Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven feb 11, 2022 2:21 am

Baby gang, chiesto il processo per altri sette
il Resto del Carlino
Marina Verdenelli
10 febbraio 2022

https://www.ilrestodelcarlino.it/ancona ... -1.7347758

Minacciati, derubati, picchiati e costretti a subire umiliazioni continue a cui sembravano essere condannati per sempre. Dopo aver mandato a processo gli elementi più pericolosi, altri sette minorenni ora tremano. Tra loro c’è anche una ragazzina oggi neo 18enne. La Procura dei minori ha chiesto il rinvio a giudizio per il resto della banda dei baby bulli fermata e scoperta con le indagini della squadra mobile ad ottobre 2020, quando in cinque finirono addirittura in manette con le accuse di stalking ed estorsione aggravata. Mentre dietro le sbarre di tre...

Minacciati, derubati, picchiati e costretti a subire umiliazioni continue a cui sembravano essere condannati per sempre. Dopo aver mandato a processo gli elementi più pericolosi, altri sette minorenni ora tremano. Tra loro c’è anche una ragazzina oggi neo 18enne. La Procura dei minori ha chiesto il rinvio a giudizio per il resto della banda dei baby bulli fermata e scoperta con le indagini della squadra mobile ad ottobre 2020, quando in cinque finirono addirittura in manette con le accuse di stalking ed estorsione aggravata. Mentre dietro le sbarre di tre penitenziari minorili finivano ragazzi tra i 16 e i 18 anni (la maggiore età di uno era stata compiuta dopo i fatti di cui era accusato), altri otto erano finiti indagati a piede libero (uno era maggiorenne), in concorso con gli stessi reati e con altri reati quali la violenza privata, minacce e percosse. Questi ultimi avrebbero contribuito ad aiutare i primi cinque – per i quali al tribunale minorile sono in corso le messe alla prova per evitare processi e condanne in così giovane età, nei loro scopi anche se in maniera più marginale –. Come? Con schiaffi, pugni, persino sputi in faccia filmati anche con l’aiuto del telefonino per enfatizzare l’umiliazione e la sottomissione, nei confronti di sei ragazzini minorenni come loro e una mamma di 39 anni che aveva provato a prendere le difese del figlio. Alla donna, stando alle accuse, uno dei sette che ora rischiano un processo, si tratta di un rom di 17 anni residente ad Ancona, l’avrebbe minacciata così a dicembre del 2019, mentre soccorreva il figlio che avevano picchiato: "Sei una p., ti buttiamo nel cesso, non scappare, vieni qui ti facciamo vedere noi di cosa siamo capaci. Fai venire tuo marito che lo lasciamo per terra". Alla frase avrebbero aggiunto anche il nome del loro padre, sottolineando che "tanto è più forte". A chiedere il processo per i sette, quasi tutti di Ancona tranne due che sono originari uno della Sicilia e l’altro dell’Albania, è stata la procuratrice dei Minori, Giovanna Lebboroni. Martedì c’è stata l’udienza preliminare dove in quattro hanno fatto richiesta di messa alla prova senza però presentare ancora un progetto. Il giudice ha così rinviato l’udienza per tutti al 10 maggio. Tra i sette ci sono anche due dei cinque arrestati nel procedimento madre e ai quali vengono mosse nuove contestazioni nei confronti di altre vittime. Ad uno, in particolare, oggi 19enne, la Procura contesta violenza privata e minacce nei confronti di tre vittime. Ad una avrebbe detto, a gennaio 2018, "se non vai a parlare con la preside per dire sta roba che non è vera te meno, adesso tu ti metti in ginocchio e mi chiedi scusa" perché lo riteneva responsabile della sua espulsione a scuola. Un’altra vittima l’avrebbe presa di mira sul bus dopo che questa gli aveva detto di fare silenzio perché era al telefono con il padre. "A chi dici silenzio? Se lo dici un’altra volta ti taglio la testa". Era luglio 2020.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » lun feb 14, 2022 10:29 pm

Casamonica, confiscati beni per oltre 20 milioni di euro
L'operazione nella giornata di oggi: tra i beni tre ville e quote societarie
11 febbraio 2022

https://www.adnkronos.com/casamonica-co ... BplWYVIkDJ

Confiscate ville e altri beni per oltre 20 milioni di euro nella disponibilità di Giuseppe, Guerrino e Christian Casamonica. Personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Roma ha infatti eseguito un decreto di confisca di beni emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale sezione misure di prevenzione di Roma per un valore complessivo stimabile in oltre 20 milioni di euro nei confronti di Giuseppe Casamonica, classe 1950, del figlio Guerrino, classe 1970, detto Pelè, e di Christian Casamonica, classe 1984, figlio di Ferruccio. Lo fanno sapere in una nota congiunta la procura della Repubblica presso il Tribunale - Direzione distrettuale antimafia di Roma e la Questura di Roma.

