Ebrei in Veneto: Venezia, Napoleone, antisemitismo dei venetiGli ebrei, la Serenissima, la democrazia e Napoleone, le Leggi razziali fasciste, antisemitismo veneto venetista
https://www.facebook.com/groups/5568991 ... 613528276/Ecco come gli indipendentisti veneti venezianisti vedono la cosaLA DISINFORMAZIONE ANTIVENETA DELLA RAI È UNA VERGOGNA SENZA FINE!
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 877440754/In una trasmissione RAI di ieri, 7.12.2019, uno "storico" italiano avrebbe attribuito a Napoleone il merito di avere liberato, nel 1797, gli ebrei del Ghetto di Venezia.
In questa mia lettera del 27.8.2018 (rimasta senza risposta) ho inviato al Primo ministro israeliano una proposta che avrebbe dovuto fare luce sulla realtà del Ghetto di Venezia; lettera che oggi, 7.12.2019, confermo nei suoi contenuti.
Ecco la lettera:
27.8.2018 – Lettera aperta al Primo Ministro di IsraeleREPUBBLICA VENETA – IL DOGE
Illustrissimo
Benjamin Netanyahu
Presidente del Governo di Israele
Tel Aviv – Israele
Signor Presidente,
la diplomazia della Repubblica Veneta è impegnata a tessere relazioni in molte direzioni per ottenere appoggi e soccorsi al ripristino della sua indipendenza, ancora impedita da diverse occupazioni straniere, iniziate nel lontano 1797.
Tra i Paesi amici della Serenissima vorremmo annoverare anche lo Stato di Israele, costituito in difesa e indipendenza delle comunità ebraiche che nella Repubblica Veneta hanno sempre trovato storicamente un alleato forte, leale e sicuro.
La Veneta Repubblica, per proteggere le Comunità Ebraiche, ha riservato un quartiere centrale, il Ghetto, perché gli Ebrei potessero coltivare in piena libertà, autonomia, sovranità il loro credo e i loro interessi politici e commerciali!
Ci piacerebbe, e sarebbe molto utile per la nostra causa, che lo Stato di Israele, riconoscendo questa amicizia veneto-ebraica, riservasse in Gerusalemme uno spazio quartierale pari a quello del quartiere ebraico di Venezia, lasciato in uso sovrano alla Repubblica Veneta, sotto leggi e amministrazione veneziana.
Questo quartiere potrebbe riprendere il nome di “Ghetto”: "Il Ghetto veneziano di Gerusalemme".
E saremmo felici se nel Ghetto veneziano di Gerusalemme, vi fossero concordate le stesse regole di libertà e di rispetto che furono stabilite per il Ghetto ebraico di Venezia: quartiere a gestione veneziana, riservato ai cittadini veneziani interessati a vivere a Gerusalemme, ai viaggiatori veneti con il passaporto già vigente della Repubblica Veneta o ai pellegrini veneti in soggiorno religioso. Un quartiere veneziano “isolato” dal resto della città e chiuso di notte, per ragioni di tranquillità, di sicurezza e di pace religiosa.
Un "Ghetto veneziano a Gerusalemme" che diverrebbe anche un "fondaco", punto di riferimento e di rappresentanza per gli operatori economici veneti con il Medio Oriente.
L'apertura di un "ghetto veneziano" a Gerusalemme, nell'attuale fase storica dominata dal cieco
affarismo e dal nihilismo, assumerebbe un grandissimo valore politico, culturale e religioso per
tutto il Mondo e per Gerusalemme e Venezia in particolare!
Venezia, sulla questione ebraica si è assunta delle responsabilità che le hanno fatto onore nei secoli e che continuano a farle onore. Oggi, è la Repubblica Veneta a chiedere alla Comunità Ebraica un appoggio per la sua libertà e per la sua indipendenza!
