Altin (Altino)

Re: Altin (Altino)

Messaggioda Berto » dom apr 03, 2016 9:04 am

Altin = Al- + -tin ?

Anvençe ła prima formante Al- ła se podaria rafrontar o encostar a Al- de Alba, Albano, Albio, Albione, Albalonga, Albenga


Albio-labio-alveo, Albano, Alba, Albenga, Albione, Albignasego, Albalonga, ...
viewtopic.php?f=45&t=98

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... g3UDg/edit
Immagine



Cfr. co Alonte e Alantia

https://it.wikipedia.org/wiki/Alonte
Il toponimo può essere rinviato ad un termine prelatino lonta "buca fonda"; tuttavia può anche essere inquadrato nelle denominazioni idronimiche diffuse in Europa. Si può infatti confrontare con una forma alont- (lettone aluôts "sorgente", lituano Alanta nome di fiume), che compare con diverso vocalismo nell'idronimo Alento, alla cui origine è stata posta una base al- "scorrere".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Altin (Altino)

Messaggioda Berto » dom apr 03, 2016 8:11 pm

Sicome a ghè el mito de Altin romana, kel fa da paron, so wikipedia a ła voxe Altin łi ga scançełà tuti i lighi co łe eiscrison en łengoa venetega endoe ca se catava el nome de Altin, par scondar łe raixe venete de Altin:

Altino (città romana)
https://it.wikipedia.org/wiki/Altino_%2 ... _romana%29


1) Frammento di skyphos attico a figure rosse, databile al primo quarto del IV secolo a.C.(n21).

.a. [.l] .t.no.i..e.m.a.-- [--] .o. [z] ona. [s. t] o
A[l]tnoi eim A----o [d]ona[st]o


2) Orlo di lebete bronzeo, in due frammenti combacianti:

] o. [--].O. [-] .tona.s.θo.a.l.θino.m.śa.i.natii.m..e.ni<r>p(r)eke.i.taθa.i.
----donasto Altinom sainatim eni prekei datai

3) Frammento fittile: ] a..l. θino.m. [ ]Altinom[

4) Frammento di coppa: a..l.tno.i. Altnoi

5) Frammento di coppa: ]dona.s. θ [ ]donast[o
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Re: Altin (Altino)

Messaggioda Berto » dom apr 03, 2016 8:11 pm

Oggi domenica 3 aprile sono stato in visita alla mostra.

https://www.facebook.com/altinoprimadivenezia/?fref=ts

Simpatico, efficente ed appassionato il custode con cui ho scambiato qualche osservazione e considerazione sulla vecchia Altino e sulla storia umana.

La mostrà è tutta incentrata sulla ricostruzione architettonica di Altino in epoca veneto romana; l'impressione è quella di una mostra mostro, senza vita e falsa.
Non è mai esistita un'Altino di queste fattezze: manca la varietà della stratificazione delle epoche architettoniche con le sue diversità stilistiche e di materiale compositivo; manca l'umanità e il contesto ambientale animale e vegetale.
Manca tutto l'intorno, mancano le case in legno e miste, mancano i ruderi, mancano i casoni fatti con le canne, mancano gli orti e le stalle, mancano le ville e le case dei contadini, manca la visione stratigrafica e delle presenze della continuità storica dalle sue origini venetiche, manca l'anima e l'umanità non romana ma veneta/venetika della maggioranza delle genti di Altino e dell'area veneta, tutto è ridotto ad una assurda esaltazione dello stile architettonico di epoca romana, con le sue pietre, gli intonaci e le sue tegole o coppi, applicato a ogni radice archeologica con una poco credibile e assurda omogeneità come se fossero state costruite tutte nello stesso istante e la storia non fosse mai esistita. Mi dispiace ma questo non è fare buon racconto storico; non è mai esistita, in alcun momento della sua vita un'Altino siffatta. Alcuni elementi possono corrispondervi in parte ma l'insieme no.

