Veneto: la Commissione del Consiglio regionale approva il pdl del referendum
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Dopo un lungo confronto politico e dopo il caso sollevato dalla consultazione online allestita da Plebiscito.eu, la 1° commissione Affari istituzionali del Consiglio Regionale del Veneto, convocata eccezionalmente a Palazzo Ferro Fini, ha approvato il Progetto di Legge n° 342, riguardante la convocazione di un referendum istituzionale per l’indipendenza del Veneto.
Con i voti di Lega, Forza Italia, Ndc, Futuro popolare e Unione Nordest la commissione ha dato il via libera al progetto di legge 342 del consigliere Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) che chiede un referendum per verificare la volontà dei veneti di costituirsi un “repubblica indipendente e sovrana”: «Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? Sì o no?».
Come spiega il relatore proponente Stefano Valdegamberi il risultato è «una scommessa sul futuro dei Veneti che è stata vinta, a dispetto di tutti coloro che remavano contro. Dopo una lunga discussione grazie ai voti favorevoli espressione della maggioranza in Consiglio regionale (quelli di Futuro popolare, Nuovo centro destra, Lega, Liga Veneta, gruppo misto ed una parte di Forza Italia), è stato approvata la proposta di indire il referendum. Adesso per i Veneti non è più il tempo di discussioni senza sostanza. Il voto di ieri, che non è certo un Pesce d’Aprile, apre finalmente le porte, dopo mesi di attesa, all’indizione di una consultazione popolare che costituisce un atto di grande democrazia. Il referendum sull’indipendenza del Veneto verrà infatti indetto in forma autonoma rispetto alla consultazione sulla forma autonoma regionale proposta da altri. Dare voce ai popoli non è un atto sovversivo, bensì l’espressione di una politica che dimostra di essere più lungimirante di quanto si potrebbe pensare e di saper pensare alla necessità di avere un rapporto più stretto con il territorio. Finalmente qualcuno ha iniziato a rendersene conto. Un anno fa, quando ho presentato la proposta di legge 342, non ci avrei creduto, ma ora la scommessa è vinta, a favore dei cittadini ed a dispetto di tutti coloro che remavano contro. Occorre costruire l’Europa politica, non quella dei burocrati. Il superamento degli Stati nazionali ottocenteschi e la rivalutazione dei territori che sono omogenei per storia, pensiero ed economia (come il Triveneto) deve essere la base per un nuovo federalismo europeo dei popoli. Il Veneto è pronto a competere con i modelli della mitteleuropa, che sono ben lontani dall’esempio di realtà come ‘Roma capitale’».
Al voto, arrivato al termine di una mattinata di acceso dibattito, non hanno partecipato i consiglieri di Pd, di Italia dei valori e della Sinistra veneta, usciti in segno di protesta per la ritenuta ”incostituzionalità” della proposta di legge Valdegamberi e per la mancata copertura finanziaria di entrambe le proposte di legge.
La commissione, infatti, ha deciso di stralciare la norma finanziaria da entrambe le proposte di legge, affidando al successivo esame d’aula il compito di individuare le fonti di copertura del costo di una consultazione referendaria regionale, stimata nell’ordine di 14 milioni di euro. Un costo che ha avvertito Toniolo «potrebbe essere ridotto a un terzo se il referendum verrà indetto in concomitanza con una consultazione elettorale ordinaria».
Entro il mese di Aprile il pdl n° 342 verrà messo ai voti in Consiglio Regionale e secondo Luca Azzano Cantarutti «in proiezione i voti espressi in Commissione rappresentano 34 voti su 60 del Consiglio. Ora l’impegno prosegue per il voto in Consiglio; va assolutamente evitata la commistione con il testo del referendum per l’autonomia. Autonomia no, INDIPENDENZA SI!».
La commissione ha infatti anche approvato il secondo progetto di legge (pdl 392), presentato da Costantino Toniolo e da Carlo Alberto Tesserin, entrambi del Nuovo Centrodestra, che affida al presidente della Regione il compito di negoziare maggiori condizioni di autonomia per il Veneto e, in appoggio al negoziato istituzionale, di indire un referendum popolare nel quale i veneti possano esprimersi sul Veneto regione a statuto speciale, dotata di autonomia fiscale, sino a trattenere in loco l’80% del gettito fiscale.