Venezia 7 agosto 2018
Albert Gardin – CXXI Doge
Gino QuareloLa verità è che anche a Venezia presso i veneziani cristiani gli ebrei erano come dhimmi presso i nazi maomettani, non avevano alcuna sovranità politica ed erano dormalmente discriminati e ghettizzati come lo erano in tutti i paesi cristiani, più o meno ben o mal trattati, sicuramente a Venezia erano trattati meglio che altrove ma sempre discriminati.
Da ricordare in epoca fascista dopo la promulgazione delle Leggi Razziali le denunce fatte dai cittadini veneziani per far deportare gli ebrei.Ecco chi tradì gli ebrei: dopo 70 anni escono i nomi e tutti i fascicoliTullio Cardona
Venerdì 26 Gennaio 2018
https://www.ilgazzettino.it/nordest/ven ... 08424.html VENEZIA - «In archivio sono accessibili da pochi giorni i fondi che conservano le delazioni e le denunce contro gli ebrei, essendo trascorsi oramai i 70 anni richiesti per la consultazione dei dati riservati». L'annuncio è stato dato da Raffaele Santoro, direttore dell'Archivio di Stato di Venezia in un incontro al Museo ebraico, con la studiosa Nelli Vanzan Marchini, sulla figura di Giuseppe Jona, il presidente della Comunità ebraica di Venezia che si suicidò pur di non consegnare gli elenchi dei correligionari a fascisti e nazisti.
«Adesso - ha continuato Santoro - potrà affiorare una parte importante della storia delle persecuzioni che fino ad ora si è dovuta limitare agli esempi positivi dei Giusti che hanno salvato gli ebrei». A Venezia la persecuzione nazifascista colpì gli ebrei come in tanti altri luoghi di Italia e d'Europa. In città, prima della guerra vivevano circa duemila persone. Tre i rastrellamenti in città, con 246 ebrei privati della libertà e tradotti nel carcere di Santa Maria Maggiore. Da qui al campo di Fossoli, prima di finire soprattutto ad Auschwitz. Di questi ne tornarono solo otto.
Ora a distanza di tempo, come previsto dalla legge, sono scaduti i termini che proteggono i dati sensibili. Così, ora sono definitivamente consultabili all'archivio della Giudecca, 12 grandi buste con all'interno i fascicoli personali dei singoli ebrei con l'elenco di tutti i sequestri dei loro beni mobili ed immobili vidimati dalla prefettura di Venezia per gli anni 1944-1945.
E, ancor più interessante, finalmente sono emerse all'interno dei fascicoli anche le lettere di delazione, con i nomi dei denuncianti, premiati dal regime con 1.500 lire, fino ad un massimo di 5.000 lire. «Dopo le leggi razziali del 1938 racconta Santoro - gli ebrei erano stati esclusi dalla vita civile. Nel gennaio del 1944 la persecuzione assunse aspetti duri e feroci, nessuno fu più esentato e si arrivò a togliere agli ebrei tutti i beni mobili, immobili e finanziari. Il decreto del prefetto comprendeva i nomi degli intestatari dei beni, detti burocraticamente ditte, gli elenchi di tutti i beni posseduti, e dei luoghi in cui tali beni erano situati. I decreti riguardavano Venezia e la sua provincia».
I fascicoli contengono anche la cronaca delle confische alle famiglie ebraiche, con gli incaricati del prefetto che entrano nelle case, spesso vuote perché gli abitanti avvertiti in anticipo non si erano fatti trovare. Talora però sono evidenti resistenze, specie da parte delle persone più anziane, che sentivano venir meno tutta la loro vita. I nominativi dei nuclei familiari sono circa 500, con nome, cognome, oggetto del sequestro (denaro, titoli, attività ed immobili con specificato il sestiere di locazione), il numero del decreto di confisca e il numero di busta da utilizzare ai fini della richiesta di consultazione del fascicolo.