La confisca, proseguono, "conferma il provvedimento di sequestro dei beni disposto dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione ed eseguito, il 16 giugno 2020, contestualmente ad ordinanze di custodia cautelare" nei confronti di membri del clan Casamonica. Il provvedimento di confisca, sulla base delle indagini patrimoniali condotte dalla Divisione Polizia Anticrimine, evidenzia la "notevole sproporzione tra i beni e i redditi dichiarati, nonché l’origine illecita dei proventi utilizzati per acquisire il compendio patrimoniale oggi confiscato".

"I soggetti colpiti dal provvedimento sono risultati coinvolti in organizzate ed estese attività usurarie e di esercizio abusivo del credito, nonché in condotte estorsive e di intestazione fittizia di beni, reati per i quali era stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere - riferiscono la procura e la questura di Roma - Il 16 luglio 2021, in sede di giudizio abbreviato, il gup presso il Tribunale di Roma ha emesso sentenza di condanna, tra gli altri, nei confronti di Guerrino Casamonica detto Pelè (10 anni e due mesi di reclusione), Cristian Casamonica (8 anni di reclusione), riconoscendo la sussistenza del clan Casamonica come associazione a delinquere di stampo mafioso. Nei confronti di Giuseppe Casamonica è in corso il dibattimento davanti al Tribunale di Roma".

La sfarzosa “Villa Sonia” con piscina di via Roccarbernarda 8, nella disponibilità di “Pelè”, l’altra storica villa con piscina appartenente alla famiglia, in via Flavia Demetria 90, nella disponibilità di Giuseppe Casamonica ed una villa a Monterosi (Viterbo): sono questi alcuni dei beni confiscati oggi al clan Casamonica. Come fanno sapere in una nota congiunta la procura della Repubblica presso il Tribunale - Direzione distrettuale antimafia di Roma e la Questura di Roma, due delle tre ville confiscate sono state assegnate per finalità sociali, infatti, quella di via Roccabernarda è sede di un progetto per neo-maggiorenni, ex ospiti di case famiglie, gestito dalla Regione Lazio - Azienda Pubblica Servizi alla Persona “Asilo Savoia” mentre quella di Monterosi è stata affidata a quell’amministrazione comunale.

Tra gli altri immobili colpiti dal provvedimento ablatorio anche la villa in uso a Christian Casamonica e tre appartamenti a Roma e provincia. Il Tribunale di Roma, oltre alle ville indicate, ha confiscato i seguenti beni: la totalità delle quote di 5 società di capitali; la totalità delle quote di due società di persone e una ditta individuale; complessi aziendali tra cui una stazione di servizio con bar tabacchi a San Cesareo (Roma) e un bar tabacchi a Montecompatri (Roma); un contratto di concessione del godimento di un complesso immobiliare, con diritto di acquisto per il cosiddetto 'rent to buy'; un veicolo e oggetti preziosi per un valore di oltre 30.000 euro; 10 polizze di pegno per un valore di oltre 30.000 euro; disponibilità bancarie per un valore di 65.000 euro presso vari istituti di credito. Il Tribunale Misure di Prevenzione, sottolineano la procura e la questura di Roma, "ha applicato la misura personale della sorveglianza speciale di ps con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di tre anni nei confronti di Giuseppe e Guerrino e di due anni nei confronti di Christian".
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » lun feb 21, 2022 8:22 am

Roma, a Ostia in corso lo sgombero di un appartamento occupato dal clan Spada Di Silvio
Alessia Marani
lunedì 21 febbraio 2022

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/o ... 18032.html

È in corso da stamani alle 6,30 un altro intervento di sgombero di alloggi di edilizia popolare pubblica dell'Ater deciso in seno al Comitato ordine e sicurezza pubblica coordinato dal prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Stamattina ad essere liberato è un appartamento di Ostia Ponente, in via della Martinica 35, occupato abusivamente da Filomena Di Silvio è da sua madre, Giacinta Spada. Nell’appartamento c'è un altro figlio di Giacinta Spada, Arcangelo Di Silvio. Sul posto a eseguire lo sgombero ci sono numerose pattuglie degli uomini della polizia di Stato, dei carabinieri e della Polizia locale. Le due donne risultano formalmente residenti nella enclave di via Marino Fasan, a Ostia Nuova in altre case di edilizia popolare gestite dal Comune e dove già in passato erano stati effettuati controlli.

