Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 7:26 am

Dati numerici sugli zingari
[dalla bacheca di conoscenti, Sauro]

COME SEMPRE accade, quando si discute di Rom si formano due posizioni ideologiche secondo uno schema di contrapposizione ormai consolidato: da una parte insulti e rabbia, dall’altra parte la consueta retorica ideologica aggrappata alle solite accuse di razzismo. Ma mai che si ragioni con i dati alla mano.
Quindi, per schiarirmi le idee e per tenere sempre a mente gli elementi essenziali della questione li riporto di seguito, come a margine di un diario ideale da poter consultare nel tempo.
(fonte: associazione 21 Aprile, dati 2015):
http://www.21luglio.org/21luglio


QUANTI SONO I ROM/SINTI IN ITALIA:
Sono 180 mila, 90 mila cittadini italiani, 90 mila stranieri (intra/extra EU)

STANZIALITA’ O NOMADISMO:
2/3 della comunità Rom è stanziale e/o vive in casa di muratura
1/3 è realmente nomade
Il 20% (cioè 35.000 persone) vive in campi legali e, secondo dati ufficiosi, quelli più grandi sono:
- N. 7 a Roma
- N. 6 a Milano
- N. 5 a Torino
- N. 2 nel napoletano
- N. 1 a Firenze

ETÀ ANAGRAFICA:
il 60% in Italia ha meno di 18 anni.

SCOLARIZZAZIONE:
- il 20% in età scolare non inizia alcun tipo di percorso formativo, compreso la scuola dell’obbligo.
- il 50% di chi inizia la scuola elementare la abbandona nel passaggio alla scuola media
- il 95% di chi inizia le superiori la abbandona prima del termine.
- pochissimi accedono all’istruzione universitaria.

CAPACITA' CRIMINOGENA:
Minori passati dai centri di giustizia minorile nel 2006 nelle regioni centrali italiane:
a) minori non Rom: 2.384, pari a 1 minore non Rom carcerato ogni 25.500 cittadini italiani.
b) minori Rom: 1.434 pari, a 1 minore Rom carcerato ogni 126 appartenenti alla loro comunità.

CONSIDERAZIONI:
Sono numericamente da considerare pochi: ciò significa che il problema è risolvibile.
Sono per lo più stanziali quindi potrebbero mandare i figli a scuola, senza invocare la scusa del nomadismo: i dati sull'evasione scolastica mettono in mostra una realtà allarmante dal momento che il 98% non finisce le superiori, pari a quella dei paesi africani più arretrati e sottosviluppati. Una dimostrazione di volontaria asocialità che un paese moderno non dovrebbe permettere.
Altrettanto gravi sono i dati ufficiosi sulla criminalità minorile: dimostrano una capacità criminogena ben 200 volte superiore a quella di un minore italiano.

QUALE SOLUZIONE?
I dati esposti fanno capire una cosa semplice: occorre banale attività preventiva consistente nel portare via alle famiglie i minorenni che non vanno a scuola o che delinquono. Come fanno già in Svizzera. È ciò che sistematicamente accade a tutte le famiglie italiane che non rispettano le leggi a tutela dei propri figli, non c'è niente di nuovo sotto il sole, quindi che accada altrettanto per i rom: che si portino via i minorenni spinti all'accattonaggio o che non vanno a scuola e crescerebbe una generazione diversa.
...


???

Associazione 21 luglio, Rapporto 2014 su Rom e Sinti: "Solo 1 su 5 vive nei campi"
8 aprile 2015

https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/0 ... pi/1573016

Sono circa 180mila i rom e i sinti che vivono in Italia e rappresentano lo 0,25% della popolazione presente sul territorio nazionale. Questo il dato dell’Associazione 21 luglio che in occasione della Giornata Internazionale dei rom e dei sinti ha presentato il suo Rapporto annuale 2014 e ha incontrato Laura Boldrini alla Camera con un gruppo di dodici donne rom. Della totalità dei Rom e sinti presenti sul territorio, il 50% ha la cittadinanza italiana e 4 di loro su 5 vivono in regolari abitazioni: studiano, lavorano e conducono una vita simile a quella di ogni altro cittadino italiano o straniero. Solo uno su cinque dei rom del paese vivono nei cosiddetti “campi”, per un totale di 40mila persone. Ma la loro vita – sottolinea il rapporto – è ben più esposta agli occhi dell’opinione pubblica e dei commenti degli esponenti politici di quella dei restanti 140mila.

Per coloro che vivono nel Paese in condizioni di emergenza abitativa, sembra che la Strategia Nazionale per l’Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti non abbia portato ad un sostanziale cambiamento delle condizioni di vita. Il leitmotiv di ogni azione pubblica è rimasto quello dell’approccio emergenziale, che nei propositi doveva essere abbandanato, e che si è declinato in azioni di sgombero forzato (più di 230 nelle città di Roma e Milano) e nell’ideazione e progettazione di nuovi campi nomadi. La questione abitativa resta quindi centrale nelle politiche delle amministrazioni locali. Negli ultimi tre anni sono stati costruiti nuovi insediamenti a Roma, Milano, Giugliano e Carpi e in molte città italiane del centro-sud sono in discussione progetti relativi alla costruzione di nuovi insediamenti per finanziamenti che superano 20 milioni di euro.

Molte le criticità emerse in numerosi campi italiani, anche tra quelli organizzati e gestiti dalle autorità, che da Torino a Palermo, passando per Roma e Napoli, sono stati definiti luoghi di sospensione dei diritti umani. Non semplice anche il quadro registrato per la qualità della vita dei minori, per cui la probabilità di accedere un giorno a un percorso universitario è tendente allo zero e quella di accedere alle scuole superiori si attesta all’1%. In un caso su cinque non verrà mai intrapreso un percorso scolastico. Anche l’aspettativa di vita è più bassa, circa 10 anni in meno rispetto al resto della popolazione e la possibilità di sentirsi discriminato raggiunta la maggiore età a causa della propria etnia è del 70%. Per quanto riguarda gli atti di violenza: gli episodi di odio registrati dall’Osservatorio di Associazione 21 luglio sono 443 e l’87% dei casi risulta riconducibile a esponenti politici. Nel 2014 è emerso un forte nesso tra le politiche discriminatorie e segregative e un radicato antizingarismo.

Il Rapporto fotografa la situazione di Roma, considerata “cartina al tornasole” della situazione del Paese, facendo riferimento al “gioco dell’oca” degli sgomberi – 34 solo nel 2014 – che hanno spinto le comunità rom a spostarsi da un punto all’altro della città subendo una violazione dei diritti umani e provocando sperpero del denaro pubblico.


Alberto Pento
Falsità rilevate:
1) Della totalità dei Rom e sinti presenti sul territorio... 4 di loro su 5 vivono in regolari abitazioni: studiano, lavorano e conducono una vita simile a quella di ogni altro cittadino italiano o straniero.

Esempio sono i clan mafiosi dei Casamonica, degli Spada, dei Di Silvio nel Lazio
degli Hudorovich e dei Levak in Veneto, ...
che pur essendo stanziali vivono di criminalità.




