Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » dom gen 26, 2020 8:31 pm

La legge Bonaccini sui nomadi che fa "moltiplicare" i campi rom
Giuseppe De Lorenzo Eugenia Fiore - Mar, 21/01/2020

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... UYGRx5uy-o

La norma approvata dalla giunta Pd regolamenta le microaree. A Bologna da un campo a due. A Rimini ne nascono cinque

La domanda è: che senso ha "superare" un campo nomadi, "fonte di disagio e tensione sociale", per poi aprirne altri più piccoli? Se lo chiedono i cittadini dell'Emilia Romagna, che negli ultimi anni si sono trovati sul groppone una legge regionale il cui obiettivo è sì quello di chiudere i grossi insediamenti rom, ma che per farlo permette di spezzettarli in tanti mini-campi di ridotte dimensioni.Della serie: lasci uno e prendi chissà quanti.

La norma è stata approvata nel 2015 dalla giunta guidata da Stefano Bonaccini, oggi di nuovo candidato alla presidenza della Regione. La legge prevede che i Comuni possano offrire ai nomadi residenti nel proprio territorio "una pluralità di soluzioni abitative" alternative ai grandi campi: si va dalle forme abitative tradizionali alle famigerate "microaree familiari pubbliche o private". Una microarea non è altro che un nuovo accampamento (con piazzole, case mobili e bagni in comune) solo più piccolo e ben costruito. A Bologna, per esempio, la giunta Pd per licenziare la problematica area sosta di via Erbosa ha ben pensato di edificarne due (al modico prezzo di circa 300mila euro) in altrettante zone della città. Così oggi i cittadini si ritrovano a dover convivere con due insediamenti al posto di uno. Un colpo di genio.

Secondo i vertici di viale Aldo Moro, le microaree ridurrebbero ghettizzazione e degrado. "Non mi pare che i casi già sperimentati dicano questo", sussurra ironico il consigliere comunale leghista di Rimini, Matteo Zoccarato. Nella città costiera, per esempio, la maggioranza dem propose costruzione delle microaree così da chiudere la baraccopoli di via Islanda. Il progetto iniziale prevedeva la creazione di tre nuovi insediamenti, poi diventati cinque. "A un certo punto avevano pensato addirittura di aprirne undici", racconta Zoccarato che insieme ai comitati cittadini "di centro, destra e sinistra" si è opposto al progetto dal costo di circa 200mila euro. Ad oggi il piano risulta bloccato e "difficilmente lo faranno ripartire a un anno dalle elezioni comunali".

Già, le elezioni. In tempo di regionali era inevitabile che il tema "nomadi" entrasse prepotentemente in campagna elettorale. Gli schieramenti in fondo sono su posizioni inconciliabili: da una parte chi quella legge ha contribuito ad approvarla (Bonaccini); dall’altra chi la contesta apertamente e in un campo rom è stata pure aggredita (Lucia Borgonzoni). Il tema è scottante. In Emilia Romagna a fine 2017 erano presenti qualcosa come 2.784 nomadi, divisi in 144 insediamenti di cui 32 grandi aree sosta e ben 112 microaree (37 pubbliche e 75 private). Numeri consistenti, che la stessa Regione definisce come il frutto di "un fenomeno peculiare" emiliano in cui molti nuclei sinti hanno avuto "la tendenza" ad "uscire dalla aree sosta pubbliche" per "stabilirsi in piccoli appezzamenti agricoli di loro proprietà". Propensione cui si è aggiunta la scelta di alcune amministrazioni già da diversi anni di "sperimentare" microaree comunali "in cui far risiedere i nuclei familiari".

Non è un caso se il rapporto annuale 2018 dell'Associazione 21 luglio definisce l'Emilia Romagna la "Regione che conta il maggior numero" di microaree e quella che, insieme al Piemonte, vanta la concentrazione più alta di baraccopoli formali in Italia (ben 19). Con la sua legge, dunque, il Pd ha disciplinato questa tendenza e poi l’ha fatta propria. Investendoci sostanziose risorse economiche: nel 2016, infatti, Bonaccini&Co mettono a bilancio circa 1 milione euro per il superamento delle grandi aree sosta, la costruzione delle microaree e le transizioni abitative. Al bando partecipano le città di Camposanto, Carpi, Bologna, Casalecchio di Reno, Ferrara e Rimini. Tutti comuni (al tempo) governati da amministrazioni Pd o di centrosinistra. "Questa legge è assurda - sottolinea Zoccarato - perché così fa moltiplicare i campi nomadi".

Il bello (o il brutto) è che per quanto l'Emilia piddina consideri le microaree una soluzione "innovativa" in grado di migliorare la vita dei sinti, la realtà rischia di essere ben diversa. A certificarlo è la stessa Associazione 21 Luglio, che nel rapporto assicura come le microaree non facciano altro che reiterare "la segregazione abitativa e sociale di famiglie su base etnica". Un completo autogol.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven feb 07, 2020 8:55 pm

Roma, 15enne pestata da 2 rom, il papà minaccia: “Bastardi, vi troverò. Pagherete col sangue”
26 Gennaio 2020

http://www.inedito.net/2020/01/26/roma- ... ChpHc9eSKw

Un altro episodio di violenza a Roma, che ricorda drammaticamente quello del pestaggio in metropolitana di un uomo lasciato a terra sotto gli occhi della mamma e di molti passeggeri rimasti indifferenti. Questa volta la vittima è una ragazza di quindici anni, Giulia, “colpevole”, mentre si trovava sull’autobus 451 nel quartiere Alessandrino, di aver avvisato una coetanea che un uomo e una donna la stavano per borseggiare. La ragazzina è stata presa a parolacce, a calci, a pugni di fronte agli occhi di tanti che si sono ben guardati a intervenire a difesa della ragazza.

