Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » gio giu 21, 2018 8:33 am

Ricettavano auto di lusso. Arrestati in 29, sono tutti rom
Paola Fucilieri
Ven, 22/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/milano/ri ... 43744.html

La banda di ladri ha messo a segno circa 40 colpi. I componenti uniti proprio dall'appartenenza all'etnia

Ventinove giovani uomini, imparentati l'uno con l'altro, tutti rom nati in Romania, se si eccettua un ceco.

Prendevano di mira concessionarie e rivenditori di auto, ditte e negozi di telefonia, ma eccellevano soprattutto nel riciclare la merce rubata. Questa, in breve, la banda di ladri e ricettatori di vetture di lusso sgominata dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile del gruppo di Monza. L'unico arrestato fisicamente l'altra notte (6 erano già in carcere) è il più anziano del gruppo, un 61enne specializzato nella ricettazione. Tutti comunque hanno diversi precedenti. Anche il loro capo, un 21enne, definito «piuttosto carismatico» dagli investigatori dell'Arma. Era lui a guidare bande di 6-8 persone, con un'organizzazione quasi militare specializzata nei furti di auto e di oggetti di tecnologia in tutto il nord Italia (Veneto Lombardia e Piemonte). L'organizzazione - tutta formata da giovanissimi, di cui uno anche minorenne all'epoca dei fatti - era strutturata e molto rodata: in 5 minuti i rom riuscivano infatti a rubare una macchina di grossa cilindrata. E si trattava quasi sempre di vetture ancora non immatricolate e che poi venivano rivendute all'estero. Dal luglio 2016 la banda ha messo a segno almeno una quarantina di colpi.

A tenere insieme i componenti di quella che i magistrati della Procura di Monza hanno bollato come associazione per delinquere era, fatto curioso e di grande attualità, proprio la loro appartenenza all'etnia rom.

Parlare di rom come l'«argomento del giorno» è quasi un eufemismo. Come sappiamo il neo ministro dell'Interno Matteo Salvini insiste per censirli e questa sua decisione ha creato parecchie polemiche. Va detto, però, per correttezza, che i censimenti dei campi nomadi sono sempre stati fatti dalle amministrazioni pubbliche, per quantificare il fenomeno e per aiutare a predisporre interventi di aiuto e, insieme, di ripristino della legalità. A Milano, ad esempio, aveva iniziato Riccardo De Corato quando sindaco della città era Letizia Moratti, nel 1998.

Due giorni fa, sull'onda della proposta di Salvini proprio De Corato, ora assessore alla Sicurezza per la Regione Lombardia, facendo riferimento all'articolo 6 dal Decreto legislativo del 6 febbraio 2007 ha voluto precisare che un cittadino dell'Unione europea può rimanere in uno qualsiasi degli Stati membri fino ad un massimo di tre mesi purché abbia con sé un documento identificativo e, oltre quel periodo, solo in base a determinati requisiti, altrimenti scatta il rimpatrio.

Ieri l'assessore regionale, saputo dell'operazione dei carabinieri monzesi, ha ribadito la necessità di un censimento dei rom per «una questione di sicurezza del territorio».

Del resto proprio il fatto che i componenti della banda non avessero una dimora fissa ha reso più difficili le indagini dei militari: i ladri, infatti, si muovevano molto rapidamente sul territorio nazionale ed era difficile che rimanessero nello stesso posto per più di una settimana. Anche ora 22 degli accusati si trovano fuori dall'Italia, tra Romania, Francia e Spagna.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » gio giu 21, 2018 8:33 am

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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » gio giu 21, 2018 9:32 am

Questi non sono zingari veri e propri anche se sono di origini rom e sinti;
queste sono persone stanziali e cittadini italiani che lavorano e studiano e non hanno nulla a che fare con gli zingari nomadi che vivono nei campi o in case, che non lavorano e che vivono depredando il prossimo e sfruttando l'assistenza pubblica.

https://www.facebook.com/agora.fanpage. ... =2&theater

Il censimento servirebbe a capire anche chi e quanti sono i buoni e chi e quanti sono i cattivi, non tanto per demonizzare l'etnie rom e sinti quanto per fare chiarezza sulla questione e sulle responsabilità dei cattivi che non debbono essere coperti e giustificati dai buoni che rischierebbero così di farsi loro complici e di giustificare la demonizazzione stessa.
I cattivi vanno identificati e isolati.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » gio giu 21, 2018 6:44 pm

Questi sono difensori dei nazi zingari e dei nazi maomettani, el pexo del peggio

Lettera di Michele Santoro e Vauro alle più alte cariche dello Stato: "C'è un giudice per Salvini?"
2018/06/21

https://www.huffingtonpost.it/2018/06/2 ... a_23464664

Pubblichiamo la lettera scritta da Michele Santoro e Vauro Senesi al Presidente della Repubblica e alle più alte autorità italiane ed europee per richiamarle all'attenzione rispetto alle ultime azioni e dichiarazioni del ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

Una lettera in cui il giornalista e il vignettista denunciano il comportamento del ministro Salvini "contrario alla legge" nell'incitamento all'odio razziale e segnalano che "nessun giudice ha ritenuto di dover procedere d'ufficio nei suoi confronti". Santoro e Vauro chiedono pertanto che "le istituzioni democratiche facciano sentire la loro voce".

Al Presidente della Repubblica

al Consiglio Superiore della Magistratura

al Presidente della Camera

al Presidente del Senato

al Presidente del Consiglio dei Ministri

al Presidente della Corte Costituzionale

al Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Roma

all'Euro Parlamento

Bruxelles-Strasburgo-Lussemburgo

al Presidente della Corte di Giustizia dell'Unione Europea

Lussemburgo

al Presidente della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

- via posta elettronica certificata - loro sedi

Alle Eccellenze Vostre si espone quanto segue.

Il ministro dell'Interno di un Paese democratico è il garante dell'ordine pubblico e della sicurezza di tutti i cittadini. La nostra Costituzione, la Costituzione su cui Salvini ha giurato, all'articolo 54, impegna tutti i cittadini alla fedeltà alla Repubblica. Dunque non è oggettivamente accettabile che egli possa pronunciare frasi che assumono il tono di una minaccia anche nei confronti di un singolo individuo. Affermare che caccerà dal nostro Paese tutti i componenti di una etnia, segnatamente quella Rom, ma che "purtroppo quelli di cittadinanza italiana dobbiamo tenerceli" espone una intera minoranza a rischi assai gravi e viola contemporaneamente interi capitoli della nostra Costituzione, la Legge che punisce chi incita all'odio razziale e la Carta dei diritti che è uno dei pilastri fondanti dell'Unione Europea.

A seguito di queste dichiarazioni si sono già verificati i primi gesti di grave intolleranza, che sarebbero stati compiuti inneggiando al nome del ministro.

