Rialto ke entel XIII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Re: Rialto ke entel XIII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » lun feb 15, 2016 7:53 am

Ƚe çità sepeƚie da ƚa mota dei fiumi e ƚe ixle magnà dal mar
viewtopic.php?f=177&t=1280


Le çita de ara veneta spareste soto tera e soto aca, secondo Plinio:

Storia Natural de Plinio el Vecio: livro III

Plinio el vecio (Como, 23 – Stabia, dopo l'8 settembre. 79 d.C)
http://spazioinwind.libero.it/popoli_an ... cchio.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Gaio_Plinio_Secondo
http://it.wikipedia.org/wiki/Naturalis_historia
http://la.wikisource.org/wiki/Naturalis_Historia
http://la.wikisource.org/wiki/Naturalis ... /Liber_III
...
119
nec alius amnium tam brevi spatio maioris incrementi est. urguetur quippe aquarum mole et in profundum agitur, gravis terrae, quamquam diductus in flumina et fossas inter Ravennam Altinumque per CXX, tamen, qua largius vomit, Septem Maria dictus facere. Augusta fossa Ravennam trahitur, ubit Padusa vocatur, quondam Messanicus appellatus. proximum inde ostium magnitudinem portus habet qui Vatreni dicitur, qua Claudius Caesar e Britannia triumphans praegrandi illa domo verius quam nave intravit Hadriam.

120
hoc ante Eridanum ostium dictum est, ab aliis Spineticum ab urbe Spina, quae fuit iuxta, praevalens, ut Delphicis creditum est thesauris, condita a Diomede. auget ibi Padum Vatrenus amnis ex Forocorneliensi agro. proximum inde ostium Caprasiae, dein Sagis, dein Volane, quod ante Olane vocabatur, omnia ea fossa Flavia, quam primi a Sagi fecere Tusci egesto amnis impetu per transversum in Atrianorum paludes quae Septem Maria appellantur, nobili portu oppidi Tuscorum Atriae, a quo Atriaticum mare ante appellabatur quod nunc Hadriaticum.

121
inde ostia plena Carbonaria, Fossiones ac Philistina, quod alii Tartarum vocant, omnia ex Philistinae fossae abundatione nascentia, accedentibus Atesi ex Tridentinis Alpibus et Togisono ex Patavinorum agris. pars eorum et promum portum facit Brundulum, sicut Aedronem Meduaci duo ac fossa Clodia. his se Padus miscet ac per haec effundit, plerisque, ut in Aegypto Nilus quod vocant Delta, triquetram figuram inter Alpes atque oram maris facere proditus, stadiorum II circuitu.

122
pudet a Graecis Italiae rationem mutuari, Metrodorus tamen Scepsius dicit, quoniam circa fontem arbor multa sit picea, quales Gallice vocentur padi, hoc nomen accepisse, Ligurum quidem lingua amnem ipsum Bodincum vocari, quod significet fundo carentem. cui argumento adest oppidum iuxta Industria vetusto nomine Bodincomagum, ubi praecipua altitudo incipit.
...
132
Alpis in longitudinem |X| p. patere a Supero mari ad Inferum Caelius tradit, Timagenes XXV p. deductis, in latitudinem autem Cornelius Nepos C, T. Livius III stadiorum, uterque diversis in locis. namque et centum milia excedunt aliquando, ubi Germaniam ab Italia summovent, nec LXX inplent reliqua sui parte graciles, veluti naturae providentia. latitudo Italiae subter radices earum a Varo per Vada Sabatia, Taurinos, Comum, Brixiam, Veronam, Vicetiam, Opitergium, Aquileiam, Tergeste, Polam, Arsiam DCCXLV p. colligit.