Tra le prime dichiarazioni di raggiante soddisfazione raccolte dalla redazione dopo l’esito della votazione sul pdl 342, quella di Carlo Sandrin portavoce del Tea Party Veneto, il quale commentando il voto della commissione e le sue conseguenze ha dichiarato: «Potevano scegliere tra eutanasia ed accanimento terapeutico. Invece miracolosamente e grazie agli occhi e alle “pistole” puntate dei social network hanno scelto la VITA. Ora il 342 vada dritto in consiglio e se Zaia ha davvero le palle, beh questo è il momento di mostrarle, Dio ci aiuti. Ormai in Veneto è esplosa ovunque la libertà e con lei quella di indipendenza e di uno stato finalmente leggero. Chi si candiderà a qualsiasi elezione dica chiaramente da che parte sta viceversa i voti non li prende. Il tempo delle divisioni dei vecchi indipendentisti sta finendo e sarà ricordato come folklore. Il Veneto ha una bella storia ma davanti ha uno STREPITOSO futuro LIBERO».
Secondo Gianluca Busato, promotore di Plebiscito.eu, intervistato da Padova Oggi, «la notizia è di per sé positiva e ci aiuterà ad accelerare l’applicazione dell’esenzione fiscale totale che permetterà ai cittadini e alle imprese venete di non pagare più le tasse illegittime del peggiore inferno fiscale del mondo. Ora speriamo che l’aula di Palazzo Balbi al momento della votazione definitiva non prepari la classica marmellata italianista con quesiti multipli, perché in tal caso non si tratterebbe solo di battaglia di retroguardia, ma di autentico tradimento che in altre epoche sarebbe stato punito con la fucilazione sul campo e senza processo. Di fatto il consiglio regionale sta cercando di inseguire l’azione della Delegazione dei Dieci (che si riunirà stasera a Padova, ndr) e il suo disperato tentativo è l’espressione di una sorta di rigor mortis della bestia sanguinante, ferita a morte dalla volontà popolare emersa dalle urne con una maggioranza schiacciante. Credo che in cuor loro molti consiglieri confidino nella bocciatura da parte della corte costituzionale».
Paolo Luca Bernardini commentando sul sito Diritto di Voto la decisione della commissione sul pdl 342, alla luce dell’esito raggiunto da Plebiscito.eu, rileva: «credo che vi sia, allo stato attuale, dopo la decisione della Consiglio regionale, una competizione in corso tra potenziali governi provvisori della III° Repubblica veneta. Naturale aspettarsi questo. La storia lo insegna! Positivo, nel senso che ciò che mostra, se ancora ve ne fosse bisogno, che la III° Repubblica veneta è nata…».
Comenti================================================================================================================================
Alberto Pento
1 Aprile 2014 at 7:56 pm #
Coando ke le parole no le costa gnente, i pol dir;
…
Tra le prime dichiarazioni di raggiante soddisfazione raccolte dalla redazione dopo l’esito della votazione sul pdl 342, quella di Carlo Sandrin portavoce del Tea Party Veneto, il quale commentando il voto della commissione e le sue conseguenze ha dichiarato: «Potevano scegliere tra eutanasia ed accanimento terapeutico. Invece miracolosamente e grazie agli occhi e alle “pistole” puntate dei social network hanno scelto la VITA. Ora il 342 vada dritto in consiglio e se Zaia ha davvero le palle, beh questo è il momento di mostrarle, Dio ci aiuti. Ormai in Veneto è esplosa ovunque la libertà e con lei quella di indipendenza e di uno stato finalmente leggero. Chi si candiderà a qualsiasi elezione dica chiaramente da che parte sta viceversa i voti non li prende. Il tempo delle divisioni dei vecchi indipendentisti sta finendo e sarà ricordato come folklore. Il Veneto ha una bella storia ma davanti ha uno STREPITOSO futuro LIBERO».
Secondo Gianluca Busato, promotore di Plebiscito.eu, intervistato da Padova Oggi, «la notizia è di per sé positiva e ci aiuterà ad accelerare l’applicazione dell’esenzione fiscale totale che permetterà ai cittadini e alle imprese venete di non pagare più le tasse illegittime del peggiore inferno fiscale del mondo. Ora speriamo che l’aula di Palazzo Balbi al momento della votazione definitiva non prepari la classica marmellata italianista con quesiti multipli, perché in tal caso non si tratterebbe solo di battaglia di retroguardia, ma di autentico tradimento che in altre epoche sarebbe stato punito con la fucilazione sul campo e senza processo. Di fatto il consiglio regionale sta cercando di inseguire l’azione della Delegazione dei Dieci (che si riunirà stasera a Padova, ndr) e il suo disperato tentativo è l’espressione di una sorta di rigor mortis della bestia sanguinante, ferita a morte dalla volontà popolare emersa dalle urne con una maggioranza schiacciante. Credo che in cuor loro molti consiglieri confidino nella bocciatura da parte della corte costituzionale».
Paolo Luca Bernardini commentando sul sito Diritto di Voto la decisione della commissione sul pdl 342, alla luce dell’esito raggiunto da Plebiscito.eu, rileva: «credo che vi sia, allo stato attuale, dopo la decisione della Consiglio regionale, una competizione in corso tra potenziali governi provvisori della III° Repubblica veneta. Naturale aspettarsi questo. La storia lo insegna! Positivo, nel senso che ciò che mostra, se ancora ve ne fosse bisogno, che la III° Repubblica veneta è nata…».