Il blitz ne segue un altro, analogo, avvenuto giovedì scorso a San Basilio ai danni dei clan di 'ndrangheta Marando e di spaccio Pupillo e rientra in un piano più generale di contrasto al racket delle occupazioni abusive in mano alle famiglie criminali. Il comitato prefettizio ha, dunque, individuato alcuni appartamenti "strategici" da liberare e restituire all'Ater perché possano ritornare nelle graduatorie di disponibilità per chi ne ha veramente bisogno.
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Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » gio mar 31, 2022 1:54 am

Ventenne stuprata ad Asti: sottoposta a intervento chirurgico per le lesioni. In manette due sinti
Davide Ventola
venerdì 4 Marzo 2022

https://www.secoloditalia.it/2022/03/ve ... due-sinti/

La polizia di Asti ha arrestato due 20enni di etnia sinti, uno dei quali è gravemente indiziato di aver compiuto una violenza sessuale e lesioni aggravate a danno di una donna, mentre il secondo è accusato di favoreggiamento per aver reso false informazioni al Pubblico Ministero.

Le indagini avevano avuto inizio nel mese di agosto del 2020, quando una volante della Polizia era intervenuta nelle prime ore della mattina per la segnalazione, giunta al numero di emergenza, circa la presenza di un’abbondante pozza di sangue nell’androne di un palazzo. Seguendo le tracce di sangue gli agenti hanno individuato una donna molto scossa all’interno di un appartamento che, ancora dolorante, riferiva di essere stata violentata.


Il sinti 21enne di Asti incastrato dal Dna

Immediatamente è stato attivato il 118, ed una volta giunta in ospedale, viste le profonde lacerazioni, la donna veniva sottoposta ad intervento chirurgico. L’attività investigativa ha evidenziato una serie di depistaggi, così che oltre alle tradizionali indagini venivano avviate anche attività di natura tecnica, nonché, messe in campo indagini di natura scientifica, raccogliendo materiali biologici che, grazie all’estrazione del DNA, hanno portato all’arresto odierno. La violenza era avvenuta al termine di una festa, mediante l’uso di un oggetto tagliente, che causava alla stessa lesioni alle parti intime.

I due sinti venivano rintracciati da personale della Squadra Mobile e, dopo la redazione degli atti di rito, i predetti venivano associati rispettivamente, V.J. presso la Casa Circondariale di Torino, mentre S.K. agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha emesso l’ordinanza cautelare.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » gio mar 31, 2022 1:55 am

Rom senza vergogna: in Calabria rubano beni di prima necessità per l'Ucraina
Cristina Gauri
Roma, 30 mar 2022

https://www.ilprimatonazionale.it/appro ... na-228731/

Non conoscono vergogna i rom che alcuni giorni fa hanno svaligiato il centro di raccolta di beni di prima necessità destinati alla popolazione ucraina.

Èaccaduto al Centro direzionale Cedir di Reggio Calabria, dove una decina di nomadi, dopo aver forzato una porta di ingresso del magazzino, si sono prima avventati sulla cena che alcuni volontari ucraini avevano preparato per nutrire un gruppo di connazionali profughi; poi hanno fatto razzia di viveri, medicinali, vestiti e giocattoli contenuti negli scatoloni imballati e pronti per essere spediti in Ucraina. Lo riporta il Giornale.

Il gruppo di rom, composto da adulti con alcuni bambini al seguito, è stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso installate nel magazzino. Per introdursi nella struttura, situata a circa 30 metri da una postazione dell’Esercito, i ladri hanno atteso che i volontari si allontanassero per partecipare all’iniziativa “La Fiamma che unisce”, promossa dal Comitato olimpico nazionale italiano nella Città metropolitana di Reggio Calabria. Sicuri di potere agire indisturbati, i rom si sono presi tutto il tempo per consumare a sbafo il pasto destinato ai profughi e depredare gli scatoloni dei beni per gli ucraini rimasti sotto le bombe della Federazione russa.

