Indipendentismo veneto

Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:01 pm

Un'altro fanfarone indipendentista veneto

Adesione come attivista per l'indipendenza del Veneto
Con la sottoscrizione del seguente modulo mi rendo disponibile come attivista del movimento Plebiscito.eu che ha come proprio obiettivo l'indipendenza del Veneto. Sono pertanto disponibile ad aiutare a titolo gratuito Plebiscito.eu nelle proprie attività nel territorio quali la promozione dei contenuti di Plebiscito.eu, la raccolta firme per partecipare alle prossime elezioni regionali, il passaparola con altri simpatizzanti etc.
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIp ... w/viewform
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:01 pm

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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:02 pm

Il caso del prete bellunese venetista venezianista Don Floriano
https://www.facebook.com/groups/5568991 ... 006895170/

Lettera aperta di Don Floriano al nuovo prefetto della provincia di Belluno


Gino Quarelo
Il povero Don Floriano non si rende nemmeno conto che la maggioranza dei veneti si sente e si vuole italiana, parte dello stato italiano.
Infatti lo ammette lui stesso scrivendo che "come veneti non abbiamo la capacità di essere indipendenti ma stiamo lavorando strenuamente perché ciò avvenga"; bisognerebbe ricordare a Don Floriano che non tutti i veneti vogliono essere indipendenti ma che lo vuole solo una minoranza e che se i veneti non hanno la capacità di essere indipendenti è proprio e solo perché la maggioranza dei veneti non lo vuole.



Comunicato della Curia diocesana




Lettera dei Cattolici per l'Indipendenza del Veneto

Spett.le Curia Diocesana di Belluno-Feltre,

siamo veneti impegnati politicamente e culturalmente in favore dell’indipendenza del popolo veneto marciano, a partire dalla nostra fede cattolica. Coerentemente con la nostra fede, riteniamo doveroso lavorare pacificamente e democraticamente per dare una prospettiva nuova al popolo veneto, uno dei più antichi d’Europa, che nei momenti più alti della sua storia ha saputo fruttuosamente legarsi alla religione cattolica, come fu più volte sottolineato da San Pio X.
Nel prendere atto del Vs. Comunicato Stampa del 6 dicembre u.s., in risposta alla Lettera aperta di don Floriano Pellegrini al nuovo prefetto di Belluno dott.ssa Adriana Cogode, condividiamo la necessità di rispettare cristianamente ogni persona, rispetto che peraltro non ci pare esser venuto meno nella Lettera di Don Floriano Pellegrini.
Altro discorso riguarda invece il “ruolo del prefetto”, ben suscettibile di critiche, in passato già profondamente argomentate persino da laici e uomini delle istituzioni italiane, come Luigi Einaudi.
Il nostro desiderio è riconoscerci pienamente in una “Chiesa locale” autorevole che prima di invocare rispetto per le istituzioni della repubblica italiana, sappia invocare il rispetto delle istituzioni della repubblica italiana per il popolo veneto. Quest’ultimo, purtroppo, manca del tutto, la volontà del popolo veneto (e persino delle articolazioni politiche venete dello Stato italiano) viene sistematicamente disattesa; la Costituzione italiana è utilizzata per negare ai veneti il loro diritto all’autodeterminazione. Che - lo ribadiamo - non è espressione di “ricostruzioni ideologiche”, né la sua rivendicazione risponde ad istanze “sterilmente nostalgiche”.
Guardiamo al futuro, alla possibilità di costruire una nuova Europa dove le diversità dei popoli ed il loro diritto a darsi istituzioni libere sia riconosciuta ed implementata, un'Europa in cui la violenza politica degli Stati sia bandita, e la democrazia non soltanto una vuota parola.
Poiché siamo cattolici, in conformità al Catechismo della Chiesa Cattolica, dichiariamo che "i regimi politici devono essere determinati dalla libera decisione dei cittadini".
Poiché siamo cattolici veneti sosteniamo l'Indipendenza della Venetia.
Con rispetto, invochiamo per noi e per tutti la protezione di San Marco.



Gino Quarelo
Mi domando a che Venetia si riferiscano questi cattolici veneti, dato che oggi non esiste alcuna Venetia, a parte la città di Venezia che fa parte del Veneto.
Poi mi chiedo se questi veneti cattolici abbiano la consapevolezza che il principio di audeterminazione riguarda tutte le persone, le loro comunità e i popoli e che in Veneto riguarda tutti i veneti e non solo loro gli indipendentisti che sono una minoranza minimale e che a tutt'oggi la maggioranza dei veneti si vuole autodeterminare come parte dello stato italiano e non come entità separata richiamando in causa il passato con la sua Venetia Serenissima morta e sepolta da 222 anni.?


Diocesi Feltre-Belluno contro prete indipendentista, Asenblea Veneta lo difende
9 Dicembre 2019

https://www.vvox.it/2019/12/09/don-flor ... HyDFMI0huQ

Fa ancora discutere la lettera inviata da don Floriano Pellegrini, prete della Val di Zoldo, al nuovo prefetto di Belluno. Il parroco esprimeva la sua posizione indipendentista auspicando che un giorno il governo di Roma non mandi più i suoi funzionari in Veneto, ma è stato criticato dalla Diocesi di Feltre-Belluno, il cui vescovo ha invece preso le difese del nuovo prefetto. A difendere don Floriano ci pensa invece in una nota l’associazione Asenblèa Veneta.