Alberto Pento
1 Aprile 2014 at 8:10 pm #
Come ca so contento, ca semo endependenti, jera ora:
no ghè pì on tricolor ke xventoła ente ła tera veneta;
no ghè pì on prefeto tałian, łi xe ndà via xa tuti e łe prefedure łe xe stà sarà tute;
łi CC e ła GdF łi ga xbandonà łe caxerme e łi ga bruxa tute łe so carte;
ente łi comouni łi ga xa tirà via tute łe somexe del presidente Napołitan;
i previ ente łe cexe łi ga xa scouminsià a dir mesa en łengoa veneta;
tuti i teroni del Veneto e łi migranti dal mondo łi se ga iscriti en màsa a corsi de łengoa veneta;
ente łe caxerme miłitari a xbate łomè łe bandere veneta e ouropea;
i profasori ente łe scołe łi ga xa scuminsià a contar ła storia justa de łe xenti venete, no łi conta pì ke semo fiołi de romani;
łi sałari, łe paghe, łi stipendi łi xe xa aomentà del 40%;
i comouni łi ga xa scouminsià a dar fora carte d’edentetà veneta, cusì anca i pasaporti;
Xontè valtri el resto!
Scuxè ma me so dexmentegà:
Buxato el xe sta fato el I presidente de ła resoxesta Repiovega Veneta e Xaia łè devegnesto el so segretario.
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Bepi
1 Aprile 2014 at 6:49 pm #
Se qualcuno (anzi più di qualcuno) contesta i voti del referendum digitale, è solo perché è mosso da ragioni politiche e perché tali voti non sono ancora stati certificati ufficialmente dagli Osservatori Internazionali, che sono attualmente al lavoro. Francamente mi fido di più degli Osservatori Internazionali che dei controllori di parte, che verificherebbero i risultati di un altro referendum, cartaceo questa volta, ben più passibile di brogli del primo. C’è pure da dire che questo secondo eventuale referendum prevederebbe anche tra le opzioni quella di in Veneto Regione Autonoma. E qui casca l’asino. L’autonomia e non l’indipendenza sarebbe legittimamente ottenibile da Roma, che comunque non la concederebbe. Nel malugurato caso di vittoria dei Si per l’autonomia, si verrebbe a creare un contenzioso tra i due referendum, entrambi meramente consultivi e di pari validità, con conseguenze dificilmente immaginabili. Sarebbe un vero disastro.
leandro
1 Aprile 2014 at 5:55 pm #
FINALMENTE!!!!!!!!!!!
Poi vedremo se i SI’ saranno 2,3 milioni oppure 2,5 milioni e se avranno ancora il coraggio di contestarli.
La valanga ormai non si ferma più fino al raggiungimento dell’indipendenza. Un grazie a Plebiscito eu, che ha smosso la montagna.
Bepi
1 Aprile 2014 at 5:42 pm #
Due osservazioni a proposito della convocazione di un referendum istituzionale per l’indipendenza del Veneto («Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? Sì o no?». 1) istituzionale, ovvero indetto dalla Regione Veneto, non significa nulla. Avrebbe sempre comunque valore consultivo e va da sé che lo Stato non concederebbe mai l’indipendenza al Veneto, mi pare ovvio. Nel caso di vittoria dei SI si dovrebbe dichiararla unilateralmente, nel rispetto della volontà popolare, in forza del principio di Autodeterminazione dei Popoli riconosciuto dal Diritto Internazionale. Ma questa dichiarazione unilaterale d’indipendenza dubito che la farebbe la Regione Veneto, perché equivarrebbe a un suicidio, e comunque è già stata fatta il 21 marzo scorso a Treviso, a seguito della massiccia vittoria dei SI del referendum digitale indetto da Plebiscito.eu. Non si cada nell’errore di ritenere quest’ultimo un mero sondaggio in quanto digitale, come vorrebbero tutti far intendere, e quello eventualmente “istituzionale” un vero referendum, perché non è così. Una volta che i due milioni e passa di voti digitali saranno stati certificati dagli Osservatori Internazionali- che sono al lavoro- nessuno potrà più dire che si è trattato di un sondaggio e la Comunità Internazionale dovrà prendere atto della nascita della Repubblica Veneta. 2) Dal momento che i consiglieri regionali non sono così tordi da pensare di poter ottenere legittimamente l’indipendenza da Roma (ricordiamo i pareri dei saggi), inseriranno di sicuro tra le opzioni referendarie anche quella di un Veneto autonomo, sul modello Trentino-Alto Adige: «Vuoi che il Veneto diventi una Regione autonoma? Sì o no?» cosa questa teoricamente ottenibile. Ma solo teoricamente, molto teoricamente, perché Roma non rinuncerebbe mai alle nostre tasse e perché, oltre tutto, Renzi ha intenzione di abolire le regioni a statuto speciale, e forse anche le altre, nel suo riformismo centralista, che riformismo non è perché sta portando indietro l’Italia al periodo prerepubblicano. E’ chiaro che vi sarà una propaganda ben costruita per convincere i veneti a votare appunto per l’autonomia, giocando sull’equivoco indipendenza-autonomia, e, in caso di vittoria dei SI a tale quesito, la Regione potrà chiederla a Roma senza suicidarsi. Ma senza ottenere nulla. Dunque niente di fatto. Anzi, nell’eventualità di due scelte popolari diverse tra il primo e il secondo referendum, si verrebbe a creare un assurdo contradditorio tra i due, che ci metterebbe in ridicolo e sarebbe una vera disgrazia.