Alcune famiglie sono scomparse dalla città, altre persistono, come i Ravà, i Foà, i Camerino, i Dina, i Fano, i Finzi, gli Jarach, i Levi, i Segre, i Sonino, i Sullam. Ecco alcuni esempi contenuti nell'elenco: Gabriella Guggenheim Luzzatti - beni immobili in San Marco - beni mobili: danaro - numeri decreti di confisca: 84 e 93; oppure Renzo Camerino: beni mobili - denaro e titoli - azienda: Ditta Salviati e C. dei F.lli Camerino. Commerciale e industriale vetrerie artistiche e specialità veneziane - fornace per la lavorazione vetrerie - mosaici - mobili - bronzi - marmi - etc. - Dorsoduro e San Marco.
I beni venivano acquisiti da uno specifico Ente di gestione e liquidazione immobiliare Egeli; ma qualche delatore, oltre al premio in denaro, si impossessò di fatto degli immobili della famiglia denunciata; altri si arricchirono a scapito delle proprietà confiscate agli ebrei veneziani. Ora tutto questo potrà essere riportato alla luce offrendo un quadro a tutto tondo di una tragica vicenda.
Marino Berengo Gli ebrei veneziani alla fine del Settecento estratto dal volume ITALIA JUDAICA – 1989. “Gli ebrei in Italia dalla segregazione alla prima emancipazione” Atti del III Convegno Internazionale – Tel Aviv 15-20 giugno 1986http://www.storiadivenezia.net/sito/sag ... eziani.pdfTaluni venetisti accusano gli ebrei di aver cospirato contro la Repubblica Serenissima, sia come massoni e democratici atei anti aristocrazia sia come ebrei anti cristiani Gli ebrei nelle Pasque veronesi
https://it.wikipedia.org/wiki/Pasque_veronesi Le Pasque veronesi furono un episodio di insurrezione della città di Verona e dei suoi dintorni contro le truppe di occupazione francesi, comandate dal generale Napoleone Bonaparte. Furono così chiamate anche per assonanza con i Vespri siciliani. La rivolta, scoppiata per via dell'oppressione francese in città (durante il loro soggiorno a Verona vi furono confische di beni ai cittadini e complotti per tentare di rovesciare l'amministrazione locale) iniziò la mattina del 17 aprile 1797, Lunedì dell'Angelo: la popolazione esasperata riuscì a mettere fuori combattimento più di mille soldati francesi, soprattutto nelle prime ore della battaglia, mentre i militi francesi cercavano di rifugiarsi nei castelli della città, successivamente presi d'assalto. L'insurrezione terminò il 25 aprile 1797 con l'accerchiamento della città da parte di 15.000 soldati: le conseguenze a cui la città e i cittadini dovettero far fronte furono principalmente il pagamento di ingenti somme e le razzie di opere d'arte e di beni.
Le Pasque veronesi furono un episodio del più vasto movimento delle insorgenze antifrancesi e antigiacobine, che scoppiarono in tutta la penisola italiana dal 1796 al 1814, assieme alla lotta dell'Armata della Santa Fede che, guidata dal cardinale Ruffo, riuscì nella riconquista del regno di Napoli, le azioni delle bande Viva Maria in Toscana e Liguria, e le vittorie di Andreas Hofer in Trentino e Alto Adige. Questi moti furono numerosi, si trattò quindi di un fenomeno vasto: le stime, da parte di storici di area cattolica, parlano di almeno 280.000 insorti e 70.000 morti.
...
A Verona il clima iniziava ad essere molto teso. Tra i cittadini crebbe anche il sospetto che gli ebrei potessero parteggiare per i francesi così che il ghetto venne accerchiato alla ricerca di armi. Un anonimo annota che il 16 aprile "il nostro ghetto è stato circondato dalla nostra gente armata, che arrestò tre ebrei, e trasportò tre casse di armi". Le fonti non fanno comunque accenno al ritrovamento di prove a sostegno di un effettivo coinvolgimento filo francese della popolazione ebraica veronese.