Il comportamento di Salvini è contrario alla legge ma nessun giudice ha ritenuto di dover procedere d'ufficio nei suoi confronti. Evidentemente è intervenuta una sorta di assuefazione ai gesti che trasformano l'attività di governo in una dittatura della maggioranza, sovvertendo il principio che ogni maggioranza deve comunque sottostare alla Costituzione e non viceversa.

All'articolo 2, infatti, la Costituzione garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità; all'articolo 16 il diritto di ogni cittadino a circolare e soggiornare liberamente in tutto il territorio nazionale. Qualsiasi forma di discriminazione, fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica e sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione, è vietata.

Né può essere fonte di discriminazione l'appartenenza ad una minoranza nazionale, quali sono i cittadini italiani di etnia rom e di lingua romanì, che si intende schedare con appositi censimenti e la creazione di liste di proscrizione.

Il ministro dell'Interno, a cui sono affidate funzioni pubbliche di primaria importanza, alle quali dovrebbe adempiere con disciplina e onore, deve tutelare la sicurezza di tutti gli italiani. Con le sue dichiarazioni, Matteo Salvini è venuto meno al suo ruolo, ha tradito il suo giuramento e ha violato la Costituzione, la legge delle leggi, nelle sue parti fondamentali. Ci auguriamo che questa denuncia possa servire a qualcosa e che le istituzioni democratiche facciano sentire la loro voce. Ma se ciò non dovesse avvenire, non rinunceremo a batterci in tutte le sedi e con tutte le nostre forze.

Con osservanza,

Roma, 21 giugno 2018

Michele Santoro

Vauro Senesi

Felice D'Alfonso Del Sordo (Avvocato)




Santoro e Vauro invocano un giudice contro Salvini: "Incita all'odio razziale"
Michele Santoro e il vignettista Vauro scrivono alle più alte cariche italiane ed europee attaccando il ministro Matteo Salvini chiedendo che vada a processo per incitamento all'odio razziale
Francesco Curridori - Gio, 21/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 43596.html


È scontro aperto contro Matteo Salvini. Ora Michele Santoro e il vignettista Vauro Senesi, con una lettera pubblicata dall'HuffPost, si rivolgono al Presidente della Repubblica e alle più alte autorità italiane ed europee per protestare contro le ultime azioni e dichiarazioni del ministro dell'Interno.

I due accusano Salvini di adottare un comportamento "contrario alla legge" nell'incitamento all'odio razziale e segnalano che "nessun giudice ha ritenuto di dover procedere d'ufficio nei suoi confronti". Santoro e Vauro chiedono pertanto che"le istituzioni democratiche facciano sentire la loro voce". “Il ministro dell'Interno di un Paese democratico è il garante dell'ordine pubblico e della sicurezza di tutti i cittadini. La nostra Costituzione, la Costituzione su cui Salvini ha giurato, all'articolo 54, impegna tutti i cittadini alla fedeltà alla Repubblica. Dunque non è oggettivamente accettabile che egli possa pronunciare frasi che assumono il tono di una minaccia anche nei confronti di un singolo individuo”, scrivono Santoro e Vauro nella missiva rivolta al Capo dello Stato Sergio Mattarella, ai Presidenti delle due Camere Fico e Casellati, al presidente del Consiglio Conte ma anche, tra gli altri, all’Europarlamento, al Presidente della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e al Presidente della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Secondo Santoro e Vauro la minaccia di Salvini di cacciare “tutti i componenti di una etnia, segnatamente quella Rom, ma che ‘purtroppo quelli di cittadinanza italiana dobbiamo tenerceli’ espone una intera minoranza a rischi assai gravi e viola contemporaneamente interi capitoli della nostra Costituzione”. Non solo. Salvini andrebbe contro la legge che punisce l’incitamento all'odio razziale e la Carta dei diritti dell’Ue.“Il comportamento di Salvini è contrario alla legge ma nessun giudice ha ritenuto di dover procedere d'ufficio nei suoi confronti. Evidentemente – si legge ancora nella missiva - è intervenuta una sorta di assuefazione ai gesti che trasformano l'attività di governo in una dittatura della maggioranza, sovvertendo il principio che ogni maggioranza deve comunque sottostare alla Costituzione e non viceversa”. Santoro e Vauro, per avvalorare la loro tesi, citano l’articolo 2 della Costituzione che garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e l’articolo 16 che riguarda il diritto di ogni cittadino a circolare e soggiornare liberamente in tutto il territorio nazionale.“Né può essere fonte di discriminazione l'appartenenza ad una minoranza nazionale, - aggiungono - quali sono i cittadini italiani di etnia rom e di lingua romanì, che si intende schedare con appositi censimenti e la creazione di liste di proscrizione”. “Con le sue dichiarazioni, Matteo Salvini è venuto meno al suo ruolo, ha tradito il suo giuramento e ha violato la Costituzione, la legge delle leggi, nelle sue parti fondamentali. Ci auguriamo che questa denuncia possa servire a qualcosa e che le istituzioni democratiche facciano sentire la loro voce”, attaccano e promettono: “Ma se ciò non dovesse avvenire, non rinunceremo a batterci in tutte le sedi e con tutte le nostre forze”.


Rom, denunciato Salvini per le sue dichiarazioni
Claudio Cartaldo - Gio, 21/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... po-reale/1

Roberto Speranza deposita la querela contro Matteo Salvini per le dichiarazioni sul censimento dei rom pronunciate a Telelombardia

Una querela contro Matteo Salvini dopo lavicenda rom.

Il ministro dell'Interno ieri aveva annunciato uncensimento dei nomadi che vivono in Italia e oggi Roberto Speranza, parlamentare di Leu, è andato negli uffici di polizia giudiziaria della Camera per querelare il leghista.

Acompagnato dall'avvocato Danilo Leva, l'ex capogruppo del Pd, ha depositato la querela indirizzata al Procuratore della Repubblica presso il tribunale Ordinario di Milano. Oggetto della denuncia sono le parole pronunciate dal ministro a Telelombardia. Quel "censimento" e "quelli italiani ce li dobbiamo tenere, purtroppo" che hanno infiammato il dibattito pubblico degli ultimi giorni.