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Ammiana, Ammianella, Castrazio o Caltrazio
http://it.wikipedia.org/wiki/Ammiana
Ammiana era un importante centro della Laguna Veneta, da secoli completamente scomparso. Sorgeva tra le attuali isole di Santa Cristina e della Salina, a nord-ovest di Lio Piccolo.
Era contigua ad un altro sito abbandonato, Costanziaco.
La prima citazione scritta proviene dal Pactum Lotharii dell'840, dove l'imperatore Lotario sancisce alcuni diritti di sfruttamento: vengono qui ricordate, probabilmente in ordine d'importanza, Torceli, Amianae e Buriani.
I nomi dei tre centri sono di nuovo riportati, con lo stesso ordine, anche nel documento del 967 con il quale Ottone conferma gli accordi precedenti.
Appare tuttavia sicuro che Ammiana fosse sorta ben prima, probabilmente durante le invasioni barbariche (?) che portarono alla decadenza di Altino e, conseguentemente, al suo spopolamento a favore della Laguna (V-VII secolo).
Il Chronicon Gradense, scritto nella metà dell'XI secolo, riporta con precisione una cronologia di Ammiana incentrata sulle fondazioni delle numerose chiese e monasteri.
Secondo quanto si legge, la prima chiesa fu intitolata a San Lorenzo e venne costruita dalle famiglie dei Frauduni dei Willareni Mastalici (de jenia jermanega?).
Le stesse si trasferirono sull'isola ed edificarono poi anche un ponte, un castello e altri luoghi di culto, anche nella vicina Costanziaco.
In seguito alcune concessioni permisero lo sfruttamento di paludi e valli da pesca e la realizzazione di vigne e mulini.
Il centro si estendeva su tre isole che erano l'Ammiana vera e propria, Ammianella e Castrazio o Caltrazio ed ebbe varie chiese e monasteri.
Separato da un canale era invece il monastero dei Santi Felice e Fortunato.
Quest'ultimo e il monastero di San Lorenzo erano i centri religiosi più ricchi e importanti da cui dipendevano molti altri conventi e proprietà.
Per questo motivo, non erano infrequenti polemiche e attriti.
Presso Castrazio inoltre, contiguo a San Lorenzo, si trovava un fortilizio (un castrum, donde il toponimo ???).
Già nel XII secolo la zona cominciò a decadere soprattutto a causa del mutare delle condizioni ambientali e geografiche e, tra il XIV e il XV secolo, fu abbandonata del tutto.

Costanziaco o Costanziaca e Centranica
http://it.wikipedia.org/wiki/Costanziaco
Costanziaco o Costanziaca era un fiorente centro abitato, oggi scomparso, della Laguna Veneta, posto a nord-est di Torcello.
Fu fondata durante l'età barbarica da fuggiaschi dell'entroterra (?), così come Torcello, Burano, Mazzorbo, Murano e la stessa Venezia.
In particolare, la tradizione indica il 650 come data di fondazione per almeno due delle sette chiese che aveva la città.
Il nome sarebbe legato al personale Costantino (?) a ricordo di un personaggio rilevante se non del noto imperatore romano; altre ipotesi lo correlano a Costanzo, marito di Galla Placidia (?), o lo fanno derivare dalle legioni Costantiacae che, secondo Ammiano Marcellino, stazionavano in zona (???).
Il centro era contiguo ad Ammiana, da cui forse dipendeva, e questa vicinanza ha creato non poche difficoltà agli storici attuali nel ricostruirne i confini. Si ritiene che gli abitati fossero separati da una terza località, l'isola di Centranica, che avrebbe dato il nome all'attuale palude della Centrega.
Costanziaco è indirettamente citata in un documento risalente al dogato di Tribunio Menio (fine X secolo), dove si ricorda un Dominicus, filius Georgii Gambasyrica, de Costanciaco.
Una bolla del 1064, invece, emessa da papa Alessandro II cita esplicitamente alcuni monasteri e la pieve di Costanziaco.
Come testimonia un documento del 1105, era amministrata da un gastaldo (istituto jermanego).

Altre (de cu calkedouna forse la xe encora viva come Equilo rente Jexolo e Cittanova rente Eraclea ?)
http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria: ... una_Veneta

Albiola, Cittanova (Eraclea), Equilio, Heraclia, Lio Piccolo, Metamauco, Porto di Cavergnago, Poveglia, Vigilia o Abbondia ...