Violenza a Roma, pestata sull’autobus
La notizia della violenza a Roma viene diffusa sui social dal papà, Nicola Franco, che sul suo profiloFacebook si rivolge agli italiani che hanno assistito all’aggressione. Il padre di Giulia lamenta la perdita del senso di solidarietà degli italiani, indifferenti dall’escalation di violenza protagonista delle periferie e non solo della Capitale. «Fine di una patria chiamata Italia», è il titolo del post di Nicola Franco, esponente della destra capitolina, consigliere municipale diFratelli d’Italia e unico candidato di centrodestra alla presidenza di municipio riuscito ad arrivare al ballottaggio alle scorse elezioni capitoline. «Mi rivolgo a te uomo adulto, padre o nonno; a te donna madre o nonna; oppure a te ragazzotto palestrato con sorella o ragazza e anche a te italiano/italiana che non sei né padre, madre, nonno/a , fratello o sorella ma che ieri alle 13,30 ti trovavi sull’autobus 451 all’ altezza del Quarticciolo su Via Palmiro Togliatti e hai assistito a quella scena , rimanendo fermo ed in silenzio quando una ragazzina di soli 15 anni è stata aggredita e malmenata da 2 zingari , un uomo ed una donna, sui 30 anni». Per paura? Per non subire ritorsioni?, si chiede con rabbia il papà di Giulia.

La rabbia del papà di Giulia
«Quella ragazzina, invece, tutte queste domande non se le è poste ma è subito intervenuta. Lei, 15 anni, nonostante avesse davanti un uomo e una donna del doppio della sua età, si è subito messa a difesa di un’altra ragazzina che neanche conosceva». Una volta scesa dall’ autobus in lacrime, Giulia ha chiamato la mamma che è subito corsa e ha fermato una pattuglia della Polizia o per denunciare l’episodio di violenza. Nicola Franco nella sua lettera aperta si rivolge anche alle forze dell’ordine. «Dico anche a te caro agente di p.s., come si fa a rispondere “e ora noi cosa possiamo fare ?” senza prendere neanche la descrizione dei due. Quella ragazzina ha dato a tutti voi una dimostrazione e lezione di senso civico , legalità e solidarietà che nessuno di voi merita!».

La solidarietà sui social
Inevitabile la reazione nei confronti dei due zingari responsabili dell’aggressione ai quali Nicola Franco riserva pensieri non proprio cortesi. «A voi due invece, uomo con la maglietta blu e scuro di carnagione e a te donna con i capelli lunghi neri e felpa grigia,una cosa sento di dirvi… Brutti bastarti. Da quando è successa questa cosa non riesco più a vivere, ho passato la giornata a scandagliare ogni accampamento di zingari compresi tra il Quarticciolo e Cinecittà; ho ripreso quell’autobus e rifatto il percorso alla stessa ora. E così farò domani, dopodomani e i giorni a seguire fino a quando non vi troverò. Poi vi giuro che per ogni calcio, schiaffo, tirata di capelli , per ogni secondo di paura che avete fatto vivere a lei, corrisponderà 1 litro del vostro sangue». Il post ha scatenato la solidarietà dei commentatori per il pestaggio ma anche la denuncia della mancanza di coraggio e di senso civico di chi era presente. «A questo siamo arrivati…pronti a girarci sempre dall’ altra parte perché tanto non ci tocca da vicino. Ed invece non è così –conclude Franco – perché oggi è toccato a mia figlia ma ogni giorno c’è la figlia di qualcuno e domani potrebbe essere il tuo turno. Ci stiamo arrendendo. Io però non ci sto».


https://www.tg24-ore.com/2019/02/16/rom ... ol-sangue/

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 12680.html
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven feb 07, 2020 8:58 pm

Rapine per vivere come i nababbi: famiglia sinti in carcere
Venerdì 7 Febbraio 2020
Marina Lucchin

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... ncgKelZLrY

PADOVA - Erano pronti a tutto per il denaro. Anche a picchiare delle donne, magari davanti agli occhi dei loro figli pur di mettere le mani sulla borsetta. D'altro canto due di loro sono esperti pugili che sul ring hanno conquistato anche numerose medaglie. Ma tolti i guantoni, il gancio dritto e rovescio hanno iniziato a usarlo anche per mettere a segno i colpi sotto gli attenti occhi di mamma e papà, veri boss della banda che poi elargivano loro una mancia di 50 o 100 se la rapina andava a buon fine. Il resto del denaro restava in ogni caso in famiglia. Dopo aver saldato i conti con gli altri complici, i soldi servivano a mantenere alto il tenore di vita cui si erano abituati tra orologi preziosi, abiti firmati e anche feste di compleanno da vip, con così tante torte da sembrare di essere ancora in pasticceria.

