Venetismo, referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » lun ago 04, 2014 8:17 pm

Li saria come li skei ke pal pasà li xe stà dà a la Lega de Bosi!

Plebiscito.eu: i bond per sostenere l’indipendenza

http://www.lindipendenzanuova.com/venet ... referendum


di GIANLUCA BUSATO Agosto è un mese tradizionalmente di vacanze e riposo. Quest’anno però c’è poco da far vacanze e ancor meno da riposarsi. Quanto meno per chi ha a cuore la piena indipendenza della Repubblica Veneta. Stanno infatti giungendo al pettine diversi nodi che ci riguardano sia nello scenario “interno” veneto sia in ambito italiano e più in generale a livello internazionale. Partiamo da quest’ultima prospettiva, che tra poco più di un mese vedrà i cittadini scozzesi votare il referendum per l’indipendenza della Scozia. Sino alla settimana scorsa le indiscrezioni vedevano i Sì decisamente indietro, mentre in questi giorni il Washington Post ha dato evidenza di un grande recupero dei Sì tra gli indecisi. Il celebre quotidiano statunitense testimonia una sostanziale parità raggiunta, con tendenza però in rimonta da parte dei Sì. Sempre questa settimana il leader catalano Artur Mas, presidente della Generalitat, ha incontrato il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, alle cui contestazioni di illegalità del referendum di indipendenza della Catalunya del prossimo 9 novembre , egli ha risposto con forza che la propria prima priorità è di permettere ai cittadini catalani di decidere il proprio destino. Se da un punto di vista internazionale quindi il vento dell’indipendenza soffia sempre più forte, a livello italiano la congiuntura inizia a farsi più favorevole grazie all’evidente fine della luna di miele con Matteo Renzi, le cui bugie sono sempre più evidenti a tutti. Se il default argentino preoccupa meno rispetto alla bancarotta di 13 anni fa dello stesso stato, nessuno nel mondo può in realtà stare tranquillo di fronte alla sempre più veloce corsa italiana verso il proprio collasso finanziario. Di fronte a tale evenienza prende ancora più punti la possibilità per il Veneto di diventare il reale decisore della sorte dello stesso stato italiano, grazie al surplus finanziario di oltre 20 miliardi di euro annui di cui gode e che nella bilancia pesano come la motivazione più forte e decisiva per la propria indipendenza, nel momento in cui ne assume la consapevolezza e il controllo de facto. Lo stesso tra parentesi potrebbe valere per la Lombardia e anche di più alla luce dei suoi 66 miliardi annui di surplus, solo che lì manca ancora una componente indipendentista che sappia sfruttare tale posizione di forza. fontanelle-3 Venendo infine allo scenario veneto, in particolare a quello relativo alla Regione, arrivano anche le dolenti note. La prospettiva qui è unicamente la lotta disperata di potere, che divide i partiti stessi, come dimostrano le cene clandestine trasversali ad ogni schieramento come quella in programma questa sera a casa del consigliere Franchetto, rivelata dall’hackeraggio di Anonymous nei server del sito del consiglio regionale. La stessa vicenda della violazione del sito regionale dimostra l’inadeguatezza della classe politica sprecona che ha speso la bellezza di 7 milioni e mezzo di euro per realizzare un sito web che si è rivelato essere un’autentica gruviera. Scivolone che dimostra inoltre come i consiglieri regionali pensino solamente ai loro fatti e affari personali utilizzando strutture pubbliche. Uno spaccato triste insomma che fa comprendere, se mai ce ne fosse stato bisogno dopo le vicende del Mose, le vere ragioni del rallentamento e del boicottaggio dell’indipendenza della Repubblica Veneta. Abbandonare il sistema italiano delle tangenti e degli affari sporchi pare non piacere dalle parti di Palazzo Ferro-Fini e di Palazzo Balbi. Anche in questo caso ci penseremo noi a dare una drastica accelerazione con un salto di qualità al progetto indipendentista con tempi e modi come sempre non convenzionali. Per permetterci di farlo al meglio ci serve l’aiuto di tutti.