Ƚe fonti greghe e latine so i veneti
http://picasaweb.google.it/pilpotis/LeF ... eSuiVeneti



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Ixle de ƚa lagouna venesiana spareste o sconparse, magnà o desfà dal mar

http://digilander.libero.it/venexian/ita/scompa.htm

Molte delle isole della laguna, per vari fattori naturali o storici, sono scomparse: si può scoprire la loro ubicazione grazie ad alcuni reperti che si trovano tra barene o canali, isole che probabilmente facevano parte di comunità importanti, ma ormai scomparse.

Antichi insediamenti

Ammiana

Si pensa che Ammiana, oggi isola scomparsa, dovesse trovarsi nella zona di S.Cristina, in direzione di Lio Piccolo. Questo centro di notevole importanza era composto da varie isole collegate da ponti; presentava numerose chiese e come ogni altro luogo lagunare anche questo fu fondato verso il V secolo dagli Altinati in fuga davanti alle invasioni barbariche. Il nome della città venne dato forse per ricordare una delle porte della originaria città di Altino. Verso il 1300 quest'isola fu abbandonata a causa delle condizioni ambientali che erano in continuo mutamento ed oggi la zona è diventata una grande distesa di barene e ghebi.

Costanziaca

Altra isola molto importante fu Costanziaca, probabile contrada di Torcello. Il nome le venne dato in onore dell'imperatore Costantino ed era situata tra le isole di S.Ariano e S.Cristina. La storia della sua fondazione è simile a quella delle altre isole della laguna, ed anche l'aspetto: doveva presentarsi come un grande centro con numerosi monasteri e chiese. Di certo sappiamo che esisteva almeno un monastero che ospitava delle monache di S. Maffio che in seguito al deterioramento ambientale dell'isola vennero trasferite a Murano. Delle attività e delle testimonianze di questa comunità non rimane nulla se non fango ed acqua.

S. Ariano

S. Ariano fu un altro centro vicino a Torcello ed anch'esso possedeva molti conventi. Dopo essere stata abbandonata a causa della malaria intorno al 1400, fu adibita a cimitero per quelli che morivano di malattie infettive: il luogo si presenta oggi pieno di rovi che crescono sopra ad uno strato di ossa ed un muro ricoperto da croci. In estate l'isola è popolata da piccoli serpenti che apparvero con la malattia che fece allontanare la popolazione.

S.Ilario

Nell'isola di S.Ilario il doge Angelo Partecipazio fece costruire un'abbazia che affidò ai Benedettini. Divenne rapidamente uno dei più importanti siti religiosi della laguna, ma subì numerosi attacchi dai Padovani e dalle forze imperiali dell'imperatore Federico II. Alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce alcuni reperti che sono ora conservati al Museo Correr.

S.Marco in Boccalama

Lungo il Lama, un antico ramo del Brenta che serviva per arrivare a S.Ilario, si trovava l'isola di S.Marco in Boccalama, ed è per via di una chiesa dedicata a S.Marco che l'isola venne chiamata così. Verso il 1300 la località fu seriamente minacciata dall'erosione, ma in seguito alla diversione (taglio) del fiume Brenta la comunità rifiorì; furono allora costruiti numerosi edifici facendo diventare quest'isola un centro molto importante per i commerci. In seguito, a causa delle numerose pestilenze, questa zona fu adibita a cimitero assieme a diverse altre isole lontane dalla città. Anche questa è oggi diventata solo una grande distesa di barene.

