Il caso romano della casa data agli zingari Omerovic

Re: Il caso romano della casa data agli zingari Omerovic

Messaggioda Berto » sab mag 11, 2019 8:43 pm

Bonus, soldi, punti e benefit: quei regali del M5s ai rom
Nico Di Giuseppe - Gio, 09/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 91990.html

Dal contributo di 800 euro per l'affitto ai 5000 euro per aprire un'attività e non solo. Meloni: "Discriminazione a danno degli altri romani"

Ma davvero c'è razzismo nei confronti dei rom? Di sicuro c'è insofferenza, tensione sociale in alcuni quartieri capitolini, ma non si può dire che il Comune di Roma li tratti alla pari degli italiani non sinti e non rom.

Li tratta meglio. Sì, avete capito bene. E la discriminazione la mette in pratica a scapito degli italiani non rom. Perché se elargisci benefit, soldi o aiuti ai rom in qualche modo gli offri una corsia preferenziale che non dovrebbero avere se si segue il principio per cui anche loro sono italiani. Ma se anche loro sono italiani, perché questi benefit, questi soldi, questi aiuti non vengono offerti agli italiani non rom?

"Obiettivamente il Comune di Roma sta operando una serie di discriminazioni: Raggi dice che Roma non è una città razzista ma lo è. Roma è una città che ai Rom riconosce 5000 euro se aprono un'attività, 800 per l'affitto, pagano loro il mental coach per convincerli ad andare a lavorare. Sono provvedimenti che non mi pare il comune abbia attuato anche per i romani poveri che non sono di etnia Rom o sinti", ha ricordato la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Che, poi, come se non bastasse, ha aggiunto che "nell'accesso alle case popolari rom che sono in uscita dai campi hanno un punteggio aggiuntivo: c'è una discriminazione a danno degli altri romani".

Il Campidoglio ha dato vita anche a un "Ufficio Speciale Rom, Sinti e Caminanti" che opera alle dirette dipendenze della sindaca Virginia Raggi. Anche qui si potrebbe dire che non esiste un Ufficio Sepciale Italiani non Rom, non Sinti, non Caminanti. Perché?

Perché agli italiani non rom il contributo per l'affitto di 800 euro e della durata massima di due anni non viene dato? Nessun italiano non rom può avvalersi dei "mentoring and personal coaches", per ricevere "il supporto adeguato in termini di strumenti e competenze per le prime fasi di avvio delle iniziative imprenditoriali aiutando gli ideatori a fare le scelte giuste in ordine ai processi lavorativi e strategici". Perché?

Come mai le famiglie rom possono ottenere 18 punti in più rispetto alle famiglie italiane non rom nelle graduatorie per gli alloggi popolari?

"Per colpa dei rom stiamo perdendo i clienti, la gente preferisce restare a casa piuttosto che vederli, le bollette le devo pagare io, in più ho i dipendenti e se le mamme continueranno a non venire e a non portare le figlie sarò costretto a chiudere", ha denunciato Giulio, parrucchiere cubano di 36 anni, e titolare dello "Yuli Style" a pochi metri da via Satta, nella periferia romana di Casal Bruciato dove la famiglia rom degli Omerovic si è trasferita da qualche giorno.

Raniero, 28 anni, lavora in quel negozio ormai da anni. Ed è dello stesso avviso: "Ho paura per il mio lavoro. Ma i soldi per l'affitto chi ce li dà la sindaca Raggi?".
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Re: Il caso romano della casa data agli zingari Omerovic

Messaggioda Berto » sab mag 11, 2019 8:46 pm

Applauso anti-rom a Piazza Pulita, Corrado Formigli contro il pubblico
Venerdì 10 Maggio 2019

https://www.ilmessaggero.it/televisione ... 82832.html

Corrado Formigli contro il pubblico nell'ultima puntata di Piazza Pulita, su La7. Il tema sono i rom e la rivolta di Casal Bruciato. Lo studio si scalda, si divide, in molti applaudono quando alcuni ospiti giustificano la rabbia dei residenti della periferia romana che hanno insultato la famiglia di nomadi assegnatari di una casa popolare. Il conduttore sente di dover intervenire e prendere le distanze: «Io lo sento il clima dentro questo studio, ogni volta che parliamo dei rom succedono cose diverse», sottolinea. «Ogni persona deve essere valutata per la sua storia, per la sua fedina penale e per cosa ha fatto nella sua vita. Non per una supposta colpa collettiva. Le colpe collettive in passato hanno prodotto mostruosità. Quelle persone avevano le carte in regola per entrare in quella casa».



Alberto Pento
Sarebbe interessante se qualche giornalista indagasse per bene le storie personali della famiglia e del clan Omerovic e ci raccontasse della loro fedina penale, di eventuali denunce e processi in corso, delle tasse che hanno pagato e delle denunce dei redditi che hanno fatto da quando sono in Italia e dove e come hanno vissuto, dei loro conti correnti, delle loro frequentazioni e amicizie.

Alberto Pento
In giro per l'italia molti sono gli Omerovic coinvolti in notizie di cronaca criminale.

Alberto Pento
A Roma purtroppo abbiamo tristissime e dannatissime esperienze con i clan zingari mafiosi degli Spada, dei Casamonica, degli Hudorovich per citare alcuni cognomi sempre sulla cresta dell'onda.

El Loko Esteban
Alberto Pento ma chi ti credi di essere sei per caso un ispettore che vuoi tutte queste informazioni . si chiama rispettare la privacy. Ma dai quindi se pure a te lo stato ti da una casa popolare prima qualcuno ti dovrebbe trattare da criminale e fare una bella indagine su di te. no comment.

