Questi sono il manifesto del PdV e il loro programma politico
Manifesto politico del Partito dei Veneti
Pubblicato il Ottobre 28, 2019
https://partitodeiveneti.com/manifesto-politico/
Il Partito dei Veneti è un partito territoriale che intende rappresentare e difendere le istanze dei Veneti.
Noi del Partito dei Veneti, crediamo nel valore dell’autogoverno e nella facoltà di ogni popolo ad autodeterminarsi liberamente e pacificamente.
Crediamo che ogni territorio abbia il diritto e il dovere di governarsi rispettando e assecondando la propria identità, il proprio modo di essere, i propri valori e le proprie tradizioni.
Crediamo nel valore della sussidiarietà secondo il quale l’iniziativa privata ha la precedenza sull’azione pubblica e l’ente locale ha la precedenza rispetto a quello centrale.
Crediamo nel valore supremo della libertà coniugato al valore della responsabilità.
Crediamo nel valore dell’impresa e del lavoro, come strumento indispensabile per garantire la dignità alla persona.
Crediamo nel valore dell’ambiente, della sua salvaguardia in quanto elemento fondante del territorio in cui viviamo.
Crediamo nel valore della famiglia come base della nostra società.
Crediamo nel valore della solidarietà, del volontariato come impegno volto ad aiutare liberamente il prossimo.
Crediamo in una nuova Europa, quella dei Popoli, che superi le contraddizioni dell’attuale Europa, quella degli Stati nazionali.
Crediamo nel valore dell’interazione e della collaborazione tra le diverse comunità nel mondo e crediamo altresì che il Veneto debba esserne protagonista, parte integrante della grande rete globale senza mai rinunciare alla propria libertà e identità
In questo noi crediamo e per questo di fronte a tutti voi ci impegniamo.
Veneti, il momento è ora! No se pol far de manco!
Programma politico del PdV:
https://partitodeiveneti.com/wp-content ... Z0AhuVgv70
Osservazioni critiche:
La prima osservazione critica che mi viene spontanea è quella del partito messianico:
Il PdV (Partito dei Veneti) viene presentato dai suoi promotori e sostenitori
come se fosse un'arca celeste inviata finalmente da Dio, dopo tante sofferenze per salvare i veneti
e i suoi promotori-manovratori come se fossero dei veneti eletti, puri ed illuminati, investiti dal mandato divino per condurre i veneti in salvo con quest'arca celeste all'agognata terra dell'indipendenza e della libertà.
La verità è che non si tratta affatto di un'arca celeste nemmeno lontanamente e loro non sono proprio dei novelli messia, degli eletti da Dio ma solo dei presuntuosi spregiudicati che si propongono e si eleggono da loro stessi.
Il nucleo principale è costituito dai più vecchi che sono tutti ex leghisti (?) e che da 20 anni a oggi, ad ogni quinquennale scadenza elettorale regionale si propongono ai veneti riuscendo solo a eleggere un misero consigliere (non ho memoria che siano riusciti ad eleggerne due).
Certo esiste sempre l'incognita che non si sa mai, le cose possono cambiare e che i veneti stanchi e delusi della Lega possano dare il voto a loro.
Seconda osservazione:
Il manifesto politico pare fatto per andare bene a tutti, generico e asettico che pare concepito in un laboratorio anti infettivi di un ospedale. Un manifesto quindi che dice poco o nulla, pura facciata propagandistica, del tutto compatibile con le leggi italiane ed europee, privo di qualsiasi accenno all'indipendenza dei veneti se non come auspicio in un'Europa dei popoli e non più degli stati nazionali.