San Cristoforo della pace

Questa isola è scomparsa solo di nome, in quanto unita all'isola di S.Michele (l'attuale cimitero di Venezia) nel 1836 mediante l'interramento del rio che le separava. Appare nell'elenco delle isole scomparse perchè ormai "l'isola" tra Murano e Venezia è diventata soltanto "S.Michele" anche tra i veneziani. Questa unione fu una conseguenza del proclama emesso da Napoleone Bonaparte riguardo l'istutuzione del "cimitero generale" per la sepoltura di tutti i morti della città. Prima di questa operazione l'isola era abitata ed utilizzata quale luogo di detenzione; ebbe ad ospitare anche Silvio Pellico dopo un anno di "piombi" (le prigioni del Palazzo Ducale). Per il visitatore ricordo che l'originale isola di S.Michele, detta "cavana de Muran" coincide con la parte più vicina all'isola di Murano.

http://it.wikipedia.org/wiki/Laguna_di_Venezia

Ammiana, Costanziaco, Metamauco, San Marco in Boccalama, Vigilia, La Caderna, Lio Major

Gli antichi centri lagunari

Nel corso dell'Alto Medioevo, con lo spopolamento dei maggiori centri urbani della terraferma, la laguna di Venezia fu un fiorire di centri urbani più o meno importanti, che declinarono poi successivamente con il parallelo sviluppo di Venezia, sino a scomparire in gran parte.

Albiola (scomparsa)
Ammiana (scomparsa)
Ammianella (scomparsa)
Bureana (odierna Burano)
Clodia Maior (odierna Chioggia)
Clodia Minor (odierna Sottomarina)
Costanziaco (scomparsa)
???
La Caderna (scomparsa)

Lio Maior (scomparso)
Lio Minor (odierno Lio Piccolo)
Maiurbo (odierna Mazzorbo: semi-disabitata)
Metamauco (scomparsa)
Mureana (odierna Murano)
Olivolo (odierno Castello, oggi parte di Venezia)
Pastene (odierna Pellestrina)
Popilia (odierna Poveglia: disabitata)
Rivoalto (odierno Rialto, oggi parte di Venezia)
Spinalonga (odierna Giudecca, oggi parte di Venezia)
Turricello (odierna Torcello: semi-disabitata)
Tre Porti (odierna Treporti)
Vigilia (scomparsa)

A queste si aggiungevano poi una miriade di isole minori e insediamenti monastici.

Meƚidisa (Melidissa-ixla) o Eraklia
http://it.wikipedia.org/wiki/Heraclia
Heraclia (o Civitas Heracliana o semplicemente Heracliana in latino, Eraklianè, Ηρακλιανή, in greco-bizantino, italianizzato in Eraclea, anticamente Melidissa, Μελιδίσσα in greco antico) era un fiorente centro della Laguna Veneta, scomparso verso il IX secolo. Nel 1950 il comune di Grisolera, nel cui territorio sorgeva la città, ha cambiato la propria denominazione in Eraclea, oggi nota località balneare della costa veneziana.



Medoacos, Meduna, Medola/e, ... Metamauco, Metauro... -meola, , -mego, -maza, -macia, -mede, -mide, -maize, -mato, ...
viewtopic.php?f=151&t=498
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Spina, Adria, Altin, Akiƚeja tute çità de fiume e no de mar
viewtopic.php?f=177&t=1272

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eleja1.jpg


Altin (Altino)
viewtopic.php?f=151&t=99

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... romani.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Altin-.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Rialto ke entel XII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » lun feb 15, 2016 7:54 am

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Re: Rialto ke entel XII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » mar feb 16, 2016 9:24 am

Vecie caxe de ła costa e de ła łagouna

Na 'olta Rialto ła jera fata de legno, fraske, cane, paja, paltan miscià co l'erba:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -legno.jpg


Caxa, house, home, domus, baita, capana, tenda, yurta, ixba, caverna
viewtopic.php?f=44&t=2270

Altin (Altino)
viewtopic.php?f=151&t=99
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Re: Rialto ke entel XII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » mar feb 16, 2016 9:24 am

Navegar

Gondoła
viewtopic.php?f=44&t=1109

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... enezia.jpg


Traversar le acoe - Navigar par acoe dolçi

http://www.leoriginidivenezia.it/temati ... dove=acqua

La navigazione attraverso le acque interne (lagune, fiumi e canali artificiali), quasi sempre caratterizzate dalla presenza di bassi fondali, si svolgeva con imbarcazioni a fondo piatto, dunque con scafi di poco pescaggio, come ricorda già lo storico romano Tito Livio per le barche impiegate dai Patavini all’epoca delle scorrerie di Cleonimo (ultimi anni del IV secolo a.C.). I relitti di epoca romana rinvenuti nel delta padano e presso i litorali veneti e friulani confermano questi dati costruttivi.