«Tale posizione è stata oggetto di rimprovero da parte del Vescovo S.E. Mons. Roberto Marangoni, Ordinario della Diocesi di Belluno-Feltre, al cui clero risulta ascritto Don Floriano, a pieno titolo e senza limitazione o sanzione canonica (pubblica) alcuna. Difatti, come emerge da un comunicato ufficiale del 6 dicembre 2019, la Diocesi prenderebbe le distanze dal tenore della missiva di Don Floriano, confermando rispetto e riverenza, nemmeno richiesti, per le autorità della Repubblica (italiana) – si legge nella nota -. Purtroppo il “comunicato” difetta di fondamento e pure di logica interna. Partendo da questa, la Diocesi si espone in termini malconci prima chiarendo di non volere entrare nel merito di convinzioni politiche e poi azzardando un giudizio indebito e qualificando tali posizioni come fossero “frutto di ricostruzioni ideologiche e sterilmente nostalgiche”. Risulta evidente la contraddizione e a noi basti solo rilevarla».

«Il comunicato difetta pure di fondamento – prosegue la nota – visto che la Chiesa Cattolica non ha e non può avere (come insegnano il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1993, il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa del 2003 e la storia di almeno due millenni) preferenza di sorta per uno o altro ordinamento che si mostri rispettoso della “persona” e dei paradigmi si sussidiarietà, solidarietà e bene comune. Non è dato conoscere cosa alberghi nella mente “politica” dell’autore del Comunicato o del Vescovo Marangoni che l’ha autorizzato, ma confidiamo possa riconoscersi coerente con gli insegnamenti della Chiesa, anche se il difetto di logica interno già evidenziato non ci rassicura del tutto».

«Ad ogni buon conto a ogni veneto non deve preoccupare tale posizione “ufficiale” di una Chiesa prona al potente di turno, perché così è stato spesso nel corso della storia e, d’altra parte, perché la Chiesa sarà ugualmente prona e concorde nel momento in cui nel nostro territorio vi sarà un ordinamento diverso e maggiormente rispettoso del territorio e delle idee dei sacerdoti come Don Floriano – conclude la nota di Asenblèa veneta -. Ci auguriamo che tale momento giunga presto». (t.d.b.)



SOGNI INFRANTI...non del tutto
Ci vuole coraggio a difendere il Veneto.
Daniela Bhavjeet Baldoria
16 febbraio 2020

https://www.facebook.com/bhavjeetkaur.b ... 9378197525

Ci vuole coraggio perché... finché difendi la Val d'Aosta, l'Emilia Romagna o la Puglia, il peggio che può succederti è di essere ignorato o deriso, etichettato come un perdi tempo.
Ma se invece difendi il Veneto, improvvisamente, non importa quanto tu sia una bella persona, diventi un criminale, un razzista, un egoista, un mostro a capo di un popolo di barbari che vogliono distruggere il resto della penisola. Ti devi vergognare se ne difendi le tradizioni e la lingua, attaccato da tutti, anche da personaggi noti e ben pagati per farlo, per farti sentire come minimo un idiota ma spesso pure una persona indegna. Figuriamoci quando ne difendi il gettito fiscale. Allora sì che meriti la lapidazione in pubblico.
Insomma non l'hai capito che da un secolo e mezzo tu devi non solo sgobbare e tacere, ma abbassare lo sguardo e vergognarti di esistere e dovresti nascondere bene il tuo accento per non creare tensioni???
Insomma ci vuole il coraggio di un Don Floriano che rischia la scomunica per averci sostenuti e benedetti, ci vuole il coraggio di un Bragadin che ha preferito il dolore della tortura pur di essere coerente, ci vuole il coraggio delle donne sotto regime talebano che osano togliersi il velo o insegnare alle altre donne a scrivere, ci vuole il coraggio di chi si oppone e denuncia le intimidazioni dei mafiosi per liberare la propria terra.
Perché è comprensibile che, quando, tu che al tuo Veneto ci tieni tanto e decidi di attivarti, di scendere in campo, ti senti dire "Ricordati che hai una famiglia, un lavoro, non scherzare col fuoco..." allora abbassi lo sguardo e le orecchie e torni al tuo posto.
Perché loro mica ti ricordano che hai pure una coscienza poi con cui dovrai fare i conti alla fine della tua vita. Mica ti ricordano che la tua vita comunque ha un termine e tanto valeva rischiare, pur di fare la differenza..e che magari dipendeva proprio da te la sorte di tanti altri...
Insomma sì ti ricordano che hai molto da perdere, ma non della tua anima.. Quella perdila pure.
Eh già... Non tutti sono dei Bragadin o dei Luther King... Altrimenti il mondo sarebbe un posto migliore...
E noi restiamo in attesa di eroi.
Perché di sogni ne possono infrangere uno alla volta, ma non ci impediranno di sognare. Arriverà il nostro uomo. Arriverà.