Mentre il programma politico riproduce quasi per intero lo Statuto regionale del Veneto promosso dalla Lega e del tutto compatibile con la Costituzione italiana, al punto che il PdV pare un doppione della Lega veneta;
diverge significativamente dal programma leghista solo per la sua ambiguità relativamente all'indipendenza laddove strizza l'occhio agli indipendentisti paventando la possibilità di fare un referendo per l'indipendenza qualora Roma non consentisse l'autonomia/autogoverno, referendo che la Costituzione italiana peraltro non prevede assolutamente e che giustamente la Lega rispettosa della Costituzione italiana non propone (unitamente al fatto di aver rinunciato all'indipendenza della Padania).
L'accenno al principio di autodeterminazione senza alcun riferimento alla volontà della maggioranza dei veneti che al momento è orientata a determinarsi come veneto-italiana e non come veneto indipendente, pare riprodurre la situazione Catalana dove i Catalani al governo della Catalogna hanno indetto il referendo per l'indipendenza in contrasto con la Costituzione spagnola con tutto quanto ne è conseguito. A tutt'oggi la Catalogna non è indipendente.
Trascuro per il momento gli altri contenuti, osservando come il PdV non proponga alcunché di nuovo e migliorativo per i veneti rispetto alla Lega veneta, ma introduca qualcosa di inattuabile per illudere e ingannare i veneti in modo da carpire il voto dei delusi della Lega/Liga e in tal senso si dimostra peggiorativo rispetto alla Lega veneta e irrispettoso dei veneti.
Veneto e Catalogna quali possibili analogie?
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 496089526/
1) Certamente non quella dei numeri
2) Anche le ragioni del contendere tra la Catalogna e la Spagna e il Veneto e l'Italia non sono le stesse e divergono moltissimo.
3) Anche la storia del rapporto della Catalogna con la Spagna è molto diverso da quella del Veneto con l'Italia; il primo è stato contrastato e si è sviluppato nei secoli in modo piuttosto conflittuale e violento, il secondo invece si è sviluppato con stata sentita adesione e partecipazione volontaria.
Terza osservazione :
Il resto dei contenuti del programma pare un elenco di buoni propositi da realizzarsi qualora il Veneto diventasse autonomo amministrativamente ed economicamente.
Ma in attesa dell'autonomia cosa si fa?
E cosa si propone di fare il PdV per ottenere l'autonomia, promossa dalla Lega, a Roma?
Quarta osservazione:
Inoltre a differenza della Lega, il programma del PdV prevede di trattenere il 90% delle risorse fiscali pagate dai veneti, più o meno come la Provincia autonoma di Bolzano e molto di più di quanto richiede invece l'autonomia della Lega le cui risorse economiche necessarie sono limitate a quanto spende effettivamente lo stato per i servizi pubblici erogati al Veneto che dallo stato passerebbero in gestione alla regione (che potrebbe migliorare l'efficenza della spesa a vantaggio di minore tassazione e maggiori servizi), senza però intaccare il fondo perequativo interregionale che assorbe il residuo fiscale (la differenza tra quanto i veneti versano allo stato e quanto lo stato spende per loro).
Questo tipo di autonomia allo stato delle cose è legalmente e costituzionalmente impossibile e lo potrebbe essere, con esito incerto, solo se in Veneto vi fosse una maggioranza rilevantissima e compatta di veneti disposta a innescare rivendicazioni politiche e contenziosi rilevantissimi con lo stato italiano non solo giuridici da trattare in sede europea e internazionale e accompagnati da iniziative di disobbedienza civile e fiscale al limite della illegalità con possibili risvolti violenti.
Non credo che la maggioranza dei veneti sia disposta ad affrontare tali rischi, per questo il programma del PdV è utopico, irrealistico, irragionevole e predisposto per attrarre ingannando i veneti che hanno la debolezza di farsi illudere.