Adriano Desantis
Alberto Pento e pure di Bossi

Alberto Pento
Questo mio commento è stato scritto rispetto ad un altro intervento che ora è stato cancellato (?) o che è sparito dalla mia bacheca e quindi pare essere senza attinenza con la discussione in corso.
Commento dove si parlava del Popolo Italiano costituito da mafiosi, camorristi e altre mele marce il cui marciume sarebbe stato esportato dai migranti italiani in tutto al mondo, a riprova che tutto il mondo è paese e che ogni popolo ha le sue mele marce e che non bisogna generalizzare come nel caso di cui si sta trattando.
A tale commento che ora non c'è più io ho elaborato questa mia riflessione:

Prego, non siamo, caso mai siete!

Non esiste il Popolo Italiano ma i popoli o le genti italiche che sono diverse tra loro. I mafiosi e i camorristi appartengono solo a determinate popolazioni e non a tutte. Nella realtà non esiste alcun popolo con caratteristiche assemblate come quello che descrivete voi che è solo una finzione/falsificazione ideologica e retorica di certi demenziali nazionalismi artefatti.

I mafiosi sono siciliani, i camorristi napoletani, gli ndranghetisti sono calabresi e via discorrendo, non facciamo confusione prego.
I veneti a cui io appartengo sono migrati prevalentemente in Sudamerica, specialmente in Brasile, emigrati a causa dell'Italia, per lavoro e con le carte in regola e hanno esportato solo buona volontà e civiltà, difatti le aree d'insediamento dei veneti in Brasile sono tra le più civili e prospere del Sudamerica, dove non si trova né mafia, né camorra, né ndangreta ma solo gente responsabile e civile che lavora e che non delinque a beneficio suo, dell'intera comunità locale e del intero paese e stato brasiliano.

Gli zingari sono altro, quelli onesti che lavorano sono una minoranza e non sono più zingari. Gli zingari veri sono tutti quelli che vivono depredando il prossimo non zingaro (i gagè) con feroce disprezzo razzista e nazista e sono proprio quelli che la gente giustamente avversa e dalla cui disumanità si difende e che lo stato dovrebbe tutelare con ogni mezzo non certamente mettendosi dalla parte dei carnefici.
Tra questi criminali vanno citati i clan zingari mafiosi degli Spada, dei Casamonica, degli Hudorovich e di altri.
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Re: Il caso romano della casa data agli zingari Omerovic

Messaggioda Berto » dom giu 02, 2019 8:31 pm

I rom hanno milioni di euro all'estero. Ma in Italia vivono grazie a sussidi e case popolari
Sergio Rame - Dom, 02/10/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... BhmwgeqeQ0

Scoperto il tesoro della "regina degli zingari". Gli Halilovic vivono sulle spalle del sistema Italia ma in Croazia nascondono milioni di euro

Il tesoro dei rom è nascosto in Croazia. Ingenti somme di denaro che appartengono a nomadi che vivono sulle spalle del sistema Italia, ma di cui fino a oggi non se ne conosceva l'esistenza.

Grazie a un'operazione congiunta tra i pm torinesi e i magistrati croati, sono venuti alla luce conti correnti milionari intestati a rom che nel Belpaese godono di sussidi, case popolari e aiuti economici di ogni tipo. Tra questi furbetti, come rivela la Stampa, ci sono personaggi come Raselma Halilovic, bosniaca 66enne che vive tra le baracche di via Germagnano a Torino e che sul un conto corrente in Croazia ha depositato un milione e 35mila euro.

L'inchiesta, condotta anche grazie all'aiuto di Eurojust, ha fatto luce sul tesoro da 5 milioni di euro che fa capo alla famiglia Halilovic. Raselma non è, infatti, l'unica ad avere da parte cifre spaventose e ingiustificate. Tra questi, si legge sulla Stampa, ci sono Bronzo Halilovic, che ha messo in banca 900mila euro, e Angela Halilovic, 36enne con precedenti per furto che a Torino riceve un sussidio mensile di 245 euro e sul conto ha 392mila euro. E ancora: Naim Halilovic gode di una casa popolare, nonostante abbia in banca 60mila euro. La moglie Susanna Salkanovic non è da meno: sul suo conto personale ha, infatti, altri 108mila euro.

L'obiettivo della maxi inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Alberto Perduca, era capire quali fossero le fonti di reddito dei rom. Come giustificare depositi bancari milionari di persone che non solo non lavorano ma che addirittura godono di sussidi economici pubblici? Immossibile, se non ipotizzando fonti di reddito illecite. Gli indagati appartengono quasi tutti alla famiglia Halilovic e vivono nei campi nomadi di Torino, Asti, Massa Carrara e Genova. A far scattare le indagini è stata Sena Halilovic. A Genova questa 60enne, che si nasconde sotto all'alias di Amela Seferovic, è conosciuta anche come la "regina degli zingari". Stando ai libri comunali, avrebbe sposato un italiano a cui nel corso degli anni ha intestato oltre 400 automobili.

Sena Halilovic ha destato sospetto quando ha provato a prelevare 220mila euro alla Société Générale Splitska Banka dopo che ne aveva già portati all'estero 330mila. Come spiega la Stampa, la cultura matriarcale dei korakhanè, nomadi di fede musulmana, considera la "regina" una sorta di capo dell'intera famiglia. Il clan di Sena Halilovic, che in Italia è compiuto i reati più disparati, ha a disposizione la bellezza di "4 milioni di euro, un castello a Mostar (in Bosnia-Erzegovina), una villa abusiva e terreni nelle campagne astigiane".


