firmatari… (in ordine alfabetico)
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