"Nelle dichiarazioni citate si configurano gli elementi oggettivi e soggettivi della norma incriminatrice di cui all'articolo 604 bis primo comma lettera a) del codice penale aggravato dall'articolo 61 n. 9 c.p. - si legge nell'atto di querela - vale a dire la propaganda di idee basata sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico. Le frasi incriminate non essendo dirette a casi specifici ma in generale verso un'etnia hanno delineato in modo netto un pregiudizio discriminatorio verso la razza dei Rom. Tra l'altro, l'eco ottenuto dalle parole di Salvini e il mezzo scelto per veicolarle configurano anche quella capacità di influenzare un vasto pubblico indipendentemente dalla condizione che la propaganda sia poi raccolta dai destinatari del messaggio". E pensare che le prime a realizzare un censimento dei rom sono state proprio le amministrazioni di sinistra.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » ven giu 22, 2018 10:41 am

La realtà negata
Niram Ferretti
2018/06/19

http://caratteriliberi.eu/2018/06/19/cu ... lta-negata

Certo sì, i rom. Certo sì, Salvini che viene ritratto in pose ducesche da Repubblica. Magari sì, il neo ministro dell’Interno poteva aspettare un attimo e trovare un’altra modalità di comunicazione più ponderata ed efficace riguardo alla questione degli zingari, invece di fare sempre appello alla pancia, agli istinti bassi delle tricoteuses, ma continuare ad evocare il fascismo nella forma delle leggi razziali del 1938, sarebbe ora di finirla. Capiamo l’onorevole Emanuele Fiano, appartiene al PD, al partito della teologia dell’immigrazione, ma Salvini non procederà a deportazioni di sinti e non applicherà su i loro vestiti, distintivi gialli.

Sarebbe ora di finirla con questa retorica demonizzante, con l’Uomo Nero, il babau barbuto o non barbuto, con “se non sei di sinistra e uno dei nostri sei un fascista o forse peggio, un nazifascista”. Ma non finirà, ovviamente, perché siamo in Italia, e comunque succede anche altrove, basta vedere gli Stati Uniti, e la mostrificazione di Trump.

Abbiamo qui e là, nelle file degli Alfieri del Progresso, straordinari esempi di umanisti a tutto campo, gente che sa sempre da che parte è la giustizia e il bene, non sbaglia mai, non può, come Roberto Saviano, il Sathya Sai Baba laico che non materializza oggetti, ma pensieri sempre impeccabili e perfetti. Ce ne sono altri, naturalmente, come Michele Serra o Mario Calabresi.

In un articolo di oggi su Il Foglio, Michele Serra ci dice che “La sinistra nasce dentro un linguaggio, quello della complessità, che in questo momento storico è totalmente soccombente. Nessuno ha il tempo di sopportarla, la complessità: se bastano pochi secondi per ottenere una risposta, nel giochino mondiale del web, perché diamine devo rompermi la testa in qualche maledetta analisi o ragionamento?”. Splendido. La sinistra che nasce dentro il “linguaggio della complessità” (e vediamo e vedremo ulteriormente come sa essere complesso questo linguaggio), è già di per sé rivendicazione di superiorità, di primazia intellettuale. Dunque, per contrasto, la destra dove nascerà? Ma chiaro, sotto il portico della semplificazione, degli slogan urlati, della koine pubblicitaria. Noi, siamo qui nella complessità (e basta leggere l’Amaca per rendersene conto) e voi siete là nel mondo fatto a caselle e quadri. Serra, come Saviano sopporta da molto tempo la complessità. È il peso oneroso della complessità che li rende così aggrottati.

Repubblica, bisogna dirlo, gli accorpa bene, è un convivio di intelligenze ontologicamente predisposte alla complessità e, immancabilmente, alla Virtù. Lo vediamo d’altronde con L’Espresso settimanale del gruppo dell’Illuminato De Benedetti, che diede a Salvini dell’antisemita, e pubblica una copertina dallo straordinario e illuminatissimo spessore antropologico. Da una parte c’è un uomo di colore, dall’altra il leader della Lega, con il titolo, UOMINI E NO, dove il sostantivo al plurale è sotto la faccia dell’uomo di colore mentre la parola olofrastica è sotto quella di Salvini. Il riferimento al libro di Vittorini è esplicito, così come il discrimine. Ubermensch e Untermensch in versione aggiornata. Perché lo sappiamo, sono loro i tolleranti, dall’altra parte ci sono solo gli squadristi. Lo stesso Espresso che recentemente ha pubblicato un reportage su Gaza, sulle vittime “innocenti” di Hamas, corredato da uno scritto di Curzio Maltese che, se lo ha letto, deve avere fatto venire un orgasmo multiplo a Maurizio Blondet.

Ma torniamo allo specifico. A sinistra non hanno ancora capito, ma proprio non gli entra nella cabeza, che se al governo oggi ci sono i 5Stelle e la Lega, e c’è il babau fasista è perché hanno fallito, perché non hanno compreso che il loro “illuminismo” fondato sulle magnifiche sorti e progressive della società aperta e multiculturale dove tutti vissero felici e contenti e integrati, ha fatto patatrac. Non funziona. Non funzionerà. È, come tutte le utopie, un sueño, o meglio una costruzione ideologica, una astrazione. La realtà si ribella e ti sbatte in faccia i fatti, se ne fotte delle tue allucinazioni. È sempre stato così. E i fatti continueranno a essergli sbattuti in faccia senza sosta, quelli che, in un esemplare articolo sul Messaggero del 18 giugno, ricorda Luca Ricolfi, sottolineando:

“Ho l’impressione che, a differenza del passato, non vi sia facile trovare una spiegazione che vi rassicuri. Fino a ieri una spiegazione l’avevate: l’Italia cattiva, xenofoba e razzista, era l’Italia della destra, guidata dal cattivo per antonomasia, l’odiato Cavaliere. Ma oggi? Oggi che la destra si è ridotta a rappresentare poco più di un terzo del paese, mentre gli altri due terzi o guardano a sinistra o guardano al Movimento Cinque Stelle? Oggi che un terzo degli elettori di sinistra sta con quello che per voi è il simbolo stesso del male, anzi della non-umanità?”.

Non servirà alla sinistra continuare a spostare tutto sulla meta-narrazione, dei brutti, degli sporchi e dei cattivi, non ha più presa, soprattutto qui, dove quelli che loro considerano tali sono al governo del paese, e ci resteranno sempre di più in virtù di questa fabula. Ma si sa, è più facile costruire caricature e mostri, come hanno fatto i liberals negli Stati Uniti difronte alla vittoria di Donald Trump, piuttosto che confrontarsi con le ragioni strutturali del proprio fallimento.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » ven giu 22, 2018 12:07 pm

DIECI PUNTI SUI ROM

https://ciri-giovanni.blogspot.com/2018 ... l?spref=fb

Ne ho lette di tutti i colori sui rom in questi giorni. Vedo di sintetizzare in 10 punti ciò che penso sull'argomento. Forse non è completamente inutile.

1) Solo persone del tutto cieche o in cattiva fede possono negare che la gran maggioranza dei rom non rispettano le leggi ed i regolamenti che valgono per tutti i cittadini italiani.

Qualcuno crede davvero che la maggioranza, o anche solo una significativa minoranza dei rom compilino il mod. 730 (da lavoro e da altro)? Paghino le varie tasse ed imposte? Abbiano i documenti in regola? Mandino regolarmente a scuola i loro figli? Sinceramente non credo.

