Il clan criminale Omerovic in Italia e in EuropaCocaina dalla Spagna, sei arrestati (tra cui Senja Omerovic di 50 anni, detta Sandra)di Simona De Leonardis 16 novembre 2012
http://www.ilcentro.it/pescara/cocaina- ... migrazione Lo spaccio gestito da due sorelle rom pescaresi che si rifornivano di droga tramite un clan bosniaco domiciliato nel Lazio
PESCARA. Dal Sud America a Barcellona fino a Pescara, destinazione Rancitelli e via Caduti per Servizio, a case delle due sorelle rom Elena ( 32 anni detta Carmusina) e Antonietta Spinelli (36 anni): è il traffico di cocaina scoperto dalla sezione Antidroga della Mobile di Pierfrancesco Muriana dopo mesi di intercettazioni e pedinamenti fino in Spagna.
Ieri mattina, gli uomini diretti dall’ispettore superiore Nicolino Sciolè sono andati ad arrestare le due Spinelli, mentre i colleghi romani si sono presentati a Cesano, in provincia di Roma, per arrestare quattro dei cinque Hrustic destinatari come le pescaresi dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso in detenzione di droga a fine di spaccio. Si tratta di Alisa Hanidovic (26 anni), del marito Hasib Hrustic-Savic (detto Antonio, 27 anni), e dei genitori di quest’ultimo Began Hrustic (49 anni, detto Mario) e Senja Omerovic (50 anni, detta Sandra), mentre è ancora ricercata l’altra figlia Andrejana Hrustic, 23 anni, tutti originari della Bosnia Erzegovina. Secondo l’accusa (pm Gennaro Varone) e secondo il gip Mariacarla Sacco che ha disposto le ordinanze, tra maggio e giugno del 2011 i sette, e in particolare le donne, sarebbero stati protagonisti di una compravendita di cocaina bloccata dai poliziotti della Mobile con l’arresto del corriere, un insospettabile panettiere di Manziana (Roma) che confessò ben 11 viaggi fatti per i Hrustic in cambio di 3mila euro alla volta, e il sequestro di un chilo e cento di cocaina. Una compravendita dove le acquirenti sarebbero state le due Spinelli che anche ogni 15 giorni avrebbero ordinato ai Hrustic (che da tempo avevano allacciato un canale di rifornimento con Barcellona) i quantitativi di cocaina da smerciare sulla piazza pescarese. Ordini per telefono («prendere un caffè, maglie, cocomeri e albicocche»), e consegne che, come riscontrato dagli investigatori, avvenivano in un noto centro commerciale dell’area metropolitana dove le donne provenienti dal Lazio e quelle pescaresi si si presentavano spesso accompagnate da mariti o fratelli. Circostanze tutte documentate, con riscontri che, a distanza di un anno e mezzo, hanno portato i poliziotti della Mobile agli arresti di ieri. Un cerchio che si chiude per gli investigatori che alle Spinelli e ai Hrustic sono arrivati dopo la denuncia di un tossicodipendente che, esasperato dai debiti e dalle minacce dei suoi fornitori, li portò ad arrestare cinque pescaresi per spaccio, lo scorso marzo. Fu proprio ascoltando le loro conversazioni al telefono che gli investigatori incapparono anche in Elena Spinelli. Da qui il secondo troncone delle indagini e i sei arresti di ieri (c’è ancora una ricercata).Oggi gli interrogatori delle due Spinelli, difese dall’avvocato Luca Sarodi.
http://www.ilpescara.it/cronaca/pescara ... tenza.html Borseggiatrici in trasferta con i neonati arrestate e subito libere dopo il processo(tra cui Fadila Omerovic, 22 anni bosniaca)
Martedì 26 Giugno 2018
https://www.ilgazzettino.it/pay/venezia ... 19293.html IL PROCESSOVENEZIA
Hanno vent'anni, poco più, una decina di precedenti a testa, e l'ultimo figlio da allattare in braccio. Un'altra storia di borseggiatrici-ragazzine, quella andata in scena ieri mattina nell'aula del Tribunale a Piazzale Roma. Sul banco degli imputati due giovanissime rom: Behara Hamidovic, 21 anni, di cittadinanaza croata, e Fadila Omerovic, 22 anni bosniaca. Arrestate sabato mentre stavano cercando di alleggerire l'ennesimo turista alla stazione, ieri sono comparse in aula con i poppanti al seguito: uno di appena un mese,...