Ecco come puoi sostenerci in modo concreto:

1) Prenota i bond veneti: http://www.plebiscito.eu/bond
2) Fai una donazione libera: http://www.plebiscito.eu/sostieni/
3) Fai una donazione mirata a uno specifico obiettivo: http://www.plebiscito.eu/categoria-prodotto/donazioni/
4) Aderisci alla campagna internazionale di raccolta fondi: https://www.indiegogo.com/projects/give ... gt/2743162
5) Acquista i prodotti veneti che trovi nel nostro negozio on line: http://www.plebiscito.eu/shop-2/
6) Iscriviti a VENETO SI: http://www.venetosi.org/volontari/
7) Fai passaparola di questo messaggio Gianluca Busato Presidente – Plebiscito.eu
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » mar ago 05, 2014 8:12 am

Łi vol l’endependensa veneta e łi va a votar ente ła Tałia e łi vota Xaia!
Ma endoe xeła ła coerensa?
Ke oror!


Da mi, sti fanfaroni, no łi ciàpa gnente!
No meto ła me vida, coeła de ła me fameja, el me laoro, łi me beni, łi me skei, łi me sparagni, łe me speranse, el me diman, ... ente łe man de sti fanfaroni e de ste patake, a me vargognaria anca ente ła tonba.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... logo-n.gif

Cogna esar ensemenii, sensa crapa o co na suca voda a darghe ła dełega en bianco a ste Marudene de połedeganti tałiani e tałego veneti, ke łi posa deçidar lori se ti a te ghè da vivar o da morir:


http://www.lindipendenzanuova.com/cultu ... he-sistema

di DAVIDE LOVAT

Vyshinskij, chi era costui? No, non intendiamo parafrasare don Abbondio che, con il filosofo greco Carneade, ricordò solo a un dipresso chi fosse e cosa avesse lasciato scritto. Niente affatto. Noi sappiamo anche troppo bene chi fosse Andrej Vishinskij nel periodo delle purghe staliniane in Unione Sovietica.
Lo sappiamo con precisione perché ci è impossibile ragionare di politica in Italia senza tenere conto che un terzo della popolazione (ma ben tre quarti nelle “regioni rosse” che oggi dominano la politica e l’economia statalista della Repubblica, a tutti i livelli) si è imbevuto di ideologia marxista per tre generazioni, una vera e propria “religione atea” da cui non ci si libera per il semplice fatto che la sua più importante realizzazione pratica, l’URSS, è implosa e fallita.
Abbiamo sempre ritenuto incomprensibile come il resto della popolazione sia affatto sprovveduto di conoscenze in questa materia, precludendosi di fatto la possibilità di capire alcuni meccanismi essenziali dell’azione politica degli eredi di quella cultura, oggi per lo più riuniti nel Partito (c’è una sola formazione che conserva tale nome, ed è sintomatico e perfettamente logico che sia proprio quella erede della cultura totalitaria del Partito Unico) che domina lo scenario politico e istituzionale.
Dunque Vyshinskij, dicevamo, politico e giurista, colui che fu vice procuratore dell’Unione Sovietica e, dal 1935 al 1939, procuratore generale. In tale veste rappresentò la pubblica accusa nei principali processi politici che si svolsero nel periodo delle Grandi purghe. Colui che elaborò la famigerata “Dottrina Vyshinskij”, meritevole di approfondimento per chi volesse capire di più, che così definiva il Diritto:
Il diritto è un insieme di regole della condotta umana stabilite dal potere statuale in quanto potere della classe che domina la società, nonché delle consuetudini e delle regole di convivenza sanzionate dal potere statuale e attuate coercitivamente con l’ausilio dell’apparato statuale al fine di tutelare, consolidare e sviluppare i rapporti e l’ordinamento vantaggiosi e favorevoli alla classe dominante.
Tradotto in termini semplici: se stai con il Partito e agisci per la sua causa sei innocente, se sei contro il Partito sei colpevole a prescindere. Prassi marxista allo stato dogmatico puro; letta in questa logica, davvero ineccepibile.
Ebbene, in Italia un terzo della popolazione ha cercato di compiere la Rivoluzione marxista per circa 60 anni e l’ha fatto secondo l’interpretazione di Gramsci, altro intellettuale ignorato bellamente dai restanti due terzi dei cittadini della Repubblica, ma autentico profeta per i marxisti peninsulari. Gramsci, conscio del carattere imbelle dei suoi conterranei, teorizzò un metodo specifico per la presa del potere, quello che è conosciuto come “rivoluzione gramsciana” e che consiste nell’occupazione di tutti i posti dell’apparato burocratico dello Stato da parte dei marxisti: scuola, magistratura, pubblica amministrazione, pubblico impiego, a qualsiasi livello. Quando l’apparato burocratico, dalla periferia al centro, sarà sotto controllo, la presa del potere sarà automatica.
E così hanno fatto gli adepti della setta marxista, con particolare successo nei campi della scuola e della magistratura che sono diventati autentici strumenti di lotta politica, come è evidente agli occhi di tutti.
In particolare la Magistratura è, da almeno 20 anni, connotata da una presenza evidente di militanti politici pronti ad agire a comando, o di concerto con il Partito, nella sempre più palese osservanza della “Dottrina Vyshinskij” e con lo scopo di favorire la presa e la conservazione, o l’aumento, del potere del Partito nell’apparato statale.
La logica del Partito e dell’ideologia che sta a monte è, come tutti sanno, statalista e centralista, dirigista in economia, tendenzialmente totalitaria sia in campo etico che rispetto al pluralismo politico; l’aggettivo “Democratico” che oggi accompagna il nome di quel Partito deve essere letto nel linguaggio marxista-leninista-maoista, ove si parlava di “centralismo democratico” in accezione tutt’affatto differente rispetto all’uso che ne facciamo noi profani rispetto alla “religione atea”. Per capirsi, anche la Corea del Nord si chiama ufficialmente “Repubblica Democratica di Corea” e così era per la “Repubblica Democratica Tedesca” di Hoenecker, quella con la Stasi, la polizia segreta che controllava anonimamente chiunque nel territorio dello Stato.
Chi è oggi il nemico ideologico principale del Partito, ora che ha preso il potere e messo sotto controllo lo Stato a ogni livello e, tramite la propaganda, cattura il consenso in misura del 40%? Ma chiaramente chi si batte per il decentramento, per il federalismo, per l’autonomia o, addirittura e in maniera assolutamente eretica, per l’indipendenza della sua terra e, dunque, per il disfacimento dello Stato stesso. Oggi il fronte più pericoloso è chiaramente rappresentato dal Veneto, dove si cerca di legare il percorso per un referendum indipendentista a quello contemporaneo di Scozia e Catalogna.
Ecco cosa c’entra la “Dottrina Vyshinskij”: la vicenda MOSE tirata fuori recentemente è una porcheria assoluta che coinvolge politici di ogni appartenenza, ma per i media nazionali sembra che solo Galan sia il colpevole; e fin qui sono solo schermaglie che hanno lo scopo di demoralizzare l’elettorato di FI. Ma siamo pronti a scommettere già da ora che l’autunno porterà l’attenzione degli inquisitori del Partito dalle parti della Lega Nord, in misura sempre crescente con l’avvicinarsi delle elezioni regionali del 2015. Il Partito deve impedire ad ogni costo la rielezione di Zaia, che gode del sostegno della quasi totalità del mondo indipendentista, per scongiurare la prosecuzione del percorso legale all’autodeterminazione della storica repubblica della nazione veneta. Ogni mezzo verrà utilizzato, dalle inquisizioni alla propaganda, dal coinvolgimento dei soliti “intellettuali organici” al dispiegamento della “macchina dello spettacolo” (anch’essa gramscianamente occupata da tempo) e degli “opinion leaders” creati ad uopo nel tempo.
Sarà una partita interessante, perché il Presidente Zaia parte da un consenso elevatissimo (oltre il 60% nel 2010) e ha ben governato; una partita che tutta la galassia che si oppone al Partito avrà interesse a seguire. Siamo indietro di almeno 30 anni rispetto a loro nell’organizzazione culturale della battaglia politica; il primo passo da fare è prendere coscienza dello stato delle cose come sopra brevemente esposto; il secondo è cancellare la diffusissima ignoranza della teoria e prassi marxista, che ancora oggi ispira il Partito nonostante mandi avanti figure di facciata come l’on. Renzi; il terzo è mettersi nell’ottica di una ribellione, di una resistenza a oltranza da compiere uno per uno e tutti insieme, dove l’io deve essere meno importante del noi.
Ciò che accadrà in Veneto non riguarda solo noi veneti, riguarda tutti coloro che soggiacciono al dominio del Partito nella Repubblica Italiana e sognano di abbatterlo e spazzarlo via in maniera definitiva. Affinché mai più viva l’idea che si possa piegare la Giustizia alla “Dottrina Vyshinsij”, affinché tornino ad affermarsi i valori popolari specifici delle genti italiche contro le soffocanti dottrine di matrice straniera e si riaffermi la priorità della persona sullo Stato una volta per tutte, condizione essenziale per poter vivere in condizione di libertà.
DAVIDE LOVAT
Associazione FREE VENETO per l’internazionalizzazione della causa dell’autodeterminazione della Repubblica Veneta
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Sixara » mar ago 05, 2014 9:38 am