2) Solo persone molto stupide o molto disoneste intellettualmente possono pensare che l'illegalità diffusa tra i rom possa essere ricondotta ad una serie di casi individuali. Si tratta invece con tutta evidenza di una illegalità collegata con una cultura (incultura-inciviltà), un particolare modo di rapportarsi allo stato ed alle sue leggi.

3) Esistono già le leggi che obbligano i rom a comportarsi come tutti gli altri cittadini italiani. Lo ha ripetuto con aria molto seria il signor Enrico Mentana, nuovo campione del giornalismo liberal. Certo esistono, e allora? Sono fatte osservare queste leggi? E, se no, come farle osservare?

4) Per farle osservare occorre forse procedere a schedature etniche della popolazione rom? NO. Le schedature etniche contrastano con i principi basilari della democrazia liberale e tanto basta per rigettarle. Però, francamente, non mi pare che nessuno le abbia proposte.


5) Per far si che i rom rispettino le leggi che valgono per TUTTI i cittadini italiani non servono le schedature, ma di certo servono controlli rigorosi e mirati volti ad appurare le dimensioni quantitative e le caratteristiche qualitative della illegalità diffusa fra i rom.

6) Per qualcuno i controlli non possono essere mirati, non devono cioè riguardare specificamente i rom. Sarebbe “discriminatorio” effettuare simili controlli. Chi ragiona in questo modo astrae completamente dalle dimensioni concrete del problema. E “discriminatorio” controllare in maniera particolare certe zone del paese quando si lotta contro mafia e camorra? Ogni azione umana è in qualche modo “discriminatoria” perché si concentra su certi problemi e non altri, riguarda certi soggetti e non altri, certe zone e non altre, certe forze sociali e non altre. Se si accetta l'evidenza, cioè che la illegalità è diffusissima e generalizzata fra i rom, si deve accettare anche che siano i rom più di altri a venir controllati.

7) Appellarsi alle leggi che “già valgono per tutti” per negare la necessità di azioni di controllo mirato su chi è molto probabilmente fuori dalla legalità, vuol dire negare di fatto proprio la generalità della legge. Partendo da astratti discorsi sulla universalità della legge si finisce per avallare una prassi che esenta di fatto certi soggetti dalla osservanza delle leggi. E si mette in atto una inaccettabile forma di discriminazione: quella che obbliga i cittadini normali a seguire rigorosamente ogni legge, leggina, regolamento ed uso normativo ed esenta altri dal seguire qualsiasi legge.

8) Qualsiasi paragone fra le proposte, più o meno accettabili, che vengono fatte sui rom in questi giorni e le misure di discriminazione e schedatura degli ebrei nel triste periodo nazifascista è inaccettabile. Le schedature degli ebrei miravano prima a discriminarli e rinchiuderli nei ghetti, poi a massacrarli. Dietro alle proposte sui rom c'è oggi solo l'esigenza di far si che anche loro osservino le leggi che valgono per tutti i cittadini italiani. C'è una bella differenza fra le due cose! Gli ebrei avrebbero saltato di gioia se qualcuno nella Germania nazista avesse detto: "gli ebrei devono osservare le stesse leggi, avere gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti i cittadini tedeschi".

9) Solo degli imbecilli o delle persone in totale cattiva fede possono confrontare schedature che preparavano le camere a gas con la legittima pretesa che anche i rom (si guadagnino onestamente il pane) paghino le tasse e mandino i figli a scuola. Dietro a simili idiozie sta una perversione profonda del linguaggio, un parlare per slogan, un distacco fra parole e cose che fanno paura. Certi giornalisti che impazzano nei vari TG stanno perdendo ogni giorno di più ogni contatto col mondo reale. Sanno solo urlare “razzista” a chi si permette di ricordar loro che il mondo vero è leggermente diverso dalla loro immagine mielosa del mondo.

10) Per farmi capire e rispondere in anticipo a certe persone “diversamente intelligenti”: se qualcuno dovesse davvero proporre schedature etniche o misure davvero ghettizzanti e discriminatorie io sarei assolutamente contrario. Questo dovrebbe risultare chiarissimo da quanto scritto nei nove punti precedenti. Però, visto che ormai il significato della parole risulta ostico a molti... repetita iuvant.

E tanto basta.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » ven giu 22, 2018 12:08 pm

La criminale menzogna che racconta/narra dello zingaro nomade buono e discriminato, vittima innocente della secolare discriminazione da parte dei non zingari e stanziali che si ripercuoterebbe anche sugli zingari non più nomadi, stanzializzatisi e integratisi.

Quanti sono i Rom in Italia? Non esistono dati certi
20 giugno 2018
Alessandro Serranò

https://www.agi.it/cronaca/rom_censimen ... 2018-06-20

L'assenza di dati certi sulla "composizione etnica e razziale" della popolazione rom in Italia è stata segnalata dal Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale - organismo delle Nazioni Unite - nelle sue "osservazioni conclusive" del diciannovesimo e ventesimo rapporto periodico sulla situazione italiana, datate 9 dicembre 2016. Questo documento è stato trasmesso dal Comitato all'Ue, che lo ha a sua volta consegnato all'Italia in forma di "raccomandazione".

Una serie di raccomandazioni

"Mentre vanno notati i recenti sforzi da parte dello Stato per migliorare la raccolta di dati sui reati commessi con movente razziale - si legge nel documento - il Comitato ribadisce le sue preoccupazioni riguardo alla mancanza di dati particolareggiati sulla composizione razziale e etnica della nazione. Tali dati sono un punto di partenza essenziale per una successiva disaggregazione di più dettagliati indicatori socio-economici per singolo gruppo sociale, che può rivelare fino a che punto sia differenziato il godimento dei diritti previsti dalla Convenzione per quegli individui protetti ai sensi dell'articolo 1 della stessa Convenzione.

Il Comitato Onu sottolinea poi che "tale disaggregazione dei dati statistici è indispensabile per definire una base empirica su cui individuare particolari gruppi soggetti a discriminazione per razza, colore, provenienza o origine etnica o nazionale, per adottare le opportune misure - anche speciali - per correggere situazioni diseguaglianza, e per valutare l'impatto delle misure adottate".

L’assenza di dati

L'Associazione 21 Luglio, che tutela i nomadi, nel suo rapporto 2017 ha richiamato espressamente le conclusioni del Comitato Onu. "Già nel dicembre 2016 - si legge nel rapporto - il Comitato sull’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite aveva espresso la sua preoccupazione riguardo all’assenza di un sistema per la raccolta di questa tipologia di informazioni" sulla popolazione rom in Italia. "Nell’agosto 2017 la Commissione Europea - ricorda l'Associazione - ha sottolineato la persistente mancanza di dati, di indicatori e di meccanismi di monitoraggio efficaci nell’indagare l’entità dell’impatto sulle azioni a contrasto della discriminazione".