Ciampino, bruciano l'amianto arrestati due rom della Barbuta 11 agostro 2016
https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... oma02.html La montagna di rifiuti tossici stava iniziando a sprigionare i suoi veleni in un denso fumo nero. A impedire che si scatenasse l'ennesimo rogo tra la pista d'atterraggio dell'aeroporto di Ciampino e il campo nomadi della Barbuta ci hanno pensato gli uomini della Forestale. Gli agenti hanno ammanettato Brijant e Samanta Omerovic, di 22 e 21 anni, responsabili dell'ammasso di immondizia e dello smaltimento illegale. Si tratta di rifiuti tossici, annottano nel verbale gli agenti del Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale). Per questo, il pm Louella Santini, nel processo per direttissima celebrato a 24 ore dall'arresto, ha contestato ai due nomadi il reato di smaltimento di rifiuti speciali.
Gli agenti appostati hanno seguito per ore un furgone bianco che usciva ed entrava dal campo nomadi, percorreva qualche decina di metri e poi scaricava il suo contenuto velenoso. Viaggio dopo viaggio, è stata creata la montagna di mondezza composta da pneumatici, pezzi di plastica e di ferro, vecchi elettrodomestici. E, soprattutto, amianto, sostanza cancerogena data alle fiamme assieme al resto della spazzatura. Gli agenti sono intervenuti quando dal furgone è stato lanciato l'innesco, una sigaretta accesa, che funge da miccia, attaccata con lo scotch ad una ventina di fiammiferi.
«Signor giudice — ha spiegato a processo l'ispettore capo, Stefano Passaro — la metà dei residenti nel campo nomadi della Barbuta ha il tumore, quasi tutti alle vie respiratorie ». L'ispettore ha voluto sottolineare al giudice il pericolo sulla salute delle persone per i fumi nocivi emanati dal rogo. Di fatto, questi falò fatti di immondizia non sono così lontani dal centro abitato e, soprattutto, sono ormai una costante. È il metodo che utilizzano residenti del campo nomadi per far fuori i "rifiuti dei rifiuti". In pratica, ricostruiscono gli inquirenti, questi mucchi di spazzatura sono composti dallo scarto della spazzatura raccolta nei cassonetti dai nomadi. Ciò che c'è di buono viene selezionato e venduto, il resto ammassato e dato alle fiamme alle porte del campo e vicino al "corridoio d'atterraggio del confinante aeroporto di Roma-Ciampino".
È questo un altro pericolo, scrivono gli agenti del Nipaf, causato dai roghi di rifiuti tossici. Il denso fumo nero che si espande dalla combustione degli pneumatici ostacola la visuale ai piloti in fase d'atterraggio. Un rischio non da poco se si considera che il 3 agosto un aereo non è potuto atterrare a Ciampino deviando su un altro scalo.
Per i due Omerovic il giudice ha convalidato l'arresto e stabilito fino a settembre, data d'inizio del processo, l'obbligo quotidiano di firma in commissariato.
Sul fronte rifiuti, sempre ieri, si è registrato un nuovo caso di aggressione ai dipendenti dell'Ama. Alle sette del mattino un uomo ha sfondato l'ingresso della sede della municipalizzata in via Caduti della Montagnola. Nessuno è rimasto ferito. Molto probabilmente è stata l'irruzione di un folle. Tuttavia un'impiegata è stata ricoverata al San Camillo sotto shock. Solo una settimana fa un operatore dell'Ama era stato picchiato dopo aver tentato di spiegare ad un uomo come differenziare la spazzatura.