Anche il collegamento con la laguna e con Venezia riproduce ipotesi e pregiudizi con poca consistenza, da Attila ai barbari germani e non è ragionevolmente spiegato il suo abbandono e il suo seppellimento o interramento. Altino non era sulla riva del mare, ma all'interno in un'area dove i corsi acqua, i canali, le valli, le fosse erano tutte di acqua dolce; la laguna di oggi è frutto di un'ingressione marina dovuta all'innalzamento del livello del mare e "forse" a qualche lieve fenomeno di abbassamento del suolo ... . Gran parte delle città storiche degli uomini pur essendo state parzialmente distrutte da guerre, da terremoti e da alluvioni sono poi sempre state ricostruite e per Altino non si capisce perché non è stato così, gli uomini amano la casa e il luogo ove nascono e vivono tanto da desiderarvi di morire. La visita è stata come mangiare un piatto di spaghetti stracotti senza sale, senza olio o burro, senza sugo e senza formaggio.

Scusatemi tanto per la franchezza brutale e crudele.
Spero che facciate meglio la prossima volta. Siate più veri, umani e meno ossessionati dai miti.

Altino - Prima di Venezia ha risposto
Contento lei... A questo punto ha detto la sua. Speriamo di non leggerla più su questa pagina. Grazie.

Li me ga banà e cavà tuto coel ca ghevo postà.
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Re: Altin (Altino)

Messaggioda Berto » lun apr 04, 2016 8:05 pm

Cfr. co alto cofà Rivoalto

Rialto ke entel XII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia
viewtopic.php?f=151&t=2215

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Rialto.jpg

http://www.etimo.it/?term=alto
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l'alto, il profondo, vd. 2. altus
[cf. 2. altus].

2. altus, a, um, part. pass. di alo usato come agg., con comp. e sup.,
1 alto, elevato: mons altissimus, monte assai alto, CAES.; altior illis dea est, la dea è più alta di loro, OV.; con l'acc. di misura: agger altus pedes octoginta, un terrapieno alto 80 piedi, CAES.; anche col gen. di mis., VITR. e a.; fig. vir altus, uomo di mente elevata, CIC.; alto vultu, con volto sdegnoso, HOR. Carm. 4, 9, 42; altissimus dignitatis gradus, il sommo degli onori, CIC.; se altioribus studiis artibusque dedere, dedicarsi a discipline elevate, PLIN. Ep. 5, 16, 8; altus Apollo, l'eccelso Apollo, VERG.; alto a sanguine Teucri, dal nobile sangue di T., VERG. Aen. 4, 230; altissimus (acutissimo) sonus, QUINT.; sost. n. altum, i, l'alto: ab o ex alto, dall'alto; fig. alta sperare, sperare un'alta posizione, LIV.;

2 profondo: altum mare, flumen, mare, fiume profondo, CIC. e a.; templa alta Orci, le profonde estensioni degli Inferi, CIC. poet.; con l'acc. di misura: fossae quinos pedes altae, fosse ciascuna profonda 5 piedi, CAES.; con abl. di mis., PALL.; fig. somnus altus, sonno profondo, LIV. e a.; alta mente repostum, riposto nel profondo dell'animo, VERG.; alta dissimulatio, profonda dissimulazione, CURT. 10, 9, 8; altiorem iracundiam eius verebantur, temevano un suo risentimento più profondo, TAC. Hist. 2, 91; sost. n. altum, i, il profondo, specialm. l'alto mare, mare: in alto constitui, fermarsi dove l'acqua era profonda, CAES. B. G. 4, 24, 2; ex alto emergere, emergere dalla profondità (dell'acqua), CIC.; in altum provectae, (le navi) portatesi al largo, CAES.; iactatus alto, sbattuto per il mare, VERG.; ex alto (dall'alto mare) invehi, CIC.; fig. imbecillitas in altum provehitur (si spinge verso il largo), CIC. Tusc. 4, 42; ex alto animi, dal profondo dell'animo, LIV.; in alto (nell'abisso) vitiorum, SEN. Dial. 7, 17, 4;
3 profondamente internato: portu se condidit alto, riparò nel fondo del porto, VERG.; altis ordinibus, a ranghi serrati (di coorti), TAC. Hist. 2, 24; di tempo: sost. n. altum, i, lontananza: ex alto repetere aliquid, riprendere da lontano una cosa (nel narrarla), CIC.; quid causas petis ex alto?, perché cerchi lontano delle ragioni?, VERG. Aen. 8, 395.
® App. Ling. 3, mare