Alberto Pento
Sussidi e case popolatri, sì certo e il resto proveniente dai crimini?
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Re: Il caso romano della casa data agli zingari Omerovic

Messaggioda Berto » mar dic 17, 2019 9:42 pm

"Italia paradiso degli zingari". Gli audio choc dei nomadi
Claudio Cartaldo
Mar, 17/12/2019

http://www.ilgiornale.it/news/milano/it ... s6HH4GaP9c

Sgominata una banda di bosniaci. "Mia moglie è brava a rubare". Business da 2mila euro al giorno. Le intercettazioni: "Italia paese di handicappati"

Rubavano, tanto. E in molte città d’Italia. Venezia, Genova, ma soprattutto Milano. In Piazza Duomo o in metropolitana, ogni donna riusciva a incamerare anche 2.500 euro al giorno.“Professioniste” del furto, con anni di attività alle spalle (“a 12 anni già faceva questo lavoro”), coordinate dai mariti che si godevano i proventi delle ruberie.

“È proprio un Paese di handicappati l’Italia - dicono nelle intercettazioni - però è il paradiso degli zingari”.

La scorsa settimana la squadra mobile di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto cittadini di origine bosniaca. L’indagine, denominata “Ieri, oggi e domani” ha permesso di smantellare, una “associazione a delinquere” finalizzata ai borseggi. I soggetti, tra cui cinque donne e due uomini, fanno tutti parte della stessa famiglia nomade. Altri tre minorenni risultano inoltre indagati.

Il lavoro degli investigatori nasce nel 2017 dalla denuncia per estorsione di una donna di origine bosniache. Agli agenti racconta di essere costretta a delinquere dai suoi connazionali che le chiedevano denaro in cambio della “autorizzazione” a vivere e rubare a Milano. L’indagine permette di ricostruire il castello criminale messo in piedi dagli Omerovic. Gli uomini si occupavano dell’organizzazione logistica dei colpi (individuare gli appartamenti dove risiedere, contattare gli avvocati in caso di arresto, ecc.), mentre alle donne spettava il compito di “alleggerire” milanesi e turisti. Un business florido, sia in inverno che in estate, che permetteva di raggiungere migliaia di euro al mese.

I particolari emergono chiaramente dalle intercettazioni realizzate dalla polizia. Negli audio uno dei componenti si vanta delle capacità “professionali” della moglie. “Ce l’aveva già dodici anni, già faceva questo lavoro - dice - È una professionista. Se va da sola è una che sa molto, molto bene, perché sennò non tenevo la Panamera e la Porsche…”. In una sola giornata di furti, le donne erano in grado di rubare cifre da capogiro. “Quasi nessuno ha fatto d’inverno 30mila euro - continua l'uomo nell’intercettazione - perché d’inverno non c’è gente, non ci sono turisti”. D’estate, invece, è tutto più facile. “D’estate fa soldi, solo che io spendo molto… Ogni giorno fa 1000/1500… 2000/2500 (euro)”.

"Il capo del gruppo era il 38enne Muharem Omerovic - spiega a Tgcom24 il capo della Mobile milanese, Marco Calì - Mentre le donne 'lavoravano' per 10 ore al giorno concentrando i furti soprattutto nelle metropolitane e nella zona del centro, gli uomini si godevano la vita a bordo di auto di lusso (Maserati, Porsche, ndr), facendo shopping e partecipando a eventi come Gran Premi in giro per l’Europa". Un sodalizio che sfruttava le leggi sul deferimento di pena per le donne in stato di gravidanza. “Tutti conoscevano perfettamente i meccanismi giudiziari e l'uso dei bambini era uno strumento molto efficace”, dice Calì. Secondo quanto ricostruito dalla Mobile, gli Omerovic avrebbero affidato i minori a delle babysitter sudamericane pagate circa 800 euro al mese. In caso di arresto di una delle ladre, dovevano portare immediatamente il piccolo dalla madre, in modo da impedirne l’arresto in carcere. Nel luglio del 2018, per esempio, una bimba di 5 mesi venne abbandonata in un ufficio della questura meneghina per favorire il rilascio di una 22enne, madre di sei figli e già condannata (in via definitiva) a 11 anni di carcere.

La base logistica della banda si trovava a Milano, in due appartamenti popolari occupati abusivamente in via Famagosta e via Bolla. “È proprio un paese di handicappati, l’Italia. Però è un paradiso per gli zingari. Il Paese del divertimento per gli zingari”.
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Re: Il caso romano della casa data agli zingari Omerovic

Messaggioda Berto » mar set 13, 2022 6:54 pm

Zingari: vittime innocenti o carnefici razzisti e nazisti?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 150&t=2790
Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%
Gli zingari sono principalmente vittime di se stessi e del loro essere carnefici.
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Re: Il caso romano della casa data agli zingari Omerovic

Messaggioda Berto » mar set 13, 2022 7:41 pm

Roma, disabile giù dalla finestra mentre la polizia è in casa: ombre sulla perquisizione. In coma un rom sordomuto di 36 anni
Michela Allegri e Alessia Marani
12 settembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/d ... 23502.html

È caduto dalla finestra della sua camera, un volo di 9 metri da una casa popolare nel quartiere di Primavalle, a Roma. Quattro agenti di polizia in borghese avevano appena suonato alla porta chiedendogli i documenti. Quel giorno, il 25 luglio, Hasib Omerovic, 36 anni, sordomuto di etnia rom, era da solo con la sorella, pure lei disabile. Le sue condizioni sono gravissime - è in stato di coma vigile al policlinico Gemelli - e la denuncia fatta dai familiari è agghiacciante: la madre Fatima, il padre e la sorella sedicenne, sostengono che Hasib sia stato picchiato dai poliziotti (tra i quali c’era una donna) e poi sia stato buttato di sotto.