Sulle tracce dei ladri

È stata proprio una giovane profuga ucraina ad accorgersi di quanto stava accadendo all’interno del centro di raccolta: un gruppo di persone sconosciute, dalla sua descrizione nomadi accompagnati da bambini, che hanno fatto immediatamente perdere le loro tracce non appena si sono rese conto di essere state colte con le mani nel sacco. Sul posto è intervenuta tempestivamente la Polizia scientifica che ha eseguito tutti i rilievi del caso, provvedendo anche ad acquisire le immagini delle telecamere di videosorveglianza per identificare i rom coinvolti nella razzia.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » gio apr 07, 2022 8:50 am

Durante un controllo di polizia, sono state fermate 11 donne dedite all'attività di borseggio nella metro di Milano. Tutte incinte, evitano il carcere
Fermate 11 borseggiatrici in metrò. Sono tutte incinte: evitano il carcere
Francesca Galici
6 Aprile 2022
https://www.ilgiornale.it/news/milano/d ... 24193.html

Continuano le azioni delle forze dell'ordine contro le borseggiatrici della metropolitana di Milano, purtroppo ormai vittima del più bieco degrado. La percezione di sicurezza nelle gallerie, nelle stazioni e nei vagoni è sempre più bassa. I reati si susseguono a ritmo elevato senza che l'amministrazione comunale si impegni concretamente per risolvere il problema. Si sta occupando attivamente della questione Striscia la notizia con il suo inviato di punta Valerio Staffelli, che più volte è stato aggredito dalle borseggiatrici. La polmetro è intervenuta e la procura ha emesso undici daspo nei confronti di donne nomadi, bosniache o italiane di etnia rom, tutte in stato interessante.

Le donne sono state accompagnate in questura martedì 5 aprile, a seguito di un controllo effettuato dagli uomini che quotidianamente presidiano le stazioni della metro maggiormente bersagliate dalle borseggiatrici, quindi Centrale, Duomo e Cadorna. Sono numerose le denunce che vengono quotidianamente sporte dai passeggeri, che vengono presi di mira dalle malviventi che "lavorano" in stazione e che per la maggior parte delle . La più anziana tra le fermate ha 50 anni, 8 figli ed è nuovamente incinta. La più giovane ha 19 anni e anche lei è in stato interessante. Una 34enne, incinta, ne ha già 14 e una 43enne ne ha 9.

Trovandosi tutte in stato interessante, non è stato possibile per le forze dell'ordine attuare misure di detenzione nei confronti delle donne, per le quali è stato disposto un daspo urbano, che per altro gravava già su alcune di loro, che infatti sono state indagate per la sua violazione. Altre tre, invece, sono state indagate per tentato furto pluriaggravato.

La gravidanza delle borseggiatrici è una tecnica ben nota per sfuggire alle maglie della legge, visto che non possono essere punite in conseguenza del loro stato interessante. Una tecnica che richiama lo storico film Ieri, oggi e domani con Sophia Loren, che richiama una tecnica ben nota per non finire in carcere. Quello dei borseggi è un problema serio di Milano, città che vorrebbe affacciarsi in Europa ma che purtroppo è vittima della mala amministrazione di Beppe Sala, rieletto lo scorso ottobre per il secondo mandato ma ancora immobile sulle questioni di sicurezza cittadina. Nonostante si imputi la percezione di scarsa sicurezza all'attività di denuncia social dell'opposizione, che amplifica una situazione non così grave, in realtà i dati parlano chiaro e Milano è stata inserita in testa alla classifica delle città meno sicure del Paese.

"Una bella notizia, per cui ringraziamo la Polmetro, quella degli undici daspo ad altrettante borseggiatrici seriali attive sui mezzi pubblici di Milano, specialmente nelle fermate metropolitane ad alta frequentazione, su tutte Centrale, Duomo e Cadorna", ha dichiarato Silvia Sardone, consigliere comunale della Lega a Milano. Silvia Sardone ha aggiunto: "Tutte pluripregiudicate e tutte incinte per evitare di scontare condanne definitive e di conseguenza il carcere: questo è un giochino che non può più andare avanti all’infinito, è una vera e propria piaga da sanare. In attesa di una legge ad hoc quanto mai necessaria, il Comune di Milano anziché starsene con le mani in mano perché non interviene coi suoi poteri? Perché non ha ancora pensato di incrementare il numero di pattuglie, in divisa e in borghese, di agenti della Polizia Locale del nucleo tutela trasporto pubblico?". Il consigliere ha poi concluso: "Sui mezzi bisogna far sentire la presenza della legalità perché il biglietto da visita di Milano ai turisti in arrivo in città non può essere il borseggio non appena si mette piede sulla metro".
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar apr 26, 2022 9:30 pm