Alberto Pento
Cosa c'entra mai Bragadin con Martin Luther King e questo cosa c'entra con i veneti?
I veneti non sono stati deportati come schiavi in Italia, i veneti a partire dal 1848 hanno voluto entrare a far parte dello Sato italiano e mai dopo il 1797 hanno agito politicamente per il ritorno della Serenissima.
Il Veneto lo difendono in tanti a loro modo, anche e sopratutto i veneti leghisti che non sono certo peggio dei veneti del PdV che finora non hanno dimostrato di saper proporre e fare chissaché.
Eppoi con il piagnisteo vittimista non si va da nessuna parte, tanto meno con il mito della Serenissima e il feticismo marciano.
Anche il povero don Floriano ha in mente solo la Serenissima e fa parte del piagnisteo corale vittimista che conosce poco la storia del Veneto e dei veneti.
I veneti hanno bisogno di una coscienza storica reale e non artefatta e di assumersi pienamente le loro responsabilità, solo così potranno progettare meglio il loro futuro. Senza coscienza, responsabilità e con il vittimismo non si costruisce alcun progetto politico sensato ma si allestiscono solo inutili e insulse illusioni.
Bragadin non è un eroe del Popolo veneto che è morto per difendere la terra, la patria veneta, la libertà del Popolo veneto. Bragadin era un un politico e un militare veneto veneziano che è morto eroicamente difendendo un possedimento veneziano che non era parte della terra veneta, poi caso mai è stato un eroe della dignità umana e della libertà di coscienza e di religione per aver preferito morire piuttosto che farsi maomettano per costrizione e in questo senso fa onore ai veneti tutti come Pietro d'Abano anche lui martire della libertà di pensiero e di parola che fa altrettanto onore ai veneti tutti.
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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:03 pm

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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:05 pm

Ebrei in Veneto: Venezia, Napoleone, antisemitismo dei veneti
Gli ebrei, la Serenissima, la democrazia e Napoleone, le Leggi razziali fasciste, antisemitismo veneto venetista
https://www.facebook.com/groups/5568991 ... 613528276/



Ecco come gli indipendentisti veneti venezianisti vedono la cosa

LA DISINFORMAZIONE ANTIVENETA DELLA RAI È UNA VERGOGNA SENZA FINE!

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 877440754/

In una trasmissione RAI di ieri, 7.12.2019, uno "storico" italiano avrebbe attribuito a Napoleone il merito di avere liberato, nel 1797, gli ebrei del Ghetto di Venezia.
In questa mia lettera del 27.8.2018 (rimasta senza risposta) ho inviato al Primo ministro israeliano una proposta che avrebbe dovuto fare luce sulla realtà del Ghetto di Venezia; lettera che oggi, 7.12.2019, confermo nei suoi contenuti.
Ecco la lettera:

27.8.2018 – Lettera aperta al Primo Ministro di Israele

REPUBBLICA VENETA – IL DOGE

Illustrissimo
Benjamin Netanyahu
Presidente del Governo di Israele
Tel Aviv – Israele

Signor Presidente,
la diplomazia della Repubblica Veneta è impegnata a tessere relazioni in molte direzioni per ottenere appoggi e soccorsi al ripristino della sua indipendenza, ancora impedita da diverse occupazioni straniere, iniziate nel lontano 1797.
Tra i Paesi amici della Serenissima vorremmo annoverare anche lo Stato di Israele, costituito in difesa e indipendenza delle comunità ebraiche che nella Repubblica Veneta hanno sempre trovato storicamente un alleato forte, leale e sicuro.
La Veneta Repubblica, per proteggere le Comunità Ebraiche, ha riservato un quartiere centrale, il Ghetto, perché gli Ebrei potessero coltivare in piena libertà, autonomia, sovranità il loro credo e i loro interessi politici e commerciali!
Ci piacerebbe, e sarebbe molto utile per la nostra causa, che lo Stato di Israele, riconoscendo questa amicizia veneto-ebraica, riservasse in Gerusalemme uno spazio quartierale pari a quello del quartiere ebraico di Venezia, lasciato in uso sovrano alla Repubblica Veneta, sotto leggi e amministrazione veneziana.
Questo quartiere potrebbe riprendere il nome di “Ghetto”: "Il Ghetto veneziano di Gerusalemme".
E saremmo felici se nel Ghetto veneziano di Gerusalemme, vi fossero concordate le stesse regole di libertà e di rispetto che furono stabilite per il Ghetto ebraico di Venezia: quartiere a gestione veneziana, riservato ai cittadini veneziani interessati a vivere a Gerusalemme, ai viaggiatori veneti con il passaporto già vigente della Repubblica Veneta o ai pellegrini veneti in soggiorno religioso. Un quartiere veneziano “isolato” dal resto della città e chiuso di notte, per ragioni di tranquillità, di sicurezza e di pace religiosa.
Un "Ghetto veneziano a Gerusalemme" che diverrebbe anche un "fondaco", punto di riferimento e di rappresentanza per gli operatori economici veneti con il Medio Oriente.
L'apertura di un "ghetto veneziano" a Gerusalemme, nell'attuale fase storica dominata dal cieco
affarismo e dal nihilismo, assumerebbe un grandissimo valore politico, culturale e religioso per
tutto il Mondo e per Gerusalemme e Venezia in particolare!
Venezia, sulla questione ebraica si è assunta delle responsabilità che le hanno fatto onore nei secoli e che continuano a farle onore. Oggi, è la Repubblica Veneta a chiedere alla Comunità Ebraica un appoggio per la sua libertà e per la sua indipendenza!
Venezia 7 agosto 2018
Albert Gardin – CXXI Doge


Gino Quarelo
La verità è che anche a Venezia presso i veneziani cristiani gli ebrei erano come dhimmi presso i nazi maomettani, non avevano alcuna sovranità politica ed erano dormalmente discriminati e ghettizzati come lo erano in tutti i paesi cristiani, più o meno ben o mal trattati, sicuramente a Venezia erano trattati meglio che altrove ma sempre discriminati.
Da ricordare in epoca fascista dopo la promulgazione delle Leggi Razziali le denunce fatte dai cittadini veneziani per far deportare gli ebrei.