Una delle percentuali più basse di tutta Europa

La presenza in Italia di Rom, Sinti e Caminanti, secondo il rapporto, "è stimata dal Consiglio d’Europa in una forbice molto ampia e compresa tra le 120.000 e le 180.000 persone, che costituirebbe comunque una delle percentuali più basse registrate nel continente europeo".

Il rapporto dell'Associazione 21 luglio rileva ancora che "nel 2017 è stato finalizzato uno sforzo di analisi attraverso un rapporto effettuato dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) in collaborazione con l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali (UNAR). Il testo finale raccoglie due ricerche (“Progettazione di un sistema informativo pilota per il monitoraggio dell’inclusione sociale delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti” e “Gli insediamenti Rom, Sinti e Caminanti in Italia”) presentate il 6 febbraio 2017". Ma, osserva l'Associazione, "il lavoro svolto non sempre ha tenuto conto delle variabili socio-economiche e della gamma di soluzioni abitative scelte dai rom, sinti e caminanti in Italia e offre informazioni e dati relativi prevalentemente a quegli individui e quelle comunità “ipervisibili” perché presenti in insediamenti formali o informali".

Il rischio di una deriva di stampo genetico

Anche nel suo rapporto 2016, l'Associazione 21 Luglio scriveva: "Mancano in Italia dati sulla composizione etnica della popolazione rom. I numeri sulla loro presenza - spiegava l'Associazione - consistono prevalentemente in stime che si mantengono all’interno di un’ampia e controversa forbice compresa tra le 120.000 e le 180.00 unità. Definire il numero dei Rom nel nostro Paese è impresa estremamente difficile visto che prima di farlo, andrebbe innanzitutto stabilito chi è rom e chi non lo è, ed alto potrebbe essere il rischio di cadere in una deriva di stampo genetico”.

L'importante è il numero di chi marginalizzato e confinato nelle baraccopoli

“Resta comunque importante - prosegue il rapporto 2016 - conoscere il numero dei Rom al fine di valutarne le condizioni di vita ed analizzare l’impatto delle misure e delle politiche nazionali e locali. Non è necessario per questo avere contezza di quante sono le persone di origine rom nel nostro Paese, ma piuttosto quante sono, tra esse, coloro che vivono in condizione di povertà, marginalità e segregazione. Quanti, in poche parole, vivono giornalmente la discriminazione che trova la sua espressione architettonica nelle baraccopoli formali e informali che insistono sul territorio".
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » sab giu 23, 2018 7:48 am

La criminale menzogna che racconta/narra dello zingaro nomade buono e discriminato, vittima innocente della secolare discriminazione da parte dei non zingari e stanziali che si ripercuoterebbe anche sugli zingari non più nomadi, stanzializzatisi e integratisi.


Quanti sono i Rom in Italia? Non esistono dati certi
20 giugno 2018
Alessandro Serranò

https://www.agi.it/cronaca/rom_censimen ... 2018-06-20

L'assenza di dati certi sulla "composizione etnica e razziale" della popolazione rom in Italia è stata segnalata dal Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale - organismo delle Nazioni Unite - nelle sue "osservazioni conclusive" del diciannovesimo e ventesimo rapporto periodico sulla situazione italiana, datate 9 dicembre 2016. Questo documento è stato trasmesso dal Comitato all'Ue, che lo ha a sua volta consegnato all'Italia in forma di "raccomandazione".

Una serie di raccomandazioni

"Mentre vanno notati i recenti sforzi da parte dello Stato per migliorare la raccolta di dati sui reati commessi con movente razziale - si legge nel documento - il Comitato ribadisce le sue preoccupazioni riguardo alla mancanza di dati particolareggiati sulla composizione razziale e etnica della nazione. Tali dati sono un punto di partenza essenziale per una successiva disaggregazione di più dettagliati indicatori socio-economici per singolo gruppo sociale, che può rivelare fino a che punto sia differenziato il godimento dei diritti previsti dalla Convenzione per quegli individui protetti ai sensi dell'articolo 1 della stessa Convenzione.

Il Comitato Onu sottolinea poi che "tale disaggregazione dei dati statistici è indispensabile per definire una base empirica su cui individuare particolari gruppi soggetti a discriminazione per razza, colore, provenienza o origine etnica o nazionale, per adottare le opportune misure - anche speciali - per correggere situazioni diseguaglianza, e per valutare l'impatto delle misure adottate".

L’assenza di dati

L'Associazione 21 Luglio, che tutela i nomadi, nel suo rapporto 2017 ha richiamato espressamente le conclusioni del Comitato Onu. "Già nel dicembre 2016 - si legge nel rapporto - il Comitato sull’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite aveva espresso la sua preoccupazione riguardo all’assenza di un sistema per la raccolta di questa tipologia di informazioni" sulla popolazione rom in Italia. "Nell’agosto 2017 la Commissione Europea - ricorda l'Associazione - ha sottolineato la persistente mancanza di dati, di indicatori e di meccanismi di monitoraggio efficaci nell’indagare l’entità dell’impatto sulle azioni a contrasto della discriminazione".

Una delle percentuali più basse di tutta Europa

La presenza in Italia di Rom, Sinti e Caminanti, secondo il rapporto, "è stimata dal Consiglio d’Europa in una forbice molto ampia e compresa tra le 120.000 e le 180.000 persone, che costituirebbe comunque una delle percentuali più basse registrate nel continente europeo".

Il rapporto dell'Associazione 21 luglio rileva ancora che "nel 2017 è stato finalizzato uno sforzo di analisi attraverso un rapporto effettuato dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) in collaborazione con l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali (UNAR). Il testo finale raccoglie due ricerche (“Progettazione di un sistema informativo pilota per il monitoraggio dell’inclusione sociale delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti” e “Gli insediamenti Rom, Sinti e Caminanti in Italia”) presentate il 6 febbraio 2017". Ma, osserva l'Associazione, "il lavoro svolto non sempre ha tenuto conto delle variabili socio-economiche e della gamma di soluzioni abitative scelte dai rom, sinti e caminanti in Italia e offre informazioni e dati relativi prevalentemente a quegli individui e quelle comunità “ipervisibili” perché presenti in insediamenti formali o informali".

Il rischio di una deriva di stampo genetico

Anche nel suo rapporto 2016, l'Associazione 21 Luglio scriveva: "Mancano in Italia dati sulla composizione etnica della popolazione rom. I numeri sulla loro presenza - spiegava l'Associazione - consistono prevalentemente in stime che si mantengono all’interno di un’ampia e controversa forbice compresa tra le 120.000 e le 180.00 unità. Definire il numero dei Rom nel nostro Paese è impresa estremamente difficile visto che prima di farlo, andrebbe innanzitutto stabilito chi è rom e chi non lo è, ed alto potrebbe essere il rischio di cadere in una deriva di stampo genetico”.

