Singani (storia e etimołoja)

Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 5:19 pm

Singani (storia e etimołoja)
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Curioxità sol nome e so ła storia dei “singani”

http://it.wikipedia.org/wiki/Zingari

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Zingari, zigani, zingani o gitani (o singani en veneto) sono termini generici usati per indicare un insieme di diverse etnie, in principio ritenute tradizionalmente dedite al nomadismo, originarie dell'India settentrionale ed accomunate, almeno in passato, dall'uso di un idioma comune, il romaní.
Stabilitesi in Europa nel corso dell'epoca medievale e diffusesi, in tempi più recenti, anche in altri continenti, le popolazioni gitane sono in massima parte stanziali e hanno generalmente la cittadinanza del paese in cui risiedono.

La parola italiana zingaro, come il francese tsigane, il ladino zingen o cinjen, il portoghese cigano, il rumeno ţigan, l'ungherese cigány e il tedesco Zigeuner, deriva dal greco medievale (Α) τσίγγανοι (A)tsínganoi (greco moderno Τσιγγάνοι, Tsingáni), tribù dell'Anatolia.
Non è escluso che l'etimo originario sia indo-ario, atzigan.
Un'opinione diffusa all'inizio del XX secolo ne faceva risalire l'origine allo stanziamento in Mesopotamia di popolazioni sire, etiopi e nubiane, in seguito alle vittorie dell'imperatore Costantino V, che si sarebbero chiamate Athingan, in seguito disperse dalle invasioni turche.

Zingaro e zingano (così come Ατσίγγανος) sono da alcuni autori fatti risalire a Αθίγγανοι Athínganoi, "intoccabili", nome di gruppi eretici stanziati nelle regioni anatoliche di Frigia e Licaonia; essa avrebbe avuto connotazione, secondo molti, negativa (dato che trattasi dello stesso nome dell'infima "casta-non casta" indiana, i paria, da cui proverrebbero, per esempio, i necrofori).

Altri ritengono invece che la connotazione del significato fosse positiva, portando a sostegno di ciò un documento del 1387 di Nauplia, in Grecia, dove i veneziani confermarono i privilegi agli zingari concessi a loro dai bizantini.

Privilegi che ritroviamo per questi popoli in diversi documenti per un centinaio di anni in diversi luoghi dell'Europa, come quella, per esempio, del 1423:
« Noi Sigismundo, per grazia di Dio sempre Augusto Re dei Romani, Re d'Ungheria, di Boemia, di Dalmazia, di Croazia... Per la quale cosa dovunque il detto Ladislao Voivoda e la sua gente giungano nei nostri domini, città e castella, con la presente lettera comandiamo e ordiniamo alle nostre fedeltà che il medesimo L.V. e gli zingari i suoi sudditi, tolto ogni impedimento e difficoltà debbano essere favoriti e protetti e difesi da ogni attacco e offesa. Se poi tra loro stessi sarà sorta qualche zizzania o contesa, allora né voi, né nessun altro di voi, ma lo stesso Ladislao Voivoda, abbia facoltà di giudicare e liberare. »
(da Jean-Paul Clébert, Les Tziganes).

Spesso, per indicare le etnie romaní, vengono usati anche altri nomi meno precisi: ad esempio, in italiano zingari (popolare zingani) e gitani; in inglese gipsies e travellers; in francese gens du voyage, tsiganes e manouches; in spagnolo e in catalano gitanos; in tedesco Zigeuner; in ungherese cigány; in polacco cyganie, ecc.
La parola gitano, come l'inglese gypsy, il francese gitan e lo spagnolo gitano alimentava la leggenda di una loro provenienza dall'Antico Egitto e il mito degli zingari discendenti dal figlio di Abramo e della sua schiava Agar, sulla scorta del fatto che Ismaele, nella Bibbia, viene considerato "colui che camminava con Dio" (Gen. 21,20).[10]
Piero Colacicchi sostiene che nomade, riferito ai rom, è un termine ottocentesco, usato non tanto per indicare lo stile di vita di questi quanto piuttosto con intento discriminatorio verso coloro che ritenevano "uomini inferiori" poiché pigri, vagabondi, caratterialmente instabili, in contrapposizione a quello dell'uomo eletto, amante della patria, posato e seguace della morale ???).
Rom sta ad indicare una precisa etnia di popolazione romaní, ed è il termine con il quale il non-zingaro, oggi, intende indicare, erroneamente, tutti i gruppi di popolazioni romaní; questi, sia kalé, sinti e rom ritengono, da parte loro, che il termine "zingaro" sia offensivo.

In croato e in serbo : zingaro = ciganin [tsiganin]
albanese = cigan [zigan]
greco moderno = [yìftos] o [ tsinghà-]
ebraico moderno = [tso’ani]
turco = [cinghene]
russo = [tsygàn]
ucraino = [tsyhan]
urdu = [banjarà]
ungherese = [zigaagn]
hindi = [bangiara]
cinese = [jipusàide]
giapponese = [ zipusii]
norvegese = sigoyner
finlandese = mustalainen
xwahili (lingua africana) = non riporta alcuna voce
arabo = [(agari]
thainlandese = [kon-glip-si]
persiano moderno = [kouli]

i vien ciàmà anca “strołàg” (astrołoghi)

http://en.wikipedia.org/wiki/Names_of_the_Romani_people
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En łengoa Română
http://ro.wikipedia.org/wiki/%C8%9Aigani

Țigani este denumirea dată în Europa centrală și de est unei populații nomade care își spune rroma sau sinti, și care provine din nordul Indiei, fiind vorbitoare a unor dialecte neo-indiene, cunoscute mai ales ca limba rromani, romani sau rromanes. În vestul Europei această etnie este cunoscută sub numele gitani, gipsies, zingari, boemieni, manuși, ieniși etc.
În spațiul românesc numele „țigani” apare în toponimie, hidronimie, oronimie, onomastică etc. (În acest sens vezi: Țigănești (dezambiguizare), Râul Țiganu (dezambiguizare) și Țiganca).
Deoarece denumirea țigani și unele din denumirile similare amintite (ex.gipsy) au căpătat cu vremea o conotație peiorativă, sunt arhaice sau inadecvate (ex. boemieni), ele tind să fie abandonate, din motive de „corectitudine politică”, în favoarea denumirii autentice rromi, romi sau sinti. În răsăritul Europei mulți țigani au avut vreme de secole statutul de robi.
Prima atestare documentară a robiei romilor pe teritoriul românesc datează din 3 octombrie 1385. Conform statisticilor, în jurul anilor 1850, o treime din țiganii Europei locuiau în Moldova și în Țara Româneacă, iar ponderea lor în raport cu populația din interiorul granițelor principatelor române era de 7%. La 22 decembrie 1855, Divanul Obștesc din Principatul Moldovei a votat „Legiuirea pentru desființarea sclaviei, regularea despăgubirei și trecerea emancipaților la dare”. La 20 februarie 1856 domnitorul Barbu Știrbei a promulgat „Legiuirea pentru emancipația tuturor țiganilor din Principatul Românesc” pe baza unui text întocmit de Petre Mavrogheni și Mihail Kogălniceanu. Această lege elibera din sclavie și ultima categorie de robi, aceia care aparțineau proprietarilor particulari.[4]
O foarte mare parte din țigani sau rromi au trecut prin procese de asimilare și aculturație, adoptând viața sedentară, cultura scrisă și limbile și religiile popoarelor lângă care au trăit.
Din cauza modului lor de viață, a culorii pielii, limbii și obiceiurilor diferite, țiganii sau romii au fost, vreme îndelungată, obiect de ură șovină și rasială, care a culminat în secolul al XX-lea cu deportarea și uciderea în masă a unor categorii din rândurile lor în cadrul politicii de genocid a celui de-al Treilea Reich și a unor regimuri aliate cu acesta.
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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 5:28 pm

Entel XVI secolo łi singani łi jera on tormento e na dexgràsia par ła pora xente veneta o de ła Venesia:

Parti o łej de ła Repiovega Serenisima de 1549-1558 e altre
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 270001.jpg


Sto kive lè on docomento storego co cu confrontarse e far on comento degno ... e no le batue ke no le val gnente.

Saria enteresante verefegar se se trata de lej de ordene piovego o se ente ste parti de la Serenisima a ghè o fondo de etnorasixmo ?

Rivar a scrivar ke łi pol esar copà, se catai rento łe tere venete ... fa da pensarghe sora parecio!
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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 5:34 pm

El sinbolo de la roda del caro:

http://it.wikipedia.org/wiki/Zingari

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Cari (carri)
viewtopic.php?f=108&t=358

Cavaj e càri veneti, na tradision milenara
viewforum.php?f=108


Cari altaeghi

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 889200.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 889500.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... zpic15.png

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... mads-1.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... nomads.jpg


Cari de Harappa

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... dus_01.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ycarts.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... nmist3.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Mohenjo-daro
http://en.wikipedia.org/wiki/Mohenjo-daro
Mohenjo-daro (Urdu: موئن جودڑو, Sindhi: موئن جو دڙو ) è un'antichissima città risalente all'Età del bronzo, situata sulla riva destra del fiume Indo, nell'attuale regione pakistana del Sindh, a 300 km a nord-nord-est di Karachi. Insieme ad Harappa, è una delle più grandi città della civiltà della valle dell'Indo (3300–1300 a.C.).
Mohenjo-daro significa letteralmente il monte dei morti, nome che condivide con Lothal.
Si estende per circa 100 ettari. È divisa in due settori: una cittadella e una città bassa. Sulla cittadella si trova un struttura in mattoni cotti a forma di vasca, soprannominata il Grande Bagno, un enorme granaio e uno stupa, nonché un tempio buddista più tardo.
Avendo sofferto poche degradazioni nell'età moderna, il suo stato di conservazione è migliore di quello di Harappa, ed è, di conseguenza, un'importante fonte di informazioni sulla civiltà cui apparteneva.
La città è stata costruita nel corso del III millennio a.C. ed è stata abbandonata alla fine del XVIII secolo a.C., verosimilmente a causa della variazione del corso di un fiume.

Orexeni turco altaeghe de łe coulture nomadego-pastorałi
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... tjWE0/edit

Veneti e cavaj
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... R5R0U/edit
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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 5:49 pm

El volto de sta dona romanì o singana el ga trati fixiognomeghi de l’India e del Pakistan:

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Na spoxa romaní ente ła Repiovea Ceca
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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 5:53 pm

Tràto da : "Carovane tra le pagine" di Giada Valdannini

A testimonianza di questo passato remoto esiste appunto la loro lingua che deriva, secondo molti studiosi, dagli idiomi del Pakistan, del Rajasthan e della Valle del Sind (oggi in Pakistan).

Facendo un passo indietro rispetto all’anno Mille, si può dire che esiste memoria delle carovane anche in epoca precedente.

È nella letteratura classica indiana del periodo compreso tra il VI e il XII secolo, che si parla di una popolazione detta Domba da cui deriverebbe la comunità dei “figli del vento”. L’analisi del termine confermerebbe questa stretta relazione tra gli attuali Rom e i Domba.
Entrambe le parole vogliono dire “uomo” e il termine rom non sarebbe altro che la mutazione dell’etnonimo Domba.
A supportare questa teoria, il fatto che il popolo dei Domba, proveniente dalle regioni dell’India, esercitava gli stessi lavori dei Rom: ammaestratori di cavalli, musicisti, giocolieri, saltimbanchi e allevatori.
Queste attività comportano la necessità di spostarsi da un luogo all’altro per trovare mercati in cui vendere gli animali o proporre gli spettacoli ad un pubblico sempre nuovo.
Ma fin qui la questione della migrazione è una scelta organizzativa.

Sarà intorno all’anno Mille che i Rom inizieranno a muoversi per costrizione. Sotto la spinta di persecuzioni che caratterizzeranno la loro storia.

A muoversi, in principio, non era l’intera popolazione bensì distinte tribù. Le dinamiche esatte dello spostamento sono per lo più sconosciute ai romanologi (studiosi di cultura rom) anche se numerose fonti documentarie tentano di sfatare il mistero.
Un primo accenno alle migrazioni dei Domba risale al III secolo d.C. quando lo Scià di Persia, Ardashir Papakan (224 – 241), fondatore della dinastia sasanide, organizza i regni vassalli in province rette da sovrani. E suo figlio Shapur I fa dell’Iran sasanide la più grande potenza della tarda antichità.
È in questo momento che i progenitori dei Rom migrano verso la Persia alla ricerca di condizioni di maggiore ricchezza e prosperità. Ma, sia chiaro, per scelta.
Le ondate migratorie furono molte, anche in epoche successive.

Nel IV secolo d.C, la dinastia dei Gupta, insediata nell’India settentrionale, conduce una forte politica imperialista mirata all’annessione delle regioni del Sind e del Punjab. Tale operazione costringe molti indiani a migrare.
Così anche per i Rom che vivevano in quelle stesse regioni.

Ma è sotto Mahmud Al Gazni che inizia la vera diaspora del mondo romanò.
È infatti a seguito della dominazione di Gazni nel Punjab che parecchie comunità sono costrette alla fuga. Per quasi 26 anni, tra il 1001 e il 1027, Mahmud attacca il nord dell’India mettendo a ferro e fuoco villaggi e città.
Proprio dal nome di questo violento conquistatore deriverebbe il termine “gagè” (da Gazni) col quale i Rom definiscono tutti coloro che non appartengono alla loro comunità.
Ciò equivarrebbe a dire che i Rom abbiano associato al sanguinario conquistatore le civiltà straniere.

Sulla storia delle loro origini, nella Bulgaria centrale, viene tramandato questo racconto: “Avevamo un grande re, uno zingaro. Era il nostro principe. Era il nostro re. Gli zingari vivevano tutti insieme a quel tempo, in un unico luogo, in un paese meraviglioso. Il nome di quel popolo era Sind.

C’era tanta felicità, tanta gioia. Il nome del nostro capo era Mar Amengo Dep. Aveva due fratelli. Uno si chiamava Romano, l’altro Singan. Tutto andava bene, ma poi ci fu una grande guerra. Erano stati i musulmani a provocare la guerra.
Essi ridussero in cenere e polvere la patria degli zingari.
Tutti gli zingari insieme fuggirono dalla loro terra. Cominciarono a vagare, diseredati, in altri paesi, in altre lande. Fu allora che i tre fratelli, ciascuno con la propria gente, abbandonarono la patria, imboccarono tre strade diverse. E così alcuni zingari passarono in Arabia, altri andarono a Bisanzio, altri ancora migrarono in Armenia.”

Nell’Impero Bizantino: il primo passaggio verso l’Europa A Bisanzio, nel XIV secolo, appaiono testimonianze scritte della presenza dei Rom. Arrivano alle porte di Costantinopoli a seguito dell’invasione dei territori armeni (in cui avevano trovato ospitalità) da parte dei Turchi Selgiuchidi ma a Bisanzio vengono messi al margine.
Associati alla setta eretica degli Athsingani, dal greco “non toccati, non offesi, intoccabili”, vengono creduti stregoni. È l’inizio della loro discriminazione. A causa della loro comune attitudine alla pratica delle arti divinatorie vengono isolati. La prassi di evitare qualsiasi contatto con persone appartenenti ad altri gruppi li rendeva simili agli Athsingani. Da qui, “intoccabili”.

Ma tale costume comune non era altro che l’antico retaggio di proibizioni vigenti tra le caste indiane.
Questo equivoco è di grande rilevanza. Da Athsingano deriverà la parola “zingaro”, tanto invisa alla comunità romanì che la giudica discriminatoria. E che nasce appunto da un errore e da una forma di pregiudizio.
Il contatto con la cristianità apporta numerosi cambiamenti alle tradizioni dei Rom. Costretti a seguire prima il culto islamico, poi la religione del Messia, perdono definitivamente il loro rapporto con i culti d’origine, legati agli antichi riti indù e buddisti, osservati in India.

Poi la storia continua anche ai giorni nostri.
In questa storia appare il nome proprio che gli zingari o singani o gitani si attribuiscono: SINDI (da cu SINTI).
Riassumendo abbiamo tre nomi diversi (con varianti a loro riconducibili)con tre etimologie diverse ma che convergono tra loro fonosemanticamente. -Gitani da (Ae)giptanu(m); -Tzigani e zingari, (e simili) dal greco Athsingani; -Sindi (dalla originaria e mitica valle del Sind).

Ariuns, Ario, Ari, Arria, Ariani, ...
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... lHaEk/edit
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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 6:04 pm

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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 6:24 pm

So łe voxi SIND (SINDI e SINTI) ???

Da «Le origini della cultura europea» del filologo Giovanni Semerano:

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«Sinti» è voce testimoniata da Omero come denominazione dei Pelasgi di Lemno ([Sinties]: Iliade, 1, 594; Odissea 8, 294).

Sinti è voce di origine semitica: è voce sostantivale di base “z(c)n”, ebraico “sa(a)n” (vagare, errare);
in accadico il verbo “senu” ha il significato de caricare il vascello, come di issare le vele.
Sono i «Sai» [Sáioi] di Archiloco.
La prima -i- del nome grecizzato di “Sinti” è modificazione di un primitivo locale -ai- di “Sai” [Sáioi]. Di tale fenomeno l’accadico offre numerosi esempi.

...
Erodoto aggiunge che a Cipro davano il nome di σιγύννας alle aste, giavellotti, presumibilmente per caccia (cfr. sumero-accadico suginnu asta, ‘Dürrholz’).
La base sumerica šagan- sarà calcata sulla base corrispondente ad accadico sūqum (via, ‘Strasse’), (ina) sūqim > sūqin nel senso di " ambulante " (letteralmente " nella strada ").

Erodoto interrompe l'esposizione sui Traci per parlare della popolazione dei Siginni, di là dal Danubio, dei loro cavalli piccoli e camusi, dalla loro spessa coltre di peli, incapaci di portar un uomo, ma agili attaccati ai carri (V, 9).
I Siginni dì Erodoto furono localizzati in Ungheria, ma Strabone (XI, 11, , Apollonio Rodio (IV, 320), Ctesia (fr. 88 M.) collocano non discosto dal Danubio inferiore dei Siginni, Σύρννοι, Σίρυννοι e una città omonima nel Caucaso.

Erodoto si stupiva che essi pretendessero discendere dai Medi; in epoca moderna gli zingari, ungherese Czigáni, coi quali qualcuno ha assimilati i Siginni, pretesero di discendere dagli Egiziani.
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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » sab mar 15, 2014 7:04 pm

Sindh (Sind)
http://it.wikipedia.org/wiki/Sindh

Il Sindh (Sind) (Sindhi: سنڌ ;Urdu: سندھ), vasto 135.300 km², costituisce una delle quattro province del Pakistan, la seconda più popolosa (30,4 milioni), ed è la patria del popolo Sindhi autoctono, dei profughi immigrati dall'India nel 1947 e di varie altre etnie.
Le regioni limitrofe sono il Belucistan ad ovest e nord, il Punjab a nord, il Rajasthan (India) ad est e il Mar Arabico e il Gujarat (India) a sud. Le lingue principali sono il Sindhi e l'Urdu.
La città principale è la capitale Karachi (9,8 milioni di abitanti), dove si concentrano gli immigrati indiani e che fu capitale del Pakistan fino al 1958 (vi era nato Mohammad Ali Jinnah). Un'altra grande città è Hyderabad, l'antica capitale del Sindh. Zulfikar Ali Bhutto e la figlia Benazir Bhutto sono originari di Larkana. Il Sindh conta 23 distretti.
L'origine del nome è nel sànscrito Sindhu che significa "mare" o "oceano", a causa la dimensione del Grande Fiume Indo nella parte occidentale. Il nome Sindh viene dall'Indo-Ariano le cui leggende narravano che il fiume Indo sgorgasse dalla bocca di un leone o Sinh-ka-bab. Nel Shrimad Bhagavatam è menzionato come parte di Abhirrdesh (regno Abhira). In passato esistevano due regioni in quest'area: Sindh ad ovest, che si estendeva fino alla città di Multan, e Hind (India moderna) ad est.
Fu conosciuto con diversi nomi nel passato: gli Assiri (già nel settimo secolo a.C.) lo conoscevano come Sinda, i Persiani come Abisind, i Greci come Sinthus, i Romani Sindus, i Cinesi come Sintow, mentre per gli Arabi era il Sind.

http://en.wikipedia.org/wiki/Sindh

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Les Gitans du Rajasthan
http://www.imarabe.org/musique/les-gitans-du-rajasthan
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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Sixara » dom mar 16, 2014 9:51 am

Ke maraveja de colori .. a vorìa propio ndarghe n India.
Cuà a se parla de Cibo gitano:
http://evenesie.prophpbb.com/topic59.html
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Re: Singani (storia e etimołoja)

Messaggioda Berto » dom mar 16, 2014 9:58 am

Mi a go vivesto co i singani françoxi (gitans) par do setimane, ente ła rexon de Auxerre a rancurar łe sierexe e go magnà coel ke me fea ła vecia parona singana.
Ła xe stà na beła espariensa, me so ciapà ła scabia ke dapò a go curà co ła crema de solfaro a Amsterdam; ghe jera de tuto: polxi, peoci, piatole, scabia.
En França a Paris łi gitans łi jera (e łi xe?) na raça de mafioxi, łi prategava el caporalà en grando e co brutałetà (altro ke descremenà!).
Łi ndava col camion a torse su tuti i barboni, i pitoki e i dexgrasià de Parigi e dapò i łi portava en ‘olta par łe canpagne de ła França a łaorar, altro ke i mori ente ła Tałia purpiamente dita o teronia e se sti ki łi se łagnava xo pake-xo pàke, de skei poki ma tanto poki; dormir so ła paja come łe bestie fora sol canpo e ... .

Wara ke facia, dime ti se ła te ispira!
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http://fr.wikipedia.org/wiki/Auxerre

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