Ke jro ghe i va tòre pa farghe propaganda a Zàia.. Wixinski :? ma te pàre ke Renzi ( e kel 60% de eletori ke i dovarìa tornar a votare pa Zaia) i sàpia o ghe ne frega calcòsa de ki ke l jèra Vixinskij? :D
Avatar utente
Sixara
 
Messaggi: 1764
Iscritto il: dom nov 24, 2013 11:44 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » sab ago 09, 2014 7:48 pm

Roma boccia la libertà del Veneto. Ora inizia la battaglia

http://blog.ilgiornale.it/lottieri/2014 ... -battaglia

La decisione del Consiglio dei ministri di impugnare due leggi regionali approvate nelle scorse settimane dalla Regione Veneto non è notizia di poco conto. Nel progressivo sfacelo del sistema politico ed economico italiano, la fermezza con cui il governo Renzi intende bloccare ogni spinta centrifuga ha una sua logica. Ora che la Seconda Repubblica dell’alternanza è al capolinea e che tutto si regge sull’asse del cosiddetto “patto del Nazareno” che ormai unisce destra e sinistra, è chiaro che la maggioranza allargata attuale esige la massima tenuta dell’unità nazionale e teme, sopra ogni altra cosa, le spinte indipendentiste.

L’accordo Renzi-Berlusconi delinea un quadro politico senza un’opposizione degna di questo nome. La Lega ormai lepenista può giocare talvolta la carta delle barricate ma solo per raccogliere un po’ di voti, restando pur sempre nell’orbita berlusconiana e quindi nel centro-destra.
La sinistra no global è del tutto sterile e marginalizzata.
L’unica parvenza di opposizione è incarnata da Beppe Grillo, che però non ha alcuna chance di fare saltare il tavolo.

L’Italia declina, ma chi la controlla non ha molto da temere, a parte il costituirsi di forze determinate a mettere in discussione l’unità nazionale. Ed è per questo motivo che il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, ha scelto di impugnare sia la legge che intende interpellare i veneti sull’ipotesi dell’indipendenza sia quella che, in maniera assai più moderata, si limita a prospettare un Veneto sul modello del Friuli Venezia Giulia: una regione a statuto autonomo.

Oggi Roma sembra aver vinto la partita: probabilmente i referendum non si faranno e forse ogni sogno di una Serenissima 2.0 verrà archiviato. Ma non è detto che la popolazione veneta resti in silenzio di fronte a questa decisione illiberale, che intende negare ai veneti il diritto di esprimersi. Per giunta, la sconfitta peggiore l’hanno subito i “tiepidi”, quanti in questi mesi hanno pensato che si potesse dare un po’ di autonomia a Venezia pur restando all’interno della Repubblica italiana. Oggi il presidente del Consiglio regionale veneto, Clodovaldo Ruffato, parla di presa in giro ma non si capisce cosa egli potesse attendersi dal potere centrale.

Nella situazione presente in Veneto c’è spazio solo per una difesa nazionalista dell’italianità o per una battaglia di libertà che non si fermi dinanzi a questa decisione del governo. L’11 settembre a Barcellona milioni di persone manifesteranno per ricordare la perdita dell’indipendenza catalana e una settimana dopo gli scozzesi andranno al voto, senza contrasti né tensioni, per scegliere se restare con Londra oppure no. I veneti non hanno i diritti di cui dispongono gli scozzesi? Per Roma, no. Ma ora devono dare il via a una dura battaglia al fine di conquistarli.

Nello squallido e declinante scenario italiano, non è escluso che la vera novità politica dei prossimi mesi sia proprio l’indipendentismo veneto.
Perché tra Verona e Treviso sono sempre di più quanti pensano che, giunti a questo punto, o si disfa l’Italia o si muore.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » ven ago 15, 2014 8:38 am