Ora però i carabinieri hanno messo dietro le sbarre la banda di sinti che era diventata il terrore dei commercianti cinesi, anche se non disdegnava di rapinare pure automobilisti italiani o turisti fermi all'autogrill: cinque gli arresti in esecuzione della custodia cautelare in carcere, disposta dal gip Domenica Gambardella, eseguiti ieri mattina all'alba dal comando provinciale dell'Arma. A finire dietro le sbarre sono Millas Manolito, 39 anni, il figlio 21enne Joscioal, il cugino Cristian Gottardo di 32 anni, il fidanzato della cugina Morouen Latrech, marocchino 25enne e l'amico Giorgio Caldaras, 30 anni. In cella c'è anche l'altro figlio di Manolito Millas, Naichel, di cui se ne sta occupando il Tribunale dei Minori di Venezia visto che all'epoca dei fatti non aveva ancora compiuto 18 anni. La moglie, e madre dei due promettenti boxeur, è la 36enne Federica Hudorovich, che assieme all'altro complice, l'esperto di auto Andrea Melato, di 39anni, cui il giudice ha disposto l'obbligo di dimora.


L'INDAGINE
A eseguire l'indagine, diretta dal pubblico ministero Benedetto Roberti, i carabinieri del comando provinciale del colonnello Luigi Manzini, della compagnia di Piove di Sacco e della stazione di Legnaro del comandante Marialdo Rossin.

I componenti della banda non hanno mai avuto un lavoro onesto. Fare i banditi era la loro vera occupazione tanto che mettevano a segno anche due o tre colpi al giorno per mantenere i lussi della propria famiglia. Dal Rolex al polso del figlio, agli orecchini d'oro della bambinia, dalla borsa Louis Vouitton della mamma, alle scarpe Gucci da 495 euro del papà. L'indagine, durata quasi un anno, è stata avviata dopo la tentata rapina avvenuta nel marzo 2018 ai danni di un commerciante cinese residente a Sant'Angelo di Piove di Sacco. In quell'occasione tre banditi travisati, tagliarono le gomme dell'auto della vittima e poi l'aggredirono con lo spray urticante mentre tentava di cambiare lo pneumatico assieme al figlio e alla moglie, che teneva sulle spalle lo zainetto che i malviventi avevano puntato. La famiglia di cinesi si ribellò con così tanta disperazione, che la banda dovette fuggire. Ma da lì sono partiti i successivi accertamenti che hanno portato i cinque dietro le sbarre.

I REATI
I banditi sono accusati di associazione per delinquere dedita alla commissione di rapine e furti. Si concentravano particolarmente nella Zona Industriale di Padova per i sette furti a loro carico, mentre le rapine (cinque) avvenivano a Saonara (dove dimorano diversi commercianti del Centro Ingrosso Cina. Sono accusati anche di sequestro di persona, per aver rinchiuso per un'ora contro la loro volontà una coppia di debitori nell'abitazione di Manolito Millas. Il gruppo criminale disponeva anche dell'appoggio di una rete di ricettatori, nonché di canali utili a procurarsi, dall'estero, macchine di grossa cilindrata da utilizzare nelle azioni criminali. Nel corso delle indagini è stata sequestrata un'autovettura Bmw, parzialmente blindata per resistere meglio ad eventuali conflitti a fuoco con le forze dell'ordine.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar feb 11, 2020 4:17 pm

Modena, insulti razziali ai nomadi: 400 ore di lavori sociali
Condannato un hater che evocava campi di stermino e roghi contro i sinti. Altri sei andranno a giudizio
05 febbraio 2020

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2 ... KAlRxzIjc0

MODENA - Pubblicò su Facebook frasi razziste, con riferimenti a campi di concentramento e fuoco, contro una famiglia nomade di origine sinti: ora lavorerà gratis 400 ore. È quanto ha stabilito un giudice a Modena nei confronti di un 46enne residente nella città emiliana che aveva chiesto la messa alla prova al fine di evitare il processo per diffamazione aggravata dall'odio razziale. Lo riporta la stampa locale.

Le 400 ore di lavoro socialmente utile dovranno essere svolte in un ente ancora da individuare e nell'arco di nove mesi. Entro sei mesi, invece, l'uomo dovrà presentare un'offerta di risarcimento alla famiglia di origine sinti destinataria delle offese che si è costituita parte civile attraverso un 50enne nel processo penale pronto a partire.

L'inchiesta aperta dalla procura di Modena sull'odio razziale via social è infatti più ampia e il prossimo 20 febbraio altre sei persone, iscritte nello stesso fascicolo del 46enne, sempre cittadini modenesi, compariranno davanti al giudice di primo grado per rispondere della stessa accusa.

L'episodio alla base della vicenda giudiziaria risale al 2014, quando il 50enne sinti si rivolse alla magistratura segnalando che su Facebook a commento di un articolo giornalistico relativo al campo nomadi dove viveva con i suoi parenti erano comparsi numerosi commenti dove si incitava a incendiare l'area e si auspicavano i campi di sterminio. Da quella denuncia il pm Francesca Graziano ha aperto l'inchiesta.



Gino Quarelo
Questi hanno sbagliato, caso mai dovevano denunciare il degrado ambientale se c'era e organizzare delle manifestazione pubbliche della gente del posto se esistevano pericoli e comportamenti criminali da parte degli zingari. coinvolgendo l'amministrazione comunale e il sindaco, a tutela dei dei diritti umani e civili dei cittadini.
Non si invocano campi di sterminio e roghi è da stupidi e si passa dalla parte del torto.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar feb 11, 2020 8:16 pm

Che gentaglia orrenda!