Ecco una tipica pagina disinformativa a difesa degli zingari che li fa passare per vittime di un secolare pregiudizio e li paragona agli ebrei.
http://www.asiablog.it/2008/06/09/non-s ... tari-e-rom


Gli zingari non sono vittime di secolare pregiudizio e non sono paragonabili agli ebrei, gli zingari sono carnefici:

Ebrei, zingari, clandestini: accostamenti immondi e impossibili
viewtopic.php?f=205&t=2780

Gli ebrei nella loro diaspora mondiale non hanno mai fatto del male a chichessia, anzi hanno sempre contribuito con il loro lavoro e impegno sociale, civile, culturale ed economico al benessere delle società, dei paesi dove si erano insediati e dell'umanità intera.
Gli ebrei non vivono di carità e di assistenza pubblica, non depredano il prossimo, non rubano, non truffano, non rapinano, non sequestrano, non uccidono, non costituiscono mafie, non minacciano, non violano i X Comandamenti, rispettano il prossimo e i valori/doveri/diritti umani universali.
Nessuno di noi, nel corso della sua esistenza ha mai potuto sperimentare alcuna cattiveria, alcuna malevolenza, aggressione, atto delinquenziale e criminale compiuto da qualche ebreo ai suoi danni o ai danni del suo paese o dell'umanità; e la difesa di Israele da parte degli ebrei dall'aggressione dei nazi maomettani palestinesi o iraniani è un loro più che legittimo diritto;
ma ognuno di noi ha potuto sperimentare nel corso della sua vita, direttamente o indirettamente, la depredazione e la criminalità degli zingari e dei clandestini irregolari in particolare asiatici e africani di matrice nazi maomettana.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 7:26 am

Sapete chi l'ha già fatto il censimento sui rom? La regione emilia-romagna di vasco errani (2014)

http://m.dagospia.com/sapete-chi-l-ha-g ... 014-176582

CENSIMENTO DI ROM E SINTI? GIÀ FATTO DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA. ECCO TUTTI I DATI

Michele Arnese per www.michelearnese.net

“Sono 2.745 le persone che vivono sul territorio, in 129 campi e aree. Popolazioni sempre più stanziali”. Ecco il titolo dell’articolo datato 8 luglio 2014 pubblicato dal sito della Regione Emilia Romagna

http://sociale.regione.emilia-romagna.i ... ia-romagna

Pubblicato il “Rapporto sulla popolazione Sinta e Rom in Emilia-Romagna” basato sui dati raccolti nella rilevazione del 30 novembre 2012, realizzata con la collaborazione delle Province attraverso la somministrazione di questionari rivolti a tutti i Comuni della Regione Emilia-Romagna. Alta la partecipazione all’indagine da parte dei Comuni: 331 su 348 (95,1%).

I dati

VASCO ERRANI VASCO ERRANI

Complessivamente vivono in Emilia Romagna 2.745 persone in 129 campi e aree. Rispetto alla rilevazione relativa al 2009 – che contava 2.644 persone in 130 campi – si registra un lieve aumento delle presenze, mentre il numero dei campi è pressoché stabile. I campi rilevati con questionario sono complessivamente 108 con 2.433 persone presenti, mentre le aree segnalate dai comuni sono 21 con 312 presenti.

Molti Comuni hanno cercato di attuare il superamento dei campi nomadi proponendo alternative abitative. Considerando la quantità complessiva dei trasferimenti dal 2003 al 2012, il totale di persone inserite dai Comuni negli alloggi raggiunge una quota considerevole: 568 persone in 123 alloggi.

Predominano i campi sosta, e quindi popolazioni sempre più stanziali, che si spostano occasionalmente e in alcune stagioni dell’anno. La proprietà dell’area è prevalentemente privata (50% per le aree di proprietà dei Sinti/Rom e 2,8% di proprietà di privati che hanno dato in affitto l’area o l’hanno data in comodato). Nel rimanente 47,2% la proprietà è pubblica.

I campi sono maggiormente presenti a Reggio Emilia (56), Modena (22), Bologna (15) e Rimini (7). La popolazione è distribuita principalmente a Reggio Emilia, Bologna, Modena e Piacenza.

Per quanto riguarda l’istruzione e la formazione, la percentuale dei frequentanti sugli iscritti è pari al 93,5%, dato positivo, in aumento rispetto al 92,4% della rilevazione precedente. Rimane bassa l’iscrizione alle scuole secondarie di II grado e ai corsi di formazione in obbligo formativo (33,3%).

Per quanto riguarda l’attività lavorativa: durante tutto il 2012, 291 persone hanno lavorato con contratto o partita IVA, pari al 18,6% della popolazione presente nei campi e nelle aree. Alta è la percentuale dei lavoratori autonomi (69,1%), mentre i lavori a tempo determinato o parasubordinato sono il 10% e quelli a tempo indeterminato rappresentano il 21%. I principali settori di attività sono lo spettacolo (circo e giostre), i servizi, il commercio (soprattutto il settore alimentare e la raccolta e vendita del ferro).



Alberto Pento
Sarebbe interessante conoscere il numero in essere dei lavoratori autonomi con partite IVA e il numero esatto dei lavoratori dipendenti regolari;
nonché il numero dei pregiudicati, il numero dei detenuti e il numero dei procedimenti penali in corso relativo alle persone censite.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 8:12 am

Il caso degli Halilovich, fatti passare per povere vittime innocenti della discriminazione, da gente irresponsabile
che li copre e difende come questa Irene Rui



Non siamo zingari, non siamo nomadi, siamo sinti o rom
Domenica 6 Novembre 2011
Irene Rui

http://www.vicenzapiu.com/leggi/non-sia ... inti-o-rom

Caro direttore, scrivo al vostro quotidiano on-line, che è rispettoso dell'informazione, poiché, a quanto sembra, esiste una censura da parte del noto quotidiano cartaceo "Il Giornale di Vicenza" ad alcune mie dichiarazioni o a mie prese di posizione "contro corrente", anche con interviste, che non appaiono o compaiono in forma distorta o stravolta, per affermare una posizione diversa da quella dichiarata.

Il Giornale di Vicenza (06.11.01) intitola un articolo "Gestione dei nomadi, ora è un caso" come se i sinti o i rom, fossero degli oggetti o degli animali che hanno bisogno di qualcuno che li gestisca. Innanzitutto queste persone ci tengono a specificare che "noi siamo sinti e rom, non zingari, non nomadi, è ora di finirla con questi termini spregevoli nei nostri confronti".

Per quanto riguarda il caso più specifico dei residenti di via Nicolosi, al di là della fedina penale, è disumano lasciare queste persone in quello stato, senza servizi, acqua, energia elettrica, scarichi fognari ecc... Servizi che gli Halilovich avevano richiesto qualche hanno fa, quando avevano acquistato il terreno di via Nicolosi, ma che la Giunta Hüllweck, di cui Sorrentino era vice-sindaco ed assessore, ha non solo negato, ma non ha nemmeno permesso che stendessero del ghiaino, o installassero i bagni chimici, intimando loro di lasciare il terreno, pena una denuncia per abuso edilizio, condannandoli così al nomadismo.

Ora sono tornati nel loro campo, ma dove dovevano andare? Sorrentino si preoccupa dei bambini, ma quando era assessore alla sicurezza non fu lui ad emettere l'ordinanza igienico-sanitaria di sgombero, dopo aver aizzato tutti contro gli Halilovich, all'epoca onesti raccoglitori di ferro, e negando a loro il permesso ad allacciarsi ai servizi, con la scusante di zona agricola? E ora ci si lamenta dello stato di degrado in cui vivono, ma chi ha ascoltato il loro grido di aiuto?

Per quanto riguarda l'area comunale di viale Cricoli, è azzardato e tardivo spostare ora, di qualche mese, gli interventi di adeguamento dell'argine dell'Astichello, superando l'inverno, il periodo di pericolo alluvionale. Però forse, a onor di cronaca, si dovrebbe dire la verità. E' dalla scorsa estate che si parla dell'imminente spostamento dei residenti di viale Cricoli per interventi di sicurezza da effettuarsi, sia sugli argini, sia nell'area. Interventi per i quali sono stati stanziati dei fondi, fondi che circa due anni fa sono stati bloccati dalla Lega e dai "soci" di destra, con un intervento diretto al Ministero degli Interni. I sinti e i rom sono stati convocati più volte dall'assessore Giuliari per comunicazioni, con un esito di sole promesse e, nell'ultimo incontro, di confusione tra i tecnici che, spiazzati dal diniego dell'APA, si sono trovati di fatto senza un'area provvisoria per lo spostamento.