Se per il Sole24 Ore Zaia può forzare la mano sul referendum…

http://www.lindipendenzanuova.com/refer ... sfida-zaia

di BENEDETTA BAIOCCHI

zaia 1

Il processo è politico e, Consulta o non Consulta, l’impugnazione del referendum consultivo non mette la parola fine al processo di autonomia. L’altro giorno il Sole 24Ore, in un articolo di Mariano Maugeri, è più possibilista di tanti altri, e cita per cominciare Stelio Mangiameli, ordinario di Diritto Costituzionale e direttore dell’Istituto di studi regionali federali e sulle autonomie del Cnr, che dice: «Il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione ha sempre offerto la possibilità di variare l’autonomia delle regioni. A patto che si avvii un processo politico». Appunto, un processo (possibilmente non giudiziario sulla sete di indipendenza), ma politico, di accelerazione e confronto, di trattative e negoziazione.
“Mangiameli, a proposito del plebiscito del 1866 che sancì l’ingresso del Veneto in Italia, cita un passo del Gattopardo: «Si trattò dappertutto di plebisciti truffa. Con la differenza che in Veneto furono conteggiati 69 voti contro, mentre in Sicilia, come ricorda il principe di Salina, non ci fu neppure un oppositore, segno dell’adesione acritica del popolo siciliano».
A complicare la situazione veneta ci sono i tempi tecnici per la pronuncia della Consulta, che di solito emette le sentenze un anno dopo l’impugnazione. Ma in Veneto in primavera si vota per rinnovare il Consiglio regionale. Se l’esito è scontato, come tutti come tutti sembrano orientati a credere, a Zaia, candidato per il Centro-destra a un secondo mandato, rimangono due sole possibilità: o cavalcare il tema dell’autonomia nella lunghissima campagna elettorale, oppure forzare la mano e indire il referendum in parallelo con le regionali, riducendo drasticamente il costo della consultazione”.
Un bel “via da Roma” dal miglior pulpito possibile e con la migliore visibilità offerta dal mercato. Con quale esito, di natura politica? Ricorda bene il Sole che “A favore dello strappo ci sarebbero anche gli imprenditori veneti. In un sondaggio della Fondazione Nord-Est, su un panel di 155 industriali, oltre il 95% si è espresso a favore di una più incisiva autonomia, in pratica lo statuto speciale, che potrebbe valere 20 miliardi in più nelle casse regionali.
Ampia la maggioranza degli imprenditori pro euro, a dispetto delle letture catastrofiste di una minoranza che sostiene la fuoriuscita dalla moneta comune. Il fronte dell’euro e dell’adesione alla Nato accomuna anche gli indipendentisti di Plebiscito.eu.
Un segno di maturità che ora toccherà a Zaia e ai componenti del consiglio regionale tradurre in azioni concrete”.
Prendere o lasciare.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » ven ago 15, 2014 6:57 pm

Ciambetti: referendum, noi andiamo avanti - Nonostante l'impugnazione della Legge 16 da parte del governo

http://www.lapadania.net/Detail_News_Di ... 65&typeb=0

Veneto, novità sul referendum per l'Indipendeza. «L'impugnazione del governo della legge 16 del 19 giugno approvata dal Consiglio regionale del Veneto non blocca in alcun modo le incombenze che quella legge prevede: in altre parole, noi andiamo avanti nell'organizzazione del referendum consultivo sull'Indipendenza del Veneto».

Così l'assessore regionale Roberto Ciambetti con un comunicato ha sintetizzato l'esito di un incontro svoltosi a palazzo Balbi «con rappresentanti di associazioni ed esponenti della società civile che nei mesi scorsi hanno seguito con particolare attenzione e coinvolgimento l'iter legislativo referendario».

All'incontro erano presenti Massimiliano Binotto e Alberto Montagner anche a nome di Davide Guiotto (Veneto Nostro - Raixe Venete), Luca Azzano Cantarutti (Veneti Indipendenti), Alessio Morosin (Indipendenza Veneta), Maurizio G. Ruggiero (Comitato Pasque Veronesi), Palmarino Zoccatelli (Comitato Veneto indipendente).

«L'incontro, a cui non ha potuto partecipare, per altro giustificato, il consigliere regionale Valdegamberi, primo firmatario e relatore della Legge 16 - ha continuato Ciambetti - è stato particolarmente positivo per lo spirito unitario e di servizio manifestato da tutti.

Si è deciso di dar vita ad una associazione che curi e si faccia carico della responsabilità, in questa fase, della raccolta dei fondi necessari per lo svolgimento del referendum, come previsto dalla legge. In questa associazione, la Regione svolgerà, attraverso la partecipazione personale dell'assessore al Bilancio, senza aggravi e costi nel bilancio regionale, un ruolo di garanzia necessario per assicurare che i fondi raccolti andranno in un conto corrente bancario vincolato al finanziamento del referendum, con la possibilità, con modalità da definire, di poter ottenere la restituzione del contributo nel caso in cui non venisse raggiunta la cifra necessaria per la consultazione referendaria o che quest'ultima non si possa tenere».