Le barche procedevano a remi e sfruttavano soprattutto la corrente favorevole, aiutate dalla vela quando la direzione del vento lo consentiva. Quando invece era necessario risalire la corrente dei fiumi e dei canali si ricorreva all’alaggio, secondo una pratica rimasta pressoché immutata dai tempi antichi agli inizi del XX secolo: a bordo restava solo il timoniere, mentre gli altri marinai scendevano a terra e trainavano la barca per mezzo di una grossa cima (l’alzaia), camminando lungo gli argini (“alzaia”, dal latino helciaria e dal greco helkein: “tirare”, con evidente riferimento al traino dei natanti controcorrente). Una lettera di Cassiodoro ci offre la singolare immagine della pratica dell’alaggio nella laguna veneta del VI secolo, dove le barche sembrano avanzare attraverso i pascoli perché il canale resta nascosto tra la vegetazione; procedono sicure, lontane dai pericoli del mare, senza l’ausilio della vela, trainate dal passo di marcia dei marinai che, con una curiosa inversione di ruolo, aiutano le loro imbarcazioni a muoversi anziché farsi trasportare da quelle.


Le imbarcazioni monossili

http://www.leoriginidivenezia.it/temati ... dove=acqua

Come conferma l’etimologia greca del termine, si tratta di imbarcazioni realizzate da un unico tronco d’albero scavato al suo interno, comunemente dette anche piroghe. Questi scafi di semplice costruzione vengono spesso associati unicamente alla preistoria. In realtà le imbarcazioni monossili, ampiamente attestate nella preistoria, conobbero una grande diffusione anche in epoca storica, dall’antichità al medioevo, per giungere in molti casi fino all’età moderna e addirittura fino alla prima metà del Novecento. Si tratta infatti di scafi che rispondono perfettamente alle esigenze della navigazione fluvio-lagunare e lacustre, risultando in ogni epoca il mezzo economicamente più efficace in questi contesti ambientali.
Numerosi sono i rinvenimenti archeologici di scafi monossili nella pianura padano-veneta, in particolare nell’area del delta del Po, che rimandano prevalentemente a una cronologia tardo-antica e medievale. Anche i fiumi della pianura veneta hanno restituito numerosi esemplari (dal Bacchiglione e dal Piave), mentre relativamente pochi sono gli esemplari ritrovati ai margini della laguna di Venezia (uno da Lova e due dal Cornio-Brentella, tutti di epoca medievale), dove le imbarcazioni monossili dovevano comunque essere ampiamente diffuse. In epoca tarda, tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, il grammatico Servio ricorda l’uso di queste imbarcazioni (chiamate lintres in latino), nelle acque interne delle Venezie, da Ravenna ad Altino, dove venivano impiegate non solo per i trasporti ma anche per la caccia, l’uccellagione e l’agricoltura.