"Non vogliamo pagare". Rom devastano ristorante e feriscono camerieri
L'episodio risale allo scorso maggio. Gli autori del raid al ristorante sono 7 persone di etnia rom: sono state tutte individuate e sottoposte a misure interdittive
Rosa Scognamiglio
22 Aprile 2022

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1650644050

Rifiutarono di pagare il conto e devastarono il ristorante ferendo anche due camerieri. Per 7 persone di etnia rom, tutte residenti a Città Volsca, il gip di Cassino ha disposto il divieto di accesso e dimora nel territorio della provincia di Frosinone nonché l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri due individui. Le ipotesi di reato contestate agli indagati sono di concorso in estorsione, rissa, danneggiamento, lesioni e minaccia.


L'assalto al ristorante

I fatti risalgono all'11 maggio del 2021 in un ristorante a Isola del Liri, in provincia di Frosinone. Attorno alle 15.30, dopo aver consumato il pranzo, uno dei rom coinvolti nella vicenda rifiutò di saldare il conto affermando che sarebbe passato "qualcun altro" a pagare. Alla richiesta di chiarimenti da parte del cameriere prima, e del ristoratore poi, l'uomo saltò in piedi con fare minaccioso. Poco dopo sopraggiunsero gli altri membri della famiglia, tra cui anche delle donne, che misero a soqquadro la sala e mandarono in frantumi le vetrate del locale con le sedie. Stando a quanto riporta Frosinone Today, nella rissa rimasero coinvolti anche due dipendenti, rispettivamente padre e figlio, ricorsi alle cure ospedaliere nelle ore successive al raid. Sul posto intervennero i carabinieri di Isola del Liri e i militari del Nor di Sora che, in quella stessa circostanza, riuscirono a intercettare uno dei responsabili.


Le indagini

Sulla scorta dei filmati estrapolati dalle telecamere di sorveglianza del locale, e delle testimonianze rese dalle vittime, gli inquirenti sono riusciti a individuare tutti i responsabili dell'assalto. Si tratta di 7 persone di etnia rom, tutte residenti nel territorio del Frusinate, per le quali sono scattate alcune misure interdittive. A quasi un anno dall'accaduto, i carabinieri della compagnia di Sora, coordinati dalla procura della Repubblica di Cassino, hanno dato esecuzione all'ordinanza emessa dal gip di Cassino che dispone il divieto di accesso e dimora nel territorio della provincia di Frosinone per i sette, residenti nella Città Volsca, nonché l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziari nei confronti di altre due persone. Gli indagati sono accusati di concorso in estorsione, rissa, danneggiamento, lesioni e minaccia.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar apr 26, 2022 9:31 pm

Festeggiano il santo patrono e uccidono una povera donna di 89 anni per derubarla

Il furto nell'appartamento mentre la donna era al telefono con un'amica che visse l'omicidio in diretta: ora la condanna della Cassazione: 24 anni di carcere per l'autore materiale del delitto
La festa, poi i 5 rom uccisero l'anziana in diretta: condannati
Tonj Ortoleva
26 Aprile 2022

https://www.ilgiornale.it/news/roma/ucc ... 1650989982

Erano entrati in casa per rubare dopo una serata a base di alcol ma l’anziana padrona di casa, 89 anni, Anna Tomasino, era sveglia e al telefono con un’amica. Li ha sorpresi e uno di loro l’ha spintonata facendola cadere. Nell’impatto, la donna è morta. La Corte di Cassazione ha condannato cinque uomini di etnia rom con pene definitive. La più pesante, 24 anni di carcere, per Miki Trajkovic considerato l’autore materiale dell’omicidio. Bidam Sulejmanovic, Dilan e Dennes Trajkovic, dovranno scontare 7 anni e 4 mesi di carcere, mentre Darko Kostic dovrà espiare 16 anni.