L’ESPOSTO

È tutto scritto in un esposto presentato in procura, dove il pm Stefano Luciani ha aperto un fascicolo per concorso in tentato omicidio delegando le indagini alla Squadra mobile. Nel documento viene ipotizzato anche un motivo per quel controllo a sorpresa, fatto a casa Omerovic e su cui ora la Procura indaga per capire se l’accesso sia stato concordato con dei superiori e registrato. Nei giorni precedenti, infatti, era comparso su Facebook un post in cui una donna sosteneva che Hasib avesse fatto delle avances a delle ragazzine: «Fate attenzione a questa specie di essere perché importuna tutte le ragazze, bisogna prendere provvedimenti». Il post era stato rimosso, ma gli Omerovic, assistiti dall’avvocato Arturo Salerni e dell’associazione 21 Luglio, hanno fatto in tempo a fotografarlo e a depositarlo agli inquirenti. Poco tempo dopo, una delle sorelle di Hasib sarebbe stata contattata dal proprietario di un bar di zona: «Hasib ha importunato alcune delle ragazze, qualcuno lo vuole mandare all’ospedale», le avrebbe detto. Il giorno successivo, il controllo dei poliziotti. Sul caso, il deputato di +Europa Riccardo Magi ha presentato un’interrogazione parlamentare, raccontando la storia durante una conferenza stampa alla Camera.

In casa sono state trovate tracce di sangue: gli inquirenti, il 12 agosto, hanno sequestrato una coperta macchiata e il manico di una scopa, spezzato a metà. È stata una vicina ad avvisare i genitori di Hasib. «Al telefono mi ha passato un poliziotto, che mi ha detto che mio figlio era caduto e si era rotto un braccio - ha raccontato Fatima - Non posso dimenticare quel 25 luglio: quando siamo arrivati al pronto soccorso ci hanno detto di aspettare 48 ore per sapere se Hasib sarebbe sopravvissuto». La sorella del giovane, Sonita, sotto choc, ha raccontato alla famiglia che gli agenti avevano prima picchiato il fratello con un bastone, per poi afferrarlo per i piedi e buttarlo giù. I poliziotti avrebbero suonato alla porta mentre i genitori e un’altra sorella erano dal meccanico. Nella sala c’è un termosifone divelto dal muro, al quale, secondo il racconto dell’unica testimone, Hasib si sarebbe aggrappato. Il giovane si sarebbe poi rifugiato in camera sua. La famiglia Omerovic ha cambiato casa: «Eravamo lì da tre anni, ma ora abbiamo paura, non ci sentiamo sicuri nemmeno ad andare in ospedale, ci sentiamo seguiti e minacciati».

Roma, le rapine della banda della “Fiat Bravo”: l'auto ritrovata nel campo nomadi di via di Salone

LE IPOTESI

In questi giorni gli investigatori hanno sentito alcuni testimoni, compresa una vicina che ha chiamato i soccorsi. Gli aspetti da sciogliere sono diversi. Uno su tutti: non è chiaro a che titolo gli agenti abbiano agito e se l’intervento sia stato registrato. In una relazione alla Procura hanno ripercorso quei minuti. Al vaglio anche le dichiarazioni dei vicini, che hanno detto di avere sentito quasi ogni sera i lamenti di Hasib provenire da quella casa, e di avere visto più volte i familiari malmenarlo. La finestra della camera del giovane, inoltre, aveva i vetri rotti: erano stati distrutti una ventina di giorni prima, durante una lite. Di quanto accaduto l’unica testimone è la sorella di Hasib, che avrebbe, però, un ritardo cognitivo elevato. Un’altra ipotesi è che il ragazzo, non capendo cosa volessero gli agenti in borghese, davanti a dei modi bruschi, possa essere stato colto da una crisi di panico fino a sporgersi dalla finestra che, pur essendo l’appartamento al piano rialzato, su quel lato ha un affaccio molto alto. In questo caso sugli agenti potrebbe paventarsi una culpa in vigilando. Il Capo della Polizia Lamberto Giannini, intanto, sta seguendo in prima persona gli accertamenti che la Questura di Roma sta effettuando garantendo «trasparenza e collaborazione ai pm».


Gino Quarelo
Io non credo minimamente a questa denuncia. Saranno stati dei rom o dei sinti travestiti da poliziotti in borghese, non sarebbe la prima volta.

Alberto Pento
Gino Quarelo Una guerra tra bande di zingari!



Disabile rom precipita dalla finestra a Roma, la donna importunata e il post su Fb: «Quest'uomo ha seguito me e mia figlia, state attenti»
Alessia Marani
13 settembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/r ... 24428.html

«Quella domenica pomeriggio stavo parcheggiando la macchina in via Pietro Gasparri e c'era quel giovane rom che frugava nei cassonetti. Quando mia figlia di 22 anni è scesa dall'auto lui le ha fatto una foto e ce l'ha mostrata. E allora io ne ho scattata una a lui: Ora abbiamo anche noi una tua foto, che ci vuoi fare? Gli ho chiesto e per tutta risposta ha fatto il gesto di toccarsi vistosamente le parti basse». A parlare è Paola C.. è lei che il 24 luglio, il giorno prima dell'arrivo della polizia a casa di Hasib Omerovic ha pubblicato sul gruppo Sei di Primavalle se... il post della discordia: «Fate attenzione - scriveva - a questa specie di essere, perché importuna tutte le ragazze bisogna prendere provvedimenti».