L'importante è il numero di chi marginalizzato e confinato nelle baraccopoli

“Resta comunque importante - prosegue il rapporto 2016 - conoscere il numero dei Rom al fine di valutarne le condizioni di vita ed analizzare l’impatto delle misure e delle politiche nazionali e locali. Non è necessario per questo avere contezza di quante sono le persone di origine rom nel nostro Paese, ma piuttosto quante sono, tra esse, coloro che vivono in condizione di povertà, marginalità e segregazione. Quanti, in poche parole, vivono giornalmente la discriminazione che trova la sua espressione architettonica nelle baraccopoli formali e informali che insistono sul territorio".




"Il mio lavoro? Rubo": resta libera la rom con 51 furti alle spalle
Gabriele Bertocchi - Mar, 24/04/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 18967.html

Si chiama Vasvija H. è una rom del 1986 e alle spalle ha oltre 51 furti. Dopo essere stata beccata ancora una volta ha patteggiato un anno ma avrà l'obbligo di dimora ad Aprilia

"Il mio lavoro è questo: rubo". Parla chiaro Vasvija H., bosniaca di origine rom davanti al giudice monocratico di Roma.

Una sincerità cristallina che fa contrasto con il suo curriculum criminale: 51 precedenti. Una fedina penale di tutto rispetto per una donna nata nel 1986 e con 8 figli a cui badare.
Patteggia ed è libera

La rom è finita davanti al giudice dopo l'ennesimo arresto: è stata pizzicata alla fermata della metro A di piazza Vittorio. Con lei altre 5 complici e una bimba di 12 anni. Nella mani della donna nata a Sarajevo un portafoglio con circa 260 euro e le carte di credito sottratti ad una turista moldava - come spiega Il Messaggero - Pensano di aver messo a segno il colpo e invece un carabiniere in borghese le ha tenute d'occhio. Assiste al borseggio e le arresta. Due fuggono, ma Vasvija e altre tre complici, fra cui la minorenne, finiscono in manette.

Durante la convalida il pm Giuseppe Olivo incuriosito dai curricula della 3 - oltre 70 furti insieme - ha chiesto cosa facessero per vivere. La risposta è arrivata puntuale: "Questo è il nostro lavoro. Noi veniamo a Roma per rubare". Le rom patteggiano un anno per il tentato furto e l' obbligo di dimora nella città di Aprilia.


Gli zingari, perseguitati da cinquecento anni in tutta Europa
Alessandro Marzo Magno sabato 23 giugno 2018

https://www.avvenire.it/agora/pagine/gl ... tta-europa

Fuggiti dagli ottomani, si diffondono in tutto il continente suscitando simpatie. Poi vengono accusati di furti e rapine e cacciati da ogni governo

Il primo a volerli cacciare è stato Ludovico il Moro: nel 1473 stabilisce che gli zingari vengano allontanati dal territorio del ducato di Milano, pena la morte. Da lì comincia una lunga serie di editti - "grida", come ci ha insegnato Alessandro Manzoni - contro i gitani che termineranno soltanto ai tempi di Maria Teresa. Anche con lei, però, non avranno piena cittadinanza, semplicemente si passerà dalla persecuzione all’assimilazione.
Un po’ in tutta Italia, e pure nel resto d’Europa, dal Cinquecento in poi gli zingari diventano oggetto di bandi e persecuzioni, ma da nessuna parte accade con tanta ossessività come a Milano. Con gli spagnoli si arriverà a una sessantina di grida sul tema. Il che, in un paio di secoli, fa una media di una legge ogni poco più di tre anni, con un crescendo di pene talmente esagerato da rivelarne l’assoluta inefficacia.
E pensare che all’inizio gli zingari vengono accolti con simpatia: sono costretti a lasciare i Balcani dopo le conquiste ottomane del XV secolo e sciamano un po’ in tutta Europa. Quando già a Milano li si perseguitava, a Venezia attorno al 1505 Giorgione dipinge un quadro, La Tempesta, destinato a cambiare la storia dell’arte: è il primo dove il paesaggio diventa protagonista. Viene descritto come "paesetto in tela cum la tempesta, cum la cingana et sodato" e se una zingara aveva un tale posto di prestigio all’interno dell’opera di uno degli artisti più celebri dell’epoca, significa che non era ancora stata colpita dalla riprovazione sociale. Mancava poco. «È finito quel brevissimo lasso di tempo in cui lo zingaro, esotico e misterioso, incuriosiva la gente e commuoveva con la sua triste storia di pellegrino: inizia ora la caccia allo zingaro ladro, pigro e imbroglione», scrive Giorgio Viaggio nel suo Storia degli zingari in Italia.

La Serenissima non vede l’ora di prendere gli zingari e incatenarli ai remi delle proprie galee. Il decreto papale del 1557 stabilisce che «gli zingari debbino uscire di Roma e suo territorio» e concede tre giorni di tempo, pena la galera per gli uomini e la frusta per le donne. Nel 1570 a Cremona un gruppo di ventidue zingari viene assalito dalla popolazione cittadina che ne brucia la casa provocando la morte degli occupanti. Nel 1572 trecento zingari nella provincia di Parma vengono attaccati e sterminati dai soldati del duca, accompagnati da una folla inferocita.

A Milano dopo la fine della dinastia Sforza (1498) i francesi ribadiscono le norme anti gitani che vengono riprese e rafforzate dagli spagnoli. Col duca di Terra Nova (1568) e Carlo d’Aragona (1587) inizia la repressione vera e propria, con la condanna a cinque anni di remo per gli uomini e alla «pubblica frusta» per le donne; nel decreto del 1587 si parla di «cingheri, gente pessima, infame, data solo alle rapine, ai furti e ogni sorte di mali». Una grida del 1605 comanda invece che «niuna persona, ancora privilegiata o feudataria, ardisca alloggiare, dare ricetto, aiuto o favorire in alcun modo a detti cingari».

Nel 1624 in una legge contro le delinquenza comune gli zingari vengono definiti i più pericolosi tra i malfattori e si dichiara lecito derubarli delle loro cose, senza tener conto di permessi e licenze da essi posseduti (spesso avevano autorizzazioni all’accattonaggio e al girovagare emesse in Germania). Inoltre si intima il divieto di frequentarli. Evidentemente le autorità del ducato di Milano non riescono a fare nulla di concreto contro i nomadi, visto che autorizzano la giustizia fai da te: nel 1657 si concede alle popolazioni di riunirsi al suono della campane a martello «e perseguitare detti cingari prenderli e consignarli prigioni».