FACCIA A FACCIA TRA SINDACO E ROM
Il mio confronto con i signori rom che stamattina sono venuti a manifestare sotto il municipio
Marco Schiesaro - Sindaco di Cadoneghe
10 febbraio 2020

https://www.facebook.com/SchiesaroSinda ... 269530216/
https://www.facebook.com/SchiesaroSinda ... zNzMwMTI3/


L'articolo 1 della Costituzione italiana afferma quanto segue:

«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
https://it.wikipedia.org/wiki/Articolo_ ... e_italiana

Quindi essa dice che tutti i cittadini italiani senza distinzione alcuna (di razza, di etnia, di religione, di lingua, di sesso, ecc.) debbono lavorare, che tutti i cittadini debbono contribuire con il loro lavoro alla vita delle comunità dei cittadini della Repubblica, che tutti nessuno escluso debbono quadagnarsi il pane con il sudore della fronte.
La Costituzione italiana non dice che la Repubblica è fondata sul lavoro degli altri, sulla predazione del prossimo, sul parassitismo sociale e pubblico, sullo sfruttamento dei minori, sulla schiavitù, sul furto, sulle rapine, sull'estorsione, sulle truffe.
La Costituzione italiana non dice che i nomadi o gli zingari o che i sinti e i rom possono non lavorare e che perciò debbano essere mantenuti dagli altri, dai non nomadi e dai non zingari;
la Costituzione italiana non dice che questa gente deve vivere di assistenza pubblica e che gli altri debbono lavorare e pagare le tasse per mantenerli;
la Costituzione italiana non dice che questa gente può mancare di rispetto al prossimo o che può vivere predando gli altri.




L'articolo 2 poi vieta assolutamente la violazione dei diritti umani altrui e quindi la predazione del prossimo e la solidarietà economica e sociale è da darsi unicamente a chi si trova in difficoltà per malattia, accidente/incidente o sventura naturale.

«La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale»

https://it.wikipedia.org/wiki/Articolo_ ... e_italiana


Vuole smantellare il campo rom, sindaco minacciato: «Bisogna mozzarti mani e piedi»
16 febbraio 2020

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... 53573.html

CADONEGHE - «Vengo minacciato perchè intendo riportare la legalità nei campi rom del mio Comune, ma andrò avanti senza paura». Il primo cittadino Marco Schiesaro reagisce con determinazione alle minacce che gli sono arrivate via Facebook. In un italiano stentato e sgrammaticato si è visto scrivere un commento dal tono inequivocabile: «A questo sindaco bisogna mozzare mani e piedi così non si muove più». È una delle oltre cento “risposte” che gli sono arrivate, la più violenta e inquietante, dopo che ha annunciato l’intenzione di chiudere il campo Rom di via Frattina. Immediata è scattata la solidarietà dei colleghi sindaci e del mondo politico, in particolare quello della Lega.

Ieri pomeriggio Schiesaro si è recato dai carabinieri per formalizzare la denuncia che è stata fatta ai sensi dell’articolo 338 del codice penale che prevede il reato di minacce a corpo politico, amministrativo, giudiziario dello Stato; un reato grave per cui si procede d’ufficio. «Ho presentato regolare denuncia nei confronti del signore secondo cui dovrei essere mutilato. Un grazie ai carabinieri di Cadoneghe per la professionalità e disponibilità dimostrate, e a tutte le persone che in queste ore mi stanno facendo arrivare la loro solidarietà. Un abbraccio in particolare ai miei colleghi sindaci». Tra i primi a mettersi al fianco di Schiesaro il sindaco di Villanova di Camposampiero, Cristian Bottaro, quello di San Giorgio delle Pertiche, Daniele Canella, e ancora il consigliere regionale leghista Luciano Sandonà, il consigliere comunale dei 5 Stelle Nicola Longo e l’elenco potrebbe continuare.

