Veneti venezianisti idolatri, ademocratici e tanto ignoranti

Veneti venezianisti idolatri, ademocratici e tanto ignoranti

Messaggioda Berto » ven giu 15, 2018 2:43 pm

L'illuminismo accompagna l'umanità da sempre, ha aiutato e aiuta l'uomo a liberarsi dalle incrostazioni e dalle forzature idolatre e dogmatiche così da consentirgli di vivere liberamente e pienamente la sua spiritualità naturale e universale che è la sola forza divina a muovere al meglio l'uomo di buona volontà e a promuovere il rispetto dei valori, dei doveri, dei diritti umani e civili veramente buoni e universali.

La democrazia, la repubblica e la repubblica democratica o la democrazia repubblicana non sono progetti massonici.
L'illuminismo non è un male ma un bene e non deriva dal demonio ma dall'uomo di buona volontà con la sua luce naturale che illumina il mondo fatta da curiosità, da ragionevolezza, da intelligenza e da amore per la vita e il creato e nasce con l'uomo e lo accompagna da sempre.
È un granello di luce divina che Dio o spirito universale naturale ha sparso con la creazione in tutte le sue creature e in tutte le cose.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Veneti venezianisti idolatri, ademocratici e tanto ignoranti

Messaggioda Berto » mar lug 10, 2018 7:07 am

Demenze gardiniane


REPUBBLICA VENETA – VENETOCRAZIA - VENETOCRAZIA, UNA PAROLA CHE FA LA DIFFERENZA!

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 5320919547

Riconosco, senza trionfalismi, di aver avuto politicamente il merito di aver aperto diverse nuove piste. Ora ne apro un'altra di grandissima importanza che aiuterà a capire il nostro perrcorso, chi lo ritenga ancora movimentistico", come altre esperienze politiche che emergono e scompaiono nella galassia veneta.

Spiego questa novità con poche parole: i Veneti veri, i patrioti veneti (quelli legati ai padri e che non abiurano la loro identità) non sono democratici e non possono esserlo perché sono sono essenzialmente VENETOCRATICI!

"VENETOCRATICI"? Cosa vuol dire?
Vuol dire che i Veneti sono quelli che hanno piena coscienza della loro appartenenza alla comunità veneta e delle responsabilità patriottiche che ne conseguono.
I "patrioti veneti" non collaborano con programmi stranieri di cancellazione dell'identità veneta (come fa la politica italiana o quella Unione Europea) e non accettano alternative statuali alla Repubblica Veneta.
Se "democrazia" vale come "Franza o Spagna purché se magna", per i Veneti invece vale solo il principio che ogni patriota deve operare per la libertà e il bene della comunità veneta, della Repubblica Veneta. E tutto ciò si può riassumere nella parola VENETOCRAZIA, ossia "Organizzazione dei Veneti"!, dove i Veneti non sono oggetto, sudditi, ma soggetto e principi!
Ecco perché la Repubblica Veneta, che tutti dicono di riconoscere e amare, ha sempre mantenuto un'impostazione verticale e dunque unitaria, e non può, per la sua salvezza, che averla così!
Un'impostazione repubblicana ("res publica"), dunque anche, per analogia, "democratica", ma prima di tutto veneta, fondamentalmente veneta!
I Veneti hanno due grandi padri: Antenore (padre etnico) e San Marco (grande padre spirituale)!
Chi non discende da Antenore e da San Marco non è veneto! Chi non opera nella Repubblica Veneta sarà forse "democratico" ma di sicuro non è Veneto!
Sono sempre stato Venetocratico, mai stato italiano!
Venezia 8.7.2018
Albert Gardin – CXXI Doge

^^^ ^^^ ^^^
Ufficio Dogale – San Polo 2398 – 30125 Venezia
governoveneto@gmail.com – info 338 8167955

Albert Gardin – CXXI Doge
Giancarlo Orini – Presidente del Maggior Consiglio –
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Gino Quarelo
Retorica infantile demenziale. Io sono un veneto vero e non rinnego le mie radici e la mia identità storica: non sono antenoriano, nemmeno marciano e veneziano; sono vicentino con radici euganee, retiche, celtiche, germaniche (sassoni e cimbre) e friulane.
Repubblica Veneta sì ma alla Svizzera e non alla Veneziana Serenissima.
I veri patrioti sono fini conoscitori della loro complessa storia dalle molte radici e non infantili adoratori di favole, di miti, di idoli e di feticci.
Il padre spirituale dei veneti è quello universale di tutte le creature mentre quello religioso, della religione dominante non è Marco l'Evangelista ma l'ebreo Gesù Cristo, ma non tutti i veneti sono idolatri.


Non siamo discendenti di Abramo e dei romani
viewtopic.php?f=195&t=2570
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Veneti venezianisti idolatri, ademocratici e tanto ignoranti

Messaggioda Berto » sab dic 01, 2018 5:25 am

Venezia non fu mai "veramente veneta" ma solo veneziana ed è per questo che non operò e impedì che si formasse un popolo e una nazione veneta di tutti i veneti di terra e di mare.
Venezia si sviluppò sul mare durante l'impero bizantino e crebbe in competizione e contro i veneti di terra che si svilupparono durante il periodo germanico (longobardo, carolingio, sacro romano impero), nemmeno nei secoli in qui i veneti di terra si dettero come sudditi a Venezia, questa sviluppo amore fraterno per loro, talmente era presa da se stessa che nemmeno seppe vedere l'avvicinarsi della fine del suo dominio marittimo nell'area del morto impero bizantino, acquisì e comprò nell'entroterra veneto, bonificò e costruì le ville venete ma non seppe mai promuovere l'unità politica dei veneti di terra con quelli di mare e lagunari.


Il ducato della Venezia Marittima, Rivoalto-Venezia, l'impero della Serenissima e Bisanzio
viewtopic.php?f=49&t=2803

Da ła Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana
viewtopic.php?f=137&t=1783
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Veneti venezianisti idolatri, ademocratici e tanto ignoranti

Messaggioda Berto » sab dic 01, 2018 5:35 am

Un'altra discussione illuminante sul venetismo, la sua ignoranza e il suo fanatismo


Chi comanda paghi, e chi paga comandi"
Enzo Trentin
19 novembre 2018

https://www.vicenzareport.it/2018/11/ch ... edwZgZwwYk

Vicenza – Io sono rimasto a democrazia, dal greco démos: popolo, e cràtos: potere. Etimologicamente significa “governo del popolo”. Un sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente dall’insieme dei cittadini e non dai loro rappresentanti che sono solamente dei delegati. Vorrei anche ricordare le parole dello scrittore statunitense Mark Twain: «Se votare facesse qualche differenza, non ce lo farebbero fare.»

Il toscano Filippo Mazzei, è un altro che merita una citazione, considerato che – attraverso l’amicizia con Thomas Jefferson – influenzò la Costituzione Usa. Anche se non lo ammise esplicitamente, l’approvazione della Costituzione di Filadelfia dimostrò ai suoi occhi che neppure l’America è stata capace di realizzare una vera democrazia il cui fondamento sia l’autogoverno dei cittadini, e degli Stati che la compongono. Per convincersene basta leggere il libro di Gianfranco Miglio “Federalismi falsi e degenerati”.

Il 6 maggio del 1776 Mazzei pubblica le “Istruzioni dei possidenti della Contea di Albemarle ai loro delegati alla Convenzione”, dove tra l’altro scrive: «Che le leggi fatte dai nostri rappresentanti non possono essere dette, né devono essere, leggi del Paese fintanto che non saranno approvate dalla maggior parte del popolo. […] È una verità incontestabile che un Paese non è libero se tutti i suoi abitanti non partecipano ugualmente al diritto di governare. […] C’è qualcosa di veramente magico in quel vocabolo “rappresentanza”. Ha servito finora ammirabilmente ad accecare la maggior parte del popolo per tenerlo nella più perfetta ignoranza dei propri diritti e fargli credere di essere libero mentre la sola meschina porzione di libertà da esso goduta è stata quella di scegliersi i padroni.» (attraverso le elezioni Ndr)

Com’è possibile che questa, ed altre lezioni analoghe che ci vengono dal passato siano del tutto ignorate in questo Paese? Quanto alla cosiddetta democrazia diretta, essa non deve intendersi come un esercizio compulsivo della sovranità popolare, bensì come uno strumento di “deterrenza” utilizzabile ogni qual volta i rappresentanti agiscono in disarmonia con la maggioranza dei cittadini.