Ecco chi tradì gli ebrei: dopo 70 anni escono i nomi e tutti i fascicoli
Tullio Cardona
Venerdì 26 Gennaio 2018

https://www.ilgazzettino.it/nordest/ven ... 08424.html

VENEZIA - «In archivio sono accessibili da pochi giorni i fondi che conservano le delazioni e le denunce contro gli ebrei, essendo trascorsi oramai i 70 anni richiesti per la consultazione dei dati riservati». L'annuncio è stato dato da Raffaele Santoro, direttore dell'Archivio di Stato di Venezia in un incontro al Museo ebraico, con la studiosa Nelli Vanzan Marchini, sulla figura di Giuseppe Jona, il presidente della Comunità ebraica di Venezia che si suicidò pur di non consegnare gli elenchi dei correligionari a fascisti e nazisti.

«Adesso - ha continuato Santoro - potrà affiorare una parte importante della storia delle persecuzioni che fino ad ora si è dovuta limitare agli esempi positivi dei Giusti che hanno salvato gli ebrei». A Venezia la persecuzione nazifascista colpì gli ebrei come in tanti altri luoghi di Italia e d'Europa. In città, prima della guerra vivevano circa duemila persone. Tre i rastrellamenti in città, con 246 ebrei privati della libertà e tradotti nel carcere di Santa Maria Maggiore. Da qui al campo di Fossoli, prima di finire soprattutto ad Auschwitz. Di questi ne tornarono solo otto.

Ora a distanza di tempo, come previsto dalla legge, sono scaduti i termini che proteggono i dati sensibili. Così, ora sono definitivamente consultabili all'archivio della Giudecca, 12 grandi buste con all'interno i fascicoli personali dei singoli ebrei con l'elenco di tutti i sequestri dei loro beni mobili ed immobili vidimati dalla prefettura di Venezia per gli anni 1944-1945.
E, ancor più interessante, finalmente sono emerse all'interno dei fascicoli anche le lettere di delazione, con i nomi dei denuncianti, premiati dal regime con 1.500 lire, fino ad un massimo di 5.000 lire. «Dopo le leggi razziali del 1938 racconta Santoro - gli ebrei erano stati esclusi dalla vita civile. Nel gennaio del 1944 la persecuzione assunse aspetti duri e feroci, nessuno fu più esentato e si arrivò a togliere agli ebrei tutti i beni mobili, immobili e finanziari. Il decreto del prefetto comprendeva i nomi degli intestatari dei beni, detti burocraticamente ditte, gli elenchi di tutti i beni posseduti, e dei luoghi in cui tali beni erano situati. I decreti riguardavano Venezia e la sua provincia».

I fascicoli contengono anche la cronaca delle confische alle famiglie ebraiche, con gli incaricati del prefetto che entrano nelle case, spesso vuote perché gli abitanti avvertiti in anticipo non si erano fatti trovare. Talora però sono evidenti resistenze, specie da parte delle persone più anziane, che sentivano venir meno tutta la loro vita. I nominativi dei nuclei familiari sono circa 500, con nome, cognome, oggetto del sequestro (denaro, titoli, attività ed immobili con specificato il sestiere di locazione), il numero del decreto di confisca e il numero di busta da utilizzare ai fini della richiesta di consultazione del fascicolo.

Alcune famiglie sono scomparse dalla città, altre persistono, come i Ravà, i Foà, i Camerino, i Dina, i Fano, i Finzi, gli Jarach, i Levi, i Segre, i Sonino, i Sullam. Ecco alcuni esempi contenuti nell'elenco: Gabriella Guggenheim Luzzatti - beni immobili in San Marco - beni mobili: danaro - numeri decreti di confisca: 84 e 93; oppure Renzo Camerino: beni mobili - denaro e titoli - azienda: Ditta Salviati e C. dei F.lli Camerino. Commerciale e industriale vetrerie artistiche e specialità veneziane - fornace per la lavorazione vetrerie - mosaici - mobili - bronzi - marmi - etc. - Dorsoduro e San Marco.

I beni venivano acquisiti da uno specifico Ente di gestione e liquidazione immobiliare Egeli; ma qualche delatore, oltre al premio in denaro, si impossessò di fatto degli immobili della famiglia denunciata; altri si arricchirono a scapito delle proprietà confiscate agli ebrei veneziani. Ora tutto questo potrà essere riportato alla luce offrendo un quadro a tutto tondo di una tragica vicenda.