A scatenare il commento minaccioso è stata la recente presa di posizione del sindaco che ha deciso di smantellare tutti i campi Rom presenti nel territorio, a cominciare da quello di via Frattina. Schiesaro ha dato tempo agli occupanti fino alla fine di marzo per trovare una diversa sistemazione sennò sarà il Comune a intervenire smantellando l’insediamento ed espropriando il terreno. Nell’area in questione risiedono una quindicina di adulti e dieci minori. Il terreno è di proprietà delle famiglie stesse ed è stato regolarmente acquistato nel 2004, ma l’area è classificata come agricola ed è in zona cosiddetta di rispetto, pertanto non edificabile. «Amministrare - dice Schiesaro - è anche farsi dei nemici ma chi c’era prima di me se n’è fregato. Noi vogliamo ripristinare l’ordine e la legalità perché a Cadoneghe non voglio più vedere nessun tipo di accampamento». È di una settimana fa un sit-in di protesta dei Rom davanti al Municipio, ma in quell’occasione il confronto con il legale rappresentante dei Rom Marcello Zuinisi era stato pacato.
Non appena si è diffusa la notizia delle minacce al sindaco di Cadoneghe, è scattata una gara social di manifestazioni di sostegno, oltre che dai collegi sindaci anche fuori dal Veneto, dai vertici della politica e del suo partito. «Solidarietà al sindaco di Cadoneghe per le vili minacce ricevute sui social in queste ore - ha detto il senatore Udc, Antonio De Poli - Il linguaggio dell’odio e della violenza anche verbale va condannato sempre, con fermezza». L’assessore regionale della Lega Roberto Marcato: «Caro Marco, non ti fare intimidire da chi sa usare solo le minacce. Non solo noi siamo con te, ma chi minaccia te, minaccia ognuno di noi. Perché come te, anche noi ci riconosciamo nella società del diritto e della legge uguale per tutti. Vai avanti!», e il senatore Andrea Ostellari: «Forza Marco, non mollare! La Lega ha bisogno di sindaci coraggiosi come te». Il consigliere comunale dei 5 Stelle Nicola Longo, che siede all’opposizione, propone di organizzare «un flash mob a difesa di chi fa rispettare la legge, in difesa di chi non si piega alle minacce ed ai ricatti. Su questo tema il sindaco avrà il mio pieno appoggio. Se arrivano le minacce allora vuol dire che l’azione ha colpito».
Chiara la risposta al commento immediatamente postata dal primo cittadino: «Alle minacce di questo personaggio, cosa rispondiamo? Ecco perché fino a ieri certa politica a Cadoneghe non muoveva un dito per la legalità, per il rispetto. Per una soluzione vera e concreta ai campi Rom. Perché la legge sia veramente uguale per tutti. Alcuni di loro, cosa fanno? Minacciano. Complimenti!».
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar feb 18, 2020 7:47 pm

Per il pm, che chiede fino a 22 anni, fu vittima di “incultura zingara”
L'Arno.it
Raffaello Binelli
18 febbraio 2020

https://larno.ilgiornale.it/2020/02/18/ ... a-zingara/

Era in motorino quel maledetto 10 giugno 2018. Stava andando a lavoro quando, all’improvviso, fu travolto da un’auto. Duccio Dini, 29 anni, perse la vita così, in un attimo. A investirlo fu una macchina coinvolta in un inseguimento tra famiglie rom residenti nel campo nomadi del Poderaccio, a Firenze. Viaggiavano a 100 km/h e per il povero Duccio non ci fu nulla da fare. Nel processo contro i sette imputati il pm ha chiesto di condannare tutti per omicidio volontario con dolo eventuale. Richieste pene da 9 a 22 anni.

Il tragico incidente

Come emerse dai rilievi della polizia municipale le auto coinvolte erano queste: una Lancia Libra guidata da Antonio Mustafa; una Volvo su cui viaggiavano Remzi Amet, Remzi Mustafa, Kjamuran Amet e Dehran Mustafa; una Opel Vivara su cui si trovavano Emin Gani e Kole Amet. Le tre auto inseguivano la Opel Zafira di Bajram Rufat, 43 anni, sposato con la figlia di Remzi Amet. Erano riuscite più volte a speronarla finché l’utilitaria, senza più controllo, si era schiantata contro un palo e poi contro un albero, incendiandosi. Pur essendo rimasto ferito Rufat riuscì a salvarsi. La Volvo dopo aver sbandato urtava un’auto in transito e si schiantava contro il motorino di Duccio. Portato all’ospedale fiorentino di Careggi, già in coma, Duccio morì qualche ora dopo.

“Vittima incolpevole di una incultura zingara”

Nella sua requisitoria il pm Tommaso Coletta ha detto che Duccio “fu vittima incolpevole di una incultura zingara”, basata “su un senso troppo forte della famiglia e su un atteggiamento di spregio verso la figura femminile”. Rivolgendosi alla corte ha aggiunto queste parole: “Andate a sentenza non per vendicarlo”. Inoltre ha chiesto anche la confisca delle auto rimaste coinvolte nell’inseguimento e la trasmissione degli atti alla procura per falsa testimonianza riguardo a un altro nomade, accusato di aver dichiarato il falso in aula, ossia di aver accompagnato Renzi Amet sul luogo dell’incidente, sostenendo dunque che l’uomo non fosse stato coinvolto nell’inseguimento.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mer feb 19, 2020 8:01 pm

Milano, l'odio rom nel suk abusivo: "Qui non filmi, pezzo di m…"
Fabio Franchini - Mer, 19/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/milano/m ... oIFkxxEkBM

Il mercatino di viale Puglie è un mix di merce rubata, degrado e illegalità. Al suo interno sono numerosi i rom che si sentono padroni del bazar

"E che c… me ne frega che sei un giornalista? Io ti sto dicendo che tu qua non devi filmare nessuno. Tu qua non devi filmare nessuno, capito? Vaffanc… pezzo di m…".

Dopo qualche minuto che girovaghiamo all'interno del mercatino di viale Puglie, al quartiere Calvairate nella periferia est di Milano, questa è l'accoglienza che ci riserva un gruppetto di rom.

In quello che si è trasformato in un suk dell'illegalità, tra merce rubata (più che usata), degrado e abusivi, abbiamo fatto un giro in compagnia di Max Bastoni, consigliere comunale e regionale della Lega, che da tempo, insieme ai colleghi di partito e del centrodestra, denuncia la gravità della situazione. "Nel mercatino di viale Puglie, si passa dal ladro al consumatore, a legalità zero. sindaco e questore non pervenuti. Ecco, nella Milano di Sala, che sembra preoccuparsi solo del centro, esistono realtà questa in cui l'illegalità è sovrana. Un vero e proprio mercato del rubato e per chi denuncia: minacce. Noi sogniamo un'altra Milano", l'affondo del leghista.