Roma, disabile precipitato. La testimone: «È riuscito a rialzarsi per un attimo, sulla schiena aveva segni di frustate»


Signora davvero la condotta del 36enne rom è stata così grave da spingerla ad allertare l'intero quartiere?
«Quel ragazzo non si era limitato a rubarci una foto, ma dopo che avevamo chiuso la macchina per dirigerci verso casa, ci ha seguito fino al portone in modo inquietante».


Avete avuto paura?
«Sì, tantissima. Perché il portone di casa è all'interno dei lotti. Quindi bisogna percorrere un bel pezzo di strada e passare alle spalle dei palazzi per arrivare all'androne. Lui ci ha tallonate. Siamo salite su casa con il cuore in gola. Anche una vicina se n'è accorta».


È a quel punto che ha deciso di scrivere il post?
«Esatto, perché ho pensato che come è successo a noi due, in particolare a mia figlia, potesse succedere ad altre donne, adulte o ragazzine».


E quali reazioni ci sono state?
«Sono stata attaccata. Qualcuno mi ha detto che ero razzista, che ho esagerato. Ma diverse persone mi hanno anche difeso e hanno confermato le mie paure».


Ossia?
«Una vicina, appunto, ha testimoniato di avere assistito alla scena, non mi stavo inventando nulla. Poi altre ragazze hanno raccontato le loro esperienze, dicendo di essere state importunate. Allora la discussione si è scaldata».


La polizia l'ha mai contattata?
«No, né allora né dopo. Neppure l'amministratore della pagina ma il post è stato rimosso. Per questo mi sembra strano che i poliziotti siano andati da Hasib per questo motivo. Ma come sta? A me era stato detto addirittura che fosse morto...».



Hasib Omerovich, il disabile precipitato, parla la testimone oculare: «Ero lì, ho visto i poliziotti nel cortile»
di Fabrizio Caccia
13 settembre 2022

https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... 77bf.shtml

Una vicina di casa brasiliana ha assistito alla caduta del ragazzo rom: «Prima non ho sentito né urla né parolacce. Gli agenti hanno soccorso l’uomo a terra»

Nel palazzo di Hasib, i condomini parlano con i giornalisti, Primavalle è così, non si nasconde. Al quarto piano, l’ultimo, abita una signora brasiliana, mediatrice culturale, che quel 25 luglio ha visto qualcosa. È lei la testimone oculare: «Stavo innaffiando le piante - racconta chiedendo l’anonimato - guardavo in basso e ho visto quel corpo cadere nel vuoto». Era Hasib, il ragazzo rom sordomuto che aveva appena ricevuto in casa al pianterreno la visita degli agenti in borghese del commissariato Primavalle.

«Prima del fatto non ho sentito gridare, né urla né parolacce, insomma nessuna lite - continua la donna - Poi ho visto i poliziotti nel cortile avvicinarsi all’uomo caduto, tentavano di aiutarlo. Ho già raccontato tutto agli investigatori, non so altro, mio figlio era a casa con me ma dormiva. La mamma di Hasib mi aveva raccontato che lui e la sorella anche lei disabile sono seguiti da un assistente sociale, ma io qua non l’ho mai visto. Persone così dovrebbero essere aiutate veramente, non abbandonate in una casa popolare a Primavalle».

Nel palazzo i condomini dicono tutti di non aver mai avuto problemi con Hasib. La signora Antonietta Somma, 50 anni, 4 figli e già nonna di una splendida ragazzina che tiene per mano, dice di aver sentito che molestava in giro le donne e filmava col telefonino le ragazzine, ma a lei non è mai capitato. Altri aggiungono: «Era sempre gentile, ci chiedeva a gesti una sigaretta, qualche volte lo aiutavamo chiedendogli di aiutarci a svuotare le cantine e gli davamo qualche soldino. Faceva il robivecchi e andava a vendere quello che trovava al mercato».

Fuori dal “Barone” di piazza Capecelatro, bar ritrovo del quartiere, c’è chi difende a spada tratta gli agenti intervenuti: «Come si dice? Male non fare paura non avere. Se fosse stato davvero uno senza macchia, secondo voi si sarebbe buttato di sotto all’arrivo della polizia?» si domanda un omone tatuato. Ma adesso si deve scoprire come è andata davvero e sia la Procura sia i vertici della polizia hanno già avviato due indagini parallele.


Caso Omerovic, quello che non torna sulla vicenda: i punti da chiarire
Quotidiano Nazionale
Roma, 13 settembre 2022

https://www.quotidiano.net/roma/caso-om ... -1.8073379

Ci sono troppi punti oscuri nel“ caso Hasib Omerovic”, il 36enne rom precipitato dalla finestra della sua camera durante una perquisizione senza mandato della polizia. L’uomo, sordomuto di origine rom e con un ritardo cognitivo, si è schiantato al suolo dopo un volo di nove metri dal palazzo in cui abitava. In casa, in quel maledetto giorno dello scorso 25 luglio, c’era solo la sorella 16enne di Hasib, anche lei disabile.