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... e-alto.jpg


Allevare, elevare, alzare

http://www.etimo.it/?term=alzare
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http://www.etimo.it/?term=alzaia
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http://www.etimo.it/?term=allevare
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alo, is, alui, altum (o alitum), ere, 3 tr.,
nutrire; mantenere; allevare; alimentare: pulli aluntur ab iis (gli anatroccoli sono nutriti da esse) ut a matribus, CIC.; exercitum aluit, mantenne l'esercito, CIC. Verr. 3, 5; Arpini altus, allevato in Arpino, SALL. Iug. 63, 3; alere morbum, alimentare la malattia, NEP.; alere (alimentare) flammam, QUINT.; amnis imbres quem aluere (ingrossarono), HOR.; rifless. ali = nutrirsi, CIC. e a.: hordeo omnes alebantur, tutti si nutrivano d'orzo, CAES.; fig. alimentare, far crescere: alere spem, alimentare la speranza, CIC.; alere (tener viva) vulnus, VERG.; civitas quam... aluisset, nazione che aveva aiutato a crescere, CAES. B. G. 7, 33, 1; alere segne vulgus, LUC.; honos alit (promuove) artes, CIC.; rifless. mens discendo alitur, l'ingegno si sviluppa con l'apprendere, CIC. Off. 1, 105
[cf. gr. aldaíno].

altrix, icis, f., nutrice, CIC. e a.: terra altrix (patria) Ulixi, VERG. [alo + -trix].

1. altus, a, um, part. di alo. altum, i, n.,
3. altus, abl. u, m., alimento, MACR. Sat. 1, 20, 18 [alo + -tus3].
aloe, es, f., aloe, erba, CELS. e a. [gr.].
Aloeus, ei o eos, m., Aloeo, gigante, LUC. e a.
alopecis, idis, f., specie di vite, PLIN. [gr.].

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... alunno.jpg

Cfr. co

Ei/ehi, eilà/ehilà, hello, eia eia alalà, Heil, ...
viewtopic.php?f=44&t=1219

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... vale_2.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... l-vale.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... us-554.jpg


Halal
http://it.wikipedia.org/wiki/Halal



Da Origini delle lingue europee , vol. I di Mario Alinei, p. 624
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Capitolo XVII
La stabilizzazione del quadro linguistico europeo

4.2.2. Famiglia e ideologia

Per indicare i «padrini» (nozione databile alle età dei Metalli, quando si manifestano le prime forme di società di rango: cfr. ORI), il Celtico utilizza la motivazione del «nutrire»: antico irlandese altram «nutrire», altru «padrino» (foster-father), gallese athro «insegnante», antico cornico altrou «vitricus», cornico aultra «padrino, susceptor , aultran «madrina», antico bretone eltroguen «matrigna», bretone aotrou «signore», itron itroun «signora», tutti da PIE *al- «nutrire» [Lewis e Pedersen 1961, 47].
Il passaggio a «signore, signora» dimostra l'importanza sociale del rapporto di padrinaggio.


Da: "Le origini delle lingue europee" del glottologo Mario Alinei (vol. I: differenziazione geolinguistica dell'indoeuropeo p. 580-581)

7.3.2. Due nomi dell'«anguilla»
...
Il quadro culturale sarebbe quindi, di nuovo, quello dell'importanza della pesca nell'alimentazione del Paleolitico Superiore.
Lo stesso potrebbe valere per il nome germanico dell'anguilla: tedesco Aal, inglese ed, antico alto tedesco, anticosassone āl, antico frisone ēl, nederlandese aal, antico islandese āll, danese svedese ål. Senza etimologia nella teoria tradizionale, nell'ambito della TC questo nome sarebbe invece facilmente collegabile all'introduzione del pesce nell'alimentazione del Paleolitico Superiore, e quindi alla radice PIE *al-, che appare col significato di «nutrire» proprio nell'area italica (latino alō «nutrire»), celtica (antico irlandese alim «nutro»), e germanica (antico islandese ala «nutrire»).
Di nuovo, emerge la stessa area.

Cfr. co ła voxe Trust (true e treu) (Treu: anca cognome)

http://it.wikipedia.org/wiki/Trust
Il trust (traduzione letterale "fiducia"; la traduzione concettuale sarebbe "affido" intendendo l'affido di beni mobili/immobili) è un istituto del sistema giuridico anglosassone di common law, sorto nell'ambito della giurisdizione di equity, che serve a regolare una molteplicità di rapporti giuridici di natura patrimoniale (isolamento e protezione di patrimoni, gestioni patrimoniali controllate ed in materia di successioni, pensionistica, diritto societario e fiscale).

Trustioni
http://documenti.camera.it/bpr/11205_testo_completo.pdf



Immagine

Da Origini delle lingue europee, del glottologo Mario Alinei
Da pagina 413 di OR 2 Preistoria linguistica germanica (cap. XI)
Volume II - Capitolo XI

2.2.1.9. Astrazioni

1) Come sappiamo, l’uso dell'olio di catrame di betulla (in particolare quello ricavato dalla resina della betulla, Birkenteer) per l’immanicatura e l’incollamento delle parti degli strumenti, è un’innovazione che gli archeologi attribuiscono al Mesolitico del Nord d’Europa [Clark 1975, 127, 140, 171].

Già in OR1 ho ipotizzato che la nozione di «affidabilità» «fedeltà» e simili, che in area germanica viene espressa con la stessa radice di tedesco e nederlandese teer, inglese tar, svedese tjära, danese tjøre ecc. (v. oltre), non si sviluppi direttamente dal senso primitivo IE del «legno» e dell’«albero», come si pensa tradizionalmente [cfr. Gamkrelidze e Ivanov 1995, 526], quanto proprio dal nuovo nome della colla da lavoro: antico islandese traustr «forte, solido, ben fissato», inglese trust «affidare» (poi «credere»), gotico trаusti «contratto, alleanza», gotico triggwa «lega, legame, alleanza», gotico triggws, antico alto tedesco gitriuwi, antico islandese tryggr «fedele», anglosassone treow «fiducia, verità», tedesco Treue «fiducia», antico islandese trū «fede religiosa, fiducia», islandese feringio trú, norvegese tru, svedese danese tro «idem», inglese true «vero, fedele», tedesco treu «fedele», antico islandese trūa «credere, aver fiducia, confidare», islandese trúa, feringio trúgva, norvegese tru(a), svedese danese tro, gotico trauan, anglosassone trūwian, antico sassone truōn, antico alto tedesco triuwēn, trūēn, anglosassone treowian, antico alto tedesco truwēn.


Nerka Trostiaia
viewtopic.php?f=89&t=221
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 5yRkE/edit
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Re: Altin (Altino)

Messaggioda Berto » mar apr 05, 2016 5:58 am

???

Altino (città romana)

https://it.wikipedia.org/wiki/Discussio ... _romana.29

Perché questo titolo, unico per tutte le città venete e friulane o di area veneto-friulana? Verona, Vicenza, Padova, Este, Oderzo, Concordia, Treviso, ecc. nessuna porta tra parentesi la specificazione di essere una città romana; e sì che Altino è di fondazione veneta o venetica ed il suo nome è sempre venetico e attestato nelle iscrizioni fin dal IV secolo a.C. Certo tutte le città venete, alcune sorte anche prima di Roma, hannno attraversato il periodo storico-politico romano ricevendone le relative influenze politico, culturali, architettoniche e l'apporto etnico di minoranze latine e romane e non si capisce perché per Altino vi debba essere questa specifica che ne stravolge, altera, falsifica la sua origine e la sua storia. Altino non è stata una città fondata e abitata dai romani bensì fondata e abitata dalle geneti venete tra cui anche la minoranza romana migrata in area veneta durante il periodo romano. Alberto Pento --87.14.190.78 (msg) 05:49, 5 apr 2016 (CEST)
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Re: Altin (Altino)

Messaggioda Berto » mer apr 06, 2016 2:52 pm

Encora pì falsa, no lè ke co na scianta de color sta falba Altin ła sipia devegnesta pì vera:


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... %C3%A0.jpg

Oggi domenica 3 aprile sono stato in visita alla mostra.
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La mostra è tutta incentrata sulla ricostruzione architettonica di Altino in epoca veneto romana; l'impressione è quella di una mostra mostro, senza vita e falsa.
Non è mai esistita un'Altino di queste fattezze: manca la varietà della stratificazione delle epoche architettoniche con le sue diversità stilistiche e di materiale compositivo; manca l'umanità e il contesto ambientale animale e vegetale.
Manca tutto l'intorno, mancano le case in legno e miste, mancano i ruderi, mancano i casoni fatti con le canne, mancano gli orti e le stalle, mancano le ville e le case dei contadini, manca la visione stratigrafica e delle presenze della continuità storica dalle sue origini venetiche, manca l'anima e l'umanità non romana ma veneta/venetika della maggioranza delle genti di Altino e dell'area veneta, tutto è ridotto ad una assurda esaltazione dello stile architettonico di epoca romana, con le sue pietre, gli intonaci e le sue tegole o coppi, applicato a ogni radice archeologica con una poco credibile e assurda omogeneità come se fossero state costruite tutte nello stesso istante e la storia non fosse mai esistita. Mi dispiace ma questo non è fare buon racconto storico; non è mai esistita, in alcun momento della sua vita un'Altino siffatta. Alcuni elementi possono corrispondervi in parte ma l'insieme no.

Anche il collegamento con la laguna e con Venezia riproduce ipotesi e pregiudizi con poca consistenza, da Attila ai barbari germani e non è ragionevolmente spiegato il suo abbandono e il suo seppellimento o interramento. Altino non era sulla riva del mare, ma all'interno in un'area dove i corsi acqua, i canali, le valli, le fosse erano tutte di acqua dolce; la laguna di oggi è frutto di un'ingressione marina dovuta all'innalzamento del livello del mare e "forse" a qualche lieve fenomeno di abbassamento del suolo ... . Gran parte delle città storiche degli uomini pur essendo state parzialmente distrutte da guerre, da terremoti e da alluvioni sono poi sempre state ricostruite e per Altino non si capisce perché non è stato così, gli uomini amano la casa e il luogo ove nascono e vivono tanto da desiderarvi di morire. La visita è stata come mangiare un piatto di spaghetti stracotti senza sale, senza olio o burro, senza sugo e senza formaggio.

Scusatemi tanto per la franchezza brutale e crudele.
Spero che facciate meglio la prossima volta. Siate più veri, umani e meno ossessionati dai miti.


Na 'olta Rialto ła jera fata de legno, fraske, cane, paja, paltan miscià co l'erba:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -legno.jpg


Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta, ixba, caverna
viewtopic.php?f=44&t=2270

Rialto ke entel XII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia
viewtopic.php?f=151&t=2215
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Re: Altin (Altino)

Messaggioda Berto » mer gen 06, 2021 10:15 am

Altino in epoca preromana

file:///C:/Users/Alberto/AppData/Local/Temp/Note_sulla_topografia_di_Altino_preroman.pdf

Già nei contributi di sintesi del 1984 e del 1985, Tombolani delinea lo scenario in cui, a partire dal Bronzo medio-recente, il popolamento nell’ambito altinate sarebbe diventato stabile, e ricostruisce le caratteristiche precipue del sito dell’età del ferro, in un quadro che è stato negli anni ’90 ripreso e sostan-ziato in più contributi da Elodia Bianchin Citton, Loredana Capuis e da chi scrive, fino alla recente messa a punto del 2011.tombolani sottolinea come l’area della pianura nord-orientale, affacciata alle lagune di Venezia e caorle, debba essere considerata unitaria per morfologia ambientale e per evoluzione storico-culturale, risultando connotata da un ‘sistema di relazioni’ tra i siti, pur nella diversificazione delle loro specifiche funzioni. sottolinea poi come la scelta insediativa, per il centro abitato dell’età del ferro, coincida so-stanzialmente con il municipio romano, mentre è possibile che un insediamento più antico fosse localizzato a nord-ovest, laddove tracce regolari si intravvedevano già nelle foto aeree dell’epoca al di sotto del tracciato della claudia augusta. la caratteristica regolare di queste tracce è stata oggi confermata anche dalle recenti e più sofisticate foto aeree, anche se rimane aperta la questione sul loro inquadramento cronologico e sulla interpretazione strutturale dei ‘segni’.secondo tombolani il sito doveva essere stato impostato su dossi elevati rispetto alla campagna circostante, al riparo dalle piene dei fiumi che sfociavano in laguna, denominati Campo Rialto, Ghiacciaia e pastoria (fig. 2). Queste località, occupate intensivamente dalla città di epoca romana, sono ancora chiaramente rintracciabili e costituiscono uno scenario caratteristico nella campagna altinate con il loro significativo rilievo sull’orizzonte circostante (fig. 3). Tombolani suppone che in origine, verso la fine del VII secolo a.C., si trattasse di nuclei insediativi distinti, unificatisi progressivamente, con un processo di sinecismo da considerare concluso con il ii secolo a.c.. il modello interpretativo del sinecismo, come fenomeno di trasformazione degli insediamenti in direzione protourbana e urbana, appare oggi da rivedere, almeno nell’accezione di un’occupazione ‘a macchia di leopardo’ che si trasforma progressivamente in un insediamento unitario. a partire dagli anni ’90, i rinvenimenti ed i contributi interpretativi sull’urbanizzazione del Veneto hanno ampiamente dimostrato la precocità della dinamica insediativa che porta allo sviluppo unitario di insediamenti delineati fin dalle origini con una chiara progettualità di carattere protourbano. su tali tematiche ha di recente portato l’attenzione alessandro guidi, sottolineando l’im-portanza dell’indicatore dell’estensione, ritenuto un segnale forte, pur se non l’unico, della realtà proto-urbana dei maggiori centri che si evidenziano sulla scena della prima età del ferro. unitamente ad altre, più articolate evidenze, anche una attenta valutazione di tale parametro risulta rilevante nella definizione della “natura dei primi stati arcaici”, in quanto il “cambiamento radicale di estensione” si può ricollegare ad un “aumento delle funzioni” svolte da questi siti. il valore di riferimento offerto dall’autore per l’Italia settentrionale si aggira tra gli 80 e i 100/120 ettari, occupati fin dall’inizio in modo predetermi-nato; questo spazio coincide con unità morfologicamente individuabili, come un terrazzo o un dosso, ad esempio a este, a padova, a Oppeano e a Oderzo. in linea di massima i municipia di epoca romana, quindi, esorbitano solo marginalmente dai centri precedenti, mentre il cuore pulsante delle città sembra occupare i medesimi spazi, riproponendo in questo aspetto il rapporto sottolineato da renato peroni tra gli abitati villanoviani e le relative “città del periodo storico” che “non superano mai i limiti raggiunti dagli agglomerati protourbani”. nel caso di altino, le novità sono rilevanti anche riguardo alla connotazione geomorfologica, in quanto è stato accertato non solo dai pochi ma significativi saggi di profondità, ma anche dai carotaggi e dalle analisi altimetriche, che i dossi, così tipici dello scenario altinate, corrisponderebbero in toto ad apporti antropici, depositi accumulatisi tra la preistoria e il tardoantico a partire da una quota planiziaria pressoché omogenea, fino a formare un vero e proprio mound. su scala più ampia, tuttavia, l’area di insediamento appare attorniata da una serie di significative bassure sia in relazione al corso del Sile a nord-est, sia ai paleoalvei dello zero a nord-ovest, sia verso il margine lagunare, in particolare la località Fornace, sede dell’abitato della prima età del ferro e poi del santuario, corrisponde ad una “dorsale rialza-ta che corre a fianco di un canale”. È del resto esito ‘atteso’ che la scelta insediativa antica si sia rivolta ad un contesto territoriale ‘rilevato’ rispetto alle bassure di un panorama lagunare/paludoso, o comunque considerato tale, come traspare piuttosto chiaramente dal toponimo. anna Marinetti, infatti, sottolinea che nel toponimo Altno-/Altino- (che è anche nome della divinità), se non nel nome della divinità (che è anche toponimo) “la semicità di ‘alto’ potrebbe riferirsi ad un luogo prominente sul margine della laguna, e perciò atto ad un insediamento”.
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