«Vista la delicatezza e complessità del tema, che non ha precedenti in Italia, la stesura dell'atto costitutivo dell'associazione sarà frutto comune, vagliato da esperti amministrativisti e studi legali, che hanno già garantito la loro collaborazione senza oneri a carico dell'ente pubblico, mentre si stanno avviando in queste ore in via informale i primi contatti con il mondo bancario per verificare margini, costi e caratteristiche operative del conto corrente su cui cittadini e imprese potranno fare le loro donazioni.

Sulla scorta delle indicazioni che giungeranno dal sistema bancario, quindi, si individueranno anche le forme di pubblicità e informazione al pubblico e ciò varrà anche per eventuali iniziative di crowd founding donation-based via internet che comunque saranno necessariamente contraddistinte da garanzie e vincoli nell'uso delle donazioni.
Presupposto di tutto ciò è la volontà di una gestione cristallina e trasparente dell'associazione che verrà formalizzata al più presto. Desidero ringraziare tutti i partecipanti e le realtà da loro rappresentate per la disponibilità manifestata: uomini e donne di diverse sensibilità ed aree culturali accomunati dalla volontà di giungere ad un obiettivo comune per il quale ciascuno è disposto a rinunciare al suo interesse particolare nel nome del diritto del popolo Veneto ad essere consultato e manifestare così le proprie legittime aspirazioni».

Enportante xe dirghe a la xente veneta ke se trata de on "referendo consoultivo" e no de on "vero referendo poledego" en cu el povolo el sernise coel kel vol.
Se anca se rivàse a ver la majoransa no xe ke co sto referendo se devegna endependenti. Dapà a x eneportante ke la xente sapia ke sto "afar" el vien doparà da li poledeganti e da li so partiti come par farse canpagna eletoral par le rexonal de l'an ke vegnarà.


Tenti a no dar via l'anema par gnente a li fanfaroni ke ben li la conta e li la volta.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » lun set 08, 2014 7:19 am

???

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Veneto.jpg

Feltri: "Sì al veneto indipendente, poi tocca alla Lombardia"

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... 9.facebook

È un Vittorio Feltri in grande spolvero e prepotentemente indipendentista quello intervenuto venerdì sera alla conferenza inaugurale della Festa dei veneti che si tiene annualmente a Cittadella in provincia di Padova. Più di un migliaio le persone presenti che sono esplose in un’ovazione, quando Feltri è sbottato: «Cari veneti, dell’Italia ne abbiamo tutti le palle piene, andate avanti con il referendum per l’indipendenza». Ne abbiamo approfittato per chiedere al nostro fondatore, che per l’occasione sfoggiava un leone di S. Marco dorato all’occhiello della giacca, la sua opinione sull’indipendenza veneta.

Buongiorno Vittorio, ricordi che Bergamo, la tua città natale, apparteneva alla Repubblica Serenissima?
«Certo che sì, infatti ho grande simpatia per Venezia e i Veneti. Bergamo è piena di leoni di San Marco, ovunque mi giro ne vedo uno, quindi non posso dimenticarmi di essere serenissimo».

A Bergamo si parla un dialetto quasi identico a quello veneto?
«È vero sono molto simili. Oggi c’è un recupero dei dialetti, anni fa parlare il dialetto era erroneamente considerato segno d’ignoranza. Quando scrivo un articolo, lo immagino in bergamasco, poi traduco in italiano, togliendo le ostie». ???

Cosa ne pensi del malessere del Veneto nei confronti dello stato centrale?
"Penso che in Italia sarebbe necessaria una rivoluzione, mentre è iniziata un’inarrestabile involuzione. Il governo ha abolito le Province che erano l’istituzione più vicina ai cittadini, mentre deve sopprimere o almeno accorpare le Regioni che sono un disastro: ad esempio, la regione Molise è territorialmente più piccola di molte province italiane. Una macroregione indipendente Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sarebbe in grado di funzionare benissimo. Sicuramente meglio dello Stato italiano, dove la politica è allo sfacelo e nessuno è più in grado di esprimere una politica seria, ma subiamo passivamente i diktat di Furher Merkel».