Marino Berengo Gli ebrei veneziani alla fine del Settecento estratto dal volume ITALIA JUDAICA – 1989. “Gli ebrei in Italia dalla segregazione alla prima emancipazione” Atti del III Convegno Internazionale – Tel Aviv 15-20 giugno 1986
http://www.storiadivenezia.net/sito/sag ... eziani.pdf



Taluni venetisti accusano gli ebrei di aver cospirato contro la Repubblica Serenissima, sia come massoni e democratici atei anti aristocrazia sia come ebrei anti cristiani

Gli ebrei nelle Pasque veronesi
https://it.wikipedia.org/wiki/Pasque_veronesi
Le Pasque veronesi furono un episodio di insurrezione della città di Verona e dei suoi dintorni contro le truppe di occupazione francesi, comandate dal generale Napoleone Bonaparte. Furono così chiamate anche per assonanza con i Vespri siciliani. La rivolta, scoppiata per via dell'oppressione francese in città (durante il loro soggiorno a Verona vi furono confische di beni ai cittadini e complotti per tentare di rovesciare l'amministrazione locale) iniziò la mattina del 17 aprile 1797, Lunedì dell'Angelo: la popolazione esasperata riuscì a mettere fuori combattimento più di mille soldati francesi, soprattutto nelle prime ore della battaglia, mentre i militi francesi cercavano di rifugiarsi nei castelli della città, successivamente presi d'assalto. L'insurrezione terminò il 25 aprile 1797 con l'accerchiamento della città da parte di 15.000 soldati: le conseguenze a cui la città e i cittadini dovettero far fronte furono principalmente il pagamento di ingenti somme e le razzie di opere d'arte e di beni.

Le Pasque veronesi furono un episodio del più vasto movimento delle insorgenze antifrancesi e antigiacobine, che scoppiarono in tutta la penisola italiana dal 1796 al 1814, assieme alla lotta dell'Armata della Santa Fede che, guidata dal cardinale Ruffo, riuscì nella riconquista del regno di Napoli, le azioni delle bande Viva Maria in Toscana e Liguria, e le vittorie di Andreas Hofer in Trentino e Alto Adige. Questi moti furono numerosi, si trattò quindi di un fenomeno vasto: le stime, da parte di storici di area cattolica, parlano di almeno 280.000 insorti e 70.000 morti.
...
A Verona il clima iniziava ad essere molto teso. Tra i cittadini crebbe anche il sospetto che gli ebrei potessero parteggiare per i francesi così che il ghetto venne accerchiato alla ricerca di armi. Un anonimo annota che il 16 aprile "il nostro ghetto è stato circondato dalla nostra gente armata, che arrestò tre ebrei, e trasportò tre casse di armi". Le fonti non fanno comunque accenno al ritrovamento di prove a sostegno di un effettivo coinvolgimento filo francese della popolazione ebraica veronese.
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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:06 pm

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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:07 pm

Falsità degli indipendentisti veneti


Autonomia, Zaia ha fallito. Ora una Svp alla veneta
Corrado Poli
La Regione che attende da troppo tempo un riconoscimento alle sue aspirazioni ha bisogno di un vero e proprio “partito del territorio”
6 Gennaio 2020

https://www.vvox.it/2020/01/06/veneto-a ... uzmfAitkaI

Se in un programma politico elettorale ci sono due idee, una è di troppo. Oggi, attorno alla sola autonomia, corroborata da una visione federalista, si può sintetizzare un progetto di governo e sviluppo regionale alternativo, in grado di rilanciare l’economia e la società del Veneto. Non c’è bisogno di elencare una lunga lista di cose da fare: già le si conoscono, ma ricondurle all’ottenimento dell’autonomia differenziata spiega concretamente il modo in cui si vuole farle e costruisce le concrete condizioni per agire.

Ridurre tutto all’autonomia non vuol dire essere fissati, monotematici o sognatori. Per governare in modo coerente, è necessario disporre di un’unica idea programmatica che fa da guida alle decisioni specifiche. L’autonomia non è la soluzione di tutti i quotidiani problemi a cui un governo regionale deve fare fronte. Ma assumerla come cardine del programma consente di procedere con il principio che le soluzioni ai problemi vanno trovate in modo elastico in base alle caratteristiche del territorio. In questo modo si stimola la creatività e si arricchisce tutto il Paese che si ritrova a disposizione diverse possibilità applicabili anche altrove. Di conseguenza, l’autonomia rappresenta indirettamente un’operazione culturale e scientifica.

Inoltre, autonomia e federalismo rimescolano le carte e rinnovano una politica regionale da tempo defunta e limitata al piccolo cabotaggio che all’opposizione ha preferito la spartizione. Persino quel po’ di disordine e confusione che il passaggio delle competenze forse ingenererà, invertirebbe il processo entropico in cui istituzioni e cittadini stanno perdendo progressivamente ogni energia. Pensare in coerenza con l’autonomia e il federalismo cambia l’atteggiamento mentale degli amministratori e dei tecnici che sono così invitati a individuare nuove vie e modelli organizzativi senza limitarsi ad applicare schemi imposti da altri. Anche i rappresentanti eletti in Consiglio riscopriranno un’autentica funzione politica e non quella di passacarte di provincia dediti a questuare a Roma (o Venezia) qualche soldo per accontentare le componenti più meschine dei propri elettorati. Per questo sarebbe utile riuscire a eleggere un Consiglio “pensante” oltre che rappresentativo.