FORLI' - Rubavano e clonavano carte di credito: arrestati per la seconda volta30 novembre 2007
http://www.romagnaoggi.it/cronaca/forli ... volta.html FORLI’ – Sono finiti nuovamente in manette, insieme ad un complice, il clandestino bosniaco 32enne Senad Omerovic e il 36enne bulgaro Georgiev Evstatiev, arrestati nel giugno scorso mentre rubavano in un tir. Una complessa indagine del Nucleo Operativo dei carabinieri di Forlì, coordinati dal pm Marco Forte, ha portato ad una lunghissima serie di reati che vengono contestati ai due e ad Asim Samardzic, bosniaco di 31 anni domiciliato con la famiglia a Riccione.
I tre sono stati arrestati in via cautelativa, per evitare una loro possibile fuga, tra giovedì sera e venerdì mattina. Su di loro pendono accuse che, a vario titolo, vanno dal furto alla ricettazione fino ad arrivare all’indebito utilizzo di strumenti di pagamento, sostituzione di persona e utilizzo di documenti d’identità rubati (per farsi attivare schede sim, in questo modo non rintracciabili).
Numerosissime le carte di credito, i bancomat e le carte Bancoposta rubate e clonate dal 2005 in poi, soprattutto ad auto-trasportatori, tra Forlì, Ravenna, Cesena e Rimini. Furti ben congegnati di cui i camionisti si accorgevano solo dopo diverse ore e, spesso, quando erano già a centinaia di chilometri di distanza. Per molte di queste tessere di pagamento, i derubati hanno addirittura fatto denuncia per smarrimento. Nemmeno immaginavano fossero state trafugate di nascosto.
In tutto 130 carte di credito rintracciate del Nucleo Operativo, 110 delle quali ancora “vergini” ed altre provenienti dall’estero. Attorno a queste stanno lavorando i carabinieri del Ris di Roma che dovranno accertare se le carte, in particolare quelle di titolari stranieri e quelle ancora in bianco, siano state utilizzate e come.
Per ora sono stati accertati pagamenti, ritiri e acquisti per 25mila euro. Ma le indagini sono ancora in corso. La cattura dei tre malviventi si è resa necessaria per non rischiare che fuggissero, sparendo nel nulla. Utilizzavano macchine a noleggio, cambiandole spesso, così da non lasciare traccia del loro passaggio. Proprio per questo motivo il fermo di Samardzic è stato particolarmente difficile. Sono stati rintracciati a Misano Adriatico e Riccione, dove abitavano.
Arrestati due pluripregiudicati bosniaci9 luglio 2009
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologn ... iaci.shtml Bologna, 9 luglio 2009 - La polizia stradale dell’Emilia Romagna, nel quadro delle indagini su furti e rapine ai danni di camperisti in sosta temporanea o notturna nelle aree di servizio autostradali, ha arrestato questa mattina, all’interno dell’area di servizio ‘Sillaro' dell’A/14, in territorio di Castel S.Pietro, due Bosniaci, Tolar Hrustic di 22 anni e Dami Omerovic di 24 anni.
Sono stati sorpresi alle prime ore del giorno mentre si stavano introducendo in un camper in sosta nel quale stava dormendo una famiglia di turisti del Varesotto. I due bosniaci sono pluripregiudicati senza fissa dimora in Italia, già arrestati più volte per analoghi fatti.
A compiere i frequenti furti nei camper, anche in presenza dei proprietari, in questi periodi di ferie sono soprattutto pregiudicati di origine balcanica.
Sorpresi a rubare su un camper di turisti in autostrada: ladri in manetteLa Redazione 15 luglio 2016
http://www.veronasera.it/cronaca/sorpre ... -2016.html Da alcune settimane, con l’inizio della stagione estiva e l’aumento del flusso dei turisti sulle autostrade controllate dalla Sottosezione di Verona sud della Polstrada, sono stati raddoppiati i servizi di pattugliamento soprattutto all’interno delle aree di servizio, dove spesso i camperisti fanno la sosta notturna.
Intorno alle ore 1.20 della notte tra giovedì e venerdì, durante un servizio di appostamento all’interno dell’area Povegliano nord lungo l’A22 del Brennero, gli agenti della polizia stradale hanno notato l'arrivo di una Renault Megane Scenic con targa francese e con a bordo due persone.