Navi onerarie di epoca romana

http://www.leoriginidivenezia.it/temati ... dove=acqua

Sono denominate “onerarie” le navi da trasporto dotate prevalentemente di due vele quadre: una grande, armata sull’albero maestro (collocato a centro scafo o leggermente decentrato verso prua) e una più piccola, armata sull’albero di prua, inclinato in avanti.
Si trattava di navi dotate in genere di sola propulsione velica e solo più raramente attrezzate con doppia propulsione, sia velica che remiera.
Caratteristica di tutte le navi antiche era quella di avere due timoni armati ai lati della poppa, anziché un timone unico centrale come siamo soliti riscontrare per le navi dal tardo-medioevo ai nostri giorni.
A differenza di quanto accade per le imbarcazioni medievali e moderne, i corsi del fasciame di questi scafi erano uniti direttamente tra loro per mezzo di un complesso sistema di giunzioni definito “a tenone e mortasa”, che cooperava con lo scheletro interno alla resistenza meccanica del guscio.
Nell’alto Adriatico, tuttavia, si riscontra la lunga persistenza di un sistema di giunzione più semplice ed economico, denominato “a cucitura” e costituito, appunto, da legature di corda che univano tra loro i corsi del fasciame.
Oltre che dalle fonti letterarie, l’esistenza di queste “navi cucite” è ben attestata su entrambe le coste e nelle acque interne dai rinvenimenti archeologici tra l’età antica e quella alto-medievale, in particolare nella zona del delta del Po, lungo i corsi d’acqua e nelle aree lagunari tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.
Per la laguna di Venezia sono note alcune tavole di fasciame “cucite”, datate tra I e II secolo d.C., rinvenute nel mare antistante l’isola del Lido, che identificano forse la presenza di un relitto romano sui fondali in prossimità della costa.
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Re: Rialto ke entel XII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » mar feb 16, 2016 9:27 am

Far ła sałe
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Re: Rialto ke entel XII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » mar feb 16, 2016 9:28 am

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Re: Rialto ke entel XIII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » mar feb 16, 2016 9:30 am

Domegno bixantin de ła lagouna veneta


Il ducato della Venezia Marittima, Rivoalto-Venezia, l'impero della Serenissima e Bisanzio
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =49&t=2803


Da ła Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 137&t=1783
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Re: Rialto ke entel XIII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » mar feb 16, 2016 11:41 am

Adria
viewtopic.php?f=151&t=715

Aquileia, Akileja
viewtopic.php?f=43&t=317

Astego, Asteghelo, Lastego, Lastebàse/Alte, Laste, Lastaroli
viewtopic.php?f=45&t=340

Bakilion (Bacchiglione)
posting.php?mode=edit&f=45&p=821

Brenta, Brent, Brendola, Brondolo, Brunico e Progno
viewtopic.php?f=45&t=106
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Este
viewtopic.php?f=151&t=706

Foso, Fosò, Fosona, Fosalta, Fosoƚi, Fossombrone
viewtopic.php?f=45&t=1294

Jexoło/Giesolo (Equilio/Equilo)
viewtopic.php?f=45&t=840

Mar-, mal-, mer-, mel-
Mar, Mare, Mara, Maran, Mareno, Marola, Marexane, Marta, Marsia, Marsi, Marsan, Marso (marcio), Mala, Mer, Merano, Morena, Moira, Mira, Mel, Melo,
Melma, molo, mojo ...

viewtopic.php?f=45&t=116
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... Q5eFU/edit
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Meskio (Meschio) e Mis
viewtopic.php?f=45&t=486

Mira, Miran, Mirandola, Miranda, Miradolo, Mirabela, Moira, Moirago, Moriago, Maira
viewtopic.php?f=45&t=115
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 1qSnM/edit
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Moxa (Mosa), Moxela, Moson (Mosson), Mosan (Mossano), Moussan, Musolente, Musi, Muzzi, Mexia (Mesia), Mixia, Muxon, Muxestre, Muxile, ... Mors, Orsara, Valdorsa, Santorso, Mala Ursara, Mortixe, Mortizza, Mortara, Mortigliano, Morterone, Mozzecane ...
viewtopic.php?f=45&t=119
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 9YZHM/edit
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Mota (Motta)
(come Monte, Montagna, Moton, Monton, Motaron, Montà, ...)
viewtopic.php?f=45&t=942
viewtopic.php?t=240&f=44#p663

Natixon, Nadison, Nadiža, Natisone
Nadison in friulano, Nediža in dialetto sloveno locale, Nadiža in sloveno, Natisone en tajan e Natixon en veneto.
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Natisa.jpg

Padova, Pava, Padoa, Padua, Patavium
viewtopic.php?f=151&t=425
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 1tNG8/edit
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La Piave - etimoloja e storia
viewtopic.php?f=45&t=123
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BoY1U/edit
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Połexene, Połexia, Połexela, Połeo, Połeje (Polegge) - Poła, Po, Połexeła e Pol
viewtopic.php?f=45&t=980
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... ZiS1U/edit
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Pellestrina, Pistrine, Pelestrine, Pilistine, Pestrina
viewtopic.php?f=45&t=1278