Veniamo, dunque, ai giorni nostri e domandiamoci se è democraticamente accettabile che un Sindaco eletto (e quindi il rappresentante non il sovrano) da un cittadino su quattro sia depositario di un potere senza limiti? Intendiamo riferirci alla vicenda della holding sulle partecipate Aim, dove è stato nominato amministratore unico un opaco personaggio con il mandato a fondere-svendere la proprietà dei cittadini. Non è bastata all’amministrazione comunale di Vicenza la prova vacua di Matteo Marzotto nella vicenda della fusione-svendita della Fiera di Vicenza?

Tralasciamo il fatto che specialmente dalle Aim il Comune di Vicenza ha sempre tratto sostanziosi utili per rimpinguare le esangui casse del capoluogo, per soffermarci sulla debolezza della giustificazione a svendere-fondere le Aim con l’omologa azienda veronese, perché quanto afferma il Sindaco Francesco Rucco: «affinché rimanga e diventi anzi sempre più protagonista nei mercati.» per ribadire come la questione del “gigantismo” che si otterrebbe dall’aggregazione delle due aziende pubbliche non sembra convincente.

Leopold Kohr, nel 1957 ha pubblicato un libro con il titolo The Breakdown of Nations, tradotto in italiano nel 1960. Quest’opera costituisce una straordinaria riflessione sulle ragioni universali della superiorità dei sistemi fondati sulle piccole unità piuttosto che sulle grandi. Leopold Kohr utilizza una grandissima quantità di argomenti filosofici, scientifici, storici, politici, economici e sociologici per dimostrare come un sistema basato sull’equilibrio di tanti piccoli staterelli (vale anche nel caso di piccole aziende pubbliche) possa garantire molto più che un sistema basato su poche grandi entità, per la fioritura culturale ed economica.

Al cuore della riflessione di Leopold Kohr vi è la teoria delle dimensioni, secondo cui la causa di quasi tutte le miserie sociali è una sola: la grandezza. Per Kohr il raggiungimento di dimensioni eccessive non rappresenta uno dei tanti problemi sociali, ma è l’origine di ogni problema dell’universo. Ad esempio, le stelle esplodono quando raggiungono una dimensione eccessiva perché hanno superato i limiti invalicabili dell’espansione della materia; il corpo umano si ammala di cancro perché un gruppo di cellule ha cominciato a svilupparsi oltre i limiti fissati dalla natura; analogamente, se un organismo sociale si lascia prendere dalla febbre dell’aggressività, della brutalità o da una follia collettiva, spiega Kohr, «ciò avviene non perché esso sia caduto sotto un cattivo governo o sia colpito da aberrazione mentale, ma perché gli individui – che sono così amabili se presi uno ad uno o in piccoli gruppi – si sono fusi in unità sociali eccessivamente vaste, come le masse proletarie, i grandi sindacati, i cartelli, o le grandi potenze, incominciando quindi a scivolare lentamente verso un’inevitabile catastrofe» (p. 10).

Se una società supera le dimensioni che più le si addicono, i suoi problemi finiscono per moltiplicarsi con una rapidità maggiore della capacità umana di affrontarli. Oltre una certa dimensione i problemi economico-sociali diventano assolutamente ingestibili e irrisolvibili. L’unica soluzione, per lo studioso austro-americano, è quindi quella di ridurre i problemi a una grandezza accettabile, rimpicciolendo gli organismi che, sviluppandosi, hanno superato i loro limiti naturali. Non bisogna creare unità sociali ancora più vaste e governi ancora più potenti, come auspica la grande maggioranza degli uomini politici e degli scienziati sociali, ma piuttosto eliminare quegli organismi sovra sviluppati e restaurare un sano sistema di piccole entità facilmente controllabili, come quelle che hanno caratterizzato certe epoche passate.

A confermare questa teoria si può rilevare che nonostante la crescita zero nel secondo trimestre del 2014, la “piccola” Svizzera è il paese più competitivo al mondo. Secondo il World economic forum la Svizzera si tiene stretto il suo primato per il sesto anno consecutivo. I suoi punti di forza sono: “la trasparenza delle istituzioni, la capacità di innovazione e ricerca, la buona cooperazione fra il settore pubblico e privato, l’efficacia del mercato del lavoro, il sistema educativo e l’infrastruttura.”

Kaspar Villiger, per due volte presidente Confederazione elvetica, qualche anno fa scrisse: «Il federalismo svizzero vive del principio sancito nella Costituzione. È la sussidiarietà verticale istituzionale, dal basso verso l’alto: quello che non può fare il singolo cittadino lo fa il Comune, ciò che non può fare il Comune lo fa il Cantone e quello che non fa il Cantone lo fa la Confederazione. Questo enorme vantaggio svizzero funziona solo se chi decide la spesa è anche colui che decide le imposte. In altre parole, si tratta di ciò che il popolo svizzero accettò a larghissima maggioranza nel 2004 nell’ambito degli articoli costituzionali per la nuova perequazione finanziaria e il nuovo riparto dei compiti tra Confederazione e Cantoni. In una frase: chi comanda paga, chi paga comanda.» Nella Repubblica di Venezia questo sistema funzionò per circa 1.100 anni.

Ora, perché un Sindaco che rappresenta un cittadino su quattro (è così da molte legislature) esercita un potere illimitato sulle proprietà di tutti i 111.620 vicentini, che anche attraverso i propri avi sin dal 1906 hanno pagato l’istituzione delle Aim? E qui vorrei suggerire per l’ennesima volta la lettura e l’interpretazione dell’Articolo 49 della Costituzione italiana: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.»

In questo articolo di sole venti parole le chiavi sono “diritto”, ovvero tutti i cittadini hanno diritto a costituirsi in partiti, non l’obbligo. Mentre le altre due parole chiave sono: “per concorrere”, vale a dire che se i partiti politici contribuiscono a concorrere, chi sono gli altri “concorrenti” e “contributori” (?) che partecipano alla determinazione della politica nazionale se non i cittadini stessi in prima persona attraverso gli istituti di partecipazione popolare; che nel caso specifico dovrebbe essere un referendum senza quorum confermativo o meno, considerato che quelli “consultivi” sono, sic et simpliciter, solo un furto di democrazia?

Oppure al Comune di Vicenza si vogliono rinverdire i “fasti” fallimentari del Cis (Centro intermodale servizi) dove a fallire furono i sindacalisti promossi a imprenditori; della Società Aeroporti Vicentini Spa dove a sbatterci il grugno fu un disinibito politico di lungo corso; oppure alla più recente débâcle del golden boy di una storica famiglia imprenditoriale vicentina, che proprio in questi giorni ha avuto la destrezza di dimettersi dalla fu Fiera di Vicenza? Beninteso, il tutto a spese dei contribuenti vicentini.

Come constatazione conclusiva vorrei ricordare ai lettori quel famoso aneddoto sull’aquila che credeva di essere un pollo. Il magnifico rapace, catturato quand’era un pulcino, venne costretto a razzolare insieme ai pennuti di un pollaio. Crescendo, e pur conservando il suo magnifico e regale piumaggio, l’augusto volatile seguitò a comportarsi come gli era sempre stato “insegnato”, cioè da gallina. Nel celebre best seller di Anthony de Mello, la metafora si è fatta titolo: messaggio per un’aquila che si crede un pollo. Ecco, ora immaginate di essere voi i polli. Questa è una cattiva notizia. Ma ce n’è anche una buona: siete, nello stesso tempo, anche le aquile, nel senso che la vostra è una sindrome da indottrinamento curabile e guaribile. Aristotele diceva: «è vera democrazia quando sono gli indigenti a governare e non i potenti».


https://www.facebook.com/groups/2376236 ... nt_mention


Mazarol Veneto ha scritto:

Gino Quarelo senti ma la storia la leggi su Wikipedia? O mi consigli di leggerla sui libri di testo italiani? Mi spiace ma la storia le recupero dai libri di testo e da ricerche personali,se affermi che Venethia non era uno stato o sei interessato a modificare la realtà o non hai le conoscenze base per capire di cosa stai parlando,La Serenissima ha 1100 anni di storia repubblicana quando nel resto dell'europa c'erano solo imperi e monarchie assolute,ancor prima le Venethie et Istria erano la X regio romana per quasi 600 anni se vuoi negare questo, l'olocausto per tè non può esserci e le stragi di Stalin in russia nemmeno! Dedizione=scegliere di far parte di una nazione non esserne sudditi!


Gino Quarelo scrive:

Troppa presunzione, arroganza, ignoranza e idolatria.

1) Wikipedia è un'ottima fonte enciclopedica, la più completa enciclopedia della terra, anche se su talune voci vi possono essere delle imprecisioni, degli errori e qualche deformita ideologica;

2) le fonti letterarie sono molte e non solo "italiane" e nemmeno solo "venetiste", in molte lingue, anche in quellee italiana, in inglese, in tedesco, in francese, in latino, in slavo, in spagnolo, in cinese, ... .

3) la "Venethia" non è ma stata uno stato;

4) la Serenissima non ha 1100 anni di storia repubblicana (aristocratica) ma molti di meno, circa 700 e fino alla conquista di Bisanzio da parte degli Ottomani nel 1453, Venezia faceva parte dell'impero bizantino (come ducato bizantino) anche se nell'ultimo periodo era in lotta con Bisanzio, abbandonata ai turchi ottomani maomettani dal resto della cristianità dopo lo scisma religioso tra ortodossi e cattolici romani (https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_Scisma );

5) in Europa non vi erano solo monarchie e imperi ma anche liberi comuni e libere città e leghe tra comuni e città e gli imperi non erano per nulla assolutisti (la Magna Carta è del 1215 https://it.wikipedia.org/wiki/Magna_Carta );

6) durante l'impero romano d'occidente l'area veneta ha fatto parte della X Regio (istituita da Augusto) per circa 3 secoli (dal 7 al 314 d.C.), regione che poi prese il nome di Venetia et Histria con Diocleziano (riforma amministrativa in diocesi ( https://it.wikipedia.org/wiki/Italia_(diocesi) ) sino a quando nel 476 d.C. venne destituito l'ultimo imperatore romano a Ravenna e iniziarono i regni germanici;
questa regione X Regio e poi Venetia et Histria non era uno stato ma una suddivisione amministrativa dell'Italia romana e dell'impero romano;
in quest'area non vi erano solo i veneti ma molti altri popoli o genti: Euganei, Reti, Celti, Istri, Camuni, e via discorrendo;

7) le città venete e non venete che si diedero a Venezia non erano parti paritarie e sovrane di una nazione comune ma erano suddite, anche se godevano di autonomia amministrativa;
la Repubblica Aristocratica Veneziana non era una federazione di città ma uno stato centralista a signoria veneziana e per questo è finita nella polvere.



Un'altra idiozia che circola tra i venetisti venezianisti invasati dal Mito di Venezia (che idolatrano come una divinità, resa divina secondo loro dalla fede cristiana e in particolare dalla variante marciana con il suo San Marco, anch'esso mitizzato e idolatrato; mitizzazione infantilmente gonfiata sulle passate glorie della potenza imperiale veneziana), è quella che la Costituzione USA fu fatta copiando quella veneziana:


Un'altra idiozia che circola tra i venetisti venezianisti invasati dal Mito di Venezia è quella che la Costituzione USA fu fatta copiando quella veneziana e che l'ordinamento dello stato americano :si sia ispirato a quello veneziano.

La foła ke ła Serenisima ła gapie ispirà ła Costitusion Meregana
viewtopic.php?f=148&t=2405

Ensemense e peke venetiste e venesianiste
viewtopic.php?f=183&t=2389



Mazarol Veneto
Gino Quarelo ma se invece di fare le pulci(male) alla Serenissima ti concentrassi su l'italia e i savoia ci sarebbe da ridere!WSM!!,


Gino Quarelo
Non si tratta di fare le pulci alla Serenissima veneziana ma di smascherare le balle sulla storia che raccontano certi venetisti-venezianisti, che è cosa ben diversa.
Con le balle non si costruisce niente di buono e non si va da nessuna parte.
La storia va raccontata giusta e i venetisti-venezianisti che raccontano balle non fanno altro che ingannare la gente come fanno gli italianisti con le loro balle e i loro miti: romano, rinascimentale, risorgimentale, repubblicano.
Per quanto riguarda l'Italia, non mi faccio alcun riguardo e non sono terzo a nessuno:

I primati dello stato italiano e dell'Italia in Europa e nel mondo
viewtopic.php?f=22&t=2587


Gino Quarelo
Solo la verità, qualunque essa sia, aiuta a migliorare, le balle invece fanno sempre peggiorare.

Mazarol Veneto
Gino Quarelo se ti riferisci alle balle che racconterei io,credo tu sia fuori strada,potranno esserci delle inesattezze,ma le linee principali assolutamente corrette,devi leggerle nel contesto dell'epoca,non con gli occhi di oggi e soprattutto leggendo e studiando libri di storia non di testo che contengono solo la versione dei cosiddetti vincitori, ti voglio sottoporre un antico detto Veneto,il popolo non mente," co Venesia governava se disnava e se senava,soto al regno dei Lorena se se disna no se sena ma l'e soto dei Savoia che se patis na fame boia" se non la capisci ti faccio la traduzione!

Gino Quarelo
Le balle e le fole storiche che raccontano tanti venetisti-venezianisti, compreso ti.
Infatti, alla fine del 1700, tutti (veneziani e non veneziani, aristocrazia e popolo, dominanti e sudditi) stavano tutti così bene che nessuno, nemmeno i veneziani e l'aristocrazia veneziana, ha sentito la necessità, il dovere, il bisogno, l'urgenza, l'amore di rischiare mettendo in gioco la sua vita e i suoi beni per difendere, il Paradiso Veneto, la Repubblica Veneziana e il suo dominio, che strano vero?
Hanno lasciato che Napoleone entrasse, invadesse, conquistasse, abbattesse e depredasse e Venezia lo ha pure finanziato con milioni di ducati, perché mai?
I veneti si sono ribellati solo al dominio austriaco nel 1848 issando il tricolore che a Venezia portava anche il leone marciano; poi in 150 anni non si sono mai ribellati all'Italia, mai, che strano vero?
Ma che razza di genti sono questi veneti, che si lasciano invadere, si fanno derubare, ammazzare, cacciare dal loro paese e opprimere senza mai ribellarsi?

Mazarol Veneto
Gino Quarelo se c'è qualcuno che spara cazzate senza conoscere la storia sei tu,infatti la Serenissima era alleata della Francia e si era dichiarata neutrale nella disputa con l'impero Austroungarico!

Gino Quarelo
Mazarol Veneto ha scritto:
Gino Quarelo se c'è qualcuno che spara cazzate senza conoscere la storia sei tu,infatti la Serenissima era alleata della Francia e si era dichiarata neutrale nella disputa con l'impero Austroungarico!

Gino Quarelo scrive
Beh essere alleati significa essere di parte e non neutrali; in ogni caso Venezia non si era alleata con Napoleone contro l'Austria.
Lasciare che un esercito entri nel tuo territorio per aggredire un'altro paese vicino significa essere complici dell'aggressore.
Poi lasciare che due paesi si facciano la guerra nel tuo territorio distruggendolo a danno della tua gente, dei tuoi sudditi, del tuo popolo è da irresponsabili, dementi e criminali;
come è irresponsabile e criminale lasciare che un esercito aggressore invada il tuo paese per fare la guerra ad un altro con tutto quello che comporta in fatto di distruzione e di male per il tuo paese e per la tua gente;
se poi il tutto è dovuto a calcoli meschini e sbagliati e a vigliaccheria è ancora peggio, come ha dimostrato la storia e la fine miserabile e vergognosa della Repubblica Veneziana.
Venezia doveva mobilitare l'esercito, le cernide e tutta la popolazione delle terre venete, non appena Napoleone si apprestava a valicare le Alpi per fare la guerra all'Austria nel Ducato di Milano.


Mazarol Veneto
Gino Quarelo la Serenissima concesse a enrambi i contendenti di attraversare il proprio territorio,certamente non si sarebbe mai aspettata che proprio il suo alleato la aggredisse con motivazioni false e faziose,ci fù al maggior Consiglio un aspro dibattito se restare una nazione neutrale ma armata o disarmata,prevalse purtroppo la seconda tesi e fù fatale,per quanto riguarda poi il fatto che nessuno fece resistenza,balla colossale vedi le pasque Veronesi ma soprattutto gli Sciavoni di Perasto,ammainarono il Gonfalone con sommo dispiacere il 22 di agosto mesi dopo lo scioglimento del M.C. e le dimissioni del Doge Manin! Frà l'altro il nano maledetto ne fece tantissimi altri di danni nel mondo,ma ti rammento anche una sua frase emblematica: sarò per voi un'altro Attila dimostrando se non altro di conoscere molto bene la storia,a differenza di tè!WSM!!!


Venezia doveva mobilitare l'esercito, le cernide e tutta la popolazione delle terre venete, non appena Napoleone si apprestava a valicare le Alpi per fare la guerra all'Austria nel Ducato di Milano, ma demenzialmente non lo fece.
https://it.wikipedia.org/wiki/Caduta_de ... di_Venezia

Mazarol Veneto
Gino Quarelo ma se ce l'hai tanto con la Serenissima e di conseguenza con i Veneti perchè no te ne torni a casa tua con tutto il tuo popolo italiano e ci lasci vivere in pace senza tante rotture di coglioni!? Noi non vogliamo certo comandare a casa degli altri cosa che mi sembra invece habbiamo sempre voluto fare tè e i tuoi cugini!

Gino Quarelo
Non confondere i veneti con la Serenissima e i veneziani. Io sono a casa mia, io sono veneto vicentino e non sono né serenissimo né marciano. Il mio modello è la Svizzera e non la Serenissima che è morta e sepolta e ha dimostrato di non saper stare in linea con i tempi.

Mazarol Veneto
Gino Quarelo ma di cosa parli? Se non capisci il fatto che la storia si colloca nel periodo storico in cui si svolgono i fatti no potrai mai comprenderla,ricordati comunque che la svizzera che come dici giustamente è anche per mè il modello da copiare,altro non è che la Serenissima democratizzata con il sistema di democrazia diretta!

Gino Quarelo
La storia è una continuazione di fatti legati l'uno all'altro che si spiegano tra loro e che non esistono da soli indipendentemente da ciò che li precede e ne è causa e da ciò che ne consegue come effetto. La Svizzera non c'entra nulla con Venezia serenissima, non vi è alcuna somiglianza. Venezia e la sua Serenissima hanno fatto il loro tempo e da 220 anni la Serenissima non esiste più; è rimasta solo la citta di Venezia come una delle sette città venete e come tale va considerata in una prospettiva che guarda al futuro.

Mazarol Veneto
Gino Quarelo questa battuta dimostra chiaramente che non conosci almeno una delle due repubbloche!

Gino Quarelo
Vedi il Patto del Grütli a fondamento della Svizzera non è simile alle dedizioni delle città venete e non venete a Venezia. Spiegaci tu in che cosa la Svizzera era simile alla Serenissima veneta e/o in che cosa possiamo considerare simili queste due entità, una viva la Svizzera e una morta e sepolta la Serenissima.

Patto del Grütli
https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_eterno_confederale

Domini di Terraferma (dedizioni)
https://it.wikipedia.org/wiki/Domini_di_Terraferma


Mazarol Veneto
Gino Quarelo e daghea co wikipedia! Per capire quanto sia affidabile,vai a vedere la storia di Giuseppe Viskovich e lo capirai da solo,infatti lo definiscono militare italiano! Uno che nasce e muore a Perasto nel 1848 come può essere italiano?!

Gino Quarelo
A me di Viscovich non interessa nulla o relativamente; quella dell'attribuzione della nazionalità italiana ai personaggi appartenenti ai vecchi stati preunitari è un'annosa questione irrisolta che non sminuisce affatto la valenza di wikipedia in generale. Questi sono aspetti marginali e ideologici che ritroviamo anche nella storia raccontata dai venetisti che la piegano a loro piacimento.
Wikipedia è una fonte importante a portata di clic molto utile come riferimento e punto di partenza per eventuali ulteriori approfondimenti su molte questioni.

Mazarol Veneto
Gino Quarelo quelle che per tè sono questioni marginali,dimostrano solo che da buon italoveneto di preconcetti ideologici sei pieno tù come purtroppo tanti tuoi conterranei,pronti a millantare crediti e a sminuire chi non la pensa come tè,a prescindere dalle tante dimostrazioni contrarie al politicamente corretto,se invece di continuare a leggere sul web provi a leggerti Alvise Zorzi,Tizziano Lanza Bepin Segato e Piero Favaro ti renderesti conto di quante cavolate stai leggendo! Ci sono dentro ai loro libri tanti riferimenti e riscontri che forse ti faranno ragionare un pò di più con la tua testa!


Gino Quarelo

Mazarol Veneto ha scritto:
Gino Quarelo quelle che per tè sono questioni marginali,dimostrano solo che da buon italoveneto di preconcetti ideologici sei pieno tù come purtroppo tanti tuoi conterranei,pronti a millantare crediti e a sminuire chi non la pensa come tè,a prescindere dalle tante dimostrazioni contrarie al politicamente corretto,se invece di continuare a leggere sul web provi a leggerti Alvise Zorzi,Tizziano Lanza Bepin Segato e Piero Favaro ti renderesti conto di quante cavolate stai leggendo! Ci sono dentro ai loro libri tanti riferimenti e riscontri che forse ti faranno ragionare un pò di più con la tua testa!

Gino Quarelo scrive:
Piero Favaro non è uno storico ma un raccontatore di fole, di storie inventate, come questa:
https://dalvenetoalmondoblog.blogspot.c ... santi.html

Alvise Zorzi poi è tra gli storici più critici di Venezia, si sentiva italiano e non era certo indipendentista:
http://www.repubblica.it/cultura/2016/0 ... -139828115

La storia contà da Alvixe Xorxi
viewtopic.php?f=148&t=2335

Bepin Segato, di cui ho tutti i suoi libri era preso dal mito di Roma e di Venezia, non ha potuto approfondire criticamente a fondo le vicende storiche venete perché morto relativamente giovane a 50 anni.
Ła Storia Veneta contà da Bepin Segato
viewtopic.php?f=148&t=572


Tiziano Lanza poi, non è certo uno storico:
https://www.ilgazzettino.it/home/secess ... 23197.html



Qua vi sono altre storie dei veneti che vengono raccontate qua e là: alcune buone, altre meno buone, talune inventate, altre false. Io le raccolgo tutte per esaminarle cercando di discernere il buono e il vero dal falso; imparando laddove vi è qualche informazione criticamente buona vera e utile.
viewforum.php?f=148



Mazarol Veneto
Gino Quarelo sarebbe una cosa buona e giusta se la facessi con equilibrio e senza considerare falso quello che trovi come riscontri contrari al politicamente corretto che frà l'altro è il maggior divulgatore di balle a cominciare dall'unità d'italia. In ogni caso se anche c'è una qualche esagerazione nei veneti,prima che pareggino il conto con i giacobini italioti non credo basteranno i 200 anni di balle italiane!


Gino Quarelo

Mazarol Veneto ha scritto
Gino Quarelo sarebbe una cosa buona e giusta se la facessi con equilibrio e senza considerare falso quello che trovi come riscontri contrari al politicamente corretto che frà l'altro è il maggior divulgatore di balle a cominciare dall'unità d'italia. In ogni caso se anche c'è una qualche esagerazione nei veneti,prima che pareggino il conto con i giacobini italioti non credo basteranno i 200 anni di balle italiane!


Gino Quarelo risponde
No no, non si tratta di semplici esagerazioni ma di gravi omissioni e negazioni, gravi falsificazioni e fantasiose interpretazioni:
La più grande omissione-negazione è quella relativa ai 900 anni di storia non bizantina e non veneziana delle città della terraferma veneta che costituiscono la maggior parte dei veneti.
Una grande falsificazione è quella di assumere per questi veneti e per questo lunghissimo periodo, la storia di Venezia come fosse la loro.
Un'altra omissione-falsificazione è quella relativa alla storia bizantina di Venezia.
Un'altra omissione-falsificazione grave è quella sulle responsabilità e colpe di Venezia e della sua aristocrazia sulla fine della Repubblica Veneta e sulla mancata promozione e formazione di una vera nazione, di un vero popolo e di un vero stato veneto di tutti i veneti;
scaricando le responsabilità e le colpe sulla Francia e su Napoleone.
Un'altra falsificazione è quella sul Plebiscito del 1866 in cui i veneti vengono fatti passare per vittime di una costrizione come se i veneti non avessero aderito ai moti risorgimentalisti italiani con i loro miti, falsificazioni e le loro illusioni, senza contare che non vi è stato alcun moto politico, popolare di piazza per rivendicare la ricostituzione della Repubblica Veneta, nemmeno a Venezia.
Tralascio il resto.


Mazarol Veneto
Gino Quarelo caro Gino,si vede benissimo che sei un Veneto italianizzato, primo Venethicia è la città dei venetici non viceversa, secondo frà due imperi per sopravvivere era necessario scegliere uno dei due e giustamente i nostri antenati scelsero l'impero Bizzantino che data la sua distanza geografica ne garantiva maggiore autonomia,terzo se vai a verificare stranamente i confini della Serenissima anche se dopo 800 anni coincidono con quelli della X regio,quarto il plebiscito e quanta'altro sono stati imposti con la forza come ora le tasse e le gabelle italiote,quinto anche nel popolo Veneto ci sono imbecilli che hanno commesso errori. Ma se non ragioni alla veneta queste cose non le capirai mai,il popolo Veneto esiste da più di tremila e cinquecento anni,non è mai stato un popolo di conquistatori ma di colonizzatori al quale hanno aderito anche famiglie non venete ma soprattutto è da sempre un popolo liquido e come tale si adegua agli spazzi disponibili al momento ma non ha mai perso la sua natura di liquido e piano piano riprende la sua identità!WSM!!!


Mazarol Veneto ha scritto:

Gino Quarelo caro Gino,si vede benissimo che sei un Veneto italianizzato, primo Venethicia è la città dei venetici non viceversa, secondo frà due imperi per sopravvivere era necessario scegliere uno dei due e giustamente i nostri antenati scelsero l'impero Bizzantino che data la sua distanza geografica ne garantiva maggiore autonomia,terzo se vai a verificare stranamente i confini della Serenissima anche se dopo 800 anni coincidono con quelli della X regio,quarto il plebiscito e quanta'altro sono stati imposti con la forza come ora le tasse e le gabelle italiote,quinto anche nel popolo Veneto ci sono imbecilli che hanno commesso errori. Ma se non ragioni alla veneta queste cose non le capirai mai,il popolo Veneto esiste da più di tremila e cinquecento anni,non è mai stato un popolo di conquistatori ma di colonizzatori al quale hanno aderito anche famiglie non venete ma soprattutto è da sempre un popolo liquido e come tale si adegua agli spazzi disponibili al momento ma non ha mai perso la sua natura di liquido e piano piano riprende la sua identità!WSM!!!


Gino Quarelo risponde alle affermazioni di Mazarol Veneto che più che storia vera esprime la sua fantasia :

1) Gino Quarelo caro Gino,si vede benissimo che sei un Veneto italianizzato, ...
GQ Sicuramente italianizzato come te e tutti quelli come te, con documenti italiani e


2) primo Venethicia è la città dei venetici non viceversa,

3) secondo frà due imperi per sopravvivere era necessario scegliere uno dei due e giustamente i nostri antenati scelsero l'impero Bizzantino che data la sua distanza geografica ne garantiva maggiore autonomia,

4) terzo se vai a verificare stranamente i confini della Serenissima anche se dopo 800 anni coincidono con quelli della X regio,

5) quarto il plebiscito e quanta'altro sono stati imposti con la forza come ora le tasse e le gabelle italiote,

6) quinto anche nel popolo Veneto ci sono imbecilli che hanno commesso errori.

7) Ma se non ragioni alla veneta queste cose non le capirai mai,il popolo Veneto esiste da più di tremila e cinquecento anni, non è mai stato un popolo di conquistatori ma di colonizzatori al quale hanno aderito anche famiglie non venete ma soprattutto è da sempre un popolo liquido e come tale si adegua agli spazzi disponibili al momento ma non ha mai perso la sua natura di liquido e piano piano riprende la sua identità!WSM!!!



Intendi questo libro:
L'aquila e il leone. I contatti diplomatici per un accordo commerciale fra gli Stati Uniti d'America e la Repubblica Veneta– 1989
di Del Negro Piero - Ambrosini Federica

O intendi un libro che non consosco e che tratta della battaglia di Vicenza del 1513 durante la guerra di Cambrai?
http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/ ... e-1.173010


La fatale illusione
http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/ ... ro-49.html

«Visto come è andata a finire la Repubblica di Venezia, è bene agire, con decisione e presto» avverte Federico Moro sullo stato delle cose che stiamo malamente vivendo ai nostri giorni.A tal proposito lo storico veneziano ha pubblicato per Linea Edizioni "Venezia neutrale. La fatale illusione", un interessante lavoro comparativo di cui parlerà con il pubblico oggi, sabato 17 giugno, alle 19 alla libreria Giunti della stazione di Venezia, introdotto da Lisa Marra.«Venezia neutrale è un libro che utilizza la storia veneziana del Settecento come "caso di studio" con quella dell'Italia ed Europa dei giorni nostri - spiega Moro -. Identici sono il bisogno di riformare una struttura dello stato ormai fatiscente, di integrare al suo interno masse di individui tenute ai margini, di fronteggiare minacce provenienti dall'esterno in un mondo veloce e in radicale cambiamento». Il volume parte con una presentazione sulla situazione geostrategica, economica e sociale della Repubblica veneziana a metà del 1700, ne analizza gli sforzi di cambiamento e il perché del fallimento dei riformatori per arrivare a ricostruire freddamente gli eventi del 1796 e 97 che portarono alla fine del più antico Stato d'Europa. «Infine "presenta il conto" - aggiunge lo storico con lo spirito di realpolitik che lo contraddistingue - Cioè mostra insieme le conseguenze della caduta dello Stato, il prezzo pagato da Venezia. La conclusione è chiara: è una pagina di storia che ancora fa discutere e ci ammonisce a riflettere con attenzione, perché gli errori si possono sempre ripetere».


Interessanti osservazioni e critiche sulla falsificazione della storia veneta da parte dei venetisti-venezianisti, di Pento Alberto
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 3609531384

Mazarol Veneto
Gino Quarelo niente di nuovo sotto il sole,a parte un piccolo particolare,frà le famiglie che fondarono Venezia,le cosiddette apostoliche,c'era anche una famiglia Istriana,come mai?


Non vi è nulla di strano e di esoterico:
l'area costiera e lagunare dell'alto Adriatico dall'Istria a Ravenna, alla fine dell'Impero romano d'Occidente era divenuta dominio dell'Impero romano d'Oriente con capitale Costantinopoli che poi divenne Bisanzio, come Rivoalto nel 1200 circa assunse il nome di Venezia.
Quindi non vi è nulla di strano che una famiglia di origini istriane sia entrata a far parte delle 12 famiglie cosidette apostoliche; molte sono le famiglie di quest'area costiero-lagunare di origine non propriamente veneta ma istriana, dalmata, greca, armena, ecc. non per niente il primo doge lagunare si chiamava Paoluccio Anafesto ed era di origine greca come ben indica il suo cognome.

Mazarol Veneto
Gino Quarelo ma ti sei letto quello che ti ho scritto in precedenza? Se è per il fatto che ci siano dei cognomi diversi da quelli veneti,ti dò un'assist,i Pisani erano di origine toscana,per questo siamo in pò etruschi?

Gino Quarelo
Un paragone che non sta in piedi perché la laguna veneta non è mai stata dominio etrusco, toscano o pisano mentre è stata per quasi sette secoli dominio dell'Impero Bizantino.

Mazarol Veneto
Gino Quarelo che sia stato un Ducato di Bisanzio nessuno lo ha mai negato,come vedo non leggi o non vuoi capire,con la caduta dell'impero romano d'occidente era obbligatorio allearsi con qualcuno,i veneti scelsero Bisanzio e a ragione,come fecero con i Romani nel 200 a.c. allearsi non vuol dire essere conquistati ma avere alcune libertà che altrimenti non potresti mai avere,come stà avvenendo ora! Caro Gino se vuoi rimanere italiano fallo pure ma non denigrare un grande popolo che ebbe il solo difetto di ascoltare una volta i giacobini come tè!WSM!!!

Gino Quarelo
Alla fine dell'Impero romano d'Occidente "i veneti" o meglio le "genti venete" non scelsero Bisanzio, la maggior parte delle genti venete continuò ad abitare nelle sue città storiche e nei suoi paesi, a queste poi si aggiunsero i migranti germani che diedero vita ai Regni Goti (detti anche demenzialmente romano barbarici), ai Ducati e ai Regni Longobardi e fecero parte dell'Impero Franco Carolingio e del Sacro Romano Impero, allo stesso modo che i veneti delle lagune e Rivoalto/Venezia fece parte dell'Impero Bizantino.
Il rapporto numerico delle popolazioni, intorno al V e VI secolo d.C., era pressapoco questo: 3/400 mila veneti di terra (compresa l'area friulana) facevano parte dei domini germani mentre 40/50mila veneti costieri e lagunari facevano parte dell'Impero bizantino;
quindi sostenere che i veneti scelsero Bisanzio è semplicemente demenziale.


Mazarol Veneto
Gino Quarelo
senti un pò fare il Sebastiano Venier ossia il bastian contrario non ri calza,io faccio il Mazarol e di quello che parli ne sono a conoscenza da sempre perchè c'ero,se ignori di chi stai dando del demente,prova,visto che ti viene bene farti un giro sul web e cerca informazioni sul Mazarol o come mi chiamavano da alcune parti al Mazariol e poi scusati!

Gino Quarelo
A me non interessa chi sei o non sei, io mi esprimo su quello che dici e se quello che dici è illogico e demenziale io dico che è illogico e demenziale, anche se non ti piace.


Mazarol Veneto
Gino Quarelo ti ripeto io c'ero e non parlo mai o quasi per sentito dire! La logica ognuno ha la sua,gli italiani dicono che xi hanno liderato perchè da noi hanno lasciato un sacco di morti,per loro è logico che noi dabbiamo ringaziarli in eterno,la realtà però è completamente diversa,la storia o la guardi nella sua interezza o fai il gioco del nemico,estrapolare pezzi e provare a contestarli senza contestualizzarli ti fà solo commettere errori madornali!

Gino Quarelo
Sulla storia antica e medioevale tu non c'eri e parli solo per sentito dire, ripeti quello che altri hanno detto e che idolatramente e fideisticamente assumi come vero.
La logica è solo una e universale, è l'illogicità che è molteplice e che appartiene a chi non è logico ed presuntuoso e arrogante.
Gli italiani di cui parli sono composti o fatti anche da tanti veneti, dalla gran parte dei veneti, quindi quando parli degli italiani dovresti sempre ricordare che tra loro vi sono anche tanti veneti.
La realtà è diversa dalla fantasia ed è diversa non solo dalle falsità che raccontano certi italiani ma anche dalle falsità che raccontano certi veneti venetisti e venezianisti.
Non mi pare affatto che tu e i venetisti come te abbiate una visione d'insieme del complesso della realtà e della storia, mi pare invece che abbiate una visione parziale, distorta, falsata, fanatica, idolatra, presuntuosa e arrogante delle cose.


Un'altra idiozia dei venetisti-venezianisti è quella di scambiare i veneti per veneziani.
La realtà storica è che i veneziani sono gli abitanti di Venezia mentre i veneti sono gli abitanti della terra veneta che comprende anche Venezia e i veneziani oltre a Verona e i suoi veronesi a Vicenza e i suoi vicentini, Treviso e i suoi veneziani, Padova e i suoi padovani, Belluno con i suoi bellunesi e Rovigo con i suoi rodigini o rovigoti.
Nel periodo in cui Venezia aveva il suo "impero" i cittadini e i sudditi veneti e non veneti dello stato a dominio veneziano potevano definirsi ed essere definiti veneziani, ma da quando non esiste più lo Stato Veneto a dominio veneziano, i veneti e i non veneti degli antichi possedimenti veneziani non sono più definibili come veneziani.


Mazarol Veneto
Gino Quarelo ma sei proprio un inetto Venethia= città dei Vinetici o degli Eneti o Venetkens o Veneti sempre dello stesso popolo si parla con sfumature di denominazione che cambiano nei secoli,solo un coglione italico può non capirlo!


Alberto Pento
Verona, Vicenza, Treviso, Belluno, Padova, Este, Oderzo, ... sono tutte città abitate dalle "genti venete" almeno da 1500 anni prima che si formasse Rivoalto che poi fu chiamato Venezia per rimarcare la sua appartenenza alla terra veneta e la sua indipendenza dall'Impero di Bisanzio..


Mazarol Veneto
Gino Quarelo 0h! Ma ti stai ricredendo?

Gino Quarelo
Ricredendo su cosa? Genti venete e non genti veneziane. È Venezia che appartiene al Veneto e sono i veneziani che appartengono alle genti venete e non viceversa.

Mazarol Veneto
Gino Quarelo appunto quello che sostengo fin dall'inizio della nostra discussione!
Gino Quarelo
Allora tu sostieni come me che i veneziani sono veneti mentre i veneti non sono generalmente veneziani ma veneziani lo sono solo gli abitanti di Venezia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Veneti venezianisti idolatri, ademocratici e tanto ignoranti

Messaggioda Berto » mar feb 19, 2019 9:37 am

“Nessuna elaborazione politica, solo ricerca di potere”
15 Febbraio 2019
Lettere al giornale, Opinioni, Politica
Enzo Trentin


https://www.facebook.com/groups/2376236 ... up_comment

https://www.vicenzareport.it/2019/02/so ... rca-potere


Vicenza – Registriamo la testimonianza di Eraldo Barcaro (laureato in Medicina, neurologo, 71enne. Si schermisce come ormai in età geriatrica) quale ultimo presidente del partito “Veneto Stato” finito purtroppo – dice Barcaro – in un buco nero per il Veneto ed i Veneti, ma non per alcune persone.

Come nasce il partito indipendentista “Veneto Stato”?

Nasce con un patto fra alcuni movimenti indipendentisti Veneti, che sottolineavano la necessità di una lotta in comune per essere conosciuti sul territorio, e portare avanti un loro progetto politico-amministrativo. Questo seguiva, per quello che conosco, un tentativo analogo ma meno politico e più culturale fatto con i “Veneti”, e poi più chiaramente politico con “Veneto Libertà” che presentava ottime prospettive. Subito fu infiltrato da un personaggio regionale, non si sa bene da chi invitato, politicamente allevato dalla Democrazia Cristiana, e poi passato in numerosi altri partiti. In occasione della fondazione di “Veneto Stato” presi anch’io la parola, e come mio punto di plusvalore positivo indicai la mia recente espulsione dalla Lega Bossiana, Ma questa è un’altra sporca storia.

All’inizio, dopo un breve periodo di pace interna, incominciarono i malumori che nascevano da una tendenza di supremazia da parte di un gruppo trevisano che si credeva la mente del Movimento, cercando di relegare il braccio a manovalanza (almeno questa era la sensazione), che l’allora Presidente Giustino Cherubin (persona splendida da cui tutti noi che amiamo il Veneto abbiamo da imparare) cercava in ogni modo di tamponare e sedare. Si distinse, con sorpresa, Antonio Guadagnini. Costui era conosciuto per il tentativo, sfociato anche a Roma, di riunire il maggior numero di Sindaci veneti per cercare di trattenere almeno il 20% dell’Irpef nei vari territori. Oggi è conosciuto un po’ meglio, come illustrato qui [https://www.vicenzareport.it/2018/08/politica-indipendentismo-veneto/ ]. In un’altra importante riunione Guadagnini fu verbalmente molto duro nei confronti di Alessio Morosin e Ludovico Pizzati, allora rispettivamente presidente onorario e segretario di “Veneto Stato”. Lo si può riscontrare in alcuni video che girano ancora in Internet. Eppure sedeva accanto a loro fino al giorno prima. Sembrò una pugnalata alle spalle. E con l’eliminazione di Pizzati prese il suo posto.

Ai giorni nostri (potenza di certa politica) Guadagnini e Morosin allora tanto “fratelli coltelli”, sembra vadano a braccetto per convergere in un unico soggetto elettorale atto a ottenere qualche seggio in Consiglio Regionale nel 2020, passando prima per le amministrative di questa primavera. Ennesimo segno, a mio modo di vedere, che non perseguono un obiettivo politico, ma di potere similmente a quanto fece all’epoca il “duttile” Ettore Beggiato, che ha svolto il ruolo di foglia di fico della partitocrazia lasciando credere all’elettorato che anche quest’ultima fosse disposta all’autonomia e al federalismo. Infatti, ha fatto l’assessore per la Giunta di Giuseppe Pupillo [ex comunista – Durata mandato 11 maggio 1993 – 26 maggio 1994] e quella di Aldo Bottin [ex democristiano – Durata mandato 26 maggio 1994 – 26 maggio 1995], in tal modo “addomesticando” il voto degli elettori che lo credevano un innovatore autonomista, federalista, oggi indipendentista.

Questo modo di fare il “rappresentante” mi ricorda il paradosso del Comma 22. Ovvero: per i piloti ci potrebbe essere il modo per farsi esentare dalle missioni di guerra, perché: “Chi È pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo“, però “chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.“

Mi si consenta qui di parafrasarlo in questo modo: “dal 1861 la mala gestio dello Stato italiano è talmente documentabile per cui i veneti che chiedono l’indipendenza non sono pazzi”. Però ”chi chiede a «Indipendentisti Veneti», «ProVeneto», «Progetto Nord-Est», «Liga Veneta Repubblica», «Indipendenza Noi Veneti con Zaia», «Siamo Veneto», «Indipendenza Veneta», l’indipendenza o anche solo l’autonomia, è pazzo.” Anche perché dietro molte di queste sigle si cela una sola persona.

Ma soprattutto costoro non sono dei leader di pensiero, poiché non hanno una soluzione riguardo, ad esempio, all’inferma e sclerotica Unione Europea. Infatti, la Gran Bretagna fa fatica a uscirne, e l’eurocrazia sta facendo di tutto per “rendere dolorosa” la Brexit. I catalani che oggi sono in UE, una volta indipendenti vorrebbero restarci, ma è già stato detto loro che dovrebbero fare la trafila per appartenervi. Idem per gli scozzesi. Gli pseudo indipendentisti veneti, a questo proposito che progetto hanno? E ancora: hanno un’idea diversa di società? Non mi è noto! Naturalmente, un Veneto indipendente potrebbe anche diventare un nodo informatico, cognitivo-elitario per l’innovazione e/o l’eliminazione della tassazione a livello globale (es. Singapore); ma non si conoscono i progetti politico-istituzionale di questi soggetti.

Eppure “Veneto Stato” era un partito molto promettente. Nella primavera del 2012 aveva quasi 2000 soci. Poi si è letteralmente disgregato sotto la guida di Antonio Guadagnini. Cos’è andato storto?

Sì il Partito/Movimento, dopo la fondazione, ebbe una rapida crescita. Solo nella mia piccola città Rovigo facevamo circa un gazebo la settimana. Riuscimmo a proporne molti in vari Comuni della Provincia. Gazebi diurni e incontri serali, e sempre con interesse in crescita da parte della popolazione, che ai nostri interventi dichiarava: Magari ! C’era il direttore del giornale locale: «La Voce» (un’ottima personalità libertaria che dava molto spazio a varie idee e parole innovative) il quale faceva in modo che si potessero aprire ampi spazi di discussione, e in questi spazi, su qualsiasi tema, mi intrufolavo firmando con nome e cognome, ma sempre affiancando “Veneto Stato”. Nel volgere di un paio di anni almeno una cinquantina di articoli, che poi certe volte venivano pubblicati anche nell’edizione locale del «Gazzettino», e un altro giornale autoctono on line. Oltre a questo si erano in quel periodo indette varie conferenze stampa. Si iniziava a essere convocati come esponenti del Partito in varie assemblee e riunioni. Cominciavano a conoscerci personalmente e a stimarci. Si parlava di tutto all’infuori di posti, careghe, prebende, votazioni. Queste parole, questi termini, questi nuovi scopi vennero portati all’interno di “Veneto Stato” dal lessico di Guadagnini, e questo portò purtroppo all’implosione del movimento.

Il 13 ottobre 2013, similmente all’avvento del fascismo (naturalmente qui non mi si prenda alla lettera, perché siamo in una dimensione più banale), anche in “Veneto Stato” erano comparsi i “Ras di Guadagnini” (in fondo anche nella vecchia DC c’erano le “correnti”) di cui non farò i nomi per carità di patria. Tuttavia questi “pretoriani” realizzarono una mezza rissa. Il socio Luigi Pozza, di Bassano del Grappa, che stava filmando tutta la riunione si prese un pugno in faccia, tanto che chiamò le forze dell’ordine per denunciare il fatto. Con fatica ho cercato di buttare acqua sul fuoco tranquillizzando il più possibile le parti. È singolare che il verbale di questo ultimo Maggior Consiglio sia scomparso. Avevo chiesto di pubblicarlo sul sito di “Veneto Stato”, ma mi è stato risposto picche!

Successivamente Guadagnini non prese troppo bene un rapporto disciplinare stilato da Giovanni Dalla Valle per il Consiglio dei Diexe, e questi si trovò (da uno dei “Ras”con pseudonimo: Gatto Mannaro) brutalmente diffamato pochi giorni dopo sul sito “Basta Italia” [http://www.bastaitalia.org/il-venetismo-da-operetta-fa-harakiri/ ]. Un blog creato a scopi denigratori e coperto dall’anonimato da un altro disinibito sedicente indipendentista. Comprensibile che Dalla Valle se ne ritornasse (dopo oltre 30 voli ad hoc) nel Regno Unito sbattendo la porta.

Ci furono irregolarità troppo lunghe da descrivere. Potrei sintetizzare con la constatazione del fatto che non c’era alcuna elaborazione politico-programmatica, bensì la semplice ricerca di un potere. Basti osservare dove si trovano oggi i “Ras” su accennati: in qualche ente, o commissione, o alla presidenza di qualche associazione che senza i contributi pubblici nemmeno esisterebbe. Insomma, chi si propone come innovatore della mala gestio dell’Italia, nutre le stesse pulsioni di potere della vecchia Democrazia Cristiana.

Eppure un progetto mi sembra indispensabile, perché anche Antonio Gramsci (un autore da me frequentato pochissimo) ha descritto l’interregno (tra il distacco dall’Italia e il sorgere del nuovo soggetto indipendente) come il tempo in cui “il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.” Durante questo periodo il nuovo è percepito come una cosa folle, malvagia e pericolosa da contemplare. Così, consultando la mia rubrica, in data 13 ottobre 2013, riscontro d’aver scritto: “Maggior Consiglio – h. 09.00 – Hotel Venice Grisignano (VI) – Poi STOP !”. E qui finisco la mia testimonianza su “Veneto Stato”.

Ai giorni nostri si sta proponendo un nuovo soggetto politico che sembra molto promettente: “Asenblèa Veneta”. Cosa ne pensa?

Mi auguro sinceramente che mantenga le promesse, ovvero che sia la sede di una Intelligencija Veneta, e come hanno dichiarato che nessun aderente ai partiti indipendentisti che abbia un incarico, possa assumerne uno in “Asenblèa Veneta”. Tuttavia una vocina nel cervello mi continua a ricordare ciò che diceva Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». Ebbene, io noto quattro indizi, sui quale però lascio al lettore ogni valutazione:

Qui abbiamo il comitato promotore di “Asenblèa Veneta”: Marco Bassani, Andrea Favaro, Renzo Fogliata, Carlo Lottieri, Davide Lovat, Massimo Vidori.
Qui abbiamo il libro: «Io sovrano» di Antonio Guadagnini e Andrea Favaro. La mia pulce nell’orecchio è che ci sia una sorta di tentativo di tirare la volata a Guadagnini per le elezioni regionali del 2020.
Qui la stessa impressione la ricavo dal libro «Il rischio della libertà. Tra globalizzazione e diritto di autodeterminazione», autori Davide Lovat e Roberto Ciambetti. Quest’ultimo ha fatto carriera nella Lega Nord bossiana che sosteneva la secessione della Padania. Il suo seggio di Presidente del Consiglio regionale lo deve anche a quegli elettori che hanno creduto a questa promessa. Oggi però lo stesso personaggio, agilmente presente nella Lega salviniana (quella dell’Italia che si salva tutta unita), cerca di convincere l’elettorato veneto della bontà di una autonomia che si sa già non sarà tale.
Qui infine un intervento di Massimo Vidori che si firma indipendentista veneto. Singolare assonanza con «Indipendenza Veneta», partito di cui è stato portavoce sino a non molto tempo fa; mentre altri usano la dizione: Patriota Veneto.

Naturalmente spero che la vocina nel cervello altro non sia che un passeggero sintomo geriatrico. Tuttavia, già l’opera di Umberto Bossi provvide a depotenziare il federalismo (chi ne parla più oggi?); mentre Marco Pannella predicava la democrazia ma intanto faceva passare delle regole che limitano l’ingresso nelle istituzioni ai nuovi soggetti politici, e Antonio Di Pietro con “Italia dei Valori” predicava una moralità pubblica che si fa fatica a intravvedere; mentre adesso Matteo Salvini (e la sua attuale Lega) o Beppe Grillo che ultimamente ha cominciato a distinguersi dal M5*, altro non sono che dei Prof. Dulcamara intenti a distrarre l’opinione pubblica per la sopravvivenza del sistema partitocratico, senza la deterrenza e il contro bilanciamento dell’esercizio della democrazia diretta.

* * *

Qui finisce l’intervista realizzata alcuni giorni fa; ci corre ora l’obbligo di segnalare la notizia dell’ultima ora: l’Asenblèa Veneta fondativa, con presentazione di scopi, finalità, statuto, e organi. Si terrà domenica 17 febbraio a Limena (Pd), presso teatro “Falcone Borsellino” di Via Roma n. 44, dalle ore 9 del mattino. La partecipazione è riservata ai soli soci.


Alberto Pento
Par fortuna ke da ani a me so' cavà fora da sto falbo e farloco mondo "venetista e lighista", ma a go perso isteso masa tenpo par enparar, a gavaria podesto xvejarme prima, a gavaria sparagnà tenpo, skei e rabiade.
Mejo tardi ke mai!


Raffaello Domenichini
sintesi principali punti negativi/errati secondo te?

Alberto Pento
Ecco alcuni elementi negativi:
1) Infantilismo vittimista e irresponsabile nell'interpretazione delle vicende storiche
2) Mitomania venezianista e non riconoscimento delle gravi mancanze e lacune veneziane tra cui quella di non aver mai promosso un popolo e una nazione veneta di tutti i veneti e aver ostacolato in ogni modo l'evoluzione della sovranità democratica dei veneti in terra veneta;
lo scambiare i 4 secoli dello Stato Veneto a dominio veneziano per un periodo in cui vi era il paradiso in terra, paradiso che nessuno, nemmeno Venezia e i veneziani, ha difeso mettendo in gioco i suoi beni e la sua vita
3) Ideologismo teocratico marciano accompagnato da accentuato antisemitismo, uso politico della retorica religiosa cristiana anche da parte di atei storici conclamati, con derive filo nazi maomettane, autocratiche alla Putin e alla Maduro e nazi comuniste
4) Grave omissione della storia non veneziana della maggioranza dei veneti non veneziani a partire dalla fine dell'impero romano con disprezzo per i veneti non veneziani e per il veneto germanizzato diverso dal veneto lagunare bizantinizzato
5) Errata identificazione della Patria Veneta con la Repubblica Veneziana e i suoi domini
6) Confusione tra la condizione di sudditanza di gran parte dei veneti verso Venezia con una mai esistita cittadinanza veneta sovrana da parte di tutti i veneti e con una nazione veneta che ai tempi del dominio di Venezia non esisteva affatto checché ne dicano coloro che sventolano la scritta "semo na nasion"
7) Uso strumentale e pretestuoso dell'indipendentismo e dell'autonomismo veneto per carrierismo politico, protagonismi per trarre vantaggi personali, personalismi demenziali
8) Mancanze gravi di rispetto tra veneti e immoralità e slealtà diffusa nei comportamenti e nelle relazioni con gli altri
9) Disprezzo per la democrazia, esaltazione dell'arrogante aristocrazia ademocratica veneziana e dell'aristocratismo patriziale, demenze complottiste pluto-giudaico-massoniche, asssenza di un vero dibattito e confronto all'interno del mondo venetista
10) Fanatismi ed esaltazioni demenziali inutili e dannose; presunzioni e arrroganze a non finire;
un mondo pieno di demenziali presuntuosi patrioti che si credono in possesso della chiave per risolvere i problemi dei veneti e per portarli all'indipendenza, proponendosi e vendensosi come tali senza alcun ritegno e pudore



Coała xeła l'etega de l'endependenteixmo veneto?
viewtopic.php?f=126&t=1885

Referendo par l'endependensa e i fanfaroni
viewtopic.php?f=126&t=420

Veneti venezianisti marciani idolatri e teocratici, che disprezzano la democrazia e che non conoscono la storia e che la reinterpretano a loro gradimento e la ricostruiscono con fantasia.
viewtopic.php?f=183&t=2786

Coel parlamento veneto de tuti i veneti mai nato
viewtopic.php?f=183&t=2597

Parlamento Veneto e CNL, tuto fondà sol mito de Venesia, come se ła storia no ła contase gnente e come se el termene de ła Repiovega Veneta el fuse colpa e responsabełetà de altri fora ke dei veneti-venesiani e de Venesia ke ła jera ła çità domenante
viewtopic.php?f=167&t=1580
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Veneti venezianisti idolatri, ademocratici e tanto ignoranti

Messaggioda Berto » gio lug 25, 2019 7:40 am

Democrazia, cittadinanza, valori, doveri e diritti umani
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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