La festa dei rom e poi l’idea del furto

La vicenda è accaduta nel 2019, a maggio, durante le celebrazioni di San Giorgio, santo patrono dei rom. I cinque autori della rapina quella sera stavano festeggiando e lo hanno fatto mangiando e bevendo abbondantemente. Una serata lontana dal campo rom di via Salviati, dove alcuni di loro risiedevano. A bordo di una Volkswagen Bora hanno iniziato a girare per Roma e da quanto racconteranno durante le varie fasi dei processi, l’idea del furto è nata all’improvviso, senza alcuna premeditazione. I cinque arrivano in via Pizzo Bernina, vicino via Nomentana e notano un appartamento con le luci spente. Una casa signorile, a prima vista in quel momento senza inquilini. L’occasione per loro è ghiotta, così in due restano giù a fare i pali, nel caso qualcuno rientri, mentre altri due salgono arrampicandosi dai balconi al primo piano. La signora Anna Tomasino, 89 anni, è però in casa, al telefono con un’amica. Quest’ultima assisterà all’omicidio in diretta, ascoltando dalla cornetta tutto quel che accade e poi darà l’allarme alle forze dell’ordine. I ladri entrano e la donna li sorprende, sempre mentre sta al telefono grida aiuto e uno di loro, Miki Trajkovic come emergerà dal processo, la spinge a terra con tale violenza che il colpo provoca la morte della donna. I rom arraffano alcuni oggetti di valore e poi scappano, sempre passando dal balcone. I carabinieri, giunti sul posto dopo l’allarme dell’amica della donna, non riescono ad acciuffare subito i malviventi, che si dileguano. Ma saranno tutti e cinque arrestati alcuni giorni dopo i fatti.

La confessione: “Volevo fare qualche soldo per uscire con la mia ragazza”

A rendere ancora più agghiacciante la tragedia sono state le dichiarazioni rilasciate durante il processo dagli imputati. “Volevo due soldi per uscire con la mia ragazza”, avrebbe detto Dilan Trajkovic, che con il cugino Dennis era rimasto fuori dall'appartamento a fare da palo. Poi c’è Darko Kostic: “Il mio amico (Miki Trajkovic, ndr) e io siamo entrati in casa dell'anziana arrampicandoci dai balconi, lei ha urlato, io ho detto di andarcene, lui invece ha tardato. Ho sentito un botto, ma non ho visto nulla. Solo la donna in terra. Poi abbiamo iniziato a litigare e ci siamo allontanati” . I cinque provano la fuga quando ascoltano la notizia della morte dell’anziana donna. Poi ci ripensano, tornano in Italia. Le forze dell’ordine erano già sulle loro tracce e li arrestano. Nei giorni scorsi la Cassazione ha messo la parola fine sulla vicenda: dovranno trascorrere in carcere da 16 a 24 anni.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » dom mag 08, 2022 3:40 am

Roma, uccise coetanea a colpi di ombrello ma è nullatenente: lo Stato risarcirà la famiglia della vittima con 700mila euro
07 maggio 2022

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca ... 202k.shtml

Doina Matei, giovane donna di origini romene, nel 2007 uccise la 22enne Vanessa Russo. Condannata a risarcire la famiglia della vittima, la Corte d'Appello di Roma costringe lo Stato italiano a pagare l'indennizzo

Lo Stato Italiano dovrà risarcire la famiglia di Vanessa Russo, 22enne uccisa nel 2007, dalla coetanea Doina Matei, cittadina romena senza dimora e nullatenente. La Corte d'Appello di Roma, dopo aver accolto il verdetto della Corte di Giustizia Europea e bocciato il ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha deciso che alla famiglia spettano 760mila euro.
La vicenda - Sono passati quindici anni dalla morte di Vanessa Russo per mano di Doina Matei che, con un ombrello, trafisse il cranio della ragazza romana. Le immagini dell'omicidio, riprese da alcune telecamere della metro, incastrarono la giovane romena e segnarono profondamente l'opinione pubblica per la loro crudezza. In prima istanza l'accusa chiese che Matei fosse processata per omicidio volontario, ma fu derubricata a omicidio preterintenzionale aggravato.

Il processo - Fu condannata in primo grado, sul finire del 2007, e successivamente in Appello l'anno dopo, a 16 anni di reclusione e al risarcimento dei danni subiti dalla famiglia Russo. Dopo aver chiesto il rito abbreviato, la romena ottenne a riduzione di un terzo della pena. Una successiva sentenza del Tribunale di Perugia, luogo di residenza della romena, che sarebbe poi tornata libera nel 2019, l'ha condannata a versare 260.000 euro in favore del papà di Vanessa, 300.000 alla madre, 100.000 al fratello e altrettanti alla sorella. Purtroppo queste somme non sarebbero state riscuotibili perché Doina Matei risultava essere nullatenente e con due figli a carico in patria. La famiglia di Vanessa, però, decise di citare in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per ottenere l'indennizzo.