Non a caso domenica 9 febbraio il Carroccio – da quello meneghino a quello nazionale, passando per quello lombardo – ha organizzato un presidio di fronte al bazar di piazzale Cuoco per protestare contro l'amministrazione Sala, che, al di là di qualche sparuto intervento spot nel suk, continua a tollerare quella che è diventata una zona franca, piena zeppa di spazzatura e allo stesso tempo di prodotti alimentari di ogni tipo, nella quale extracomunitari, abusivi e rom la fanno da padrone, gestendo chissà quali loschi traffici anche solo circa la spartizione del territorio all'interno del suq.

(GUARDA IL VIDEO)
https://www.ilgiornale.it/video/milano/ ... 28719.html

Attenzione: nella totalità del mercato, Hobbypark compreso, esistono i venditori regolari, ma sono una minoranza rispetto a coloro i quali espongono merce ricettata di ogni tipo e alimenti sottratti ai supermercati.

Dicevamo dei rom. Ecco, dietro le bancarelle, sono decine e decine i nomadi che fanno da "venditori" di merce di qualsiasi tipologia; sulle bancarelle improvvisate dai rom, però, fanno capolino soprattutto prodotti alimentari: in sacchetti strabordanti o in valigie piene fino all'orlo, ecco tonno in scatola, fette di grana padano e parmigiano reggiano, stecche di cioccolato, alcolici…

Noi siamo stati all'interno del mercatino per una mezzoretta cercando per quanto possibile, anche vista la fiumana di gente, di filmare che cosa succede ogni sabato e ogni domenica del mese in quella fetta di Milano senza regola, lasciata (o meglio, abbandonata) a se stessa. Uno dei nomadi dietro al "bancone" intento a vendere profumi, sigarette e alimenti si accorge che stiamo riprendendo con il cellulare e ci prende a male parole: "Non me ne frega un c… che sei un giornalista. Ti sto dicendo che tu qua non devi filmare nessuno”. Infine, ci saluta a modo suo: "Vaffanc… pezzo di m…". Noi continuiamo a filmare e terminiamo il nostro tour in questo mercato "delle meraviglie" in cui la legalità è l'unica cosa che non si trova sulle bancarelle.

(GUARDA IL VIDEO)
https://www.ilgiornale.it/video/milano/ ... 28051.html
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab feb 29, 2020 12:00 am

Da sempre sono dei veri sciacalli

Milano, si fingono turiste (con mascherina) per rubare
ANNAMARIA LAZZARI
27 febbraio 2020

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/ ... vxoxBd8524

Ladre con la mascherina: è l’ultima frontiera dell’inventiva criminale. Quella che anima le borseggiatrici seriali che da anni infestano il centro di Milano, a caccia di turisti stranieri (con una predilezione per le donne) a cui sottrarre con destrezza portafogli e smartphone da borse e zaini. Ladre giovani, in prevalenza Rom, che uniscono la velocità di azione con una capacità non comune di camuffarsi "à la Arsenio Lupin". Un modo per passare inosservate mentre si dedicano al loro crimine preferito.

L’area operativa è sempre la medesima: fra piazza Duomo, la Galleria e corso Vittorio Emanuele II, via Dante, piazza della Scala e via Manzoni. L’outfit delle manolesta è in genere sporty ma curato, con scarpe da ginnastica di marca ai piedi: a prima vista indistinguibili dalle loro prede facoltose. Una di loro indossa un pellicciotto, leggins “militari” e appunto una mascherina verde in abbinamento: il sospetto è che più che la paura di un contagio dal coronavirus la protezione faccia parte della strategia camaleontica. L’altra adotta, per passare inosservata, un look meno appariscente, con un paio di jeans e un piumone nero: entrambe portano una sciarpa. Un "attrezzo" del mestiere, come si vedrà. La loro natura si palesa poco dopo, dopo aver puntato la loro malcapitata di turno: una turista bionda avvolta da uno scialle con la scritta Venezia che si trova in piazza della Scala e osserva il cellulare. È lo scenario perfetto per agire perché la vittima è distratta. Così la donna non si accorge di essere avvicinata dalla coppia diabolica: passando il braccio sotto la sciarpa della collega la "mascherino-dotata" riesce a infilare la sua manina in una piccola borsetta a zip. Sotto gli occhi del nostro fotografo e nel giro di pochissimi secondi: con una scaltrezza tale che non è stato possibile capire se il furto è avvenuto davvero oppure no.