Tra qualche giorno la Scozia vota il referendum per l’indipendenza e gli indipendentisti sono in testa nei sondaggi, che dici?
«Deve fare un referendum così anche il Veneto, ma con la promessa che in caso d’indipendenza mi accetti come residente. Semmai compro 2-3 stanze qui a Cittadella che ci sono delle mura splendide come a Bergamo. A proposito è ora che anche Bergamo si ricongiunga alla madrepatria e i leoni facciano ritorno a casa. Se lo fate, io vi scrivo l’inno, perché m’intendo un po’ anche di musica. Promesso».
Quindi sei favorevole all’indipendenza del Veneto?

«Io sono favorevole e amo l’indipendenza di tutti…soprattutto la mia! Battute a parte, l’indipendenza per il Veneto è un’esigenza d’animo e di portafoglio, l’alternativa è il suicidio. I veneti non devono spaventarsi, ma andare avanti nel percorso referendario e votare tutti per l’indipendenza, perché dell’Italia ne abbiamo tutti pieni i coglioni».

Insomma consigli la secessione ai veneti?

«Dico che devono dimenticarsi le divisioni politiche interne: Renzi e Berlusconi, destra e sinistra. Prima bisogna essere padroni a casa propria, tutto il resto viene dopo, una volta ottenuta la libertà».

Ritieni che il Veneto riuscirà a raggiungere l'indipendenza?
«Sono certo che i veneti andranno avanti, perché la storia non si può cancellare».
Il resto d’Italia come reagirà a un’eventuale indipendenza veneta?

«Mi auguro che le altre regioni seguano l’esempio del Veneto a iniziare dalla Lombardia. In Italia non mancano i posti di lavoro, ma c’è la crisi della voglia di lavorare, cosa che non accade ai veneti notoriamente laboriosi».
Insomma, se tu fossi residente in Veneto, al referendum sull'indipendenza della regione voteresti si?
«Senza dubbio. Sono sempre stato indipendentista». ???

https://www.youtube.com/watch?v=6QYMiA3QGng#t=407

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Feltri.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » lun set 08, 2014 1:34 pm

???