Jacopo
1 Aprile 2014 at 5:39 pm #
Non so se esultare o sorridere davanti ad un vero pesce d’aprile!
Non mi piace mettere le mani avanti, non so come andrà la discussione in consiglio regionale, ma la beffa ai danni dei Veneti sta dietro l’angolo.
Oggi è stato approvato il pdl342 che chiede un referendum per verificare la volontà dei Veneti di costituire un “repubblica indipendente e sovrana”, ma è stato approvato anche il pdl 392, per l’indizione di un referendum per autonomia del Veneto.
É evidente che la prima proposta è indipendentista, mentre la seconda è autonomista.
Dal referendum svolto da Plebiscito.eu la volontà dei Veneti è stata univoca, perchè il quesito era unico e non permetteva altre scelte,per cui il Veneto ha votato per l’indipendenza.
A mio avviso è stato raggiunto un accordo tra le forze politiche, quello di inserire i due quesiti nella stessa scheda che sarà sottoposta alla consultazione,e qui l’elettorato si dividerà, tanto da non dare una maggioranza assoluta a uno dei due quesiti,oltremodo hanno già pensato di abbinare la consultazione referendaria con un’elezione politica,con la scusante dei costi,in realtà il meccanismo porterà al voto anche coloro che avrebbero preferito andare al mare.
Occhio, personalmente di questi politici non mi fido!
Bepi
1 Aprile 2014 at 6:15 pm #
Bravo Jacopo, sei una persona sveglia. Hai colto nel segno. Non facciamoci infinocchiare. L’indipendenza l’abbiamo già ottenuta e ora dobbiamo tenercela stretta. Dobbiamo far fretta agli Osservatori Internazionali perché certifichino quanto prima i più di due milioni di voti ottenuti e non cadiamo nel trabocchetto di un secondo referendum consultivo spacciato per “istituzionale”. I politici di professione ne sanno ahimé una più del diavolo.
alessandro
1 Aprile 2014 at 8:45 pm #
Bepi, perché non ci spieghi cosa succederà dopo che i famigerati Osservatori internazionali, scritto con la lettera maiuscola come fai tu, avranno certificato, chissà quando, l’autenticità delle preferenze espresse nel Plebiscito? Ci stai ripetendo da giorni che siamo già tutti belli che indipendenti, basta solo il si di questi benedetti osservatori. Ma non ci hai chiarito, forse perché nessuno ancora lo ha chiarito a te, da quale istituzione internazionale saltano fuori questi oscuri osservatori. E se non fossero parte di alcuna istituzione internazionale o appoggiati da alcuna superpotenza, questi adorabili osservatori come pensi potrebbero dar seguito alla loro autorevolissima certificazione?
Insomma, è così difficile distinguere tra l’espressione della volontà indipendentista, il perseguimento del desiderio indipendentista e la realizzazione dell’indipendenza del Veneto? L’indipendenza politica di un territorio è una cosa ben concreta, o sbaglio?
Bepi
1 Aprile 2014 at 11:35 pm #
Riporto quanto riferito da Busato nel corso dell’intervista di due pagine pubblicata domenica scorsa da “Il Giornale”. “Li sta esaminando (i voti n.d.r.) un comitato di 11 osservatori internazionali presieduto da Belgar Davit Tavartkiladze, già ambasciatore della Georgia in Italia, perito del tribunale di Roma e amico del presidente Eduard Shevarnadze, che fu il ministro degli esteri di Michail Gorbaciov. Costoro, fra l’altro, interpellano votanti a campione. Ho contattato l’Ocse, l’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione in Europa. Ha dato la disponibilità per un’analisi super partes”. Questo è quanto. Più attendibili degli scrutatori di un eventuale referendum “istituzionale” cartaceo, mi pare. Quanto ai futuri rapporti internazionali della Repubblica Veneta, credo che sia prematuro ora sapere gli sviluppi.