Non sempre le malviventi riescono a mettere il colpo a segno: certe volte agiscano a vuoto. Il turista riesce ad avvertire il pericolo percependo una presenza alle sue spalle che lo allarma. Ma di fronte alle difficoltà le ladre non cedono ai nervi. Come attrici provate, alzano il braccio in alto come per salutare un conoscente immaginario. Poi si allontanano e puntano su qualcun altro malcapitato. Non solo in strada. Le borseggiatrici di professione agiscono anche lungo le banchine delle metro. Due settimane fa però per loro è andata male: gli agenti della Polmetro hanno messo a segno quattro arresti nel giro di due ore, “pizzicando” in flagrante due mini-batterie di malviventi seriali a Lanza e a Cadorna. Nei guai quattro bosniache, fra 16 e 38 anni.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » gio mar 05, 2020 4:02 am

Ungheria, Orbán contro i Rom: "Perché spendere per chi non lavora? I discriminati sono i bambini ungheresi"
di ANDREA TARQUINI
04 marzo 2020

Il suo governo deciso a bloccare le sentenze della magistratura ungherese che impongono all’esecutivo di versare risarcimenti a bimbi Rom vittime di discriminazioni gravi e di segregazione a scuola. I Rom in Ungheria sono da secoli abitanti stanziali, e non nomadi. Pacifiche proteste nella capitale Budapest

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... aoZiSIE1eU

BERLINO - Il premier ungherese Viktor Orbán ha trovato un nuovo nemico necessario, o meglio nemico immaginario della Nazione europea cristiana che dice di voler difendere. Questa volta non si tratta di migranti, né dell'Unione europea, né di Soros. No: l'uomo forte magiaro, massimo stratega dei sorvanisti europei, ha i Rom e soprattutto i bimbi rom nel mirino.

Egli in persona e il suo governo, come ha scritto Politico sono decisi a bloccare le sentenze della magistratura ungherese che impongono all'esecutivo di versare risarcimenti a bimbi rom vittime di discriminazioni gravi e di segregazione a scuola. Segregazione, come in Sudafrica ai tempi dell'apartheid quando Nelson Mandela era rinchiuso nel famigerato carcere di Robben Island.

Il fatto iniziale
La pietra dello scandalo è quanto accade nel povero villaggio di Gyöngyöspata. Le autorità locali hanno chiesto e ottenuto finanziamenti pubblici per la scuola, poi hanno deciso su ordine da Budapest di istituire classi separate e malissimo organizzate per i bimbi rom. Le famiglie rom del posto hanno sporto denuncia alle autorità giudiziarie, e i giudici in uno tra i loro difficili tentativi di difendere l'indipendenza della magistratura hanno dato loro ragione: occorre che il governo paghi un risarcimento danni e modifichi la situazione a vantaggio dei bimbi rom, a Gyöngyöspata e altrove. Per consentire loro di imparare lingua cultura matematica e tutto a scuola come gli altri bimbi ungheresi e sperare in un futuro di lavoro, non di emarginazione.

La dichiarazione di Orbán
Orbán non ne vuol sapere, e lo ha detto in pubblico. "Mi chiedo perché dobbiamo spendere soldi per chi non lavora; i veri discriminati sarebbero i bambini ungheresi, non i rom, se io cambiassi la situazione". E ancora: "Se io fossi un cittadino ungherese di Gyöngyöspata mi chiederei perché si devono spendere soldi pubblici per gente che poi non va a lavorare". Ed è imminente in tutta l'Ungheria - per volere di Orbán che si sente minacciato nel suo potere decennale dalla crescita delle opposizioni vittoriose alle recenti municipali a Budapest e in una decina di altre importanti città - tenere una "consultazione nazionale", cioè un referendum le cui domande sono formulate in tal modo dal regime sovranista che una sua vittoria sarebbe scontata in caso di sufficiente partecipazione al voto.

La "consultazione nazionale"
La "consultazione nazionale", nell'approssimarsi del decennale del ritorno di Orbán al potere (aprile 2010) chiederà ai cittadini se ritengono giusto spendere soldi pubblici per i rom che non lavorano e non si integrano e anche per i detenuti (di carceri sovraffollate, I) "aiutati dai loro avvocati comunisti".

La reazione della comunità Rom
Le organizzazioni della comunità Rom reagiscono, con pacifiche proteste nella capitale Budapest e in altre città. I Rom in Ungheria sono da secoli abitanti stanziali, e non nomadi. L'ottanta per cento di loro vive sotto la soglia di povertà definita dalle autorità nazionali, discriminata o emarginata da istruzione e mercato del lavoro, spesso in villaggi cui non vengono fornite acqua potabile ed elettricità.

La denuncia delle Ong
È la prima volta, denunciano opposizioni e Ong per i diritti umani, che il premier ungherese sceglie come bersaglio un "nemico interno". Una minoranza appunto, non già la Ue, le ondate migratore o gli immaginari complotti del filantropo George Soros. In tal modo il premier e il suo partito-Stato, la Fidesz sospesa dal Partito popolare europeo, copiano gli slogan lanciati dieci-undici anni fa dall'ultradestra. Come quando attorno al 2009 ci furono marce di gruppi paramilitari in villaggi rom e furono uccisi per motivi razzisti nove rom tra cui un bimbo, Robert Csorba, i cui funerali furono un momento alto della protesta dell'etnía Rom in tutta l'Europa di mezzo.

L'appello all'Europa
I Rom ungheresi chiedono aiuto all'Europa contro il premier sovranista che attacca i bambini come nemici e pericolo per la patria. Orbán procede sulla sua strada, inasprendo anche la censura. Da pochi giorni i media pubblici hanno bisogno del permesso da chiedere ogni volta alle autorità censorie (quindi di fatto a esecutivo e servizi segreti) per parlare di Greta Thunberg o di qualsiasi Ong o del tema "Diritti umani". I bimbi rom magiari sono sotto il tallone di una politica razzista, da Bruxelles non è ancora venuta una chiara risposta né una denuncia.