Il partito (o una lista) territoriale veneta, che avrà come programma l’attuazione in tempi brevi dell’autonomia e la proposta di un sistema federale e sussidiario a tutti i livelli, costituisce una novità politica essenziale che può fare del Veneto un modello politico per l’Italia e l’Europa. Si basa su principi costituzionali ormai acquisiti, sul consenso popolare ottenuto con il plebiscitario referendum del 2017 (più votato di quello del 1866 per l’annessione all’Italia) e sul sostegno delle componenti sociali ed economiche meno compromesse con i poteri centrali. Non propone una sovversione, non usa il linguaggio aggressivo e divisivo che ha condotto al fallimento i precedenti tentativi.

Il partito territoriale veneto (meglio ancora che “dei veneti”) è un punto di incontro che propone il creativo ossimoro di un “radicalismo moderato” ispirato dalla tradizione centrista di una regione che più di ogni altra, senza vanagloriosi proclami ha attuato una vera rivoluzione socioeconomica negli anni Settanta e Ottanta. Poi si è addormentata. Il partito (o lista) territoriale dell’autonomia e del federalismo potrà essere l’unico in grado di confrontarsi con Roma senza l’intermediazione dei partiti nazionali e in questo modo sollecitare liberamente l’attuazione dell’autonomia.

Una tale formazione politica rianimerebbe la soporifera politica veneta e forse anche a Roma qualcuno si accorgerebbe dell’esistenza del Veneto senza dovere andare ogni volta cercarlo sulla carta geografica. Questo programma è quanto di più lontano possa esserci da un’amministrazione di centrodestra che in dieci anni non ha conseguito nulla sul fronte dell’autonomia e in quelli precedenti ha abbandonato l’ipotesi federalista in cambio della partecipazione al governo romano. Oggi, è ancor più impigrita e impossibilitata a rivendicare con decisione l’autonomia poiché egemonizzata da una Lega trasformatasi dichiaratamente in un partito nazionale lontano per linguaggio, estremismo e statalismo dal carattere tipicamente moderato dei veneti.


Commenti
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... nt_mention


Alberto Pento
Assolutamente no, analisi sbagliata, non vi è alcuna analogia storica tra il Veneto e il Sudtirolo.
Il Veneto è stato annesso allo Stato italiano per libera volontà dei veneti, mentre il Sudtirolo per conquista militare e contro la volontà dei tirolesi.
I tirolesi hanno messo fin da subito le bombe i veneti mai in 150 anni, anzi si sono fatti demenzialmente ammazzare nella prima guerra mondiale e quelli migrati in Brasile chiamano la loro lingua "talian" e non "veneto o venesian".
Le analisi sbagliate portano solo a perdite di tempo, di energia e non danno alcun risultato, anzi allontanano.

Giuseppe Giordani
Alberto Pento no signor..i veneti e la Serenissima e ze sta" devasta" da napoleone maledeto..e annessi all.italia con plebisciti truffa..come i savoia ga fato in tuta italia..lesi el sito sora..Ciao



L’Indipendenza del Popolo Veneto
20 Febbraio 2020
Daniele Quaglia

https://www.facebook.com/quagliadan/pos ... ment_reply

Pubblichiamo la mail inviata da un lettore che ha avuto l’ardire di consultare il Manuale per l’Indipendenza del Popolo Veneto.
Ringrazia perché finalmente ha una visione chiarissima della situazione politica del Popolo Veneto e delle istanze indipendentiste che lo riguardano, della illegittimità dello Stato italiano, dei crimini che questo perpetra a danno dei popoli italici e dell’impossibilità di arrivare all’obiettivo indipendenza
percorrendo le strade che lo Stato italiano furbescamente e volutamente lascia aperte, come quella del miraggio dell’Autonomia.
Si chiede se il suo partito di riferimento vorrà cambiare rotta per indirizzare le istanze a Enti sovranazionali …. è quello che ci auguriamo perché non vorremmo mai che i sogni si arrendessero alla realtà.

Commenti:

Alberto Pento ???

Daniele Quaglia
parké ???


Alberto Pento
Nel 1866 non vi è stata alcuna truffa.


Daniele Quaglia
Informati sugli insegnamenti di Napoleone III al cugino sabojardo circa i plebisciti da svolgere per dare una parvenza di legittimità alle anessioni truffa degli Stati preunitari. Fa qualche ricerca e quando avrai capito ne riparleremo

Alberto Pento
Daniele Quaglia Gli insegnamenti non dicono affatto che il Plebiscito sia stato una truffa. I veneti fin dal 1848 volevano far parte dello Stato italiano, perché la storia non offriva loro altre alternative. Infatti i veneti non si sono mai ribellati all'Italia ma all'Austria sì. E anche oggi gli indipendentisti antitaliani sono una minoranza minimale.


Daniele Quaglia
Varda ke Daniele Manin no raprexentava i Veneti e el faxeva masa viajeti a Torin. Kosa 'ndave£o a fare proprio a Torin?

Alberto Pento
Dal 1866 i veneti non si sono mai ribellati all'Italia e mai si mossi per ricostituire la Serenissima; solo oggi a distanza di 150 anni vi è una minoranza minimale che si è inventata il mito della Serenissima, ma si tratta solo di una minoranza del tutto inconcludente.