Non si riesce a farli star buoni? E allora che non entrino nemmeno: il 15 marzo 1663 una nuova grida vieta l’accesso agli zingari nel ducato, pena sette anni di galera agli uomini e alle donne di essere pubblicamente frustate e mutilate di un orecchio (la pena della galera non significa andare in prigione, ma diventare "forzati da remo" a bordo delle unità militari: Milano "affittava" vogatori forzati a Venezia). Trent’anni dopo, nell’agosto 1693, è prevista l’impiccagione immediata per gli zingari che fossero trovati nel territorio milanese. Di più: qualunque cittadino ha diritto di «ammazzarli impune» e poi di «levar loro ogni sorta di robbe, bestiami denari che gli trovasse», in regime di esenzione fiscale, «senza che s’habbia a interessare il regio fisco». Si ha diritto di ammazzare e di far bottino come se si fosse in guerra, ma il nemico, in questo caso, non sono i soldati stranieri, bensì gli zingari.




È un ladro, la polizia gli spara Rom risarcito con 60mila euro
Luca Romano - Dom, 24/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 44557.html

Il Ministero dell'Interno ha versato sul conto corrente di un nomade coinvolto in un furto circa 60mila euro.
L'uomo è stato colpito da un proiettile durante la fuga proprio dopo avre tentato di mettere a segno un furto. Il nomade, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, si trova al centro di una vicenda assurda che la dice lunga sulla Giustizia italiana. Magaiber Sulejmanovic è un irregolare sul territorio italiano. Vive in un campo rom e la sua principale occupazione per anni è stata quella di dedicarsi ai furti.

Nel 2013 ha rubato una Fiat Punto. Intercettato ad un posto di blocco della polizia a Torino, non si è fermato all'alt. Ne deriva un inseguimento. Un poliziotto spara per forare una delle gomme della Punto ma il proiettile rimbalza e colpisce alla schiena il nomade alla guida. Per le lesioni riportate dal nomade, il poliziotto è stato condannato a nove mesi. Al rom undici mesi di reclusione per il furto. Il legale del nomade ha però chiesto il risarcimento allo Stato per quella ferita riportata alla schiena dal suo cliente. Così nel 2016 è scattata la provvisionale che proprio in questi giorni è stata accreditata sul conto corrente. Al suo avvocato non sono state pagate le spese legali: sono state sottratte per ripianare un debito col fisco di 8mila euro da parte del nomade. Ma di certo quel risarcimento da 60mila euro farà certamente discutere...


Effetto Salvini a Torino: maxi blitz dei carabinieri in un campo rom
Franco Grilli - Mar, 26/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 45291.html

La retata ha visto impiegati un centinaio di militari, che hanno recuperato circa 200mila euro di refurtiva

Un maxi blitz dei carabinieri in un campo rom di strada Aeroporto a Torino si è concluso con 14 misure cautelari, 15 denunce e 200mila euro di refurtiva recuperata dall’Arma.

La linea dura del Viminale contro l’illegalità esiste davvero e dà i suoi frutti. La retata dei militari, per mettere fine ai roghi tossici, a furti e ricettazioni, è partita all’alba di martedì, vedendo impiegati circa un centinaio di uomini, ancora impegnati a perquisire l’area e le baracche dei nomadi che ci vivono.

Rom in arresto

Come riporta Il Secolo d’Italia, la vasta operazione dei carabinieri è stata organizzata e condotta in cooperazione del Reggimento Piemonte e del personale del Nucleo Elicotteri. E come già anticipato, le forze dell’ordine hanno eseguito 14 misure cautelari, tra cui tre custodie cautelari in carcere, 9 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, 2 misure del divieto di dimora, e 15 denunce a piede libero nei confronti di altrettanti rom, disposte dall’autorità giudiziaria nell’ambito di una indagine su reati gravi in materia ambientale, oltre che tutta una serie di delitti contro il patrimonio: tutti Fatti accertati dal luglio 2017 al marzo 2018.

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, è stata avviata e sviluppata dai carabinieri della Stazione di Leini. Infine, durante l’indagine sono stati eseguiti 6 fermi per ricettazione e recuperata refurtiva per un valore di circa 200mila euro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » sab giu 23, 2018 7:48 am

Un'altro di quelli buoni che difende i carnefici


Gli zingari e noi
di Adriano Sofri
2018/06/27

https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2 ... noi-202514

Oggi, mercoledì 27, è indetta a Firenze, in piazza Ognissanti, una manifestazione intitolata “Insieme contro il razzismo”. Il manifesto che la convoca dice fra l’altro che “la propaganda basata sulla discriminazione razziale ed etnica sta danneggiando l’Italia e la sua reputazione. L’uso irresponsabile di messaggi che negano i diritti universali è entrato nel lessico istituzionale con effetti imprevedibili e mette a rischio il patrimonio costituzionale e democratico del paese”.
Lo hanno firmato il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Hanno aderito in tanti, la Cgil nazionale, l’Arci, l’Anpi, l’Aned, decine di sindaci – anche il livornese Nogarin – e centinaia di persone singole.
Da qualche tempo succede che le firme di adesione alle manifestazioni superino il numero effettivo dei manifestanti in carne e ossa: una deriva della virtualità contemporanea. Mi auguro che oggi non sia così. Il programma prevede che non ci sia una sfilata di personalità pubbliche bensì una raccolta di testimonianze: di italiani e di stranieri, che conoscano le virtù e le discriminazioni delle condizioni di lavoro e di vita della comunità umana cui apparteniamo. E ci sarà della musica. Si sono sentite voci dissonanti, alla vigilia di questa manifestazione. A Firenze, lo scorso 11 giugno, è morto Duccio Dini, 29 anni, travolto da una di due auto guidate da rom di origine macedone, abitanti nel campo del Poderaccio, che stavano inseguendo un connazionale. Il giovane Dini, conosciuto e amato da molti, era stato investito mentre era fermo accanto al suo motorino. C’è stata una grande commozione e rabbia. Ci sono state manifestazioni spontanee, il comune ha deciso il lutto cittadino. Qualcuno ha tentato di dirottare commozione e rabbia in un assalto al campo rom e nello slogan “ruspe, ruspe”. Gli autori dell’inseguimento intanto erano stati arrestati e imputati di omicidio volontario.
Ora qualcuno ha evocato il tragico episodio per deplorare la manifestazione di oggi. Questo qualcuno commette, caso mai fosse in buona fede, almeno due errori grossolani. Il primo, di immaginare, e pretendere, di essere l’autentico titolare della commozione e dello scandalo per l’orribile destino del giovane Dini, e di escluderne gli altri, e specialmente i promotori della manifestazione contro il razzismo.
Il secondo, di compiere una vistosa discriminazione, dal momento che non succede che si prenda un atteggiamento simile quando a provocare una tragedia nelle strade siano persone – come chiamarle? “Non rom”? Eppure succede, molto spesso, e non di rado in circostanze altrettanto ignobili e irresponsabili.