Emigrazione a messimi livelli (?)
Nel frattempo l'emigrazione di giovani qualificati stanchi del clima politico dall'Ungheria tocca nuovi record nonostante il boom economico, la scuola ungherese è scesa per indice di qualità dal 37mo al 96mo posto nelle classifiche internazionali, e scuola e sanità affrontano una gravissima crisi di mancanza di fondi e strutture. Fine testo


Alberto Pento
Bravo Orban hai ragione al 1000%!
Infatti è un crimine odioso e obbrobrioso spendere le scarse risorse pubbliche dei cittadini contribuenti oberati di tasse e bisognosi per mantenere alla grande parassiti e ladri.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab mar 07, 2020 10:43 pm

Sgominata la banda dei furti in villa: arrestati sette nomadi
03 marzo 2020

http://www.parmatoday.it/cronaca/furti- ... sxYP3z4iZs

Una vera e propria banda di nomadi, organizzata e con modalità d'azione riconoscibili, che avrebbe agito tra le province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Mantova e Bologna, effettuanto furti e rapine - anche violente - per svaligiare ville e abitazioni di lusso. Sette persone, tutte appartenenti alla comunità nomade, sono state arrestate dai poliziotti della Squadra Mobili di Parma e di Reggio Emilia, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, alla fine di complesse indagiin, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma.

Gli agenti hanno organizzato un blitz all'interno di due campi nomadi in provincia di Reggio Emilia, quello di Poviglio e quello di Castelnovo Sotto, con più di cinquanta poliziotti, per arrestare cinque persone, che vivevano all'interno delle strutture. Gli altri sono stati raggiunti e bloccati all'interno delle proprie abitazioni: si tratta del 29enne B.T., del 35enne T.M., del 34enne B.C, del 41enne T.E, del 40enne H.M, del 53enne B.S. e del 32enne T.G. Alcuni di loro sono accusati

Le indagini sono partite dalla rapina effettuata nel marzo del 2019 all'interno dell'abitazione di una donna 80enne che vive a Viarolo. Cinque uomini, con il volto coperto dal passamontagna, dopo averla bloccata mentre stava rientrando nella casa dalla vicina foresteria, l’avrebbero costretta ad entrare e le avrebbero intimato di non muoversi. I rapinatori, nel frattempo, dopo essere entrati in due dei tre appartamenti di cui era composto l’immobile, dopo aver aperto con un flessibile due casseforti presenti in entrambe le abitazioni, avrebbero rubato diversi monili in oro e due orologi rolex dal valore di circa 10 mila euro. I rapinatori, dopo circa mezz'ora, erano scappati a bordo di un'auto nera.

I poliziotti della Squadra Mobile di Parma erano riusciti ad intecettare l’auto descritta dalla donna vittima della rapina e a segnare il numero di targa. Il mezzo è stato poi individuato, grazie ad una complessa indagine, tra la consultazione delle banche dati, l'esame delle registrazioni dei sistemi di videosorvegliazna e l'analisi del traffico telefonico. L'auto era all'interno del campo nomadi di Poviglio: seguendo il percorso a ritroso e grazie all'analisi comparata delle utenze in uso alla persona che stava usando il veicolo gli investigatori sono riusciti ad individuare i responsabili della violenta rapina.

Dopo aver analizzato i tabulati telefonici della persona che usava l'auto, infatti, i poliziotti sono riusciti a scoprire che quell'uomo era in contatto con altre persone, già note alle forze di polizia: alcune utenze, spesso in contatto tra loro, avevano agganciato le celle che fanno riferimento alla zona del campo nomadi di Poviglio. Le indagini successive, sempre coordinate dal Sostituto Procuratore Paola Dal Monte, hanno consentito di ricostruire altri episodi di furti e rapine.

Le vittime erano tutte diverse: l’espositore proveniente da una fiera, la titolare di un esercizio commerciale dopo la chiusura della propria attività, il cassiere di una fiera di paese o, semplicemente, il proprietario di una macchina che aveva lasciato il proprio zaino all'interno. La banda si muoveva in gruppo a bordo di più auto, individuava la vittima e la pedinava. Alcuni malviventi effettuavano le rapine mentre altri facevano da 'palo'.

Gli episodi contestati sono: il furto aggravato di monili per 300 mila euro, commesso ai danni di un espositore alla fiera “mercante in fiera” commesso il 10 marzo del 2019 a Ladispoli; il furto di una borsa all'interno di un'auto, commesso a Brescello il 2 giugno del 2019, il frto di una borsa all'interno di un'auto, commesso a Dosolo il 2 giugno del 2019, il furto di 9 mila euro d'incasso della manifestazione “Golese a tutta Birra”, avvenuto il 9 giugno del 2019 a Parma, il furto di una borsa commesso a Castelvetro Piacentino il 24 giugno del 2019, il furto della borsa all'interno di un'auto con 3 mila euro, avvenuto presso l’area di servizio “Sillaro ovest” in Castel San Pietro il 20 luglio del 2019, il furto di una borsa con mille euro, commesso presso l’area di servizio “San Martino” il 5 agosto del 2019, il furto dell’incasso di 9 mila euro di un negozio, commesso a Reggio Emilia il 6 agosto del 2019, il furto del campionario di profumi di un agente vendita, commesso l'8 agosto del 2019 a Parma.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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