Hasib è ricoverato al Policlinico Gemelli in condizioni gravissime: l’uomo è in coma vigile, sta lottando tra la vita e la morte da settimane e la famiglia teme di perderlo da un momento all’altro. Secondo la denuncia presentata dalla madre Fatima Sejdovic, l’uomo sarebbe stato picchiato da quattro poliziotti– tre uomini e una donna– e poi gettato dalla finestra. Intanto la Procura di Roma ha aperto le indagini per tentato omicidio.

Il caso Omerovic, cosa sappiamo:

La famiglia:“Spostateci, abbiamo paura”

Dopo che il caso è arrivato in Parlamento, la situazione è precipitata. La famiglia Omerovic ha chiesto di essere spostata dalla zona di Primavalle perché“ ha paura”.È quanto annuncia l'avvocato Arturo Salerni, legale dei genitori e della sorella dell'uomo.“Alla luce di quanto emerso, per ragioni di sicurezza– afferma il penalista– la famiglia ha chiesto di essere allontanata da quella zona”. E questo anche perché la perquisizione, secondo quanto si apprende, era scaturita da alcune segnalazioni– riportate anche in un post sulla pagina Facebook del quartiere, poi cancellato– in cui Omerovic era accusato di avere molestato alcune ragazze.

La famiglia Omerovic abita a Primavalle solo da tre anni.“Ora abbiamo paura, non ci sentiamo sicuri nemmeno ad andare in ospedale, ci sentiamo seguiti e minacciati”, dicono i familiari.

I punti da chiarire

Sono tante le zone d’ombra sulle quali la Procura dovrà fare luce. L’unica certezza emersa finora è che quella perquisizione effettuata nell’abitazione del 36enne non era autorizzata da nessun mandato della Procura. Non è chiaro se l’iniziativa sia stata presa direttamente dai quattro agenti, che avrebbero deciso di bussare alla porta del disabile dopo avere intercettato il post sui social con le minacce:“ Importuna le ragazze, dobbiamo intervenire”. Oppure se sia stata decisa da un funzionario della Questura o della Squadra Mobile di Roma.

Un altro nodo da sciogliere è la caduta in condizioni misteriose. Secondo la famiglia, l’uomo sarebbe stato buttato giù dalla finestra dagli agenti. Ma una delle ipotesi al vaglio è che l’uomo, che avrebbe un ritardo cognitivo, potrebbe avere dato in escandescenza alla vista delle divise. E, a quel punto, potrebbe essere successo di tutto, anche una caduta volontaria in preda al terrore o a una crisi di panico, oppure una colluttazione finita in tragedia.


Il racconto della sorella: unica testimone

“Un poliziotto mi ha detto al telefono che mio figlio era caduto e si era rotto un braccio. Ma quando siamo arrivati al pronto soccorso, ci hanno detto di aspettare 48 ore per sapere se Hasib sarebbe sopravvissuto”, racconta la madre Fatima. Le ore sono diventate giorni e poi settimane: il 36enne è ancora in coma vigile al Policlinico Gemelli.

È stato il racconto della sorella minore– la 16enne Sonita, anche lei disabile– a fare scattare le indagini. La ragazza ha raccontato alla famiglia che gli agenti avrebbero picchiato il fratello con un bastone, per poi afferrarlo per i piedi e buttarlo giù dalla finestra della sua camera da letto. I poliziotti hanno suonato alla porta di casa mentre i genitori e un’altra sorella erano dal meccanico. Secondo la versione della sorella, la colluttazione sarebbe iniziata già in salotto, dove il 36enne si sarebbe aggrappato ad un termosifone per evitare la caduta. E quel calorifero sarebbe stato divelto dal muro. Dopodiché Hasab si sarebbe rifugiato in camera sua, la stanza da cui poi è precipitato al suolo dopo un volo di nove metri.

Le tracce di sangue, il bastone spezzato e i lamenti

Con l’avvio delle indagini, gli inquirenti hanno trovato tracce di sangue in casa, un lenzuolo macchiato e un bastone della scopa spezzato. Elementi sospetti che sono stati trovato il 12 agosto dagli inquirenti e posti sotto sequestro dalla Procura. Elementi determinanti per fare luce sul misterioso caso Omerovic. Alcuni vicini di casa avrebbero raccontato di aver sentito diverse volte i lamenti di Hasib, ma secondo loro a malmenarlo erano gli stessi familiari.

La finestra della camera aveva i vetri rotti: sarebbero stati infranti durante scoppiata in famiglia tre settimane prima della terribile caduta.


Il post su facebook

Il giorno prima della morte dell’uomo, su Facebook era comparso un post– poi cancellato– con la foto di Omerovic e l'avvertimento di fare attenzione a“ questa specie di essere che importuna le ragazze”. Seguito da una minaccia:“Bisogna prendere provvedimenti”. Un post, secondo quanto si apprende, che non è sfuggito ai poliziotti del commissariato Primavalle. E, infatti, il giorno dopo si sono presentati in quattro, tre uomini e una donna, a casa di Omerovic e hanno bussato alla porta.


Il Ministero:“Far luce con la massima trasparenza”

Stamattina, il Ministero dell'Interno è intervenuto sul caso con una nota ufficiale."In relazione all’intervento effettuato a fine luglio in zona Primavalle, dagli agenti del locale distretto di polizia, presso l'abitazione della famiglia Omerovic, il Dipartimento della pubblica sicurezza comunica che il capo della polizia, Lamberto Giannini, segue in prima persona gli accertamenti che la Questura di Roma sta effettuando, per far luce su quanto accaduto con la massima trasparenza, garantendo una costante collaborazione alla Procura della Repubblica". Hasib si trova in coma da 50 giorni.