L’Italia non ferma il treno del Veneto

http://www.lindipendenzanuova.com/venet ... referemdum

di FABRIZIO COMENCINI

L’Europa oggi versa in una situazione complessa. Lo dico a ragion veduta, facendo parte dell’European Freedom Alliance, che riunisce al Parlamento europeo i movimenti indipendentisti e di cui presto spero faccia parta anche Indipendenza Lombarda. L’EFA è un partito europeo riconosciuto a livello di Parlamento, con un suo gruppo, con 13 eurodeputati. Dal nostro osservatorio vediamo quello che vedete anche voi. La situazione europea la definirei con voi così: di speranza, ma molto difficile. Difficile perché gli stati nazionali e l’Unione europea non aiutano il processo di libertà e il diritto di decidere.
Siamo tutti col fiato sospeso per il prossimo 18 settembre per la Scozia, che vota democraticamente il referendum. La Gran Bretagna, che è anche culla della democrazia, è partita per prima, il governo di Camerun ha permesso il referendum, non lo ha intralciato come invece sta facendo il governo di Spagna con la Catalogna o il governo italiano con il Veneto….
La Scozia intanto voterà per l’indipendenza. Tutto il sistema finanziario e centralistico è contrario. Perché? Quando non hanno argomenti dicono…: troppo piccolo non serve. Ah sì? E lo stato di Slovenia? Neanche 2 milioni di abitanti… contro i 9 e i 10 di Veneto e Lombardia, che sono regioni.
O che dire di Slovacchia, Lituania, Lettonia…. Tutti più piccoli e più fragili economicamente, meno compatti socialmente di noi. La Lettonia ha il 40% di russofoni, l’Estonia il 38%, hanno cittadini di madrelingua differente rispetto alla lingua ufficiale dello stato, però va bene così…
La verità è che in Europa non sorge un’alba di libertà.
E’ costante il tentativo di centralizzare, uniformare verso un governo unico, e non di costruire un’Europa dei popoli con le loro diversità, differenze. La scommessa scozzese è importante anche per questo.
La strada è dura e lo sa anche la Catalogna, con percorsi che vengono da lontano. Sono serviti anni perché il popolo catalano prendesse coscienza della propria autonomia e identità. Quindi, anche i lombardi non si scoraggino.
Pensate che nel lontano 1991, Pujol quando ero consigliere regionale, mi disse che durante il franchismo, solo il 30% della popolazione sapeva scrivere in catalano. Eppure guardate dove sono arrivati!
Nel panorama europeo delle indipendenze, le Fiandre rappresentano invece un caso più complesso, il Belgio è più debole rispetto a una Spagna centralista, ma c’è un problema. Ed è nella suddivisione costituzionale dei territori: il Belgio come sapete è composto da 3 parti più una quarta, più piccola: le Fiandre, dove parlano fiammingo, la regione di Bruxelles dove si parla francese e fiammingo, la Vallonia dove si parla francese e una decina di comuni che parlano tedesco, a Nord del Belgio verso la Germania.
Di fatto, il Regno del Belgio è confederale, ma il problema è Bruxelles. Se le Fiandre diventano indipendenti, Bruxelles passerebbe ipso fatto con tutto quel che Resta del Belgio a… Quindi i poteri forti si ribellano, le resistenze ci sono. Ma il dibattito è ancora aperto e si sta valutando una modifica costituzionale che certifichi il federalismo reale: tutti i poteri alle Fiandre e alla Vallonia, allo stato centrale solo alcune competenze. Un paese confederale, questa è un’ipotesi sul campo.
Arriviamo a noi. Nel Veneto c’è stato un altro percorso, partito da lontano, con una risoluzione regionale che nel 1997 affermava il diritto del popolo veneto a decidere il suo futuro e a tenere un referendum per sapere quale forma di autogoverno preferire, per uscire dal sistema delle regioni a statuto ordinario ed entrare in un sistema differente.
Ma non fu da subito un percorso semplice, in quegli anni c’era ancora il reato di propaganda verso la disunione dello stato, punito con ergastolo. Non a caso i Serenissimi furono accusati di insurrezione armata contro i poteri dello stato e per il tentativo di disunione. Il reato poi fu tolto nel 2006 su pressione dell’Ue, dopo che era stato imposto alla Turchia.La Turchia disse: c’è anche in Italia… E allora anche Roma dovette adeguarsi. Grazie ai turchi! Pazzesco ma vero.
Abbiamo però da quei primi anni parlato esplicitamente di indipendenza. Poi in questa legislatura veneta del 2010 dopo lunga pressione sui deputati regionali, si è arrivati alla proposta di legge per indire un referendum consultivo sull’indipendenza, la legge 342, diventata poi legge 16 del 2014.
La legge indice il referendum: sei tu favorevole a che il Veneto diventi stato indipendente e sovrano? Sì o no? Nell’ultima settimana utile il governo italiano ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge, quindi ora sospesa. Ma noi continuiamo con le azioni preliminari per arrivare al referendum.
Se la legge fosse cassata, tutti i consigliere potrebbero essere chiamati in proprio per danno erariale per aver fatto una legge contraria alle leggi dello Stato, costosa. Il governo potrebbe anche sciogliere il consiglio regionale del Veneto.
Abbiamo quindi pensato ad una legge senza spese per lo Stato, e abbiamo avviato le procedure per un conto corrente gestito dalla Regione per sostenere i costi del referendum.
Vogliamo andare avanti, abbiamo fatto comitati trasversali, politicamente aperti a tutti i partiti indipendentisti e anche non indipendentisti. In Veneto Decida ad esempio c’è anche Rifondazione comunista, il loro consigliere regionale è per il No ma è favorevole che il popolo si esprima. Nel frattempo si è anche costituito un comitati per il No, d’altra parte siamo in democrazia.
I temi che vengono posti contro l’indipendenza sono i soliti: la Costituzione, articolo 5, dice che l’Italia è una e indivisibile. Peccato però se ne siano dimenticati quando è stato fatto il trattato di Osimo e l’Italia ha ceduto l’Istria, all’allora Yugoslavia.
In un trattato internazionale l’Italia ha voluto smentire l’articolo 5, e ha ceduto un territorio.
Perché il Veneto, anche solo per esprimere un parere, non può dire la sua, far sentire la voce del popolo? La storia non si ferma, devono accettarlo.
Fabrizio Comencini, vicepresidente European Freedom Alliance, intervento alla festa “i dè de l’indipendenza” del movimento Indipendenza Lombarda-Cossirano di Trenzano, 6 settembre 2014
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » mer set 10, 2014 7:25 am

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Buxato.jpg

Lucio, dimandaghe al to amigheto Buxato se la so comision la ga xa fenesto de spojar i vori del referendo de marso, daromai a xe pasà pì de 5 mexi, sa dixito ke li sipia ancora drio laorar?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Referendo par l'endependensa e i fanfaroni

Messaggioda Berto » mer set 10, 2014 7:32 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Venetismi e venezianismo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron