https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8283554605Par sti fanfaroni el referendo consoultivo en Veneto lè legal;http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... gal-no.jpgAlberto Pento En Catalogna el catalan Mas el ris-cia la prexon. La libertà non si conquista con le cadreghe
http://www.lindipendenzanuova.com/il-ca ... -rischia...
di CATTOLICI PER L’INDIPENDENZA DEL VENETO
Dopo la consultazione scozzese concordata col Governo di Londra dello scorso 18 settembre, un altro passaggio storico epocale è avvenuto in Europa.
Il governatore della Catalogna Artur Mas ha firmato il decreto per la convocazione del Referendum indipendentista del 9 novembre.
Nei prossimi giorni, forse già domani, il Governo di Mariano Rajoy approverà l’impugnazione del provvedimento davanti alla Corte costituzionale, per la sospensione del Referendum.
Il dado è tratto e ciò che sta accadendo in Catalogna è molto simile a quanto si sta verificando in Veneto, se non per la determinazione ed il coraggio del Governatore, certamente per lo scontro istituzionale in atto.
Ricordiamo infatti che anche il governo italiano ha impugnato la L.R. 16 approvata dalla Regione Veneto per l’indizione del Referendum sulla nostra indipendenza, di cui peraltro si attendono ancora i decreti attuativi per la concreta convocazione della consultazione popolare.
Il decreto firmato da Mas permette il voto ai catalani con più di 16 anni, ai residenti all’estero, ai cittadini UE residenti in Catalogna da almeno un anno ed agli extracomunitari residenti in Catalogna da almeno tre anni.
La corruzione della legalità formale spagnola è tale per cui Artur Mas rischia potenzialmente l’incriminazione per insubordinazione, reato per cui è previsto anche il carcere, e le istituzioni catalane il commissariamento.Di fronte alla permanente e confermata apertura al dialogo dei catalani, per arrivare ad una convocazione referendaria condivisa con Madrid, il governo centralista spagnolo continua a manifestare tutta la sua ottusa rigidità.
Alle articolate argomentazioni storiche, giuridiche, democratiche e di diritto naturale, da Madrid come da Roma, si risponde puramente con il refrain della presunta incostituzionalità.
“Senza legge non c’è democrazia”- ha aggiunto Soraya Sanz de Santamaria, vice premier spagnolo. La storia insegna invece esattamente il contrario: senza democrazia, e rispetto per i diritti naturali delle persone e dei popoli, non vi sono leggi legittime, e quindi doveri di cieca obbedienza.
Ancora una volta siamo colpiti dalla povertà intellettuale e morale con cui i difensori dei poteri degli Stati centralisti pretendono di giustificare la riduzione in schiavitù dei popoli, volendo vietargli la libera autodeterminazione.
Legalità formale e minaccia dell’uso della forza qualificano da sole i loro propugnatori, sono la cifra della loro antistoricità. In Europa, nell’anno del Signore 2014, non possono che soccombere sotto la volontà dei popoli liberi decisi a far valere i propri diritti naturali.
Madrid: referendum attentato a Stato. Mas procede o va ad elezioni?
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di GIULIO ARRIGHINI
C’era da aspettarselo. Il governo spagnolo, riunito in seduta straordinaria, ha approvato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il referendum sull’indipendenza convocato dal governo regionale catalano per il 9 novembre: lo ha reso noto il premier Mariano Rajoy, sottolineando come “niente e nessuno possa infrangere la sovranità dello Stato spagnolo”.
Artur Mas rischia anche il carcere, come già il nostro giornale ha scritto stamane e come riportano fonti di stampa. Sentite le illuminate parole del premier: Rajoy ha definito il referendum “illegale” e “demagogico”, ritenendo che “vada oltre i limiti della democrazia”: “Non fa che dividere i catalani, li allontana dall’Europa e mette a rischio il loro benessere, senza parlare della frustrazione alla quale condanna una parte dei cittadini catalani spingendoli a partecipare a una consultazione che non potrà mai aver luogo”. La sentenza della Corte sarà scontata e ripeterà l’esperienza della consultazione promossa a suo tempo dall’ex presidente regionale basco Juan José Ibarretxe, bocciata sia dalle Cortes che dal tribunale.
Il fatto che si tratti di un referendum “consultivo” non ammorbidirà il pensiero dei giudici. L’Estatut approvato sotto il governo Zapatero e approvato dalle Cortes a maggioranza socialista con un regolare iter parlamentare venne infatti denunciato da alcuni gruppi dell’ultradestra con l’appoggio del Partido Popular e fortemente limitato dalla Corte, i cui giudici sono a maggioranza conservatori: un “vulnus” che Barcellona non ha mai perdonato, e che il successivo governo conservatore non ha fatto nulla per sanare. Di fatto, e lo scrivono anche i media, l’esecutivo di Rajoy ha peggiorato la situazione con una polemica legge sull’istruzione che – secondo la Catalogna – ha l’obbiettivo di promuovere l’insegnamento in lingua castigliana a dispetto del vigente bilinguismo scolastico; né è stato trovato un equilibrio fiscale in grado di aumentare il grado di autosufficienza finanziaria della Catalogna, come accade al contrario per i Paesi Baschi (ai quali nemmeno la dittatura franchista, grata per l’appoggio della grande borghesia industriale, osò abolire i tradizionali “Fueros”, diritti di origine medievale).
Ora il boccino è in mano a Mas. Referendum subito o elezioni anticipate?
Una prima possibilità è quella di far svolgere il referendum del 9 novembre, col rischio di esporre gli organizzatori (e i membri dei seggi) a sanzioni amministrative o penali; l’alternativa spostare la resa dei conti con un peso politico diverso alle elezioni regionali anticipate. Ma che porrebbe il partito di Mas a confrontarsi gli altri indipendentisti di Erc. Poi ci sono i socialisti catalani del Psc, sostenitori di un negoziato fra le parti per una maggiore autonomia ma si trovano prigionieri fra l’incudine del Pp e il martello del Psoe: quest’ultimo, pur essendo un partito a statuto federale, non è certo disposto a guadagnare mezzo milione di voti in Catalogna schierandosi per il voto ma per lo stesso motivo di perderne molti di più a livello nazionale: il peso politico del Psc appare quindi secondario e rischia inoltre di perdere ulteriori consensi a sinistra a vantaggio di movimenti come “Podemos”.
Insomma, l’indipendenza ha sturato un lavandino politico tappato dal centralismo e da una visione ideologica dello Stato nazionale.
La scelta di Mas non sarà semplice.
Segretario Indipendenza Lombarda
???
Il catalano Mas rischia il carcere. La libertà non si conquista con le cadreghe
di CATTOLICI PER L’INDIPENDENZA DEL VENETO...
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30 settembre alle ore 7.14 · Mi piace · Rispondi · Rimuovi anteprima
Lucio Chiavegato Alberto Pento te vojo ben ma te disi dele putanade. Artur Mas el xe un caregaro anca lu, secondo la to teoria!!! È stato inoltre il rettore dell' Ayuntamiento de Barcelona ed è deputato nel Parlamento Catalano dal 1995. In quello stesso anno fu nominato consigliere della politica territoriale e delle opere pubbliche nel governo di Jordi Pujol, carica che occupò fino al 1997, quando fu nominato consigliere dell'Economia e delle Finanze.
1 ottobre alle ore 18.17 · Mi piace · Rispondi
Lucio Chiavegato Alberto Pento in sto caso la libertà la se conquista anca co la carega! E ti? Ghe spuito sora? Daiiii basta dir putanade.
1 ottobre alle ore 18.17 · Mi piace · Rispondi
Alberto Pento Caro Lucio no so miga mi ke digo putanae, go lomè postà scriti de altri par servir ła descusion. Ła Catałogna lè na realtà aotonoma lonsi ani luxe da ła nostra condision de suditansa; łi połedeganti fanfaroni veneti no łi xe gnanca da confrontar co coełi catałani.
Mi xe dal 1998 ke no vago a votar e sta pur seguro ke no ghe darò pì el me voto a kikesipia tanto manco a ti caro Lucio.
Te soviento de coełi del 9 deçenbre: diexe mexi endrio łi sigava ke łi garia mandà caxa tuti i parasidi e łi połedeganti ladroni e fanfaroni ma a poki mexi de distansa a nar caxa łi xe stà coełi del 9 deçenbre!
Parké no te ghe dixi a ła to xente ke el referendo de cu se parla lè lomè consoultivo e ke se anca vinçese i sì a l’endependensa no se garia gnaona endependensa parké no lè on referendo połedego vero?
Parké te scrivi ke sto referendo consoultivo lè legal coando ke no lè previsto da gnaona łej rexonal e del stato tałian e prasiò no standoghe na lej nol ga gnaona legałetà?
Ghe vol poco a parlar ciàro e a esar onesti e ver creansa par ła purpia xente o se ga sprèso par ła purpia xente a cu se pol contarghe on mucio de bàle?
Te soviento de ła figura ke ghì fato a łe elesion de Verona co ła Patrisia candedà a sinico?
Xe 20 ani ke łi połedeganti fanfaroni caregari leghisti (tałego-veneto-leghisti)łi ghe conta bàłe a łi pori veneti, vuto far anca ti come lori? No se concoista ła łebartà de on popoło co łe careghe del nemigo!
Mi a sò ke se manco e moro el mondo el va vanti isteso sensa far na piega ... ma forse se te mancasi ti Lucio Chiavegato o staltri "grandi e xluxeganti omani e połedeghi" Buxato, Moroxin, Comencini, Goadagnin, Cantaruti, (co Xaia el somo warnador) ... el mondo el se fermaria come kel se ga fermà par Cristo el venare santo e sta pur seguro ke mi no saria envedioxo gnanca na s-cianta!
2 ottobre alle ore 7.27 · Modificato · Mi piace · Rispondi
Ferdinando Marcassa ma in Veneto se dixe CAREGHE non cadreghe. 'Sta paroea i la dixe in Lombardia. Dovemo essar sempre succubi dei mianesi anca sul parlar?
3 ottobre alle ore 9.20 · Mi piace · Rispondi
Alberto Pento Cadrega lè voxe taliana:
http://www.etimo.it/?term=cadrega viewtopic.php?f=44&t=1039Etimologia : cadrega;
cadrega
ETIMO.IT
3 ottobre alle ore 18.57 · Mi piace · Rispondi · Rimuovi anteprima
Lucio Chiavegato Alberto Pento se quel che te disi fusse verità a stora te gavaressi milioni de Veneti che te vien drio. Purtropo no xe così. E star senpre a criticar te fa mal anca a la salute. Mi vo vanti. Che te piaxa o no vo vanti.
3 ottobre alle ore 19.03
Alberto Pento Se mi a ghese xente ke a me vien drio a li pararia via a pelàdoni. Me vargognaria par lori! No go mai sercà de rancurar su xente, no so on pastor ke serca piegore da menar al pascolo, par po' toxarle e masarle co xe ora. Ti fa i conti co la to cosiensa ke mi li faso co la mia. Mi no dimando el voto e no dago el me voto a kikesipia. No vendo fumo! E tendar i fanfaroni me piaxe me fa star ben e i fanfaroni li xe on fracon. No credo gnanca de esar on Dio o on mexo Dio o on so vicario o de esar on mesia o on salvador del mondo o del povolo veneto e no go el cogno o el dexiderio de piaxerghe a tuti o a tanti. Soratuto a çerco de no contarghe bale a kikesipia e no me piaxe ke me vegna drio can, simioti o adoranti disepoli, a prefariso star co omani ke li me sipia conpagni e ke li raxone co la so cràpa. Me basta çercar de far ben kel poco ke poso e so bon de far. Stame ben.
10 h · Modificato