La sentenza della Corte Europea - Non ottenendo alcuna risposta i Russo si rivolsero al tribunale di Roma che condannò la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento della somma. Di tutta risposta la Presidenza del Consiglio, attraverso l'Avvocatura di Stato, fece ricorso sostenendo che l'allora ddl appena approvato in materia di risarcimento per le vittime dei reati violenti, rispondente alla direttiva europea numero 80 del 2004, fosse adeguato alla richiesta della famiglia Russo. La recente risposta della Corte di Giustizia Europea è invece di tutt'altro parere : come riporta Libero, lo Stato italiano prevede cifre irrisorie e meramente simboliche per le vittime di reati violenti.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven mag 13, 2022 1:57 am

"È musulmano, va sepolto": defunto rom "salta la fila"/ Ma morti in attesa da 2 anni
Alessandro Nidi
12.05.2022

https://www.ilsussidiario.net/news/e-mu ... i/2339935/

Ha dell’incredibile quanto accaduto al cimitero “Santa Maria dei Rotoli” di Palermo, dove un defunto musulmano e di etnia rom, spirato a fine aprile, sarebbe stato seppellito sfruttando una corsia preferenziale e consentendogli di passare davanti ad altre migliaia di salme in attesa di inumazione, in quanto “la sua religione prevede sepoltura immediata e ha parenti animosi”. Il fatto viene riportato sull’edizione del quotidiano “La Verità” in edicola oggi, giovedì 12 maggio 2022, su cui si spiega anche che essendosi rese disponibili due fosse di inumazione e considerata l’animosità dei molti parenti del defunto, il direttore del cimitero di Palermo ha chiesto “di volerne autorizzare, con estrema urgenza, la tumulazione”.

La risposta positiva è arrivata nell’arco di mezz’ora, quando solitamente, invece, sono necessarie due settimane per ottenere il via libera. Non solo: due ore più tardi era già stato individuato il numero di sezione della fossa dedicata. Un accadimento che, se confermato, sarebbe a dir poco increscioso; d’altro canto, ricorda “La Verità”, la situazione del cimitero di Palermo è “abbastanza disperata: al Santa Maria dei Rotoli il problema delle bare in attesa di sepoltura va avanti da mesi. Le salme insepolte sono attualmente 1.010, di queste 970 sono in attesa di ricevere un posto. Altre 40 il posto lo avrebbero nelle tombe di famiglia, ma non c’è nessuno che possa far spazio mineralizzando i resti dei corpi. Inoltre, mancano i sacchi dove mettere i resti dei defunti”.

DEFUNTO MUSULMANO “SALTA LA FILA” PER LA SEPOLTURA A PALERMO: PRESENTATO ESPOSTO ALLA PROCURA

Addirittura, si legge nel servizio, i primi della lunga fila attendono di essere tumulati da marzo 2020 e, in virtù anche di questo, Igor Gelarda, capogruppo Lega-Prima l’Italia al Comune di Palermo, ha presentato una richiesta di accesso agli atti il 4 aprile 2022, domandano di “conoscere i motivi per i quali a questo signore musulmano fosse stato concesso di saltare la fila”. Nessuna risposta ottenuta, così, il 9 maggio, è partito il sollecito: “Preso atto che ad oggi non è pervenuto alcun riscontro in merito alla richiesta di accesso agli atti sopra riportata, si sollecita, con urgenza, riscontro della suddetta richiesta, poiché sono trascorsi più di 30 giorni, oltre i termini previsti dalla normativa vigente, per l’adempimento amministrativo”.

Eppure, niente, tutto tace. Fra gli atti presentati da Gelarda, riferisce ancora “La Verità”, c’è anche un esposto alla Procura della Repubblica di Palermo: “È assurdo che ci sia stata una corsia preferenziale per qualcuno – ha dichiarato –, a prescindere dalle ragioni che hanno finito per favorire il defunto. Ancor più grave sarebbe se venisse confermato che si tratta di una prelazione dovuta al fatto che fosse di religione islamica o che si temesse una reazione dei parenti. Ci sono più di mille persone al deposito, con relative famiglie, che gridano vendetta nei confronti di queste ingiustizie”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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