Daniele Quaglia
Te te sbagli el Veneto xe senpre sta insoferente verso sta italja e £a voja de independensa no se ga mai stuà. Sta olta te dago mi on link tanto parké te kominsi a sciarirte £e idee https://www.rivistaetnie.com/storia-autonomismo-veneto/


Alberto Pento
La solita solfa argomentativa (sempre la stessa che gira da anni) ma non vi è mai stata alcuna ribellione.


Daniele Quaglia
Dime kome mai Daniele Manin inte'l 1859 el gàvia kostituio na asociathion ke se ciamava "Società Nazionale Italiana" ko on de Messina e ko on de Mi£an ke jera stà prodittatore de Napo£i, prefetto de Pa£ermo e vice presidente del Senato e tuto koanto ko £a benedithion de Cavour?


Daniele Quaglia
I Veneti non si sono mai ribellati? Ma dove sei stato fino ad ora? Devi sapere, visto che non lo sai, che milioni di Veneti sono emigrati da quando sono arrivati gli italiani ed il numero di Veneti che sono in giro per il mondo supera di gran lunga il numero dei Veneti che son rimasti. Chiamala come vuoi: ribellione gandhiana , diaspora ... chiamala come ti piace ...ma sempre ribellione è


Daniele Quaglia
Cito: "... molti soldati del Papa avevano fatto la campagna di Solferino, chi con Vittorio Emanuele II, chi con Napoleone III. E non parliamo dei moltissimi che avevano preso parte anche alle guerre del 1848-49 a fianco di Daniele Manin". Ma dai, Berto xvejate

Daniele Quaglia
Se pensi che l'emigrazione sia un fatto del passato sappi che uno dei miei figli è andato in Brasile, un figlio di Silvano è in Australia, due figli di Cesare sono in Australia, due figli di Maria sono: uno in Germania e l'altro in Inghilterra, un figlio di Pierantonio è in Olanda. Questo nella piccola cerchia dei miei amici e partenti. Se vieni in sede LIFE te li presento uno ad uno. E non la chiami ribellione? Xvejate, Berto!


Alberto Pento
L'emigrazione non è ribellione, tu fai tanta confusione e stravolgi la storia a tuo gradimento.
Imprecare, protestare e maledire non è ribellione e l'emigrazione per miseria e mancanza di prospettive non è ribellione.
I veneti migrati in Brasile erano talmente ribelli antitaliani che hanno chiamato la loro lingua veneta "talian" anziché "lengoa veneta".
Manin nel 1848 ha guidato la rivolta antiaustriaca solo a Venezia, le altre città venete avevano i loro capi rivoltosi e tutti auspicavano l'annessione all'Italia.
Manin, Tommaseo come tanti altri volevano l'Italia e non la rinascita della morta Serenissima, strano vero ma è la realtà anche se non si conforma alla tua "verità".


Daniele Quaglia
Tutti massoni. Ma a kosa xe dovuo tuto sto astio anti independentista ke te manifesti, Berto?

Alberto Pento
È dovuto semplicemente all'avversione per la falsità e le menzogne su cui non si può costruire alcunché.
Falsità e menzogne adottate da gran parte dell'indipendentismo veneto, inutili e dannose che oltretutto allontanano gran parte dei veneti dall'ipotesi indipendentista.
Poi non vi era nulla di male ad essere massoni.


Daniele Quaglia
I Massoni hanno fatto questa italia .... cosa c'è di male? Bravo Berto


Alberto Pento
Non l'hanno fatta solo i massoni e in ogni caso i massoni non sono certo peggio degli altri.


Daniele Quaglia
Alberto Pento No, sono i migliori dei peggiori


Daniele Quaglia
Ma ti sito masòn?


Alberto Pento
Daniele Quaglia
I massoni non erano certo peggiori dei sostenitori del Papa Re o degli aristocratici veneziani antidemocratici.
Io non ho bisogno di essere massone, mi basta essere un uomo di buona volontà, veneto vicentino non veneziano e non serenissimo e non marciano, oggi anche cittadino italiano ed europeo.






Daniele Quaglia
Ripassate on poketin de storia Daniele Quaglia

https://www.life.it/1/plebiscito-la-tru ... LZdQmzEctc

Alberto Pento
La truffa ideologica venetista della falsa tesi secondo cui il Pebiscito del 1866 fu una truffa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 176&t=2859
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:07 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:13 pm

Alcune demenzialità dei veneti indipendentisti cattolici che io non condivido minimamente