Ilaria Cucchi:“Attendiamo risposte”

Sul caso è intervenuta anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto dopo un pestaggio dei carabinieri che lo avevano arrestato."Mi auguro che venga fatta chiarezza a 360 gradi senza fare sconti a nessuno. Terrò gli occhi aperti su questa vicenda e attendiamo le risposte a tutti gli interrogativi ancora aperti", dice Ilaria.

“ Non mi stancherò mai di denunciare tutte le storie dove c' è una violazione dei diritti umani", sottolinea Ilaria Cucchi, ora candidata al Senato con l'alleanza Sinistra Italiana- Verdi, che ha condotto una lunga battaglia per dare giustizia a suo fratello Stefano."Su questo caso attendiamo risposte".




Commenti in facebook sullo zingaro (disabile sordomuto ma malvagio criminale e non incapace di intendere e di volere)

Il molestatore sordomuto che viveva di sussidi e «andava raccattando cibo e vestiti dai cassonetti». E che «picchiava pure la sorella, e veniva picchiato a sua volta. A sentire le urla che arrivavano da quell’appartamento».

«Vada in piazza, senta che dicono di questo. Che se annava a rubà di tutto e importunava ogni passante purché donna».

«Vedi tu se non è andato a dà fastidio alla femmina sbagliata», si chiede un condomino interpellato da un quotidiano romano.

«Io non ci credo che l’hanno buttato di sotto, ma poi perché?».


Alberto Pento
Io credo che alla vista dei poliziotti, magari dopo le contestazioni si è buttato per cercare di fuggire, scendendo dal pluviale della grondaia o saltando da un pergolo all'altro.


Hasib Omerovic lo zingaro è un delinquente abituale come lo era Giorge Floyd e nessuno di loro è vittima di razzismo e di abusi, questi sono carnefici degli altri e di se stessi.
I famigliari con gli avvocati e Ilaria Cucchi stanno cercando di demonizzare la polizia come è stato fatto negli USA nel caso Floyd, (la falsa versione politicamente corretta: vittime innocenti della cattiva polizia).

La condanna di Derek Chauvin è una sentenza criminale e razzista
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2951
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3230758840

La condanna di Derek Chauvin è una sentenza criminale e razzista, nel comportamento del poliziotto bianco non vi è alcun razzismo anti uomo nero.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il caso romano della casa data agli zingari Omerovic

Messaggioda Berto » gio set 15, 2022 6:46 am

Chi è Hasib Omerovic e cosa è successo
Forze Italiane
14 settembre 2022

https://www.forzeitaliane.it/Chi-e-Hasi ... e-successo


Il caso di Hasib Omerovic, il 36enne disabile che dal 25 luglio è ricoverato in ospedale in seguito alla caduta dalla finestra del suo appartamento a Primavalle, è avvolto dalle nebbie più fitte. Il capo della Polizia Lamberto Giannini ha assicurato la “massima trasparenza” nelle indagini e la procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentato omicidio.

Troppi sono ancora i lati oscuri di questa vicenda che ha per protagonista un disabile rom sordomuto dalla nascita e che durante un controllo della Polizia è volato dalla finestra della sua abitazione in zona Primavalle, a Roma.

Sono 9 i metri che dividono la finestra del primo piano dall’asfalto. Un colpo violento e Hasib va in coma. Portato d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma, esce dalla rianimazione due giorni più tardi, ma è ancora ricoverato.

Nell’appartamento, non ci sono tracce di sangue, tranne che sulle lenzuola. La sorella Sonita, 32enne affetta da un ritardo mentale, ha assistito alla scena ed è sconvolta.

La famiglia di Hasib, insieme al suo avvocato, al rappresentante dell’Associazione 21 Luglio che tutela le minoranze rom e al deputato di +Europa Riccardo Magi hanno esposto la vicenda in una conferenza stampa convocata alla Camera.

Cerchiamo di capire meglio chi è Hasib Omerovic, cosa è successo e quale sarebbe il coinvolgimento della Polizia.

Hasib Omerovic: chi è e cosa è successo

La famiglia Omerovic, di etnia rom, vive nella Capitale e nel 2019 le è stato assegnato un alloggio popolare in zona Primavalle. Hasib è affetto da una disabilità: è sordomuto ed è un giovane problematico.

Nel quartiere girano strane voci su di lui, suffragate da un post sulla pagina Facebook del quartiere con una foto e il seguente commento: “Fate attenzione a questa specie di essere, importuna le ragazze, bisogna prendere provvedimenti”.

In seguito al messaggio, la sorella di Hasib, Erika (16 anni) viene chiamata dal proprietario del bar che l’avverte che suo fratello ha importunato alcune ragazze del quartiere e che “qualcuno lo vuole mandare all’ospedale”. Il barista chiede alla ragazza di incontrarsi il giorno seguente al bar, ma l’incontro non ci sarà.

Il 25 luglio, quattro poliziotti in borghese del commissariato Primavalle si presentano nell’appartamento in via Gerolamo Aleandro mentre i genitori sono dal meccanico. In casa ci sono solo Hasib e Sonita.

La ragazza apre la porta e una donna e tre uomini entrano in casa. La donna chiude la serranda della finestra del salone e gli altri chiedono i documenti a lei e al fratello.