L’avversione agli zingari – continua a piacermi, questo vecchio nome romantico, come quello di gitani – è la più profonda e irresistibile. Per quante motivazioni le si trovino, non coprono nemmeno l’uno per mille del pregiudizio.
Ne feci un’esperienza per me memorabile a Sarajevo, dove perfino nella sventura dell’assedio gli zingari erano al bando. C’erano dei volontari italiani che andavano e venivano a Sarajevo per portare medicinali e altri aiuti essenziali, spesso a rischio della vita. Feci un viaggio di ritorno con un gruppo di loro, milanese. Ebbi molto tempo per ascoltare l’autista del furgone, un pensionato, gran tipo. Arrivò a raccontarmi che di domenica andava nella piazza del Duomo a vigilare e cacciare gli zingari. Mi disse che “ci voleva il lanciafiamme”. Non credo di essere riuscito a dirgli che cosa ho provato. Nemmeno di avergli detto niente di nuovo quando gli ho ricordato che il lanciafiamme o peggio era stato impiegato sulla scala del genocidio nei confronti degli zingari. Lo sapeva già. Non gli bastava. Sento dire più sobriamente, oggi, a Firenze, che “con la città ferita non è opportuno politicamente mostrarsi in pubblico accanto ai rom”. Sono così diversi, tutti gli umani, e così pieni di contraddizioni, anche quando non sono in malafede – oggi soffia forte anche la malafede. Mi chiedo accanto a chi tante persone di origine rom, o sinti, o caminante, o le altre, preferirebbero non apparire in pubblico.


Questo poi è tra i peggiori!

Rom, De Magistris: "Salvini? Sta costruendo Italia dell'odio. Se alza il tiro siamo pronti alle barricate"
19 giugno 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... te/4437939

“Nella Costituzione c’è scritto che non puoi fare l’anagrafe degli immigrati e non puoi fare l’anagrafe/censimento ai fini della deportazione dei Rom. Domani quale sarà il prossimo editto salviniano? Sugli ebrei? Sugli omosessuali? Purtroppo questo fa il Ministro dell’Interno. Se si dice ‘I rom Italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere’ che Paese vogliamo costruire? Il Paese dell’odio”. Sono le parole di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini in merito al censimento per la popolazione rom.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » gio giu 28, 2018 7:59 pm

Il parroco parla male di Salvini durante la messa: turisti trentini in vacanza abbandonano contrariati la chiesa
1 luglio 2018

http://www.lavocedeltrentino.it/2018/07 ... -la-chiesa

Sulla spiaggia di Villa Rosa, frazione di Martinsicuro ai confini tra Marche e Abruzzo, non si parlava d’altro nella tarda mattinata di oggi, domenica 1 luglio 2018.

Durante la messa delle 8.30, celebrata come al solito dentro la chiesa di San Gabriele dell’Addolorata – Santa Maria Bambina Addolorata, don Federico Pompei (foto) ha sorpreso i fedeli, fra i quali c’erano anche una ventina di turisti trentini.

I trentini erano una piccola parte di un viaggio organizzato dal circolo anziani «La Ginestra» di Cristo Re, arrivato nel centro abruzzese oltre una settimana fa.

Seduta sulla porta della chiesa mentre entravano i fedeli per assistere alla messa c’era una donna rom che chiedeva l’elemosina

Don Federico durante l’omelia della messa ha spiegato che oltre alla carità per la donna rom era necessario fare di più, come portarla a casa propria, darle da mangiare, da dormire ed accudirla.

Secondo il parroco quella era vera carità e non l’euro che si consegna nel piattello come segno di carità verso qualcuno.

Alcuni dei presenti alla messa hanno cominciato a guardarsi straniti e dubbiosi, ma il bello doveva ancora venire.

Don Federico ha poi dichiarato, facendo chiaramente nome e cognome, che il ministro dell’Interno Matteo Salvini stava lavorando male e che avrebbe dovuto lasciar approdare le ONG nei porti italiani, e accogliere tutti i migranti indistintamente in arrivo da Africa con i barconi.

Una grossa critica quindi fatta a Salvini che è stato invocato anche durante il resto dell’omelia. Tutti i fedeli sono rimasti a bocca aperta dopo le parole di Don Federico.

A questo punto durante l’omelia alcuni turisti trentini, molto contrariati, si sono alzati e hanno abbandonato la chiesa durante la messa.

«Una vergogna che un parroco faccia politica in una chiesa durante la santa Messa – spiega una delle turiste di Trento che ha abbandonato la chiesa insieme al marito – bastava che dicesse che bisogna aiutare il prossimo e basta, cosa centra fare il nome di Salvini?, stendiamo poi un velo pietoso sulla carità per la rom presente all’entrata della chiesa. Siamo andati via subito dopo le sue allucinanti parole e non entreremo mai più in quella chiesa»

Gli fa eco subito un’altra donna che per protesta dopo le parole di don Federico non si è più confessata, non ha fatto la comunione «e non ho nemmeno fatto la carità alla chiesa come faccio sempre – interviene la donna di Trento piuttosto inferocita – il parroco credo non si renda conto che ci sono degli anziani che hanno pagato le tasse tutta la vita e che sono costretti a cercare il cibo nelle immondizie, una vergogna e non dico altro»

«Siamo tutti uguali dice la chiesa – incalza un uomo sulla settantina che abita nel centro di Trento – ma non così, prima vengono gli altri e poi gli italiani, io non ho mai votato Lega ma alle prossime elezioni lo farò volentieri perché è davvero ora di pensare agli italiani, adesso basta ne abbiamo piene le scatole»

«Prima degli italiani vengono gli spacciatori, i criminali, i clandestini, i rom, quelli che rubano dentro le nostre case ecc ecc, questo è il vero razzismo, ma verso di noi che dobbiamo seguire le regole, e non verso i migranti, è ora di finirla con questa storia. Negli ultimi 5 anni la situazione è degenerata a tal punto che non sei nemmeno più padrone in casa tua» – tuona un’altra bagnante vicino, dello stesso gruppo.

Tra un ombrellone a l’altro monta quindi la protesta verso il parroco pro migranti e Rom che dimentica gli italiani e fa politica creando polemiche e spaccando la comunità.

Ma aumentano anche le preoccupazioni per un esodo da parte delle popolazioni africane che sta cambiando l’aspetto sociale dell’intera Europa e verso il quale i governi giocano la partita dello scaricabarile, e purtroppo sulle spalle dei cittadini che alla fine pagano i conti per tutti.

«Porte aperte per quelli che hanno voglia di lavorare ed integrarsi, ma per gli altri porti chiusi e blocchi navali, abbiamo paura infatti che fra 10 o 15 anni questi clandestini ci prendano la casa e magari anche altro, ma confidiamo in Salvini che risolverà piano piano il problema» – conclude un altro signore mentre prende il sole sulla sdraio
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