L’auto sospetta ha parcheggiatato vicino ad un camper fermo nell’area di servizio e, dopo alcuni secondi, è sceso il passeggero il quale ha fatto un giro di perlustrazione attorno al mezzo, guardando al suo interno mentre il conducente rimaneva in auto.
Tenuti sotto osservazione, dopo alcuni minuti i due hanno ripreso la loro marcia fino all’area di servizio Scaligera Est di Soave, senza accorgersi di essere seguiti dalle forze dell'ordine, che hanno ritenuto piuttosto sospetto il loro comportamento. Anche lì, la Renault si è diretta verso un camper parcheggiato nei pressi delle pompe di benzina Esso, con lo stesso uomo che dopo pochi istanti è sceso per ripetere la stessa operazione eseguita in precedenza.
Dopo aver stazionato per alcuni istanti in corrispondenza della portiera laterale destra del veicolo con targa della Repubblica Ceca, l'uomo ha iniziato ad armeggiare con un oggetto che aveva in mano: la portiera del camper si è aperta e lui ne ha approfittato per introdursi al suo interno.
A quel punto gli agenti non hanno più avuto dubbi sugli intenti criminali dei due e sono intervenuti per fermarli: l'uomo che si era introdotto nel veicolo ne è uscito di corsa, tentando poi di risalire sulla Scenic dove lo aspettava il complice, con i fari spenti e il motore acceso, pronto a scappare. La fuga però è stata stoppata sul nascere dalle forze dell'ordine, con il ladro che prima aveva provato a liberarsi di alcuni oggetti che aveva con sé: si trattava di arnesi modificati appositamente per forzare le serrature ed una torcia in metallo di piccole dimensioni, inoltre il borsello della vittima è stato trovato sul pavimento del soggiorno del camper. Arnesi che, come è stato poi accertato, sono stati utlizzati proprio per forzare la portiere del mezzo che sostava nell'area situata lungo la A4.
I due arrestati sono stati identificati come Ernad Hadzovic, 38enne nato in Bosnia, e Ferhat Omerovic, 57enne a sua volta nato in Bosnia, entrambi senza fissa dimora in Italia.
Gli agenti hanno raccolto la denuncia della vittima del tentato furto, un uomo della Repubblica Ceca che con la sua famiglia, moglie e due bambini in tenera età, doveva raggiungere il luogo di villeggiatura e al quale è stato restituito il borsello contenente circa mille euro ed effetti personali.
Questa mattina, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, la dottoressa Ormanni, i due arrestati sono stati condotti in Tribunale e giudicati con rito direttissimo.
TRE ARRESTI PER DROGA E REATI CONTRO IL PATRIMONIO2006/03/08
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnA ... 111914.php Bolzano, 8 mar. - (Adnkronos) - La Polizia di Bolzano ha proceduto all'arresto di tre persone, accusate di vari reati. Morgan Reomondini, nomade di 39 anni, residente a Bolzano, su cui gravava un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Verona è stato arrestato per reati contro il patrimonio e stupefacenti.
Hakija Omerovic, bosniaco di 54 anni, domiciliato a Bolzano, destinatario di un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura di Bolzano è stato arrestato per i reati di violenza sessuale, atti osceni e lesioni e reati contro il patrimonio, mentre Safet Rahmani, cittadino slavo di 37 anni, per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, nonche' dei reati di rissa e rapina. L'uomo aveva rubato ad un uomo di Bozano un borsello contenente un portafoglio, poi aveva reagito all'intervento degli agenti di Polizia con calci e pugni. Tutti e tre gli arrestati sono stati associati alla Casa Circondariale di Bolzano.
Cosa è successo a Graz?Gian Giacomo William Faillace
22 giugno 2015
https://www.milanopost.info/2015/06/22/ ... sso-a-graz Milano 22 Giugno – Cosa è successo realmente a Graz? Questa è la domanda che mi sono posto nel momento stesso in cui i media italiani, dopo aver comunicato la nazionalità dell’assassino, si sono prodigati a sottolineare che si trattasse di un individuo con disturbi psichici, quasi a voler trovare delle giustificazioni al triplice omicidio che il bosniaco ha commesso.