Il risultato che i veneti potrebbero ottenere votando il PdV sarebbe solo quello di garantire un posto ai signori del partito e forse una autonomia inferiore a quella realisticamente possibile ottenibile con la Lega a patto di indebolire e di rompere il fronte leghista e del centrodestra così da garantire la continuità dei governi demosinistri con la compartecipazione dei 5Stelle con tutto quello che ciò comporterebbe alla lunga come la diluizione etnico-culturale con gli africani, l'ulteriore impoverimento economico, la diffusione del nazismo maomettano e la fine di ogni speranza di autonomia spinta e sogni di indipendenza, con una drastica riduzione dei diritti umani, civili e politici dei veneti.
Quinta osservazione:
Ricordo che a decidere sull'autonomia o sulla indipendenza dei veneti, innanzi tutto sono i veneti stessi e sopratutto la loro maggioranza politica;
poi è il Parlamento italiano con le sue maggioranze in grado o meno di cambiare la Costituzione italiana che allo stato non consente ai veneti alcuna indipendenza; maggioranze che a tutt'oggi non permettono nemmeno l'autonomia come dimostratosi finora, figurarsi poi un'autonomia come quella della Provincia di Bolzano;
infine anche l'Europa e le sue maggioranze/alleanze politiche incidono sulla realtà dei veneti e del loro Veneto.
Per cambiare la Costituzione italiana in senso indipendentista (che consenta l'indipendenza dei veneti) ci vogliono e la stragrande maggioranza dei veneti e la maggioranza degli italiani e io non credo che in Veneto esista una tale maggioranza che se anche vi fosse poi dovrebbe fare i conti con la maggioranza italiana che è sicuramente contraria, a meno di non innescare contenziosi giuridico politici e conflitti civili e militari.
Quello che invece sarebbe oggettivamente possibile è l'autonomia contenuta (volontà a maggioranza già espressa dai veneti con il referendo del 2017) all'interno di una maggioranza in seno al Parlamento italiano che ad oggi si è in parte manifestata solo con la Lega e il centrodestra.
Se anche l'ambiguo Partito dei Veneti (il partito dell'autogoverno e dell'autonomia spinta?) per ipotesi assurda (e improbabile), ottenesse la maggioranza in Veneto quale maggioranza riuscirebbe ad aggregare nel Parlamento italiano? Credo proprio nessuna!
Con la Lega e il centrodestra i veneti possono avere una speranza di autonomia contenuta (non spinta come quella della Provincia autonoma di Bolzano), con il Partito dei Veneti credo che questa speranza si riduca al lumicino, specialmente in questo periodo storico incandescente per molteplici altri motivi sia in ambito italiano che europeo e mondiale.
La riduzione del residuo fiscale veneto a vantaggio di una minore tassazione e di maggiori servizi pubblici, attualmente assorbito dalle spese, dagli sprechi e dalla corruzione dell'amministrazione statale e dal fondo perequativo interregionale con i suoi odiosi parassitismi, potrebbe ottenersi solo modificando la gestione politico amministrativa statale italiana e quella delle regioni del sud attraverso un radicale cambiamento dello stato italiano o innescando dapprima lunghi ed incerti contenziosi giuridico politici nelle sedi internazionali e poi con conflitti economico-fiscali-civili al limite della disobbedienza e di insorgenze militari (dai costi altissimi e dagli esiti imprevedibili) che la maggioranza dei veneti difficilmente sarà disposta ad affrontare.
Sesta osservazione:
i signorotti dell'autonomismo spinto e dell'indipendentismo che negli ultimi 20anni hanno calcato le scene dei raduni nelle piazze, delle tribune politiche degli studi televisivi e delle pagine dei giornali, delle sale dei convegni e delle convenzioni dei movimentini e dei partitini e che hanno guidato i vari movimenti e gruppuscoli capeggiadoli per elezione spontanea, per forza di ricatto o con l'inganno, ...
sono tutti per lo più presuntuose prime e seconde donne, ambiziosi personaggi con altissima considerazione di se stessi da rasentare spesso il ridicolo, ma limitati come tutti anche se taluni hanno il titolo di dottore e qualche laurea.
Si sentono anche loro una specie di casta dei veneti