Le fantomatiche micro-aree che dovevano essere presenti nel PAT e promesse ai sinti, i quali erano felici che finalmente avrebbero avuto una possibilità di uscire dal buio, dal ghetto - scelta coraggiosa di Giuliari, piuttosto che di Variati, poiché al primo niet della sua maggioranza le ha ritirate escludendole dal PAT - sono ora un nulla di fatto. Perché?

Ha ragione Chiara Roverotto in un trafiletto pubblicato nella stessa pagina, ad affermare che questi cittadini sono "una spina nel fianco degli amministratori di destra e sinistra", soprattutto perché ledono il loro consenso popolare.
Chi si è messo contro le microaree? Sorrentino, la Lega, ma anche esponenti dei gruppi consiliari in seno alla maggioranza. Nessuno, effettivamente, ha il coraggio di risolvere la questione ultra trentennale della sicurezza di viale Cricoli. "Siamo gli ultimi - dichiarano i residenti - e ci trattano peggio dei cani". "Noi facciamo paura - continuano - e i pedofili, gli assassini, gli spacciatori che vivono spesso affianco alle vostre case, quelli non vi fanno paura? A quelli non chiedete che siano mandati via dai vostri condomini, dalle loro case?"
"Anche mandare i figli a scuola è stato difficile" afferma la Roverotto. "Certamente - dichiarano i residenti - provate voi, portare i vostri figli a scuola di controvoglia, perché si sentono derisi, trattati da alcuni -soprattutto dopo un'incursione della polizia nel campo - come figli di delinquenti, come diversi. Certamente poiché acquistare i libri, i quaderni, le penne, le matite e poi la mensa, il bus o la benzina per portarli a scuola, costa e a volte è difficile, non mangiamo per curare i nostri figli."
"Eppure, qualcuno è riuscito a cambiare vita, ma molti - scrive la Roverotto - sono rimasti ancorati alle loro roulotte, ai lavori spesso discutibili."
Cosa significa cambiare vita, rinunciare alle loro origini, alle loro tradizioni, per ciò che noi "gagi" o "rakli" vorremmo, la loro omologazione? Non c'è nulla di male a vivere in una casa mobile o roulotte, lo fanno in molti fuori dall'Italia, pur non sinti o rom; e poi quali lavori discutibili, forse la Roverotto non sa che la maggioranza vive di raccolta ferro e non ruba rame, di lavori saltuari come facchinaggio, pulizie per noi "rakli" e aiuto a parenti giostrai. Lavori saltuari e in nero purtroppo, poiché risiedere in viale Cricoli è un buon biglietto di visita, grazie anche alla fama che noi scrittori, giornalisti, politici e cittadini gli abbiamo appioppato e costruito negli anni.
"E comunque - conclude bene la Roverotto - zingari, ma alla fine a chi interessano? A far parlare di loro, semmai, è solo il loro trasferimento", il loro sgombero, i blitz delle forze dell'ordine in cerca di un Halilovich nel campo sinti (senza tenere conto che a volte tra sinti e rom non corre buon sangue proprio per usi e caratterialità diverse), quando qualcuno commette delle irregolarità e oggi (sulla cronaca di Bassano), si parla di loro per i furti in casa che, naturalmente senza averne le prove, si ipotizza siano opera di "nomadi".
Chi scrive ha subito un tentativo di furto in casa, lo scorso anno e quando le forze dell'ordine hanno ipotizzato dagli "zingari" ha risposto "impossibile" e in effetti è risultata essere la banda degli albanesi; ma anche su questi si costruiscono stereotipi.
"Non chiamateci zingari, non siamo nomadi, siamo sinti o rom stanziali, costretti al nomadismo da voi che non ci volete nelle nostre città, ma siamo soprattutto cittadini e persone".




Il funerale del re degli Halilovic causa maxi lite

http://www.ilgiornaledivicenza.it/terri ... -1.6280044

VICENZA. Non sono d'accordo su come organizzare il funerale del loro "re" e si mettono a litigare per strada. Attorno alle 12 di ieri due pattuglie della polizia locale sono dovute intervenire nel piazzale di via Fratelli Bandiera per riportare la calma tra una ventina di nomadi della famiglia Halilovic. A chiedere l'intervento dei vigili è stato uno dei numerosi passanti attirati dalle urla dei contendenti, preoccupato che la situazione potesse degenerare da un momento all'altro. Gli agenti hanno identificato i contendenti, verificando che nessuno di loro era stato inserito nella lista dell’ultima ordinanza anti-bivacchi all’interno della “zona rossa”. Dopodiché i nomadi sono stati allontanati.
Il reale in questione è Ibrahim Halilovic, scomparso nelle score ore all’età di 59 anni per un malore improvviso. Il sovrano abitava a Roma, ma i parenti desiderano che venga sepolto al cimitero di Bertesina dove riposa la moglie, venuta a mancare più di dieci anni fa.


Tre del clan Halilovic dai giudici
massimo coppero

http://www.lastampa.it/2016/10/06/asti/ ... agina.html

La famiglia Halilovic è un grande clan di rom di origine balcanica che si è insediato stabilmente da più di vent’anni in Piemonte, tra Torino e Asti, con qualche propaggine a Genova e in Toscana. Nei giorni scorsi la notizia che la procura di Torino ha concluso un’indagine patrimoniale a carico di alcuni componenti del clan residenti anche ad Asti: si è scoperto che sono titolari di conti correnti in Croazia con centinaia di migliaia di euro. La polizia croata, nell’ambito delle attività di cooperazione giudiziaria internazionale ha sequestrato le somme. Il sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, ha chiesto di sapere i nomi dei titolari dei conti per revocare eventuali sussidi comunali a loro concessi perché formalmente nullatenenti.
In aula

In tribunale ieri si è aperto un processo a tre uomini del clan accusati di una serie di furti. La gang era stata individuata nel 2014 dalla sezione Antirapine della polizia astigiana coordinata dal commissario Loris Petrillo ma i magistrati avevano deciso di non disporre le custodie cautelari. Indagati per gli stessi fatti anche due minorenni per i quali si procede separatamente. L’inchiesta era iniziata quando a Casale era stato sradicato un erogatore bancomat da una banda composta da almeno 9 persone, riprese con il volto coperto da una telecamera di sorveglianza.

Nel filmato si notava una Ford Escort sulla quale una parte dei banditi era fuggita dopo il furto. L’auto, rubata ad Asti, venne ritrovata il giorno dopo semidistrutta dalla polizia municipale in località Isolone. Nel video si vedeva anche un’Alfa 156, intestata ad un pregiudicato astigiano in rapporti d’affari con il gruppo di rom che nel 2014 vivevano nel campo di località Boana, successivamente sgomberato dal Comune. La polizia ipotizzò che a compiere il maxi furto a Casale fossero stati i rom della famiglia Halilovic. Tra gli indizi anche il filmato di un casello autostradale dove era stata immortalata l’Alfa 156 uscire senza pagare il pedaggio accodandosi pericolosamente ad un altro veicolo nella corsia Telepass. Venne simulato un controllo casuale all’accampamento, che servì agli investigatori per nascondere i localizzatori gps sotto le auto dei nomadi. In poche settimane di indagini, la gang di rom venne sospettata di aver compiuto almeno cinque furti. Il più grave in una filiale bancaria di Magliano Alfieri, dove utilizzando come «ariete» un’auto rubata a Isola venne sradicato l’erogatore bancomat con un bottino di 20 mila euro. Poi altri colpi a Genova e ad Asti in un’azienda di giardinaggio di corso Alessandria e in due bar di corso Torino e via Sant’Evasio, dove vennero saccheggiati i cambiamonete e le slot machine. Il processo è stato rinviato al 13 dicembre dal giudice Fabio Liuzzo. I nomadi sono difesi dall’avvocato Gianluca Bona.


Arrestati 7 pregiudicati a Ravenna
Cronaca Emilia Romagna
19 Gennaio 2009

https://www.altarimini.it/arrestati_7_p ... _10845.php

Sette arresti di altrettanti pregiudicati per furto da parte dei carabinieri di Rimini. Le manette sono scattate ieri sera ad Alfonsine, comune del Ravennate, a conclusione delle indagini condotte dai militari del nucleo operativo di Riccione in collaborazione con quelli della compagnia di Ravenna. Gli arrestati sono: Muharem Halilovic, 33 anni di Prato, residente a Lido Adriano (Ravenna); Sartana Halilovic, 30 anni di Castelfranco Emilia (Modena) residente a Faenza (Ravenna); Rasim Hametovic, croato di 47 anni residente in Olanda; Renato Hametovic, bolognese di 35 anni residente a Riccione; Oliver Milacevic, trentenne croato; Marco Seferovic, 23 anni di Prato e residente a Fermo (Ascoli Piceno); Sibo Suljevic, serbo di 30 anni residente a Rimini. In particolare, ieri pomeriggio i carabinieri, che indagavano su alcuni furti commessi da nomadi, hanno pedinato gli indagati che da Riccione avevano raggiunto la zona industriale di Argenta, nel Ferrarese. Qui i pregiudicati sono entrati in un'officina di assistenza Renault tentando di rubare, ma sono stati interrotti dall'allarme. Inseguiti subito dopo dai carabinieri, sono stati bloccati ad Alfonsine, in una stazione di servizio lungo la statale Adriatica. Nelle auto dei malviventi c'erano un navigatore satellitare e un lettore dvd rubati nell'officina, arnesi da scasso, guanti, passamontagna e numerose apparecchiature elettroniche del valore di circa 4.000 euro, probabile provento di altri furti.


Guerra tra bande di zingari

Sorelline bruciate, preso rom: già condannato, era tornato libero dopo 20 giorni
Giovanni Neve - Ven, 02/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 04742.html


Serif Seferovic fermato per l'omicidio delle sorelline a Centocelle. Era già stato condannato a due anni per lo scippo della cinese morta sotto un treno, ma lo avevano liberato dopo soli 20 giorni

Fermato a Torino da personale della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con la Squadra Mobile di Torino, uno dei ricercati per il rogo del camper a Centocelle avvenuto la sera del 10 maggio e in cui morirono tre sorelle di etnia rom.

Si tratta di Serif Seferovic, 20enne pregiudicato per reati contro il patrimonio, gravemente indiziato di essere il responsabile dell'omicidio plurimo delle sorelle Halilovic, Elisabeth, Francesca e Angelica, di 20, 8 e 4 anni. Il rom era già stato condannato a due anni per lo scippo di Yao Zhang, la cinese morta sotto un treno, ma era stato liberato dopo appena venti giorni.

L'omicidio delle sorelline a Centocelle

Il provvedimento di fermo era stato emesso dal pm della procura di Roma. L'incendio doloso avvenne all'interno del parcheggio del centro Commerciale "Primavera" di piazza Mario Ugo Guatteri, dove il camper abitato da 13 componenti della famiglia Halilovic era da qualche giorno in sosta. Sin dai primi esiti dell'attività di indagine, basata tra l'altro su informazioni testimoniali e analisi di impianti di videosorveglianza presenti nell'area interessata, era subito emerso che quanto accaduto era da ricondursi a problematiche esistenti tra il nucleo famigliare Halilovic ed uno dei Seferovic, maturate all'interno del campo nomadi di via Salviati dove la famiglia colpita aveva abitato.

In seguito a questi problemi, il padre delle tre vittime era da tempo entrato in forte contrasto con alcuni Seferovic. L'omicidio del 10 maggio era stato preceduto da alcuni episodi di litigi e danneggiamenti, "sintomatici - dicono gli investigatori - del clima esistente fra i due nuclei familiari". È stato, infatti, accertato che pochi giorni prima la famiglia Halilovic aveva improvvisamente abbandonato il campo nomadi di via Salviati. Tutto questo ha portato a rivolgere l'attività investigativa nei confronti del nucleo familiare dei Seferovic. Serif aveva un furgone con le stesse caratteristiche di quello presente sulla scena del delitto e usato dagli autori del rogo.

La cattura di Serif Seferovic

Le indagini hanno consentito di localizzare la compagna di Serif in Sardegna. Mercoledì sera la donna, costantemente e discretamente tenuta d'occhio dai poliziotti, si era imbarcata su un traghetto per Genova da dove, ieri mattina, a bordo di un treno era partita alla volta di Torino dove vivono alcuni parenti della famiglia Seferovic. Arrivata alla stazione ferroviaria "Lingotto" era scesa dal convoglio e, poco dopo, si era incontrata con un giovane subito riconosciuto dagli investigatori come il ricercato. È così che Serif è stato immediatamente bloccato (guarda il video). Su di lui ora pendono i reati di omicidio plurimo, tentato omicidio plurimo, detenzione, porto ed utilizzo d'arma da guerra e incendio doloso.
Il furto alla cinese travolta dal treno

Serif Seferovic era già finito sotto processo all'inizio di quest'anno con l'accusa di furto con strappo ai danni della studentessa cinese Zhang Yao, morta il 5 dicembre 2016, travolta da un treno nei pressi della stazione di Tor Sapienza mentre cercava di recuperare una costosa borsa che le era appena stata rubata. In quell'occasione il rom aveva patteggiato per quello scippo lo scorso 28 febbraio una pena pari a due anni di reclusione. Il ragazzo aveva poi ottenuto la libertà, mentre l'altro nomade che per lo stesso furto aveva patteggiato un anno e mezzo di carcere era rimasto ai domiciliari. Serif si era costituito alle forze dell'ordine per la vicenda della studentessa cinese ed aveva ottenuto la libertà perchè incensurato.


Sequestrati beni a Sena Halilovic, regina "zingara"
sabato 10 gennaio 2015

http://www.primocanale.it/notizie/seque ... 51110.html

GENOVA - Anche se non vive più a Genova, il suo nome è molto conosciuto soprattutto agli esperti di cronaca cittadina. Sena Halilovic è considerata, infatti, la "regina" degli zingari. Risiedeva nel campo di via dei Pescatori, poi le era stato assegnato un alloggio popolare (assegnazione revocata), quindi con la famiglia si è trasferita ad Asti.

Ed è qui che i Carabinieri, in osservanza di una disposizione dell'Autorità Giudiziaria genovese, ha sequestrato un appezzamento di terreno in località San Marzanotto (ove aveva spostato la dimora), due furgoni-autocaravans e la somma di 40.000 euro depositati su vari libretti postali.

Il compagno della donna, Salko Halilovic, arrestato nell'aprile 2013, era a capo del gruppo familiare dei nomadi rom di Genova, composto essenzialmente dagli oltre 10 figli, tutti dediti alla commissione di reati contro il patrimonio ed in particolare furti di autoarticolati. Nell’ambito dell’attività investigativa convenzionalmente denominata ‘Fast Cargo’, svolta tra gli anni 2004 e 2005 dal Nucleo Investigativo di Genova, era emerso il potenziale criminoso del gruppo familiare, capace di appropriarsi di autoarticolati e di ricettare/riciclare qualsiasi tipo di merce trasportata.



Dopo furto cittadino chiama CC e insegue due nomadi: carabinieri speronati, spari ed arresti
1° novembre 2011

http://www.vicenzapiu.com/leggi/cittadi ... arabinieri


Il 1° novembre 2011 alle ore 19,00 in Torri di Quartesolo (Vi), carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Vicenza, nel corso di un servizio straordinario di controllo del territorio predisposto per il contrasto dei possibili furti in abitazione in occasione della giornata festiva e condotto dal N.o.r.m. e dalle stazioni CC di Camisano Vicentino e Longare, con ausilio di personale in borghese, hanno tratto in arresto in flagranza di reato Adriano Halilovic, classe 1983 e Domenico Halilovic, classe 1987, entrambi cittadini italiani di etnia rom, pluri-pregiudicati e residenti a Vicenza presso il campo nomadi di viale Nicolosi (qui la photo gallery).

Ciò a a seguito a una segnalazione giunta da un cittadino animato da elevato spirito civico che, transitando in Montegalda (Vi), via Vegri all'altezza del civico 36, si accorgeva di un furto in atto presso la ditta "P.F.G.".

Dopo aver avvisato il "112", alla guida della propria autovettura ed in continuo contatto telefonico con la centrale operativa provinciale dei carabinieri, il cittadino si poneva all'inseguimento dei ladri che fuggivano a bordo di un furgone. Intercettato da personale in borghese del dipendente nucleo operativo, il mezzo incappava nel posto di controllo di un'autoradio del nucleo radiomobile, attuato in emergenza in Torri di Quartesolo, via Longare incrocio con via Boschi, dove il conducente del furgone proseguiva la corsa incurante della presenza sulla strada del militare capo equipaggio all'esterno dell'autoradio e che gli intimava l'alt. Questi, vistosi puntato dal mezzo in velocità, esplodeva con la propria pistola in dotazione personale due colpi che colpivano il furgone nella parte anteriore, evitando poi di essere investito lanciandosi lateralmente e rotolando sull'asfalto. Il mezzo, quindi, speronava violentemente nella parte anteriore l'autoradio con a bordo ancora il militare conducente, finendo poi in un fossato. I tre occupanti tentavano la fuga ma, dopo una breve colluttazione, due di essi venivano bloccati dai carabinieri mentre un terzo riusciva ad allontanarsi ed è al momento attivamente ricercato. In conseguenza del sinistro e della colluttazione, i due militari ricorrevano a cure mediche presso l'ospedale "San Bortolo" di Vicenza, ove venivano dimessi con prognosi entrambi di gg. 11 salvo complicazioni per forti traumi contusivi, mentre il solo Domenico Halilovic riportava nell'incidente una ferita lacero-contusa alla testa con prognosi di gg. 7 s.c. L'automezzo militare, a seguito dello speronamento, risultava gravemente danneggiato e non marciante, come anche il furgone, posto sotto sequestro, un Fiat Ducato non oggetto di furto ed intestato ad un vicentino classe 1954, incensurato, che ora dovrà chiarire la propria posizione. Recuperati e restituiti al proprietario circa 200 kg. di materiali ferrosi rubati, che la predetta ditta avrebbe dovuto utilizzare nei processi di produzione dei macchinari. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati rinchiusi nella casa circondariale di Vicenza a disposizione dell'autorità giudiziaria.




Furti e ricettazioni: arrestate sei persone. Tra i colpi contestati a due indagati anche la violenta rapina ad imprenditore e modella
2017/02

http://www.tvprato.it/2017/02/furti-e-r ... -e-modella

Sei arresti e sette denunce per furti, rapine e ricettazione da parte dei carabinieri del nucleo investigativo di Prato. L’operazione “Prato sicura 2”, che ha visto coinvolti 40 militari, è stata coordinata dal sostituto procuratore Antonio Sangermano e prende le mosse dall’inchiesta sulla banda del Soccorso. Uno dei componenti di quel gruppo è accusato di aver ceduto della refurtiva ad uno degli arrestati di oggi: Thomas Halilovic, finito in carcere assieme a Daniele Cannavò e Sebastian Ahmetovic. Gli arresti domiciliari hanno riguardato Michele Maraventano, Simone Ahmetovic e Qianggiang Zhou (nella foto).
Gli investigatori hanno fatto luce su una serie di episodi delittuosi nell’arco temporale di un anno, raccogliendo prove a carico dei sei soggetti arrestati, permettendo di accusarli di diversi furti in abitazione e in attività commerciali, tra cui l’O.B. Stock di via San Giusto.
L’obbiettivo dei malfattori – alcuni dei quali giovani nomadi nati a Prato e dimoranti in camper a Vergaio, in viale Marconi e al campo di Poggio a Caiano – era il denaro ma anche beni di lusso quali orologi preziosi e monili in oro, mentre in due casi gli indagati sono entrati in ditte tessili per rubare decine di macchine da cucire destinate ad essere vendute al mercato nero. Le indagini sono state portate avanti grazie all’analisi di immagini di videosorveglianza ed intercetttazioni telefoniche, ma anche con metodi “classici”: pedinamenti e riconoscimenti fotografici delle vittime.
Tranne il cittadino cinese, i soggetti sono tutti pregiudicati per reati contro il patrimonio e proprio la loro condotta nei crimini contestati ha fatto emergere una spiccata pericolosità sociale che ha convinto il gip Pallini ad emettere le misure cautelari. In totale gli episodi contestati sono 12 e, assieme ai sei arrestati, risultano indagati altre sette persone che avrebbero partecipato a vario titolo agli episodi criminosi.
Tra i fatti contestati a due indagati (ma i gravi indizi di colpevolezza sono stati respinti dal gip per la mancata certezza del riconoscimento fotografico) c’è anche la violenta rapina subita nell’aprile 2015 dall’imprenditore della Beste Marco Santi e dalla fidanzata, la modella russa Yulia Sadchikova, che furono pedinati e costretti ad uscire dall’automobile sotto la minaccia di una pistola. I due banditi colpirono alla testa l’imprenditore con il calcio dell’arma e presero a pugni la donna per farsi consegnare i due orologi Rolex indossati dalla coppia.
Durante l’operazione di stamani, i militari hanno trovato e sequestrato nell’abitazione di uno degli arrestati una pistola ad aria compressa, priva del tappo rosso e del tutto identica ad un’arma vera. L’arma (nella foto sopra) era nascosta in un armadio e non si esclude possa essere servita a scopo intimidatorio per commettere dei reati. Durante l’indagine, i carabinieri in alcuni casi sono riusciti a recuperare della refurtiva per poi restituirla ai legittimi proprietari, come le macchine da cucire, un orologio prezioso e alcuni strumenti elettronici di valore (smartphone e tablet).
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 8:55 am

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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 7:54 pm

???

Censimento rom, il capo dei nomadi di Roma ridicolizza la sinistra: "L'idea di Salvini? Non c'è niente di male"
20 Giugno 2018

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... n-lui.html

Alle polemiche isteriche sul dossier sui rom annunciato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, risponde direttamente il rappresentante delle comunità nomadi di Roma, Najo Adzovic. E la sua posizione non piacerà per niente a chi sperava di usarlo come una bandierina contro il leghista: "Alcuni forse hanno dimenticato che già nel 2011, con la giunta Alemanno e in totale collaborazione con l'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni, il prefetto Pecoraro e la Croce rossa italiana - ha detto intervistato dal Tempo - avevamo iniziato un percorso di censimento della popolazione rom su tutto il territorio nazionale".

Nonostante gli schiamazzi su presunte schedature in salsa nazista, Adzovic non vede quale sia il problema a censire la popolazione nomade: "Ben venga il censimento da parte delle forze dell'ordine e l'eventuale espulsione dal territorio italiani di chi delinque o è di fatto un irregolare. Ma non scordiamoci che, ad oggi, il 35% dei rom provenienti dall'ex Jugoslavia sono da tempo cittadini italiani e il 30% di essi lavora e posside regolare permesso di soggiorno".


Alberto Pento
Iugoslavi come il clan Halilovich, vero, gran lavoratori come delinquenti
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 8:03 pm

L'imbecille Gino Strada, il nazifascista comunista che da giovane lo chiamavano "chiave inglese" perché sotto l'eschimo al posto del manganello aveva una bella e solida chiave inglese per picchiare.
Personaggio demenziale. ignorante e arrogante, senza rispetto per la democrazia e i diritti umani e civili dei cittadini italiani ed europei.




Strada attacca ancora Salvini: "È il paladino dell'ignoranza"
Claudio Cartaldo - Mer, 20/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 43071.html

Il fondatore di Emergency, Gino Strada, torna a parlare di Salvino e delle sue politiche: "C'è una forma di razifascismo che è molto preoccupante. Ricorda drammaticamente esperienze del passato"

Gino Strada torna ad attaccare Matteo Salvini. Lo aveva fatto a margine della vicenda Aquarius, sostenendo che non avrebbe mai immaginato di vedere un ministro "sbirro" e di essere pronto a lasciare l'Italia.

E ora si ripete a seguito dell'affaire rom, con il censimento richiesto dal leghista e le reazioni - sdegnate - della sinistra tutta.

"A Salvini farebbe bene una visita in alcune strutture di Emergency - ha detto Gino Strada a Circo Massimo su Radio Capital - Lo inviterei, non avrei nessuna obiezione. E gli farebbe molto bene passare un mese in alcuni campi dove, come dice lui, c'è la pacchia".

Il fondatore di Emrgency non digerisce proprio le politiche del ministro del Carroccio. Anzi, li definisce "atteggiamenti e frasi" che "fanno male di per sé, al di là se siano propaganda o meno". Il motivo? "Incitano alla violenza, all'egoismo, al disprezzo per gli altri - sostiene Strada - C'è una forma di razifascismo che è molto preoccupante. Ricorda drammaticamente esperienze del passato".

Non è la prima volta che gli avversari politici (o nemici?) accusano Salvini di "essere come Hitler" o Mussolini. Lo ha fatto anche Luigi De Magistris prima che Strada coniasse la nuova parola "razzifascista". "Quello che mi colpisce - ha detto il fondatore di Emercency - è la debolezza della risposta della società civile, che è obiettivamente un passo indietro di decenni". L'antidoto? La cultura. "Si è abbandonata per diversi decenni - dice Strada - ed è uno dei motivi per cui ci troviamo in questa situazione", dice Strada, "se un paese non investe in cultura poi si ritrova l'ignoranza. E di questa ignoranza Salvini è un paladino".

Insomma: se gli italiani votano Salvini e desiderano meno immigrazione o più controlli nei campi rom, sono "indietro di decenni". E sula proposta di censimento ai rom attacca: "È una logica di prepotenza, di violenza razzista - continua Strada - È una delle caratteristiche dei gruppi fascisti che sono nati in Europa negli ultimi decenni. Mai avrei pensato di veder succedere cose del genere in Italia". E ancora: "C'è la paura del diverso, che è una cosa giustificabile per certi aspetti ma che non può sfociare nell'annientamento del diverso. È un cosa preoccupante".



Alias, falsi indirizzi e età misteriosa. Così delinquere diventa più facile
Luca Fazzo - Mer, 20/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 42806.html

Il vigile urbano ucciso a Milano, le sorelle arse vive a Roma. Senza dati precisi le inchieste penali sono un rompicapo

«Abitiamo al campo rom di via Monte Bisbino». Quando le acciuffarono dopo che avevano svaligiato la casa del sindaco Beppe Sala, le giovani nomadi non ebbero difficoltà a dare il loro indirizzo: uno degli insediamenti più noti e problematici di Milano.

Peccato che quando le Volanti andarono al campo per cercare la refurtiva, scoprirono che le ragazze lì non avevano mai messo piede. Capire dove vivessero davvero era praticamente impossibile. Solo una botta di fortuna, una telefonata triangolata in diretta con una complice, portò ad arrivare al loro vero domicilio: una bella villa, non una roulotte o una baracca, in cui erano imboscati borsette, gioielli, orologi, telefoni. I proventi di una intensa attività di svuotamento di abitazioni.

Ed è questo il film che va in onda tutte le volte in cui una indagine penale porta a scavare nell'universo del nomadismo: un universo a parte, dove dati banali - nomi, cognomi, anni e luoghi di nascita - si perdono nella vaghezza e svaniscono in sfilze di alias, di consonanti che vanno e vengono e fanno impazzire i computer. Individuare i colpevoli o anche i semplici sospettati diventa così una fatica di Sisifo. Ne sanno qualcosa gli investigatori della Mobile di Roma che l'anno scorso dovettero scavare nell'orrore della baraccopoli di via Salviati, dove tre sorelle rom erano state bruciate vive nel loro camper da altri rom: e ricostruire passo per passo la faida di odi e di affari tra gli Halilovic e i Seferovic, accoppiando a ogni nome e soprannome un nome certo, un ruolo, un posto di vita, richiese settimane.

Il problema è che fin dall'inizio, dalla nascita, sopratutto se avviene all'estero, i rom non vengono registrati. E se nascono in un ospedale pubblico italiano, quello è il loro primo e ultimo contatto col mondo dell'anagrafe. La prima conseguenza, in ordine di tempo, è un'evasione drammatica dell'obbligo scolastico. La seconda è l'ingresso nell'area della marginalità e della devianza di migliaia di giovani sostanzialmente non rintracciabili e non identificabili. Un dato cruciale come l'esatta data di nascita, che determina anche le soglie di imputabilità, è spesso aleatorio. Quando un vigile urbano a Milano venne travolto e ucciso da due rom, per capire se l'autore del delitto fosse davvero minorenne fu necessario del bello e del buono. E i carceri minorili di tutta Italia pullulano di detenuti di origine nomade la cui età effettiva è assai vaga.

Ma il vero problema, in assenza di un censimento della popolazione nomade, è la mancanza di un data base paragonabile a quello della popolazione italiana, da utilizzare per dare la caccia ai responsabili di reati. Le forze dell'ordine lo sanno, e rimediano a modo loro con blitz periodici che, con un pretesto qualunque, puntano a catalogare gli ospiti dei centri, per sapere dove andarli a beccare in caso di guai: è successo nei giorni scorsi sia a Merano che nel Bergamasco. Ma sono fotografie parziali e destinate a ingiallire presto, in assenza di un piano nazionale.

La nebbia è così fitta che a volte diventa difficile anche identificare i morti: come accadde per il ladro che nel 2015 venne ucciso da un benzinaio vicentino, e che rimase per un giorno intero senza nome. Ma il vero rompicapo è orientarsi nelle composizioni delle famiglie, nei rapporti tra clan che spesso degenerano in faide violente, come quella che nell'agosto scorso a Trescore Balneario portò due gruppi di rom a affrontarsi a revolverate in un parcheggio, e piovevano proiettili 9x21 come nel Far West; o quella che nei giorni scorsi a Firenze ha scatenato l'inseguimento costato la vita a un giovane uomo in motorino. In assenza di una anagrafe, orientarsi in queste dinamiche è quasi impossibile. E forse anche la celebre fuga di Igor il Russo sarebbe finita prima se i complici di cui godeva l'appoggio nei campi nomadi di Berra, a ridosso del Po, avessero avuto nome e cognome.



La legalità non è razzismo
Stiamo ai fatti: porre un problema delicato, che non è razziale ma di sicurezza, non è reato e, anzi, può giovare a tutti
Alessandro Sallusti - Mar, 19/06/2018
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 42508.html

Matteo Salvini apre un nuovo fronte, quello dei rom e delle centocinquanta baraccopoli disseminate in Italia, incubatrici di degrado e criminalità, soprattutto minorile.

«Attento ministro, con noi devi rigare diritto», gli ha subito intimato una dei Casamonica, storica famiglia di rom già coinvolta nella Capitale in questioni di mafia e delinquenza comune. Un altolà al ministro arriva anche dalla sinistra che, ancora una volt, non riesce a dividere il grano (i diritti umani di tutti, rom ovviamente compresi) dal loglio, l'erba infestante che, in questo caso, sta distruggendo per prime le comunità rom e, di conseguenza, i territori sui quali si muovono.

Non sono il portavoce di Salvini (per fortuna mia e sua), ma escludo conoscendolo che il ministro voglia aprire una sorta di caccia al rom, così come non ha mai avuto intenzione di discriminare gli immigrati che hanno titolo per entrare e rimanere in Italia. In entrambi i casi non si tratta di «schedare» o «discriminare» (cose che oltretutto e giustamente la Costituzione vieta), ma di fare un po' di ordine. Mi spiego. I rom presenti in Italia sono tra i 150 e i 180mila. Di questi, circa 100mila sono italiani da una o più generazioni. Ma ce ne sono alcune decine di migliaia di cui sappiamo poco o nulla: sono sconosciuti all'anagrafe, al fisco, al sistema sanitario e spesso anche a quello assistenziale e i loro figli non frequentano la scuola dell'obbligo. Tutto questo permette loro di vivere in una zona grigia, fantasmi per lo Stato.

Un anno fa fu finalmente arrestata una ragazza rom con 25 identità e 19 anni di condanne per furti. Non si trattò di un fatto isolato. Famoso il caso di un'altra donna rom arrestata 80 volte che, dopo ogni fermo, si volatilizzava nei campi nomadi del Paese. Ecco, se Salvini e penso sia così intendeva dire che questa illegalità deve in qualche modo finire, non si può che dargli ragione. Pensare ad altro è un processo (ideologico) alle intenzioni, anzi alle non intenzioni. Porre un problema delicato, che non è razziale ma di sicurezza, non è reato e, anzi, può giovare a tutti. Come dimostrano dopo il blocco della nave Aquarius - le aperture all'Italia di Macron e della Merkel sull'emergenza immigrati. Stiamo ai fatti. Le opinioni, semmai, dopo.


I nomadi ribattono a ministro Salvini «Noi semo veneti»
20/06/2018

http://www.ilgiornaledivicenza.it/perma ... /1.6581368

VICENZA. «Te vedi anca ti che tipo de Mercedes che ghemo». Lorenzo Cavazza indica una monovolume Daewoo parcheggiata all’interno del campo di viale Cricoli. A occhio e croce avrà circa quindici anni di vita ed è in sosta accanto ad altre due auto, una Punto e una Panda, che, se non sono coetanee, poco ci manca. «Questo xe l’ultimo modello de Mercedes: modello incognito», aggiunge sorridendo. «La gente pensa che noialtri semo delinquenti, che gha i schei. Ma semo gente seria che va a lavora», aggiunge Roberto.

No, non è una traduzione. Entrambi parlano in dialetto. Ed entrambi a chi parla di schedatura, di poca sicurezza, di controllo dei soldi pubblici, a chi, come il ministro dell’Interno Matteo Salvini, annuncia che «è necessario un censimento dei rom, per vedere chi, come, quanti; anche se quelli italiani purtroppo te li devi tenere a casa», replicano: «Salvini parla a vanvera. Noi semo veneti», letterale.



Alberto Pento
Lavorare?


Ma nei campi vicentini metà sono pregiudicati
Le taniche di benzina che
21 10 2012

http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/ ... i-1.916527

Nei campi nomadi vicentini il numero dei pregiudicati è superiore al 50 per cento. Di nomadi, cioè, che hanno delle condanne definitive, o meglio passate in giudicato. Se la linea del Comune venisse applicata, i campi della città si svuoterebbero. Più del 50 per cento dei residenti di via Cricoli e di viale Diaz, e percentuali più basse per via Biron, strada Nicolosi e strada Ca' Balbi, hanno denunce e arresti sul groppone che si sono tradotti in condanne, in parte già passate in giudicato, in parte pendenti in Appello. Questura e carabinieri lavorano da anni sugli accampamenti, e il monitoraggio è costante, come pure sulle decine presenti in provincia, e sono state frequenti le perquisizioni mirate. Nei due maggiori campi sono presenti più di un centinaio di persone nel campo di via Cricoli: sono le famiglie Halilovic, Caldaras, Bernardoni, Uscieri, Cavazza, Floriani e De Barre; in viale Diaz abitano le famiglie Major, Dori e Poropat. Chiaramente, sono tutti numeri sulla carta, visto che gli spostamenti dei nomadi, per definizione, sono frequentissimi. Numeri più piccoli riguardano le altre aree dove sono accampati. I reati contestati ai nomadi vicentini sono furti, truffe o rapine sono spuntati i giovani zingari che risiedono in città. Molti di loro hanno beneficiato dell'indulto votato da quasi tutto il Parlamento nel 2006; in tanti hanno problemi con la giustizia anche in altre province del Triveneto, dove sono stati fermati o denunciati per episodi di microcriminalità. Non appartengono invece alle famiglie vicentine gli zingarelli, di 8-10 anni, che periodicamente vengono fermati da carabinieri e polizia per i furti in abitazione e poi rimessi in libertà in quanto troppo piccoli per essere imputabili. Si tratta di rom che arrivano soprattutto dal Sud Italia oppure dalla provincia di Padova. Una questione spinosa è quella che riguarda la detenzione: per reati ritenuti non gravi dal codice - come i furti - di frequente, dopo un periodo passato in carcere, il tribunale di sorveglianza dispone che la pena venga scontata agli arresti domiciliari. Nel caso dei nomadi, il domicilio non può che essere la roulotte all'interno del campo. E, visto che di case non ne ha, lo zingaro viene accompagnato di nuovo al campo da dove, secondo il regolamento del Comune, se ne dovrebbe andare.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 9:18 pm

Il demente della Caritas
Davide Cantoni
19/06/2018

https://www.comozero.it/politica/censim ... umano-como

“La prego, sono pensieri personali che condivido a titolo personale. Lo scriva, parlo da uomo che vive il Vangelo con tutto il proprio cuore. Sto molto male in queste ore“.

Precisato questo, Roberto Bernasconi non si contiene. Il ministro Matteo Salvini, la comunità Rom, il censimento etnico. Le notizie delle ultime ore hanno toccato profondamente il direttore della Caritas di Como.

Mani affondate nella vita, da sempre. Nella vita e nelle pieghe più violente e strazianti del dolore, della miseria. Povertà, malattia, migrazioni il direttore e i suoi ne hanno viste passare di storie tra spazi di accoglienza, tendoni, mense, centro migranti, strade.

Abbiamo contattato Bernasconi per sapere se vi fosse qualche cittadino comasco, Rom o Sinti, con cui si potesse scambiarequalche parola. “A Como la situazione è molto diversa dal resto della Lombardia – ci ha spiegato Bernasconi – non esiste una comunità, ci siamo sempre chiesti come mai”. Così:

Se la sente di condividere un pensiero sulle uscite di Salvini?

Credo il ministro per primo dovrebbe sapere che non esiste sangue puro, nessuno di noi ne ha, lui nemmeno. Quanto ha dichiarato è agghiacciante, ci avvicina a quello che è accaduto subito dopo la prima guerra mondiale, quando si teorizzò la razza

Parliamo di nazismo?

Si chiama anche nazismo o fascismo o comunismo esasperato. La Storia restituisce molti nomi e non vorrei l’Italia si avvicinasse a quanto accade in alcuni Paesi dell’America Latina

Oggi Salvini, dopo qualche correzione di rotta, ha rincarato: “Vado avanti”

Mi fa ribrezzo, allontanerei queste persone dal genere umano, sto male, molto male in questo momento. Chi vive il Vangelo non può che soffrire. Non sono cose degne di una nazione civile, degne di nessun uomo o donna. Chi urla in questo modo è privo di idee. La politica nasce dal ragionamento, dal pensiero

Ha paura?

Sì ma non per me, non per la Chiesa. Ho paura per il nostro Paese, spero abbia la capacità di superare questo momento e guardare al futuro

È davvero difficile pensare a un censimento etnico

Lo spero, spero sia la solita propaganda. Ma quando si toccano l’uomo e la libertà è molto pericoloso scherzare



Alberto Pento
Questo individuo vergognoso e demenziale si preoccupa dei carnefici zingari e non ha alcuna preoccupazione per i milioni di vittime ionnocenti dei nazi-razisti zingari
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 9:19 pm

Il nazi comunista irresponsabile e demente De Magistris

De Magistris attacca: "Salvini come Hitler"
Franco Grilli - Mer, 20/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 42926.html

Il sindaco di Napoli contro il ministro dell’Interno per le dichiarazioni sui rom

"Domani quale sarà il prossimo editto salviniano, gli ebrei? Gli omosessuali? Mi ricordano pensieri e azioni del '900, quello che pensavano Hitler e Mussolini.

Purtroppo Salvini fa il ministro dell'Interno della Repubblica Italiana, ha giurato sulla Costituzione. Il giuramento è un valore e non una presa in giro". Così Luigi De Magistris attacca frontalmente il leader della Lega, commentando la sua proposta di censire i rom che vivono in Italia.

Una misura peraltro non nuova nel Belpaese, visto che diverse giunte di centrosinistra (come a Milano, per esempio) avevano già adottato questo provvedimento. Ma se di mezzo c’è Matteo Salvini, bisogna dargli contro. A priori.


L'attacco di De Magistris

Il sindaco di Napoli ha dunque continuato: "Sui valori della Costituzione Salvini non passerà. Se vuole alzare il tiro noi siamo già sulle barricate. La Costituzione non è un optional e noi abbiamo una della Carte più belle del mondo, nata dalla resistenza al nazifascismo. Nella Costituzione c'è scritto che non puoi fare l'anagrafe degli immigrati, non puoi fare il censimento ai fini di deportazione dei rom".

Infine, la sferzata del primo cittadino al ministro dell’Interno si conclude così: "Dovrebbe cominciare ad affrontare seriamente i problemi dell'integrazione, della sicurezza, della lotta alla corruzione e alle mafie. Cosa vogliamo costruire nel nostro Paese, l'Italia dell'odio o l'Italia che ritrova la sua bellezza, la sua coesione, i suoi valori e il suo grande cuore, la sua forza nei confronti di un'Europa ingiusta e diseguale, purtroppo anche grazie a Salvini che è uomo del sistema?".
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » mer giu 20, 2018 9:23 pm

Quando la Francia della "gauche" arrestava i bambini rom per deportarli
Gian Micalessin - Mer, 20/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 42814.html

L'ex premier Valls fece prendere a scuola una ragazzina da espellere

«Pensare di risolvere il problema delle popolazioni rom solo attraverso l'inserimento sociale è illusorio».

I rom «non vogliono integrarsi». «I loro stili di vita sono estremamente diversi dai nostri e sono in evidente conflitto». «Non c'è altra soluzione se non quella di smantellare progressivamente i campi e accompagnare i rom alla frontiera». Di nuovo Matteo Salvini? Sbagliato. Quelle tre esternazioni sui rom non sono uscite dalla bocca del ministro dell'interno italiano, ma bensì di un suo omologo francese. E non leghista e nemmeno lepenista, ma, udite udite, socialista. Si chiamava, anzi si chiama, Manuel Valls e - nonostante un'oratoria degna del Salvini nazionale nel settembre 2014 viene accolto da Matteo Renzi in quel simposio di enfants prodiges della sinistra europea passato alle cronache come «patto del tortellino». Non fu un gran successo, ma non è questo il punto.

Il punto è la memoria furbescamente corta delle «anime belle» della sinistra italiana ed europea. Una sinistra pronta a indignarsi per la pretesa di Salvini d'iscrivere all'anagrafe l'evanescente comunità rom, ma dimentica di quando un Valls, nemico numero uno dei rom francesi, s'abbracciava con Matteo Renzi e Federica Mogherini, con Roberta Pinotti e Sandro Gozi, con Matteo Orfini e Debora Serracchiani. Il vero campione di questa smemorata genia è il commissario europeo Pierre Moscovici. Ieri questo socialista francese, con un passato giovanile da trotskista, ha subito flagellato un Salvini colpevole di rilasciare «dichiarazioni raggelanti» sui rom ed infrangere «regole comuni che vanno rispettate da tutti». Eppure lo smemorato Moscovici ricopriva la carica di ministro dell'Economia nello stesso governo in cui Valls occupava il ministero dell'Interno. «La Francia non può accogliere tutta la miseria del mondo», ripeteva in quei giorni il suo alacre collega. E non era uno slogan. Stando all'Associazione europea per la difesa dei diritti umani (Aedh) nei suoi primi sei mesi di mandato Valls riesce a far deportare più di 8mila roms attaccando a colpi di ruspa gli insediamenti illegali di mezza Francia. E solo 15 di quei 63 sgomberi sono seguiti dall'assegnazione di nuovi insediamenti abitativi. «Non posso permettere che questa situazione intollerabile continui - spiegava Valls a chi gli chiedeva come le drastiche misure si conciliassero con il suo credo politico - mantenere questi campi non è accettabile».

Ma il punto più alto della campagna di deportazioni di rom e immigrati illegali voluta da Valls si registra il 6 ottobre 2013. Quel giorno i poliziotti francesi mandati ad acciuffare Leonarda Dibrani, una 15enne kosovara condannata alla deportazione a Pristina assieme ai cinque fratellini e ai genitori, bloccano una gita scolastica e ammanettano la ragazzina davanti ai suoi compagni di classe. La vicenda scuote la Francia e porta sull'orlo del collasso il governo di cui fanno parte Valls e Moscovici. Eppure a soli cinque anni di distanza il Moscovici pronto ad indignarsi per le parole «raggelanti» di Salvini non sembra ricordare neppure una delle azioni decisamente «ributtanti» - per dirla come la direbbe un altro francese - di quel suo illustre compagno di partito e di governo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Giornata europea delle vittime del nazismo zigano

Messaggioda Berto » gio giu 21, 2018 6:45 am

In diretta da Roma, dalla villa sequestrata al clan mafioso dei Casamonica (zingari stanzializzatisi)
https://www.facebook.com/salviniofficia ... 9612908155
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