Fanno delle foto con il cellulare e “ poi lo hanno picchiato e lui è scappato in camera ” racconta Sonita, come riporta La Repubblica.

Da qui, la vicenda inizia ad assumere toni foschi. La ragazza dice che Hasib ha chiuso la porta della stanza a chiave, porta che verrà poi abbattuta dagli agenti. Dopodiché, il ragazzo cade dalla finestra.

“Gli hanno tirato calci e pugni, lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù”, è la versione della sorella, testimone oculare. Nella stanza ci sono delle macchie di sangue sul letto, un manico di scopa spezzato: Sonita sostiene che sia stato usato dagli agenti per pestare Hasib.

Il capo della Polizia Giannini segue in prima persona la vicenda e la Questura sta facendo luce su quanto successo; il pm Stefano Luciani ha sequestrato il lenzuolo e il bastone e ha aperto un fascicolo contro ignoti per tentato omicidio in corso.
Il deputato di +Europa Magi solleva alcuni dubbi: “Quell’intervento a casa era previsto? Era autorizzato?”


Caso Hasib: la versione della Polizia

Il primo dato certo sul caso Hasib è che la procura di Roma non aveva firmato alcun mandato di perquisizione per l’appartamento della famiglia Omerovic. È quanto emerge dalle prime verifiche delle Forze dell’Ordine. Il mandato non era stato firmato neppure dai superiori dei quattro agenti che il 25 luglio si sono presentati a casa di Hasib.

Nella relazione di servizio su quanto successo a Primavalle, gli agenti hanno dichiarato: “Alle 12,29, al momento dell’accesso all’abitazione Hasib è scappato dalla finestra lanciandosi dal primo piano ”. La versione, ora confluita nel fascicolo di indagine, respinge ogni accusa al mittente.

La versione ora all’esame della procura prosegue: “Era molesto sebbene sordomuto e al commissariato sono arrivate segnalazioni che lo riguardano, in quanto disturba le donne”.

Al momento i magistrati indagano contro ignoti, ma a breve i quattro poliziotti, che sono entrati in casa di Hasib senza mandato, potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati.

Caso Hasib: la versione della sorella

Fatima Omerovic, la madre di Hasib, ha raccontato che lei, l’altra sorella Erika e il marito erano fuori casa per portare l’auto dal meccanico. Sonita ha invece detto alla madre che il figlio: “è stato picchiato, preso a calci, pugni, a bastonate. Poi i poliziotti l’hanno preso per i piedi e lanciato dalla finestra. Mi ha fatto vedere il manico della scopa spezzato e con cui ha visto che l’hanno percosso. La porta della camera da letto era sfondata, il termosifone divelto dal muro”.


Caso Hasib: il racconto della vicina di casa

La vicina di casa di Hasib, una mediatrice culturale, è testimone oculare, insieme a Sonita, del volo che è quasi costato la vita al 36enne sordomuto, ricoverato al Gemelli.

“Ho ancora i brividi, ho raccontato tutto alla polizia, dopo la caduta ho visto Hasib in terra e i poliziotti che cercavano di aiutarlo. Prima non ho sentito urla, richieste di aiuto o rumori provenire dall’abitazione degli Omerovic”.


Cosa non torna?

Nell’esposto che ha dato il via all’indagine per tentato omicidio è riportata la sintesi della conversazione informale tra il padre di Hasib e un altro agente del commissariato di Primavalle.

Secondo il racconto della famiglia Omerovic, riportato da La Repubblica, la vicina di casa telefona loro per informarli che c’è un problema con Hasib. L’agente della Polizia le prende il telefono dalle mani e, qualificandosi come poliziotto, rassicura i genitori del giovane che “ha solo un braccio rotto”, invece la situazione è ben più grave.

Al commissariato di Primavalle, il padre di Hasib chiede spiegazioni. Un poliziotto, che fa parte del gruppo che ha fatto l’intervento, spiega che il figlio importunava alcune ragazze e in seguito ad alcune segnalazioni web è scattato il controllo.

Qui, l’agente fornisce un dettaglio che desta sospetti. “Abbiamo suonato, la porta ci è stata aperta da Hasib, lui era molto tranquillo e si è fatto scattare delle foto mentre ci consegnava i documenti”. Dal momento che Hasib è sordomuto come avrebbe fatto a sentire il campanello?

L’agente spiega al padre come è avvenuta la caduta di Hasib: “Al termine delle operazioni, mentre se ne stavano andando via, si sono soffermati a parlare con Sonita, all’improvviso avrebbero sentito tirare su la tapparella della finestra della camera da letto da dove improvvisamente Hasib si sarebbe buttato nel vuoto”.

Stando al resoconto della famiglia Omerovic, la serranda era rotta da tempo e non si apriva se non forzandola. Quando rientrano a casa dopo la caduta, la trovano spalancata. E la porta della camera da letto è scardinata.

“Mi hanno detto che non avevano un mandato perché non serviva ”, mette a verbale il padre di Hasib nell’esposto depositato in procura.

Cosa sia accaduto in quell’appartamento di Primavalle potranno dircelo solo gli inquirenti. Si scava anche nel passato della famiglia bosniaca, di etnia rom, per appurare se ci siano stati precedenti di maltrattamenti, ma finora non è emerso nulla.

I quattro agenti verranno ascoltati per capire le ragioni che li hanno spinti ad andare a casa Omerovic senza mandato, o se sono stati autorizzati bisognerà capire da chi e per quale motivo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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