Retron, Retrona, Retenone, Rodano, Rerrone, Rodrone, Rodolon, Aedrone
viewtopic.php?f=45&t=1506

Sile (etimoloja)
viewtopic.php?f=45&t=295

Spina
viewtopic.php?f=45&t=728

Timavo, Timoncio, Timok, Timiş, Timau, Timia
viewtopic.php?f=45&t=314

Togisono
viewtopic.php?f=45&t=1270

Tore/Torre (torente)
viewtopic.php?f=45&t=328

Istria, Istro, Dniester, Nistro
viewtopic.php?f=152&t=737
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Re: Rialto ke entel XIII° secoło łi ła/ło ga ciamà Venesia

Messaggioda Berto » ven ago 02, 2019 4:16 am

Il nome di Venezia


In epoca romana l'area veneta, il pavano Tito Livio, la ricorda nei suoi scritti come "Venetorum Angulus",
da Cesare Augusto a Diocleziano l'area veneta era parte della X Regio, una delle dieci regioni (poi undici) in cui venne suddivisa amministrativamente da Cesare l'Italia romana;
con la riforma amministrativa di Diocleziano nel III secolo d.C. la X Regio entrò a far parte della nuova provincia denominata Venetia et Histria che a est comprendeva Emona (Lubiana) e l'area oggi detta Slovenia;

alla fine dell'Impero romano d'Occidente l'area veneta risulta divisa in due parti, quella terrestre facente parte dei regni, dei ducati e degli imperi germanici e quella costiera e lagunare detta Venezia marittima facente parte dell'Impero romano d'oriente con capitale Costantinopoli, impero poi detto bizantino;
nel 584 d.C. l'imperatore romano d'oriente Maurizio ricostituì quello che era in suo dominio della scomparsa provincia della Venetia in un distretto col nome di Venetikà;
tra la fine del VII secolo e gli inizi dell'VIII Costantinopoli istituisce il Ducatus Venetiae che ha avuto come prima capitale Gravo/Grado (prima sede del Patriarcato dopo Aquileja), poi forse anche Melidissa (isola scomparsa o antico nome di Eraclea ?), poi Eraclea (che deve il nome all'imperatore romano d'oriente Eraclio e che fu distrutta nell'804), dopo Metamauco/Malamocco (nel 742), infine nell'812 Rivoalto/Rialto (che assunse il nome di Venezia più tardi nel XIII° secolo);

Rialto dopo essere divenuto la sede del Ducatus Venetiae romano orientale nell'812 con il nuovo doge Angelo Parteciaco (nell'828 arrivarono le spoglie di San Marco e nel 1105 divenne anche la sede del Patriarcato di Grado che fu soppresso nel 1451 e sostituito con il Patriarcato di Venezia);
Rivoalto assume in proprio il nome di Venezia solo nel XIII° secolo dopo che i venetici o veneti lagunari e bizantini si resero politicamente e militarmente indipendenti da Costantinopoli/Bisanzio partecipando con i crociati alla conquista e al sacco di Costantinopoli nel 1204, in concomitanza con il processo di riequilibrio del potere interno alla nobiltà lagunare che portò alla Serrata del Maggior Consiglio nel 1297 e all'esclusione delle famiglie nobiliari più recenti, quindi alla formazione dell'aristocrazia signorile veneziana e alla relativa Repubblica aristocratica che terminò il 12 maggio del 1797 con l'abdicazione in favore della Municipalità provvisoria.
L'assunzione del nome Venezia da parte di Rialto ultima capitale del ducato bizantino e sede del Patriarcato di Grado, sancisce Rialto come definitiva capitale del Ducatus Venetiae e la sua indipendendenza politica dall'Impero romano d'oriente, Rivoalto si identifica completamente con il Ducatus Venetiae sancendo la sua centralità politica, assumendone in proprio il nome.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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