Stando alle dichiarazioni di alcuni testimoni, sabato pomeriggio un uomo alla guida di un suv, ha attraversato le strade del centro di Graz ad un velocità tra i 100 ed i 150 Km/h. Sempre secondo i testimoni oculari l’aggressore rideva dietro il volante del suo SUV mentre guidava lungo la Herrengasse ed ha più volte mirato verso i pedoni o verso gli avventori delle caffetterie nella zona pedonale dove ha ucciso tre persone, tra cui un bambino di sette anni e ne ha ferite 34. Al termine della sua folle corsa è sceso dalla sua automobile ed ha attaccato i passanti col coltello che aveva portato con se ma è stato prontamente bloccato dalla polizia.
26 anni, bosniaco ma con cittadinanza austriaca, in fase di divorzio e con due figli, era già stato segnalato alla direzione della polizia che dichiara, tramite il direttore della Polizia Nazionale, Josef Klamminger, che al momento esclude la motivazione politica, religiosa o settaria della strage. Si tratterebbe di un unico autore, che, dopo una valutazione psicologica, soffre di psicosi violente, ha sottolineato Klamminger.
Anche se probabilmente il bosniaco è un malato psicotico e paranoico, è l’autore della strage e sta di fatto che le agenzie di sicurezza austriache stanno attivamente indagando su di lui. Pur se ufficialmente non avrebbe mai fatto parte di gruppi fanatici religiosi, il capo dell’antiterrorismo sospetta che l’aggressore di Graz possa essere una cellula sfuggita all’arresto durante l’operazione “Palmira” avvenuta tra Vienna, Graz e Linz alla fine di novembre e che portò all’arresto di 29 terroristi islamici.
Era il 28 Novembre 2014, con circa mille agenti in azione e decine di perquisizioni in case e appartamenti, moschee e altri luoghi di culto, iniziò l’operazione Palmira, durante la quale sono scattate le manette per 29 estremisti islamici sospettati di essere la spina dorsale di una rete terroristica attiva in Austria nel reclutamento di giovani musulmani da inviare tra le fila dell’ISIS in Siria. Lo scopo dell’operazione condotta dalla polizia e dall’Ufficio federale per la difesa della Costituzione e la lotta al terrorismo, fu lo smantellamento della rete terroristica islamica che in Austria aveva, in poco tempo, reclutato circa 150 giovani che sono stati poi inviati a ingrossare le fila dei terroristi dello Stato Islamico. L’organizzazione terroristica che era gestita da un gruppo di cittadini islamici di provenienza bosniaca e tutti i militanti reclutati in Austria, in maggioranza bosniaci ivi residenti, venivano inviati nella repubblica balcanica prima di arrivare sul campo di battaglia. L’obiettivo numero uno degli agenti era un predicatore e reclutatore serbo attivo anche in Svizzera e in Germania, Mirsad Omerovic, leader del gruppo jihadista, ben conosciuto nei Balcani, in particolare in Bosnia, nonchè mente del gruppo terroristico colpito a novembre in Austria. Col nome di battaglia “Ebu Tejma”, originario della cittadina serba di Tutin, fra i massimi esponenti del movimento salafita “La vera religione” ma molto attivo nel villaggio bosniaco di Gornja Maoca, enclave controllata da wahabiti e regolata dalla sharia. Omerovic è stato anche collegato alla triste storia delle due minorenni austriache di origine bosniaca, Samra Kesinovic e Sabina Selimovic. Pare infatti che fosse stato proprio lui, il giovane predicatore balcanico, a convincerle ad abbandonare le famiglie ad aprile 2014 per andare a combattere o a sposare guerriglieri dello Stato Islamico in Siria.
Omerovic ha operato infatti negli ultimi mesi prima dell’arresto soprattutto nella capitale austriaca, in particolare nelle moschee Altun-Alem e Masjid al-Iman, entrambe considerate come centri di reclutamento ed è stato indicato persino come il referente a Vienna del califfo al-Baghdadi.