Cattolici per l'Indipendenza del Veneto

I movimenti più vitali in tutto il mondo hanno oggi forti riferimenti regionali, sono i movimenti identitari che promuovono legami naturali, concreti e territoriali, che contraddicono le teorie e burocrazie astratte degli ultimi secoli post illuminismo, in verità molto bui.
Il desiderio di indipendenza si accompagna alla richiesta di maggiore democrazia, di poteri più limitati, vicini e controllati da popoli che abbiano una storia ed una cultura omogenee; il desiderio di indipendenza richiede una politica incentrata sull’identità e sulla crescita, anche spirituale, di nazioni e comunità libere di seguire le proprie vocazioni, come dono di sé all’umanità tutta.
Nel perseguire questi ideali coltiviamo il senso di appartenenza alla Venetia, nel solco di una storia e tradizione che non hanno pari, ed allo stesso tempo ci nutriamo del senso di appartenenza all’Europa, che sarà presto molto diversa da quell’Unione di vecchi Stati oggi esistente, oltretutto in balia di centri di potere che agiscono nell’ombra per promuovere interessi contrari alla libertà dei popoli e delle persone.
“Europa dei popoli” è uno slogan abusato nella neolingua dei sovranisti liberticidi di ieri e di oggi, e non rende adeguatamente l’immagine e la realtà storica di una civiltà cristiana che ha saputo svilupparsi nel meraviglioso pluralismo degli ordinamenti giuridici e politici.
Ma tutte queste nobili aspirazioni sono compatibili con una battaglia politica strumentale di basso livello in nome dell’autonomia del Veneto? Parafrasando il titolo di un breve saggio di Carlo Lottieri nel pamphlet “Autonomia tradita”, si potrebbe dire: idee confuse implicano sconfitte politiche (traviamenti personali e cadute nella menzogna, aggiungiamo noi).
Noi siamo “per l’indipendenza del Veneto” anziché “per l’autonomia del Veneto” perché lo Stato italiano ha dimostrato di non tollerare la stessa esistenza nostra e dei nostri ideali.
Lo Stato italiano ha formalmente vietato ai veneti di esercitare in modo riconosciuto il proprio diritto all’autodeterminazione, ammettendo in cambio uno zoppo referendum sull’autonomia del Veneto, da tutte le forze politiche italiane strumentalizzato, per poi prendersi gioco della volontà popolare.
Per amore di verità, non possiamo accontentarci di niente di meno di una lotta politica per l’indipendenza del Veneto, perché nello Stato italiano siamo in cattività.
Saremo pertanto "Cattolici per l'autonomia NEL Veneto" quando il Veneto diventerà uno Stato indipendente giacché, come immagina il “Popolo di San Marco” (cfr. https://www.ilpopolodisanmarco.org/principi ) lo Stato dei veneti, la Venetia indipendente, dovrà promuovere con la massima coerenza al proprio interno quegli ideali di sussidiarietà e radicale decentramento soprarichiamati.
Ma finché saremo violentemente occupati e non riconosciuti dallo Stato italiano, non possiamo non essere CHIARAMENTE INDIPENDENTISTI, "Cattolici per l'indipendenza DEL Veneto".



Venetisti venezianisti cattolico marciani demenziali antiamericani, antisemiti e filo nazimaomettani, travisan l'Iran nazi maomettano con l'antica Persia zoroastriana

GRANDE INTERVENTO DI "EUROPA VENETA" IN SOLIDARIETÀ ALLA NOBILE NAZIONE DI PERSIA
Europa Veneta
Venezia, 5 gennaio 2020
https://www.facebook.com/fabian.bonora/ ... 6566239588


In questo tragico frangente della politica internazionale, Europa Veneta desidera esprimere la solidarietà dei Veneti alla nobile Nazione di Persia.
Di seguito postiamo i documenti storici illustrati durante una mostra tenutasi a Palazzo Ducale nel 2014: “I doni di Shah Abbas il Grande alla Serenissima. Relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Venezia e la Persia Safavide”.
Ancor oggi, in un dipinto di Gabriele Caliari che staziona nella Sala delle Quattro Porte a Palazzo Ducale, si nota il Doge N.H. Marin Grimani circondato dalla presenza amichevole degli inviati della Corte persiana, che recano doni alla Veneta Repubblica per suggellare i rapporti di alleanza tra le due potenze.
Veneti ed Iraniani, dunque, sono stretti da un’intima amicizia millenaria, come si vede dallo straordinario atteggiamento di vicinanza tra i personaggi rappresentati.
Sebbene già allora i Persiani seguissero la Fede mussulmana sciita, mentre i Veneti coltivassero una profonda Fede cattolica, molti dei doni persiani recano tematiche religiose, segno dei profondi legami che legavano queste Nazioni, sapendo apprezzare anche i tratti comuni che caratterizzano le due differenti Dottrine.
A seguito del vile assassinio di cui sono caduti vittime il Generale Qasem Soleimani e numerosi altri funzionari di Stato dell’Iran e dell’Iraq presso l’aeroporto di Bagdad, Europa Veneta esprime la più ferma condanna dei responsabili, rei confessi.
In nome della storica amicizia con la Persia, attuale Iran, è necessario ammonire chi creda di infrangere questi sacri legami: non si sentano al sicuro i tessitori di queste trame oscure contro la Pace tra le Nazioni e la loro sicurezza.
La mano di Dio, prima o poi, farà rimbombare Verità e Giustizia con la potenza del tuono.
Ancora una volta, Europa Veneta esorta i Veneti a impegnarsi nella liberazione delle Terre di San Marco dall’occupazione delle forze oscure legate al nazionalismo italiano, alla massoneria, all’Alta Finanza sionista, per far tornare la Veneta Nazione a quel faro di Civiltà che i nostri Antenati l’hanno resa.



La Persia non islamica cova sotto all'Iran nazi maomettano
viewtopic.php?f=200&t=2895
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Re: Indipendentismo veneto

Messaggioda Berto » sab mar 21, 2020 3:14 pm

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