La mente del gruppo, sarebbe stato sul punto di partire verso la Siria, seguendo ormai la collaudata rotta Austria-Bosnia-Siria. L’Operazione Palmira” ne ha evitato la fuga, minando al contempo le fondamenta della “Bosnien Connection”, come ha definito il quotidiano “Die Presse” la rete del terrorismo islamico con ramificazioni in Austria e nei Balcani. Terminata l’Operazione Palmira, però, la Magistratura austriaca dichiarò alla stampa mantenendo il più stretto riserbo su altri dettagli per ragioni strategiche, che non tutti i ricercati sono stati arrestati.
Tornando alla strage di Graz avvenuta sabato, seppur mantenendo il più stretto riserbo, la magistratura sta indagando il bosniaco colpevole del triplice omicidio, di appartenenze ad ambienti vicini al Bosnien Connection. Intanto, altri tre innocenti, tra cui un bambino di sette anni, hanno perso la vita e con molta probabilità, anche questa volta, in nome di Allah, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Peter Gridling, capo della sezione antiterrorismo austriaca in cui preannunciava attacchi terroristici con il coltello o con attacchi alla guida di automobili anche in territorio austriaco.
Imer e Senada Omerovichttps://www.youtube.com/watch?v=_joKonWcr5U Il bebè come polizza anti-carcere: madre arrestata, le portano la figlia in QuesturaMARIANNA VAZZANA
21 lug 2018
https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/ ... -1.4048614Ha e ne deve scontare 11 di carcere, metà della sua vita. Un cumulo di pene per decine di furti con destrezza commessi ai danni di turisti facendo la spola tra Milano, Roma, Genova e Venezia. Una “carriera” di ladra cominciata quando di anni ne aveva 17. Arrestata 12 volte in flagranza, sempre per lo stesso reato. È una borseggiatrice esperta, Fadila Omerovic (bosniaca). Ed è mamma di sei figli, la più piccola di appena 5 mesi. Giovedì sera gli agenti del corpo di guardia della Questura si sono ritrovati tra le braccia, letteralmente, quella piccina, mentre la mamma 22enne era negli uffici per gli atti burocratici da compiere prima di essere accompagnata in cella. La piccola è stata consegnata agli agenti all’improvviso da una nomade di 43 anni, all’ottavo mese di gravidanza, in attesa di due gemelli, mamma di altri 11 figli. Una donna presentatasi in Questura proprio con l’obiettivo di lasciare lì la bambina. Come se la presenza della neonata potesse in qualche modo ridimensionare la pena della mamma, portata in via Fatebenefratelli dai poliziotti qualche ora prima. Come fosse scattato un “protocollo welfare” tra nomadi: arresto della mamma, consegna della figlioletta a cura della comunità a cui appartiene. Quella donna non sapeva, evidentemente, che il magistrato di sorveglianza avesse già rigettato la domanda di differimento della pena. Quindi la mamma è finita comunque in carcere, portando con sé la neonata.
Fadila Omerovic è stata rintracciata dalla polizia, che ha eseguito l’ordine di esecuzione di carcerazione. A fermarla in strada, giovedì pomeriggio, sono stati gli agenti della Squadra Mobile della Questura mentre la giovane era insieme ad altre due persone. Dopodiché è stata accompagnata in via Fatebenefratelli per le procedure di identificazione. Dagli accertamenti è emerso che la ragazza deve scontare 11 anni di carcere per furti con destrezza commessi da quando aveva circa 17 anni. Una “ladra in trasferta”, da Milano a Roma, da Genova a Venezia, sempre a caccia di turisti da derubare. L’amica con la bimba si è presentata al corpo di guardia durante le fasi di notifica del provvedimento. Quella donna è stata identificata, poi ha comunicato ai poliziotti di non sentirsi bene (è incinta di due gemelli) e, dopo aver spiegato che quella neonata era figlia della giovane fermata poco prima dagli agenti della Squadra Mobile, ha lasciato la Questura. E la bimba ai poliziotti, che ora stanno valutando la posizione della 43enne. A quel punto gli investigatori della Squadra Mobile hanno accertato che quella bambina fosse davvero figlia della 22enne. Poi hanno affidato la piccola alla mamma, che è stata accompagnata a San Vittore.